ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00623

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 671 del 04/04/2022
Abbinamenti
Atto 1/00563 abbinato in data 04/04/2022
Atto 1/00621 abbinato in data 04/04/2022
Atto 1/00622 abbinato in data 04/04/2022
Atto 1/00624 abbinato in data 05/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: MARROCCO PATRIZIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 04/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 04/04/2022


Stato iter:
05/04/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 04/04/2022
Resoconto MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 04/04/2022
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 04/04/2022

DISCUSSIONE IL 04/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 04/04/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/04/2022

RITIRATO IL 05/04/2022

CONCLUSO IL 05/04/2022

Atto Camera

Mozione 1-00623
presentato da
MARROCCO Patrizia
testo presentato
Lunedì 4 aprile 2022
modificato
Martedì 5 aprile 2022, seduta n. 672

   La Camera,

   premesso che:

    le intolleranze alimentari fanno parte di un più vasto gruppo di disturbi definiti come reazioni avverse al cibo. Una delle intolleranze alimentari più diffuse è certamente la celiachia;

    la celiachia è una patologia cronica che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti. È una malattia infiammatoria permanente dell'intestino scatenata dal consumo di alimenti contenenti glutine come il pane, la pasta, i cereali e i biscotti, in soggetti geneticamente predisposti, che devono conseguentemente escludere il glutine dalla loro dieta per tutta la vita;

    questa patologia può manifestarsi a qualunque età e con segni e sintomi estremamente variabili per intensità e per localizzazione. Solo il 3 per cento della popolazione mondiale portatrice della predisposizione genetica e che consuma glutine sviluppa questa patologia nel corso della vita. Esistono infatti dei fattori scatenanti, di cui però, al momento, non si conosce la natura;

    se non trattata adeguatamente, la celiachia può comunque portare allo sviluppo di altre malattie. Nelle donne, per esempio, se non trattata con la dieta, aumenta il rischio di sviluppare disturbi della fertilità (ad esempio, amenorrea, menarca tardivo, menopausa precoce, dismenorrea, endometriosi) e complicanze in gravidanza (ad esempio, poliabortività, ritardo di crescita intra-uterino, prematurità);

    il glutine può causare un'ampia varietà di disturbi (sintomi), anche di gravità variabile. Nei soggetti celiaci il glutine attiva il sistema immunitario che riconosce come dannose alcune molecole dell'intestino e reagisce contro di esse, provocando danni, infiammazione e l'appiattimento dei villi riducendo la loro capacità di assorbimento, determinando, così, i disturbi della malattia celiaca;

    i disturbi (sintomi) della celiachia possono variare molto. Nei casi più lievi, i malati non hanno alcun fastidio evidente e, spesso, scoprono di essere celiaci sottoponendosi ad analisi per altre malattie;

    secondo i dati della letteratura scientifica, la celiachia interessa circa l'1 per cento della popolazione generale a livello globale. In Italia, quindi, i celiaci sono stimati in circa 600 mila persone, anche se la gran parte sono però celiaci non diagnosticati che, usando quotidianamente il glutine, presentano i disturbi della malattia e rischiano di andare incontro a complicazioni;

    i dati più recenti dicono che in Italia ci sono oltre 233 mila celiaci diagnosticati, di cui il 70 per cento appartenente alla popolazione femminile e il 30 per cento a quella maschile;

    osservando l'andamento delle diagnosi nel quadriennio 2017-2020, la media annuale di diagnosi che si registra nel nostro Paese è di 8.680 nuove diagnosi;

    nel solo anno 2020, che è stato un anno particolare dove l'epidemia da COVID-19 ha reso difficile l'accesso alle diagnosi e alle cure, in Italia sono state eseguite 7.729 nuove diagnosi di celiachia;

    attualmente, condurre screening su fasce di popolazione che non manifestano disturbi per scoprire l'eventuale presenza della celiachia non è giustificato; al contrario, è raccomandata l'esecuzione di screening nelle persone cosiddette «a rischio» perché presentano sintomi, hanno familiari di I grado malati di celiachia oppure soffrono di malattie autoimmuni o di malattie genetiche. La celiachia è, infatti, una malattia a rischio di complicanze in caso di diagnosi errate o tardive;

    sotto questo aspetto, nella diagnosi di celiachia, che è bene sia il più possibile tempestiva, un ruolo certamente centrale lo devono svolgere il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta, che pongono il sospetto diagnostico in base all'anamnesi e all'esame obiettivo;

    al momento, l'unica cura disponibile per la celiachia è una permanente e rigorosa dieta priva di glutine. L'eliminazione completa, e per tutta la vita, del glutine dalla dieta permette di far scomparire i disturbi causati dalla malattia e, soprattutto, di evitare complicazioni gravi;

    con la legge 4 luglio 2005, n. 123, lo Stato ha previsto una serie di interventi per favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia. In particolare, sono stati individuati i seguenti obiettivi: effettuare la diagnosi precoce della malattia celiaca e della dermatite erpetiforme; agevolare l'inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva; garantire ai soggetti affetti da celiachia il diritto all'erogazione gratuita di prodotti dietoterapeutici senza glutine; garantire che il foglietto illustrativo dei prodotti farmaceutici indichi con chiarezza se il prodotto può essere assunto senza rischio dai soggetti affetti da celiachia; predisporre gli opportuni strumenti di ricerca;

    peraltro, è importante che, in questi anni, sia sempre più aumentata la presenza sul mercato di alimenti senza glutine formulati appositamente per le persone celiache;

    dal 2017, con la revisione dei livelli essenziali di assistenza, la celiachia rientra tra le malattie croniche invalidanti. Per i soggetti affetti da tale patologia è previsto il regime di esenzione per le prestazioni sanitarie successive alla diagnosi e un supporto economico all'acquisto degli alimenti senza glutine di base;

    per supportare il celiaco nell'acquisto dei prodotti senza glutine specificamente formulati, il Servizio sanitario nazionale garantisce un contributo economico mensile, diverso a seconda dell'età e del sesso del soggetto, in quanto si tiene conto dei corrispondenti fabbisogni energetici;

    come ricorda l'ultima Relazione annuale al Parlamento del Ministero della salute, dai dati raccolti nel 2020 il Servizio sanitario nazionale ha speso oltre 210 milioni di euro per l'acquisto dei prodotti senza glutine, con un contributo pro capite medio di circa 1.000 euro;

    va sottolineato che l'Italia ha mantenuto l'erogabilità degli alimenti senza glutine nonostante la normativa comunitaria ne abbia soppresso lo status di prodotti dietetici;

    un aspetto centrale è legato alla formazione e all'aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare, quali strumenti importanti che contribuiscono a garantire un elevato livello di sicurezza e di qualità nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione;

    attualmente sono diverse le regioni che promuovono corsi di formazione dedicati alla celiachia e che prevedono anche ore di formazione pratica svolte in apposite cucine didattiche, dove è possibile sperimentare sul campo le modalità operative corrette per ridurre al minimo i rischi di contaminazione;

    secondo l'ultima Relazione al Parlamento, in Italia nel 2020 sono stati realizzati 313 corsi di formazione che hanno visto coinvolti 5.783 operatori del settore alimentare. Le regioni che hanno attivato più percorsi formativi sono state il Piemonte (88), l'Abruzzo (50) e l'Emilia-Romagna (50),

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza per prevedere efficaci interventi di sensibilizzazione e di potenziamento della formazione degli operatori sanitari nell'individuazione dei sintomi, al fine di consentire una diagnosi precoce e accurata della patologia celiaca e delle altre allergie e intolleranze alimentari, a vantaggio della salute stessa dei pazienti interessati, con particolare riguardo alla formazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;

2) ad adottare le opportune iniziative di competenza volte a garantire, nel caso di presenza della malattia all'interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, le attività di screening degli anticorpi in tutti i parenti di primo grado del celiaco;

3) ad avviare adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione sulle allergie e sulle intolleranze alimentari, con particolare riguardo alla celiachia, anche adottando iniziative di competenza per prevedere opportuni spazi nella programmazione radiotelevisiva e multimediale, anche della società concessionaria del servizio pubblico, al fine di consentire una maggiore sensibilizzazione in materia di educazione alimentare e di informazione in materia di allergie e intolleranze alimentari;

4) ad adottare iniziative per garantire, di concerto con le regioni, una maggiore formazione e aggiornamento professionale degli operatori del settore alimentare, necessaria a garantire un più elevato livello di sicurezza e di qualità nella produzione alimentare e nei servizi di ristorazione, prevedendo un più diffuso impegno di tutte le regioni nella predisposizione dei corsi di formazione dedicati alla celiachia;

5) ad adottare iniziative per prevedere che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, nell'ambito della loro autonomia, promuovano iniziative anche didattiche, al fine di sensibilizzare i giovani sull'importanza di una corretta educazione alimentare e sulle allergie e sulle intolleranze alimentari, con particolare riguardo alla celiachia, anche al fine di poter «intercettare» il prima possibile il soggetto che ne soffre e ridurre conseguentemente i rischi di complicanze connesse a diagnosi tardive.
(1-00623) «Marrocco, Versace, Bagnasco, Novelli, Spena, Elvira Savino, Bond, Brambilla, D'Attis».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

rischio sanitario

industria della ristorazione