ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00537

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 582 del 26/10/2021
Abbinamenti
Atto 1/00236 abbinato in data 26/10/2021
Atto 1/00528 abbinato in data 26/10/2021
Atto 1/00529 abbinato in data 26/10/2021
Atto 1/00531 abbinato in data 26/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 26/10/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 26/10/2021
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 26/10/2021
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 26/10/2021
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 26/10/2021


Stato iter:
26/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 26/10/2021
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 26/10/2021
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/10/2021
Resoconto VOLPI LEDA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Resoconto STUMPO NICOLA LIBERI E UGUALI
Resoconto BOLOGNA FABIOLA CORAGGIO ITALIA
Resoconto MORETTO SARA ITALIA VIVA
Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto SODANO MICHELE MISTO
Resoconto ROMANIELLO CRISTIAN MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/10/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 26/10/2021

ACCOLTO IL 26/10/2021

PARERE GOVERNO IL 26/10/2021

DISCUSSIONE IL 26/10/2021

APPROVATO IL 26/10/2021

CONCLUSO IL 26/10/2021

Atto Camera

Mozione 1-00537
presentato da
BELLUCCI Maria Teresa
testo di
Martedì 26 ottobre 2021, seduta n. 582

   La Camera,

   premesso che:

    sin dal 1948, l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha proposto una definizione di «salute» come «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non semplicemente assenza di malattia o infermità»;

    sempre secondo l'OMS, in Italia 17 milioni di persone soffrono di disturbi mentali. Sono sia uomini che donne, soprattutto sopra i 45 anni: l'età più critica, infatti, è proprio quella che va dai 45 a 54 anni, con una percentuale di accessi ai servizi di psichiatria che copre solo il 25 per cento del totale delle richieste di aiuto. E si stima che tra 10 anni le malattie mentali supereranno quelle cardiovascolari per incidenza nella popolazione generale, con particolare riguardo ai disturbi d'ansia e alla depressione;

    in particolare, la depressione è riconosciuta come prima causa di disabilità a livello mondiale e riguarda circa 3 milioni di italiani, di cui circa 1 milione soffre della forma più grave, la depressione maggiore; ha una prevalenza stimata del 7-10 per cento nella popolazione generale, percentuale che si traduce in centinaia di milioni di persone affette da tale condizione;

    nell'ambito della salute mentale, è ormai acclarato che la depressione costituisca la prima causa di disabilità a livello globale, per le gravi problematiche annesse che coinvolgono il funzionamento psicosociale e lavorativo; la depressione, inoltre, ha un forte impatto sulla qualità della vita e sui costi sanitari e sociali che risultano molto elevati, come certificato da Francesco Saverio Mennini, professore di economia sanitaria e direttore del EEHTA del CEIS dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata: «I costi diretti non sono l'unico tassello da tenere in considerazione se si vuole cogliere appieno il peso economico e sociale di questa patologia. I costi indiretti (sociali e previdenziali) la fanno da padrone in quanto rappresentano il 70 per cento del totale dei costi della malattia, con un forte impatto sulle giornate perse da lavoro ed incremento della disabilità. Basti pensare ai costi previdenziali, che hanno avuto un incremento del 38 per cento negli ultimi 5 anni, legati all'elevato numero di giorni di assenza dal lavoro causato dalla depressione maggiore, alla perdita di produttività legata al presentismo. Visto l'incremento previsto del numero delle persone con depressione in seguito alla pandemia di COVID-19, il peso economico della malattia è destinato ad aumentare in maniera preoccupante»;

    nella recente edizione, aggiornata alla pandemia, de «La Psiche tra salute e malattia: evidenze ed epidemiologia» sono documentati i dati di efficacia e costo-benefici: a livello delle 36 più grandi nazioni è stato calcolato che il lavoro perso per ansia e depressione prima della pandemia ogni anno aveva un costo di 925 miliardi di dollari, che a livello globale vuol dire 11.500 miliardi, oltre ai costi umani e sanitari;

    e ancora, secondo i dati del World Mental Health Survey i giorni medi di lavoro persi per depressione sono tra i 4 e 15 l'anno a persona e tra 8 e 24 per ansia, più da 11 a 25 giorni di disabilità parziale per depressione e da 12 a 26 giorni per ansia;

    proprio i dati parlano di una malattia fortemente invalidante, che impatta in maniera significativa sulla vita dei pazienti e della società, e che con la pandemia è destinata ad aumentare, secondo le stime, del 25 per cento, facendo delle conseguenze dello stress, disagio e disturbi psicologici la prima voce di costo: basti pensare che il peso della disabilità per i disturbi psichici, compresi i disturbi psichiatrici più gravi, rappresenta il 32 per cento del costo della disabilità a livello mondiale (un terzo); come accennato, la pandemia da COVID-19, con le sue ripercussioni sanitarie, sociali, economiche, emotive e culturali, ha scatenato la tempesta perfetta, agendo da moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico: metà delle persone contagiate manifesta disturbi psicologici con un'incidenza del 42 per cento di ansia o insonnia, del 28 per cento di disturbo post-traumatico da stress e del 20 per cento di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32 per cento di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un'incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale; ma il disagio psichico ha riguardato anche chi non è stato toccato direttamente dal virus: fra i familiari dei circa 131.000 pazienti deceduti, almeno il 10 per cento andrà incontro presumibilmente a depressione entro un anno; l'utilizzo di psicofarmaci, prevalentemente ansiolitici, è aumentato del 20 per cento rispetto al periodo pre-lockdown e tutti gli indicatori di salute mentale sono peggiorati;

    gli esperti intervenuti in occasione del XXII congresso nazionale della Società italiana di neuropsicofarmacologia hanno stimato che saranno almeno 150.000 i nuovi casi di depressione dovuti alla disoccupazione da pandemia, ma la situazione potrebbe perfino peggiorare perché, tutte le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale che si stanno creando non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione. Ad alto rischio soprattutto donne, giovani e anziani; le prime già più colpite dalla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative, con la gestione contemporanea dei figli, della casa e l'accudimento dei famigliari anziani e malati, i secondi che hanno visto modificarsi la loro vita di relazione e patire gli effetti della crisi sull'occupazione, e infine gli anziani, più fragili di fronte ai contagi e ai disturbi mentali;

    con la pandemia anche i dati sul disagio psicologico tra bambini e adolescenti sono preoccupanti: a un +30 per cento di ricoveri per casi gravissimi (atti di autolesionismo e tentativi di suicidio) si somma il bacino enorme di coetanei che soffrono di insonnia, ansia e depressione; l'OMS parla di almeno un 10 per cento di bambini e di un 20 per cento di adolescenti a rischio; secondo studi medico-scientifici, la metà di tutte le malattie mentali inizia all'età di 14 anni e, troppo spesso, è sottovalutata. Peraltro, la malattia mentale più diffusa tra gli adolescenti è sicuramente la depressione; infatti, forme depressive o ansiose interessano il 10 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni;

    un'emergenza mondiale, che in un'Italia pesantemente sguarnita sul fronte dei servizi e dei finanziamenti si sta rivelando drammatica, come spiegato da Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore del Dipartimento neuroscienze e Salute mentale Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano: «La pandemia ha creato uno stress senza precedenti sui servizi di Psichiatria, con un aumento enorme delle richieste di prestazioni volte a fronteggiare le conseguenze psichiatriche del Covid. Ma è più appropriato parlare di sindemia: un mix tra pericolo clinico e sociale fatto di malattia, di paura del contagio, della cosiddetta Covid fatigue, di lutti, di crisi socioeconomica. E dell'emersione di una profonda solitudine, soprattutto tra gli anziani»;

    i servizi pubblici di salute mentale sono dimensionati per trattare circa 0,5 milioni di persone, di cui un terzo affetti da depressione. Il 10 per cento dei pazienti gravi tendono ad assorbire il 90 per cento delle risorse e non vi sono risorse pensate specificamente per la depressione;

    secondo i dati del Ministero della salute, in Italia c'è uno psicologo ogni 12.000 abitanti mentre nei Paesi G7 il rapporto è di uno psicologo ogni 2.500 abitanti. Il sistema di cura della sanità mentale raggiunge un deficit del personale necessario che varia dal 25 per cento al 75 per cento che potrebbe essere superato con l'apporto di circa 1.000 psichiatri, 1.500 psicologi e altrettanti assistenti sociali; alla salute mentale è destinato il 3,5 per cento della spesa sanitaria complessiva rispetto l'8-15 per cento degli altri paesi del G7, presentando anche ampie diseguaglianze sul territorio, se si pensa che si passa dall'8 per cento nelle provincie di Bolzano e Trento al 2 per cento di Campania, Marche e Basilicata;

    davanti a un quadro così preoccupante, innanzitutto, va ricostituito quanto è stato smantellato: personale, reti di cura territoriali, servizi di neuropsichiatria infantile dedicati all'interno dei dipartimenti di salute mentale;

    le conclusioni le ha tratte l'Organizzazione Mondiale della sanità e la Lancet Commission: se si raddoppiassero il numero delle persone in trattamento psicologico per disagio, ansia e depressione avremmo non aumento dei costi sanitari ma un risparmio globale (sanità e società) di oltre 4 euro per ogni euro investito in psicologia;

    se si governasse in base alle obiettive evidenze fornite dai dati, si considererebbe la psicologia non solo una risorsa per le persone ma anche per la società e l'economia, ciò che hanno compreso molti altri Paesi ma non l'Italia: la Francia – tenendo conto dei dati (15 per cento di depressione e 23 per cento di ansia nella popolazione) ma anche di uno studio, francese (Dezetter & Briffault, 2015) che ha analizzato il rapporto costo-benefici del trattamento psicologico per depressione ed ansia che mostra un risparmio medio di 1,57 euro per ogni euro speso per i trattamenti psicologici – ha stabilito un investimento economico importante per garantire, tramite assunzioni di psicologi nei servizi sanitari, il rimborso delle sedute di psicoterapia nel privato a tutti i cittadini dall'età di 3 anni in su, mentre la Gran Bretagna già si era mossa prima della pandemia con il programma IAPT (acronimo di «Improving Access to Psycholological Therapies») nel quale ha sinora investito più di un miliardo di euro; ad oggi, la mancanza di risorse economiche è il principale ostacolo da superare: il 5 per cento della spesa sanitaria regionale destinata alle cure psichiatriche non viene rispettata dal 90 per cento delle regioni e le discrepanze regionali si rispecchiano anche nella struttura organizzativa; sono ancora troppo poche le regioni che offrono un'assistenza integrata con i Servizi per le dipendenze e la neuropsichiatria infantile, così come, nella maggior parte delle strutture, sarebbe necessaria una maggiore presenza di professionisti che collaborino in team con gli psichiatri, dagli psicologi, agli psicoterapeuti, ai tecnici della riabilitazione psichiatrica, fino agli assistenti sociali;

    a questo si aggiunge la precarietà e scarsità sul territorio nazionale dei sistemi di prevenzione del disagio psicologico e di promozione del benessere; basti pensare che in due consultori su tre non ci sono psicologi, nonostante la prevenzione e l'assistenza psicologica sia la prima voce della legge istitutiva degli stessi e come in Italia, a differenza delle nazioni europee ed extra europee più evolute, non vi sia un Servizio di psicologia scolastica con uno psicologo scolastico che possa rendere possibile nelle scuole di ogni ordine grado, oltre all'insegnamento della matematica o dell'inglese, l'educazione all'intelligenza emotiva, alla conoscenza di sé stessi, alla gestione delle proprie emozioni, della relazione con gli altri, della conflittualità, così da essere più capaci di autodeterminarsi e contribuire alla crescita della comunità in cui si vive;

    la scuola va messa in grado di svolgere un'essenziale funzione di prevenzione e promozione con un adeguato inserimento di competenze psicologiche a supporto dei ragazzi, degli insegnanti, delle famiglie e di tutto il sistema;

    l'investimento nei servizi e in programmi di salute mentale e promozione del benessere psicologico a livello nazionale, che hanno sofferto per anni di limitati finanziamenti, non è più rinviabile; in assenza di risorse adeguate, il sistema di protezione della salute mentale e del benessere psicologico in Italia non è sostenibile, a danno dei malati e del loro diritto alla tutela della salute e alla qualità della vita;

    dalla pandemia si esce al meglio se si fa tesoro delle lezioni che ha dato: il valore delle persone; il valore del benessere psicologico per le relazioni, il lavoro, gli scambi sociali e l'economia; eppure, a distanza di un anno dal documento dell'OMS che ha messo in luce le problematiche psicologiche create dalla pandemia, grazie al quale sembrava che la cura della salute mentale dovesse diventare una priorità nazionale, constatiamo, ancora una volta, che le aspettative sono state disattese: nel PNRR la salute mentale è nuovamente la grande assente,

impegna il Governo:

1) a definire con urgenza un Piano nazionale per la tutela della salute mentale e la promozione del benessere psicologico, atto a fornire una cornice unitaria per le istituzioni di ogni livello e a promuovere interventi di prevenzione, cura, trattamento e reinserimento sociale e lavorativo nell'ambito del disagio psicologo;

2) ad assumere iniziative per aumentare la quota di spesa per i Dipartimenti di salute mentale, ferma da oltre 20 anni al 3,5 per cento del Fondo sanitario regionale, cioè a poco più 4 miliardi, al fine di potenziare i servizi e coprire le richieste crescenti dei cittadini in ogni fascia d'età;

3) a riconoscere a tutti i cittadini il diritto alla salute psicologica, garantendo l'accesso ai servizi di prevenzione e di cura pubblici e la convenzionabilità dei servizi privati di psicoterapia;

4) ad adottare le iniziative di competenza per assicurare una presa in carico omogenea in ciascuna regione dei pazienti con depressione e la creazione di una rete virtuosa che li sostenga lungo tutto il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale;

5) ad adottare iniziative per potenziare la ricerca scientifica, in modo da individuare le cure e combinazioni terapeutiche più efficaci e innovative per il trattamento della depressione;

6) ad attivare campagne di prevenzione e screening di comprovata validità scientifica, in modo da ridurre sensibilmente i tempi di attesa mediamente necessari per arrivare alla diagnosi di depressione;

7) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, per rilanciare i servizi di tutela della salute mentale e del benessere psicologico, favorendo una rete territoriale per integrare le offerte pubbliche e le proposte del cosiddetto privato e privato sociale, anche mediante lo stanziamento di risorse economiche e/o di incentivi per favorire la capillare diffusione della teleassistenza, del teleconsulto e della telemedicina;

8) ad adottare iniziative per sopperire alla carenza di specialisti con nuove dotazioni di personale per tutte le tipologie e le strutture, mediante l'impiego di personale sanitario specializzato, con particolare riguardo ad una adeguata dotazione di psichiatri, psicologi e psicoterapeuti;

9) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a potenziare i servizi territoriali sociali e sanitari, con particolare riguardo agli aspetti d'integrazione socio-sanitaria in materia di disturbi psicologici, prevedendo specifiche iniziative volte a favorire l'accesso al supporto psicologico alle persone di minore età e agli adulti anche mediante inserimento di psicologi nelle unità complesse di cure primarie, in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta (Uccp);

10) ad adottare iniziative volte a garantire la piena integrazione degli interventi socio-sanitari in ambito della salute mentale per sostenere un progetto terapeutico personalizzato idoneo a restituire alla persona una vita indipendente fondata sull'autonomia sociale, lavorativa o di studio;

11) ad adottare iniziative per prevedere la figura dello psicologo all'interno dei reparti di pediatria e neonatologia degli ospedali del Servizio sanitario nazionale con l'obiettivo di tutelare il benessere psicologico dei bambini e adolescenti ricoverati e delle loro famiglie, con particolare riferimento alle condizioni di cronicità e/o di disagio psico-sociale;

12) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a introdurre in forma stabile la figura dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di intercettare tempestivamente le prime forme di disagio in età evolutiva, garantire il benessere e supportare dal punto di vista psicologico, emotivo e relazionale gli studenti, gli insegnanti e i genitori;

13) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a supportare le persone con difficoltà psicologiche o disturbi mentali per combattere lo stigma, la discriminazione e l'isolamento sociale che si abbatte su queste persone e le loro famiglie, garantendo a chi vive tali malattie di accedere alle cure e di ricevere un'assistenza continuativa e integrata sociale e sanitaria;

14) a promuovere campagne nazionali di promozione del benessere psicologico, di informazione e sensibilizzazione in materia di salute mentale, attribuendo particolare rilievo al concetto di depressione come patologia curabile, al fine di combattere lo stigma associato e aumentare il livello di consapevolezza e di corretta informazione della collettività in materia;

15) a prevedere un monitoraggio costante del sistema di cura della salute mentale e degli interventi di promozione del benessere, psicologico, mediante la pubblicazione di una relazione annuale da parte del Ministero della salute.
(1-00537) «Bellucci, Gemmato, Ferro, Zucconi, Galantino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia mentale

malattia

lotta contro la discriminazione