ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00506

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 547 del 26/07/2021
Abbinamenti
Atto 1/00498 abbinato in data 26/07/2021
Atto 1/00507 abbinato in data 26/07/2021
Atto 1/00526 abbinato in data 13/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: TRANO RAFFAELE
Gruppo: MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Data firma: 26/07/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLLETTI ANDREA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
MANIERO ALVISE MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
GIULIODORI PAOLO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
SAPIA FRANCESCO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
CABRAS PINO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
CORDA EMANUELA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
SPESSOTTO ARIANNA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
VALLASCAS ANDREA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
FORCINITI FRANCESCO MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
TESTAMENTO ROSA ALBA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
COSTANZO JESSICA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021
VOLPI LEDA MISTO-L'ALTERNATIVA C'È 26/07/2021


Stato iter:
13/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/07/2021
Resoconto TRANO RAFFAELE MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/07/2021
Resoconto LATTANZIO PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CATALDI ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto D'ETTORE FELICE MAURIZIO CORAGGIO ITALIA
Resoconto BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
PARERE GOVERNO 13/10/2021
Resoconto SISTO FRANCESCO PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 13/10/2021
Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto TRANO RAFFAELE MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Resoconto TIMBRO MARIA FLAVIA LIBERI E UGUALI
Resoconto NAPOLI OSVALDO CORAGGIO ITALIA
Resoconto VITIELLO CATELLO ITALIA VIVA
Resoconto FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PITTALIS PIETRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto LATTANZIO PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto CANTALAMESSA GIANLUCA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto AIELLO PIERA MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/07/2021

DISCUSSIONE IL 26/07/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/07/2021

ATTO MODIFICATO IL 13/10/2021

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 13/10/2021

NON ACCOLTO IL 13/10/2021

PARERE GOVERNO IL 13/10/2021

DISCUSSIONE IL 13/10/2021

RESPINTO IL 13/10/2021

CONCLUSO IL 13/10/2021

Atto Camera

Mozione 1-00506
presentato da
TRANO Raffaele
testo presentato
Lunedì 26 luglio 2021
modificato
Mercoledì 13 ottobre 2021, seduta n. 576

   La Camera,

   premesso che:

    durante i primi 18 mesi di pandemia sono stati varati una serie di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri quali misure di contrasto all'emergenza sanitaria e di sostegno all'economia;

    i provvedimenti, in fase di conversione, sono stati analizzati dalle diverse Commissioni parlamentari anche attraverso specifiche indicazioni pervenute in sede di audizione da rappresentanti istituzionali ed esperti delle rispettive materie;

    sono stati auditi, a più riprese, i magistrati che operano nei principali distretti italiani, nonché nelle direzioni distrettuali antimafia, compreso il procuratore della Direzione nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho;

    già in occasione della conversione in legge del decreto-legge «liquidità», il procuratore Cafiero de Raho aveva espresso, in Commissione Finanze, preoccupazione per le attività del settore «Ho.re.ca.», per i passaggi di mano di attività o di quote, sottolineando la necessità di una sorveglianza rafforzata anche nella concessione dei mutui attraverso la trasmissione di dati alle Autorità preposte al fine di poterli incrociare;

    a tal fine, sarebbe importante anche l'istituzione di banche dati gestite dagli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali e messe a disposizione degli inquirenti, come indicato nella proposta di legge Atto Camera n. 2903 depositata da «l'Alternativa c'è»;

    allo stesso tempo occorrerebbe istituire nuovi fondi, nonché il rafforzamento di quelli esistenti in favore delle vittime dell'usura e del racket, come era stato proposto dall'onorevole Piera Aiello mediante l'introduzione di una norma, in via emendativa, al decreto-legge «Sostegni bis», decreto-legge n. 73 del 2021, articolo 13-bis;

    va considerato l'impatto sul sistema antimafia delle norme previste dal «decreto liquidità» (decreto-legge 23 aprile 2020, n. 23, convertito con modificazioni dalla legge 5 giugno 2020, n. 40), dal «decreto rilancio» (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77), e dal decreto «semplificazione e innovazione digitale» (decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76), il cui impianto normativo ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo avrebbe impatto negativo sulla prevenzione dell'infiltrazione delle mafie nel sistema delle concessioni dei contributi previsti;

    tali norme, ad avviso dei firmatari, renderebbero vano ogni efficace controllo e presidio di prevenzione antimafia, finora garantito dalle prefetture e dall'Anac;

    con riferimento al dettaglio di come tali norme agirebbero, si pone l'accento a come le erogazioni e le misure di sostegno finanziario, anche a fondo perduto, vengono concesse in modo diretto ai soggetti privati e alle imprese, attraverso autocertificazioni con cui si «autoattestano» il possesso dei requisiti richiesti, compresi quelli «reputazionali», rendendo così vano ogni controllo preventivo, riservandolo ad un momento successivo e fondandolo essenzialmente sulla consultazione di banche dati, le quali non sono interconnesse, ed anche non aggiornate, tra di esse;

    per l'affidamento e l'esecuzione dei contratti aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi pubblici, è stata introdotta una disciplina ampiamente derogatoria della normativa prevista dal «codice antimafia»;

    desta ulteriore preoccupazione la sospensione di talune norme ed istituti del nuovo codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50), come anche un'applicazione della normativa antiriciclaggio non adeguata al connesso livello di rischio elevato delle sottostanti operazioni; le procedure semplificate per ottenere finanziamenti garantiti dallo Stato; il ricorso ad un sistema pattizio – su base volontaria – quale sostitutivo delle misure amministrative di prevenzione antimafia;

    nella logica di svecchiare, ad avviso dei firmatari, il sistema burocratico e di voler indirizzare l'azione di Governo in un contesto di riduzione degli oneri, dei tempi della burocrazia e di rilancio dell'economia, si è, di fatto, costituita ad avviso dei firmatari la base normativa che produrrà il rischio concreto di cedimento dei controlli preventivi per l'attività di contrasto alla criminalità organizzata nel rilevare, con intestazioni fittizie, quelle imprese scarsamente capitalizzate o in maggiore sofferenza che verrebbero ricapitalizzate con i proventi illeciti e che potrebbero trovare accesso ai finanziamenti assistiti da garanzia pubblica (Sace e Fondo per le piccole e medie imprese);

    vi è il rischio concreto che avvenga lo stesso con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Fondo complementare, il cui importo totale ammonta a 222,1 miliardi di euro a cui si aggiungono 13 miliardi del React EU (decreto-legge n. 77 del 2021, Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure);

    le mozioni presentate da altri gruppi e componenti parlamentari sollecitano, condivisibilmente, il Governo ad introdurre strumenti finanziari ed operativi volti a potenziare le direzioni distrettuali antimafia;

    vi è preoccupazione, manifestata dagli esperti del settore e dagli stessi magistrati antimafia, per la riforma del processo penale approvata il 23 settembre 2021 dal Senato (atto Senato 2353), riforma prevista dal disegno di legge recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le corti d'appello;

    il Lazio rappresenta un importante snodo internazionale per il trasporto delle persone e delle merci per la presenza dell'aeroporto «Leonardo da Vinci» e del network portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta, costituendo con ciò un non improbabile transito per i traffici criminali;

    l'emergenza sanitaria ed economica hanno evidenziato livelli allarmanti di infiltrazione criminale, si parla a tal proposito di «Covid economy», che ha visto nella pandemia lo scenario perfetto per reinvestire i capitali di provenienza illecita. Il Lazio, già gravato da una situazione di ristagno economico, ha visto ancor di più flettersi al ribasso la curva delle performance economiche, come, ad esempio, in quei settori più afflitti dalla crisi rispetto ad altri collegati al turismo, quali il comparto degli alloggi, della ristorazione, del commercio e dei trasporti, che rappresentano circa un quinto del totale dell'occupazione regionale;

    il Lazio presenta una diversa struttura della sua densità abitativa e della distribuzione della ricchezza; tale caratteristica non dà un'omogenea presenza criminale su tutto il territorio regionale, ma si concentra nelle aree maggiormente urbanizzate dove sono più intensi gli scambi economici e commerciali. La contiguità con la Campania ha consentito alle consorterie criminali di poter «delocalizzare» i propri interessi illeciti in alcune province laziali, Roma e Latina in primis;

    le considerazioni del procuratore della Repubblica di Roma, Michele Prestipino, nonché della procuratrice aggiunta della direzione distrettuale antimafia, Ilaria Calò, definiscono il Lazio e, soprattutto Roma come «(...) uno snodo importante per tutti gli affari leciti e illeciti (...)» evidenziando come «(...) le organizzazioni criminali non hanno operato secondo le consuete metodologie, cioè attraverso comportamenti manifestamente violenti, non si sono sopraffatte per accaparrarsi maggiori spazi, ma hanno cercato di mantenere, tendenzialmente su base pattizia fondata anche sul reciproco riconoscimento, una situazione di tranquillità in modo da poter agevolmente realizzare il loro principale obiettivo: la progressiva penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale (...)». Sostanzialmente analoghe considerazioni riguardano la provincia di Latina: «(...) anche il territorio del basso Lazio è stato oggetto di una espansione via via sempre più profonda e ramificata non soltanto ad opera di clan camorristici, ma anche di cosche di 'ndrangheta, la cui presenza si è con il tempo estesa e strutturata fino a determinare la competenza su quel territorio di un coacervo di gruppi, la cui attività, fortemente caratterizzata dal metodo mafioso, ne ha segnato profondamente il tessuto economico, sociale ed anche politico. Anche in tale territorio si è registrato il pluralismo strutturale che vede la contemporanea presenza di strutture derivanti dalle mafie tradizionali e di strutture autoctone di tipo mafioso (...)»;

    tali valutazioni e le più recenti attività investigative, che hanno interessato la regione, delineano un quadro complessivo dell'intera economia estremamente fragile e facilmente penetrabile da operatori economici contigui a compagini mafiose che sono in grado di sfruttare le ingenti disponibilità finanziarie, sia per riciclare il denaro e sia per asservire nuove attività produttive in difficoltà;

    la gestione criminale delle attività economiche porta con sé un consolidato metodo intimidatorio, unitamente all'elusione delle norme tributarie e di quelle a tutela dei lavoratori, contribuendo con ciò a strutturare ancor di più un sistema distorto che divora gradualmente interi settori economici, annientando gli altri operatori che non riescono a tenere testa a una spietata concorrenza criminale;

    sono significative, in proposito, le parole del procuratore generale presso la corte di appello di Roma, dottor Antonio Mura, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021, dove ha affermato che: «(...) le più recenti indagini sugli investimenti dei capitali mafiosi hanno confermato il progressivo affermarsi di una particolare tendenza evolutiva (...) gli strumenti più utilizzati (...) sono stati tradizionalmente quello del ricorso alla fittizia intestazione di beni ed attività da parte di esponenti mafiosi non presenti con continuità sul territorio romano in favore di soggetti “puliti”, spesso imprenditori/operatori commerciali, che invece vi operano stabilmente; ovvero quello, altrettanto consolidato, della compartecipazione sociale “a distanza”, attraverso la creazione di vere e proprie società di fatto, nella quale una parte della compagine, quella mafiosa, per non essere riconosciuta come tale, resta occulta e “lontana”. Ebbene, accanto a tali modelli più tradizionali, continuano sempre più ad affermarsi forme evolute e complesse di investimento delle ricchezze mafiose: attraverso la penetrazione di un tessuto socioeconomico nuovo e ricco di potenzialità, come quello romano, famiglie della camorra e cosche della 'ndrangheta vi stanno esportando interi “affari”, delocalizzando e più spesso replicandovi attività quali, in particolare, l'acquisizione ed il controllo di attività economiche, la commercializzazione delle sostanze stupefacenti ovvero la gestione delle sale gioco e delle slot machines. Nuovi modelli che, postulando una presenza mafiosa più stabile e riconoscibile (anche) sul territorio di espansione, trovano concreta attuazione attraverso soggetti che dichiaratamente e visibilmente appartengono a tali organizzazioni mafiose, mantengono costanti rapporti con gli esponenti di riferimento nei territori di origine e costituiscono a loro volta uno stabile punto di aggregazione cui sono legati altri soggetti, selezionati in via fiduciaria, capillarmente inseriti nei nuovi mercati, le cui variegate condotte non assumono necessariamente rilievo penale a fini associativi, ma soltanto quanto ai diversi reati-fine a cui esse possono essere ricondotte (...)»;

    i diversi provvedimenti interdittivi dell'autorità giudiziaria hanno riguardato anche i settori dell'edilizia stradale, del movimento terra, degli autotrasporti e dell'agroalimentare, «certificando» la notevole capacità camaleontica e mimetica delle mafie nazionali e sovranazionali;

    nel panorama socio-economico estremamente complesso quale è quello laziale, il «potere relazionale» è in grado di far dialogare la criminalità in tutte le sue declinazioni con differenti strati della società apparentemente non «inquinati» (amministratori pubblici, soggetti istituzionali, imprenditori, liberi professionisti, e altro), stimolando così trame di diffusa compartecipazione corruttiva che di certo è agevolato da un complesso apparato burocratico. Significativa, a tal proposito, l'indagine conclusa nel mese di settembre 2020 dalla Guardia di Finanza sul cosiddetto «racket delle bancarelle», che ha visto il coinvolgimento di esponenti di rilievo delle associazioni di categoria del commercio ambulante della capitale, imprenditori del commercio su strada, sindacalisti e pubblici ufficiali;

    nelle province di Roma e Latina, come evidenziato dalla relazione della Direzione investigativa antimafia oltre alla presenza di sodalizi criminali autoctoni e ben strutturati (clan di origine rom e sinti i cui affiliati sono legati da vincoli di sangue, le cosiddette piccole mafie), emergono qualificate proiezioni di organizzazioni calabresi, campane e siciliane mentre nel frusinate risulta prevalente la componente di origine camorristica. Le indagini che hanno nel tempo riguardato il viterbese hanno fatto registrare la presenza sporadica di pregiudicati campani e calabresi. Più di recente, invece, si è manifestata l'operatività di un sodalizio di tipo mafioso a composizione italo-albanese con qualificati collegamenti con esponenti della 'ndrangheta lametina. La provincia di Rieti non evidenzia criticità, sebbene recentemente sia stata interessata dall'operatività di uno strutturato sodalizio criminale di matrice nigeriana;

    nell'ambito delle politiche della spending review, nel settembre del 2013 veniva soppressa la sezione di Gaeta del tribunale di Latina, considerata l'ultimo presidio di legalità operante nel territorio del sud-pontino;

    come già detto, la pandemia ha portato al manifestarsi della cosiddetta «Covid economy» con una spiccata connotazione criminale. La carenza di liquidità, il ricorrere da parte di imprenditori in difficoltà economica al prestito d'usura, ai «compro oro» dediti al riciclaggio, rendono in maniera particolare la capitale il luogo ideale per le consorterie criminali che, in modo pattizio e non conflittuale, si spartiscono il territorio. Si aggiunge a ciò il sodalizio chiave con la mafia albanese che, con intestazioni fittizie, rileva attività commerciali nel campo della ristorazione e dell'hotellerie, riciclando quantità enormi di denaro in contante con la compiacenza di professionisti, cui si aggiunge la facile permeabilità del complesso apparato burocratico. Vi sono piazze storiche della capitale che sono delle vere e proprie lavatrici a cielo aperto;

    gli esiti delle più importanti inchieste conclusesi di recente restituiscono l'immagine di una 'ndrangheta silente e più che mai pervicace nella sua vocazione affaristico-imprenditoriale, nonché saldamente leader nei grandi traffici di droga;

    gli effetti della pandemia da COVID-19 vedono incidere trasversalmente su tutti i campi economici e sociali le cosche calabresi che sono in grado di intercettare i vantaggi e approfittare delle opportunità offerte proprio dalle ripercussioni originate dall'emergenza sanitaria, diversificando gli investimenti secondo la logica della massimizzazione dei profitti e orientandoli verso contesti in forte sofferenza finanziaria;

    la criminalità organizzata cosentina pone la sua operatività sia nelle tradizionali attività illecite, quali le estorsioni, l'usura e i traffici di droga, sia nel campo degli appalti, ricorrendo a funzionali collusioni con il mondo politico-amministrativo;

    la «Sibaritide» è un territorio che ha una connotazione criminale prevalentemente dedita al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e ai correlati atti intimidatori, specialmente nelle zone a vocazione turistica;

    dalla chiusura dell'ex tribunale di Rossano avvenuta nel 2011, svariate sono state le proteste, le denunce, gli esposti, i dossier e le interrogazioni parlamentari, al fine di colmare una situazione che si evidenzia come una vera e propria ingiustizia di Stato;

    è singolare che in una città di 80 mila abitanti, la prima in Italia per numero di abitanti nell'elenco dei 30 tribunali soppressi, rimanga con il solo ufficio del giudice di pace contrariamente a comuni con minore numero di abitanti che invece sono sedi di tribunale (Paola, 16 mila abitanti, Castrovillari, 20 mila abitanti, Palmi, 18 mila abitanti e Locri, 12 mila abitanti);

    l'accorpamento al tribunale di Castrovillari, struttura costruita per ospitare una utenza di 120 mila abitanti e non certo di 250 mila, è risultato fallimentare finanche per le casse dello Stato depredate dai costi aggiuntivi di trasporto da e per Castrovillari per il trasferimento di detenuti, lo spostamento quotidiano di magistrati e rappresentanti di forze dell'ordine in attività di polizia giudiziaria, nonché i professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, e altro) costretti a viaggiare quotidianamente con tanto di costi aggiuntivi;

    della recentissima operazione «Chirone» della Direzione distrettuale antimafia reggina, il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, ha posto in risalto le criticità del sistema delle autonomie locali evidenziando al riguardo che: «... il sistema delle autonomie locali appare, in questo momento, in grave difficoltà. La riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 ha eliminato il sistema dei controlli preventivi e ha lasciato inevitabilmente spazio a iniziative legislative degli enti territoriali non uniformi sul territorio nazionale. Tutto ciò chiaramente ha favorito le infiltrazioni della criminalità organizzata (...). Tali limiti appaiono maggiormente affioranti in questo periodo di crisi sanitaria dovuta al COVID e sarebbe auspicabile un ripristino dei controlli preventivi sugli atti, che oggi trovano una “cura” spesso solo in sede giudiziaria...»;

    col decreto-legge n. 82 del 2021 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 109 del 2021, è stata costituita in Italia l'Agenzia nazionale per la cybersicurezza nazionale;

    è recente la notizia di un'operazione condotta dalla polizia postale e dalla polizia spagnola denominata «Fontana-Almabahia». Per l'Italia l'operazione è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Bari e a livello internazionale è stata supportata dalle agenzie europee Eurojust ed Europol;

    l'organizzazione criminale aveva una struttura piramidale composta da oltre 150 membri dediti ad un complesso sistema di frode informatica e di cyber-riciclaggio. Sono 18 le persone arrestate, tra Torino, Isernia e Tenerife, 118 i conti correnti sequestrati, per un giro d'affari di 10 milioni di euro solo nell'ultimo anno. Tra gli arrestati vi erano 16 pluripregiudicati per reati di truffa, ricettazione, traffico di stupefacenti e rapina, in sostanza personalità di spicco del sodalizio criminale residenti sul territorio iberico;

    tale operazione ha messo in luce la capacità adattativa ed evolutiva della mafia di infiltrarsi all'interno di molte attività illecite utilizzando internet, e quindi le criptovalute, per riciclare il denaro di provenienza illecita,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte all'istituzione di un fondo complementare al fine di rilasciare garanzie agli istituti di credito che concedono prestiti, altri finanziamenti e mutui, per le vittime d'usura e racket, modificando quanto previsto dal comma 1-ter dell'articolo 3 della legge 23 febbraio 1999, n. 44;

2) a porre in essere le tempestive iniziative normative volte a rafforzare la disciplina in materia di conservazione di documenti, dati e informazioni da parte degli organismi di autoregolamentazione delle categorie professionali, per rendere immediatamente fruibile i flussi informativi delle operazioni, quali cessione di quote societarie, compravendita e affitto di azienda, al fine di prevenire il riciclaggio dei proventi illeciti frutto di attività criminose, oltre a prevedere norme che siano più efficaci nel contrasto al finanziamento del terrorismo;

3) ad adottare iniziative per modificare le norme illustrate in premessa, «decreto liquidità», «decreto rilancio», «decreto semplificazione e innovazione digitale», «nuovo codice dei contratti pubblici», che costituirebbero ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo una vera e propria deregolamentazione sistemica che ope legis impedisce i controlli preventivi adottati dalle prefetture e dall'Anac;

4) ad agire in tempi brevissimi per la creazione di un'unica banca dati nazionale aggiornata e interconnessa con il sistema bancario, con le associazioni di categoria datoriali e lavorative, con le prefetture, con l'Anac, e con tutti gli organismi che a vario titolo rappresentano il tessuto economico e sociale del Paese, creando così la necessaria sinergia per impedire l'infiltrazione delle mafie e il riciclaggio di denaro di provenienza illecita;

5) ad adottare iniziative per introdurre un impianto normativo adeguato che agisca preventivamente in capo ai controlli per l'affidamento e l'esecuzione dei contratti aventi ad oggetto lavori, forniture e servizi pubblici, che la disciplina, per i firmatari ampiamente derogatoria della normativa introdotta nel nostro ordinamento ha, di fatto, decisamente depotenziato l'efficacia del «codice antimafia»;

6) a istituire un meccanismo di controllo incrociato e rafforzato in merito al rischio concreto che le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Fondo complementare (222,1 miliardi di euro, cui si aggiungono 13 miliardi del React EU), possano essere oggetto di appetiti mafiosi e a riferire semestralmente al Parlamento sulle iniziative adottate dal Governo e i relativi esiti;

7) ad introdurre strumenti finanziari ed operativi volti a potenziare le direzioni distrettuali antimafia;

8) in considerazione dei fondi stanziati nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per le finalità evidenziate in premessa, a porre in essere tutte le iniziative necessarie affinché nello snodo internazionale dell'aeroporto «Leonardo da Vinci» e del network portuale di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta non vadano a determinarsi gangli strategici per un non improbabile transito per i traffici criminali;

9) ad intervenire in modo deciso per scardinare quelle trame che costituiscono una diffusa compartecipazione corruttiva che vede nel complesso apparato burocratico l'humus facilitatore di pratiche amministrative che consentono, a quelle società apparentemente «non inquinate», di poter operare silentemente nel tessuto economico e sociale della capitale;

10) ad adottare iniziative per istituire un distaccamento della direzione distrettuale antimafia nel capoluogo pontino vista la contiguità territoriale con la provincia di Caserta e la presenza di consorterie criminali di diversa provenienza geografica e sovranazionali;

11) a potenziare l'area del sud-pontino con una sezione distaccata della squadra mobile della polizia e con, l'assegnazione delle risorse necessarie per far fronte alla sempre più crescente presenza e infiltrazione delle mafie e delle associazioni criminali similari;

12) a riaprire la sezione di Gaeta del tribunale di Latina quale presidio di legalità del sud-pontino, in considerazione della presenza del porto di Gaeta facente parte del network portuale del Lazio unitamente ai porti di Civitavecchia e Fiumicino;

13) ad agire in modo tempestivo nell'ambito delle rispettive competenze dei Ministri delegati, in merito al fenomeno della cosiddetta «Covid Economy»;

14) a costituire gruppi d'interforze, includendo le polizie locali, col fine di verificare le effettive titolarità autorizzative, nonché smascherare le intestazioni fittizie che negativamente segnano il settore «Ho.re.ca.»;

15) ad adottare iniziative per riscrivere la geografia giudiziaria nel senso di rafforzare la presenza dello Stato nei territori a più alta incidenza criminale, in particolar modo riaprendo il tribunale di Rossano ricadente nel territorio della «Sibaritide», rimasto privo dei presìdi di giustizia dopo quella che i firmatari considerano l'improvvida e sciagurata soppressione del tribunale avvenuta nel 2011;

16) per le finalità evidenziate in premessa, ad adottare iniziative normative volte a ripristinare i controlli preventivi sugli atti delle autonomie locali, la cui mancanza, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, ha lasciato inevitabilmente spazio a iniziative legislative degli enti territoriali non uniformi sul territorio nazionale, ad avviso dei firmatari del presente atto favorendo così le infiltrazioni della criminalità organizzata;

17) a dare un preciso indirizzo d'azione alla neocostituita Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza nazionale, circa l'emergente e preoccupante fenomeno del cyber-riciclaggio che vede nelle criptovalute un nuovo e ulteriore mezzo di riciclaggio e, conseguentemente, riferire semestralmente alle competenti Commissioni parlamentari quali siano stati gli atti di indirizzo e di contrasto al cyber-riciclaggio.
(1-00506) (Nuova formulazione) «Trano, Colletti, Maniero, Giuliodori, Sapia, Cabras, Corda, Spessotto, Vallascas, Forciniti, Testamento, Costanzo, Leda Volpi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

riciclaggio di denaro

mafia

traffico di stupefacenti