ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00453

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 479 del 01/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: APREA VALENTINA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 01/04/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASCIELLO LUIGI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
MARIN MARCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
SACCANI JOTTI GLORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/04/2021


Stato iter:
07/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/04/2021
Resoconto VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 06/04/2021
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE ITALIA VIVA
Resoconto DE ANGELIS SARA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto LATTANZIO PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-EUROPEISTI-MAIE-PSI
Resoconto GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA
Resoconto MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto AZZOLINA LUCIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/04/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 06/04/2021

RITIRATO IL 07/04/2021

CONCLUSO IL 07/04/2021

Atto Camera

Mozione 1-00453
presentato da
APREA Valentina
testo presentato
Giovedì 1 aprile 2021
modificato
Martedì 6 aprile 2021, seduta n. 480

   La Camera,
   premesso che:
    l'Italia è stata tra i primi ad essere colpita dalla pandemia dovuta alla diffusione dell'infezione da Sars-CoV-2 che ha determinato, tra le misure immediatamente approvate nell'ottica emergenziale che il momento ha richiesto di assumere e in assenza di evidenze scientifiche, la sospensione delle attività didattiche in presenza e l'adozione, in ottica emergenziale, della didattica a distanza;
    ad oggi l'Italia risulta essere il Paese europeo che ha tenuto le scuole chiuse per più tempo, e anche rispetto al resto del mondo, ha un tasso di chiusura al di sopra della media, nonostante queste misure non abbiano determinato una capacità di contenere il contagio maggiore che in altri Paesi;
    la sospensione delle attività didattiche in presenza e il conseguente avvio della didattica a distanza hanno causato notevoli danni agli studenti e alle studentesse. La reale portata delle conseguenze, su un piano psicologico, sociale, formativo ed educativo, non è ancora valutabile, ma già si teme che possano difficilmente essere colmate. La letteratura scientifica sul tema è univoca e ha già rivolto un accorato appello alle istituzioni affinché si velocizzi la riapertura in sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado, soprattutto per contenere massimamente gli effetti negativi del perdurare della mancanza di socialità;
    la sospensione della didattica svolta in presenza, sostituita con la didattica a distanza, ha colpito soprattutto quei minori appartenenti a gruppi di popolazione già più vulnerabili dal punto di vista economico, sociale, culturale, e più emarginati;
    coloro che si trovavano già in una condizione di disagio economico e sociale e di povertà educativa, si sono trovati nell'impossibilità di accedere a dispositivi elettronici e di connessione digitale;
    è fondamentale considerare che dal punto di vista dei risultati scolastici, in Italia la mobilità in termini di istruzione è molto contenuta nella parte bassa della distribuzione, in quanto lo status economico della famiglia di provenienza incide fortemente sui risultati scolastici evidenziando una forte rigidità dei meccanismi di mobilità sociale;
    secondo il Rapporto annuale del Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Gruppo Crc) Italia, almeno il 10 per cento degli studenti non ha svolto la didattica a distanza, percentuale che aumenta al 23 per cento tra gli studenti e le studentesse che riportano condizioni di disabilità, e il 20 per cento l'ha svolta saltuariamente, perché non ha potuto usufruire pienamente della didattica a distanze o della didattica digitale integrata;
    è ormai acclarato che la pandemia e le conseguenti chiusure stanno pregiudicando il diritto allo studio, sancito dall'articolo 34 della Costituzione, accentuando le differenze socio-culturali tra i ragazzi, aumentando la dispersione scolastica e i disagi che ne conseguono a discapito sia dei singoli che dell'intera collettività;
    in Italia il tasso di abbandono scolastico precoce presenta valori ancora troppo alti e, per quanto negli ultimi anni sia stato parzialmente recuperato, oggi appare molto forte il rischio di peggiorare nuovamente la situazione come conseguenza della pandemia;
    i dati dimostrano che la generazione degli adolescenti di oggi vedrà ricadere le conseguenze della perdita di apprendimento, derivante dalla chiusura delle scuole e dall'adozione della didattica a distanza, sulla qualità della vita per il futuro, a cominciare dal loro livello medio di retribuzione nel corso della vita che si stima sarà inferiore per una percentuale dall'1,6 al 3,3 per cento. Tali ripercussioni saranno ancora più gravi se i soggetti si trovano in condizioni di maggiore debolezza e più rilevante svantaggio economico e sociale;
    sebbene non sia stata ancora effettuata alcuna misura delle conseguenze della perdita degli apprendimenti, da più parti si richiama il rischio che l'accumulo di learning loss sia ormai difficilmente colmabile: secondo uno studio Ocse per ogni terzo di anno di insegnamento efficace perso si assiste ad una riduzione del prodotto interno lordo dell'1,5-2 per cento per la durata della vita lavorativa degli studenti di oggi di 6-18 anni;
    oltre ai disagi causati dall'adozione della didattica a distanza, le scuole si sono dovute confrontare anche con le difficoltà connesse ai ritardi nelle procedure delle assegnazioni e al cambiamento dei docenti con conseguenze importanti sulla continuità didattica in una fase in cui il docente è stato spesso visto solo dietro lo schermo; la mancata continuità didattica appare particolarmente rilevante per quanto riguarda le cattedre del sostegno;
    sono ormai necessari interventi sostanziali che permettano lo svolgimento della didattica in presenza e in sicurezza per gli operatori della scuola e per studentesse e studenti con un approccio multidisciplinare alla risoluzione dei problemi, e progettualità in merito a innovazioni di natura organizzativa, culturale e didattica;
    un’«Indagine sull'impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia» – promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova – ha evidenziato come le restrizioni imposte dalle misure governative abbiano determinato e determinino nei bambini e negli adolescenti disturbi di «componente somatica» come disturbi d'ansia e disturbi del sonno, difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni a distanza, con una significativa alterazione del ritmo del sonno;
    da più parti, psichiatri, neuropsichiatri, psicologi, esperti dell'età evolutiva, stanno sottolineando come l'assenza di socialità provocata dalla sospensione della didattica in presenza stia determinando conseguenze gravi anche in termini di disagio psichico negli adolescenti e nei bambini. Secondo quanto dichiarato dal responsabile di neuropsichiatria dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma sono in rilevante crescita i disturbi mentali, in particolare i tentativi di suicidio e gli atti di autolesionismo; nella stessa direzione vanno i dati diffusi dall'Ospedale pediatrico Meyer che evidenziano che i casi di anoressia e di autolesionismo, nella fascia di età 12-18, sono nei mesi di gennaio-febbraio 2021 quadruplicati rispetto ai mesi gennaio-febbraio 2020;
    la Società italiana di neuropsicofarmacologia ha richiamato l'attenzione sull'aumento delle sindromi depressive derivanti dalla pandemia e sugli effetti sulla salute dei cittadini, con effetti distruttivi di natura economica, sociale, emotiva e culturale, delle misure adottate per contrastare il contagio al punto che si parla di sindemia per il potere moltiplicatore che la pandemia sta diffondendo anche su altri settori e su altre patologie;
    secondo lo studio «Sfere di influenza – Un'analisi dei fattori che condizionano il benessere dei bambini nei paesi ricchi» condotto dal Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef, e reso pubblico a settembre 2020, «quella che è iniziata come una crisi sanitaria si è progressivamente allargata, andando a interessare tutti gli aspetti delle economie e delle società. Se da un lato i bambini sembrano non subire gli effetti diretti più gravi sulla salute provocati dal virus, dall'altro, come ci hanno insegnato crisi precedenti, saranno uno dei gruppi più colpiti dal suo impatto a lungo termine»;
    le conseguenze della chiusura delle scuole e del ricorso alla didattica a distanza ricadono, oltre che sulle studentesse e sugli studenti, anche sui genitori-lavoratori, ivi compresi quelli appartenenti alle categorie professionali oggi considerate essenziali quali ad esempio le categorie del settore sanitario;
    l'adozione della didattica a distanza si riflette fortemente, inoltre, sulle condizioni di lavoro delle madri lavoratrici con conseguenze sull'occupazione femminile, in quanto la donna è nella maggior parte dei casi il soggetto che si trova in condizioni lavorative di maggiore precarietà, con retribuzioni economiche inferiori e con la preminente funzione di cura di genitori anziani e figli piccoli e quindi più facilmente indotta a rimanere a casa con i figli;
    la malattia generata dal contagio del Coronavirus può manifestarsi anche nei bambini e negli adolescenti, in particolare in quelli con un'età inferiore ai 12 anni, ma con sintomi meno gravi rispetto a quelli manifestati dagli adulti. Numerosi studi, infatti, indicano come caratteristica intrinseca di questa tipologia di virus, quella di una minore capacità di trasmissione dello stesso tra bambini, adolescenti e giovani, e da questi ultimi agli adulti, ragion per cui la scuola e i contesti formativi frequentati prevalentemente da giovani possono considerarsi tra i luoghi e gli spazi sociali più sicuri, nel rispetto continuo delle regole e dei protocolli sanitari previsti proprio dal Comitato tecnico scientifico;
    secondo dati riportati dall'Unesco Paesi come Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Belgio hanno deciso di mantenere le scuole aperte, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari indicati dai diversi Stati, come l'utilizzo obbligatorio delle mascherine per alunni, docenti e per l'intero personale scolastico, il rispetto del distanziamento, aerazione, sanificazione e monitoraggio continuo attraverso l'utilizzo periodico di test per COVID-19 all'interno delle strutture scolastiche e formative; altri Paesi, come Germania e Regno Unito, hanno riaperto gli istituti scolastici gradualmente dopo periodi di lockdown totale, anche a causa della maggiore presenza delle diverse varianti del Coronavirus;
    particolare attenzione merita la scelta del Governo francese di applicare un terzo lockdown generale mantenendo aperte le scuole. Alla base di tale decisione vi è l'utilizzo costante dei test salivari che vengono eseguiti negli istituti scolastici. Il tasso di infezioni rivela che in media è soltanto lo 0,5 per cento degli allievi che si contagia a scuola, circa 500 su 100 mila;
    inoltre, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss) diffusi il 30 dicembre 2020, solo il 2 per cento dei focolai avrebbe origine all'interno del contesto scolastico. Infatti, i tre luoghi a maggior rischio di contagio da Coronavirus risultano le abitazioni private, gli ambiti sanitari e quelli professionali-lavorativi;
    l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) sottolinea come la scuola ricopra un ruolo fondamentale per la società e in particolar modo per la vita dei bambini: la chiusura delle scuole non risulta essere una misura di contrasto che possa incidere in modo significativo sul controllo della pandemia in corso e dovrebbe, inoltre, rappresentare l'ultima risorsa cui attingere nella strategia di contrasto e controllo della pandemia. Secondo gli studi e le analisi dell'Ecdc se fossero state adottate le misure adeguate al contenimento del contagio, le scuole avrebbero rappresentato luoghi a rischio come qualsiasi altro luogo pubblico, in quanto l'incidenza della trasmissibilità di COVID-19 nelle scuole sembra essere strettamente connessa ai livelli di trasmissione presenti nella comunità e non il contrario; l'apertura delle scuole non sembra, quindi, aver influito significativamente sulla maggiore diffusione del virus che ha condotto alle cosiddette seconda e terza ondata;
    in particolare, un accreditato studio scientifico indica che l'indice RT in Italia non ha riportato variazioni con la riapertura o chiusura delle scuole e che gli insegnanti non sono a maggior rischio di contagio rispetto ad altre professioni;
    secondo l'Istituto superiore di sanità (Iss), in Italia, si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-Cov-2 ha una trasmissibilità superiore del 37 per cento rispetto ai ceppi non varianti. I bambini, in particolare i più piccoli, sembrano essere meno suscettibili all'infezione da Sars-Cov-2 rispetto ai bambini più grandi e agli adulti, il che sembra verificarsi anche per la cosiddetta variante inglese, che manifesta un aumento cospicuo della trasmissibilità in tutte le fasce di età. Al momento non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino un aumento di sintomatologie, ricoveri o decessi dovuti alla circolazione della variante inglese, né che la stessa sia resistente ai vaccini tuttora in uso nel nostro Paese;
    nonostante la diffusione delle nuove varianti, la cosiddetta terza ondata del contagio, non evidenzia una maggiore velocità di diffusione del virus rispetto alla seconda ondata, ma esattamente il contrario. Anche la portata del contagio è nettamente inferiore: il valore del picco d'incidenza – positivi su 7 giorni per 100 mila abitanti – della seconda ondata è stato di 412, mentre il valore di picco attuale è di 266, raggiunto il 17 marzo 2021;
    secondo una recentissima e imponente ricerca italiana condotta da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici, tra cui Sara Gandini dello Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sulla base dei relativi dati raccolti si può affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle eventuali possibilità di contagio del virus. Lo studio è stato realizzato attraverso un'analisi incrociata dei dati del Ministero dell'istruzione con quelli delle Agenzie di tutela della salute e della Protezione civile su un campione di più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. Il tasso di positività tra i ragazzi risulta inferiore all'1 per cento dei tamponi effettuati, percentuale che non influenza minimamente la curva pandemica. I giovani contagiano il 50 per cento in meno rispetto agli adulti, anche nel caso di variante inglese. I focolai da Sars-Cov-2 all'interno delle aule scolastiche sono molto rari e la frequenza nella trasmissione da studente a docente è statisticamente poco rilevante;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza indica, all'articolo 3, la necessità che tutte le decisioni relative a bambini e adolescenti devono considerare preminente l'interesse di detti soggetti e, all'articolo 28, prevede che gli Stati devono promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono,

impegna il Governo:

1) a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado per riprendere l'indispensabile attività didattica in presenza;

2) a definire, con il maggior livello di dettaglio possibile, le condizioni e gli indici che devono sussistere affinché debba procedersi alla temporanea chiusura di istituzioni scolastiche o singole classi;

3) a considerare prioritaria la riapertura delle scuole anche rispetto ad altre attività essenziali, anche in considerazione del minore rischio di contagio e dell'importanza educativa dell'istituzione scolastica per l'intera comunità;

4) ad adottare tutte le iniziative necessarie a garantire la continuità didattica, anche al fine di limitare i danni che il cambiamento del docente può determinare per le studentesse e gli studenti, già provati dal prolungamento dell'attività scolastica a distanza;

5) ad adoperarsi, in tutte le sedi, al fine di garantire la massima uniformità sul territorio nazionale delle decisioni relative all'apertura delle istituzioni scolastiche, ammettendo esclusivamente casi di chiusura adeguatamente motivati, di stretta necessità e promuovendo meccanismi di composizione degli interessi che, in un'ottica di leale collaborazione, assicurino il massimo sostegno e l'effettiva attuazione delle scelte nazionali nei contesti regionali;

6) ad adottare iniziative urgenti a tutela della sfera emotiva, psicologica e pedagogica, anche attraverso l'utilizzo di figure professionali come educatori, pedagogisti e psicologi, a implementare presidi educativi e sociali di prossimità mediante l'istituzione negli istituti scolastici di ogni ordine e grado di sportelli di ascolto psicologico a sostegno dei bambini, degli studenti, dei lavoratori e delle famiglie nell'ambito del patto educativo scuola-genitori, che svolgano attività di prevenzione, informazione, sostegno e consulenza con l'ausilio di personale specializzato e di guida verso eventuali servizi territoriali, a sostegno dell'intera comunità scolastica, studenti e studentesse, famiglie e personale scolastico;

7) ad adottare protocolli di prevenzione, protezione e controllo più frequenti, più rapidi e più rigidi affinché si possano riaprire in sicurezza le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, anche prevedendo l'attivazione presso le Asl di servizi mirati di prevenzione e controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi;

8) ad avviare, al fine di valutare con la massima trasparenza l'impatto della didattica a distanza e della didattica digitale sul livello degli apprendimenti degli studenti e sul benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi, il monitoraggio qualitativo e quantitativo delle misure messe in atto dalle scuole per l'insegnamento mediante l'utilizzo di strumenti digitali in conseguenza delle misure di contenimento adottate per l'emergenza da Sars-Cov-2 da affidare all'Invalsi e all'Indire;

9) ad adottare, per l'anno 2021, iniziative per sviluppare il format di una scholé estiva con interventi volti a sviluppare azioni di welfare in coordinamento con i comuni e con il privato sociale, prevedendone l'apertura nei mesi estivi affinché accolga i bambini e i ragazzi interessati per l'intera giornata, assicurando tutti i presidi sanitari necessari per offrire alle famiglie e agli studenti, se lo vogliono e ne hanno bisogno, l'opportunità di un servizio qualificato sul piano educativo e didattico;

10) ad adottare iniziative per organizzare laboratori di approfondimento, recupero e sviluppo degli apprendimenti (Larsa) per permettere ai bambini e ai ragazzi di recuperare le eventuali lacune negli apprendimenti accumulate nel periodo di chiusura delle scuole;

11) a prevedere specifiche iniziative per le scuole dei piccoli e piccolissimi comuni e per le scuole delle aree interne e montane, che spesso organizzano le attività didattiche con le pluriclassi, con evidenti complessità di gestione della didattica mista;

12) a favorire campagne di adeguata informazione vaccinale, al fine di diffondere maggiore consapevolezza e sicurezza sanitaria tra docenti, studenti e famiglie, per tornare quanto prima ad un'attività sicura e costante e una vita equilibrata, sia da un punto di vista socio-psico-pedagogico che didattico-educativo.
(1-00453) «Aprea, Casciello, Marin, Palmieri, Saccani Jotti, Spena, Vietina, Valentini».