ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00392

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 414 del 22/10/2020
Abbinamenti
Atto 1/00398 abbinato in data 02/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: UNGARO MASSIMO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 22/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 07/04/2021
ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/04/2021
GIACCONE ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 07/04/2021
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO LIBERI E UGUALI 07/04/2021
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 13/04/2021
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE 07/04/2021
CANNATELLI PASQUALE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/04/2021
CANTONE LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 07/04/2021
D'ALESSANDRO CAMILLO ITALIA VIVA 22/10/2020
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 07/04/2021
GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 07/04/2021
OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA 22/10/2020
LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021
MOR MATTIA ITALIA VIVA 07/04/2021
MUSELLA GRAZIANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 07/04/2021
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021
RIZZONE MARCO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO 07/04/2021
SOVERINI SERSE PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2021
TOCCAFONDI GABRIELE ITALIA VIVA 22/10/2020
TOCCALINI LUCA LEGA - SALVINI PREMIER 07/04/2021
SEGNERI ENRICA MOVIMENTO 5 STELLE 13/04/2021


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 07/04/2021 13/04/2021
BOSCHI MARIA ELENA ITALIA VIVA 22/10/2020 07/04/2021
DE FILIPPO VITO ITALIA VIVA 22/10/2020 07/04/2021
MARATTIN LUIGI ITALIA VIVA 22/10/2020 07/04/2021
FREGOLENT SILVIA ITALIA VIVA 22/10/2020 07/04/2021
Stato iter:
14/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/11/2020
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 02/11/2020
Resoconto SOVERINI SERSE PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 14/04/2021
Resoconto NISINI TIZIANA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 14/04/2021
Resoconto FRATE FLORA MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto FIORAMONTI LORENZO MISTO-FACCIAMO ECO-FEDERAZIONE DEI VERDI
Resoconto RUFFINO DANIELA MISTO-CAMBIAMO!-POPOLO PROTAGONISTA
Resoconto ACUNZO NICOLA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto UNGARO MASSIMO ITALIA VIVA
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
Resoconto ZANGRILLO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TOCCALINI LUCA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FRATOIANNI NICOLA LIBERI E UGUALI
Resoconto SODANO MICHELE MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 02/11/2020

DISCUSSIONE IL 02/11/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 02/11/2020

ATTO MODIFICATO IL 07/04/2021

ATTO MODIFICATO IL 13/04/2021

ACCOLTO IL 14/04/2021

PARERE GOVERNO IL 14/04/2021

DISCUSSIONE IL 14/04/2021

APPROVATO IL 14/04/2021

CONCLUSO IL 14/04/2021

Atto Camera

Mozione 1-00392
presentato da
UNGARO Massimo
testo presentato
Giovedì 22 ottobre 2020
modificato
Mercoledì 14 aprile 2021, seduta n. 486

   La Camera,
   premesso che:
    a seguito della presentazione alle Camere da parte del Governo della proposta di «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr), il 31 marzo 2021 la Camera dei deputati ha approvato la Relazione all'Assemblea formulata dalla Commissione bilancio (ai sensi dell'articolo 143, comma 1, del Regolamento della Camera), integrata dai rilievi delle commissioni permanenti, che ha delineato un quadro di riferimento di carattere generale e metodologico nonché le indicazioni specifiche espresse dalle singole commissioni permanenti; detta Relazione è stata assunta anche all'esplicito fine di consegnare appositi atti di indirizzo al Governo prima della presentazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da parte del Governo alla Commissione europea; in più parti della Relazione della Commissione Bilancio è evidenziata l'esigenza e l'urgenza di intervenire con politiche a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile;
    è indubbio infatti che la crisi della pandemia da Covid-19 sta provocando in Europa un aumento della disoccupazione da cui i giovani sono colpiti in misura maggiore rispetto ai lavoratori più anziani, a ragione del fatto che molti di essi sono occupati in settori che sono stati particolarmente penalizzati dalle conseguenze della pandemia, quali il turismo, la ristorazione, l'intrattenimento, il commercio al dettaglio, le imprese creative e culturali, mentre altre ragazze o ragazzi ambiscono ad entrare nel mercato del lavoro proprio nel momento in cui tali settori non sono più in grado di assumere ed in cui, più in generale, le prospettive economiche negative impediscono nuove assunzioni; la crisi ha inoltre comportato in Italia un considerevole aumento del debito pubblico al 157,5 per cento del Pil, il livello più alto dal secondo dopoguerra, un fattore che rischia di ridurre significativamente le opportunità di sviluppo delle generazioni future; il Next Generation EU rappresenta un'opportunità storica per introdurre misure urgenti per contrastare l'emergenza giovanile e riportare l'Italia sulla via della crescita;
    è importante osservare che nessuna delle sei missioni definite nella proposta di Pnrr presentata dal Governo è dedicata specificatamente ai giovani, in quanto i giovani, al pari del Meridione e della parità di genere, sono considerate nel piano come priorità trasversali, sebbene nelle linee guida per i Pnrr emanate dalla Commissione europea il 22 gennaio 2021 fosse stato raccomandato agli Stati membri di dedicare un pilastro specifico «alle politiche per la prossima generazione, l'infanzia e i giovani»; mantenere le misure per le politiche giovanili frammentate in diverse missioni potrebbe complicare il monitoraggio, la valutazione e la quantificazione dei progetti, rischiando inoltre di pregiudicare l'allocazione effettiva dei fondi per le misure a favore dei giovani, ovvero alle persone under 35; un rischio da evitare per un paese come l'Italia che nella proposta di Pnrr sembra dedicare ai giovani un livello di risorse non proporzionato alla gravità dell'emergenza giovanile, specie se comparato a quello di altri grandi paesi europei; per questo motivo sarebbe opportuno per il Governo, nell'ambito della revisione del Pnrr delle prossime settimane, circoscrivere tra gli interventi delle diverse missioni un numero maggiore di progetti e di risorse a beneficio delle nuove e future generazioni e valutare l'opportunità di dedicare un intero pilastro ai giovani in linea con le raccomandazioni dell'Unione europea e con quanto fatto da altri Paesi europei;
    l'Italia, già nei periodi antecedenti la pandemia, a causa anche degli effetti della crisi dello scorso decennio, ha particolarmente sofferto per l'elevato tasso di disoccupazione giovanile, l'alto numero di cosiddetti Neet («not in Education, Employment or Training», giovani disoccupati non iscritti a nessun corso di studio o di formazione), oltre che di ragazze e ragazzi, al primo impiego, sottopagati ed, infine, del rinnovato fenomeno di forte emigrazione all'estero, spesso di giovani laureati che non riescono a trovare un'occupazione adeguata agli studi intrapresi che decidono di emigrare all'estero; fenomeni tutti questi aggravati da forti squilibri territoriali, tra aree metropolitane e aree interne e soprattutto tra il nord e il sud del Paese, ancora irrisolti;
    come recentemente affermato dal Governatore della Banca d'Italia, il nostro Paese è al primo posto nell'Unione europea per la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione: un drammatico spreco di potenzialità a livello non solo economico, con conseguenze particolarmente gravi sul piano sociale: «è urgente rispondere» – ha affermato il Governatore – «e da questo soprattutto dipende il futuro del Paese e, in ultima istanza, il rientro da un debito pubblico molto elevato e la sicurezza del mantenimento degli impegni sul fronte previdenziale»;
    secondo gli ultimi dati Istat riferiti al quarto trimestre del 2020, in Italia il tasso di disoccupazione giovanile, nella fascia 15-24 anni, si attesta al 31 per cento – nel giugno 2020 si attestava al 24,7 per cento mentre i Neet di età compresa tra i 15 e i 29 anni sono 2.066.000, ovvero il 23 per cento del totale dei giovani della stessa età, donne per oltre la metà dei casi. Secondo Eurostat, nella fascia di età 20-34 anni, l'Italia è il paese con il più alto numero di Neet dell'Unione europea, il 27,8 per cento contro una media dell'Unione europea del 16,4 per cento; i dati Istat, poi, evidenziano che nel solo anno 2019 hanno lasciato l'Italia oltre 126.000 italiani – di cui almeno 30.000 laureati – con un aumento dell'8 per cento sul 2018;
    sempre i dati Eurostat del 2019 mostrano quanto i giovani italiani nella media siano quelli che abbandonano il nucleo familiare d'origine più tardi rispetto ai coetanei europei; questi ultimi infatti vanno via di casa intorno ai 26 anni, mentre in Italia siamo in media sopra i 30 anni, a dimostrazione delle forti difficoltà che i giovani italiani devono affrontare per emanciparsi e inserirsi nel mondo del lavoro. Più esattamente, occorre riconoscere che il lavoro è condizione necessaria ed essenziale per l'autonomia esistenziale delle persone, per la realizzazione dei loro talenti e per fondare sostenibili progetti di vita anche familiare;
    gli effetti della diminuzione dell'occupazione giovanile sono aggravati dalla crisi dell'istruzione universitaria e dalla riduzione progressiva del numero degli immatricolati, verificatasi negli ultimi anni e causata, a partire dalla crisi dello scorso decennio, anche dalla riduzione delle risorse a disposizione delle famiglie appartenenti a contesti socio-economici più fragili e in condizioni di povertà tali da trovarsi nell'impossibilità di sostenere i costi degli studi universitari; è ancora da verificare l'effettivo impatto della più recente crisi determinata dall'emergenza epidemiologica;
    una situazione, quella giovanile, sicuramente aggravata dall'emergenza sanitaria ed economica, ma che permane da troppo tempo nel nostro Paese, e che pertanto negli anni è stata oggetto di particolare attenzione anche dal punto di vista legislativo. Così, a titolo di esempio, può ricordarsi la prevista decontribuzione per i primi 3 anni di assunzione che ha contribuito ad innalzare l'indice degli occupati tanto che nel periodo 2014-2018 il tasso di disoccupazione giovanile, tra i 15-24 anni, è diminuito del 10,5 per cento (dati Istat). E ancora la misura «Resto al Sud» introdotta dal decreto-legge n. 91 del 2017, potenziata dalla legge di Bilancio del 2018, che ha riscosso notevole interesse, tanto che è stato via via rafforzata elevando dapprima l'età dei soggetti beneficiari e successivamente aprendo ai liberi professionisti;
    ciononostante, l'accesso al lavoro rimane difficile, tanto da suggerire di rinnovare talune di queste iniziative, come la decontribuzione per i nuovi assunti under 35 inclusa nella Legge di bilancio 2021, e focalizzare l'attenzione su fattori di contesto in grado di agevolarne l'ingresso e sui servizi, pubblici e privati, necessari allo scopo; si tratta di misure di contrasto alla disoccupazione generalmente calibrate su incentivi economici, diretti o indiretti, deputati a ridurre il costo del lavoro ovvero su sostegni, anch'essi economici, per l'avvio di attività professionali o imprenditoriali. Tuttavia, la riduzione progressiva della relativa efficacia dimostra in modo evidente l'esigenza e l'urgenza di adottare una strategia di contrasto alla disoccupazione giovanile e di promozione dell'occupazione, con rapporti di lavoro stabili e dignitosi, che tenga conto delle cause del fenomeno che si vuole contrastare, al fine di assicurare che a fenomeni complessi e multifattoriali si diano risposte adeguate e coerenti, e perciò esse stesse caratterizzate da una integrazione multifattoriale;
    peraltro, la recente comunicazione COM(2020)276 della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni recante «Sostegno all'occupazione giovanile: un ponte verso il lavoro per la prossima generazione», del 1o luglio 2020, sottolinea l'importanza che gli Stati membri e le istituzioni europee rivolgano la loro attenzione verso la prossima generazione; la medesima comunicazione individua le principali linee di indirizzo che Unione europea e Stati membri devono attuare: rafforzare le garanzie per i giovani, rafforzare l'istruzione e la formazione professionale anche nell'ottica di una competitività sostenibile, rafforzare con correttivi l'equità sociale e la resilienza, fornire nuovo impulso agli apprendistati affinché contribuiscano a creare occupazione giovanile;
    la comunicazione contiene una proposta di raccomandazione relativa alla Garanzia per i giovani (COM(2020)276), volta a sostituire la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013 che ha istituito tale Garanzia, non solo per contribuire ad attenuare l'impatto della crisi da Covid-19 è prevenire un'ulteriore crisi dell'occupazione, ma anche al fine di integrarvi le trasformazioni in atto nel mercato del lavoro, nonché la duplice transizione verde e digitale. Tra le novità introdotte l'ampliamento della fascia di età dei beneficiari della Garanzia, per includere i giovani di età compresa tra i 25 e i 29 anni, la raccomandazione agli Stati membri di strutturare i loro sistemi di garanzia per i giovani in quattro fasi (mappatura, coinvolgimento, preparazione e offerta) e di organizzarli conformemente alle situazioni nazionali, regionali e locali, tenendo presente il genere e la diversità dei giovani ai quali sono destinate le misure nell'ambito di precisi obiettivi quantitativi;
    gli obiettivi per l'attuazione della Garanzia in Italia appaiono allo stato lontani dall'essere conseguiti; anzi, difficilmente conseguibili senza un radicale intervento di riforma che assicuri effettivamente una integrale revisione dei sistemi di politiche attive del lavoro valorizzando le modalità di contatto e presa in carico da parte di strutture in grado di lavorare con puntuali informazioni sulle dinamiche dei mercati del lavoro e sostenute dalla presenza di personale fortemente specializzato, utilizzando a tal fine una migliore e più adeguata integrazione dei dati raccolti con le piattaforme informatiche per le politiche attive di carattere nazionale e regionale, nonché delle piattaforme di incrocio di domanda e offerta di lavoro. Inoltre, per assicurare un maggiore grado di effettività, sarebbe auspicabile integrare i compensi previsti nei percorsi della Garanzia giovani con una copertura contributiva, con risorse dedicate e nelle forme e modalità scelte dai Paesi membri;
    e tuttavia, nonostante gli impegni pregressi, è ragionevole ipotizzare che la crisi economica ridurrà ulteriormente le opportunità di lavoro e formazione per i giovani e pertanto è compito del Governo farvi fronte valutando l'attuazione di un piano straordinario di attivazione, che potrebbe essere definito «Piano AttivaGiovani», rivolto ai giovani Neet che preveda il pieno finanziamento di un periodo di lavoro e formazione presso le imprese, analogamente a quanto intrapreso da altri Paesi europei; i giovani lavoratori potrebbero essere selezionati dalle imprese in base alle loro esigenze mentre il compenso per l'attività prestata sarebbe interamente a carico dello Stato; le imprese potranno far domanda a condizione che si tratti di nuovi posti di lavoro e che assicurino un'esperienza formativa per i giovani Neet;
    la crisi offre però anche l'opportunità di ridefinire il nostro modello produttivo all'insegna della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile, un'eventualità che potrebbe generare nuove opportunità lavorative per i giovani, i cosiddetti Green Jobs. Sia il Green New Deal, il piano per la rivoluzione verde e la transizione ecologica della Commissione europea, che il Next Generation EU pongono come priorità degli investimenti dei prossimi anni la green economy. Ne segue che ogni strategia per l'occupazione e la formazione giovanile dovrà tenere conto delle opportunità occupazionali della rivoluzione verde, della ricerca scientifica connessa all'economia sostenibile o diretta alla tutela dell'ambiente, all'agricoltura o al turismo eco-sostenibile fino agli interventi di efficientamento energetico; in questa prospettiva, il paradigma tradizionale degli interventi sull'occupazione giovanile, focalizzato sull'incremento dei livelli di accesso al lavoro di un cluster di popolazione identificato su base anagrafica, deve essere ripensato nella prospettiva di fornire un supporto essenziale per la ristrutturazione del sistema produttivo, nella prospettiva della transizione ecologica e dell'innovazione digitale degli ecosistemi imprenditoriali;
    anche per queste ragioni è necessario favorire processi avanzati di digitalizzazione dei luoghi di lavoro unitamente alla flessibilità oraria che, attraverso nuovi percorsi tecnologici, possano coniugare le esigenze produttive dell'impresa con i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici soprattutto nel contesto di investimenti; in questo contesto sarà importante adattare gli ammortizzatori e le tutele alle peculiarità dei lavoratori delle piattaforme digitali e dell'economia collaborativa (sharing economy e gig economy). In altri termini è necessario che la transizione ecologica e digitale trovi un modello di intervento che sia in grado di assicurare una coerente integrazione delle azioni a sostegno dell'innovazione nei sistemi organizzativi e produttivi con correlate azioni di sostegno alla formazione e riqualificazione delle risorse umane, valorizzando in modo particolare l'ingresso nel mercato del lavoro delle giovani donne e dei giovani uomini;
    per superare la crisi, il Paese ha bisogno di un importante investimento sulle competenze dei lavoratori, promuovendo la formazione continua e permanente nell'ottica di un reskilling professionale mirato e la formazione universitaria e postuniversitaria, nella prospettiva del lifelong learning, soprattutto nelle materie scientifiche (Stem), che sappia intercettare le trasformazioni del mercato del lavoro conseguenti alla pandemia soprattutto nella direzione dell'economia digitale e dell'economia circolare e che quindi sappia sostenere i processi di innovazione e riorganizzazione dei sistemi produttivi. A conferma di ciò può ricordarsi il Fondo Nuove Competenze, istituito presso l'Anpal ai sensi dell'articolo 88, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, e dotato di 730 milioni di euro, la cui finalità è di innalzare il livello del capitale umano offrendo ai lavoratori (in questo caso già assunti) l'opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze e di dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle nuove condizioni del mercato del lavoro, sostenendo le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi determinati dall'emergenza epidemiologica da Covid-19. Benché riferito ai lavoratori assunti, nulla esclude che strumenti simili possano essere pensati per sostenere l'accrescimento mirato delle competenze dei ragazzi in cerca di occupazione. In questo senso potrebbe essere utile seguire esempi positivi presenti in altre esperienze e introdurre percorsi formativi a favore del « Second Skilling», ovvero lo sviluppo di nuove capacità necessarie a trovare una nuova occupazione senza lasciare ancora il proprio lavoro, idonee ad aiutare i lavoratori a prepararsi a un mondo del lavoro in continua evoluzione; diversi studi evidenziano come molti degli studenti saranno impiegati in mestieri che oggi ancora non esistono sottolineando l'importanza di promuovere un nuovo modello formativo basato non solo sulle nuove competenze tecniche ma soprattutto sulle competenze trasferibili, come le capacità di relazione e presentazione, l'alfabetizzazione economica e digitale, lo sviluppo di uno spirito critico indipendente, le cosiddette soft skills; in questo modo i giovani saranno meglio equipaggiati per affrontare le sfide future del mondo del lavoro, già oggi caratterizzato da una crescente automazione dei processi produttivi e dalla precarietà delle forme contrattuali, facilitando la ricerca di quei percorsi professionali che soddisfano le proprie aspirazioni di auto-realizzazione, una caratteristica tipica della generazione Y e dei Millenials, spesso motivati da cause morali e spirito di servizio;
    particolare rilevanza deve essere riservata alle giovani lavoratrici e all'avvio di nuove imprese al femminile. Servono misure per ridurre i divari e favorire l’empowerment femminile delle giovani donne in termini di formazione, occupabilità e autoimprenditorialità, con progetti volti a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di categorie fragili, anche attraverso il potenziamento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese femminili. A tal fine, il disegno di legge n. 2561 all'articolo 5 prevede una specifica delega per il sostegno di tali attività soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Sarà fondamentale includere nel Pnrr una valutazione degli impatti di genere dei vari interventi se non proprio un forte potenziamento dei servizi, a volte preferibili a misure come la decontribuzione e gli sgravi fiscali. La scarsità in alcune zone del paese, specie il Mezzogiorno, di servizi per l'infanzia e di asili nido, unita al divario salariale tra uomini e donne – nel nostro Paese un rapporto che sfiora il 25 per cento – obbliga troppe giovani madri a lasciare il proprio lavoro o a optare per contratti part-time. L'Inps ha stimato che dopo 15 anni dalla maternità chi ha fatto questa scelta ha un salario lordo inferiore di 5.700 euro l'anno rispetto alle colleghe che non hanno fatto questa scelta. In questo senso un serio intervento a favore della parità salariale ma anche un intervento per la valorizzazione dei periodi di maternità in costanza di rapporto di lavoro agli effetti pensionistici, non è più rinviabile;
    è fondamentale quindi, alla luce dei dati fin qui esposti, che il Governo adotti riforme e interventi, anche strutturali, sia in merito al mercato del lavoro e delle politiche attive, che in merito all'istruzione, la formazione e l'apprendistato, tali da poter validamente accompagnare la strategia di rilancio; in tale contesto diventa estremamente importante potenziare le sinergie tra scuola, sistema delle imprese e mondo del lavoro al fine di aumentare le possibilità di una più adeguata professionalizzazione degli studenti anche per ottimizzare l'orientamento al termine del percorso scolastico; risulta fondamentale riconoscere la centralità della relazione tra sistema scolastico e universitario e sistema produttivo, e rivalutare, rivedendone la disciplina, i percorsi di alternanza scuola-lavoro, nella prospettiva di un affinamento che tenga conto dell'importanza dell'esperienza del lavoro come fattore importante nel percorso formativo dell'adolescente e nella costruzione della sua stessa personalità; occorre su questo fronte monitorare i soggetti coinvolti in modo da conciliare al meglio le attività formative proposte e lo specifico corso di studio dello studente; in tale contesto, occorre prevedere l'introduzione di lauree abilitanti, il contrasto ai tirocini non retribuiti quale forma elusiva di rapporti di lavoro remunerati e di nuove forme contrattuali per i giovani lavoratori delle piattaforme digitali;
    serve una profonda revisione e un adeguato potenziamento dei programmi di istruzione tecnica superiore come strumento di accesso al mercato del lavoro e alle professioni. Appare necessario costruire un sistema duale capace di offrire percorsi formativi che già presentano un tasso di occupabilità molto elevato, in media superiore all'80 per cento. Nella prospettiva multifattoriale prima indicata, la revisione della formazione tecnica dovrà tenere conto della necessità di valorizzare la dimensione applicativa della ricerca per l'innovazione di processo e di prodotto e la formazione di competenze professionali coerenti ed adeguate; e cioè per sostenere i processi produttivi orientati alla transizione ecologica e digitale;
    occorre potenziare le attività di orientamento scolastico al fine di aumentare l'accesso all'istruzione universitaria e di conseguenza accrescere le immatricolazioni, accelerare l'ampliamento e la diffusione delle lauree professionalizzanti, promuovere e velocizzare il riconoscimento delle lauree e dei titoli di studio conseguiti all'estero per sostenere il rientro attivo e qualificato dei giovani espatriati, o l'arrivo di laureati e ricercatori internazionali, valorizzando la «circolarità» delle esperienze formative e di lavoro in particolare facilitando il rientro di laureati italiani nel nostro Paese nell'ambito di una generale riqualificazione delle modalità di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro;
    anche in questa prospettiva è ancora opportuno adottare una normativa comune per le modalità di tirocinio curriculare ed extra-curriculare, garantendo un compenso ai tirocinanti, che tenga conto del valore del percorso formativo intrapreso e delle condizioni dell'azienda di riferimento, così come espresso recentemente nella Risoluzione approvata al Parlamento europeo il giorno 8 ottobre 2020. Su questo fronte sarebbe preferibile costruire un percorso per pervenire a un vero e proprio equo compenso per tutti i tirocinanti e valutare una riforma dei tirocini extra-curriculari per limitarne la durata massima o ricondurli nella fattispecie dell'apprendistato;
    sempre su questo fronte è necessario intervenire sul reddito di cittadinanza, strumento ad oggi principalmente di welfare ma che è necessario rendere efficace anche e soprattutto come strumento di politica attiva per il mercato del lavoro. Sarà necessario rinforzare i centri per l'impiego, i controlli e le piattaforme digitali per assicurare una maggiore precisione e celerità nella fase di incrocio di domanda e offerta e poi dell'accettazione dell'offerta del lavoro. La mancanza di controlli ha evidenziato l'impossibilità di monitorare coloro i quali, pur in presenza di un'offerta di lavoro, l'hanno rifiutata ed è mancata un'analisi puntuale sulla domanda e l'offerta di lavoro, che consenta di comprendere di quale tipo di lavoratori abbiano bisogno le imprese. In quanto servizi, oltre ai centri per l'impiego occorre rilanciare anche le agenzie per il lavoro accreditate, componente fondamentale di un sistema integrato pubblico-privato;
    l'emancipazione giovanile è un processo multidimensionale che va oltre i temi dell'occupazione della formazione. A tal fine, è importante porre attenzione anche ai temi della famiglia per venire incontro alle esigenze delle giovani coppie che già affrontano i disagi di un non facile ingresso nel mondo del lavoro. In tale contesto è utile ricordare l'introduzione dell'assegno unico universale per i figli a carico, una legge che semplifica e potenzia il sostegno alla genitorialità e alla natalità approvata all'unanimità dalla Camera dei deputati, e la proposizione del Family Act, atto Camera 2561 Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, che all'articolo 6 prevede specifiche misure volte a sostenere le famiglie e l'autonomia finanziaria dei giovani, tramite detrazioni fiscali per i costi di locazione di abitazione delle coppie under 35 e dei figli maggiorenni iscritti a corsi universitari e per l'acquisto di libri di testo universitari; peraltro, oggi, la necessità di un intervento straordinario da parte dello Stato per il sostegno alle famiglie, ed in particolare alle giovani coppie, è emersa più forte non appena, a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, è stata decisa la sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado; gli interventi indicati sinteticamente rappresentano dunque una risposta di carattere strutturale che oltre ad intervenire sul complesso delle norme che oggi rappresentano una risposta segmentata alle famiglie, riunificandole in un unico intervento che accompagna la crescita dei bambini dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, intende intervenire tramite un sostegno fondamentale alle famiglie, alle giovani coppie, alle donne, sul terremo della formazione, dell'inserimento nel mondo del lavoro, del sostegno alla crescita dei bambini e delle bambine anche attraverso il potenziamento delle strutture educative;
    quanto esposto nella presente premessa dovrebbe essere parte della definizione dei progetti da sottoporre nell'ambito del Next Generation EU e del Piano per la Ripresa e la Resilienza, in assenza di un apposito pilastro dedicato ai giovani, sarà fondamentale aumentare il livello delle risorse da destinare a specifici interventi in favore delle nuove e future generazioni per sostenere l'occupazione, la formazione e l'emancipazione giovanile,

impegna il Governo:

1) a definire una strategia specifica e un piano straordinario per promuovere la formazione e l'occupazione dei giovani in funzione della loro emancipazione personale che tenga conto della necessità di un approccio multifattoriale capace di integrare in un insieme coerente misure di sostegno e di promozione del lavoro giovanile, nella prospettiva della necessaria transizione ecologica e dell'innovazione digitale nel sistema delle imprese, assicurando una sempre maggiore e controllata correlazione tra formazione e lavoro, anche mediante la implementazione di adeguate politiche di attivazione e di rinnovati servizi per l'impiego;

2) ad assumere iniziative per introdurre, nell'ambito di detta strategia, una specifica azione attiva giovani che preveda per giovani Neet, o comunque giovani disoccupati non iscritti a nessun corso di studio o di formazione, la possibilità di svolgere un periodo di lavoro e formazione, presso le imprese, con contestuale erogazione di un ristoro economico;

3) ad assumere iniziative per introdurre uno strumento equivalente a una «dote universale» per facilitare l'emancipazione giovanile in maniera tale che ogni cittadino, al compimento della maggiore età, possa ricevere un emolumento da investire in corsi di formazione, progetto imprenditoriale o altre iniziative idonee a rafforzare percorsi di autonomia;

4) a facilitare la transizione scuola/università-lavoro rafforzando i servizi di orientamento e l'attivazione di reti orizzontali e verticali tra istituzioni scolastiche e universitarie e imprese, finalizzate ad accompagnare l'uscita dalla scuola verso il primo impiego, anche con l'obiettivo di individuare il fabbisogno dei diversi ambiti professionali, al fine di informare i giovani sulle prospettive di occupazione reale dei vari percorsi di studio;

5) a potenziare, anche nell'ambito della riforma più organica delle politiche a sostegno della famiglia avviata con l'introduzione del Family Act e dell'assegno unico universale per i figli a carico, le misure idonee ad assicurare sostegno in termini di servizi anche e soprattutto per l'infanzia, nell'ambito di adeguate politiche di conciliazione, al fine di assicurare condizioni adeguate per agevolare l'accesso o la permanenza al lavoro di giovani coppie e contrastare la povertà infantile attraverso una «dote educativa», un pacchetto di servizi offerti da scuole, comuni ed enti statali, per accompagnare i minori alla maggiore età;

6) a rilanciare gli interventi a favore dell'autonomia abitativa dei giovani, facilitando l'accesso a mutui agevolati per l'acquisto della prima casa da parte di giovani coppie under 35, gli investimenti in progetti di cohousing per giovani lavoratori precari o giovani coppie, nonché rivedendo le attuali agevolazioni per il contributo affitto, valutando inoltre l'opportunità di destinare in comodato d'uso gratuito per due anni una parte del patrimonio immobiliare amministrato dall'Agenzia del demanio a giovani under 35 titolari di imprese o start-up per svolgere la propria attività imprenditoriale;

7) a rivalutare e modificare il programma «Garanzia Giovani» per renderlo più efficace in linea con la proposta di raccomandazione della Commissione europea COM(2020)276 e prevedendo l'anticipo di parte delle erogazioni per evitare problemi di liquidità ai giovani di famiglie più svantaggiate;

8) ad adottare iniziative per realizzare una riforma dell'apprendistato professionalizzante attraverso la semplificazione dei numerosi oneri burocratici vigenti e forme di incentivazione economica in maniera tale che l'apprendistato diventi la via maestra per accedere al mondo del lavoro;

9) ad adottare iniziative per regolare i tirocini curriculari per assicurare che siano esperienze realmente formative e non soltanto atti dovuti all'interno del percorso di istruzione e a contrastare il fenomeno dell'uso improprio dei tirocini extra-curriculari, anche valutando l'opportunità di introdurre agevolazioni per le imprese che attribuiscono un rimborso spese o un'indennità ai tirocinanti o che trasformano il tirocinio in contratto di lavoro;

10) ad adottare iniziative per semplificare l'accesso alle professioni, anche grazie all'introduzione di lauree abilitanti e professionalizzanti, e introdurre misure affinché siano attribuiti rimborsi spese e indennità minime per praticantati e tirocini, al fine di scongiurare forme di sfruttamento;

11) nell'ambito di un più generale rilancio e potenziamento delle politiche attive del lavoro, orientato a correlare in modo sempre più proattivo il rafforzamento delle competenze e il sostegno all'innovazione, anche assicurando in questa prospettiva una più funzionale definizione della filiera istituzionale soprattutto tra l'Anpal e le regioni e un adeguato investimento finanziario in termini di servizi informatici e formazione delle risorse umane, a potenziare i centri per l'impiego tramite l'istituzione di aree specializzate nell'ambito delle quali personale comprovatamente esperto possa flessibilmente adottare le migliori pratiche e le migliori metodologie operative utili a promuovere idonei percorsi di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, anche assicurando più continui e stabili canali di condivisione informativa ed incontro formativo tra i diversi sistemi interessati (scolastico, formazione professionale, imprese) necessari per implementare politiche di attivazione individualizzate; a promuovere, ai medesimi fini, l'azione delle agenzie private, assicurando un incentivo specifico per ogni unità di personale accompagnato all'assunzione;

12) ad adottare iniziative per sostenere con adeguate misure il lavoro dei giovani con partita Iva attraverso sgravi e benefici, coniugando tutele e diritti, che possano andare a compensare la precarietà del loro lavoro e la forte crisi cui stanno facendo fronte;

13) a procedere, dopo la fine della pandemia da Covid-19, alla valutazione delle restrizioni e degli incentivi connessi con l'uso delle varie forme contrattuali e delle misure a favore dell'occupazione giovanile e del contrasto alla precarietà;

14) a incrementare e rafforzare i percorsi di formazione tecnica e professionale valorizzando le esperienze degli enti formativi per realizzare nei territori percorsi professionalizzanti brevi, « vocational master», che nascano dal continuo dialogo con le aziende e che consentano di rispondere in tempi rapidi all'esigenza di competenze delle imprese;

15) a rilanciare, potenziandola, l'Istruzione tecnica superiore (Its), a cui va conferita una specifica autonomia formativa con l'obbiettivo di declinarla come luogo di incontro tra ricerca applicata e imprese innovative a sostegno dell'innovazione di processo, di prodotto e di un serio trasferimento tecnologico;

16) a definire sul fronte delle competenze un piano strutturato per promuovere lo studio a livello universitario delle materie scientifiche (Stem), specie tra le giovani donne, del multilinguismo e impartire nozioni base a tutti gli studenti del ciclo superiore e universitario nelle discipline economico-finanziarie in sostegno dell'alfabetizzazione economica delle future generazioni;

17) a investire adeguate risorse in un progetto strategico nazionale orientato alla formazione e allo sviluppo delle competenze digitali dei giovani, sia in ambito scolastico, a partire dalla scuola primaria, sia in ambito lavorativo tenendo conto della necessità di promuovere e sostenere l'innovazione organizzativa in azienda come condizione necessaria per assicurare l'integrazione proattiva tra formazione e occupazione giovanile;

18) a sostenere l'ingresso nel mondo del lavoro delle giovani donne, favorendo l’empowerment femminile in termini di formazione, occupabilità e autoimprenditorialità, e preveda il potenziamento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese femminili;

19) a presentare uno specifico progetto per l'imprenditorialità giovanile, che comprenda anche l'imprenditorialità sociale e promuova e sostenga mediante una specifica disciplina start-up, spin-off e piccole e medie imprese innovative, con particolare riguardo, tra l'altro, all'attrazione di investimenti privati di business angel, venture capital, fondi pensione ed assicurativi, alla previsione di strumenti e forme di affiancamento e accompagnamento all'imprenditorialità, mediante servizi di incubazione, consulenza, mentoring e coaching per i giovani, e acceleratori per integrare l'offerta finanziaria con nuovi strumenti a sostegno dell'innovazione organizzativa e dello sviluppo del capitale umano;

20) a promuovere la definizione di un contesto normativo idoneo ad assicurare il rafforzamento e l'estensione della possibilità dei giovani di svolgere attività lavorativa, anche al di fuori dei contesti formativi formali, mediante interventi mirati e diversificati di flessibilizzazione affidati all'autonomia regolativa delle parti sociali da realizzare in via sperimentale e da sottoporre a valutazione periodica, anche da parte di organismi indipendenti, per accertarne gli effetti, al fine di impedire ogni forma di precarizzazione professionale e di diffusione di non adeguate condizioni di lavoro, economiche e normative;

21) a prevedere strumenti per promuovere il rientro attivo e qualificato dei giovani espatriati, valorizzando la «circolarità» delle esperienze formative e di lavoro da sostenere con adeguate strategie formative, senza escludere strumenti di incentivazione mirati per settore e per aree territoriali;

22) a valutare l'istituzione di un portale gestito dal Dipartimento per le politiche giovanili, in raccordo con la Carta giovani nazionale, quale piattaforma unica e omnicomprensiva per promuovere l'informazione e l'attivazione delle misure a favore dei giovani e svolgere la funzione di banca dati delle esperienze e delle competenze acquisite quali la certificazione delle attività svolte, anche attraverso il Servizio civile universale, o la creazione di un « curriculum vitae digitale» personale;

23) a valorizzare forme e modalità di coordinamento tra i Ministri impegnati nell'adozione e implementazione delle diverse misure, iniziative e opportunità destinate ai giovani, anche al fine di massimizzarne la relativa efficacia introducendo allo scopo strumenti di analisi e verifica sistematica dell'impatto delle politiche pubbliche in questione.
(1-00392)
(Ulteriore nuova formulazione) «Ungaro, Viscomi, Invidia, Zangrillo, Giaccone, Epifani, Rizzetto, Gribaudo, Tuzi, Cannatelli, Luciano Cantone, D'Alessandro, D'Arrando, Gallo, Occhionero, Lacarra, Lepri, Mor, Musella, Mura, Rizzone, Soverini, Toccafondi, Toccalini, Segneri».