Legislatura: 18Seduta di annuncio: 218 del 30/07/2019
Primo firmatario: ZOFFILI EUGENIO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 30/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 CAPPELLANI SANTI MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 CAFFARATTO GUALTIERO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 CARELLI EMILIO MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 COLLETTI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA LUIS ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 GRIMOLDI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 30/07/2019 EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 PERCONTI FILIPPO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 ROMANIELLO CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 SIRAGUSA ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019 SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 30/07/2019
Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019 30/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 31/07/2019 Resoconto VACCA GIANLUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI) DICHIARAZIONE VOTO 31/07/2019 Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO Resoconto ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER Resoconto SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/07/2019
ACCOLTO IL 31/07/2019
PARERE GOVERNO IL 31/07/2019
DISCUSSIONE IL 31/07/2019
APPROVATO IL 31/07/2019
CONCLUSO IL 31/07/2019
La Camera,
premesso che:
il cosiddetto «Stato islamico», noto come « Daesh», rappresenta oggi la più importante e problematica organizzazione terroristica internazionale;
Daesh ha guadagnato le scene della ribalta sin dalla sua proclamazione, da parte di Al-Baghdadi, il 5 luglio 2014 all'interno della moschea Al-Nuri di Mosul (Iraq). L'evento ha costituito un salto di qualità nella strategia del cosiddetto «jihadismo salafita», introducendo la pretesa di un elemento statuale rispetto a quello che fino a quel momento era stato un paradigma transnazionale privo di ambizioni di controllo territoriale. Tuttavia, a dispetto dell'apparentemente inarrestabile espansione dei suoi esordi, tra Siria e Iraq, l'organizzazione dell'autoproclamato Califfo ha subito un'altrettanta inarrestabile serie di sconfitte militari sul terreno, fino a scomparire in quanto entità territoriale;
negli anni del suo dominio territoriale, Daesh si è contraddistinta per una caratterizzazione ideologica basata su un'interpretazione letteralista e rigorista delle fonti dell'Islam;
tale interpretazione dell'Islam, ulteriormente estremizzata da Daesh, ha condotto ad atti di efferata intolleranza nei confronti delle altre confessioni religiose. Un'efferatezza che ha colpito sia la galassia di confessioni riconducibili al Cristianesimo presenti nel vicino Oriente, sia la galassia di confessioni riconducibili all'Islam: sciiti, alawiti, drusi, ma anche gli stessi sunniti che non hanno aderito alla visione e al progetto di Daesh;
oggetto delle atroci violenze sono state anche le altre minoranze che, in Siria e in Iraq, si sono opposte all'avanzata del sedicente Stato islamico, tra cui le popolazioni curde del Nord-Est siriano e del Nord iracheno, nonché la minoranza yazida e quella cristiana;
nella sua massima espansione territoriale, Daesh ha avuto il controllo di una vastissima porzione territoriale nel Nord-Est della Siria e nel Nord-Ovest dell'Iraq, fino ai confini con la Turchia, occupando importanti città e capoluoghi, quali Mosul, seconda città dell'Iraq, e Raqqa in Siria;
la notevole espansione territoriale ha ulteriormente aggravato la già critica situazione nell'area, determinando una crisi senza precedenti in termini di sfollati: quasi metà della popolazione siriana è stata costretta ad abbandonare le proprie case e la maggior parte ha trovato rifugio nei Paesi della regione (Turchia, Libano e Giordania);
in questi anni Daesh ha impresso un cambio di paradigma anche nella gestione della propaganda, dando vita a un nuovo tipo di proselitismo basato su un sofisticato uso di internet, dei social media e di pubblicazioni on line;
i vari gruppi ribelli che hanno operato in Siria e in Iraq hanno avuto ingenti disponibilità finanziarie attraverso l'appropriazione di pozzi petroliferi, opere d'arte ed interi caveau di banche durante la loro espansione territoriale, ma per arrivare a tutto ciò hanno sfruttato le capacità di riciclaggio della finanza dei Paesi del Golfo;
le ingenti disponibilità finanziarie e l'uso di avanzate tecniche di comunicazione hanno consentito a Daesh di reclutare e attrarre un elevato numero di foreign fighter, provenienti da più di 80 Paesi;
le stime sul numero dei combattenti di Daesh presenti nell'area siro-irachena oscillano tra i 12 mila e i 20 mila individui, di cui circa la metà foreign fighter. Tra questi ultimi sarebbero circa 2.600 gli europei dello spazio Schengen e 500 i balcanici. In totale, se si comprendono anche donne e bambini, il fenomeno riguarda non meno di 40 mila individui;
con la sconfitta militare di Daesh e la perdita del controllo territoriale in Siria e Iraq, il ritorno di foreign fighter nei Paesi di origine pone una seria minaccia alla sicurezza degli Stati di provenienza;
sono infatti numerosi i gruppi familiari e i singoli combattenti che vengono registrati in uscita dalla Siria e dall'Iraq, prevalentemente in direzione Nord Africa (Tunisia e Libia in primis), ma anche Asia meridionale e centrale, Sud-Est asiatico ed Europa, dove i cosiddetti returnee sarebbero circa 1.700, dei quali 400 balcanici, mentre circa un migliaio sarebbero i combattenti tunisini ritornati in patria dalle zone di conflitto;
la pericolosità del fenomeno dei foreign fighter di ritorno non risiede tanto nei numeri, quanto piuttosto nella qualità del loro profilo: potenziali veicoli di propaganda e proselitismo, nonché portatori di esperienza bellica e di competenze nell'uso di armi e esplosivi. A questo si aggiunge l'oggettiva difficoltà di identificare e censire la totalità dei foreign fighter;
con riferimento specifico all'Italia, nel 2018 sono stati monitorati dalle autorità 135 individui: di questi, soltanto 24 sono in possesso della cittadinanza italiana, il 90 per cento sono uomini, l'88 per cento ha un basso livello di istruzione e l'età media è di 30 anni;
un ulteriore elemento, che per l'Italia incrementa potenzialmente la pericolosità del fenomeno, è la vicinanza geografica con la regione nordafricana, in particolar modo la Tunisia e la Libia, Paesi nei quali la presenza di formazioni jihadiste può aumentare l'instabilità;
con riferimento al contesto europeo, il numero complessivo può essere considerato basso in valori assoluti e addirittura molto basso in relazione all'intera popolazione: si tratta, infatti, di poco più di 2 foreign fighter per milione di abitanti, contro i circa 46 per milione di abitanti in Belgio, 33 in Austria, 30 in Svezia e 28 in Francia;
oltre che essere un pericolo per i Paesi di origine, i foreign fighter ancora presenti nelle aree di conflitto rappresentano un pericolo concreto per la sicurezza dell'intera regione vicinorientale. Qui una concreta minaccia futura per gli Stati della regione è costituita dal rischio di una riorganizzazione all'interno di nuove campagne militari o attraverso attacchi armati a macchia di leopardo, con modalità ancora più incisive e radicate di quanto accaduto in Iraq dopo la guerra del 2003;
dei foreign fighter reduci dalle campagne militari in Siria e Iraq, circa 2 mila combattenti e le rispettive famiglie (per un totale di circa 4 mila persone) sarebbero nelle mani delle Forze democratiche siriane (Syrian democratic forces, Sdf) e delle autorità irachene. Attualmente il loro rimpatrio in Europa presenta diverse problematiche: legali, etiche, di sicurezza ed economiche;
occorrerebbe, pertanto, un impegno della comunità internazionale finalizzato ad assicurare alla giustizia i responsabili delle atroci condotte criminali perpetrate ai danni delle popolazioni di Siria e Iraq, nonché alla stabilizzazione e ricostruzione dei suddetti Paesi devastati dalla furia delle organizzazioni criminali jihadiste,
impegna il Governo:
1) a intervenire in diversi fora multilaterali, inclusi l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e il Consiglio per i diritti umani, nonché l'ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu, affinché prosegua il lavoro della squadra d'indagine, istituita dalla risoluzione n. 2379 del 2017 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con il compito di affiancare le autorità giudiziarie irachene e siriane rispetto ai crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e gli atti di genocidio commessi dai combattenti di Daesh;
2) a sostenere ogni azione utile a contrastare la violenza ai danni delle minoranze da parte delle residue forze di Daesh in Iraq e Siria;
3) a promuovere la ratifica da parte di Iraq e Siria degli strumenti internazionali in materia di prevenzione e lotta al genocidio e ai crimini contro l'umanità.
(1-00235) «Zoffili, Cabras, Formentini, Grande, Billi, Cappellani, Caffaratto, Carelli, Coin, Colletti, Comencini, Sabrina De Carlo, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Del Grosso, Grimoldi, Di Stasio, Ribolla, Ehm, Emiliozzi, Olgiati, Perconti, Romaniello, Siragusa, Suriano».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):diritti umani
risoluzione
gruppo religioso