ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00234

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 218 del 30/07/2019
Abbinamenti
Atto 1/00230 abbinato in data 31/07/2019
Atto 1/00233 abbinato in data 31/07/2019
Atto 1/00235 abbinato in data 31/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 30/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
ACQUAROLI FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
BALDINI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2019


Stato iter:
31/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
DICHIARAZIONE VOTO 31/07/2019
Resoconto TASSO ANTONIO MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Resoconto TONDO RENZO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 31/07/2019
Resoconto VACCA GIANLUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 31/07/2019

DISCUSSIONE IL 31/07/2019

NON ACCOLTO IL 31/07/2019

PARERE GOVERNO IL 31/07/2019

VOTATO PER PARTI IL 31/07/2019

RESPINTO IL 31/07/2019

CONCLUSO IL 31/07/2019

Atto Camera

Mozione 1-00234
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo presentato
Martedì 30 luglio 2019
modificato
Mercoledì 31 luglio 2019, seduta n. 219

   La Camera,
   premesso che:
    è comunemente riconosciuto che l'Isis sia stato sconfitto nel marzo 2019, con la caduta di Baghuz, ultima roccaforte del Califfato;
    secondo un recente rapporto di Human Rights Watch i crimini dello Stato islamico proseguono ancora in alcune zone dell'Iraq e della Siria a macchia di leopardo;
    l'Isis è noto per i suoi metodi persecutori nei confronti delle minoranze religiose, come quella cristiana e yazida, vittime di esecuzioni sommarie, deportazioni di massa, conversioni forzate, riduzione in schiavitù ed altri crimini;
    nel settembre 2017, di fronte al perpetrarsi di violenza inaudite in particolar modo contro la minoranza yazida, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato la risoluzione n. 2379 volta ad istituire un gruppo investigativo di esperti che raccolga prove contro i jihadisti di tutto il mondo che hanno commesso crimini in Iraq;
    i crimini commessi dal sedicente Stato islamico rappresentano l'acuzie di un fenomeno di intolleranza religiosa che, pur avendo il suo sanguinario epicentro in Medio Oriente, ormai ha assunto proporzioni, latitudini e vastità inaudite e sino ad oggi sconosciute, con una particolare recrudescenza nei confronti dei cristiani;
    se appare, quindi, meritevole agire sul piano internazionale affinché venga fatta luce sui crimini commessi dal sedicente Stato islamico, per rendere giustizia alla memoria delle vittime della violenza islamista in Iraq, secondo il mandato della risoluzione n. 2379 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, è altrettanto necessario, oltre che fatalmente intrecciato e connesso, allargare il campo di azione, indagine, prevenzione e contrasto alla violenza e all'intolleranza religiosa;
    la persecuzione delle minoranze religiose e, in particolare, dei cristiani è, infatti, il tratto comune che ha unito Isis e unisce i jihadisti in tutta l'area del Medio Oriente ed è perpetrata con modalità identiche a quelle riservate agli yazidi;
    in Siria, per 5 anni, le truppe del Governo e le milizie locali, supportate dalle superpotenze straniere, hanno combattuto per arrestare l'avanzata dell'Isis prima e per riconquistare i territori occupati poi, pagando un caro prezzo di sangue per difendere la libertà e la sovranità, all'interno della cui cornice era garantito il pluralismo religioso;
    in Stati quali Iraq e Siria il genocidio compiuto dall'Isis ha avuto effetti devastanti sulle locali minoranze religiose e il rapporto di «Aiuto alla Chiesa che soffre», relativo alla persecuzione dei cristiani nel mondo, mostra chiaramente come lo sradicamento dei cristiani, insieme a quello delle altre minoranze religiose, sia stato lo specifico e dichiarato obiettivo dei gruppi estremisti che agiscono in Iraq, in Siria e in altre aree della regione, incluso l'Egitto dove si ricordano i tre tragici attentati avvenuti nel 2017;
    allargando il campo, ma sempre rimanendo nei confini della persecuzione religiosa, assume la forma del genocidio anche quello in atto contro i cristiani in Nigeria, dove all'azione della setta islamista Boko Haram si uniscono le violenze commesse da pastori estremisti di etnia fulani, che hanno devastato villaggi cristiani e ucciso molti fedeli, con una sorte di complicità a livello governativo;
    conclusivamente è evidente che il fondamentalismo islamico continua ad essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani e di altre minoranze religiose, estendendo le sue «fauci» in varie aree;
    parimenti deve far riflettere anche l'ascesa del nazionalismo religioso come prorompente fonte di persecuzione anti-cristiana, in particolare in Medio Oriente e Sud-Est asiatico e non va sottaciuto il ruolo di regimi totalitari, quale quello nordcoreano o la Cina;
    non può non essere sottolineato, nel quadro particolarmente problematico complessivo, la situazione del Pakistan, dove risultano notevolmente attive cellule del Daesh e dove, altresì, opera la legge sulla blasfemia, che spesso appare utilizzata come strumento per perseguitare le minoranze religiose, anche perché non prevede l'onere della prova per chi accusa;
    secondo i dati forniti dalla Commissione nazionale di giustizia e pace, un organismo della Chiesa cattolica pakistana, dal 1987 alla fine del 2017 le persone accusate di blasfemia sono 1.534. Di queste 774 sono musulmane, 501 ahmadi (minoranza islamica), 219 cristiane, 29 indù e 11 di altre fedi. Attualmente sono 187 i casi di cristiani accusati di aver profanato il Corano o diffamato Maometto;
    il quadro sopra rappresentato trova drammatica conferma nell'ormai famosa e accreditata indagine della organizzazione non governativa Portes ouvertes/Open doors, cosiddetta World watch list del 2019, che, prendendo in esame il periodo 1o novembre 2017 – 31 ottobre 2018, ha concluso che sono oltre 245 milioni (1 su 9) i cristiani nel mondo che sperimentano alti livelli di persecuzione, che 4.305 cristiani sono stati uccisi per cause legate alla loro fede, che 1.847 chiese ed edifici cristiani sono stati distrutti per intolleranza religiosa, che 3.150 cristiani sono stati arrestati o condannanti o detenuti senza processo a causa della loro fede;
    non difformi sono le conclusioni di «Aiuto alla Chiesa che soffre», che, nel suo tradizionale rapporto sulla libertà religiosa, ha identificato 38 Paesi in cui si registrano gravi o estreme violazioni della libertà religiosa, mentre altri 21 Paesi sono classificati come di persecuzione e altri 17, invece, sono luoghi di discriminazione, per concludere che il 61 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui non vi è rispetto per la libertà religiosa, il 9 per cento in nazioni dove vi è discriminazione e l'11 per cento in Stati in cui vi è persecuzione. Tali persecuzioni colpiscono, secondo il rapporto, 300 milioni di cristiani;
    appare, dunque, necessaria la creazione di un tribunale internazionale per giudicare i crimini commessi dai miliziani dell'Isis in Siria e in Iraq, secondo il modello delle Corti per l'ex Jugoslavia e il Rwanda, con l'obiettivo di scongiurare che crimini di guerra, quali decapitazioni, stupri, riduzione in schiavitù e massacri, restino impuniti;
    inoltre, è indispensabile un'azione complessiva e globale in relazione alla persecuzione dei cristiani che, purtroppo, non si limita al Medio Oriente, ma che, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, ha assunto latitudini, intensità e vastità prima sconosciute e ormai inquietanti, con una sorta di silenziosa complicità della comunità internazionale e segnatamente di quella europea e occidentale,

impegna il Governo:

1) a proporre, in sede Onu, di estendere il mandato previsto dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 2379 del 2017 anche ai crimini commessi dall'Isis in Siria;

2) a proporre, in sede Onu, la creazione di un tribunale internazionale per giudicare i crimini commessi dai miliziani dell'Isis in Siria e in Iraq sul modello delle Corti per l'ex Jugoslavia e il Rwanda, con l'accortezza specifica che tale tribunale non diventi il luogo per un processo politico al Governo legittimo siriano;

3) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a contrastare i fenomeni di persecuzione religiosa, con particolare riferimento alle minoranze cristiane, soprattutto nell'ambito di Stati e territori a prevalenza islamica, ove operano gruppi estremisti in vario modo connessi al fondamentalismo islamico;

4) a rendersi promotore in ambito internazionale di un'iniziativa volta a favorire il rientro dei cristiani d'Oriente nei propri Stati di appartenenza, che hanno dovuto abbandonare a causa di guerre e fenomeni di intolleranza religiosa.
(1-00234) «Lollobrigida, Meloni, Delmastro Delle Vedove, Caretta, Acquaroli, Baldini, Bellucci, Bucalo, Butti, Caiata, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gruppo religioso

discriminazione religiosa

cristiano