ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00223

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 207 del 12/07/2019
Abbinamenti
Atto 1/00199 abbinato in data 15/07/2019
Atto 1/00225 abbinato in data 15/07/2019
Atto 1/00226 abbinato in data 17/07/2019
Atto 1/00227 abbinato in data 17/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 11/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI 11/07/2019
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 11/07/2019
PASTORINO LUCA LIBERI E UGUALI 11/07/2019


Stato iter:
17/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/07/2019
Resoconto MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 15/07/2019
Resoconto CALABRIA ANNAGRAZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SENSI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 17/07/2019
Resoconto GUIDESI GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/07/2019
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 17/07/2019
Resoconto GUIDESI GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/07/2019
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TONELLI GIANNI LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto ALAIMO ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/07/2019

DISCUSSIONE IL 15/07/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/07/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/07/2019

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 17/07/2019

ACCOLTO IL 17/07/2019

PARERE GOVERNO IL 17/07/2019

DISCUSSIONE IL 17/07/2019

APPROVATO IL 17/07/2019

CONCLUSO IL 17/07/2019

Atto Camera

Mozione 1-00223
presentato da
MURONI Rossella
testo presentato
Venerdì 12 luglio 2019
modificato
Mercoledì 17 luglio 2019, seduta n. 210

   La Camera,
   premesso che:
    il 54 per cento della popolazione mondiale vive in aree urbane, una percentuale che dovrebbe aumentare fino al 66 per cento entro il 2050. Le proiezioni mostrano che l'urbanizzazione combinata con la crescita globale della popolazione mondiale potrebbe aggiungere altri 2,5 miliardi di persone alle popolazioni urbane entro il 2050, con quasi il 90 per cento dell'aumento concentrato in Asia e Africa, secondo un rapporto delle Nazioni Unite;
    la revisione del 2014 del World Urbanization Prospects da parte della divisione popolazione dell'Un Desa rileva che la più grande crescita urbana avverrà in India, Cina e Nigeria. Questi tre Paesi rappresentano il 37 per cento della crescita prevista della popolazione urbana mondiale tra il 2014 e il 2050. Entro il 2050 si prevede che l'India aggiunga 404 milioni di abitanti delle città, Cina 292 milioni e Nigeria 212 milioni;
    la popolazione urbana del mondo è cresciuta rapidamente da 746 milioni nel 1950 a 3,9 miliardi nel 2014. L'Asia, nonostante il suo basso livello di urbanizzazione, ospita il 53 per cento della popolazione urbana mondiale, seguita dall'Europa con il 14 per cento e dall'America Latina e Caraibi con il 13 per cento;
    si prevede che la popolazione urbana mondiale supererà i sei miliardi entro il 2045. Gran parte della prevista crescita urbana avverrà nei Paesi delle regioni in via di sviluppo, in particolare in Africa. Di conseguenza, questi Paesi dovranno affrontare numerose sfide nel soddisfare le esigenze delle popolazioni urbane in crescita, tra cui alloggi, infrastrutture, trasporti, energia e occupazione, nonché servizi di base come l'istruzione e l'assistenza sanitaria;
    la gestione delle aree urbane è diventata, quindi, una delle maggiori e più importanti sfide del 21o secolo. La capacità di realizzare città sostenibili diventa centrale ed è necessario affrontare la questione in maniera strutturale per le implicazioni e gli impatti sociali ed economici che hanno sulla vita di milioni di persone, anche nelle nostre città ed in particolare nelle nostre periferie;
    appare inevitabile, quindi, che il Governo, le regioni e gli enti locali siano chiamati ad impegnarsi ad attuare politiche idonee a garantire che il fenomeno della crescita continua dell'urbanizzazione diventi sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale, evitando che al contrario l'ulteriore involuzione delle periferie lasci spazio ad ulteriore degrado ed esclusione sociale;
    oggi le periferie, in Italia sono, spesso, unicamente luoghi dove si assiste all'abbandono della loro storia e dell'identità, in quanto spesso ambiti urbani dove si perdono, oltre alla identità, forme di cittadinanza inclusive nonché relazioni;
    è del tutto evidente che il tema del riuso o della rigenerazione degli spazi urbani e, in particolare, delle periferie, e a partire da queste, deve entrare nell'agenda politica;
    non è un caso che a partire dalle periferie ma non solo, si assiste al fenomeno capillare di immobili vuoti composti da edifici ex industriali, caserme, case sfitte o invendute, oltre a strutture pubbliche vuote ed abbandonate e, sempre di più, anche spazi del terziario chiusi, uffici e banche;
    il tema del riuso e della rigenerazione delle aree urbane e, in particolare, delle loro periferie, non è relativo solo alle grandi aree urbane, ma riguarda anche piccoli centri;
    lo stato di salute delle nostre città e le condizioni di vita di chi ci vive, in particolare coloro che abitano nelle periferie, inducono all'amara e insostenibile constatazione della presenza di parchi e giardini pubblici in condizioni di degrado, di quartieri dormitorio e di una inutile cementificazione. Così come si registra l'assenza di servizi adeguati, siano essi riferiti a quelli sociali o alla mobilità, nonché l'assenza di luoghi d'incontro e di socializzazione, soprattutto per i più giovani. Per non dimenticare le scarse opportunità offerte alle attività di impresa e occupazionali;
    a promuovere e praticare percorsi e progetti di rigenerazione, dai singoli edifici ai quartieri, sono soprattutto i cittadini: comitati spontanei, associazioni, cooperative che intendono contrastare situazioni di degrado o rischi di speculazione; raramente questi percorsi partecipativi vedono un adeguato sostegno da parte di Governo e amministrazioni locali;
    la questione delle periferie non può essere affrontata con l'avvio di pur positivi programmi straordinari di interventi nelle periferie. Progettare e promuovere la rigenerazione urbana significa approcciare a questa in maniera strutturale, farla diventare una grande opera, una occasione di inclusione sociale, di riappropriazione degli spazi, di risposta ai bisogni abitativi, di volano occupazionale;
    nei Paesi più avanzati dell'Unione europea le politiche di rigenerazione urbana hanno un carattere strutturale e l'obiettivo di definire progetti di ecoquartieri, con il coinvolgimento diretto degli abitanti; in tale visione le periferie rappresentano e devono rappresentare una risorsa;
    esistono nelle nostre aree urbane e, in particolare, nelle periferie ex fabbriche, immobili cielo-terra, pubblici e privati, ex scuole, ex immobili ad uso non abitativo, ex caserme che oggi non hanno più le funzioni originarie in quanto fuori dal contesto odierno anche economico, luoghi inutili per i loro fini originari ma che possono diventare occasione di innalzamento della qualità della vita, di coesione sociale, di risposta al fabbisogno sociale reale;
    il degrado, la riduzione, se non l'azzeramento, di servizi essenziali, dall'abitativo a basso costo, al sociale, al culturale, al sanitario, e la contestuale assenza di pianificazione e anche del minimo ascolto da parte delle istituzioni anche di prossimità hanno dato vita a contesti di illegalità e di esclusione che pesano enormemente sulle condizioni di vita nelle periferie;
    non è un caso che le periferie delle nostre aree urbane ma anche nelle aree svantaggiate e nei comuni oggetto di abbandono da parte dei giovani, sono i contesti in cui vi è la maggiore presenza di giovani disoccupati, inoccupati e demotivati, di nuclei familiari sotto la soglia di povertà per i quali anche interventi come il reddito di cittadinanza rappresentano un effetto placebo o di riduzione del danno, ma che non incidono e non cambiano le loro condizioni di vita;
    nelle aree urbane e non solo nelle grandi aree urbane si è passati da una cementificazione del territorio massiva con una presenza di immobili in eccesso, alla situazione attuale in cui si trovano luoghi e immobili di vita, sociali e di lavoro senza persone. Non a caso dal 1948 al 2000 si è assistito ad una urbanizzazione cresciuta del 400 per cento, mentre la popolazione è cresciuta solo del 27 per cento;
    oggi in Italia si registra la presenza di un patrimonio immobiliare di sei milioni di beni, tra questi abitazioni e immobili pubblici, «parapubblici» e privati, come ex fabbriche, siti industriali dismessi, ex scuole, ex asili, cinema e teatri vuoti, case del Popolo, ospedali, stazioni dismesse, case cantoniere, beni confiscati alla mafia;
    per affrontare i gravi problemi di marginalizzazione sociale e di degrado urbanistico ed edilizio, della carenza e della scarsa qualità di spazi aperti e attrezzature collettive, della insufficiente integrazione dei servizi agli abitanti, che sono alla base dell'affermarsi di atti illegali e di crescita della criminalità, non serve parlare di sicurezza e legalità in termini astratti, bisogna operare sulle e nelle periferie per farle diventare non estranee al centro urbano, né ai margini, ma un volano di riscatto sociale, economico e occupazionale;
    le periferie non devono essere o rimanere solo luoghi o contenitori di immigrati e delle fasce di abitanti più vulnerabili che esprimono anche livelli di illegalità, e sono terreno fertile per le reti e le organizzazioni criminali;
    il tessuto sociale così degradato nelle periferie e l'assenza di risposte concrete al fabbisogno reale di servizi sociali, abitazioni e di occupazione diventano anche terreno fertile per intolleranza e razzismo, in una assurda contrapposizione tra poveri italiani e immigrati che hanno ed esprimono gli stessi bisogni;
    le aree urbane diventeranno solidali ed inclusive solo se con programmi adeguati e interventi di rigenerazione slegati da impostazioni speculative saranno capaci di far diventare, a tutti gli effetti, le periferie parte dell'area urbana stessa e non solo contigua e ricettacolo di esclusione sociale e marginalizzazione, quindi con pieni diritti di cittadinanza,

impegna il Governo:

1) ad assumere la questione delle periferie delle aree urbane e della necessità di programmi di rigenerazione urbana, nonché del riuso degli immobili inutilizzati pubblici e privati da finalizzare ad uso abitativo, sociale, culturale, socio-sanitario, in quanto interventi di contrasto al degrado, come strategica e strutturale, adottando tutte le iniziative di carattere programmatico e finanziario necessarie, nonché le opportune iniziative normative;

2) a prevedere già nel disegno di legge di bilancio per il 2020 una postazione di bilancio, almeno decennale, a sostegno dei programmi di regioni e comuni finalizzati alla rigenerazione delle periferie a partire prioritariamente dal riuso degli immobili pubblici e privati, nonché delle aree dismesse, anche come forma efficace di contrasto al consumo del suolo, attraverso un piano di recupero, di intesa con le regioni e i comuni, di immobili da destinare prioritariamente ad edilizia residenziale pubblica, ovvero alla locazione a costi sostenibili, anche in relazione alle esigenze di studenti fuorisede e giovani coppie, ovvero ad uso sociale, culturale e sanitario, avente come obiettivo la coesione sociale e il contrasto alla povertà, assumendo la rigenerazione urbana anche come volano occupazionale;

3) ad avviare un piano nazionale di riconversione energetica nell'ambito della rigenerazione urbana, nonché ad adottare iniziative per la riqualificazione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica tramite interventi di risparmio energetico e di contrasto alla povertà energetica;

4) a prevedere, d'intesa con la Conferenza delle regioni e con l'Anci, forme effettive di coinvolgimento e percorsi partecipativi nei programmi di rigenerazione urbana degli abitanti, delle associazioni di abitanti, dei sindacati, delle associazioni di volontariato sociale e ambientalista e delle università;

5) ad adottare iniziative per favorire la rigenerazione urbana, basate sul riuso dell'esistente finalizzato a rispondere al fabbisogno abitativo di edilizia residenziale pubblica, sociale nonché culturale, che contrastino l'esclusione sociale e il degrado nelle periferie delle aree urbane.
(1-00223)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Muroni, Fassina, Fornaro, Pastorino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

popolazione urbana

popolazione mondiale

zona urbana