ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00209

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 196 del 25/06/2019
Abbinamenti
Atto 1/00198 abbinato in data 26/06/2019
Atto 1/00202 abbinato in data 26/06/2019
Atto 1/00203 abbinato in data 26/06/2019
Atto 1/00204 abbinato in data 26/06/2019
Firmatari
Primo firmatario: VALENTINI VALENTINO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 25/06/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 25/06/2019
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 25/06/2019


Stato iter:
26/06/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 26/06/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 26/06/2019
Resoconto BOLDRINI LAURA LIBERI E UGUALI
Resoconto DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA
Resoconto VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
 
PARERE GOVERNO 26/06/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 26/06/2019

DISCUSSIONE IL 26/06/2019

NON ACCOLTO IL 26/06/2019

PARERE GOVERNO IL 26/06/2019

RESPINTO IL 26/06/2019

CONCLUSO IL 26/06/2019

Atto Camera

Mozione 1-00209
presentato da
VALENTINI Valentino
testo presentato
Martedì 25 giugno 2019
modificato
Mercoledì 26 giugno 2019, seduta n. 197

   La Camera,
   premesso che:
    dal 25 marzo 2015 la coalizione internazionale guidata dall'Arabia Saudita, formata da Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Bahrain, Egitto e Sudan, sostenuta da Stati Uniti e Regno Unito, ha lanciato una vasta offensiva contro il gruppo armato Huthi in Yemen;
    secondo le Nazioni Unite, a quattro anni dall'inizio della guerra sono stati 70 mila i morti e 24 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza e protezione. Oltre 10 milioni non riescono a sopravvivere senza aiuti alimentari d'emergenza e gli sfollati sono oltre 3 milioni e 300 mila. Per l'organizzazione non governativa Armed conflict location & event data project, le vittime del conflitto sarebbero addirittura 91.600; solo nel 2019 sarebbero state uccise 11.900 persone, contro le 30.800 del 2018;
    l'impatto delle armi esplosive sui bambini, i soggetti più vulnerabili, è particolarmente grave in quanto spesso le lesioni richiedono cure specialistiche e interventi chirurgici complessi in un territorio dove strutture ospedaliere e sanitarie sono state distrutte dai bombardamenti e le attrezzature mediche sono sempre più insufficienti, a causa del blocco di fatto delle importazioni, dell'insicurezza e delle restrizioni all'accesso umanitario;
    con le risoluzioni 2201/2015 e 2216/2015 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso una chiara condanna delle azioni unilaterali intraprese dagli Huthi, con il colpo di Stato che ha portato allo spodestamento del Governo in carica nello Yemen. In particolare, la risoluzione n. 2216 dell'aprile 2015 chiedeva agli Huthi di ritirarsi dai territori occupati con la forza, compresa la capitale Sana'a e di restituire le armi sottratte all'esercito regolare. Tali testi hanno costituito la cornice negoziale delle ripetute e fragili tregue sottoscritte in questi anni, ma che non ha consentito la definizione di un accordo risolutivo;
    il 13 dicembre 2018 a Stoccolma, alla fine dei pre-colloqui negoziali mediati dall'Onu, è stato siglato un accordo tra i rappresentanti del Governo riconosciuto dalla comunità internazionale e gli insorti Houti che è entrato in vigore il 18 dicembre 2018. L'accordo prevedeva, tra l'altro, il «cessate il fuoco» immediato per la città di Hodeida e l'omonimo governatorato, lo scambio di quindicimila prigionieri, la costituzione di una commissione per sbloccare l'assedio della città di Taiz e l'impegno a continuare «senza condizioni» le consultazioni alla fine di gennaio 2019;
    con la risoluzione 2451/2019, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha fatto proprio l'accordo di Stoccolma e autorizzato l'invio di un team di osservatori a Hodeida, con un mandato di trenta giorni, mentre con la risoluzione 2452/2019 è stata istituita una missione di sostegno all'accordo sulla città (UN mission to support the Hodeida agreement, Unmha), nonché il dispiegamento di osservatori;
    ad inizio 2019 è cominciata la missione degli osservatori delle Nazioni Unite che ha però incontrato, fin da subito, numerose difficoltà, tanto che le previste riunioni sono diventate sempre più sporadiche;
    in tale contesto, dal mese di gennaio 2019 il Paese è stato scosso da una serie di attentati che hanno messo ulteriormente in difficoltà la mediazione dell'Onu. Il capo delle operazioni per il monitoraggio del «cessate il fuoco», generale Michael Lollesgaard, ha recentemente rilevato che il ritiro degli Huthi non è stato completato, in violazione dell'accordo del dicembre 2018 a Stoccolma;
    è in vigore un embargo internazionale sulle armi nei confronti dei ribelli Huthi sostenuti dall'Iran e, secondo la 18o relazione annuale dell'Unione europea sulle esportazioni di armi, gli Stati membri dell'Unione hanno continuato ad autorizzare il trasferimento di armi verso l'Arabia Saudita, in violazione della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell'8 dicembre 2008;
    la Germania ha sospeso temporaneamente le proprie licenze di esportazione di armi verso l'Arabia Saudita fino al 30 settembre 2019. A loro volta altri Stati europei (Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi) hanno sospeso la concessione di nuove licenze di esportazione di armi verso l'Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, sulla scia delle risoluzioni del Parlamento europeo del 25 ottobre e del 14 novembre 2018, mentre il Regno Unito, a seguito del verdetto della Corte d'appello di Londra che ha dichiarato illegale una delle procedure finora seguite nel rilascio di autorizzazioni per l'esportazione di armi, ha deciso di sospendere le nuove forniture belliche all'Arabia Saudita e agli altri Paesi della coalizione;
    la legge italiana sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, la legge n. 185 del 1990, e successive modificazioni ed integrazioni, è particolarmente severa e prevede un sistema di controllo e di autorizzazione scrupoloso ed articolato in materia di armamenti convenzionali,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi nelle competenti sedi internazionali ed europee per la promozione di iniziative per la risoluzione diplomatica e multilaterale del conflitto in Yemen, per l'arresto immediato dei bombardamenti e per la ripresa di negoziati di pace tra le parti coinvolte sotto l'egida delle Nazioni Unite;
2) a promuovere anche interventi finanziari per gli aiuti umanitari, in quanto l'attuale fondo di intervento per gli aiuti umanitari dell'Onu non riesce a raggiungere i milioni di yemeniti bisognosi di assistenza e colpiti da una catastrofe umanitaria di vaste proporzioni;
3) ad assumere iniziative affinché le parti coinvolte nella guerra in Yemen siano tenute al rispetto e alla tutela di ospedali e personale medico, come previsto dal diritto umanitario internazionale, tenendo conto che un attacco deliberato contro i civili e le infrastrutture civili costituisce crimine di guerra;
4) a promuovere iniziative a livello multilaterale di embargo sulle armi per tutte le parti in conflitto in Yemen e per arrestare le gravi violazioni dei diritti umani ripetutamente denunciate;
5) a proseguire la rigorosa applicazione delle disposizioni della legge n. 185 del 1990 in relazione alle richieste di imprese italiane volte a ottenere la licenza di esportazione di armi e ad adottare iniziative per imporre prescrizioni e divieti, ove fossero accertate violazioni da parte degli organismi internazionali.
(1-00209) «Valentini, Orsini, Occhiuto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

controllo delle esportazioni

esportazione comunitaria