ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00169

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 158 del 08/04/2019
Abbinamenti
Atto 1/00163 abbinato in data 08/04/2019
Atto 1/00166 abbinato in data 08/04/2019
Atto 1/00168 abbinato in data 08/04/2019
Atto 1/00167 abbinato in data 08/04/2019
Atto 1/00170 abbinato in data 11/04/2019
Atto 1/00171 abbinato in data 11/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: CALABRIA ANNAGRAZIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 08/04/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
CARFAGNA MARIA ROSARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
BIGNAMI GALEAZZO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
CANNIZZARO FRANCESCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
FIORINI BENEDETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
GAGLIARDI MANUELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
MANDELLI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
MINARDO ANTONINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
PEREGO DI CREMNAGO MATTEO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
PITTALIS PIETRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
ROTONDI GIANFRANCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
RUFFINO DANIELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SACCANI JOTTI GLORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SCOMA FRANCESCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SILLI GIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
TRIPODI MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
ZANELLA FEDERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/04/2019
LABRIOLA VINCENZA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
RIPANI ELISABETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
FASANO VINCENZO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
NAPOLI OSVALDO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
DELLA FRERA GUIDO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
TARTAGLIONE ANNAELSA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
FATUZZO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
GIACOMETTO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/04/2019
SOZZANI DIEGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 10/04/2019


Stato iter:
11/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/04/2019
Resoconto MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/04/2019
Resoconto LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MAMMI' STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI
Resoconto PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 08/04/2019
Resoconto FONTANA LORENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (FAMIGLIA E DISABILITA')
 
PARERE GOVERNO 11/04/2019
Resoconto FONTANA LORENZO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (FAMIGLIA E DISABILITA')
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/04/2019
Resoconto TOCCAFONDI GABRIELE MISTO-CIVICA POPOLARE-AP-PSI-AREA CIVICA
Resoconto COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI
Resoconto VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto CALABRIA ANNAGRAZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto PALMIERI ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 11/04/2019
Resoconto BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/04/2019

DISCUSSIONE IL 08/04/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/04/2019

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 09/04/2019

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/04/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 11/04/2019

NON ACCOLTO IL 11/04/2019

PARERE GOVERNO IL 11/04/2019

DISCUSSIONE IL 11/04/2019

RESPINTO IL 11/04/2019

CONCLUSO IL 11/04/2019

Atto Camera

Mozione 1-00169
presentato da
CALABRIA Annagrazia
testo presentato
Lunedì 8 aprile 2019
modificato
Giovedì 11 aprile 2019, seduta n. 161

   La Camera,
   premesso che:
    la famiglia è la cellula su cui si fonda e cresce l'intera società. Lo Stato ne riconosce la funzione sociale all'articolo 29 della Costituzione, che individua infatti la famiglia come società naturale, e all'articolo 31 stabilisce che: «La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose»;
    in Italia il sistema fiscale interviene come se la capacità contributiva delle famiglie non fosse condizionata dalla presenza di figli e dall'eventuale scelta di uno dei due coniugi di dedicare parte del proprio tempo a curare, crescere ed educare i figli. Investire nelle politiche familiari significa, pertanto, investire sulla qualità stessa della struttura sociale e, in definitiva, sullo stesso futuro della società;
    se in questi ambiti fossero introdotte maggiori agevolazioni si tornerebbe a ragionare di «famiglia» in un'ottica di investimento sul futuro, generando un nuovo processo virtuoso per la natalità e la crescita economico-sociale del Paese;
    in Italia, nell'ambito delle politiche di welfare, la spesa per la famiglia è la voce meno consistente (1,4 per cento spesa sociale) ed è la più bassa se confrontata con il resto dei Paesi europei;
    l'assenza di efficaci politiche per l'infanzia e la carenza di strutture e di servizi socio-educativi per l'infanzia, continuano a rappresentare uno dei problemi cronici del nostro Paese. I pesanti e costanti tagli agli enti territoriali imposti in questi ultimi anni, hanno contribuito a peggiorare la situazione dal punto di vista sia della qualità dei suddetti servizi che dei costi;
    tra il 2004 e il 2012 i comuni, titolari dell'offerta pubblica sul territorio, avevano molto investito sui servizi per la prima infanzia, con risorse passate da 1,1 a 1,6 miliardi di euro (+47 per cento). Poi è iniziato il calo di risorse, con una contrazione della spesa;
    è evidente lo scarto ancora esistente tra le reali esigenze delle famiglie nel poter disporre di strutture e di servizi socio-educativi per l'infanzia, e la concreta possibilità di soddisfare queste esigenze. Poche sono le regioni che possono vantarsi di aver raggiunto il traguardo del 33 per cento fissato dall'Unione europea. Il Consiglio europeo nel 2002 a Barcellona, ha posto come traguardo per gli Stati membri che i posti disponibili nei servizi per la prima infanzia avrebbero dovuto coprire entro il 2010 almeno un terzo della domanda potenziale, cioè il 33 per cento dei bambini sotto i 3 anni. Obiettivo recepito anche dal decreto legislativo 65 del 2017 che ha ribadito questo impegno, ma che è finora rimasto sulla carta. Non c’è stato alcun aumento delle risorse;
    con riferimento all'offerta di asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia, il comunicato dell'Istat del 21 marzo 2019 indica come i posti disponibili coprono il 24 per cento del potenziale bacino di utenza (bambini residenti sotto i 3 anni). Tale dotazione è ancora sotto al citato parametro del 33 per cento fissato per sostenere la conciliazione della vita familiare e lavorativa e promuovere la maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro;
    la diffusione dei servizi risulta molto eterogenea sul territorio. I posti variano da un minimo del 7,6 per cento dei potenziali utenti in Campania a un massimo del 44,7 per cento in Valle D'Aosta;
    l'offerta comunale degli asili nido e altri servizi socio-educativi mostra fortissime sperequazioni regionali;
    la spesa media dei comuni a livello regionale varia da un minimo di 88 euro l'anno per un bambino residente in Calabria a un massimo di 2.209 euro l'anno nella Provincia autonoma di Trento;
    come rilevato anche dall'Ocse, esiste un nesso causale immediato e diretto fra la scarsa disponibilità di servizi pubblici per l'infanzia e la disoccupazione femminile: è di tutta evidenza, infatti, che le donne-madri che non possono affidare il bambino ad altri componenti del nucleo familiare o sostenere il costo di servizi di asilo nido privati o baby-sitting non abbiano altra scelta che sacrificare in tutto o in parte al proprio lavoro;
    diversi sono gli ambiti sui quali è indispensabile agire per favorire la famiglia e la natalità: oltre ai citati servizi per l'infanzia, è necessario intervenire sulla disoccupazione in particolare quella giovanile, su una reale politica di conciliazione della vita familiare e lavorativa, sulla povertà minorile. Tutti aspetti che scoraggiano le coppie più giovani a costruire una famiglia;
    ad aggravare fortemente la situazione delle famiglie italiane contribuisce in maniera determinante la recessione economica a cui ci ha condotto questo Governo;
    gli ultimi dati Istat certificano che il reddito disponibile delle famiglie consumatrici nel quarto trimestre 2018 è diminuito dello 0,2 per cento in termini nominali e dello 0,5 per cento in termini reali, rispetto ai tre mesi precedenti. A questo si aggiunge la recente analisi dell'Ocse che confermano come le condizioni di vita nel nostro Paese, siano le stesse di inizio millennio;
    è in aumento il numero di coloro che non si sentono in grado di dare le giuste garanzie alla propria famiglia con il proprio lavoro;
    persiste il preoccupante costante calo della natalità che affligge da troppi anni il nostro Paese, conseguenza anche dell'inadeguatezza dei servizi per l'infanzia a supporto delle famiglie, la sostanziale assenza di specifici ed efficaci aiuti finanziari a favore della famiglia, nonché la carenza di politiche volte a favorire le pari opportunità tra uomini e donne;
    l'Istat ci ricorda che nel nostro Paese nel 2018 si contano 449 mila nascite, ossia 9 mila in meno del precedente minimo registrato nel 2017. Rispetto al 2008 risultano 128 mila nati in meno;
    il saldo naturale nel 2018 è negativo (-187 mila), risultando il secondo livello più basso nella storia dopo quello del 2017 (-191 mila);
    gli effetti di un così basso tasso di natalità sono economicamente e socialmente pericolosi. Ciò risulta tanto più grave se si considera che, negli ultimi 10-15 anni, i giovani hanno sempre più posticipato la decisione di sposarsi ed avere dei figli;
    non c’è alcuna iniziativa strutturale volta a sostenere quei giovani che, senza aiuti da parte dello Stato, mettono al mondo dei figli, compiendo sul fronte personale un gesto tanto naturale quanto coraggioso, con pochissimo sostegno da parte delle istituzioni;
    mancano efficaci misure a sostegno della famiglia, laddove sarebbero necessarie anche politiche, soprattutto fiscali, dedicate e più mirate, tra le quali l'introduzione del quoziente familiare, in grado di favorire la creazione di nuovi nuclei familiari, con riguardo a quelli più numerosi, e di sostenere quelli esistenti. Particolarmente penalizzati sono poi i nuclei familiari più numerosi;
    giova infatti ricordare che il rischio di povertà cresce all'aumentare dei figli minori presenti in famiglia: l'incidenza si attesta al 10,5 per cento tra le famiglie con almeno un figlio e raggiunge il 20,9 per cento tra quelle con tre o più figli. Tra gli individui più a rischio anche le donne, stimate in 2 milioni 472 mila. I giovani tra i 18 e i 34 anni sarebbero, invece, un milione e 112 mila (il 10,4 per cento, è il valore più elevato dal 2005);
    sotto questo aspetto il Governo, con le misure finora proposte in questa legislatura non ha previsto nulla, e poco o nulla c’è nella legge di bilancio approvata nel dicembre scorso;
    peraltro, con specifico riguardo alle famiglie e in particolare a quelle più numerose, lo stesso reddito di cittadinanza pensato da questo Governo e da poco approvato dal Parlamento, e che dovrebbe sostenere le famiglie in situazioni di estrema necessità, finisce per essere fortemente iniquo nei confronti dei nuclei familiari più numerosi o dove è presente una persona disabile. Infatti: il contributo all'affitto non aumenta all'aumentare dei componenti della famiglia; la scala di equivalenza (insieme di coefficienti che consente di calcolare l'ammontare mensile da corrispondere a famiglie che hanno più di un componente) per come è stata concepita penalizza le famiglie numerose rispetto ai singoli individui; nuclei familiari con lo stesso Isee sono inclusi o esclusi dall'erogazione del beneficio sulla base della numerosità dei componenti. È chiaro quindi come il reddito di cittadinanza finisce per essere molto più generoso nei confronti dei nuclei familiari composti da una sola persona e molto meno generoso per quanto riguarda le famiglie numerose. E questa misura è ancora più penalizzante laddove all'interno del nucleo familiare vi sia una persona con disabilità;
    così come nulla si sta facendo e poco si è fatto in questi ultimi anni, in materia di politica di conciliazione della vita familiare e lavorativa;
    nonostante il generale miglioramento di questi anni del tasso di occupazione femminile, permangono profonde differenze sul territorio riguardo alla loro partecipazione delle donne al mercato del lavoro;
    il fenomeno del cosiddetto gender pay gap, ossia il divario retributivo di genere che caratterizza il nostro Paese è altresì un tema centrale attraverso il quale devono passare necessariamente lo sviluppo e la crescita economia, sociale e culturale dell'Italia;
    ormai da anni il World Economic Forum (WEF) redige il Global Gender Gap Report attraverso cui si classificano i Paesi sulla scorta degli indici di gender pay gap, cioè la differenza in termini di opportunità, status e attitudini tra i due sessi. Nonostante il Report 2018 ci offra una immagine dell'Italia lievemente migliore rispetto a quella del Report 2017 (siamo passati dall'ottantaduesimo posto al settantesimo su 149 Paesi, dopo però essere calati tra il 206 e il 2017 di ben trentadue posizioni), il divario tra uomini e donne sul piano della retribuzione e delle opportunità appare evidentemente allarmante;
    nella classifica globale pubblicata a fine 2018 l'Italia si attesta al 118esimo posto per opportunità e partecipazione alla vita economica e lavorativa femminile. Siamo invece quartultimi tra i Paesi dell'Europa Occidentale;
    vale la pena in questa sede ricordare che con il codice delle pari opportunità (decreto legislativo n. 198 del 2006) il legislatore ha introdotto nell'ordinamento previsioni normative indirizzate specificatamente alla parità di genere nel mondo del lavoro. Previsioni che ci accorgiamo non sono sufficienti a tutelare la donna lavoratrice;
    è necessario implementare sensibilmente le misure a sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, adottando un approccio che parte dalla domanda e dalla necessità delle donne, madri e lavoratrici, attraverso maggiori incentivi e sgravi fiscali all'assunzione, favorendo le misure di conciliazione fra carichi familiari e lavoro, nonché, come si è visto, un intervento massiccio per il rafforzamento delle reti per l'infanzia. Questo avrebbe ritorni importanti sia sotto il profilo della crescita demografica che della natalità, che sotto il profilo dell'affermazione del ruolo della donna-lavoratrice nella nostra società;
    nell'ultima legge di bilancio nessuna misura, al di là di qualche proroga di norme già vigenti, è stata proposta e approvata dal Governo;
    il risultato è che una delle poche iniziative legislative con le quali si è contraddistinto il Governo, è stata la mancata proroga di un'importante misura introdotta nel 2012 in via sperimentale, ma che era sempre stata prorogata negli anni, ossia il beneficio per il servizio di baby sitting per le mamme che rinunciano al congedo parentale. Questa norma consentiva alle mamme di «scambiare» il congedo parentale con un bonus fino a 600 euro mensili per un massimo di sei mesi (quelli previsti per il congedo parentale facoltativo) per pagare la baby sitter o l'asilo nido. Pertanto dal 1o gennaio 2019, le madri lavoratrici non possono più presentare domanda per l'accesso al beneficio;
    nel corso dell'esame parlamentare della legge di bilancio 2019, Forza Italia ha presentato molte proposte emendative, con misure a sostegno delle famiglie e della genitorialità, ma non accolte dal Governo e dalla maggioranza che lo sostiene,

impegna il Governo:

1) ad assumere le opportune iniziative normative volte a introdurre l'istituto del quoziente familiare, individuando quindi il nucleo familiare e non il singolo contribuente quale soggetto passivo dell'Irpef, con conseguenti ed evidenti benefici per le famiglie più numerose;
2) ad assumere iniziative per predisporre ulteriori opportuni benefici e un incremento delle attuali agevolazioni fiscali per le famiglie, al fine di favorire la genitorialità e la formazione di nuovi nuclei familiari, prevedendo, tra l'altro:
   a) di mettere a regime e aumentare l'attuale assegno di natalità;
   b) di reintrodurre il beneficio per il servizio di baby sitting per le mamme che rinunciano al congedo parentale, previsto dalla legge 28 giugno 2012, n. 92, e non prorogato dal Governo;
   c) di aumentare le detrazioni per ciascun figlio, e quelle incrementali previste per ogni figlio portatore di handicap;
   d) di aumentare l'importo massimo entro il quale è possibile beneficiare delle detrazioni per le spese sostenute per gli addetti all'assistenza personale nei casi di non autosufficienza;
   e) di riformare il sistema delle adozioni, snellendo il procedimento burocratico; incrementare le risorse a favore del Fondo per il sostegno delle adozioni internazionali;
   f) di incrementare le risorse a favore del Fondo di garanzia per la prima casa (legge n. 147 del 2013), istituito con priorità per l'accesso al credito da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali con figli minori;
3) ad assumere iniziative per prevedere l'implementazione di misure volte a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, anche prevedendo sgravi fiscali per le aziende che assumono neomamme e donne in età fertile e l'esenzione contributiva per le assunzioni effettuate in sostituzione di donne in congedo maternità;
4) ad aumentare le iniziative normative e le risorse destinate alla conciliazione tra vita professionale e vita privata anche prevedendo iniziative e risorse volte a promuovere il ricorso a forme di lavoro agile per le donne lavoratrici, con particolare riguardo alle lavoratrici con funzioni di cura familiare, nonché incrementando il Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, di cui alla legge n. 247 del 2007, garantendo comunque che un'organizzazione aziendale che incentivi la suddetta conciliazione, non finisca per favorire l'allontanamento della donna dalle relazioni di lavoro e dall'opportunità di formazione e carriera;
5) a valutare l'opportunità di assumere iniziative per introdurre una normativa pensionistica agevolata per le lavoratrici madri che possono vedersi scontato fino a 3 anni di periodo contributivo necessario per andare in pensione in base al numero di figli;
6) ad assumere iniziative per prevedere un aumento a dieci giorni, e la sua messa a regime, del congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio;
7) ad assumere iniziative volte ad introdurre e promuovere, attraverso accordi tra datori di lavoro e lavoratori, misure di monitoraggio e valutazione delle condizioni di lavoro e retribuzione tra generi, nonché volte a prevenire e contrastare eventuali disparità e discriminazioni in tale ambito, in particolare al fine di contribuire a salvaguardare le condizioni economiche delle famiglie;
8) a prevedere un incremento della quota di investimento pubblico nel welfare destinato alle famiglie, rispettando in tal modo il dettato costituzionale, e favorire conseguentemente la natalità e la crescita economica e sociale del Paese;
9) ad assumere iniziative per implementare le misure di sostegno alla paternità e alla maternità, con particolare riguardo alla necessità di avviare un piano pluriennale di investimenti, finalizzati a incrementare gli asili nido e i servizi socio-educativi per l'infanzia, riducendo le forti disomogeneità esistenti sul territorio nazionale nell'offerta di detti servizi, e per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti in ambito di Unione europea, prevedendo che una quota sia finalizzata anche a favorire con opportuni incentivi le imprese e altri luoghi di lavoro nella realizzazione di asili aziendali o interaziendali;
10) ad assumere le opportune iniziative, di concerto con gli enti locali, al fine di garantire un orario prolungato degli asili nido e l'apertura anche estiva delle medesime strutture, prevedendo un aumento dei trasferimenti a favore degli enti locali al fine di rendere economicamente sostenibile la previsione della gratuità dei medesimi.
(1-00169) «Calabria, Palmieri, Gelmini, Carfagna, Marrocco, Spena, Versace, Bagnasco, Battilocchio, Bignami, Cannizzaro, Fiorini, Gagliardi, Mandelli, Minardo, Mugnai, Nevi, Novelli, Perego Di Cremnago, Pettarin, Pittalis, Rotondi, Ruffino, Saccani Jotti, Scoma, Elvira Savino, Silli, Squeri, Maria Tripodi, Vietina, Zanella, Labriola, Ripani, Fasano, Napoli, Fitzgerald Nissoli, Della Frera, Tartaglione, Fatuzzo, Giacometto, Orsini, D'Attis, Sozzani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoro femminile

partecipazione delle donne

politica familiare