ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/03424/077

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 622 del 29/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: SPENA MARIA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 29/12/2021


Stato iter:
30/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/12/2021
FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 29/12/2021

PARERE GOVERNO IL 29/12/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/12/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 30/12/2021

CONCLUSO IL 30/12/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03424/077
presentato da
SPENA Maria
testo presentato
Mercoledì 29 dicembre 2021
modificato
Giovedì 30 dicembre 2021, seduta n. 623

   La Camera,

   premesso che:

    la manovra economica per il 2022 prevede disposizioni dotate di adeguate risorse da destinare al comparto agro-agroalimentare, poiché rappresenta uno dei settori nevralgici dell'economia del Paese, contribuendo al prodotto interno lordo per circa il 17 per cento;

    durante i lavori di esame sono state recepite alcune delle ulteriori urgenze inizialmente non considerate, segnalate da comparti in difficoltà, e recepite durante l'esame al Senato, ponendo in questo modo basi più solide per la ripresa. Ma alcuni settori in particolare sofferenza necessitano di ulteriori provvedimenti;

    ci si riferisce in particolare agli imprenditori agricoli del settore lattiero caseario, il primo settore alimentare italiano che rappresenta, da solo, più del 12 per cento del fatturato complessivo del food nazionale. Infatti il valore della produzione supera i 14,5 miliardi di euro e nel settore trovano impiego circa 25.000 lavoratori, per un indotto che coinvolge più di 100.000 famiglie;

    ogni anno, le imprese italiane producono un milione di tonnellate di formaggi – di cui 460.000 di prodotti DOP – tre milioni di tonnellate di latte alimentare, un miliardo e ottocentomila vasetti di yogurt e 160.000 tonnellate di burro;

    si tratta di prodotti di qualità, frutto di una nobile tradizione, di una sapienza tramandata di generazione in generazione e di una forte capacità innovativa;

    prodotti nobili, che utilizzano una materia prima delicata, di larghissimo consumo, grazie alla produzione italiana di latte che garantisce alle imprese un'importante attività produttiva, che dà lustro al Paese, crea ricchezza lungo la filiera e gode di un'immagine di qualità all'estero;

    il settore non è risparmiato dai problemi legati al ritardo strutturale del sistema produttivo del Paese: la mancanza di infrastrutture moderne, una rete viaria inadeguata, costi energetici e del lavoro superiori a quelli medi europei;

    il settore della produzione nazionale di latte ha inoltre una struttura dell'offerta composta per la maggior parte dei casi di piccoli produttori a cui si contrappone una domanda più concentrata, rappresentata da circa 1.500 acquirenti. Ciò fa sì che, di norma, le aziende agricole conferiscano l'intera produzione di latte a un unico acquirente e le imprese di trasformazione abbiano invece numerosi fornitori, infatti circa il 90 per cento dei primi acquirenti di latte ha più di un fornitore e circa la metà di essi ha un numero di fornitori superiore a 10;

    la crisi strutturale del settore del latte è caratterizzata da prezzi di cessione estremamente bassi e penalizzanti per gli allevatori, tanto che appaiono necessari strumenti normativi, anche in deroga alla normativa di concorrenza, volti a rafforzare il potere contrattuale degli allevatori e a garantire loro una maggiore stabilità di reddito;

    si consideri che nei mercati relativi ai prodotti derivati del latte, collocati immediatamente a valle della produzione agricola, una significativa pressione sui prezzi viene esercitata sia dal forte countervailing power delle catene di vendita, presenti anche con i propri marchi privati, sia dalla considerevole presenza dei marchi esteri e dei marchi nazionali che utilizzano anche materia prima estera;

    in questo contesto i produttori di latte, da mesi, stanno chiedendo il riconoscimento di un giusto compenso per il proprio latte, che tenga conto anche dei costi di produzione sempre più alti a causa dell'abnorme aumento dei costi di produzione in particolare a causa del rincaro delle materie prime e dei foraggi. Senza tali misure si rischia di compromettere la produzione di prodotti di ottima qualità e preziosi per i tanti territori italiani interessati;

    per questo motivo è stato sottoscritto un protocollo di intesa dall'intera filiera al tavolo convocato presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali al fine di risolvere la crisi del latte, prevedendo l'impegno della Grande distribuzione organizzata e delle imprese di trasformazione, incluse le cooperative, per adeguare con urgenza i compensi;

    il protocollo d'intesa sottoscritto da tutti i componenti della filiera, ancora inattuato, riconosce agli allevatori italiani un aumento fino a 4 centesimi, posto a carico della grande distribuzione e dei caseifici;

    grazie alla recente decisione dell'Autorità garante per la concorrenza nel mercato che ne ha riconosciuto la validità, a breve dovrebbero esservi le condizioni per rendere immediatamente operativo l'accordo di filiera raggiunto e far così cessare le pratiche speculative in atto sul prezzo del latte alla stalla;

    si segnala che il protocollo è finalizzato a sostenere solo transitoriamente, sino al 31 marzo 2022, il reddito degli allevatori, i quali versano in una situazione di effettiva emergenza a causa dei miseri compensi loro riconosciuti, mentre sarebbero necessarie misure strutturali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese di allevamento e salvaguardare in questo modo un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici ed evitare lo spopolamento e il degrado di interi territori soprattutto in zone svantaggiate;

    si consideri che tutto ciò accade nonostante il fatto che il latte spot sia venduto sul mercato a quotazioni record, rendendo ancor più insostenibile la situazione per gli allevatori,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di adottare opportuni provvedimenti in merito alle disposizioni previste dall'articolo 1, comma 214, della legge n. 190 del 2014, che ha istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario, dotando il capitolo 7100 di ulteriori adeguate risorse finalizzate a sostenere gli imprenditori agricoli del settore lattiero costretti a cedere il latte prodotto a un prezzo a volte persino inferiore al costo di produzione;

   a valutare la possibilità di prevedere interventi nel comparto lattiero caseario, anche miranti a superare i contenziosi ancora aperti in materia di quote-latte, anche per permettere a tutte le aziende di poter accedere agli aiuti previsti dalla PAC o da atti legislativi o amministrativi, adottati a livello nazionale, regionale o territoriale;

   a valore l'opportunità di istituire un Fondo finalizzato agli interventi promozionali per la tutela delle eccellenze del settore pesantemente colpito anche dalla crescita dei costi delle materie prime.
9/3424/77. Spena.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione di latte

latte

azienda lattiera