ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/03424/029

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 622 del 29/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: VARCHI MARIA CAROLINA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 29/12/2021
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 29/12/2021
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 29/12/2021


Stato iter:
30/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 30/12/2021
FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 29/12/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/12/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 30/12/2021

ACCOLTO IL 30/12/2021

PARERE GOVERNO IL 30/12/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 30/12/2021

CONCLUSO IL 30/12/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03424/029
presentato da
VARCHI Maria Carolina
testo presentato
Mercoledì 29 dicembre 2021
modificato
Giovedì 30 dicembre 2021, seduta n. 623

   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, che costituisce l'atto conclusivo e politicamente più rilevante del ciclo di bilancio, in quanto definisce i contenuti della manovra annuale di finanza pubblica, prevede lo stanziamento di 32 miliardi di euro da destinare, tra gli altri, a settori quali la riduzione della pressione fiscale, il sostegno alle imprese, lavoro e politiche sociali, sanità, scuola, infrastrutture ed emergenza sanitaria;

    poche sono le previsioni in materia di coesione territoriale, intervenendo principalmente sulla disciplina del credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno applicabile fino al 31 dicembre 2022, al fine di adeguare l'individuazione dei territori destinatari della misura agevolativa a quanto sarà previsto dalla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 (comma 175);

    nello scenario economico italiano, aggravato dalle conseguenze del perdurare della pandemia sanitaria, continua a porsi in primo piano la questione di un'Italia ancorata a due differenti velocità di sviluppo, sia in termini di divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali, sia di diseguaglianze interne alle stesse aree del Mezzogiorno;

    è un dato di fatto che le regioni del Sud Italia hanno subito, con molta più forza, i segni della crisi economica, e ciò lo evidenziano anche i dati relativi alla disoccupazione giovanile e la conseguente emigrazione, come anche quelli relativi al reddito e alla povertà, le cui cause primarie possono essere rinvenute in una condizione complessiva del Mezzogiorno che è data dalle infrastrutture, dall'impianto economico produttivo, dalla crisi imprenditoriale, e che rende questi territori particolarmente vulnerabili;

    la distanza tra il Centro-nord e il Sud non si limita al Pil pro-capite (il Prodotto lordo del Mezzogiorno e pari a 274 miliardi di euro, un quarto di quello del nord), ma riguarda tanti altri indicatori, come la continua migrazione delle forze giovanili verso altri regioni e verso l'estero, l'elevato numero di giovani che abbandonano gli studi in ragione delle condizioni di disagio complessivamente percepite, l'irrilevante capacità di attrazione di investimenti dall'estero, il peso ancor maggiore rispetto al resto della Nazione della burocrazia, dell'inefficienza istituzionale, della corruzione, della lentezza giudiziaria, dell'economia sommersa, della mancanza di strutture sanitarie adeguate; inoltre, sul mancato sviluppo delle regioni meridionali, incide pesantemente la criminalità organizzata;

    secondo il recente studio «I divari infrastrutturali in Italia: una misurazione caso per caso» della Banca d'Italia, la riduzione della spesa pubblica per investimenti è stata particolarmente intensa fra il 2009 e il 2019, passando dal 4,6 al 2,91 o del Pil. Sono diminuite le risorse destinate sia all'ampliamento che alla manutenzione delle infrastrutture, con conseguente allargamento del divario quantitativo e qualitativo rispetto agli altri Paesi europei e ovviamente ad averne risentito più di altri sono le aree del paese che già segnavano un ritardo;

    la dotazione di infrastrutture incide sulla capacità di crescere di un'economia e sul livello di benessere della collettività. La competitività delle imprese è strettamente legata alla disponibilità di una rete adeguata di trasporti e di telecomunicazioni, nonché alla qualità del servizio energetico e idrico – che rappresentano input essenziali dei processi di produzione;

    anche in termini di infrastrutture sociali, emerge un grado di «differenziazione territoriale molto spiccato»: la rete ospedaliera è particolarmente sviluppata nella fascia padana e in alcune aree centrali, mentre un cittadino residente in una regione meridionale o insulare ha possibilità di accedere a posti letto in strutture ospedaliere inferiori del 40 per cento rispetto a un residente in una regione centrosettentrionale, così come anche l'erogazione dei servizi ambientali soffre di una carenza di infrastrutture particolarmente accentuata nel Sud del paese, che presenta condizioni sfavorevoli di accesso agli impianti di trattamento dei rifiuti in modo particolare per quanto riguarda la gestione della componente differenziata organica, che incide sui costi pagati dall'utenza;

    l'unico primato il Sud Italia lo registra in tema di accoglienza dei migranti sbarcati, al netto dei ricollocamenti effettuati in altri Stati, che ha avuto impatti notevoli più marcati in contesti già interessati da evidenti problematiche socio-economiche: i dati ufficiali riportati sul sito del ministero dell'interno, aggiornati al 24 dicembre, riportano 64.632 sbarchi, ma il dato complessivo degli arrivi negli ultimi due giorni ha superato i 70 mila;

    la vigente legislazione per il sostegno alle regioni del Meridione offre molteplici incentivi, strumenti fiscali e amministrativi per accompagnare gli investimenti, ma manca una cultura omogenea dell'impresa che costituisca il motore della ripresa della crescita nel Mezzogiorno;

    la ripresa del Sud Italia non dipende solo dall'entità dei trasferimenti pubblici, ma dal grado di efficienza delle istituzioni e dalla capacità di mobilitare le risorse disponibili, determinando una crescita delle imprese e della loro capacità concorrenziale nei mercati, nonché ristabilendo una capacità di attrazione di capitali esteri, fondamentali nel processo di generazione del reddito oltre ad essere lo specchio della credibilità internazionale di uno Stato;

    «Resto al Sud» è la rubrica di un incentivo, ma dovrebbe trasformarsi nell'impegno delle istituzioni, in primis nazionali, per sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno, con interventi normativi e finanziari strutturali che pongano fine a uno stato di criticità finanziaria e di sistema che si protrae da troppi anni;

    le risorse stanziate per la citata misura, peraltro, ammontano a 1250 milioni di euro, ma quando è stata introdotta l'agevolazione era rivolta ai soli under 36 per la creazione di attività imprenditoriali nelle regioni indicate nel decreto e prevedeva un contributo a fondo perduto del 35 per cento mentre la restante parte era un finanziamento a tasso zero;

    in meno di tre anni la misura ha finanziato oltre 10 mila nuove attività, creando circa 40 mila posti di lavoro senza considerare gli effetti moltiplicativi sull'indotto, ma mentre nel corso degli anni la platea dei beneficiari e i contributi concessi sono aumentati, le risorse stanziate sono rimaste invariate,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di incrementare adeguatamente le risorse destinate a finanziare e rendere pienamente operativa la misura «Resto al Sud», anche in considerazione dell'ampliamento della platea dei beneficiari e dei contributi concessi, rendendo tale misura strutturale;

   a valutare l'opportunità di stanziare i fondi necessari a consentire a tutti i comuni, in particolare del Mezzogiorno di Italia, di approvare, entro i termini di legge, i bilanci dei prossimi anni, che tenga conto della mancata previsione di idonei meccanismi perequativi capaci di compensare la scarsa capacità fiscale dei nostri territori e le debolezze strutturali delle nostre comunità;

   a valutare l'opportunità di introdurre agevolazioni fiscali e contributi statali per le attività imprenditoriali con sede legale e operativa nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia che adottino politiche aziendali virtuose, con particolare riguardo alla tutela e continuità dei livelli occupazionali;

   a valutare l'opportunità di prevedere, quale criterio per l'assegnazione di finanziamenti a opere infrastrutturali, la quantificazione dell'impatto sul potenziale di sviluppo del Mezzogiorno, nonché l'obiettivo di dotare il Sud di un sistema portuale e aeroportuale efficiente, di una rete ferroviaria AV/AC (alta velocità – alta capacità) all'avanguardia e di un moderno sistema logistico intermodale;

   a valutare l'opportunità di destinare alle regioni meridionali il 50 per cento degli investimenti pubblici nazionali;

   a valutare l'opportunità di assumere ogni iniziativa di competenza per garantire l'immediato avvio alle zone economiche speciali (ZES);

   a valutare l'opportunità di presentare ogni anno al Parlamento un rapporto inerente le criticità riscontrate nelle fasi di spesa delle risorse finanziarie destinate dallo Stato e dall'Unione europea in favore dello sviluppo delle regioni meridionali con le proposte dei necessari correttivi normativi;

   a valutare l'opportunità di adottare un piano di investimenti straordinari in materia sanitaria per eliminare il gap esistente nelle regioni meridionali conseguendo, in tal modo, la riduzione della mobilità sanitaria;

   a valutare l'opportunità di introdurre il coefficiente di deprivazione tra i criteri di riparto del Fondo sanitario, al fine di consentire una maggiore equità nella distribuzione delle risorse, che tenga conto dei problemi delle regioni più disagiate e con maggior tasso di mobilità sanitaria;

   a valutare l'opportunità di elaborare un programma di gestione dei flussi migratori che consideri il Sud come «Porta del Mediterraneo» anche in una ottica di incremento dell'interscambio commerciale.
9/3424/29. (Testo modificato nel corso della seduta) Varchi, Ferro, Lucaselli, Mollicone.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione dei rifiuti

creazione di posti di lavoro

edificio per uso industriale