ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/03424/024

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 622 del 29/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: PLANGGER ALBRECHT
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 29/12/2021


Stato iter:
30/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/12/2021
FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 29/12/2021

PARERE GOVERNO IL 29/12/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/12/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 30/12/2021

CONCLUSO IL 30/12/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03424/024
presentato da
PLANGGER Albrecht
testo presentato
Mercoledì 29 dicembre 2021
modificato
Giovedì 30 dicembre 2021, seduta n. 623

   La Camera,

   premesso che:

    in sede di conversione dell'A.C. 3424 recante disposizioni per il «Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024» a causa dei tempi ristrettissimi non si è potuto, nelle Commissioni di merito, affrontare il tema della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e per il consumo del pellet per riscaldamento domestico;

    l'Italia è il primo Paese a livello europeo per numero di apparecchi domestici a pellet installati: circa 2,2 milioni;

    di questi, il 99 per cento è costituito da stufe, inserti e termocamini, cucine e caldaie con potenza inferiore a 35 kW, mentre solo l'1 per cento è composto da caldaie di potenza superiore;

    il consumo di pellet in Italia va dunque attribuito soprattutto al segmento del riscaldamento residenziale (95 per cento) ed è stato stimato per il 2019 in circa 3,4 milioni di tonnellate, con un aumento rispetto all'anno precedente trainato dai consumi dei mesi di marzo, aprile e maggio, particolarmente freddi rispetto agli anni precedenti;

    la riduzione del consumo legata a inverni più miti è bilanciata dal progressivo aumento dei generatori a pellet installati, ex novo o in sostituzione di altri apparecchi obsoleti, anche grazie al ricorso all'incentivo del Conto termico;

    nel periodo 2010-2018, infatti, rispetto al totale dei generatori di calore a biomasse legnose installati in Italia (in totale, circa 9,1 milioni nel 2018) le stufe a pellet sono passate dal 6 per cento al 20 per cento, grazie al turnover tecnologico che ha interessato soprattutto gli apparecchi tradizionali, spesso alimentati a legna da ardere come ad esempio i camini aperti, sostituiti da nuovi apparecchi a pellet, automatici e con tecnica di combustione evoluta;

    dagli ultimi dati disponibili sembra che l'incremento dell'IVA sul pellet abbia avuto come effetto collaterale negativo anche un progressivo aumento dei fenomeni di evasione fiscale, nonché dall'insorgere delle cosiddette «frodi carosello»;

    inoltre, è opinione diffusa tra gli operatori del settore che questo malcostume sia in continuo aumento, sia per numerosità delle aziende coinvolte sia in termini economici;

    il fenomeno ha un impatto negativo e significativo sull'intero mercato del pellet, il cui andamento risulta distorto dalla competizione sleale e fraudolenta di aziende che, eludendo l'Iva, possono pagare di più i produttori e rivendere i prodotti di importazione a prezzi più concorrenziali;

    con ciò si è determinato che le maggiori entrate che avrebbero dovuto generarsi grazie all'aumento dell'aliquota sul pellet non si siano di fatto mai realizzate e purtroppo invece si è intaccato il livello di legalità di un mercato tradizionalmente «povero» e caratterizzato da limitati margini economici per gli operatori;

    le organizzazioni del settore stimano che in un mercato nazionale caratterizzato da un consumo complessivo annuo di oltre 3 milioni di tonnellate, di cui almeno 2,6 milioni di tonnellate di provenienza estera, è verosimile stimare che fra le 750.000 e 1 milione di tonnellate siano commercializzate eludendo il pagamento dell'Iva, per un valore economico annuo stimabile fra i 38 e 50 milioni di euro, a cui si aggiunge un ulteriore mancato gettito di tassazione indiretta che è ipotizzabile ritenere altrettanto ampio;

    per questi motivi è necessario estendere il meccanismo del reverse charge anche ai prodotti in legno in piccole placche o in particelle; segatura, avanzi e cascami di legno, quando agglomerati in forma di ceppi, mattonelle, palline o in forme simili denominati comunemente pellet, ottenendo in questo modo sia che tutti gli operatori della filiera operino in un regime di leale concorrenza e sia che l'erario possa recuperare, di fatto a costo zero, il mancato versamento dell'Iva sopra descritto;

    con la legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) è stato introdotto l'aumento dell'aliquota Iva sul pellet che è passata dal 10 per cento al 22 per cento, mentre per la legna da ardere è rimasta invariata al 10 per cento. L'Italia è diventata così uno dei Paesi europei con la più alta aliquota su questo combustibile;

    il comma 712 della stessa legge di stabilità, inoltre, ha destinato le maggiori entrate derivanti dall'aumento dell'aliquota, che nel 2015 erano quantificate in 96 milioni di euro/anno, all'incremento del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica (FISPE), ossia un fondo per limitare la pressione fiscale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, anche nei prossimi provvedimenti normativi, a ripristinare l'aliquota Iva agevolata al 10 per cento per il consumo di pellet al fine di consentire un risparmio alle famiglie anche in considerazione dell'aumento abnorme dei prezzi dell'energia registrato negli ultimi mesi.
9/3424/24. Plangger.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comunitaria dell'ambiente

IVA

riscaldamento