ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03395/054

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 614 del 14/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 14/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 14/12/2021
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 14/12/2021


Stato iter:
15/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 15/12/2021
FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 14/12/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 14/12/2021

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/12/2021

ACCOLTO IL 15/12/2021

PARERE GOVERNO IL 15/12/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 15/12/2021

CONCLUSO IL 15/12/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03395/054
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Martedì 14 dicembre 2021, seduta n. 614

   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame dispone la conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146 e reca misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili;

    la grave emergenza pandemica ha reso ancora più evidente le difficoltà lavorative esistenti per le donne in particolare quando si tratta di conciliare lavoro e genitorialità;

    nonostante gli impegni assunti negli ultimi anni la nostra Nazione si è contraddistinta per la compresenza di due primati negati relativi al tasso di natalità e al tasso di disoccupazione;

    dal primo resoconto della natalità del corrente anno reso disponibile dall'ISTAT, per il mese di gennaio si rileva la caduta della frequenza di nascite al di sotto della soglia simbolica delle 1.000 unità giornaliere: in dettaglio la media è di 992 nati al giorno, a fronte delle 1.159 di gennaio 2020;

    l'ISTAT, inoltre, secondo una valutazione prognostica, stima che dal confronto con le 404 mila nascite riportate nel bilancio demografico del 2020, nel corrente anno si registrerà un ulteriore calo complessivo della natalità compreso tra il 3 e il 5 per cento;

    i dati riportati testimoniano l'andamento decrescente del tasso di natalità degli ultimi anni quale conseguenza che certamente deriva dal connubio di diversi fattori quali la disoccupazione, la precarietà lavorativa e il timore dei giovani per un futuro incerto e instabile, ma anche e non meno importanti le condizioni del lavoro femminile;

    a ben vedere, tale ultimo fattore si intreccia senza alcun dubbio con la scelta di molte donne di dover rinunciare alla maternità per evidenti questioni legate alla propria condizione lavorativa e occupazionale;

    è noto, infatti, che sebbene gli innumerevoli sforzi legislativi volti a assicurare e tutelare l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro, gli stessi siano risultati insoddisfacenti attese le estreme difficoltà per le donne di riuscire – pur volendo – a conciliare l'occupazione lavorativa con la legittima aspettative di diventare madre;

    tali fattori endemici hanno assunto una maggiore amplificazione nel periodo pandemico che ha maggiormente impattato sull'occupazione femminile, oltre che – in generale – sulla precarietà e le aspettative familiari e lavorative per il futuro dei giovani;

    orbene, a fronte di un serio ed evidente problema della nostra Nazione relativo al calo delle nascite e alle estreme difficoltà per le donne di conciliare vita familiare con l'occupazione lavorativa, sarebbe auspicabile potenziare i supporti assistenziali ed economici in favore delle donne lavoratrice al fine di favorire la loro aspettativa di maternità senza dover necessariamente dover rinunciare al proprio lavoro;

    sul punto, sebbene sia stato già accolto un precedente ordine del giorno n. 9/02561-A/004, non è stata assunta formalmente alcuna misura da parte dell'attuale maggioranza al fine di garantire alle donne di conciliare in modo più efficace lo status di madre e di lavoratrice,

impegna il Governo

a prevedere interventi normativi volti a modificare la vigente disciplina del congedo di maternità obbligatorio e del congedo parentale di cui decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in particolare, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica, prevedendo l'estensione del congedo di maternità obbligatorio a 15 mesi con indennità di retribuzione pari al 100 per cento e del congedo parentale a 12 mesi con indennità di retribuzione pari al 70 per cento.
9/3395/54. Cirielli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoro femminile

retribuzione del lavoro

condizioni di lavoro