ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03366/010

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 601 del 23/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: CORNELI VALENTINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/11/2021


Stato iter:
23/11/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/11/2021
Resoconto GAVA VANNIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 23/11/2021

PARERE GOVERNO IL 23/11/2021

RITIRATO IL 23/11/2021

CONCLUSO IL 23/11/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03366/010
presentato da
CORNELI Valentina
testo di
Martedì 23 novembre 2021, seduta n. 601

   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge di conversione decreto-legge 27 settembre 2021, n. 130, reca misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale;

    secondo i dati diramati da Arera (Autorità di Regolazione per l'Energia Reti e Ambiente) si è assistito a un aumento del costo dell'energia da una media del +29,8 per cento per l'elettricità al +14,4 per cento per il gas, il che ha comprensibilmente avuto un forte impatto soprattutto sulle famiglie in difficoltà;

    è pertanto prontamente intervenuto il Governo con il decreto-legge 27 settembre 2021, n. 130 («Misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale»), che ha previsto lo stanziamento di 2,5 miliardi di euro per l'azzeramento degli oneri generali di sistema per il trimestre e 500 milioni circa al potenziamento dei bonus. A questo si è aggiunta una riduzione al 5 per cento dell'IVA per le bollette gas. La risultante è stato il sostanziale azzeramento degli incrementi tariffari per 3 milioni di nuclei familiari aventi diritto ai bonus di sconto per l'elettricità e per 2,5 milioni che fruiscono del bonus gas, in base all'ISEE;

    tale misura si è rivelata provvidenziale, poiché in difetto la misura la straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici e le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento superiore al 45 per cento della bolletta dell'elettricità e di oltre il 30 per cento di quella del gas;

    più nel dettaglio, giova evidenziare che il forte aumento del costo dell'energia è dovuto prevalentemente all'aumento del costo del gas naturale causato da diversi fattori: la ripresa economica, l'inverno particolarmente freddo nel Nord Europa e la forte domanda di gas da parte della Cina;

    occorre considerare che non tutti i rincari vanno accolti con sfavore, in particolare quelli funzionali alla lotta al cambiamento climatico, in quanto aventi lo scopo di orientare pratiche degli operatori nel senso del risparmio e della diminuzione della domanda di energia prodotta da fonti fossili;

    l'intervento perequativo del Governo ha assunto un carattere del tutto eccezionale e non potrà rivestire in futuro alcuna portata strutturale. Con la conseguenza che nell'immediato tornerà di estremo rilievo la problematica dell'aumento dei costi delle bollette, che andrà ad incidere soprattutto sulle famiglie in difficoltà e sulle attività economiche il cui ciclo produttivo è imprescindibilmente lato al consumo dei combustibili fossili è noto, solo ad esempio, che a Murano abbiano chiuso delle vetrerie a causa dei ridetti rincari;

    le componenti della bolletta che hanno prodotto il ridetto aggravio di costi sono, secondo Arera: a) per l'energia elettrica l'aumento della componente materia prima, con un impatto del –41,5 per cento sul prezzo della famiglia tipo, controbilanciato dalla forte riduzione azzeramento degli oneri generali di sistema, –11,7 per cento tra Asos e Arim, arrivando così al +29,8 per cento finale per la famiglia tipo che non percepisce i bonus di sconto. Invariate complessivamente le tariffe regolate di rete (trasmissione, distribuzione e misura); b) per il gas naturale, anche in tale caso l'andamento al rialzo è determinato da un aumento della componente materia prima, con un impatto del +30,3 per cento sul prezzo finale della famiglia tipo. A questo si somma un leggero incremento delle tariffe di rete (trasmissione, distribuzione e misura) +1,8 per cento. Incrementi parzialmente controbilanciati dalla riduzione/azzeramento degli oneri generali di sistema, –3,7 per cento, e dalla diminuzione dell'IVA che pesa per un –14 per cento. Si arriva così al +14,4 per cento per l'utente tipo in tutela che non percepisce i bonus di sconto;

    il Governo ha facoltà di ridurre quella quota della bolle trazione che è nelle competenze proprie, ossia solo per la parte di costi accessori, riducendo le accise, riducendo gli oneri di sistema e riducendo, dove è possibile, il carico dell'IVA. Inoltre, è possibile intervenire su costi non direttamente correlati all'energia, come il canone RAI, la cui riscossione avviene dal 2017 mediante rateo applicato alla bollettazione periodica, rispetto al quale le associazioni dei consumatori e la Commissione europea hanno già manifestato una chiara opposizione;

    inoltre, va considerato che alla luce dell'evolversi delle tecnologie è ormai anacronistico addebitare il canone RAI sulla base della presunzione che dall'intestazione di una utenza elettrica domestica debba necessariamente conseguire il possesso e l'utilizzo di un televisore. Di fatti, è noto che oramai molti utenti sono distolti dall'utilizzo del televisore poiché utilizzano le piattaforme di streaming online delle emittenti televisive tramite cellulare o pc. In aggiunta, va considerato il paradosso che l'addebito automatico del canone non tiene adeguatamente conto che vi sono diversi intestatari di utenze di energia elettrica che tuttavia non possiedono un televisore o, comunque, non guarderebbero mai e in nessun caso un programma della televisione di Stato, con buona pace, in questi casi, del principio di corrispettività nell'ambito delle reciproche prestazioni;

    le considerazioni svolte al punto precedente sono state raccolte da diverse associazioni dei consumatori, che hanno rilevato la possibilità di abolire il canone RAI, addebitando i costi della televisione di Stato esclusivamente sugli utenti che intendono visionarne i programmi (Pay per View), oppure ripartendo i ridetti costi su un raggio più ampio di tasse e imposte, al fine di evitare un collegamento così diretto ed economicamente impattante per la famiglia media tra utenza di energia elettrica e pagamento del canone,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di eliminare gli oneri impropri dalle voci di spesa dei servizi energetici mediante lo scorporo del canone RAI dalla bollettazione;

   a valutare l'opportunità di diminuire la pressione fiscale sui consumi contabilizzati in bolletta riducendone i costi, ormai insostenibili, per famiglie e imprese attraverso l'utilizzo dei proventi delle aste dei permessi di emissione di CO2, condizionando la riduzione a specifici indici reddituali.
9/3366/10. Corneli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prezzo dell'energia

gas naturale

parafiscalita'