ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03201/005

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 549 del 28/07/2021
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 28/07/2021


Stato iter:
28/07/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 28/07/2021
BONETTI ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA' E FAMIGLIA)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 28/07/2021

PARERE GOVERNO IL 28/07/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 28/07/2021

CONCLUSO IL 28/07/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03201/005
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Mercoledì 28 luglio 2021, seduta n. 549

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca una misura transitoria, per il periodo 1o luglio 2021-31 dicembre 2021 in favore dei nuclei familiari che, in ragione dei profili soggettivi dei relativi componenti, non rientrino nell'ambito di applicazione dell'istituto dell'assegno per il nucleo familiare;
    tale misura è prevista nelle more dell'attuazione della disciplina di cui alla legge 1o aprile 2021, n. 46, recante Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale, basato sul principio universalistico;
    tra i provvedimenti adottati, tuttavia, nulla è stato disposto in ordine alla possibilità di estendere il congedo di maternità, attualmente pari a 5 mesi, al fine di supportare la genitorialità, il lavoro femminile e la natalità;
    negli ultimi anni il nostro Paese si è contraddistinto per la compresenza di due primati negativi: il primo in ordine al tasso di natalità e l'altro relativo al tasso di occupazione femminile;
    dal primo resoconto della natalità del corrente anno reso disponibile dall'ISTAT per il mese di gennaio è rilevabile, invero, la straordinaria caduta della frequenza di nascite sotto la soglia simbolica delle 1000 unità giornaliere: la media è di 992 nati al giorno, a fronte dei 1159 di gennaio del 2020. Si tratta di una decrescita che, se valutata in termini assoluti, è stata sette volte più grande di quella registrata a gennaio 2020, allorché si ebbero 729 nati in meno rispetto allo stesso mese del 2019, mentre in termini relativi giunge a configurare una variazione negativa a due cifre (-14,3 per cento), superiore di oltre 12 punti percentuali a quella corrispondente nel 2020;
    il medesimo «Istituto di statistica», secondo una valutazione prognostica, stima che dal confronto con le 404 mila nascite riportate nel bilancio demografico del 2020, nel corrente anno si registrerà un ulteriore calo della natalità compreso tra il 3 per cento e il 5 per cento;
    sono, dunque, diversi anni che si registrano continui arresti della natalità, quali conseguenze di vari fattori in comorbilità tra i quali la disoccupazione, i timori dei giovani per il proprio futuro occupazionale, la precarietà lavorativa, ma anche le condizioni del lavoro femminile, fattore quest'ultimo che si intreccia evidentemente con la scelta delle donne di rinunciare alla maternità per questioni legate all'occupazione;
    tali fattori ormai endemici, hanno assunto una loro amplificazione nel periodo pandemico che ha impattato sull'occupazione femminile, prima fra tutti, oltre che sulla precarietà e le aspettative per il futuro dei giovani e di chi ad ogni modo accarezzava l'idea della genitorialità;
    orbene, a fronte di un problema italiano del calo delle nascite e delle estreme difficoltà delle donne di conciliare l'occupazione lavorativa con la sana e legittima aspettativa di diventare madre, occorre intervenire e potenziare, anche in chiave premiale, i supporti assistenziali alle donne lavoratrici che intendano mettere al mondo un figlio senza dover necessariamente rinunciare alle proprie ambizioni di lavoro;
    in particolare, sarebbe opportuno e improcrastinabile prevedere l'estensione del periodo del congedo di maternità con un aumento del regime retributivo, trattandosi di interventi che certamente rappresentano un incentivo alla natalità e consentono di conciliare in modo più efficace lo status di madre e lavoratrice; oggi più di prima appare fondamentale consentire alle donne di poter scegliere liberamente di mettere alla luce un figlio e di prendersene cura proprio nelle fasi fondamentali in cui si innesta la relazione con il bambino. Solo riconoscendo alla famiglia e alla madre, in particolare, il valore anche economico del mettere al mondo e di accudire i figli si potrà ridare fiducia alle famiglie e far ripartire le nascite,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di estendere il periodo del congedo di maternità fino a sei mesi con indennità giornaliera pari al 100 per cento delle retribuzioni e ulteriori sei mesi con indennità giornaliera pari al 70 per cento della retribuzione.
9/3201/5Cirielli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoro femminile

condizioni di lavoro

retribuzione del lavoro