Legislatura: 18Seduta di annuncio: 532 del 29/06/2021
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 29/06/2021 MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 29/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 30/06/2021 Resoconto SARTORE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 29/06/2021
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/06/2021
NON ACCOLTO IL 30/06/2021
PARERE GOVERNO IL 30/06/2021
RESPINTO IL 30/06/2021
CONCLUSO IL 30/06/2021
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
in particolare, il comma 2 dell'articolo 1 stanzia nel Piano nazionale per gli investimenti complementari 132,9 milioni di euro, per gli anni dal 2022 al 2026, per la costruzione ed il miglioramento di strutture penitenziarie per adulti e minori;
come ben sappiamo, il più grave problema dell'esecuzione penale in Italia è, senza ombra di dubbio, il sovraffollamento, tenuto conto che nelle nostre carceri sono presenti 10.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Ma a tale, ormai nota, situazione si aggiunge, tra gli altri, il preoccupante fenomeno dell'introduzione di telefoni cellulari all'interno degli istituti penitenziari;
secondo i dati forniti dal Ministero della giustizia, in tre anni nelle carceri italiane sono quadruplicati i casi di detenuti trovati in possesso di un telefono cellulare: erano 355 nei primi nove mesi del 2017 e sono diventati 1.412 a fine settembre 2019, con 317 telefoni rinvenuti nella regione Campania e 92 nella regione Sicilia;
un'operazione portata a termine dalla polizia penitenziaria nel carcere di Secondigliano, che ospita detenuti «definitivi» e condannati per reati di mafia, ha portato alla luce un ingente quantitativo di telefoni cellulari all'interno delle celle di detenzione, una circostanza assai inquietante se si pensa che tra i 1.400 detenuti che affollano la struttura la maggior parte è composta da appartenenti al circuito cosiddetto di «alta sicurezza» e affiliati alla camorra;
tale situazione viene da tempo denunciata dai sindacati della polizia penitenziaria, che evidenziano come ogni giorno gli agenti siano costretti a controllare, nell'ambito dei circa 400 colloqui tra detenuti e parenti, circa 1.500-2.000 persone. Nelle sale per i colloqui, inoltre, non ci sono vetri divisori e ciò agevola sicuramente il passaggio di sostanze o di oggetti;
la disponibilità di telefoni cellulari consente ai detenuti non solo di commettere e di commissionare reati, ma anche di svolgere una sorta di attività commerciale, permettendo ad altri detenuti di effettuare telefonate alla famiglia, oltre i limiti imposti dall'ordinamento penitenziario, in cambio di sigarette, di alimenti o di bevande ovvero dietro promessa di ricevere altri vantaggi;
nel corso dell'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere alla Camera dei deputati, il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, parlando di alcune carceri del territorio, ha denunciato: «Il carcere è il luogo dove lo Stato esercita una assai limitata capacità di controllo. Sono fuori controllo, vi dominano le organizzazioni mafiose, i cellulari vi entrano quotidianamente e non li sequestriamo neanche più talmente tanti sono. In alcune carceri vi sono autentiche piazze di spaccio»;
imporre il divieto di avere a disposizione un apparecchio di telefonia mobile in carcere significa impedire che le persone detenute possano mantenere comunicazioni con l'esterno, continuando a gestire traffici illeciti; a impartire o a ricevere ordini e, in definitiva, possano continuare a delinquere,
impegna il Governo
a destinare quota parte delle risorse nazionali degli interventi del Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui all'articolo 1 del decreto-legge in esame ripartite nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della giustizia, pari ad almeno euro 10 mila annui, alla schermatura elettronica delle strutture penitenziarie.
9/3166/38. Ferro, Varchi, Maschio.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):detenuto
stabilimento penitenziario
carcerazione