ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03166/038

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 532 del 29/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 29/06/2021
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 29/06/2021


Stato iter:
30/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 30/06/2021
Resoconto SARTORE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 29/06/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/06/2021

NON ACCOLTO IL 30/06/2021

PARERE GOVERNO IL 30/06/2021

RESPINTO IL 30/06/2021

CONCLUSO IL 30/06/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03166/038
presentato da
FERRO Wanda
testo presentato
Martedì 29 giugno 2021
modificato
Mercoledì 30 giugno 2021, seduta n. 533

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 2 dell'articolo 1 stanzia nel Piano nazionale per gli investimenti complementari 132,9 milioni di euro, per gli anni dal 2022 al 2026, per la costruzione ed il miglioramento di strutture penitenziarie per adulti e minori;
    come ben sappiamo, il più grave problema dell'esecuzione penale in Italia è, senza ombra di dubbio, il sovraffollamento, tenuto conto che nelle nostre carceri sono presenti 10.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Ma a tale, ormai nota, situazione si aggiunge, tra gli altri, il preoccupante fenomeno dell'introduzione di telefoni cellulari all'interno degli istituti penitenziari;
    secondo i dati forniti dal Ministero della giustizia, in tre anni nelle carceri italiane sono quadruplicati i casi di detenuti trovati in possesso di un telefono cellulare: erano 355 nei primi nove mesi del 2017 e sono diventati 1.412 a fine settembre 2019, con 317 telefoni rinvenuti nella regione Campania e 92 nella regione Sicilia;
    un'operazione portata a termine dalla polizia penitenziaria nel carcere di Secondigliano, che ospita detenuti «definitivi» e condannati per reati di mafia, ha portato alla luce un ingente quantitativo di telefoni cellulari all'interno delle celle di detenzione, una circostanza assai inquietante se si pensa che tra i 1.400 detenuti che affollano la struttura la maggior parte è composta da appartenenti al circuito cosiddetto di «alta sicurezza» e affiliati alla camorra;
    tale situazione viene da tempo denunciata dai sindacati della polizia penitenziaria, che evidenziano come ogni giorno gli agenti siano costretti a controllare, nell'ambito dei circa 400 colloqui tra detenuti e parenti, circa 1.500-2.000 persone. Nelle sale per i colloqui, inoltre, non ci sono vetri divisori e ciò agevola sicuramente il passaggio di sostanze o di oggetti;
    la disponibilità di telefoni cellulari consente ai detenuti non solo di commettere e di commissionare reati, ma anche di svolgere una sorta di attività commerciale, permettendo ad altri detenuti di effettuare telefonate alla famiglia, oltre i limiti imposti dall'ordinamento penitenziario, in cambio di sigarette, di alimenti o di bevande ovvero dietro promessa di ricevere altri vantaggi;
    nel corso dell'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere alla Camera dei deputati, il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, parlando di alcune carceri del territorio, ha denunciato: «Il carcere è il luogo dove lo Stato esercita una assai limitata capacità di controllo. Sono fuori controllo, vi dominano le organizzazioni mafiose, i cellulari vi entrano quotidianamente e non li sequestriamo neanche più talmente tanti sono. In alcune carceri vi sono autentiche piazze di spaccio»;
    imporre il divieto di avere a disposizione un apparecchio di telefonia mobile in carcere significa impedire che le persone detenute possano mantenere comunicazioni con l'esterno, continuando a gestire traffici illeciti; a impartire o a ricevere ordini e, in definitiva, possano continuare a delinquere,

impegna il Governo

a destinare quota parte delle risorse nazionali degli interventi del Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui all'articolo 1 del decreto-legge in esame ripartite nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della giustizia, pari ad almeno euro 10 mila annui, alla schermatura elettronica delle strutture penitenziarie.
9/3166/38Ferro, Varchi, Maschio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

stabilimento penitenziario

carcerazione