ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03099/113

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 510 del 18/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/05/2021


Stato iter:
19/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 18/05/2021
CASTELLI LAURA VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 18/05/2021

PARERE GOVERNO IL 18/05/2021

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 18/05/2021

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 19/05/2021

CONCLUSO IL 19/05/2021

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03099/113
presentato da
ASCARI Stefania
testo presentato
Martedì 18 maggio 2021
modificato
Mercoledì 19 maggio 2021, seduta n. 511

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame dispone la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19;
    in questo periodo di grave emergenza derivante dall'epidemia, tuttora in corso, una delle categorie economiche dei tessuto imprenditoriale del nostro Paese maggiormente in difficoltà è quella dei ristoratori;
    come noto, tra il 2020 e il primo quadrimestre del 2021, a causa delle misure di contenimento del COVID-19, le imprese della ristorazione sono state assoggettate per oltre 210 giorni a misure restrittive che hanno imposto onerosi vincoli alla libertà d'impresa con gravi conseguenze sulla redditività delle stesse;
    tale scenario, nel solo 2020, ha determinato un calo senza precedenti del fatturato del settore con variazioni negative che hanno toccato il picco del –64,2 per cento nel II trimestre, del –44 per cento nel IV trimestre, con una perdita, nel complesso dell'anno, di circa 35 miliardi di euro;
    sono andati persi circa 50.000 posti di lavoro tra gli autonomi e 243.000 tra i dipendenti, metà dei quali, pur in presenza del blocco dei licenziamenti, riguardano contratti di lavoro a tempo indeterminato (tutti i dati sono stime ed elaborazioni dell'Ufficio studi Fipe su dati Inps);
    tali attività di ristorazione devono affrontare una serie di costi come quelli fissi: ossia il pagamento della tassa sui rifiuti e delle utenze per la fornitura di energia elettrica e del gas, l'affitto dei locali commerciali, la gestione e il trattamento economico dei dipendenti;
    tali costi dovrebbero essere riparametrati rispetto al fatturato reale gravemente diminuito (con una perdita del fatturato che oscilla tra il 60 per cento e l'85 per cento) in conseguenza delle aperture ad intermittenza delle attività, così come stabilito dalle misure di restrizione contenute nei vari ultimi provvedimenti governativi;
    in particolare, a fronte del numero considerevole di giorni in cui sono stati costretti a rimanere totalmente/parzialmente chiusi durante questa emergenza (pari a circa l'81,5 per cento dei giorni nell'anno 2020) e durante i quali, in proporzione, non sono stati prodotti rifiuti, sono stati costretti comunque a pagare tasse sul servizio. Tutto ciò si può affermare anche per le utenze per la fornitura di energia elettrica, acqua e gas: i ristoratori si sono trovati ad affrontare costi per servizi mai o poco utilizzati (ad esempio, costi per utenze da 35 KW quando venivano usati 5 KW);
    a tutto ciò si aggiunge che gli stessi saranno costretti anche a pagare per i mesi futuri, canoni di affitto e le relative tasse, come l'Imu per i locali commerciali di proprietà, per l'assenza di agevolazioni fiscali che darebbero la possibilità alle aziende di affrontare un costo per la locazione riparametrato ai costi reali di un mercato colpito dalla crisi economica e bisognoso di ripartire quanto prima;
    un ulteriore problematica riguarda il costo fisso della gestione e del trattamento economico del personale dipendente (risorsa fondamentale che deve essere protetta e tutelata) che, nonostante la fruizione della cassa integrazione, pare gravare ancora sui ristoratori per quanto riguarda i costi di ratei, di contributi e di gestione per l'emissione di buste paghe e pratiche per richiesta della cassa integrazione;
    alla luce di tali gravi criticità sopra illustrate, le misure del presente provvedimento si appalesano ancora, purtroppo, insufficienti. E lo stesso sostegno economico disposto dal presente decreto-legge pare ancora esiguo sia in generale, sia in riferimento al tasso di copertura del calo annuo di fatturato. Occorre pertanto prevedere immediatamente un sostegno economico per le perdite che le stesse attività di ristorazione stanno subendo anche in questi mesi del 2021;
    da quanto esposto emerge, dunque, la necessità di provvedere per consentire una graduale, ma stabile riapertura delle attività di ristorazione e la risoluzione concreta dei problemi che i ristoratori sono costretti ad affrontare tutti i giorni, attraverso misure idonee (come incremento di agevolazioni fiscali nazionali e locali; aumento dei cosiddetti ristori economici; interventi per la riduzione del costo del lavoro del personale dipendente) ad immettere nuova linfa necessaria per far ripartire, a livello economico, un settore importante del nostro Paese, quale quello della ristorazione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di provvedere, per quanto di propria competenza, con idonee iniziative, ove necessario anche legislative, e compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, ad individuare e ad attuare interventi concreti nei termini esposti in premessa – in particolare, in tema di incremento di agevolazioni fiscali nazionali e locali, di aumento dei cosiddetti ristori economici, nonché di riduzione del costo del lavoro del personale dipendente – ai fini della tutela e del rilancio economico di un settore importante del nostro Paese, quale quello della ristorazione.
9/3099/113Ascari, Palmisano.