CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 agosto 2012
693.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 98

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI, indi del vicepresidente Fiamma NIRENSTEIN. – Intervengono i sottosegretari di Stato agli affari esteri, Marta Dassù e Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 11.50.

DL 95/2012: Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini.
C. 5389 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, osserva che il provvedimento in esame Pag. 99mira ad incidere sulla spesa pubblica corrente, attraverso un suo processo di revisione che si propone di superare la spesa storica, ovvero il finanziamento inerziale di tutti i programmi di spesa delle amministrazioni pubbliche, adottando un approccio di tipo selettivo.
  Segnala che, tra gli obiettivi della spending review, vi è quello, attuabile nel medio periodo, di verificare se e in che misura i programmi di spesa esistenti possano essere attuati con l'impiego di minori risorse (la cosiddetta functional spending review). In realtà l'obiettivo preferenziale, evidentemente realizzabile solo nel lungo periodo, è quello di ridefinire le aree e i settori di intervento dello Stato, in altri termini di ridefinire ciò che questo dovrebbe o non dovrebbe fare (è la cosiddetta strategic spending review, posta in essere in Australia, Canada, Danimarca, Paesi bassi e Regno Unito).
  Insomma, a suo avviso, una vera spending review non presenterebbe oggi ulteriori tagli ad un bilancio già assolutamente inadeguato come quello degli affari esteri, che rappresenta invece uno strumento di promozione del sistema Paese. Sarebbe stato invece coerente alla razionalizzazione della spesa pubblica, almeno come inversione di tendenza, un incremento delle risorse disponibili per la proiezione internazionale dell'Italia, che fosse il frutto del taglio dei veri rami secchi della spesa improduttiva della pubblica amministrazione.
  In tale ottica, gli è impossibile non esprimere ai colleghi un certo disagio nell'affrontare i profili di competenza della Commissione, in quanto molte delle disposizioni contenute nel decreto-legge non sembrano delineare un vero e proprio processo di revisione della spesa, che, per la sua natura, avrebbe richiesto tempi diversi, ma sembrano piuttosto ribadire la logica dei tagli lineari, che risultano più semplici e immediati da attuare.
  Considera tale logica fortemente penalizzante nei riguardi delle specificità che connotano il Ministero degli Affari esteri, per cui non rileva l'esigenza di pervenire ad ulteriori risparmi netti, in quanto il bilancio di quel dicastero incide per lo 0,31 per cento sul totale delle spese statali), dal momento che, anche alla luce dei confronti internazionali, le risorse non appaiono più comprimibili se non a prezzo di un ulteriore drastico ridimensionamento della nostra proiezione internazionale e della relativa rete.
  Fa presente che questa valutazione è peraltro confermata dall'ultima Relazione della Corte dei conti sul Rendiconto generale dello Stato che non ha messo in rilievo particolari criticità sotto il profilo della gestione finanziaria del Ministero.
  Ritiene che l'obiettivo complessivo di un riordino e di una riqualificazione della spesa, per aumentare l'efficienza dell'amministrazione centrale e della rete estera sia ancora da perseguire e debba essere pazientemente posto al centro della riflessione delle strutture ministeriali e della stessa Commissione nelle prossime settimane se davvero si vuole continuare a garantire standard qualitativi decorosi all'azione internazionale del Paese e livelli accettabili di «servizi ai cittadini» – come recita la titolazione del provvedimento – che risiedono all'estero.
  Le principali voci di spesa del bilancio del Ministero degli affari esteri, sia di funzionamento che di intervento, devono infatti essere oggetto di una riqualificazione piuttosto che di una riduzione, conseguibile soltanto attraverso provvedimenti di riforma, che siano il frutto di un ripensamento e di un aggiornamento meditato dell'organizzazione ministeriale nel suo complesso e nelle sue varie articolazioni.
  Ricorda che Commissione ha da tempo sotto osservazione la situazione finanziaria del Ministero degli affari esteri e ne ha fatto oggetto di attenta riflessione ogni volta che ha esaminato sia le manovre di bilancio che il rendiconto e l'assestamento. È stata inoltre avviata un'indagine conoscitiva con l'omologa Commissione del Senato, mentre l'Ufficio di presidenza non ha invece inteso di essere rappresentato, diversamente da quella Commissione, nel gruppo di lavoro sulla spending review il cui apporto è stato richiesto dal Ministro Pag. 100degli affari esteri e le cui conclusioni restano comunque agli atti quali elementi di valutazione.
  A fronte di tale lavoro sia parlamentare che governativo, reputa gli attuali risultati del tutto insoddisfacenti e tali da imporre interventi correttivi di cui la Commissione deve cominciare a farsi carico da oggi in avanti, soprattutto in vista della prossima manovra di bilancio, per rivedere il quadro che è stato delineato.
  La natura indiscriminata di alcune misure previste dal decreto-legge in esame, soprattutto con riferimento alle dotazioni organiche ed alla presenza all'estero del personale diplomatico, deve essere, a suo avviso, corretta e riportata ad una logica politica e funzionale, al fine di evitare il rischio di drastiche riduzioni della rete, che potrebbero arrivare ad un quarto dell'attuale consistenza, talmente al di fuori di ogni logica da dover indurre al ravvedimento anche chi simili norme ha concepito.
  Al riguardo, lamenta che il processo di revisione della spesa avviato in seno al Ministero, su precise indicazioni del Governo, ad un certo punto abbia ceduto il passo ad interventi calati dall'alto. Auspica che il Ministero stesso, sollecitato e confortato dal Parlamento, recuperi la sua autonoma capacità di iniziativa, a cominciare dal processo di razionalizzazione e ristrutturazione della rete degli uffici all'estero che, dalla mera e fuorviante logica dei tagli, deve rivendicarsi come grande occasione di riorientamento politico e strategico della promozione degli interessi nazionali.
  Passa quindi in rassegna le principali disposizioni di nostra competenza. L'articolo 1 del decreto-legge introduce un complesso di misure volte a contenere la spesa pubblica per l'acquisto di beni e servizi e a garantire la trasparenza delle relative procedure, misure imperniate sulle convenzioni stipulate dalla CONSIP.
  Il comma 21 dell'articolo stabilisce che le Amministrazioni centrali dello Stato assicurano a decorrere dall'anno 2012 una riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi che, nel caso del Ministero degli Affari esteri sono pari a 6,2 milioni nel 2012, 22 milioni nel 2013 ed altri 22 milioni nel 2014.
  Analoga portata valida per la generalità delle pubbliche amministrazioni riveste il richiamato articolo 2, che reca un complesso di disposizioni intese a contenere gli oneri per il personale, in primis prevedendo una riduzione delle dotazioni organiche del 10 per cento e di quelle inerenti il personale dirigenziale del 20 per cento, da favorire anche con processi di prepensionamento del personale rivelatosi in esubero.
  Non può non notare come tale previsione, parzialmente modificata dal Senato, rischi di determinare una rilevantissima riduzione della dotazione organica del personale diplomatico (attualmente risultano in servizio 918 diplomatici, a fronte di un organico che prevede 1.120 unità), con effetti dirompenti sulla funzionalità della nostra rete all'estero. Giudica evidente che la riduzione degli organici ministeriali non possa essere della stessa proporzione per tutte le Amministrazioni: è in altri termini auspicabile che riduzioni di organico inferiori alle percentuali indicate, in alcune amministrazioni, siano compensate da riduzioni superiori degli organici di altre, sulla base delle loro specifiche esigenze.
  Riferisce poi che, secondo quanto disposto dal comma 5 del medesimo articolo, riformulato nel corso dell'esame al Senato, per quanto attiene specificamente al personale della carriera diplomatica, al personale dirigenziale e non dirigenziale del Ministero degli affari esteri, limitatamente alla quota corrispondente alle unità in servizio all'estero all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame; le riduzioni, con le modalità e le percentuali di cui al precedente comma 1, saranno completate all'esito della riorganizzazione delle sedi estere, ma in nessun caso, tuttavia, oltre la data del 31 dicembre 2012.
  Attende in ogni caso di conoscere dal Governo il perimetro di applicazione di tali scelte normative: se siano cioè da riferire al complesso delle posizioni previste Pag. 101astrattamente nell'organico o al complesso degli uffici dirigenziali, anche se si dichiara consapevole di non aspettarsi nulla di buono dall'eventuale risposta.
  Quanto all'articolo 3, gli risulta difficile ipotizzare come possa essere concretamente attuabile, in relazione al Ministero degli Affari esteri, la riduzione ope legis del 15 per cento dei canoni di locazione a decorrere dal 1o gennaio 2015, in considerazione dei diversi ordinamenti giuridici da cui è regolata la quasi totalità delle locazioni stesse.
  L'articolo 5 impone poi a tutte le Pubbliche amministrazioni di contenere entro il 50 per cento del livello di spesa conseguito nel 2011 gli oneri per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi, riduce il valore dei buoni-pasto, vieta la monetizzazione di ferie, riposi e permessi, limita la possibilità di attribuire incarichi di studio e consulenza, razionalizza il sistema di pagamento delle retribuzioni.
  L'articolo 7 stabilisce, al comma 12, che ai fini del concorso al raggiungimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica, le amministrazioni centrali dello Stato assicurano, a decorrere dall'anno 2013, una riduzione della spesa in termini di saldo netto da finanziare ed indebitamento netto corrispondente agli importi indicati nell'allegato n. 2 del decreto-legge. Nel richiamato allegato 2, la riduzione di spesa riguardante il Ministero degli affari esteri è pari, in termini di saldo netto, a 26,8 milioni di euro nel 2013, a 21,5 milioni di euro nel 2014 ed a 24,7 milioni di euro nel 2015. In termini di indebitamento netto, ammonta a 23 milioni nel 2013, a 21,5 milioni nel 2014 ed a 24,7 milioni nel 2015.
  Richiama l'attenzione sul fatto che spetterà ai singoli Ministeri competenti proporre gli interventi correttivi necessari per la realizzazione degli obiettivi di riduzione di spesa indicati nell'allegato 2, in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità per il triennio 2013-2015. Nelle more della definizione degli interventi correttivi volti al conseguimento delle economie sopra indicate, il Ministero dell'economia e delle finanze ha però il potere di accantonare e rendere indisponibile una quota delle risorse iscritta nel bilancio pluriennale dello Stato, per un ammontare pari agli importi indicati nell'allegato 2.
  L'articolo 12, ai commi 19 e 20, del provvedimento, dispone il riordino e la soppressione di enti pubblici e di organismi collegiali, alcuni dei quali sono stati istituiti in adempimento di precisi obblighi internazionali.
  Segnala inoltre che, tra le misure specificamente valide per il Ministero degli affari esteri, l'articolo 14, il comma 11, lettera a) stabilisce una riduzione del contingente di personale scolastico comandato presso gli uffici amministrativi dell'Amministrazione centrale del Ministero degli affari esteri, per n. 30 unità; conseguentemente, si ridurrà il fabbisogno di supplenti annuali. Il personale in questione è sia amministrativo che docente.
  La lettera b), invece, comporta la riduzione di ben 400 unità del personale impegnato sul contingente scolastico dei posti nelle scuole italiane all'estero. Ai sensi del comma 12, detta riduzione avviene gradualmente tra l'anno scolastico 2012/2013 e quello 2016/2017, man mano che scadono gli attuali collocamenti fuori ruolo ed i comandi. Gli stessi, infatti, hanno durata tipicamente quinquennale. Ai sensi del comma 12, dell'articolo 14, non potranno essere rinnovati i provvedimenti di comando o di fuori ruolo per il personale da destinare all'estero del Ministero degli affari esteri. Per il Ministero degli affari esteri, si stima una diminuzione delle spese, per tali prestazioni, pari a 4,22 milioni di euro nell'anno scolastico 2012/2013, 8,45 nell'anno 2013/2014 e 21,10 milioni nell'anno 2016/2017. Risulta piuttosto difficile pensare che tali obiettivi possano essere soltanto minimamente compatibili con quelli, tante volte enunciati anche in questa Commissione dai rappresentanti del Governo, di promuovere il nostro patrimonio culturale e linguistico nel mondo.Pag. 102
  Il comma 23 prevede che, per l'anno 2012, le unità complessive di personale diplomatico e amministrativo e del contingente degli esperti di cui all'articolo 168 del Decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18 (che fissa il contingente a 51 unità), inviate all'estero non possono essere superiori a quelle rispettivamente in servizio alla data di entrata in vigore di questo provvedimento. Si tratta di ulteriori decurtazioni rispetto alle misure attualmente in vigore. La riduzione di 4.300.000 euro sul capitolo 1276 (ISE) per l'anno 2012 consegue alla mancata copertura di posti all'estero.
  Evidenzia quindi come il risparmio di spesa previsto sul capitolo relativo alle indennità di servizio all'estero del personale di ruolo e del contingente di esperti comporti la necessità di anticipare rientri in Italia o di rinviare partenze già previste, con il rischio di problemi per il funzionamento della rete diplomatico-consolare.
  Osserva che il risparmio sul capitolo di spesa relativo alle indennità di servizio del personale docente presso le istituzioni scolastiche all'estero, comporterà una drastica riduzione del contingente degli insegnanti e correlativamente dell'offerta scolastica.
  A tali misure si aggiunge la riduzione del contributo alla politica estera di sicurezza comune e di difesa comune che riduce sensibilmente la credibilità e la «capacità di manovra» del nostro Paese in un delicatissimo momento di rodaggio della politica estera europea. Tale misura si somma alla previsione introdotta dal comma 19 dell'articolo 7 che riduce di quasi 9 milioni di euro per il 2012 il Fondo per il finanziamento delle missioni di pace.
  Comunque, fa presente che l'articolo 23, comma 6, ai fini della proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali, provvede ad aumentare la dotazione del medesimo fondo in misura pari a 1.000 milioni di euro per l'anno 2013.
  Esprime pertanto la sensazione complessiva che il decreto-legge sulla spending review rappresenti una «occasione perduta» per la razionalizzazione e la qualificazione dell'azione della nostra Pubblica amministrazione e, segnatamente, del Ministero degli Affari esteri.
  Nel caso di un dicastero come la Farnesina le linee d'intervento da percorrere sono invece, a suo avviso, molto diverse e vanno probabilmente nella direzione di una riconsiderazione complessiva dell'ISE in relazione ai diversi livelli del personale ed alle connesse responsabilità effettivamente gestite e di un incremento delle posizioni a contratto, di una valutazione più accurata della totale fungibilità dei docenti di ruolo operanti all'estero con insegnanti assunti in loco, in una diversa valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare all'estero e last but not least in una realistica valutazione della nostra attuale rete diplomatico-consolare. articolando la distribuzione del personale in maniera più rispondente ai prevalenti standard occidentali ed ai nostri attuali interessi nazionali. A titolo di esempio, rammenta come il corpo diplomatico francese sia circa il triplo di quello italiano.
  Conclusivamente, preannuncia la formulazione di un parere favorevole, che faccia tuttavia stato delle suesposte considerazioni critiche e sviluppi alcuni spunti propositivi, al fine di preconizzare una rapida correzione legislativa almeno con riferimento alle condizioni del Ministero degli affari esteri.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, richiamandosi alle considerazioni appena svolte dal relatore, fa anzitutto presente che la situazione del bilancio della Farnesina è ai limiti della sostenibilità, come più volte ribadito dalle stesse Commissioni esteri dei due rami del Parlamento, Nel 2012, esso ha già subito un taglio di 213 milioni, che sommato ai 19,7 milioni del presente decreto-legge porta il totale a circa 233 milioni, con una riduzione percentuale del 12,5 rispetto al 2011. Ne deriva che il livello delle risorse per la politica estera italiana, inclusi gli interventi in favore dei connazionali e del sistema imprenditoriale all'estero, nonché la cooperazione allo sviluppo, non è più paragonabile a quello dei nostri partners.Pag. 103
  A suo avviso, l'Italia deve domandarsi se vuole continuare ad avere una politica estera degna dei paesi principali dell'UE e del G8. Anche alla luce delle profonde trasformazioni in corso nel Mediterraneo, ritiene che l'Italia abbia un vitale bisogno di tale politica estera – per ragioni di sicurezza e non solo per ragioni economiche.
  D'altra parte, il processo di spending review è indispensabile per l'amministrazione italiana. Purché sia condotto, nel caso del MAE, quale vera occasione di riforma ulteriore dell'assetto della rete estera. La riorganizzazione della rete estera è già in corso da anni; nuovi tagli brutali hanno gli effetti deleteri ampiamente descritti dal relatore.
  Interessano, fra l'altro, anche importanti settori di attività internazionale, quali il funzionamento dell'unità di crisi o dell'attività di cooperazione.
  Quanto al risparmio sulla spesa per il personale docente, che comporta la riduzione del 40 per cento degli insegnanti all'estero, osserva che tale misura è totalmente contraddittoria con l'ambizione di diffondere la lingua e cultura italiana all'estero, provocando fra l'altro prevedibili reazioni da parte delle collettività, oltre che dei sindacati della scuola. Infine, chiudere parte dei cosiddetti organismi collegiali contrasta con obblighi internazionali – cita ad esempio la Commissione Unesco e del CIDU.
  Con riferimento alla riduzione degli uffici, ricorda che il Ministero degli affari esteri ha già tagliato in misura assolutamente significativa le strutture dirigenziali generali con la riforma del dicembre 2010, passando da 20 a 13 uffici dirigenziali di primo livello (Direzioni Generali).
  Ricordando la riorganizzazione già avviata della struttura della rete estera, auspica pertanto che la disposizione contenuta nel comma 5 dell'articolo 2 trovi un'applicazione razionale: se è indubbio che incidere ulteriormente sulla rete estera sia discutibile, la norma va comunque a questo punto interpretata a consuntivo e in misura corrispondente ai risultati derivanti dalla ristrutturazione già in atto.
  Sottolinea infine la specificità dei compiti dì tutto il personale ministeriale, al fine di assicurare al paese un'adeguata tutela dei suoi interessi e rispondere alla crescente domanda di servizi rivolti alla rete. Esclude che l'intento del legislatore possa essere un serio indebolimento della rete all'estero e tanto meno l'orientamento delle Commissioni esteri dei due rami del Parlamento. Richiamando di nuovo l'attenzione sulle implicazioni dell'articolo 2, comma 5, che collega gli interventi sugli organici all'esito del processo di razionalizzazione delle sedi esteri per una data non successiva al 31 dicembre 2012, segnala il fondato rischio che le riduzioni di organico si debbano fare «alla cieca» o almeno prima che qualunque ristrutturazione abbia potuto cominciare a produrre i suoi effetti in termini di razionalizzazione dell'impiego del personale. In ogni caso, l'obbligo del Ministero degli affari esteri di effettuare i tagli resta inteso a consuntivo della ristrutturazione della rete diplomatica e consolare, già in corso sulla base di un provvedimento legislativo in via di attuazione, ossia tenendo conto dei tagli già effettuati.
  Ringrazia infine, per l'interesse e l'impegno ancora una volta dimostrati la presidenza e tutti i componenti della Commissione.

  Daniele GALLI (FLpTP), nel concordare con le osservazioni del relatore, rileva la contraddizione esistente tra gli obiettivi di sviluppo economico che il Governo si pone e il drastico ridimensionamento della struttura della rete estera la cui efficacia deve essere invece salvaguardata in quanto è strategica ai fini delle esportazioni italiane per il rilancio dell'economia.

  Enrico PIANETTA (PdL), ringrazia il relatore per l'ampia ed esaustiva introduzione al dibattito di cui lamenta la ristrettezza e l'inadeguatezza dei tempi. A fronte delle molteplici perplessità che il provvedimento suscita, auspica la presentazione in Assemblea di un ordine del giorno che salvaguardi l'amministrazione degli affari esteri e quindi il ruolo internazionale del Pag. 104Paese. Concorda con il collega Galli sulla necessità di potenziare in termini espansivi la presenza italiana all'estero. Si rammarica quindi per il fatto che ancora una volta diminuisca l'incidenza percentuale del bilancio del Ministero degli affari esteri, accrescendo le preoccupazione nell'attuale contesto altamente competitivo sul piano internazionale. A suo avviso, nel momento di grande difficoltà economica che il Paese vive, non ci si può permettere di ridurre la rete degli uffici all'estero, continuando con i tagli lineare ed aumentando il nostro differenziale rispetto ad altri grandi paesi europei come la Francia.
  Ritiene che la Commissione debba dare un segnale forte per una correzione di rotta, che denunci la penalizzazione inferta al Ministero degli affari esteri, anche se non sussistono i margini per intervenire nell'ambito del provvedimento in esame.
  Senza soffermarsi sui temi specifici già ripercorsi dal relatore, manifesta viva preoccupazioni per le ulteriori riduzioni del personale che contrastano con l'esigenza di assicurare maggiore presenza nelle aree strategiche del pianeta e raccomanda di salvaguardare il contributo dell'Italia alla PESC.
  Conclude ribadendo la necessità che in un prossimo provvedimento legislativo si possano compiere i necessari aggiustamenti.

  Marco FEDI (PD), nel condividere la relazione svolta dal collega Tempestini, sottolinea l'interdipendenza esistente tra l'inadeguatezza degli stanziamenti per il processo della revisione della spesa, che a suo avviso deve avere un carattere periodico come avviene in Australia dove ormai è un dato strutturale. Ritiene comunque che l'attuale situazione si sia determinata anche a causa di una stasi delle riforme necessarie all'amministrazione degli affari esteri.
  Quanto al problema degli insegnanti nelle scuole italiane all'estero, si dice certo che le professionalità occorrenti possano essere reperite in sede locale. Protesta invece vivacemente verso ogni ipotesi di ridimensionamento della rete estera, confidando che l'applicazione dell'articolo 2, comma 5, possa avvenire così come prospettato dal Sottosegretario Dassù.
  Sollecita quindi il Governo nel suo insieme a fare le scelte necessarie per sostenere la rete degli italiani nel mondo e le piccole e medie imprese che operano all'estero.
  Dichiarando infine che potrà esprimersi favorevolmente sul provvedimento soltanto alla luce delle considerazioni critiche svolte dal relatore, auspica che la materia venga finalmente affrontata in termini politici e non più emergenziali.

  Mario BARBI (PD), lamenta il senso di rassegnazione ed impotenza che caratterizza l'odierna discussione, che rischia di diventare meramente consolatoria a fronte dell'assoluta discordanza tra l'insoddisfazione della Commissione, peraltro condivisa dal rappresentante del Governo, e l'inevitabile parere favorevole, al riguardo, dichiara di non condividere il quadro concettuale che fa assumere come dato di necessità un modo di procedere nei tagli della spesa pubblica che dovrebbe invece essere oggetto di una sera riconsiderazione politica.
  Venendo ad alcuni aspetti problematici del provvedimento in esame, si domanda su quale pianta organica debba essere calcolata la riduzione prevista dall'articolo 2, dal momento che la formulazione linguistica appare alquanto ambigua e zoppicante, ribadendo l'esigenza che sia comunque salvaguardata la presenza all'estero del personale ministeriale.
  Quanto ai tagli al personale insegnante, pur considerando anacronistico e costoso il sistema vigente, manifeste preoccupazione per le conseguente che ne deriveranno sul piano dell'offerta italiana all'estero.
  Ritiene che mai come in questa fase l'Italia debba procedere ad una riflessione generale sulla sua politica estera che riduca la distanza crescente tra parole e cose concrete, confessando la propria amarezza circa le reali possibilità che il pur auspicato ordine del giorno possa migliorare la situazione.

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  Fabio PORTA (PD), nell'apprezzare la saggia ed obiettiva relazione del collega Tempestini ed i successivi interventi dei colleghi Fedi e Barbi, si associa all'intollerabile disagio che pervade la Commissione a fronte di una revisione della spesa che non è affatto tale e che non si cura di garantire al Ministero degli esteri le entrate corrispondenti ai servizi resi, come ad esempio le percezioni consolari.
  A suo avviso, un'ulteriore entrata potrebbe essere rappresentata dai contributi che potrebbero essere richiesti ai tanti italiani nel mondo che sono in attesa del riconoscimento della cittadinanza, ove sia loro garantita la certezza dei tempi dell'accoglimento dell'istanza.
  Ricordando come si stiano recentemente addossando alla rete periferica del Ministero degli affari esteri nuovi carichi di lavoro derivanti sia dell'ex ICE che dall'ENIT, reputa assolutamente contraddittorio il depotenziamento che ne è in atto e considera improrogabile quell'orientamento politico-strategico a cui ha fatto cenno il relatore.
  Conclude auspicando che questa sia l'ultima volta in cui il Parlamento è costretto a prendere atto di una simile sottovalutazione della dimensione internazionale del paese.

  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, nel ringraziare tutti i colleghi intervenuti che hanno centrato il punto essenziale della questione in discussione, fa presente di avere inteso, in qualità di relatore e d'accordo con il Presidente Stefani, sottolineare la gravità della situazione proprio per cercare di sfuggire al destino evocato dal collega Barbi e tentare di invertire, almeno in questo circostanza, la tendenza in atto dell'indebolimento del Ministero degli affari esteri, rilevata anche dal collega Pianetta.
  Ritiene che, alla fine della legislatura, occorra compiere fino in fondo il proprio dovere, pur nella consapevolezza di non essere sempre riusciti a conseguire i risultati auspicati.
  Richiamando analoghe esperienza europee, ed in particolare alcune recenti vicende francesi, osserva come oggi non solo in Italia i Ministeri economici e finanziari abbiano assunto una tale preponderanza nella definizione delle politiche di governo da attenuare significativamente la democrazia parlamentare.
  Ribadisce le numerose ambiguità ed equivocità del provvedimento in esame, manifestando stupore per il fatto che una deroga generale sia stata ad esempio prevista per la Magistratura di ogni ordine e grado e non invece per il corpo diplomatico, caratterizzato dalla medesima condizione di «dirigenza diffusa». A suo avviso, la priorità da salvaguardare resta la funzionalità della rete estera, da migliorare certo non da depotenziare, come ha ricordato il collega Fedi.
  A questo proposito, ritiene che si debba dare atto all'amministrazione degli affari esteri di avere in tempi non sospetti avviato una riflessione sulla revisione del proprio bilancio che può non sempre essere stata svolta nel modo più idoneo, ma che rappresenta comunque un'eccezione positiva che non merita di essere liquidata con atteggiamenti punitivi e persecutori.
  Anche con riferimento all'ISE, su cui pure ha rilevato l'opportunità di una riflessione in termini propositivi, invita a superare gli schematismi delle polemiche demagogiche e ad abbandonare logiche di penalizzazione, puntando invece sulla valorizzazione della funzione diplomatica per lo sviluppo della proiezione internazionale italiana nel mondo.
  Formula conclusivamente una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1), rinviando alla discussione del provvedimento in Assemblea la presentazione di un ordine del giorno che ne sintetizzi il significato politico.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, nel ringraziare il relatore e la Commissione per la posizione assunta, sottopone l'eventualità che il parere accenni anche all'esigenza di assicurare l'invarianza dei servizi resi dall'amministrazione degli affari esteri.

  Stefano STEFANI, presidente, propone al relatore di integrare il parere formulato, Pag. 106manifestando rammarico per l'assoluta ristrettezza ed inadeguatezza dei tempi riservati alla Commissione per affrontare un così delicato ed importante provvedimento.

  Enrico PIANETTA (PdL) prospetta l'opportunità di ribadire, nel riferimento alla cooperazione allo sviluppo, come essa costituisca uno strumento essenziale della politica estera.

  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, nell'aderire alle integrazioni proposte dal rappresentante del Governo, dal Presidente della Commissione e dal collega Pianetta, riformula la proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole come riformulata dal relatore.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011.
C. 5324 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.
C. 5325 Governo.
Tabella n. 6: Stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per l'anno 2012.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Stefano STEFANI, presidente, avverte che la Commissione si accinge ad esaminare congiuntamente, per le parti di competenza, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, il disegno di legge recante il Rendiconto generale dello Stato per l'anno finanziario 2011 e il disegno di legge recante l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2012.

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, osserva che con le previsioni assestate per il 2011 la dotazione iniziale di competenza del Ministero degli affari esteri è stata elevata di 8,5 milioni di euro, pari allo 0,45 per cento delle previsioni iniziali (originariamente ammontanti a 1.882,3 milioni di euro) mentre le autorizzazioni di cassa sono state incrementate di 165,2 milioni di euro (8,77 per cento delle previsioni iniziali).
  Dal rendiconto per il 2011 risultano nel complesso 2.061,4 milioni di euro di spese in conto competenza (pressoché completamente allocato sul versante delle sperse correnti) e 2.218,9 milioni di euro di autorizzazioni di cassa. Per quanto concerne le variazioni negli stanziamenti di competenza tra le previsioni di bilancio per il 2011 e quelle definitive in sede di rendiconto, queste ultime si discostano dalle prime per un aumento complessivo di 179,1 milioni di euro, pari al 9,51 per cento delle previsioni iniziali.
  Il volume dei residui accertati al 31 dicembre 2011 è pari a 333,9 milioni, di cui 326,7 milioni per la parte corrente e 7,1 milioni per il conto capitale. I residui sono determinati prevalentemente sulle disponibilità della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (74,6 milioni pari al 67,23 per cento dell'intero ammontare dei residui). Rileva in proposito che normativa specifica prevede la conservazione delle somme ad essa attribuite, in quanto riferite a progetti che hanno carattere pluriennale ed il cui iter di approvazione richiede tempi lunghi, che spesso comportano il superamento delle scadenze di fine anno.
  Evidenzia che un'altra situazione di accumulo di residui riguarda i fondi assegnati dai decreti legge di proroga degli interventi nelle missioni internazionali di pace, la cui tranche relativa al secondo semestre viene assegnata in bilancio intorno alla chiusura dell'esercizio finanziario. Risultano, infine, consistenti i fondi relativi all'incentivazione del personale (in Pag. 107particolare i capitoli 1283 e 1621 relativi al Fondo unico di amministrazione), anch'essi regolati da disposizioni normative e contrattuali che ne stabiliscono le modalità di conservazione.
  Ricorda che le attività del Ministero si svolgono in attuazione della Missione 4 (L'Italia in Europa e nel mondo), che ha registrato un incremento pari a 154,4 milioni di euro di euro.
  Tra gli undici Programmi in cui si ripartiscono le risorse afferenti alla Missione n. 4, quello interessato dalla maggiore variazione è il Programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo), che ha registrato un aumento di 63,5 milioni, per circa la metà impiegata per contributi volontari alle Organizzazioni internazionali, nonché alle Banche e Fondi di sviluppo.
  Rileva che la Relazione sul Rendiconto generale dello Stato per il 2011 della Corte dei conti evidenzia come l'analisi finanziaria non abbia posto in rilievo particolari criticità del Ministero, anche se il settore che presenta ancora «sofferenze» rimane proprio quello della cooperazione allo sviluppo. A tale riguardo la Corte dei conti, come già nella precedenti relazioni, rinnova l'esortazione a definire una disciplina organica di settore. Rammenta in proposito l'iter di riforma della legge n. 49 del 1987 in corso al Senato.
  La Relazione sottolinea positivamente lo sforzo compiuto dall'Amministrazione degli Affari esteri nell'affrontare l'annoso problema del ritardo con cui vengono effettuate le rendicontazioni. A tale scopo, infatti, è stata costituita una task force dedicata allo smaltimento della rendicontazione arretrata.
  Segnala che il decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 2010, n. 95 ha sensibilmente modificato la struttura organizzativa dell'Amministrazione centrale del Ministero degli affari esteri, riducendo le direzioni generali, passate da tredici ad otto, articolate per macroaree tematiche, attinenti alle grandi priorità della politica estera italiana. Alle direzioni generali si aggiungono cinque strutture di primo livello ed è stata creata, nelle varie direzioni generali, la figura di direttore centrale-vice direttore generale. La rete degli Uffici all'estero risulta costituita da 317 sedi operative: 123 Ambasciate, 9 Rappresentanze permanenti presso gli organismi internazionali, 1 Delegazione diplomatica speciale, 95 Uffici consolari ed 89 Istituti di cultura.
  La Corte dei conti sottolinea come il processo di riforma, già pienamente avviato per la sede centrale, sia ancora in fase di completamento per gli altri ambiti: «i compiti prioritari del Ministero, affidati dal Ministro ai rappresentanti diplomatici e consolari sulla base della direttiva annuale, richiedono un maggiore impegno, nella prospettiva di rafforzare la tutela e la promozione degli interessi italiani nelle aree attualmente a forte indice di sviluppo.» A tale proposito la Relazione pone in rilievo come il Ministero abbia provveduto ad una razionalizzazione delle sedi estere, riorganizzando la rete diplomatico-consolare (con la soppressione, il declassamento o l'elevamento di alcune sedi), con il duplice obiettivo di rendere l'organizzazione più rispondente alla nuova realtà internazionale e di perseguire l'economicità e l'efficienza, attraverso un più attento utilizzo delle risorse umane e finanziarie, caratterizzate da un processo di graduale riduzione.
  Parimenti positiva è la valutazione della Corte dei conti in ordine alla possibilità per gli uffici all'estero di acquisire risorse proprie. Ciò infatti può consentire di fronteggiare alcune difficoltà derivanti dalle progressive riduzioni anche se tale forma di recupero di risorse va comunque monitorata nel corso del tempo, al fine di comprendere al meglio la portata del fenomeno e di poter valutare quanto le risorse «proprie» impattino sul bilancio di ogni sede periferica e quanta parte di queste risorse possa incidere sulla programmazione delle assegnazioni di risorse necessarie per il funzionamento delle sedi periferiche.
  Più contenuti risultano gli aumenti a carico del Programma 6 (Promozione della pace e sicurezza internazionale, +18,3 milioni), del Programma 14 (Coordinamento Pag. 108dell'Amministrazione in ambito internazionale, +14,3 milioni) e del Programma 7 (Integrazione europea, +10,2).
  Segnala invece, in termini negativi, l'ulteriore riduzione di 5,1 milioni a carico del Programma 4.8 (Italiani nel mondo e politiche migratorie)
  La Corte dei conti evidenzia infine il processo di liquidazione dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente (ISIAO) di cui la nostra Commissione si è più volta occupata e su cui il collega Malgieri ha proposto di audire il commissario liquidatore. La Relazione sottolinea come la progressiva decurtazione del contributo «istituzionale» erogato dal Ministero degli affari esteri a valere sul cap. 1163 del bilancio di previsione abbia ingenerato una situazione d'insolvenza, che ha portato alla liquidazione coatta amministrativa dell'ente.
  A parere della Magistratura contabile, il disavanzo accumulato dall'Istituto non è tuttavia da ascriversi esclusivamente alla riduzione del contributo ministeriale, ma è da addebitarsi anche ad una non ottimale gestione delle risorse disponibili nonostante sia anche stato predisposto, su input dell'Amministrazione vigilante, un piano di rilancio, risultato insoddisfacente.
  Osserva che la liquidazione è attualmente nella fase operativa più delicata essendo, allo stato, in atto il piano di ripartizione dell'attivo. Il Ministro degli esteri ha costituito una Commissione di vigilanza, alla quale partecipa anche un rappresentante della Ragioneria generale, con funzioni di controllo.
  La Relazione dà conto altresì dei progressi compiuti dal Nucleo di analisi e valutazione della spesa del Ministero degli affari esteri, costituito da rappresentanti del Ministero, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell'Economia e delle Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato. In particolare l'analisi della spesa si è concentrata sui consumi intermedi (dematerializzazione dei documenti contabili, fabbisogni delle strutture periferiche, razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare), sugli accordi internazionali e sulla questione dei debiti pregressi.
  Concludendo la prima parte della sua esposizione, ripercorre sinteticamente la recente evoluzione dell'incidenza del Ministero degli Affari esteri sul volume delle spese finali in conto competenza: è evidente, in quest'ultimo triennio una costante riduzione dell'incidenza percentuale del dicastero in rapporto alle spese finali di tutto l'apparato statale: si è passati dallo 0,41 per cento dell'esercizio 2010, allo 0,38 per cento del 2011 per arrivare allo 0,31 dell'esercizio 2012. Queste percentuali appaiono ancora più scoraggianti se consideriamo le dimensioni complessive delle spese statali, rispetto alle quali il Ministero degli affari esteri «pesa» soltanto per lo 0,22 per cento nel 2012, con una riduzione del 10,54 per cento rispetto all'anno scorso, quando totalizzava un pur modestissimo 0,25 per cento.
  Passando al disegno di legge di assestamento rileva che lo stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per il 2012, approvato con la legge di bilancio 12 novembre 2011, n. 184, reca spese per un totale di 1.683,9 milioni di euro di cui 1.676,1 milioni di euro di parte corrente e 7,7 milioni di euro in conto capitale.
  La consistenza dei residui presunti risulta valutata, al 1o gennaio 2012, in 45,5 milioni, tutti di parte corrente. La massa spendibile (competenza più residui) ammonta quindi a 1.729,4 milioni.
  Rispetto a tali previsioni iniziali, il disegno di legge di assestamento 2012 reca talune modifiche dovute in parte all'adozione, nel periodo gennaio-maggio 2012, di atti amministrativi che hanno già comportato variazioni di bilancio, e per il resto alle variazioni proposte dallo stesso disegno di legge di assestamento: La manovra proposta prevede un aumento negli stanziamenti di competenza di 1,19 milioni di euro – di sola parte corrente –, accompagnato da un incremento di 35,9 milioni di euro delle autorizzazioni di cassa.
  I residui crescono di complessivi 288,3 milioni di euro – ed in particolare di 281,2 milioni per la parte corrente e di 7,1 Pag. 109milioni per il conto capitale – al fine di adeguare i residui presunti a quelli risultanti dal rendiconto del 2011, nonché di tener conto delle variazioni compensative nei residui passivi in seguito all'applicazione di specifiche disposizioni legislative.
  La Missione n. 4 assorbe gran parte (265,7 milioni di euro) dell'aumento dei residui, concentrato quasi interamente nel Programma 4.2 (Cooperazione allo sviluppo, +224,5 milioni).
  Segnala inoltre in termini critici la disposizione recata dall'articolo 3 del disegno di legge, soppressiva della possibilità, contemplata dall'attuale normativa sulla cooperazione allo sviluppo, di far confluire le somme non impegnate o non erogate nell'ambito di ciascun esercizio finanziario nella dotazione degli anni successivi. Vorrei chiedere al Rappresentante del Governo di fornirci alcuni elementi di valutazione in ordine alla portata effettiva di tale che rischia di ridurre ulteriormente gli ambiti di utilizzo delle già scarse risorse a disposizione della Cooperazione allo sviluppo.
  Riassuntivamente, rileva che rispetto alle previsioni iniziali, le spese previste registrano un aumento complessivo di 48,5 milioni di euro per la competenza, e di 102 milioni delle autorizzazioni di cassa, con le previsioni per il 2012 che risultano assestate a 1.732,4 milioni di euro per la competenza, 1.786 milioni per le autorizzazioni di cassa e 333,9 milioni di residui accertati.
  Per effetto delle predette variazioni, la massa spendibile, che nelle previsioni di bilancio era di 1.729,4 milioni, risulta, in seguito alle proposte di assestamento, pari a 2.066,3 milioni.
  Osserva in conclusione che entrambi i disegni di legge in esame delineano una situazione finanziaria del Ministero degli esteri in buona parte superata a causa degli interventi della cosiddetta spending review, di cui al decreto-legge appena esaminato.
  Ritiene che la Commissione, prima di esprimere il suo parere, debba acquisire ulteriori elementi e cogliere l'occasione per fare il punto della situazione finanziaria del MAE: Propone quindi il rinvio dell'argomento alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, anche in considerazione del fatto chela Commissione Bilancio ha a sua volta rinviato l'esame dei provvedimenti in sede referente.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA conferma i dati forniti dal relatore circa il rendiconto 2011, precisando che le principali integrazioni sono intervenute a favore dei programmi relativi alla Cooperazione allo Sviluppo ed alla Promozione della pace e sicurezza internazionale, per ottemperare agli obblighi derivanti dalla partecipazione del nostro Paese alle Organizzazioni Internazionali, nonché per la partecipazione italiana alle Missioni internazionali di pace. Le ulteriori integrazioni sono pervenute per la gestione ordinaria dell'Amministrazione, con particolare riguardo alla rete degli uffici all'estero, impegnata nel 2011 anche per assicurare il corretto svolgimento delle consultazioni referendarie.
  Evidenzia che, nel quadro della grave situazione della finanza pubblica, il Ministero degli Affari Esteri ha improntato le proprie proposte di assestamento di bilancio 2012 a criteri di massimo rigore, tali tuttavia da garantire la funzionalità delle strutture preposte all'attuazione della politica estera del Paese. Rispetto alle richieste avanzate dal Ministero, il disegno di legge di assestamento in esame ha assegnato risorse per un importo complessivo di 1,19 milioni di euro al netto delle compensazioni in diminuzione, pari allo 0,07 per cento rispetto allo stato di previsione iniziale.
  Rileva che le integrazioni concesse si sono limitate al contenuto essenziale del provvedimento di assestamento, con riferimento, in particolare, alle voci che alimentano i fondi per l'incentivazione del personale, ai sensi delle vigenti disposizioni contrattuali. L'unico ulteriore importo netto accordato (per un ammontare di circa 300.000 euro) è riferito ad un reintegro di somme anticipate dal Ministero degli affari esteri per conto del Ministero dell'Economia e Finanze, in relazione Pag. 110ad indennità già corrisposte al personale della Guardia di Finanza in servizio all'estero.
  Precisa che la richiesta di incremento dei fondi destinati alle attività del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, strategicamente tra le più significative per l'Amministrazione, è in corso di trattazione da parte del Ministero dell'Economia e Finanze, mediante variazione di bilancio da disporsi con provvedimento amministrativo.
  Riconosce la rilevanza per la cooperazione allo sviluppo del tema sollevato dal relatore circa la possibilità di far confluire le somme non erogate nell'ambito di ciascun esercizio finanziario nella dotazione degli anni successivi e si riserva di effettuare i necessari approfondimenti.

  Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta, che avrà luogo alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, riservandomi, se non vi sono obiezioni, di fissare per quella data il termine di scadenza per la presentazione degli emendamenti.

  La Commissione conviene.

  La seduta termina alle 13.20.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 1o agosto 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 13.20.

  Stefano STEFANI presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-07567 Maran: Sulla situazione dei diritti umani in Kazakhistan.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Francesco TEMPESTINI (PD), replicando in qualità di cofirmatario dell'interrogazione, osserva che la situazione in Kazakhistan presenta aspetti particolari sia in ragione della pervasività dei caratteri autoritari del regime, sia a causa del carattere di rivendicazione sociale delle diffuse proteste che vengono represse. Osserva infatti che alla recente crescita economica non si è accompagnato un conseguente aumento del tenore di vita della maggior parte della popolazione.
  Invita quindi il Governo, alla luce dei buoni rapporti esistenti tra i due Paesi, ad adoperarsi per collaborare per individuare soluzioni atte a diminuire i fattori di tensione esistenti.

5-07569 Menia: Sul sistema delle prenotazioni telefoniche per l'accesso ai servizi consolari.

  Aldo DI BIAGIO (FLpTP), in qualità di cofirmatario, illustra l'interrogazione in titolo ribadendo la domanda se l'introduzione delle prenotazioni telefoniche sia da considerarsi parte integrante della revisione della spesa in corso presso il Ministero degli affari esteri.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Aldo DI BIAGIO (FLpTP), replicando, dichiara di non condividere la ratio di simili provvedimenti che scaricano sulle collettività italiane all'estero, che andrebbero invece tutelate, le conseguenze dei ripetuti tagli delle risorse del Ministero degli affari esteri.Pag. 111
  Osserva in proposito che l'importante risorsa costituita dal personale a contratto locale viene sempre più marginalizzata mentre dovrebbe rappresentare un punto di forza per offrire servizi di qualità ad un costo contenuto.

5-07568 Evangelisti: Sul rapimento a Sanaa di un carabiniere addetto alla sicurezza dell'Ambasciata d'Italia.

  Stefano STEFANI, presidente in ragione dell'importanza e dell'attualità del tema, stante l'impossibilità del presentatore di intervenire a causa di concomitanti impegni politico-istituzionali, dichiara di apporre la propria firma all'interrogazione in titolo per permetterne lo svolgimento nella seduta odierna.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Stefano STEFANI, presidente, esprimendo l'auspicio di una rapida liberazione dell'ostaggio, si chiede se il fatto che il concittadino rapito sia un carabiniere rappresenti o meno una circostanza fortuita perché altrimenti si tratterebbe di un ancor più grave attacco al Paese.
  Dichiara, quindi, concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 13.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 13.40.

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