CAMERA DEI DEPUTATI
Sabato 10 settembre 2011
530.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 12 SETTEMBRE 2011

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SEDE REFERENTE

Sabato 10 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 9.15

DL 138/2011: Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
C. 4612 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, da ultimo rinviato nella seduta del 9 settembre 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nel dare conto delle sostituzioni, avverte che si procederà all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso riferite.

Pier Paolo BARETTA (PD), nell'illustrare il proprio emendamento, 2.16 sottolinea come il tema dell'introduzione di un'imposta patrimoniale potrebbe essere utile anche per future riflessioni, essendo consapevole della chiusura del governo e della maggioranza rispetto ad una ipotesi di apportare modifiche alla manovra. Ricorda che il problema della sostenibilità del debito pubblico non è solo un problema di rapporto quantitativo rispetto al prodotto interno lordo, ma è anche un problema di esposizione verso l'estero piuttosto che verso i risparmiatori italiani, richiamando in proposito il caso del Giappone, laddove un debito pubblico molto elevato suscita minori problemi di sostenibilità proprio per la sua allocazione sul mercato interno. Osserva come, in alternativa all'imposta patrimoniale, nella proposta emendativa si disciplina la sottoscrizione di titoli del debito pubblico da parte dei medesimi soggetti, al fine di ridurre l'esposizione dell'Italia nei confronti dell'estero. Chiede quindi al governo di esprimere, al di là della volontà di non modificare la manovra in esame, la propria posizione su tale proposta.

Marco MARSILIO (PdL) ritiene che il tema introdotto dall'onorevole Baretta sia degno di attenzione, malgrado la maggioranza abbia accolto responsabilmente l'invito del governo ad una rapida approvazione della manovra senza ulteriori modifiche.

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Nel merito osserva che sarebbe stato preferibile non legare l'introduzione di una imposta patrimoniale alla sostituzione di altre fonti di entrata previste dalla manovra, ma utilizzarla per avviare un percorso di rientro del debito pubblico. Sottolinea come, chiusa la manovra, occorrerà avviare una stagione straordinaria per il ripianamento del debito pubblico, altrimenti l'Italia sarà costretta ad adottare nuove manovre che non risolveranno i problemi di fondo, ma avranno l'unico effetto di depauperare gradualmente la ricchezza del Paese. In tale quadro, ritiene possibile discutere anche di un prestito forzoso che chieda, per ragioni di equità, al 10 per cento della popolazione italiana che detiene quasi la metà della ricchezza nazionale uno sforzo particolare. Sottolinea quindi l'importanza di evitare, come fatto in passato, di scaricare le conseguenze delle scelte odierne sulle generazioni future. Nell'annunciare quindi il voto contrario sull'emendamento Baretta 2.16, ribadisce la disponibilità ad avviare una riflessione seria sull'argomento.

Renato CAMBURSANO (IdV) ringrazia l'onorevole Baretta per aver introdotto il tema dell'imposta patrimoniale e auspica che il governo possa aprire la strada ad una modifica in tal senso della manovra in discussione, senza dover attendere il varo di futuri provvedimenti. Ritiene importante che si apra comunque un confronto volto all'elaborazione di un piano di rientro dal debito pubblico che consenta una riduzione al di sotto, almeno, della soglia del 100 per cento rispetto al prodotto interno lordo. Accoglie con soddisfazione le aperture in tal senso effettuate dall'onorevole Marsilio e sottolinea che, oltre alla introduzione di una imposta patrimoniale, il percorso di riduzione del debito pubblico potrà essere affrontato anche attraverso una revisione delle pensioni e la lotta all'evasione fiscale, evidenziando come tali temi chiamino in causa le istituzioni europee. Rileva che la proposta presentata dall'onorevole Baretta presenti talune criticità come la limitazione ai soli immobili ad uso abitativo e l'esclusione del patrimonio mobiliare. In tal senso ricorda la diversa formulazione recata dall'emendamento a sua prima firma 2.3, che calibra diversamente la base imponibile e finalizza allo sviluppo le maggiori entrate derivanti dalla nuova imposta. Pur consapevole del parere negativo del Governo, auspica che il tema possa essere presente nella prossima legge di stabilità e chiede quindi l'avvio di un confronto serio sulla tematica della riduzione del debito.

Antonio BORGHESI (IdV) sottolinea come la credibilità internazionale del Paese non sia mai stata così bassa e ritiene che l'unico modo per recuperare tale credibilità siano le dimissioni del governo. Esprime perplessità sulla formulazione della proposta effettuata dall'onorevole Baretta e sottolinea come sarebbe stato necessario siglare apposite intese internazionali come effettuato dalla Germania e dal Regno Unito con la Svizzera. Ricorda in proposito che tali accordi hanno consentito a quel Paese un recupero molto significativo di somme e ritiene il governo e in particolare il ministro dell'economia, che ha sempre negato la possibilità di stringere tali accordi, responsabile per le mancate maggiori entrate che sarebbero derivate.

Pier Paolo BARETTA (PD), alla luce del dibattito svoltosi, ritiene di non insistere per la votazione del suo emendamento 2.16.

Renato CAMBURSANO (IdV), concordando con le considerazioni dell'onorevole Baretta, dichiara di non insistere per la votazione dell'emendamento 2.3, di cui è primo firmatario.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ricorda che anche il suo gruppo ha presentato una proposta emendativa volta all'introduzione di una imposta patrimoniale, segnalando che l'emendamento Occhiuto 2.1 propone l'istituzione di una imposta dello 0.5 per cento sui patrimoni mobiliari e immobiliari. Al riguardo, osserva che, ad un esame che non tenga conto dell'attuale

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contesto, potrebbe sembrare che l'introduzione dell'imposta patrimoniale costituisca una forma di accanimento fiscale. Ritiene, tuttavia che l'attuale congiuntura richieda una riflessione al riguardo, osservando come si renda necessario un profondo cambiamento culturale, dal momento che in questi ultimi anni si è sempre più radicato un atteggiamento che tollera e quasi giustifica il mancato pagamento delle tasse. Nel sottolineare come tale situazione debba imputarsi fondamentalmente all'azione del Governo, che ha promosso numerosi condoni e sanatorie in materia fiscale, dichiara altresì di ritenere ingenerose le critiche rivolte alle decisioni politiche assunte nel passato che hanno portato alla costituzione di un ingente debito pubblico nel nostro Paese. Osserva, infatti, che l'indebitamento ha consentito al nostro Paese di diventare una delle nazioni economicamente più avanzate, superando le difficoltà dovute alla ricostruzione successiva al secondo conflitto mondiale. Nel rilevare come l'alto livello del debito pubblico si accompagni nel nostro Paese ad un basso livello dell'indebitamento privato, osserva che è tempo di valutare la possibilità di trasferire una quota del debito pubblico ai cittadini del nostro Paese, rivedendo in questo contesto anche le prestazioni sociali e assistenziali garantite dallo Stato. Ritiene, infatti, che l'attuale debito pubblico italiano sarebbe sostenibile, qualora venissero realizzate le riforme strutturali che l'attuale maggioranza di Governo, che ha governato il Paese per otto degli ultimi dieci anni, senza assumere alcuna concreta iniziativa per la riduzione del debito pubblico, non ha avuto il coraggio di fare.

Marco CAUSI (PD) ritiene estremamente interessante l'evoluzione della discussione dei temi affrontati dall'emendamento Baretta 2.16, osservando che il dibattito potrà ulteriormente svilupparsi nelle prossime settimane nelle Commissioni parlamentari competenti. Al riguardo, nel sottolineare come le proposte emendative presentate dal Partito democratico intendessero rappresentare spunti per l'avvio di una discussione e siano pertanto suscettibili di miglioramenti ed integrazioni, precisa che l'imposta sui patrimoni immobiliari dovrebbe applicarsi sia alle persone fisiche che a quelle giuridiche, ribadendo che l'esclusione dell'imposizione sulla ricchezza mobiliare è dovuta essenzialmente ai problemi connessi alla immediata censibilità di tali patrimoni, che richiederebbe la costituzione di una apposita anagrafe, peraltro prevista nelle proposte formulate dal Partito democratico. Osserva, altresì come nell'introduzione di una imposta patrimoniale dovrà valutarsi attentamente l'esigenza di non determinare sovrapposizioni con l'imposta municipale propria, escludendo in particolare la tassazione sui beni strumentali delle imprese. Auspica, quindi, che la discussione possa proseguire presto in altra sede.

Il sottosegretario Bruno CESARIO, esprimendo apprezzamento per il dibattito svoltosi, ringrazia l'onorevole Baretta e tutti i colleghi intervenuti per il tono della discussione, che potrà senza altro essere ulteriormente approfondita. Con riferimento alle considerazioni dell'onorevole Borghesi in ordine al contrasto all'evasione attraverso accordi internazionali, ricorda come il nostro Paese abbia in questi ultimi anni realizzato un forte intervento in materia, che ha portato anche a problemi con la Svizzera e San Marino, consentendo il rientro in Italia di ingenti capitali.

Pier Paolo BARETTA (PD) illustra l'emendamento 2.19, di cui è primo firmatario, ricordando come esso unifichi la disciplina del contributo di solidarietà per i dipendenti pubblici e i lavoratori privati, disponendo che esso si applichi ai redditi complessivi di importo superiore a 200.000 euro lordi annui.

La Commissione respinge l'emendamento Baretta 2.19.

Massimo VANNUCCI (PD) osserva preliminarmente che anche l'emendamento

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Occhiuto 2.1 prevede l'introduzione di una forma di imposizione patrimoniale, soffermandosi quindi sugli emendamenti Montagnoli 2.14, nonché Fugatti 2.53 e 2.54, presentati da deputati del gruppo della Lega Nord Padania. Nel dichiarare di non comprendere le ragioni per le quali la Lega Nord abbia presentato degli emendamenti non chiedendone poi la votazione, osserva ironicamente come gli emendamenti Fugatti 2.53 e 2.54, che prevedono una maggiorazione del contributo di solidarietà di calciatori professionisti siano particolarmente opportuni, sottolineando, in particolare, che l'emendamento Fugatti 2.53 prevede una maggiorazione del contributo per ciascuna giornata di sciopero alla quale abbia aderito il calciatore. A suo avviso, la proposta, pur mettendo in discussione la legittimità del diritto di sciopero, appare significativa, in quanto dimostra come nell'attuale congiuntura sia necessario assicurare ai cittadini panem et circenses, in quanto un eventuale prosecuzione dello sciopero dei calciatori potrebbe creare problemi per la tenuta sociale del nostro Paese.

La Commissione respinge l'emendamento Occhiuto 2.1.

Francesco BARBATO (IdV) illustra il proprio emendamento 2.28 che, nel sopprimere le disposizioni relative all'incremento al 21 per cento dell'aliquota massima dell'imposta sul valore aggiunto, prevede un intervento in materia di giochi, che potrebbe consentire il reperimento di nuove risorse non gravando sui cittadini, ma penalizzando un settore che giudica anti-sociale ed immorale. Con specifico riferimento alla proposta emendativa da lui presentata, sottolinea che essa intende consentire una definizione dei contenziosi esistenti in materia di concessioni, evidenziando come i procedimenti attualmente in corso davanti alla Corte dei Conti abbiano ad oggetto importi rilevantissimi. Rileva, tuttavia, che i tempi e i contenuti delle decisioni del Parlamento sono troppo spesso dettati dalla potente lobby delle imprese operanti nel settore dei giochi e che tale situazione impedisce l'accoglimento della proposta dell'Italia dei Valori, che intende eliminare l'incremento dell'IVA, che rappresenta una tassa odiosa, specialmente per le famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli. Nel sottolineare quindi come il proprio gruppo non si limiti ad una critica delle proposte della maggioranza e del Governo, ma formuli proposte alternative serie e concrete, evidenzia che dall'accoglimento della proposta emendativa da lui presentata deriverebbe anche l'incremento delle risorse destinate alla promozione e al sostegno del trasporto pubblico locale. A tale ultimo riguardo, sottolinea come l'incremento delle risorse disponibili consentirebbe di far fronte alla grave crisi del settore e permetterebbe anche l'acquisto di nuovi mezzi di trasporto, favorendo in questo modo anche il sostegno all'occupazione nelle imprese che costruiscono autobus, come gli Irisbus di Grottaminarda. Osserva, peraltro, come l'ammodernamento del parco dei veicoli circolanti consentirebbe di abbassarne l'età media, ampiamente superiore a quella europea, favorendo in questo modo anche la riduzione delle emissioni, in linea con quanto richiesto dalla normativa europea. Ribadisce, quindi, l'opportunità di intervenire sul settore dei giochi e delle scommesse, il cui fatturato nel 2010 è stato di circa 61 miliardi di euro e potrebbe raggiungere, nel 2011, i 70 miliardi di euro. Nel sottolineare come tale andamento del gettito rifletta evidentemente la disperazione e la paura dei cittadini del nostro Paese, esprime preoccupazione per l'aggravamento del fenomeno delle ludopatie, e ribadisce, pertanto, l'opportunità di un intervento in materia di giochi, che consentirebbe di acquisire risorse da chi può e deve metterle a disposizione.

La Commissione respinge l'emendamento Barbato 2.28.

Antonio BORGHESI (IdV), illustrando l'emendamento 2.32, di cui è primo firmatario, ricorda come, nella giornata di ieri, la maggioranza si sia rifiutata di

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approvare una serie di emendamenti sui tagli ai costi della politica presentati dal suo gruppo anche di modesta portata. Osserva come l'emendamento in esame riproponga molte delle misure previste da tali emendamenti, al fine di evitare l'aumento dell'IVA, che colpirebbe ulteriormente i redditi degli italiani, avrebbe effetti depressivi sui consumi e riflessi negativi sull'inflazione. Preannuncia, quindi, che il suo gruppo intende presentare una relazione di minoranza sul provvedimento in esame.

La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 2.32, limitatamente alla parte ammissibile.

Rolando NANNICINI (PD), illustrando l'emendamento 2.18, di cui è primo firmatario, ricorda come il fatturato del settore dei giochi sia pari a 72 miliardi ed il relativo livello di tassazione risulti di solo 10 miliardi. Ritiene, pertanto, che l'attuale livello del prelievo unico erariale, pari al 13,50 per cento, andrebbe aumentato al 20 per cento, mentre nel luglio 2008 il prelievo è stato ridotto ed è divenuto regressivo, diminuendo al crescere del fatturato. Osserva, inoltre, come l'emendamento si proponga di diminuire dal 75 al 70 per cento l'ammontare delle risorse da distribuire ai giocatori. Ricorda, quindi, come l'ultima parte dell'emendamento, dichiarata inammissibile, fosse volta a destinare quota parte delle maggiori entrate al recupero dei fenomeni di ludopatia, nonché a introdurre tale patologia nei livelli essenziali dei servizi sanitari. Inoltre, l'emendamento si proponeva di destinare 800 miliardi delle maggiori entrate alla riduzione del saldo di finanza pubblica per i comuni sottoposti al patto di stabilità, al fine di sbloccare la cassa di tali enti e di favorire gli investimenti. Stigmatizza, infine, un eccesso di pubblicità sui giochi che, per tale profilo, ritiene dovrebbero essere equiparati al tabagismo.

Massimo POLLEDRI (LNP) nel raccogliere la sollecitazione dell'onorevole Nannicini, evidenzia come la Lega abbia sempre assunto una particolare attenzione rispetto al tema delle entrate derivanti dai giochi. Ritiene quindi utile e percorribile la strada indicata e annuncia la disponibilità del suo gruppo ad una futura, seria ed approfondita riflessione.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Nannicini 2.18, limitatamente alla parte ammissibile, Cambursano 2.27, limitatamente alla parte ammissibile, e Baretta 2.21.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, con riferimento all'emendamento Baretta 2.17 relativo alla possibilità di siglare accordi con la Confederazione Svizzera, sottolinea che sarebbe auspicabile la presentazione di un ordine del giorno in Assemblea.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Baretta 2.17 e Commercio 2.5.

Antonio BORGHESI (IdV), nell'illustrare l'emendamento a sua prima firma 2.31, sottolinea come, nel momento in cui si è deciso di allineare il livello italiano di tassazione delle rendite finanziarie a quello degli altri Paesi europei, si sia tuttavia stabilita una entrata in vigore di tale disposizione differita al gennaio del 2012, contrariamente a quanto avvenuto rispetto ad altre disposizioni di maggiore impatto sociale. Osserva inoltre che, contestualmente, si è inteso fare un ulteriore favore ai soggetti detentori dei titoli mobiliari attraverso la procedura di affrancamento che la proposta emendativa chiede di sopprimere. In conclusione, ritiene che in tal modo si prendano in giro i contribuenti onesti e chiede l'approvazione del suo emendamento.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Borghesi 2.31 e gli identici emendamenti Occhiuto 2.2 e Merloni 2.4.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento a sua

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prima firma 2.29 in materia di società di comodo.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Borghesi 2.29 e Cambursano 2.7.

Francesco BARBATO (IdV), intervenendo sull'emendamento Messina 2.34, sottolinea come l'Italia dei Valori abbia particolarmente a cuore il tema della trasparenza degli assetti societari e evidenzia come lo Stato, attraverso le proprie società, non possa operare insieme a soggetti residenti nei cosiddetti «paradisi fiscali» in cui la trasparenza non è un valore fondamentale. Richiama in proposito talune disposizioni, come quelle volte alla cessione di navi alla Repubblica di Panama, recate dal recente provvedimento sulle missioni internazionali e ad esso poco pertinente. Raccomanda quindi l'approvazione della proposta emendativa in questione al fine di rendere più europea l'Italia.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Messina 2.34 e Barbato 2.35.

Antonio BORGHESI (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Palomba 2.30 volto a ripristinare il Fondo unico giustizia.

La Commissione respinge l'emendamento Palomba 2.30.

Marco BELTRANDI (PD), illustrando l'emendamento Zamparutti 2.43, sottolinea come la proposta emendativa e quelle immediatamente successive a prima firma dell'onorevole Zamparutti siano volte a sopprimere una serie di agevolazioni sulle accise sui carburanti che oggi appaiono non più giustificate. Evidenzia come nel suo partito vi sia un dibattito aperto sulla possibilità di introdurre una carbon tax e fa presente la sua personale contrarietà a tale evenienza, atteso l'alto livello delle accise in vigore. Proprio in ragione di tale posizione, ritiene quindi opportuno procedere ad un riordino della materia delle accise con la soppressione delle agevolazioni non più giustificabili anche in chiave di una maggiore tutela ambientale.

La Commissione respinge l'emendamento Zamparutti 2.43.

Maino MARCHI (PD) intervenendo sull'emendamento Garavini 2.10, sottolinea la necessità di introdurre una più stringente normativa anti riciclaggio poiché il peso dell'economia sommersa nel nostro Paese è particolarmente rilevante. Evidenzia che dall'emersione dell'economia sommersa potranno derivare risorse molto consistenti nell'ordine di qualche miliardo di euro.

La Commissione respinge l'emendamento Garavini 2.10.

Marco BELTRANDI (PD), intervenendo sugli identici articoli aggiuntivi Maurizio Turco 2.05 e Borghesi 2.014 ricorda che la normativa vigente consente l'esenzione dall'ICI per i beni immobili in proprietà di enti religiosi anche nel caso di utilizzo promiscuo con finalità commerciali. Osserva che tale disciplina ha consentito una esenzione totale dall'ICI per immobili in cui la finalità appare assolutamente residuale, mentre la finalità prevalente è quella di ristorazione o alberghiera, ingenerando anche effetti discorsivi sulla concorrenza dei soggetti privati. Sottolinea che con le proposte emendative in discussione si chiede semplicemente di assoggettare all'ICI gli immobili in proprietà di tali enti allorché non abbiano come finalità esclusiva quella del culto.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli identici articoli aggiuntivi Maurizio Turco 2.05 e Borghesi 2.014, nonché l'articolo aggiuntivo Borghesi 2.06.

Antonio BORGHESI (IdV), intervenendo sull'articolo aggiuntivo a sua prima firma 2.07 sottolinea l'importanza nella lotta all'evasione fiscale di un rafforzamento dello speso metro e del redditometro.

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In particolare evidenzia come la proposta emendativa a sua prima firma disponga di rendere immediatamente applicabile ai fini delle imposte dirette il reddito accertato attraverso i richiamati strumenti, senza attendere che esso venga considerato definitivo all'esito di un lungo contenzioso, fatta salva la possibilità per il contribuente di ripetere le somme eventualmente versate in eccedenza.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, l'articolo aggiuntivo Borghesi 2.07 e gli identici articoli aggiuntivi Barbato 2.08 e Baretta 2.021.

Antonio BORGHESI (IdV) illustra l'articolo aggiuntivo 2.09, di cui è primo firmatario, volto a rafforzare le disposizioni in materia di riscossione dei crediti erariali. Al riguardo, sottolinea come le scelte compiute dal Governo abbiano spesso favorito comportamenti elusivi o fraudolenti, ricordando, in particolare, la vicenda del condono del 2002, i cui benefici hanno trovato applicazione in presenza del solo pagamento della prima rata di quanto dovuto. Osserva, peraltro, che analoghi limiti presenta anche il condono effettuato nel 2008 e rileva come il Ministro Tremonti si sia opposto ad una modifica delle disposizioni volta a prevedere la cessazione dei benefici in caso di mancato versamento di almeno una rata di quanto dovuto. Evidenzia, quindi, come il Governo non intenda realmente combattere l'evasione fiscale.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 2.09, 2.010 e 2.017.

Antonio BORGHESI (IdV) illustra l'articolo aggiuntivo 2.011, di cui è primo firmatario, ricordando che esso prevede l'eliminazione dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive del costo del lavoro e rappresenta, quindi, una proposta volta a garantire un efficace sostegno al sistema produttivo nell'attuale situazione di crisi.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 2.011 e Baretta 2.020.

Antonio BORGHESI (IdV), nell'illustrare il suo articolo aggiuntivo 2.012, segnala preliminarmente come sarebbe stato opportuna la conclusione, da parte del nostro Paese, di accordi internazionali volti ad escludere l'esportazione illecita di capitali, analoghi a quelli stipulati tra Germania e Svizzera. Per quanto attiene al contenuto della proposta emendativa da lui presentata, fa presente che essa intende introdurre una misura di equità, prevedendo l'applicazione di un contributo di solidarietà a carico delle attività finanziarie e patrimoniali che hanno beneficiato delle disposizioni relative al rimpatrio e alla regolarizzazione dei capitali detenuti all'estero. Nel sottolineare come le condizioni previste per il rientro e la regolarizzazione dei capitali fossero particolarmente convenienti, osserva come sia assolutamente logico che, nel momento in cui si prevede un contributo di solidarietà a carico dei pensionati, si introduca anche una analoga disposizione per quanti hanno esportato illegalmente capitali.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 2.012 e 2.016, Baretta 2.022, nonché gli emendamenti Baretta 2.023 e 2.024, limitatamente alla parte ammissibile.

Pier Paolo BARETTA (PD) osserva, conclusivamente, come, al di là dei vincoli derivanti dalla necessità prospettata dal Governo di non introdurre modifiche alla manovra, il dibattito svoltosi abbia presentato elementi innovativi rispetto al passato, consentendo di sviluppare interessanti riflessioni sulla materia degli interventi necessari all'abbattimento del debito pubblico, delle politiche in materia di giochi e delle misure volte ad assicurare il contrasto all'evasione fiscale. Auspica, pertanto, che gli spunti di riflessioni emersi possano costituire la base per futuri approfondimenti del dibattito.

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Amedeo CICCANTI (UdCpTP) chiede di passare all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 5.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, prendendo atto della richiesta del collega Ciccanti, propone, e la Commissione consente, di passare all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso riferite.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP), nel manifestare apprezzamento per i contenuti dell'emendamento Vannucci 5.3, osserva che, nel corso dell'esame presso il Senato, sono state introdotte disposizioni relative alla messa in sicurezza di infrastrutture colpite dalle calamità naturali verificatesi tra il febbraio e il marzo scorso nella regione Basilicata, sottolineando, tuttavia, come, contemporaneamente al medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alla regione Basilicata, fosse stato dichiarato lo stato di emergenza anche in relazione a numerose altre calamità naturali, che avevano interessato in modo assai più grave altre regioni del territorio italiano, tra le quali, in particolare, la regione Marche. Ritiene, pertanto, che sia stata compiuta una scelta ingiusta e discriminatoria ed auspica che il Governo intenda adottare un provvedimento di carattere sistematico in linea con gli indirizzi formulati da questo ramo del Parlamento.

Massimo VANNUCCI (PD) osserva che le disposizioni dell'articolo 5, comma 1-bis, introdotte dal Senato, sono assolutamente inopportune nel quadro di un provvedimento finalizzato alla stabilizzazione finanziaria e allo sviluppo. Ritiene, infatti, che sia stato realizzato un intervento di carattere localistico e micro-settoriale, che, tra l'altro, stanzia risorse per una calamità naturale che ha causato danni per 70 milioni di euro, a fronte dei 500 milioni di euro di danni quantificati in relazione all'alluvione che ha interessato la regione Marche. Fa presente, peraltro, che il suo emendamento 5.3 non intende porre rimedio ad una singola calamità, ma affrontare in modo sistematico le problematiche conseguenti alla modifica della disciplina in materia di dichiarazione dello stato di emergenza operata con il decreto-legge n. 225 del 2010. In particolare, nel richiamare le difficoltà incontrate dagli enti territoriali colpiti dall'alluvione delle Marche a provvedere ai pagamenti necessari alle spese di somma urgenza, segnala che la proposta emendativa intende consentire alle Regioni di derogare ai vincoli del Patto di stabilità interno per sostenere le spese necessarie per fronteggiare lo stato di calamità.

Remigio CERONI (PdL), relatore, nel concordare con le considerazioni dei colleghi Ciccanti e Vannucci, ritiene che sarebbe ingiusto assicurare un sostegno ad uno solo dei territori per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 marzo 2011. Pertanto, pur esprimendo un parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 5, ritiene opportuno che il Governo si impegni ad assicurare lo stanziamento di adeguate risorse per far fronte, almeno parzialmente, alle esigenze conseguenti ai richiamati eventi calamitosi e a consentire una deroga al Patto di stabilità interno in relazione alle opere conseguenti a tali calamità.

Il sottosegretario Bruno CESARIO osserva come al Senato via sia stato un confronto approfondito in Commissione Bilancio dal quale è emerso come la Basilicata, e in particolare il territorio di Metaponto fosse effettivamente una priorità. A fronte dell'impellenza di un pericolo reale si è quindi, all'unanimità, deciso di stanziare le risorse necessarie a fronteggiarlo. Questo non esclude affatto che si dovrà a breve intervenire anche in altre realtà colpite da calamità naturali. A riguardo fa presente che nel prossimo provvedimento in materia economico - finanziaria verranno individuate le risorse necessarie a fronteggiare le altre emergenze.

Rolando NANNICINI (PD) rileva come, alla stregua di quanto avvenuto in passato

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per i comuni di Milano e Parma, ci fosse la possibilità di risolvere il problema delle Marche intervenendo sul patto di stabilità.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud) chiede al rappresentante del governo se è disposto ad impegnarsi ad introdurre una deroga al patto di stabilità.

Il sottosegretario Bruno CESARIO dichiara che il governo esplorerà anche questa possibilità.

Pier Paolo BARETTA (PD) rileva come sia possibile sbagliare anche all'unanimità, osservando come al Senato sia stata fatta una discriminazione.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ritiene che al Senato sia mancata un'adeguata rappresentazione della situazione della regione Marche, rilevando come non sia stato affatto corretto occuparsi solo della Basilicata. Dichiara inoltre che il governo sarà chiamato a rispondere degli impegni assunti nella seduta odierna in occasione dell'esame del prossimo provvedimento utile che auspica sia la legge di stabilità.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, in considerazione dell'andamento della discussione e dell'orientamento espresso dal rappresentante del Governo, propone, e i presentatori consentono, di non procedere alla votazione degli emendamenti Mariani 5.1, Sereni 5.2 e Vannucci 5.3.
Rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per la giornata di lunedì 12 settembre.

La seduta termina alle 11.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.10 alle 11.20.