CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 luglio 2011
511.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
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INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 14 luglio 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 14.10.

Sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo.
Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
(Svolgimento e conclusione).

Paolo RUSSO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce quindi l'audizione.

Il dottor Dario STEFANO, assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome, riferisce sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni i deputati Angelo ZUCCHI (PD)

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e Teresio DELFINO (UdCpTP), ai quali replica il dottor Dario STEFANO, assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.50

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 14 luglio 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 14.50.

Sulla situazione dei mercati delle sementi e degli agrofarmaci.
Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
(Svolgimento e conclusione).

Paolo RUSSO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Introduce quindi l'audizione.

Il dottor Dario STEFANO, assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome, riferisce sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.

Intervengono quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Susanna CENNI (PD), Angelo ZUCCHI (PD) e Teresio DELFINO (UdCpTP) ai quali replica il dottor Dario STEFANO, assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.20.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AUDIZIONI INFORMALI

Giovedì 14 luglio 2011.

Nell'ambito dell'esame congiunto della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli (COM(2010)733) e della proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio in ordine alle norme di commercializzazione (COM(2010)738).
Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

L'audizione informale è stata svolta dalle 15.20 alle 15.30.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 14 luglio 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

La seduta comincia alle 18.

Decreto-legge n. 98 del 2011: Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanzaria.
C. 4509 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

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Viviana BECCALOSSI (PdL), relatore, illustrando il provvedimento oggi approvato dal Senato, si sofferma sulle parti di competenza della Commissione Agricoltura.
Osserva preliminarmente che i commi da 1 a 5 dell'articolo 10 recano disposizioni finalizzate alla riduzione delle spese delle amministrazioni centrali dello Stato a decorrere dal 2012. In particolare, il comma 2 stabilisce che, a decorrere dall'anno 2012, le amministrazioni centrali dello Stato devono assicurare una riduzione della spesa sia in termini di saldo netto da finanziare sia in termini di indebitamento netto, corrispondente agli importi individuati nell'allegato C al decreto in esame. La riduzione di spesa è complessivamente pari, in termini di saldo netto, a 1.500 milioni di euro nel 2012, a 3.500 milioni nel 2013 e a 5.000 milioni nel 2014; in termini di indebitamento netto a 1.000 milioni di euro nel 2012, a 3.500 milioni nel 2013 e a 5.000 milioni nel 2014. Per il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è prevista una riduzione di spesa, in termini di saldo netto da finanziare, di 33,1 milioni di euro per il 2010, 40,5 milioni per il 2013, 74,6 milioni per il 2014, ed in termini di indebitamento netto, di 22,1 milioni di euro per il 2012, 40,5 milioni per il 2013 e di 74,6 milioni per il 2014. La relazione tecnica allegata al provvedimento evidenzia come le norme in esame mirino a superare il criterio dei cosiddetti «tagli lineari» ai fini del concorso al raggiungimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica delle amministrazioni centrali dello Stato. Si prevede, infatti, che in luogo del criterio della riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle spese rimodulabili previste a legislazione vigente, i Ministeri propongano, in sede di predisposizione del disegno di legge di stabilità per il triennio 2012-2014, le iniziative legislative necessarie ai fini del conseguimento degli obiettivi di riduzione di spesa fissati nella tabella allegata al decreto. Ai fini del rispetto degli obiettivi medesimi, gli effetti finanziari sui saldi di finanza pubblica derivanti dagli interventi correttivi proposti saranno sottoposti a verifica del Ministro dell'economia e delle finanze.
L'articolo 14, comma 28, trasforma l'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine (UNIRE) in Agenzia per lo sviluppo del settore ippico (ASSI), struttura a carattere tecnico-operativo di interesse nazionale, secondo quanto previsto dall'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sotto la vigilanza del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. I nuovi compiti dell'Agenzia sono così individuati: promuovere l'incremento ed il miglioramento delle razze equine, gestire i libri genealogici, rivedere la programmazione delle corse e dei programmi di allevamento, affidare il servizio di diffusione delle riprese televisive delle corse e valutare le strutture degli ippodromi e degli impianti di allevamento ed allenamento. L'Agenzia subentra nella titolarità dei rapporti giuridici facenti capo all'UNIRE; la durata dell'incarico del direttore generale, dei componenti del comitato direttivo e del collegio dei revisori è fissata in tre anni. Il comma 29 specifica alcuni aspetti inerenti il rapporto di lavoro del personale dell'UNIRE, di cui viene assicurata la continuità.
L'articolo 21, comma 11, prevede l'estinzione dei crediti derivanti dalle gestioni di ammasso obbligatorio per gli anni 1948/49, 1954/55, 1961/62, svolte dall'Ente risi per conto e nell'interesse dello Stato. Per la regolazione del debito è autorizzata per l'anno in corso la spesa di 33.692.020 euro da corrispondere alla Banca d'Italia e di 661.798 euro da corrispondere all'Ente risi. All'onere derivante si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa alla sistemazione contabile delle partite iscritte al conto sospeso con la Banca d'Italia. I giudizi pendenti sono estinti di diritto ed i provvedimenti giudiziali non ancora passati in giudicato restano privi di effetti. La relazione illustrativa afferma che tale intervento è volto a prevenire ogni possibile rilievo in sede europea circa la configurabilità

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di tale credito come forma di finanziamento da parte della Banca d'Italia allo Stato italiano.
Il comma 43 dell'articolo 23, in attesa di una revisione complessiva della disciplina dell'imprenditore agricolo in crisi, consente agli imprenditori agricoli in stato di crisi o di insolvenza di accedere agli accordi di ristrutturazione dei debiti ed alla transazione fiscale di cui agli articoli 182-bis e 182-ter del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa).
L'articolo 35, comma 1, del decreto-legge prevede il fermo temporaneo della pesca, per un periodo massimo di 45 giorni, per le imbarcazioni autorizzate all'uso del sistema strascico e/o volante. Ai sensi del comma 2, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali può concedere alle imprese di pesca una compensazione, che non vale ai fini della formazione della base imponibile per l'imposta sui redditi e del calcolo del valore della produzione netta ai fini dell'Irap, non rilevando, altresì, ai fini della deducibilità degli interessi passivi e delle spese generali. La compensazione sarà definita tenendo conto di quanto previsto nel Programma operativo per l'applicazione in Italia del Fondo europeo della pesca e non potrà comunque determinare una spesa superiore ai 22 milioni di euro per l'anno 2011. Il relativo onere è coperto, quanto a 13 milioni di euro, con le specifiche assegnazioni finanziarie dell'Asse prioritario I (misure per l'adeguamento della flotta da pesca comunitaria - misura 1.2, «Aiuti pubblici per l'arresto temporaneo dell'attività di pesca (articolo 24 del Reg. (CE) n. 1198/2006)» e quanto a 9 milioni di euro, sulle disponibilità del Fondo rotativo per l'attuazione delle politiche comunitarie. Le modalità di attuazione del fermo pesca saranno definite, ai sensi del comma 3, da un decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sentita la Commissione consultiva centrale per la pesca e l'acquacoltura. Ricorda, al riguardo, che, nella giornata di ieri, mercoledì 13 luglio 2011, la Commissione Agricoltura ha approvato la risoluzione n 8-00133 con la quale si impegna il Governo ad assumere iniziative per disporre un tempo di fermo biologico di almeno 60 giorni.
L'articolo 39, comma 13, stabilisce che, entro il 31 dicembre 2011, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze sono stabilite le modalità per il trasferimento, anche graduale, delle attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea o coattiva, di entrate erariali, diverse da quelle tributarie e per contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, da Equitalia Spa, nonché dalle società per azioni dalla stessa partecipate, ad enti e organismi pubblici muniti di idonee risorse umane e strumentali, che potranno essere autorizzati a svolgere l'attività di riscossione attraverso la procedura di coazione, decreto ingiuntivo, di cui al regio decreto 14 aprile 1910, n. 639. Dal tenore letterale della disposizione in commento sembra evincersi che il passaggio di funzioni da Equitalia ad altri enti e organismi pubblici riguardi anche le attività di recupero relative agli importi da riscuotere a titolo di sanzioni, ivi incluse le multe derivanti dalla violazione di obblighi comunitari e quindi anche quelle in materia di quote latte.
Infine, il comma 1-ter dell'articolo 40 prevede che i regimi fiscali agevolativi, tra i quali sono ricompresi quelli inerenti il comparto agricolo, siano ridotti del 5 per cento per l'anno 2013 e del 20 per cento a decorrere dall'anno 2014. Tale disposizione, ai sensi del comma 1-quater, non si applica qualora entro il 30 settembre 2013 siano adottati provvedimenti legislativi di riordino della spesa in materia fiscale ed assistenziale.
Ricorda, infine, che nella giornata di ieri la Commissione Agricoltura del Senato ha espresso parere, formulando due osservazioni. La prima chiede che all'articolo 23, comma 43, siano soppresse le parole: «In attesa di una revisione complessiva della disciplina dell'imprenditore agricolo in crisi e del coordinamento delle disposizioni in materia», considerando non opportuna

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qualsiasi revisione normativa che tenda ad omologare l'imprenditore agricolo alla generalità della categoria, in ragione del duplice rischio che grava sullo stesso, ossia quello del comune imprenditore e quello, peculiare, di tipo climatico-ambientale. La seconda si riferisce al comparto della pesca e sollecita ad utilizzare i fondi residui per investimenti del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura, in considerazione che ciò non comporta maggiori oneri per lo Stato.
In conclusione, sottolineando l'eccezionalità dei tempi di esame e alcune perplessità, propone di esprimere parere favorevole, nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

Giovanni DIMA (PdL), pur condividendo le considerazioni del relatore Beccalossi, ritiene necessario manifestare una valutazione personale, relativamente all'articolo 35 del decreto-legge, che consentirebbe la conversione a centrale elettrica a carbone di impianti di produzione di elettricità da diverso combustibile, senza il parere delle regioni. Pur essendo a conoscenza della motivazioni della norma, riguardante la centrale elettrica di Porto Tolle, paventa il rischio che possa essere estesa ad altre realtà, incidendo sui piani energetici regionali anche laddove essi vietassero eventualmente la riconversione a carbone di centrali elettriche, come accade in Calabria.

Angelo ZUCCHI (PD) sottolinea che i gruppi di opposizione hanno deciso di consentire l'approvazione della manovra economico-finanziaria in tempi rapidi aderendo all'opportuno appello del capo dello Stato a tutela degli interessi del Paese, di fronte ad una grave speculazione finanziaria.
L'adesione a quell'appello non impedisce tuttavia di manifestare una valutazione estremamente negativa della manovra, per quanto migliorata in alcune misure che colpivano fasce particolarmente deboli e più bisognose di sostegno in un periodo di crisi economica. Si pensi, per esempio, ai percettori di pensioni di importo ridotto ovvero ai possessori di un limitato ammontare di titoli, in favore dei quali sono stati introdotti opportuni elementi di progressività nell'imposizione fiscale. In sostanza, la sua parte politica ha cercato di inserire elementi propri della sua impostazione politica in una manovra che non condivide e che non riconosce come sua.
Sottolinea poi che, se si guarda alla parte relativa al settore primario, il giudizio sulla manovra diviene ancora più severo, perché essa - salvo qualche intervento su emergenze ineludibili, come il fermo pesca - non tiene conto della situazione del Paese, non dimostra alcun respiro strategico sulle questioni del mondo agricolo, non si occupa degli agricoltori e delle imprese, già piuttosto dimenticati in questi ultimi anni. A suo giudizio, la politica di tagli lineari seguita nelle ultime manovre ha inciso gravemente sulla capacità di intervento del Dicastero agricolo e su aspetti di primaria importanza, come quello dei costi di produzione: per esempio, in tema di agevolazioni per il gasolio utilizzato nelle serre sono mancati interventi che pure sarebbe stato possibile adottare. Ricorda inoltre che nelle numerose audizioni svolte la Commissione ha potuto ascoltare gli operatori di molti settori che hanno denunciato l'assenza di politiche di sostegno.
Deve però rilevare che, nonostante ciò, come già avvenuto negli ultimi tre anni, la maggioranza e il Governo hanno speso le loro energie residue per inserire nel provvedimento l'ennesima misura di favore verso una singola categoria, cercando di rendere inefficace l'azione di riscossione dei debiti in materia di quote latte. Tale misura - diluita in una norma che sembra riferirsi ad altro (articolo 39, comma 13) - comporta in realtà che alla riscossione di questi debiti non provvederà più Equitalia, ma l'AGEA. Eppure, è ben noto che l'AGEA non potrà intervenire coattivamente, ma solo attraverso ingiunzioni di pagamento contro le quali si potrà fare più facilmente opposizione. Si ripete quanto avvenuto in passato, con il risultato che le multe non sono state pagate,

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che l'Unione europea ha trattenuto le somme non versate da quelle di spettanza dell'Italia e che il relativo costo è andato a carico degli agricoltori e dei cittadini. Anche il recente commissariamento dell'AGEA sembra motivato dalla volontà non tanto di migliorare il funzionamento dell'ente - che pure presenta carenze - quanto di mettere a capo dello stesso una persona meno ostile in vista delle ingiunzioni di pagamento da adottare nei confronti dei pochi allevatori interessati. Del resto, non sarà un caso che i «Cobas del latte» hanno chiesto il commissariamento dell'AGEA al ministro Bossi, questi non ha rigettato la richiesta e dopo pochi mesi l'AGEA è stata commissariata. Al riguardo, ritiene eticamente inaccettabile che, in un momento in cui si stanno chiedendo sacrifici a tutti, il Governo si occupi solo di questi 800-900 allevatori. Nel sottolineare che le sue considerazioni sono rivolte anche a quella parte della maggioranza che in realtà le condivide, ma che è costretta a cedere alle pressioni di altra parte della maggioranza, auspica che ciascuno voglia assumere decisioni coerenti con ciò che pensa.
Per i motivi esposti, il suo gruppo non può che essere contrario alla proposta del relatore e al provvedimento in esame.

Luciano AGOSTINI (PD), preliminarmente, fa presente che ritiene molto imbarazzante discutere della corrente ed ingente manovra economica, in un contesto nazionale ed internazionale come quello attuale, in assenza del Governo.
Rileva quindi che l'atteggiamento della sua parte politica è motivato dalla volontà di aderire al richiamo del Presidente della Repubblica al senso di responsabilità di fronte agli attacchi speculativi di carattere finanziario di questi giorni.
Nonostante l'atteggiamento di grande responsabilità della sua parte politica, che ha consentito un iter spedito della manovra, praticamente senza discussione e senza tentativi di modifiche sia pure minime - visto peraltro che il Governo ha posto la fiducia al Senato e probabilmente farà altrettanto alla Camera - non può esimersi dal pronunciare un giudizio molto negativo nel merito della proposta.
Tale giudizio è motivato dalla perdurante politica di tagli lineari che colpiscono indifferentemente sia le spese produttive che le spese improduttive. Inoltre, la manovra non contiene provvedimenti per incentivare la crescita del Paese, che rappresenta l'unica ricetta possibile per risolvere il problema del deficit e dei limiti imposti dall'Unione europea. La manovra non contiene infatti misure fiscali dedicate ai settori produttivi, né azioni a sostegno dell'internazionalizzazione, ma anzi si interviene in senso contrario, come nel caso dell'Istituto per il commercio estero.
Per quanto riguarda in modo particolare il settore agricolo, l'attenzione nei suoi confronti si limita alle misure riguardanti le quote latte, che trovano spazio per l'ennesima volta solo per ragioni di tenuta interna della maggioranza. Per quanto riguarda il settore della pesca, poi, si approva una norma relativa al fermo biologico, trasformando in un intervento straordinario, per di più tardivo, quello che in precedenza si configurava come un provvedimento ordinario.
Osserva inoltre che, nonostante che nella relazione introduttiva al decreto-legge il Governo affermi il superamento del criterio dei tagli lineari, per i settori dell'agricoltura e della pesca ciò non è avvenuto. Infatti, i 22 milioni di euro racimolati per il fermo biologico sono tratti in parte dal finanziamento europeo destinati alla diminuzione dello sforzo di pesca, in parte da risorse di parte corrente e dal cofinanziamento delle politiche comunitarie, con un prelievo di risorse dallo stesso settore della pesca. Si tratta dunque di un ulteriore indebolimento del settore, che con questo ulteriore taglio riduce la sua capacità di resistenza di fronte ad una crisi economica che colpisce innanzitutto i più deboli, tra i quali si devono annoverare proprio l'agricoltura e la pesca.

Sandro BRANDOLINI (PD) osserva che il fatto che la sua parte politica abbia assunto un atteggiamento di responsabilità di fronte alla difficile situazione finanziaria

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nazionale ed europea, che ha consentito un rapidissimo esame e consentirà una estremamente rapida approvazione del provvedimento, non può impedirle di formulare un giudizio fortemente negativo nei confronti della stessa manovra, che appare inefficace ed inefficiente ad affrontare il problema dello sbilanciamento dei conti pubblici. Tale inefficacia comporterà, infatti, la necessità di intervenire nuovamente nel corrente anno con una nuova manovra.
Ritiene inoltre che la mancata risoluzione dei problemi che affliggono l'economia, e in particolare i settori della pesca e dell'agricoltura, aggraverà ancora di più lo stato economico degli operatori del settore che hanno già dovuto subire una notevole caduta di reddito e un accrescimento delle difficoltà operative.
Si sofferma quindi sulla questione dell'UNIRE, sulla quale la Commissione ha ascoltato i tre Ministri delle politiche agricole che si sono succeduti nella legislatura, osservando che il Governo ha dato vita ad un intervento che di fatto non modifica lo stato prefallimentare di questo ente, che da domani si chiamerà agenzia e rimarrà tal quale. Si tratta di un ente che è stato incapace di affrontare i problemi dell'allevamento e della programmazione in questo settore e che ha accumulato una disastrosa posizione debitoria. Ciò nella totale mancanza di un piano industriale per superare la crisi. Ritiene invece che, disponendo di tempi più adeguati, si sarebbe potuto evitare, con il contributo dell'opposizione, che la trasformazione dell'ente in agenzia si riducesse ad un fatto meramente formale, che non risolve i problemi del settore ippico.
Ritiene pertanto necessario che il Ministro delle risorse agricole alimentari e forestali sia chiamato in audizione dalla Commissione, affinché si possa iniziare ad impostare una soluzione per i problemi dell'ippica e un piano di sviluppo, di rilancio e di risanamento industriale, con il coinvolgimento, rispetto alle scelte di prospettiva che si dovranno effettuare, anche dell'intero settore ippico.
Per quanto detto, si dichiara convinto che il provvedimento si risolverà in un inefficace palliativo che nell'immediato potrà dare al massimo una risposta ai problemi della finanza senza risolvere i problemi del Paese dal punto di vista economico e sociale.

Teresio DELFINO (UdCpTP) osserva che l'atmosfera sobria della seduta della Commissione ben rappresenta le difficoltà in cui si trova il Paese e le preoccupazioni che ne conseguono. Infatti, la sua parte politica ha accolto il richiamo del Presidente della Repubblica per un rapido iter di approvazione della manovra per senso di responsabilità e non certo per il merito della stessa, che presenta molti profili di iniquità.
Rileva quindi che la situazione attuale non si può imputare al destino, in quanto un Governo dovrebbe avere un orizzonte vasto e calibrare le sue politiche nel medio e nel lungo termine. Si tratta di doti che però non appartengono a questo Governo, visto che dopo tre anni di provvedimenti propagandistici e di sacrifici imposti al Paese è mancata ogni visione coerente di quello che sarebbe potuto accadere.
Si sofferma quindi sulle conseguenze della manovra sulle autonomie locali, che lamentano uno «strangolamento» della loro capacità operativa. Al riguardo, fa presente che la sua parte politica avrebbe voluto contribuire alla costruzione di un percorso di responsabilizzazione degli enti territoriali sul piano della spesa, ma su basi realistiche e con obiettivi da perseguire con gradualità e non all'insegna di elementi ideologici, come il federalismo. Ora, invece, il sistema delle autonomie - che ha già dato il suo contributo al risanamento finanziario ed è in posizione conflittuale con il Governo anche per la ripetuta violazione delle intese (come avvenuto per il trasporto pubblico locale) - si trova a dover sopportare una consistente parte del peso della manovra. In questo campo, a suo giudizio, il Governo non ha dimostrato capacità di confronto e di approfondimento delle questioni.

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Sottolinea inoltre che il Governo è stato costretto dall'Europa a varare questa manovra, che per il suo ammontare rappresenta un «record», ben diverso da quello - di cui il Governo si è vantato in occasione di precedenti manovre - dei pochi minuti necessari per l'approvazione in Consiglio dei ministri. In proposito, osserva che il Governo dimostra una propensione a ricercare record da raggiungere del tutto impropria. Inoltre, il Presidente del Consiglio non è mai apparso così silente, tanto da apparire quasi «commissariato», con ciò provocando un danno alla credibilità del Paese, quando la credibilità sarebbe invece un elemento importante per superare la crisi in atto. A suo giudizio, per quanto la situazione dipenda anche da elementi posti oltre l'orizzonte nazionale, sarebbe stato necessario che il Governo avesse dimostrato il massimo di presenza e autorevolezza. Invece, con il Ministro dell'economia e il Ministro delle politiche agricole «sotto scacco» per problemi giudiziari, il Presidente del Consiglio si è degnato di rilasciare solo un comunicato, nel quale - senza dare atto al senso di responsabilità delle opposizioni - ribadisce di avere una maggioranza.
Nel merito della manovra, precisando che non ripeterà quanto già esposto da altri colleghi, desidera solo sottolineare che alcuni correttivi alla manovra erano indispensabili e costituiscono un parziale sollievo al peso che essa rappresenta. Per quanto riguarda il settore agricolo, la sua parte politica avrebbe auspicato interventi per la crescita dell'economia agricola, ma deve constatare che sono state adottate solo alcune misure inevitabili, come il fermo pesca.
Desidera quindi manifestare particolare preoccupazione per la riduzione delle agevolazioni fiscali, che determinerebbe gravissime conseguenze per le famiglie e per le imprese se dovesse effettivamente entrare in vigore, cioè se non si realizzeranno risparmi equivalenti con futuri provvedimenti di riforma della spesa fiscale e assistenziale. Osservando che questo rischio appare purtroppo prevedibile (se il Governo non cambierà), sottolinea che ancora una volta rischia di affermarsi la logica dei tagli lineari che già ha depresso l'economia.
Si sofferma poi sulla questione della riscossione delle quote latte, manifestando totale dissenso verso l'azione del Governo che, pur avendo la necessità di risultare credibile in Europa, si espone a procedure di infrazione per favorire un limitato numero di allevatori che si sono scientemente e ripetutamente rifiutati di mettersi in regola, offrendo loro la possibilità di allungare i tempi di pagamento dei loro debiti, con conseguenze che ricadranno sulla finanza pubblica. Sottolineando che anche le organizzazioni agricole hanno chiesto la soppressione di questa misura, ricorda che il sistema di riscossione finora vigente era stato deciso proprio da questa maggioranza.
In conclusione, desidera ribadire che dalla politica del Governo non emerge alcuna ipotesi di agricoltura del futuro, nessuna visione strategica per il settore agroalimentare, nessuna politica adeguata per il sostegno dello sviluppo agricolo. La sua parte politica è pertanto contraria al provvedimento in esame.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) osserva che la sua parte politica non si era illusa che l'atto di grande responsabilità compiuto dai partiti dell'opposizione in un momento così drammatico per il Paese potesse mutare gli orientamenti del Governo sulla politica economica. Si augurava solo che il senso di responsabilità istituzionale e il buonsenso - che tuttavia, a prescindere dai colleghi della Commissione, non alberga in questa maggioranza - potessero creare le condizioni per aprire un confronto su almeno alcuni importanti aspetti del provvedimento.
Il suo gruppo, raccogliendo l'appello del Capo dello Stato, ritiene ancora oggi che la risposta politica all'attacco speculativo ai titoli italiani deve trovare un Paese unito e una politica che metta da parte gli interessi particolari per anteporre il più generale interesse, il bene comune, degli italiani. È giusto quindi approvare rapidamente

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la manovra, prima che le borse riaprano, per far capire agli speculatori che non saranno concessi loro varchi, ma sarebbe stato bene, e non è mai troppo tardi per farlo, che il Governo aprisse formalmente un tavolo con le opposizioni per discutere davvero dei contenuti. Peraltro, in America è accaduto, ma qui, in Italia, non c'è Obama!
Osserva poi che, per quanto appaiono condivisibili le considerazioni sul cinismo dei mercati, lo spettacolo dato in questi giorni dalla maggioranza e dal Governo è tale che non autorizza gli stessi mercati a fidarsi e a non approfittare della situazione.
Ricorda quindi che, nell'ambito della sua parte politica e tra tantissimi italiani, serpeggia una obiezione di fondo circa il fatto che l'atteggiamento delle opposizioni rischierebbe di salvare un Governo morente. A suo giudizio, non è così, perché purtroppo morente è l'Italia. Il grande senso di responsabilità del Partito democratico e delle opposizioni rappresenta un messaggio forte ai mercati e agli italiani sulla credibilità di una alternativa di Governo.
L'atteggiamento scelto dal suo gruppo, tuttavia, non può e non deve offuscare il giudizio negativo sui contenuti della manovra, a cominciare dai suoi tre principali limiti: l' inadeguatezza dei suoi contenuti, la sua debolezza strutturale, la sua sgradevole iniquità. Vi è inoltre «la grande assente», l'agricoltura, sempre più trascurata dalle manovre economiche del Governo, che ha comunque tolto al settore 148 milioni di euro. Nel frattempo, i Ministri competenti hanno trovato il tempo di dare una ulteriore manina ai soliti «furbetti della mangiatoia», nonostante le recenti sollecitazioni dell'Unione europea, che ha invitato l'Italia a incassare, senza ulteriori tentennamenti, le multe delle quote latte.
Per questi motivi, il suo gruppo è contrario al provvedimento, ritenendo che una manovra alternativa sarebbe stata possibile. Tuttavia, per sottolineare maggiormente il senso di responsabilità, ha deciso di non presentare emendamenti ed ordini del giorno e di lasciare approvare la manovra dalla maggioranza, con l'urgenza richiesta dalla gravissima situazione economica e finanziaria.
Ricorda quindi che in questi tre anni i deputati del PD sono stati vigili e hanno sempre denunciato, anche se invano, l'inadeguatezza dell'azione di politica economica e finanziaria del Governo e il progressivo aggravamento dei fondamenti della nostra economia e della finanza pubblica. Ma il Governo ripeteva sempre lo stesso ritornello, affermando prima che la crisi non c'era, poi che la crisi era alle spalle e che l'Italia aveva reagito meglio degli altri Paesi e infine che la finanza era stata risanata e che i conti erano sotto controllo. Nel frattempo, il parametro di paragone dell'economia italiana passava dalle Nazioni forti, come la Germania e la Francia, a quelle tradizionalmente più deboli, come l'Irlanda e la Grecia.
Nel sottolineare che nel Parlamento italiano non c'è una maggioranza che vuole il risanamento e un'opposizione che non la vuole, ma che semmai è vero il contrario, precisa in conclusione che il giudizio di inadeguatezza e scarsa credibilità dell'intervento correttivo proposto dal Governo si basa soprattutto - come detto anche in relazione al Documento di economia e finanza (DEF) 2011 - sulla totale assenza di adeguate e convincenti misure per sostenere la crescita. Per questi motivi, preannuncia il voto contrario del suo gruppo.

Corrado CALLEGARI (LNP), nel rivolgere un ringraziamento al relatore Beccalossi, fa presente che la sua parte politica ritiene importanti - per quanto riguarda le materie di competenza della Commissione - soprattutto le disposizioni riguardanti l'UNIRE e il fermo biologico della pesca. A tale ultimo proposito, richiamando la risoluzione approvata ieri dalla Commissione, che riproduce un atto a sua prima firma, precisa che sarebbe stato preferibile un periodo di fermo di almeno 60 giorni.
Ritiene quindi di non polemizzare con coloro che hanno stigmatizzato la grave

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situazione di crisi del Paese senza tener presente che la responsabilità di tale situazione è da attribuirsi a passate stagioni della politica italiana, cui si sente estraneo.
Dichiara pertanto che il suo gruppo voterà a favore della proposta di parere favorevole del relatore.

Isidoro GOTTARDO (PdL), nel ringraziare la relatrice e tutti i colleghi intervenuti, preannuncia l'espressione di un voto favorevole del suo gruppo.

Paolo RUSSO, presidente, nel ringraziare il relatore e tutte le forze politiche, osserva che lo straordinario senso di responsabilità manifestato testimonia come, rispetto a vicende straordinarie, la politica è capace di rispondere con comportamenti adeguati e che il notevole livello di vivacità politica è in ogni caso sostenuto anche da grande civiltà nel dibattito.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 19.