CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 gennaio 2010
275.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 27 gennaio 2010. - Presidenza del presidente della VIII Commissione, Angelo ALESSANDRI. - Interviene il sottosegretario di Stato allo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 14.40.

Schema di decreto legislativo recante la disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonché delle misure compensative e delle campagne informative.
Atto n. 174.
(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame, rinviato il 20 gennaio 2010.

Salvatore MARGIOTTA (PD) ricorda, in primo luogo, che il gruppo PD ha espresso un voto contrario sulla legge n. 99 del 2009 che, all'articolo 25, reca la delega al Governo in materia nucleare, sia per questioni di metodo che per questioni di merito.
Con riferimento alle questioni di metodo, evidenzia come la scelta del nucleare implichi la costruzioni di centrali di terza generazione con costi non competitivi, secondo studi anche di carattere internazionale, nonché rischi rilevanti, e come a tale scelta non segua la soluzione della questione delle scorie radioattive. Precisa che il suo gruppo si è invece sempre dichiarato, ed è tuttora, favorevole alla ricerca in ambito nucleare, soprattutto in relazione alle centrali di quarta generazione.
Quanto alle questioni di metodo, fa notare come nella scelta del Governo in materia nucleare sia previsto uno scarso coinvolgimento di regioni, di enti locali e, quindi, delle popolazioni interessate all'individuazione dei siti e alla localizzazione del Deposito nazionale. A tale proposito ricorda la questione del cosiddetto decreto legge Scanzano, modificato a seguito della mobilitazione delle popolazioni interessate.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD) fa notare come l'intervento del collega Margiotta dovrebbe proseguire alla presenza del rappresentante del Governo. Chiede,

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pertanto, alla presidenza di sospendere la seduta in attesa dell'arrivo del sottosegretario per lo sviluppo economico.

Gabriele CIMADORO (IdV), osservato che le competenze della Commissione ambiente sul provvedimento in esame sono, a suo avviso, marginali, rileva che la discussione si è avviata in un clima poco sereno.

Angelo ALESSANDRI, presidente, dopo aver comunicato l'imminente arrivo del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, propone di sospendere nel frattempo la seduta, come richiesto dall'onorevole Quartiani.

La seduta sospesa alle 14.40 è ripresa alle 14.50

Salvatore MARGIOTTA (PD), passando ad esaminare lo schema di decreto legislativo in esame, si sofferma su alcuni aspetti problematici. In primo luogo, sottolinea come per l'elenco dei siti certificati si preveda un meccanismo che, seppure finalizzato a trovare l'intesa con le regioni interessate, può comunque concludersi con una deliberazione motivata del Consiglio dei Ministri. Ritiene che tale procedura non sia corretta, oltre ad essere impraticabile, considerata la difficoltà di procedere alla costruzione di centrali nucleari in assenza dell'intesa con la Regione su cui la centrale medesima è destinata ad incidere.
In secondo luogo, fa notare come le osservazioni testé formulate possano ripetersi anche in relazione al deposito nazionale, per il quale è previsto all'articolo 26 la medesima procedura indicata per l'elenco dei siti certificati. Con riferimento proprio al Deposito nazionale, rileva poi che non appare chiaro se debba considerarsi superato il dibattito tra un unico sito geologico per le scorie radioattive, quindi un sito di profondità , di cui esiste un solo esempio nel mondo, o più siti di superficie. Dando per scontato che la scelta sia quella di un sito unico in profondità, rileva che anche in questo caso il Governo può decidere in assenza dell'accordo con le regioni.
In terzo luogo, ritiene che lo schema di decreto in esame non affronti il tema dello smaltimento delle scorie radioattive, problema che per le scorie prodotte nel passato non risulta ancora risolto in Italia.

Federico TESTA (PD) osserva preliminarmente che, nel corso della discussione della legge n. 99 del 2009, erano state sollevate dalla sua parte politica alcune perplessità relativamente a questioni che permangono anche nello schema di decreto legislativo in esame. La prima riguarda il quadro d'insieme dello sviluppo della politica energetica. All'articolo 3 dello schema di decreto, intitolato «Strategia del Governo in materia nucleare», si prevede che entro tre mesi dall'entrata in vigore del decreto il Governo adotti un documento programmatico sulla strategia nucleare. Ciò, a suo avviso, pone una serie di questioni sia di metodo - in quanto la Costituzione prevede tra le materie a legislazione concorrente la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia - sia di merito, in quanto non sembra opportuno prevedere una strategia nucleare in assenza di una strategia energetica generale. In secondo luogo, rileva che negli anni si è riusciti faticosamente a costruire in Italia un mercato dell'energia elettrica che l'impostazione dell'articolo 3 dello schema di decreto potrebbe depotenziare dal momento che, in relazione alla produzione di energia nucleare si potrebbero prevedere regole diverse dalle logiche di mercato. In questo senso, l'accordo sottoscritto dal Governo italiano con la francese EDF per lo sviluppo del nucleare in Italia, oltre a presentare aspetti discutibili dal punto di vista tecnologico, può favorire tendenze monopolistiche.
Sottolinea quindi che nella legge n. 99 del 2009 il Governo ha fortemente voluto prevedere il potere sostitutivo dello Stato che, nella formulazione proposta è stato decisamente avversato dal Partito democratico nel corso dell'esame parlamentare. Il risultato è che risultano pendenti i giudizi di costituzionalità promossi da molte regioni nei confronti dell'articolo 25 della legge n. 99, ciò a dimostrazione del

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fatto che non si possono assumere decisioni così rilevanti senza tenere conto delle scelte delle popolazioni interessate. A questo proposito, ricorda che lo stesso ministro Zaia, candidato presidente per il PDL nella regione Veneto, ha anticipato in campagna elettorale che sulla scelta nucleare consulterà i cittadini.
Entrando nel merito dei singoli articoli, rileva un'incoerenza tra l'articolo 13, che disciplina il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari, e l'articolo 18 che pone in carico al titolare dell'autorizzazione unica la responsabilità per tutta la durata di vita dell'impianto, della gestione dei rifiuti radioattivi operazionali e del combustibile nucleare, secondo modalità che non sono presenti in alcuna parte del mondo, dal momento che la localizzazione del deposito di stoccaggio è diversa da quella del sito di produzione di energia nucleare.
Con riferimento all'articolo 19, che affida alla Sogin Spa l'attività di disattivazione degli impianti, rileva che non risulta chiaro a chi debbano essere attribuiti i costi di tale disattivazione. Ritiene altresì che debba essere valutato con particolare attenzione il ruolo della Sogin che, pur essendo società quotata in borsa, ha il compito di individuare la localizzazione dei depositi di stoccaggio, diversamente da quanto avviene in altre nazioni in cui questa funzione è affidata a società pubbliche. Si potrebbe infatti determinare un'eterogenesi dei fini perché le esigenze di fare utile di una società di diritto privato potrebbero essere in contrasto con le esigenze di sicurezza richieste da queste attività.
Con riferimento all'articolo 16, ritiene infine necessario chiarire se i costi degli strumenti di copertura finanziaria e assicurativa siano a carico della collettività.
Concludendo, sottolinea che ritiene giusto non adottare atteggiamenti pregiudiziali nei confronti del progetto in esame - e più in generale in relazione alla reintroduzione del nucleare in Italia - ma ritiene altrettanto essenziale che le scelte siano compiute con ponderatezza e attenzione, non brandite come slogan elettorali.

Ermete REALACCI (PD) svolge alcune considerazioni inerenti il provvedimento all'esame delle Commissioni ritenendo opportuno, pur confermando la contrarietà alle scelte effettuate dal Governo in ordine alla realizzazione di nuovi impianti nucleari, contribuire ad un esame nel merito delle singole disposizioni in modo da poter contribuire ad un suo perfezionamento.
Rileva, quindi, che l'articolo 3 prevede che il Governo definisca una strategia in materia nucleare senza che alcun passaggio parlamentare sia previsto su tale atto. Svolge, quindi, alcune riflessioni sugli effetti che l'introduzione del nucleare potrebbe determinare nel processo di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica avviato nel Paese; ritiene, infatti, che garantire agli operatori del nucleare un costo fisso dell'energia potrebbe creare un forte svantaggio al settore elettrico, soprattutto qualora si garantisca una priorità nell'acquisto dell'energia nucleare. Sottolinea, altresì, che il provvedimento prevede una centralità dello Stato in merito alle scelte più delicate, dimenticando l'importanza degli enti locali in materia. Rileva, poi, come sono previste numerose garanzie per gli operatori del settore che non hanno riscontro nella legislazione riguardante il settore dell'energia, addirittura prevedendo che il Governo effettui una campagna informativa a favore del nucleare. Svolge, quindi, alcuni rilievi in ordine alla mancanza nel testo di precisazioni in ordine ai costi che dovranno essere sopportati per lo smaltimento dei vecchi impianti nucleari, ricordando che stime del 2004 parlavano di oneri per 4 miliardi di euro che ricadranno sulle bollette pagate dai cittadini. Rileva come occorre riflettere e ben definire i costi che dovranno essere sopportati per l'avvio del nucleare in Italia, costi particolarmente ingenti nella fase di costruzione delle centrali nucleari e di smaltimento dei rifiuti radioattivi. Conclude, affermando di essere favorevole a qualsiasi misura tendente a rafforzare il ruolo dell'Agenzia sul nucleare.

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Gianluca BENAMATI (PD), intervenendo sul contenuto del provvedimento nel suo complesso, rileva che le disposizioni recate dall'articolo 3 dello schema in esame affrontano la questione di fondo della scelta compiuta dal Governo per il nucleare, stabilendo che entro tre mesi si deve adottare un documento programmatico relativo alla strategia nucleare. A tale riguardo, ricorda che resta ancora inattuato l'articolo 7 del decreto-legge n. 112 del 2008 che ha previsto che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dello sviluppo economico, definisce la strategia energetica nazionale nell'ambito della quale, in quanto strategia complessiva, andrebbe naturalmente collocata la strategia per il nucleare. Ritiene inoltre che occorre valutare attentamente l'immissione sul mercato di una quantità notevole di nuovi generatori di energia, senza che sia stata valutato lo stato attuale delle reti ed il relativo impatto sul mercato.
Sottolinea come, anche in virtù degli specifici compiti ad essa attribuiti, l'Agenzia nazionale per la sicurezza degli impianti, di cui all'articolo 7 del provvedimento in esame, appare sottodimensionata dal punto di vista sia delle risorse umane e strumentali, sia da quello delle dotazioni finanziarie.
Sottolinea la delicatezza del ruolo che assume la Sogin Spa quale soggetto gestore della fase di smantellamento degli impianti nucleari e della fase di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Valuta, in particolare, di difficile quantificazione i costi relativi alla disattivazione degli impianti e di non chiara portata le disposizioni del comma 5 dell'articolo 19 che prevedono che, qualora i costi di disattivazione risultino superiori a quanto versato dal titolare dell'autorizzazione unica, questi sia tenuto ad integrare il fondo con la relativa differenza.
Con riferimento alla concreta formulazione del testo dello schema di decreto occorre peraltro evidenziare come vi siano molteplici le disposizioni che presentano aspetti da chiarire. In particolare, andrebbe meglio specificato il contenuto del punto f) del citato articolo 3, in tema di affidabilità dell'energia nucleare, nonché la portata ed il contenuto del rapporto preliminare di sicurezza degli impianti che l'Agenzia deve predisporre ai sensi dell'articolo 7; andrebbe altresì meglio specificato il soggetto incaricato della valutazione ambientale strategica prevista all'articolo 9; ritiene, infine, che andrebbe garantita la congruenza fra il contenuto dell'istanza relativa alla certificazione dei siti, di cui all'articolo 10 dello schema di decreto, e la valutazione ambientale strategica.

Gabriele CIMADORO (IdV), ricorda preliminarmente che il suo gruppo ha assunto una posizione contraria alla scelta nucleare operata dal Governo e favorevole al potenziamento dei compiti dell'Agenzia per la sicurezza. Esprime rilievi critici sullo schema di decreto in esame che, a suo avviso, evidenzia una strumentale disponibilità del Governo a collaborare con le regioni nella localizzazione dei siti, come del resto dimostrato dal fatto che già sedici regioni italiane hanno sollevato giudizio di costituzionalità nei confronti della legge n. 99 del 2009. Ritiene che la previsione, alla fine di un percorso di intese, del potere sostitutivo del governo sia una scelta velleitaria, che rischia di provocare scontri sul territorio ed una vera e propria militarizzazione dei siti. Infine, sottolinea che, così come definita, l'Agenzia per la sicurezza non avrà alcuna possibilità di caratterizzarsi quale organismo efficiente ed autorevole.

Erminio Angelo QUARTIANI (PD), nel ribadire l'importanza della presenza del rappresentante del Governo, sottolinea che la posizione contraria del suo gruppo sul provvedimento in esame non deriva da posizioni preconcette o ideologiche sulla scelta del nucleare, così come non c'è stato alcun atteggiamento pregiudiziale nel corso dell'iter di approvazione della legge n. 99. Le valutazioni, e la contrarietà, sono nel merito del provvedimento e delle soluzioni normative proposte.
Con riferimento all'articolo 3 dello schema di decreto, pone una questione di metodo, ritenendo che non si possa prevedere con un decreto legislativo la definizione

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entro i tre mesi successivi alla sua approvazione della strategia nucleare del Governo che, invece, dovrebbe essere stata definita già in precedenza. Ritiene infatti che sarebbe stato più opportuno conoscere la strategia del Governo sulla scelta nucleare ai fini di una corretta valutazione del provvedimento in esame.
Ritiene altresì che vi siano questioni di fondo da affrontare preliminarmente alla scelta del nucleare che, in ogni caso, deve trovare il consenso di tutti i soggetti interessati, anche dei cittadini e non solo degli operatori economici del settore. Ritiene fondamentale mantenere la liberalizzazione del mercato energetico senza cedere a logiche pianificatorie che, secondo recenti dichiarazioni dell'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, potrebbero essere applicate alla produzione di energia nucleare.
Sottolinea inoltre che non deve essere messa in discussione la scelta di liberalizzazione del mercato dell'energia già operata come farebbe pensare alcune scelte relative ai costi dell'energia e alle tariffe.
Considera inoltre necessario prevedere l'assegnazione di maggiori risorse umane e finanziarie all'Agenzia per la sicurezza; non si può davvero pensare che in Italia la scelta nucleare possa essere perseguita a costo zero, come si evince da recenti dichiarazioni: le spese in tal modo ricadrebbero sui privati investitori, che pretenderebbero anche potere decisionale.
In relazione al funzionamento globale del sistema, nelle sue varie fonti, andrebbe valutata con maggiore ponderatezza la situazione della rete degli impianti di distribuzione che certamente va ammodernata e implementata per poter sostenere l'immissione di nuovi quantitativi di energia proveniente dal nucleare. Ciò certamente comporterà dei costi che occorre comprendere su chi ricadranno; inoltre, quale impatto avrà la scelta del nucleare sugli altri importanti settori di produzione dell'energia, come quello del gas, dove sono state investite, anche recentemente, notevoli risorse finanziarie? Con riferimento alla delicata questione dei rifiuti radioattivi, evidenzia come già oggi le aziende e le famiglie debbano sostenere i costi del decommissioning dei rifiuti delle centrali non più attive. Sulla base di quanto previsto nel provvedimento in esame, tali costi sono certamente destinati ad aumentare e le compensazioni previste non riguardano i cittadini dei territori in cui sono state chiuse le centrali chiuse.

La seduta termina alle 16.