CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 luglio 2009
202.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 15 luglio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato dello sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 14.45.

DL 78/09: Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.
C. 2561 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Seguito esame e conclusione - parere favorevole con osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta di ieri.

Andrea GIBELLI, presidente, ritiene opportuno anzitutto rispondere ad un rilievo del collega Vico svolto nella seduta di ieri, relativo alla competenza della X Commissione su un articolo del testo in esame (il 19) che non era stato illustrato nella relazione del collega Gava. L'articolo in questione ha un contenuto piuttosto composito: al comma 1 estende le disposizioni in materia di divieti o limitazioni alle assunzioni di personale, valevoli per amministrazioni pubbliche, alle società pubbliche, alle società a partecipazione pubblica totale o di controllo, titolari di affidamenti diretti di servizi senza gara; alle società che svolgano funzioni volte a soddisfare esigenze di interesse generale aventi carattere non industriale o commerciale; e alle società che svolgono attività nei confronti della pubblica amministrazione a supporto di funzioni amministrative di natura pubblicistica.
Le disposizioni di cui al comma 2 e ai commi da 5 a 13 modificano la disciplina relativa agli organi societari, alla costituzione e alla partecipazione al capitale di società controllate dallo Stato, novellando a tal fine la disciplina introdotta dalla legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008).
In particolare, il comma 2 prevede l'invio alla sezione competente della Corte dei Conti delle delibere autorizzative all'assunzione di nuove partecipazioni e al

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mantenimento delle attuali e proroga al 30 settembre 2009 il termine entro il quale le amministrazioni pubbliche controllanti devono cedere a terzi - nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica - le società e le partecipazioni vietate.
Il comma 5 permette alle amministrazioni dello Stato di affidare direttamente la gestione di fondi o interventi pubblici a società a capitale interamente pubblico dalle stesse controllate.
Il comma 6 reca un'interpretazione autentica dell'articolo 2497, primo comma, del codice civile, relativo alla responsabilità di società e di enti nella loro attività di direzione e coordinamento di società.
I commi 7 e 8 prevedono che l'organo di amministrazione - previa delibera dell'assemblea dei soci - possa attribuire deleghe operative al presidente, e fissarne in concreto contenuto e compenso; nonché delegare proprie attribuzioni ad un solo componente al quale, unitamente al Presidente, nell'ipotesi in cui ad esso siano state attribuite deleghe operative, possono essere riconosciuti compensi .Il comma 10 reca disposizioni in ordine all'entrata in vigore delle modifiche statutarie, mentre il comma 9 abroga la norma che disponeva la riduzione a tre del numero dei membri del consiglio di amministrazione di Sviluppo Italia S.p.A. e della Sogin S.p.A.
I commi 11-12 recano disposizioni relative all'Istituto poligrafico dello Stato, demandando ad un atto di indirizzo strategico del Ministro dell'economia e delle finanze la ridefinizione dei compiti e delle funzioni dell'Istituto.
Il comma 13 è finalizzato a far salve le specifiche disposizioni vigenti inerenti lo statuto della Cassa depositi e prestiti.
Questo il contenuto prevalente dell'articolo, che lo ha fatto qualificare come non di competenza della X Commissione; peraltro i commi 3 e 4 hanno un profilo di maggiore interesse per la nostra Commissione in quanto trattano della questione dei rimborsi per gli azionisti e gli obbligazionisti Alitalia: tale materia, in realtà, rientra nelle competenze precipue della VI Commissione, e non della X che sulla complessa materia Alitalia ha avuto una competenza ed ha svolto un ruolo per la parte direttamente collegata al piano industriale, come i colleghi certamente ricorderanno.

Ludovico VICO (PD) ringrazia il Presidente per l'articolata ed esaustiva risposta fornita ai suoi dubbi; peraltro, l'intervento svolto tendeva prevalentemente a sottolineare che l'uso invalso nelle decisioni del Governo di confezionare decreti-legge onnicomprensivi finisce regolarmente per sottrarre materie di loro competenza alle varie Commissioni, che sono limitate all' esame, peraltro di norma contratto nei tempi, in sede consultiva.

Andrea GIBELLI, presidente, comprende perfettamente il senso dell'intervento del collega Vico, che potrebbe addirittura sottoscrivere; ricorda peraltro la battaglia da lui personalmente affrontata lo scorso anno per sottrarre alla stessa sorte la parte del disegno di legge competitività che fu poi assegnata all'esame referente della X Commissione e che è in questi giorni divenuta legge dello Stato. Il problema politico indicato è reale e crede che il Parlamento intero dovrebbe farsi carico di individuare adeguate soluzioni.
Tornando all'esame del provvedimento all'ordine del giorno, rinnova a tutti i colleghi l'invito a considerare la possibilità di concluderne l'esame nella giornata odierna, in considerazione del fatto che le votazioni sugli emendamenti delle Commissioni V e VI non saranno concluse neppure nella giornata di domani, e che quindi non saranno disponibili ulteriori elementi conoscitivi.

Andrea LULLI (PD), senza avere intenzione di criticare la Presidenza per l'ipotesi appena formulata esprime però la ferma contrarietà del gruppo del PD a concludere in modo affrettato l'esame di un provvedimento sul quale le critiche sono forti, sia in relazione al fatto che sono assunte con decreto, quindi considerate urgenti, norme che esplicheranno i loro effetti nel 2010 e quindi urgenti non sono; sia perché ci si trova ad affrontare

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l'ennesimo provvedimento anticrisi del governo che - come già fatto presente dall'opposizione - la crisi non è riuscito minimamente a scalfire; sia infine perché è chiaro che il testo che arriverà all'esame dell'Aula sarà profondamente modificato e su di esso la Commissione non è in grado di esprimersi.
Ritiene che tale modo di agire comprometta fortemente il rapporto Governo-Parlamento e annuncia che il suo gruppo parteciperà al dibattito, per sottolineare alcune questioni di merito, ma non parteciperà alla votazione di un parere che svilisce il ruolo della Commissione.
Fa notare infine che la gravità della situazione economica del Paese avrebbe richiesto una forte intesa fra le forze politiche sulle decisioni da prendere in vista di un settembre che si profila estremamente serio per le famiglie.

Enzo RAISI (PdL) esprime comprensione per le argomentazioni del collega Lulli, ed anche una parziale condivisione; ritiene però ingiusta la critica rivolta al Governo sui provvedimenti anticrisi assunti. A suo parere, infatti, i vari provvedimenti adottati hanno affrontato diversi aspetti del problema, a partire dal sistema bancario e creditizio che crede non casualmente abbia retto meglio in Italia che in molti altri Paesi dell'UE. Quest'ultimo decreto cerca di sostenere la struttura produttiva del Paese con misure ritenute urgenti; a tale proposito ritiene che le questioni sollevate relativamente alla competenza della X Commissione su provvedimenti che riguardano il sistema produttivo non siano infondate.

Ludovico VICO (PD), sottolinea che la tempistica delineata dal Presidente - che è peraltro ragionevole in relazione all'andamento dei lavori della V e della VI Commissione - non consente però di discutere proposte emendative del governo di grande rilievo (quali ad esempio lo scudo fiscale) e che suscitano grandi perplessità. Si tratta peraltro di temi (pensa anche alla questione pensioni) non ancora affrontati con il DPEF, che ad oggi non risulta presentato, ovvero di soluzioni individuate ricorrendo a fondi derivanti dal bilancio assestato, che risulta ancora in discussione al Senato (pensa ai pagamenti della P.A.). Ritiene che tali comportamenti non rispettino le prerogative del Parlamento che non è messo in condizione non solo di valutare ma neppure di conoscere i provvedimenti adottati dal Governo. Ricorda che i rapporti fra maggioranza ed opposizione in questa Commissione sono stati sempre improntati a grande correttezza e alla massima cooperazione volta alla costruttività; esprime quindi il suo rammarico al Presidente per l'impossibilità in questa occasione, da parte del PD, di partecipare alla votazione.

La Commissione approva la proposta del Presidente di procedere nella giornata odierna alla votazione del parere.

Fabio GAVA (PdL), relatore, illustra una proposta di parere con osservazioni (vedi allegato 1).

Carlo MONAI (IdV) sottolinea che il proprio gruppo è fortemente critico nei confronti del modus procedendi del Governo che, a suo giudizio, evidenzia notevoli distonie. Ritiene infatti paradossale che, ad una sola settimana dall'approvazione definitiva della norma sulla class action contenuta all'articolo 49 del provvedimento recante disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia, nel decreto-legge in esame sia disposta una proroga di sei mesi per la sua entrata in vigore. Giudica, peraltro, incomprensibili le disposizioni di proroga relative al cosiddetto «decreto Abruzzo» recentemente approvato. Rileva, infine, che il provvedimento sarà modificato con la previsione di norme sullo scudo fiscale, in palese contraddizione con i proclami più volte effettuati dal ministro Tremonti. Queste norme, peraltro, vanno a beneficiare proprio coloro che, attraverso l'esportazione dei capitali all'estero, sono stati i principali responsabili dell'attuale crisi economica. Lamenta, infine, che l'accelerazione

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dei tempi di esame del provvedimento d'urgenza risulta incompatibile con la dignità e il ruolo del parlamentare.

Giovanni SANGA (PD), nel giudicare imbarazzante il modo di procedere nell'esame del provvedimento in titolo, osserva nel merito del parere proposto dal relatore che la detassazione degli investimenti da reinvestire anche nell'acquisto di veicoli commerciali leggeri lettera a) appare una misura apprezzabile, ma rischia di essere teorica. Molte imprese, infatti, sono state costrette ad interrompere la loro attività e non possono procedere a nuovi investimenti, mentre appare opportuno il riferimento al settore informatico contenuto nella lettera b) e del tutto assente nel testo in esame. Osserva altresì che il problema principale del sistema produttivo italiano è connesso al calo della domanda e alla difficoltà del credito. Vi è poi l'ulteriore aspetto degli incentivi e dei contratti di solidarietà, più volte sollecitato nel passato dalla propria parte politica, ma che nel decreto-legge in esame appare come uno strumento tardivo e inefficace perché molte imprese hanno cessato la loro attività e i lavoratori sono stati licenziati o cassintegrati. Giudica, infine, poco efficaci i benefici fiscali previsti sugli acconti del 2010 o sui saldi che saranno pagati nel 2011 poiché le imprese in difficoltà non riescono a pagare le imposte dell'anno in corso.

Ignazio ABRIGNANI (PdL), pur riconoscendo all'opposizione un atteggiamento costruttivo, ricorda che il «provvedimento energia» è stato approvato definitivamente dal Senato dopo quasi un anno di lavori parlamentari. Le misure anticrisi recate dal decreto-legge in esame necessitano, invece, di tempi estremamente rapidi che non sono compatibili con i tempi di esame consentiti dai regolamenti parlamentari. Riguardo alla disposizione relativa alla class action, non rileva alcuna contraddizione nelle scelte del Governo che con il comma 16 dell'articolo 23 differisce di ulteriori sei mesi l'entrata in vigore di una disciplina, a suo giudizio non condivisibile sulla materia, approvata dal precedente Governo Prodi.

Anna Teresa FORMISANO (UdC) osserva preliminarmente che l'attività dei parlamentari si è ormai ridotta alla presentazione di ordini del giorno. Giudica rilevanti le misure recate dal provvedimento in esame, ma sottolinea che nessuno dei colleghi presenti è al momento in grado di conoscerne il contenuto definitivo. Nel preannunciare il voto di astensione del proprio gruppo sulla proposta di parere, rileva che il ritardo dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni è imputabile prevalentemente agli enti locali, come palesemente dimostrato dalle recenti vicende sulla «malasanità», ma nel testo in esame nulla è previsto in relazione ai pagamenti di regioni ed enti locali. Relativamente al funzionamento dello sportello unico sul territorio nazionale, fa presente che ieri ha inviato al presidente Gibelli una lettera con la richiesta di un'indagine conoscitiva, ritenendo l'argomento di grande rilievo per la semplificazione dell'attività delle imprese, e ricordando che una legge in materia esiste e va appurato se e dove gli sportelli effettivamente esistano. Osserva infine che gli incentivi e la detassazione degli utili reinvestiti avrebbero dovuto essere destinati anche alla ricerca tecnologica.

Federico TESTA (PD), nel condividere le argomentazioni dei colleghi Lulli e Vico, ritiene che la Commissione avrebbe dovuto svolgere un ruolo più pregnante nell'esame del provvedimento che reca molte disposizioni di propria competenza.
Con riferimento all'articolo 3, relativo alla riduzione del costo dell'energia per le imprese e le famiglie, osserva che il comma 1 si riferisce alla cessione al mercato di una certa quantità di gas a prezzi pari alla media di quelli del mercato europeo che si presumono inferiori rispetto a quello nazionale. Osserva che, se il Governo intende attuare misure di gas release, dovrebbe coerentemente adoperarsi per un'apertura del mercato del gas in senso più favorevole ad aziende e famiglie.

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Con riferimento alle misure di degressività previste dalla lettera a) del comma 3 dell'articolo 3, sottolinea che essa trasferisce il risparmio di costo a svantaggio delle piccole imprese e delle famiglie rispetto ai grandi utilizzatori. Alla lettera c) del medesimo comma, osserva altresì che il problema dello stoccaggio non è relativo solo ai servizi di punta, ma alla gestione complessiva dello stoccaggio. Si dovrebbe quindi fare in modo che ad esso abbiano accesso diretto anche altri soggetti diversi dall'incumbent. Sottolinea infine che dovrebbero essere agevolati gli investimenti dei privati nella rete infrastrutturale.

Laura FRONER (PD), dichiarato preliminarmente che non intende ripetere le osservazioni svolte dai colleghi sulla deprecabile modalità di esame del provvedimento di urgenza, nel merito si limita ad osservare che il comma 15 dell'articolo 23, che interviene sul rinnovo degli organi delle Camere di commercio dell'Abruzzo prorogandone il termine di scadenza, rischia di gettare nel caos le Camere di commercio stesse e, in particolare, quelle di Pescara, Chieti e Teramo. Auspica quindi una più approfondita valutazione della disposizione richiamata.

Gianluca BENAMATI (PD), osservato preliminarmente che non vi è tempo per esaminare il provvedimento in titolo né è certo l'oggetto della discussione, ritiene che nel testo vi siano sicuramente spunti positivi che avrebbero potuto essere migliorati da un serio esame parlamentare.
Con riferimento all'articolo 1, rileva che la possibilità di attivare programmi di formazione professionale per i lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali costituisce una delle novità più apprezzabili contenute nel testo, ma dichiara di non comprendere il motivo della sua applicazione al solo mondo delle imprese escludendo i professionisti, categoria che peraltro accede alle prestazioni della cassa integrazione in deroga, e ogni altro datore di lavoro che svolge attività autonoma. Sottolinea che l'articolo 2, nel prevedere il contenimento dei costi delle commissioni bancarie, certamente risponde alle necessità delle aziende, ma non prevede poi i necessari interventi per concretizzare quanto ivi disposto. Osserva altresì che l'articolo 9, in materia di tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, per il passato limita il pagamento alle risorse stanziate con la legge di assestamento del bilancio dello Stato; il pagamento potrebbe quindi essere effettuato anche dopo molti mesi. La disposizione impone poi, per il futuro, a tutte le amministrazioni pubbliche, con l'eccezione delle aziende sanitarie, ospedaliere, ospedaliere universitari e degli IRCCS, di adottare misure organizzative per garantire il pagamento delle somme dovute, introducendo al contempo la responsabilità amministrativa e disciplinare del funzionario che adotta provvedimenti che comportano impegni di spesa, senza accertare preventivamente che l'impegno sia compatibile con i relativi stanziamenti di bilancio.
Con riferimento infine alla vicenda dei rimborsi Alitalia, osserva che le disposizioni recate dall'articolo 19 rappresentano un passo in avanti e che sarebbe stato opportuno approfondirle ulteriormente. Agli obbligazionisti è riconosciuto un rimborso pari al 70 per cento del valore nominale dell'azione stessa, mentre agli azionisti è finalmente riconosciuto un rimborso pari al 50 per cento del valore medio dell'azione nell'ultimo mese.
In conclusione ribadisce che il testo in esame, se fosse stato possibile, avrebbe potuto essere migliorato attraverso un serio e costruttivo esame parlamentare, partendo da alcuni spunti positivi che già sono presenti.

Andrea LULLI (PD) intende svolgere un breve intervento per alcune considerazioni di merito. Sull'articolo 3, illustrato nel suo intervento dal collega Testa, ritiene che le accise sull'energia definite con il nuovo sistema graveranno pesantemente sulle piccole imprese; in merito alle soluzioni individuate per migliorare il rapporto piccole imprese - sistema creditizio ritiene che anche questa volta non daranno i

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risultati prospettati. Sulla detassazione degli utili reinvestiti esprime perplessità in merito alle priorità individuate: a suo parere un settore trainante sarebbe potuto essere quello delle fonti rinnovabili (ad es. il fotovoltaico) con la loro forte ripercussione positiva sulla creazione di posti di lavoro; la scelta effettuata dal Governo rischia di assegnare incentivi a quei pochi soggetti che gli investimenti in macchinari avrebbero potuto sostenere autonomamente.
Per quanto concerne poi l'articolo 9 - i pagamenti della P.A. - considera che la soluzione individuata nella responsabilizzazione del dirigente potrebbe essere molto pericolosa, conducendo, in un quadro in cui è stringente il rispetto del patto di stabilità, semplicemente a bloccare tutte le spese a rischio, con un ulteriore aggravio della situazione di crisi.
Conferma quanto dichiarato in precedenza relativamente alla non partecipazione del suo gruppo alla votazione del parere, sia pur esprimendo un forte sentimento di rammarico.

Andrea GIBELLI, presidente, non ritiene opportuno discutere le valutazioni di ordine politico svolte dai colleghi dell'opposizione, in particolare in relazione ai tempi di esame e ai temi del decreto decisi dal Governo. Ritiene invece opportuno chiarire ancora una volta che la scelta di concludere l'esame del disegno di legge in esame oggi, con l'espressione del relativo parere, è legata ad una mera considerazione di opportunità dettata da un lato dalla consapevolezza che la Commissione non entrerà in possesso, nella giornata di domani, di ulteriori elementi conoscitivi, e dall'altro del fatto che in Aula non sono previste votazioni. Questo scollamento fra i tempi di lavoro delle Commissioni V e VI e della nostra Commissione ha portato il Presidente a formulare la proposta sulla quale la Commissione ha convenuto. Ritiene opportuna tale precisazione proprio in virtù della massima lealtà e trasparenza sulle quali sono stati improntati i rapporti in questa Commissione fra maggioranza ed opposizione.

Andrea LULLI (PD) conferma da parte del suo gruppo l'apprezzamento per il ruolo sempre svolto dal Presidente Gibelli.

Fabio GAVA (PdL), relatore, illustra una riformulazione del parere illustrato che tiene conto anche di ulteriori elementi emersi nel corso del dibattito odierno (vedi allegato 2).

Andrea GIBELLI, presidente, mette in votazione la proposta di parere del relatore come riformulata.

(I deputati del gruppo del partito democratico abbandonano l'Aula e non partecipano alla votazione).

La Commissione approva la proposta di parere riformulata.

La seduta termina alle 16.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.10 alle 16.25.