ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/00705/081

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 29 del 28/12/2022
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 28/12/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ASCANI ANNA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 28/12/2022
CIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 28/12/2022
DI SANZO CHRISTIAN DIEGO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 28/12/2022
DI BIASE MICHELA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 28/12/2022
CURTI AUGUSTO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 28/12/2022


Stato iter:
28/12/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/12/2022
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
 
PARERE GOVERNO 28/12/2022
OSTELLARI ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/12/2022

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 28/12/2022

NON ACCOLTO IL 28/12/2022

PARERE GOVERNO IL 28/12/2022

RESPINTO IL 28/12/2022

CONCLUSO IL 28/12/2022

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/00705/081
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Mercoledì 28 dicembre 2022, seduta n. 29

   La Camera,

   premesso che:

    la Costituzione della Repubblica italiana stabilisce chiaramente all'articolo 27 che la pena detentiva non possa consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debba tendere alla rieducazione del condannato;

    secondo gli ultimi dati elaborati dall'ISTAT i detenuti maggiorenni incarcerati in Italia, al 31 marzo 2022, sono 54.609, distribuiti in 189 istituti, di cui 2.276 donne (circa il 4 per cento). Del totale dei detenuti maggiorenni, 17.104 sono stranieri, circa il 31 per cento. La capienza regolamentare è attualmente di 50.853 persone;

    sin dal lontano gennaio 2013 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo condannò la Repubblica italiana per lo stato delle proprie strutture carcerarie. La Corte di Strasburgo riconobbe che negli istituti di pena italiani esisteva un problema strutturale di sovraffollamento e per questo chiese alle autorità italiane di introdurre entro un anno soluzioni adeguate a invertire la tendenza e garantire che le violazioni non si ripetano. I dati parlano da soli e dimostrano che il nostro Paese, patria di Cesare Beccaria, è ancora del tutto inadempiente;

    la capienza regolamentare è calcolata sulla base del criterio di 14 metri quadrati per singolo detenuto ed è la stessa che viene calcolata per concedere l'abilità alle abitazioni italiane. Di fatto la capienza regolamentare è mediamente superata di circa il 6,5 per cento, configurando quindi il noto problema di sovraffollamento degli istituiti di pena nazionali. In alcuni di essi lo sforamento percentuale tocca ancora il +100 per cento. Sebbene in termini relativi sulla popolazione residente l'Italia risulti uno dei Paesi con più basso numero di detenuti, esso è tra i Paesi con più alto tasso di sovraffollamento delle carceri in Europa e quello in cui studiare, lavorare e curarsi è più difficile rispetto alle migliori esperienze di espiazione della pena all'estero;

    i detenuti e gli internati, come ricordato anche in decine di atti di sindacato ispettivo presentati da tre legislature nel Parlamento della Repubblica, hanno infatti diritto al pari dei cittadini in stato di libertà all'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, sovente psicologica, efficaci ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza individuati nel piano sanitario nazionale così come nei piani sanitari regionali;

    l'affermazione del citato principio della parità di accesso alle cure per i detenuti è contenuta nel decreto legislativo 22 giugno 1999, n. 230, riguardante il riordino della medicina penitenziaria, e altresì costituisce l'attuazione del principio sancito dall'articolo 32 della Costituzione in materia di diritto alla salute nella parte in cui la carta stabilisce che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo» e che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»; ugualmente alle strutture di detenzione, la medicina penitenziaria versa in condizioni di assoluta precarietà per mancanza di mezzi e risorse e i medici, gli infermieri e gli operatori di Polizia penitenziaria che lavorano nei 189 istituti penitenziari italiani continuano a portare avanti con difficoltà un'opera particolarmente importante e delicata a tutela della salute della popolazione detenuta, sebbene impossibilitati a provvedere al rinnovamento delle strutture e all'adeguamento del personale in sottorganico;

    dall'inizio del 2022 secondo il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della giustizia 82 persone si sono tolte la vita all'interno di un istituto di pena italiano. Mai così tante da quando si registra questo dato. Il precedente drammatico primato era del 2009, quando al 31 dicembre si erano suicidate 72 persone. L'ultimo caso è avvenuto nel carcere di Rebibbia a Roma: la persona deceduta doveva scontare gli ultimi sei mesi di reclusione;

    secondo illustri giuristi italiani, tra cui il Presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick, la rieducazione del condannato è oggi inattuabile dietro le mura di un penitenziario nazionale e il sistema carcerario ottocentesco, eccetto che per i reati gravi e per i condannati pericolosi o di mafia, va superato,

impegna il Governo a:

   intraprendere misure urgenti e innovative per affrontare l'emergenza del sovraffollamento delle carceri nel nostro Paese e per dare effettività alla pena ma anche al processo di rieducazione del reo, garantendo accesso a cure e opportunità di sviluppo professionale, sanando condizioni inumane di detenzione della popolazione carceraria e permettendo così anche condizioni accettabili di lavoro per gli operatori di polizia nei penitenziari italiani;

   prorogare, attraverso ulteriori iniziative normative, al 31 dicembre 2023 quanto già previsto dagli articoli 28, 29 e 30 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176.
9/705/81. Braga, Ascani, Ciani, Di Sanzo, Di Biase, Curti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

stabilimento penitenziario

detenuto