ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01238/063

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 128 del 28/06/2023
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/06/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
CAROTENUTO DARIO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
TUCCI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
MORFINO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023
AURIEMMA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 28/06/2023


Stato iter:
28/06/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 28/06/2023
BELLUCCI MARIA TERESA VICE MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/06/2023
Resoconto AURIEMMA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 28/06/2023

PARERE GOVERNO IL 28/06/2023

DISCUSSIONE IL 28/06/2023

RESPINTO IL 28/06/2023

CONCLUSO IL 28/06/2023

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01238/063
presentato da
SILVESTRI Francesco
testo di
Mercoledì 28 giugno 2023, seduta n. 128

   La Camera,

   premesso che:

    alla luce dei principi che fondano l'ordinamento costituzionale repubblicano, è evidente la torsione cui occorre sottoporli al fine di volgerli, forzosamente, a ricomprendere la visione, gli obiettivi e la prospettiva che informano le misure in materia di sedicente contrasto alla povertà e di inclusione, nonché di accesso al mondo del lavoro, disposte dal provvedimento in esame e che possono così riassumersi: smantellamento del reddito di cittadinanza (RdC) – effettiva misura universale di contrasto alla povertà e di inclusione –, categorizzazione valoriale all'interno della stessa soglia di povertà, liberalizzazione dei contratti a termine – che sprigionerà tutta la sua forza distruttrice in particolare sui giovani sui loro progetti di vita e sul loro futuro ricadendo, dunque, sul nostro sistema Paese;

    si noti che, diversamente denominato, ogni Stato europeo – anche l'Ungheria dal 1993 – prevede un RdC: ogni cittadino che si trovi in condizioni di indigenza o comunque al di sotto di una determinata soglia ha diritto ad un sostegno economico che gli consenta una vita dignitosa, a prescindere dalle sue condizioni anagrafiche o dalla composizione del nucleo familiare, per tutto il tempo in cui la necessità perdura, cui fa da contraltare il compimento di ogni sforzo, da parte del beneficiario e da parte delle istituzioni pubbliche, per uscirne;

    nel nostro Paese con lo smantellamento del RdC, «si cancella il diritto di ogni cittadino – quali che siano la sua età, la condizione lavorativa o altro – a una vita minimamente decente. Questo diritto viene assicurato da tutti i paesi europei, e l'Italia diventerà l'unico a non prevederlo più. Difficile sottovalutare la portata storica di una simile scelta» (Cristiano Gori, «Alleanza contro la povertà»);

    tra l'altro, l'accanimento del Governo contro il RdC e il sistema di inclusione lavorativa, motivato con la «sindrome del divano» che avrebbe procurato ai suoi beneficiari, è smentito dalle recentissime analisi e dai dati diramati dall'ufficio parlamentare di bilancio dai quali si riscontra, al contrario, come l'integrazione tra il sussidio e le politiche attive del lavoro funzionasse: nonostante l'avvio difficoltoso, causato anche dalla concomitante pandemia, oltre il 30 per cento dei beneficiari complessivamente gestiti dai Centri per l'impiego ha attivato un rapporto di lavoro durante la fruizione della misura e a questo sarebbe dovuta la riduzione dei beneficiari del sussidio, diminuiti dalla fine della pandemia di oltre il 25 per cento;

   considerato che:

    con riferimento al Capo I, relativo a nuove misure di inclusione sociale e lavorativa, il provvedimento in esame innova profondamente la disciplina in materia di inclusione sociale e accesso al mondo del lavoro, prevedendo l'istituzione dell'Assegno di inclusione (Adi), indicandone la natura, le finalità e la relativa decorrenza;

    dalla scelta compiuta a monte da parte del Governo – lo smantellamento del RdC, effettiva misura universale di contrasto alla povertà e di inclusione – emerge chiaramente una illogicità e iniquità nella categorizzazione dei soggetti beneficiari delle nuove misure per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro tale per cui la platea appare decisamente ristretta;

    gli strumenti di sostegno al reddito svolgono un ruolo centrale soprattutto nei momenti di crisi economica in quanto possono mitigarne l'impatto sui redditi delle famiglie, prevenire l'aumento della povertà e dell'esclusione sociale promuovendo allo stesso tempo una ripresa sostenibile e inclusiva;

    il Rapporto sulla politica di bilancio dell'ufficio parlamentare di bilancio (UPB), pubblicato il 20 giugno 2023, esamina le tendenze recenti e le prospettive dell'economia italiana e della finanza pubblica e contiene approfondimenti tematici che riguardano il nuovo quadro di governance europea, la riforma delle misure di contrasto alla povertà e l'impatto distributivo dell'inflazione sulle famiglie;

    il predetto rapporto reca un approfondimento proprio su RdC e AdI che il provvedimento all'esame istituisce e rappresenta che «dei quasi 1,2 milioni di nuclei beneficiari di RdC, circa 400.000 (il 33,6 per cento) sono esclusi dall'AdI perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. Dei restanti 790.000 nuclei in cui sono presenti soggetti tutelati, circa 97.000 (il 12,1 per cento) risulterebbero comunque esclusi dalla fruizione dell'AdI per effetto dei vincoli di natura economica. Nel complesso, dunque, i nuclei beneficiari dell'AdI risulterebbero poco più di 690.000, circa il 58 per cento degli attuali beneficiari del RdC.»;

    in termini di individui, i soggetti non beneficiari dell'AdI sarebbero circa 823.000 (un terzo circa dei percettori del RdC), di cui 553.000 per effetto dell'esclusione dei nuclei senza tutelati e 270.000 appartenenti a nuclei tutelati ma esclusi per effetto dei vincoli di carattere economico;

    l'Adi, a differenza del RdC, concentra l'azione di contrasto alla povertà sui soli soggetti che, per ragioni anagrafiche o per disabilità, non sono in grado di partecipare attivamente al mercato del lavoro; i soggetti tra 18 e 59 anni di età non disabili e non impegnati in lavoro di cura sono esclusi dalla misura fatta eccezione per alcuni limitati casi; con queste modifiche circa 400.000 nuclei di soli adulti precedentemente tutelati dal RdC (circa il 34 per cento) sono esclusi dalla misura indipendentemente dalle loro condizioni economiche;

    la Raccomandazione del Consiglio della UE del 30 gennaio 2023 relativa a un adeguato reddito minimo che garantisca l'inclusione attiva (2023/C 41/01) sottolinea la necessità dell'attivazione lavorativa dei beneficiari, assicurando che i requisiti di attivazione forniscano sufficienti incentivi a rientrare nel mercato del lavoro, ma che allo stesso tempo la rete di sostegno raggiunga tutte le persone che non dispongono di risorse sufficienti,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi della disciplina citata in premessa, al fine di adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, affinché, nel prossimo provvedimento utile, la nuova misura di AdI sia modificata nella sua natura e, pertanto, resa strumento universale di integrazione e sostegno al reddito, in particolare garantendo il diritto di ogni cittadino e cittadina ad un sostegno socio-economico che consenta una vita dignitosa, a prescindere dalle sue condizioni anagrafiche o dalla composizione del nucleo familiare, per tutto il tempo in cui la necessità perdura.
9/1238/63. Francesco Silvestri, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Orrico, Tucci, Morfino, Auriemma.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

integrazione sociale

diritto dell'individuo

raccomandazione