ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01627/057

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 220 del 29/12/2023
Firmatari
Primo firmatario: SCARPA RACHELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 29/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIMIANI MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 29/12/2023


Stato iter:
29/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/12/2023
ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 29/12/2023
Resoconto SCARPA RACHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 29/12/2023

PARERE GOVERNO IL 29/12/2023

DISCUSSIONE IL 29/12/2023

RESPINTO IL 29/12/2023

CONCLUSO IL 29/12/2023

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01627/057
presentato da
SCARPA Rachele
testo di
Venerdì 29 dicembre 2023, seduta n. 220

   La Camera,

   premesso che:

    l'obiettivo del Green deal europeo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050;

    per l'efficace perseguimento di tale traguardo, la Commissione europea ha proposto un pacchetto di riforme note come «Fit for 55» all'interno del quale è stato inserito un obiettivo che prevede che le energie rinnovabili dovranno contribuire, almeno per il 42.5 per cento, al fabbisogno energetico;

    per raggiungere tale obiettivo, anche in coerenza con la revisione del PNRR e con l'aggiornamento del PNIEC, l'Italia dovrà installare almeno 70 GW di nuova capacità rinnovabile entro il 2030.

    secondo alcuni studi, gli operatori del mercato delle rinnovabili sarebbero pronti ad istallare oltre 80 GW al 2030, traguardo che consentirebbe all'Italia di ridurre di 160 miliardi di metri cubi le importazioni di gas e di risparmiare così 110 miliardi di euro;

    nell'ultimo anno, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ha più volte affermato che entro il 2030 sarà necessario arrivare a produrre dalle rinnovabili i due terzi del fabbisogno energetico nazionale;

    i suddetti obiettivi, certamente ambiziosi, potranno essere raggiunti esclusivamente tramite lo sviluppo di politiche pubbliche capaci di guidare e supportare concretamente gli investimenti da parte degli operatori del comparto delle rinnovabili;

    le recenti decisioni assunte dal Governo in materia energetica, tuttavia, non solo non appaiono idonee a sostenere il processo di transizione energetica del Paese, bensì recheranno forti pregiudizi alla capacità degli operatori di poter istallare nuovi impianti rinnovabili;

    sulla base di numerosi articoli a mezzo stampa, si evince che la bozza dello schema di decreto interministeriale recante i criteri per l'individuazione delle aree idonee all'istallazione degli impianti FER, trasmesso dal Governo alla Conferenza unificata, reca forti limiti alla possibilità di poter sviluppare, in aree classificate come agricole, impianti fotovoltaici. Altri stringenti vincoli riguardano gli impianti agrovoltaici (per la cui diffusione il PNRR ha allocato oltre un miliardo di euro) nonché gli impianti eolici;

    l'articolo 1, comma 32, del disegno di legge di bilancio ha incluso nella disciplina dei «redditi diversi» (cosiddette plusvalenze), oltre ai redditi derivanti dalla concessione in usufrutto, anche quelli derivanti dalla costituzione degli altri diritti reali di godimento (enfiteusi, superficie, uso, servitù) sui terreni agricoli. Come si desume dalla relazione tecnica della disposizione, la fattispecie quantitativamente più colpita risulterebbe quella relativa al diritto di superficie, ovvero lo strumento giuridico più utilizzato nei rapporti tra i proprietari terrieri e le aziende che realizzano impianti di energia da fonti rinnovabili. Alla luce del nuovo regime fiscale, i corrispettivi ricevuti dal proprietario terriero per la concessione del diritto di superficie verranno assoggettati al regime di tassazione ordinaria, con conseguente applicazione delle aliquote IRPEF fino al 43 per cento. È di tutta evidenza la criticità derivante dalla disposizione e l'impatto che rischia di avere sullo sviluppo degli impianti di energia rinnovabile nel nostro Paese: i proprietari del terreno, per non vedere decurtata la propria rendita, si vedranno costretti ad aumentare il costo dei canoni, traslando, dunque, l'aumento dell'imposizione sugli operatori;

    da ultimo, l'articolo 4 del cosiddetto «decreto-legge Energia-bis», provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri il 27 novembre e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 9 dicembre, prevede che per alimentare il nuovo fondo che verrà istituito al fine di elargire alle regioni misure di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale, i titolari di impianti di energia elettrica da fonti rinnovabili di potenza superiore a 20 kW dovranno versare, per i primi tre anni di vita degli impianti che verranno realizzati tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2030, un contributo annuo pari a 10 euro per ogni chilowatt di potenza dei suddetti impianti;

    il combinato disposto delle previsioni richiamate, sommata alle recenti dinamiche inflattive, rischia concretamente di pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi del «Fit for 55» e del PNIEC in quanto imporrà, in capo agli operatori, nuovi e ingenti oneri che genereranno, indubbiamente, un forte rallentamento nel processo di installazione di nuovi impianti rinnovabili con pesanti ricadute economiche anche per i consumatori;

    in assenza di un regime normativo capace di sostenere il processo di transizione ecologica necessaria per il raggiungimento degli obiettivi richiamati, il Paese diverrà poco attrattivo per nuovi investimenti nel settore delle rinnovabili con conseguenti ricadute anche dal punto di vista economico e occupazionale,

impegna il Governo:

   ad adottare le opportune iniziative, anche di carattere normativo, al fine di semplificare le procedure che limitano lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia e a promuovere un quadro legislativo coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione che il nostro Paese è chiamato a perseguire;

   a rivedere le scelte fiscali e di programmazione in campo energetico, di cui in premessa, al fine di scongiurare nuovi e crescenti oneri economici in capo agli operatori del settore delle rinnovabili, che rischiano anche di generare un impatto negativo sulle bollette degli utenti finali;

   a prevedere che le tariffe incentivanti del decreto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica cosiddetta «FERX» (il quale individuerà criteri e modalità per l'accesso al meccanismo di supporto per impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato) già oggetto di consultazione pubblica e ora in fase di adozione, vengano adeguate alla luce dei nuovi oneri posti in capo agli operatori del settore delle rinnovabili, dalle norme richiamate in premessa.
9/1627/57. Scarpa, Simiani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

energia rinnovabile

produzione d'energia

energia dolce