Legislatura: 19Seduta di annuncio: 220 del 29/12/2023
Primo firmatario: APPENDINO CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MORFINO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 29/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 29/12/2023 ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
NON ACCOLTO IL 29/12/2023
PARERE GOVERNO IL 29/12/2023
RESPINTO IL 29/12/2023
CONCLUSO IL 29/12/2023
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1, commi 136-138, del disegno di legge di bilancio, modifica la disciplina degli istituti dell'APE sociale e di Opzione donna, elevando, in primo luogo, il requisito dell'età anagrafica per l'accesso ai medesimi (da 63 anni a 63 anni e 5 mesi per l'APE sociale e da 60 a 61 anni per Opzione donna);
in particolare, le misure di flessibilità in uscita sono insufficienti, a fronte dell'introduzione di requisiti ancora più restrittivi: le misure note come «Quota 103» e Ape sociale riguarderanno nel complesso non più di 10.000 persone, mentre «Opzione donna» – il cui accesso è stato reso già più difficile con la Legge di bilancio 2023 – con l'incremento di un anno dell'età anagrafica, rimarrà sostanzialmente inutilizzata;
se quanto previsto in materia di previdenza comporterà quindi il progressivo smantellamento della flessibilità di uscita, preoccupa gravemente il tema in prospettiva di genere: è destinato infatti ancora ad aumentare il gender gap nell'accesso al sistema pensionistico e nel quantum di prestazione assistenziale;
il divario tra i generi inevitabilmente riflette la minore e più complicata partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, i cui elementi principali attengono a differenze salariali, discriminazioni e ostacoli nella carriera, storie contributive brevi e frammentate, nonché variabili ulteriori quali quelle legate ai percorsi lavorativi individuali e alle situazioni personali e familiari;
le più recenti elaborazioni statistiche diffuse da INPS e ISTAT, non a caso certificano che le pensionate sono più numerose dei coetanei a riposo (8,8 contro 7,2), ma in media percepiscono cifre inferiori, mentre più profondo è il solco tra gli importi destinati alle ex lavoratrici e quelli erogati agli ex lavoratori;
la risposta del Governo messa in campo già con la manovra 2023 (legge 28 marzo 2019, n. 26), è apparsa insufficiente ad assicurare forme di flessibilità di uscita pensionistica. Oggi, col provvedimento in esame, la storia si ripete,
impegna il Governo:
a prevedere interventi mirati a ridurre il gap pensionistico, attraverso:
il ripristino, nel prossimo provvedimento utile, della disciplina sull'uscita pensionistica per il tramite della cosiddetta «Opzione donna» alle regole di cui all'articolo 16, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, nel testo vigente al 31 dicembre 2022, ossia le regole previgenti la manovra economica dello scorso anno;
l'adozione di ulteriori misure suscettibili di affrontare in modo più incisivo e risolutivo le condizioni che sono alla base della penalizzazione femminile in campo previdenziale ovverosia la disuguaglianza di genere nel mercato del lavoro, con particolare riguardo ai bassi livelli contributivi e alle interruzioni di contribuzione per maternità e lavoro di cura.
9/1627/148. Appendino, Morfino.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):parita' retributiva
partecipazione delle donne
apicoltura