ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00211

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 272 del 03/04/2024
Abbinamenti
Atto 7/00128 abbinato in data 10/04/2024
Atto 7/00213 abbinato in data 10/04/2024
Firmatari
Primo firmatario: QUARTINI ANDREA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/04/2024
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RICCIARDI MARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2024
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2024
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 02/04/2024


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/04/2024

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/04/2024

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00211
presentato da
QUARTINI Andrea
testo di
Mercoledì 3 aprile 2024, seduta n. 272

   La XII Commissione,

   premesso che:

    le malattie cardio e cerebrovascolari sono, in Italia, uno dei più importanti problemi di salute pubblica poiché sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità; sono malattie molto diffuse nella popolazione, soprattutto in quella più anziana, e gli effetti pervasivi non sono solo clinici ma anche sociali poiché colpiscono profondamente la vita lavorativa e familiare;

    fanno parte delle malattie dell'apparato cardiocircolatorio le malattie ischemiche del cuore, come l'infarto acuto del miocardio e l'angina pectoris, e le malattie cerebrovascolari, come l'ictus ischemico ed emorragico; le malattie cerebrovascolari più frequenti sono l'ictus ischemico (circa l'80 per cento degli eventi cerebrovascolari acuti), l'emorragia intracerebrale (15-20 per cento), l'emorragia subaracnoidea (3-5 per cento) e gli eventi cerebrovascolari acuti mal definiti (1-3 per cento);

    le patologie dell'apparato cardiocircolatorio rappresentano il 34,8 per cento di tutti i decessi (31,7 per cento nei maschi e 37,7 per cento nelle femmine); secondo l'Istat (2018), la cardiopatia ischemica è responsabile del 9,9 per cento di tutte le morti (10,8 per cento nei maschi e 9 per cento nelle femmine), mentre gli eventi cerebrovascolari dell'8,8 per cento (7,3 per cento nei maschi e 10,1 per cento nelle femmine);

    secondo i dati Istat nel 2020 in Italia sono stati rilevati complessivamente 227.350 decessi per malattie del sistema circolatorio (98.853 maschi e 128.614 femmine), rappresentando poco più del 30 per cento di tutti i decessi registrati, in aumento rispetto al 2019 e dunque con una leggera inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, che avevano fatto registrare una riduzione costante seppure lieve, fattore sicuramente riconducibile anche alla pandemia;

    seppure nella lettura dei dati occorre tener conto della variazione intervenuta sulla classificazione internazionale delle malattie, come evincibile dal Rapporto osservasalute 2022 in 36 anni la mortalità totale si è più che dimezzata (il tasso standardizzato di mortalità totale si è ridotto di oltre il 50 per cento tra il 1980-2018) ed il contributo delle malattie cardiovascolari è stato quello che senz'altro più ha influito sul trend in discesa della mortalità (nello stesso periodo la mortalità per malattie ischemiche del cuore si è ridotta del 70 per cento e quella delle malattie cerebrovascolari di oltre il 70 per cento);

    quasi tutti gli indicatori disponibili (mortalità, dimissioni ospedaliere, pensioni di invalidità, spesa farmaceutica) confermano la gravità dei danni umani, sociali ed economici di queste patologie, tenuto conto che spesso le conseguenze per chi sopravvive ad un evento cardio o cerebrovascolare acuto sono tali che inevitabilmente chi ne è colpito diventa un malato cronico e talvolta disabile grave, con rilevanti ripercussioni sulla qualità della vita e sui costi economici e sociali; sono malattie correlate in maniera prevalente all'invecchiamento della popolazione e per questo rappresentano in tale popolazione la prima causa di disabilità fisica e disturbi della capacità cognitiva;

    il 18 maggio 2017 è stata costituita l'Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, quale patto strategico volontario per accrescere gli interventi di prevenzione, assistenza e controllo delle malattie cardio-cerebrovascolari;

    all'Alleanza, sottoscritta dal Ministro della salute pro tempore, aderiscono più di quaranta federazioni/società di cardiologia e neurologia, medicina interna, medici di medicina generale, pediatri, farmacisti, nonché associazioni di pazienti e altri enti, con lo scopo di avvicinare il livello istituzionale a quello clinico, riunendo in un tavolo di confronto permanente tutti i principali stakeholder e con il comune obiettivo di contribuire alle strategie di prevenzione e cura delle malattie cardio-cerebrovascolari, in linea con il programma «Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari», il Piano nazionale della prevenzione e il Piano nazionale cronicità, al fine di ridurne l'incidenza, la morbosità e la mortalità nel lungo periodo; la mission e gli intenti dell'alleanza sono indicati nel documento di strategia, elaborato dal Ministero della salute in collaborazione con le società scientifiche e associazioni di pazienti operanti in ambito cardio-cerebrovascolare;

    il Ministero della salute, che ha il ruolo di coordinamento tecnico-scientifico e amministrativo dell'alleanza, e i firmatari si sono impegnati a:

     a) promuovere, nella popolazione generale e nelle persone a rischio, l'adozione di stili di vita salutari (sana alimentazione, attività fisica, astensione dall'uso di prodotti del tabacco e dal consumo di alcol), quale principale strategia di prevenzione, supportando gli obiettivi di «Guadagnare salute» e del Piano nazionale della prevenzione;

     b) promuovere l'empowerment dei cittadini e l'engagement dei pazienti e delle loro famiglie;

     c) consolidare il raccordo tra il sistema di cure primarie e la rete di assistenza ospedaliera e specialistica;

     d) promuovere interventi di formazione sulla gestione del rischio cardio-cerebrovascolare e sul supporto al cambiamento comportamentale;

     e) contribuire alle iniziative di comunicazione e sensibilizzazione;

     f) definire e divulgare documenti e linee di indirizzo;

    dal documento di strategia dell'alleanza si evince come consolidati studi epidemiologici abbiano identificato i fattori di rischio ed abbiano dimostrato che buona parte di essi sono reversibili e prevenibili con l'adozione di comportamenti legati allo stile di vita; tali fattori di rischio e l'aumento dell'aspettativa di vita richiedono necessariamente azioni preventive e coordinate per il conseguimento delle migliori condizioni di salute in età avanzata;

    entrando ancora più nel dettaglio, si evidenzia come tra i fattori di rischio ve ne siano alcuni non modificabili:

     a) l'età, con un incremento esponenziale dai 55 anni e dopo i 65 anni;

     b) la familiarità/fattori genetici, legata alla presenza di eventi vascolari a carico dei familiari di primo grado (genitori, fratelli, sorelle, figli) in età precoce, ovvero prima dei 55 anni nei maschi e dei 65 anni nelle femmine;

     c) il genere, che lega il minor rischio cardio-cerebrovascolare delle donne rispetto agli uomini almeno sino alla menopausa; mentre le donne dai 55 ai 75 anni hanno, rispetto agli uomini, un maggior rischio di ictus che aumenta con l'età e con maggiore mortalità o maggiore disabilità in caso di sopravvivenza;

     d) l'etnia, i bianchi caucasici rispetto agli afroamericani sono a minor rischio di ictus cerebrale, mentre le popolazioni asiatiche sono a maggior rischio di emorragia cerebrale;

    altri fattori di rischio sono invece modificabili o reversibili e i più importanti sono:

     a) il tabagismo, il fattore di rischio più nocivo, ed anche il fumo passivo;

     b) la sedentarietà/scarsa attività fisica, anche laddove favorisce il sovrappeso, soprattutto quando associata ad una scorretta alimentazione;

     c) il consumo di alcol, poiché aumenta il rischio di ictus cerebrale, contribuisce a innalzare la pressione arteriosa, favorisce l'aumento di peso, modifica la risposta all'insulina, danneggia la funzionalità epatica e interferisce con il metabolismo di molti farmaci;

     d) la scorretta alimentazione laddove ricca di grassi saturi e/o di sale e/o povera di verdure, frutta e pesce e/o caratterizzata da un apporto calorico inadeguato (in genere eccessivo) rispetto al fabbisogno energetico;

     e) il sovrappeso/obesità, anche laddove è associato spesso a ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperglicemia; il rischio di ictus aumenta progressivamente al crescere dell'indice di massa corporea (IMC o body mass index, BMI) e della circonferenza addominale;

     f) il diabete mellito, in quanto l'iperglicemia favorisce l'insorgenza di danni vascolari e dell'aterosclerosi;

     g) le dislipidemie (elevati valori di colesterolemia totale; elevati valori di colesterolemia LDL; bassi valori di colesterolemia HDL; elevati valori di trigliceridemia) poiché favoriscono lo sviluppo dell'aterosclerosi;

     h) l'ipertensione arteriosa, l'elevata pressione del sangue nelle arterie (≤140/90 mmHg) è uno dei fattori di rischio più importanti per ictus ed è molto diffuso nella popolazione; la prevalenza aumenta con l'età fino a superare il 50 per cento oltre i 74 anni e nella popolazione di età superiore ai 60 anni è tendenzialmente maggiore nelle donne rispetto agli uomini;

     i) la fibrillazione atriale (FA), poiché favorisce la formazione di trombi nell'atrio sinistro del cuore da cui poi si possono distaccare emboli che raggiungono il circolo cerebrale ed è particolarmente pericolosa;

     l) le cardiopatie (cardiopatia ischemica, cardiomiopatie, valvulopatie, forame ovale pervio, aneurisma del setto interatriale);

     m) le vasculopatie (lesioni ateromasiche dell'arco aortico, delle carotidi, dei vasi intracranici e aneurismi cerebrali);

    rispetto ai fattori di rischio reversibili, la prevenzione primaria rappresenta la strada maestra per contrastare l'insorgenza delle malattie cardiovascolari, agendo sulle conoscenze dei cittadini e modificando gli stili di vita per prevenire i comportamenti non salutari fin dall'infanzia e dall'adolescenza, riducendo significativamente il rischio di insorgenza, nell'età adulta, di patologie correlate al cardiovascolare e favorendo un invecchiamento sano ed attivo;

    tra i fattori di rischio prevenibili vi sono anche quelli ambientali, in primis legati all'inquinamento atmosferico al quale sono associati il 18 per cento dei decessi per malattie cardiovascolari in Europa (sebbene come riportato dall'European environment agency (Eea) tale percentuale rappresenta una sottostima) mentre molteplici studi confermano le malattie cardiache e l'ictus quali cause più comuni di morti prevenibili attribuibili all'esposizione all'inquinamento atmosferico, seguite da malattie polmonari e cancro del polmone;

    secondo gli ultimi dati raccolti dall'Aea nel rapporto «Health impacts of air pollution in Europe, 2022» e relativo al 2020, in Europa si sono registrate 310.474 morti premature per l'inquinamento atmosferico, di queste 237.810 sono attribuibili al particolato fine (PM2.5), 48.555 al biossido di azoto (NO2) e 23.109 all'ozono. In Italia nello stesso anno si sono invece registrati 68.538 decessi, di cui 52.303 per PM2.5, 11.158 per NO2 e 5.077 attribuibili all'ozono;

    secondo la Commissione sull'inquinamento e la salute Lancet 2020, l'inquinamento ambientale è la principale causa di morte prematura reversibile al mondo. Lo studio Global Burden of Disease (Gbd) ha attestato l'inquinamento atmosferico come quarta causa mondiale di malattie e morte, con circa 9 milioni di decessi imputati in tutto il mondo all'anno. Il 61,9 per cento di questi era dovuto a malattie cardiovascolari, tra cui la cardiopatia ischemica (31,7 per cento) e l'ictus (27,7 per cento);

    appare dunque fondamentale ridurre i rischi ambientali per ridurre anche il carico delle malattie cardiovascolari in Europa; nell'ambito del piano d'azione stabilito con il Green Deal, la Commissione europea ha fissato, tra gli altri, l'obiettivo di ridurre il numero di morti premature causate dal PM2.5 di almeno il 55 per cento entro il 2030, rispetto al 2005;

    il 19 ottobre 2023 Cittadinanzattiva ha presentato l'iniziativa «Mi sta a Cuore: informazione ed empowerment sul rischio cardiovascolare» che, in collaborazione con Fimmg e Gise, ha coinvolto oltre 400 alunni delle scuole superiori e 60 specializzandi in Veneto e Campania, con lo scopo di costruire un nuovo modello di presa in carico e gestione dei pazienti con rischio cardiovascolare e promuovere, allo stesso tempo, percorsi di prevenzione e miglioramento degli stili di vita dei cittadini;

    l'iniziativa di Cittadinanzattiva si è concentrata, nella sua seconda annualità, sui temi dell'informazione e dell'empowerment attraverso tre attività principali:

     a) profilazione dei pazienti con fibrillazione atriale e stenosi aortica per elaborare un sistema di indicatori in grado di intercettare i pazienti prima del verificarsi dell'evento acuto;

     b) percorso di formazione per oltre 400 alunni delle scuole superiori di Veneto e Campania sul funzionamento del sistema cardiocircolatorio e sui fattori di rischio modificabili e non modificabili che condizionano il benessere delle persone;

     c) percorso di formazione sugli stili di comunicazione medico-paziente in 4 atenei di Veneto e Campania, con il coinvolgimento di rappresentanti delle associazioni, singoli pazienti e 60 medici specializzandi;

    ha dichiarato a riguardo Francesca Moccia, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva: «Fare prevenzione, occuparsi di rimanere in una condizione di salute, partecipare attivamente al mantenimento della salute collettiva è la sfida che dobbiamo affrontare per garantire condizioni di benessere diffuse nella popolazione e meno legate alle disuguaglianze determinate dal luogo e dalla situazione economica e sociale dei cittadini, nonché per contribuire alla maggiore sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale». L'iniziativa Mi sta a cuore ha l'obiettivo di portare questa sfida all'interno delle scuole e delle università, affinché sin da piccoli gli studenti possano comprendere che la salute è una priorità collettiva e gli specializzandi in medicina possano sviluppare e accrescere le competenze per una migliore comunicazione e per l'ascolto del paziente al fine di coinvolgerlo attivamente nella prevenzione e nella cura della propria salute;

    l'iniziativa di Cittadinanza attiva, nella sua precedente annualità, conseguiva ad un'indagine e approfondimento condotti in merito alla qualità dei servizi presenti sul territorio nazionale e alla loro capacità di instradare le persone con patologie cardiovascolari in percorsi strutturati e stabili nel tempo, in grado di massimizzare il benessere del singolo individuo;

    la predetta indagine ha fatto emergere una serie di criticità trasversali alla complessa organizzazione regionalizzata del Servizio sanitario nazionale che favoriscono l'insorgere di disuguaglianze in grado di compromettere lo stato di salute dei pazienti con patologie legate al sistema cardiovascolare;

    una delle maggiori criticità rilevate è «la persistenza di una frattura di comunicazione e interazione tra la medicina territoriale e il livello specialistico (solo il 7,4 per cento dei pazienti, ad esempio, risultava inserito in percorsi strutturati – PDTA – che prevedono interazioni costanti tra i diversi livelli di presa in carico e gestione) che si accentua maggiormente nelle aree interne o periferie cittadine»;

    altra criticità è correlata alla capacità di azione dei singoli pazienti, fortemente frammentata e compromessa, nonché al grado di conoscenza che i pazienti hanno sul proprio ruolo nel percorso di salute e benessere, in presenza di criticità cardiovascolari;

    come rilevato anche dall'indagine di Cittadinanzattiva, nel percorso di cura dei pazienti con questo tipo di patologie, è fondamentale il ruolo del caregiver, figura che tuttavia fatica ancora ad essere considerata nell'interazione con i MMG e con gli specialisti e che richiede di essere adeguatamente formata poiché spesso si tratta di familiari o di badanti che non hanno le corrette conoscenze e le competenze per poter rappresentare un valido supporto al paziente; a riguardo appare opportuno garantire una formazione adeguata anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei pazienti quale valido supporto conoscitivo e di trasferimento di competenze; dall'indagine è emerso che solo il 28 per cento dichiara di conoscere l'esistenza di specifiche associazioni che tutelano pazienti con patologie cardiovascolari e solo la metà di questi dichiara di avere interazioni o collaborazioni, riconoscendo in esse un valore aggiunto nei percorsi di cura;

    nelle note conclusive dell'indagine si sottolinea come «l'offerta dei servizi preventivi, così come le reti ospedaliere, è ancora troppo a macchia di leopardo, fattore che genera disuguaglianze di accesso ai servizi e disparità di cure tra cittadini. Il tasso di mortalità analizzato in apertura del presente lavoro e che vede una maggiore incidenza nelle regioni del Sud è sintomatico di una fragilità del sistema e ci dimostra che li dove l'organizzazione della rete e dei servizi è più efficace, i tassi di decesso si riducono e aumenta anche il livello di benessere del cittadino con patologia cronica»;

    quale risposta efficace all'invecchiamento della popolazione e alla cronicità delle patologie, «la sanità d'iniziativa» è il nuovo modello assistenziale di gestione delle malattie croniche che si sta via via imponendo;

    in base alla sanità d'iniziativa il sistema sanitario non aspetta che il cittadino/paziente arrivi in ospedale (sanità di attesa), ma lo intercetta prima che le patologie insorgano o si aggravino, garantendo quindi al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio, puntando anche sulla prevenzione e sull'educazione; tale nuovo modello assistenziale si basa sul cosiddetto «chronic care model» quale interazione tra il paziente più informato ed i medici, infermieri e operatori sociosanitari;

    il chronic care model (Ccm), elaborato dal professor Wagner del Mac-Coll Institute for Healthcare Innovation, è la combinazione di diversi fattori la cui combinazione realizza l'interazione efficace tra un paziente consapevole e un team assistenziale multiprofessionale; tali fattori sono: le risorse della comunità, l'organizzazione dei servizi sanitari, il supporto all'auto-cura, il sistema di erogazione dell'assistenza, il supporto alle decisioni, i sistemi informativi;

    nell'esperienza toscana relativa all'impiego del Ccm, occorre dunque partire dalla valutazione dei bisogni della comunità, tramite l'elaborazione di profili di salute, l'identificazione di gruppi di popolazione a rischio, l'analisi delle diseguaglianze nella salute e nell'assistenza sanitaria; la promozione della salute mediante interventi settoriali e intersettoriali rivolti a specifici determinanti di salute (ambiente, lavoro, traffico, stili di vita, eccetera); la valorizzazione delle risorse della comunità (gruppi di volontariato, gruppi di auto-aiuto, attività fisica adattata, centri per anziani, eccetera);

    il supporto all'auto-cura (self-management) è concepito come aiuto ai pazienti ed alle loro famiglie ad acquisire conoscenze, abilità e motivazioni nella gestione della malattia, fornendo loro gli strumenti necessari e valutando regolarmente i risultati e i problemi;

    i sistemi informativi devono essere in grado di garantire alcune fondamentali funzioni quali: un sistema di allerta che aiuti i team delle cure primarie ad attenersi alle linee guida; un sistema di feedback per i medici riguardo ai loro livelli di performance rispetto agli indicatori delle malattie croniche; un sistema di raggruppamento dei pazienti per patologie («registri di patologia») e di stratificazione degli stessi per profilo di rischio all'interno di un determinato gruppo; un sistema di monitoraggio e valutazione degli interventi individuali realizzati,

impegna il Governo:

   ad elaborare un Piano nazionale per le malattie cardio e cerebrovascolari che, in coerenza con il Piano nazionale della prevenzione, il Piano nazionale della cronicità e con i lavori dell'Alleanza per le malattie cardio e cerebrovascolari, individui gli obiettivi e le azioni da realizzare a livello nazionale e regionale, per prevenire l'insorgenza delle patologie per la diagnosi precoce e per le cure più efficaci, assicurando interventi utili per migliorare i percorsi di cura e assistenza attraverso la personalizzazione e la corretta informazione al paziente, favorendo altresì un accesso equo alle terapie e tecnologie più innovative, creando una effettiva integrazione ospedale-territorio che non si basi solo ed esclusivamente sulla gestione di un paziente ormai cronico, ma che possa evitare l'ospedalizzazione e la stessa cronicizzazione di una patologia;

   ad individuare le più opportune misure e azioni coordinate per consentire la diagnosi precoce e un trattamento tempestivo adeguato con lo scopo di modificare la progressione della malattia cardio e cerebrovascolare con conseguente riduzione della disabilità, miglioramento della prognosi e dell'aspettativa di vita e contenimento dei costi diretti (farmaci, trattamenti chirurgici e riabilitazione) e indiretti (assenza dal lavoro);

   a destinare, anche nell'ambito di specifici provvedimenti di natura economico finanziaria, un'adeguata quota di risorse finanziarie affinché siano attivati screening e sistemi di alert specifici per la popolazione che presenta fattori di rischio non reversibili come l'età, la familiarità/fattori genetici, il genere e l'etnia nonché per la popolazione che presenti almeno uno dei seguenti fattori di rischio: diabete mellito, dislipidemie, con ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale (Fa), cardiopatie o vasculopatie;

   ad implementare un modello di prevenzione basato su una collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti ospedalieri che siano in grado di avvalersi anche di supporti tecnologici e telematici, oggi indispensabili per un corretto percorso di cura e che consentano di creare un sistema di alert sulle piattaforme di gestione dei pazienti oggi in uso ai MMG e all'utilizzo di canali di comunicazione con gli specialisti ospedalieri per stabilire, congiuntamente, il percorso di cura migliore per ogni singolo paziente;

   a rafforzare le misure, e ad introdurne ulteriori, volte a risolvere la frattura di comunicazione e interazione tra la medicina territoriale e il livello specialistico soprattutto per le aree interne del Paese che ne sono maggiormente colpite, con specifico riguardo per le malattie cardio e cerebrovascolari;

   a reperire con estrema urgenza ulteriori risorse per incrementare l'offerta dei servizi preventivi e delle reti ospedaliere al fine di assicurarne l'uniforme diffusione in tutto il territorio nazionale, nell'ottica di eliminare le disuguaglianze nell'accesso ai servizi e disparità di cure tra cittadini, ridurre i tassi di decesso e aumentare anche il livello di benessere del cittadino con patologia cronica cardio o cerebrovascolare, rafforzando le sinergie e il raccordo tra il sistema di cure primarie e la rete di assistenza ospedaliera e specialistica;

   a rivalutare l'autonomia differenziata in materia di salute, nel senso di escluderla, al fine di ovviare alle conseguenze della complessa organizzazione regionalizzata del Sistema sanitario nazionale e all'insorgere di disuguaglianze in grado di compromettere lo stato di salute dei pazienti con patologie legate al sistema cardiovascolare;

   quale risposta efficace all'invecchiamento della popolazione nonché alla cronicità delle patologie, ad adottare le opportune iniziative normative per promuovere e sperimentare su tutto il territorio nazionale la sanità d'iniziativa quale nuovo modello assistenziale di gestione delle patologie cardio e cerebrovascolari, garantendo quindi al paziente interventi adeguati e differenziati in rapporto al livello di rischio, puntando anche sulla prevenzione e sull'educazione e rafforzando la corretta interazione tra il paziente e professionisti della salute;

   ad individuare le più opportune misure per assicurare un'adeguata formazione al personale medico e sanitario sugli stili di comunicazione medico-paziente, nell'ottica di rafforzare la capacità di azione dei singoli pazienti, fortemente frammentata e compromessa, nonché il grado di conoscenza che i pazienti hanno sul loro ruolo nel percorso di salute e benessere, in presenza di criticità cardiovascolari;

   ad adottare ogni misura utile volta a valorizzare il ruolo del caregiver nel percorso di cura dei pazienti con patologie legate al sistema cardiovascolare, attraverso il coinvolgimento delle associazioni di tutela dei pazienti quale valido supporto conoscitivo e di trasferimento di competenze, nell'ottica di assicurare la più ampia formazione e conoscenza sulle patologie cardio e cerebrovascolari e di agevolare l'interazione con i MMG e con gli specialisti;

   ad implementare azioni di comunicazione volte a dare una più efficace conoscibilità delle associazioni che tutelano pazienti con patologie cardiovascolari al fine di agevolare interazioni o collaborazioni, riconoscendo in esse un valore aggiunto nei percorsi di cura;

   a promuovere, attraverso le più idonee iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, l'empowerment dei cittadini e l'engagement dei pazienti con patologie legate al sistema cardiovascolare e delle loro famiglie;

   ad introdurre misure idonee per assicurare un efficace monitoraggio sulle patologie legate al sistema cardiovascolare, anche attraverso una più efficace rilevazione dei dati sanitari e socio-sanitari, nonché per potenziare la ricerca e l'introduzione di terapie innovative;

   a predisporre un piano di interventi che preveda soluzioni efficaci per rafforzare le strategie di prevenzione e cura delle malattie cardio e cerebrovascolari, promuovendo con risorse adeguate, nella popolazione generale e nelle persone a rischio, l'adozione di stili di vita salutari, quale principale strategia di prevenzione, supportando gli obiettivi di «Guadagnare salute» e del Piano nazionale della prevenzione;

   a reperire ulteriori e congrue risorse da destinare ad una strategia comune intersettoriale, in grado di coinvolgere l'intero sistema educativo del Paese ed intervenire sulle nuove generazioni per renderle più consapevoli del proprio ruolo individuale sulla salute collettiva, assicurando che in tutti i livelli dell'istruzione vi siano programmi formativi di prevenzione primaria volti a radicare fin dall'età evolutiva stili di vita salutari nonché interventi di formazione specifici sul funzionamento del sistema cardiocircolatorio e sui fattori di rischio modificabili e non modificabili e sulla gestione del rischio cardio-cerebrovascolare;

   ad adottare le iniziative, anche normative, necessarie a rafforzare il sostegno, monitoraggio e ampliamento della legislazione di controllo del tabagismo, dell'assunzione di alcol e del consumo di cibi non salutari, per proteggere la salute, potenziando i programmi di prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro e campagne di informazione e comunicazione multimediali per ridurre l'uso e il consumo delle predette sostanze e, conseguentemente, ridurre le patologie legate al sistema cardiovascolare;

   ad adottare politiche dei prezzi sui prodotti del tabacco, sull'alcol e sui cibi non salutari, adeguate al contesto sociale, culturale ed economico e alla gravità delle conseguenze che tali prodotti determinano in relazione alle malattie del sistema cardiocircolatorio;

   ad attivare e finanziare campagne di comunicazione istituzionale in tema di promozione di stili di vita salutari e su una corretta alimentazione anche collaborando con le organizzazioni sportive affinché in occasione delle maggiori competizioni sportive agonistiche nazionali e internazionali siano veicolati messaggi salutari sull'alimentazione e sullo sport;

   a potenziare le politiche nazionali di contrasto dell'obesità e del sovrappeso, in conformità con gli obiettivi dei piani d'azione promossi dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Unione europea, perseguendo un approccio intersettoriale e multidisciplinare, con interventi coordinati dei differenti livelli istituzionali, per prevenirne l'insorgenza, assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio di patologie del sistema cardiovascolare o ancora allo stadio iniziale, per rallentarne la progressione e per garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti;

   ad adottare iniziative per includere l'inquinamento nei programmi quotidiani di prevenzione primaria e secondaria, prevedendo che l'anamnesi dei pazienti includa sempre la storia dell'esposizione all'inquinamento, anche lavorativa, e la valutazione della suscettibilità individuale, approntando ogni misura utile per interrompere o ridurre l'esposizione all'inquinamento.
(7-00211) «Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Di Lauro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

malattia cardiovascolare

prevenzione delle malattie