ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00029

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 93 del 27/04/2023
Abbinamenti
Atto 6/00027 abbinato in data 27/04/2023
Atto 6/00028 abbinato in data 27/04/2023
Atto 6/00030 abbinato in data 27/04/2023
Atto 6/00031 abbinato in data 27/04/2023
Atto 6/00032 abbinato in data 28/04/2023
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 27/04/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2023
ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA 27/04/2023
PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 27/04/2023
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2023
GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA 27/04/2023
CARMINA IDA MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2023
DELL'OLIO GIANMAURO MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2023
DONNO LEONARDO MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2023
GUERRA MARIA CECILIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 27/04/2023
LAI SILVIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 27/04/2023
MANCINI CLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 27/04/2023
ROGGIANI SILVIA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 27/04/2023


Stato iter:
28/04/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 27/04/2023
Resoconto FRENI FEDERICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 27/04/2023
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO MISTO-+EUROPA
Resoconto STEGER DIETER MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto RICHETTI MATTEO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto MANGIALAVORI GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto DELL'OLIO GIANMAURO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BAGNAI ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA
 
DICHIARAZIONE VOTO 28/04/2023
Resoconto MAGI RICCARDO MISTO-+EUROPA
Resoconto STEGER DIETER MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto LUPI MAURIZIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto BONELLI ANGELO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto RICHETTI MATTEO AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto RICCIARDI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MOLINARI RICCARDO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/04/2023

NON ACCOLTO IL 27/04/2023

PARERE GOVERNO IL 27/04/2023

DISCUSSIONE IL 27/04/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 28/04/2023

DISCUSSIONE IL 28/04/2023

DICHIARATO PRECLUSO IL 28/04/2023

CONCLUSO IL 28/04/2023

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00029
presentato da
BRAGA Chiara
testo presentato
Giovedì 27 aprile 2023
modificato
Venerdì 28 aprile 2023, seduta n. 94

   La Camera,

   premesso che:

    il nostro Paese si trova a fronteggiare gli effetti congiunti di alcune grandi emergenze: una crisi economica e sociale di lungo corso, che ha coinciso con l'aumento di sacche di povertà e l'aggravarsi progressivo delle diseguaglianze; la crisi climatica, i cui effetti hanno cominciato a incidere pesantemente su ampie aree del territorio e che, a sua volta, colpisce più duramente le fasce di popolazione e le zone maggiormente vulnerabili; una crisi sanitaria scatenata dalla pandemia di COVID-19, che ha destabilizzato un Sistema sanitario pubblico già in difficoltà e che ha aggravato e inasprito i divari sociali e colpito maggiormente chi si trovava in condizioni di fragilità; a ciò si aggiunga, in ultimo, la guerra di aggressione alle porte dell'Europa e la crisi energetica, con pesanti ricadute sulla tenuta economica del nostro Paese;

    secondo le stime più recenti di Oxfam (Oxford Committee for Famine Relief), gli effetti della pandemia e della crisi energetica, a cui si deve un tasso di inflazione mai così alto da oltre 35 anni, rischiano di esacerbare ulteriormente i divari sociali che caratterizzano strutturalmente il nostro Paese;

    al contempo, il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6), concluso e pubblicato dall'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) il 20 marzo del 2023, certifica l'aumento degli eventi meteorologici estremi e dell'insicurezza alimentare e idrica che anche in Italia stanno comportando ricadute negative sull'economia, sull'ambiente e sulla vita delle persone;

   considerato che:

    il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, il primo della legislatura in corso, è debole e rinunciatario e vede la luce in un quadro economico incerto che, tuttavia, ha beneficiato in termini di risultati dell'azione dei precedenti Governi. Nel 2022 il PIL è cresciuto, infatti, del 3,7 per cento e gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,4 per cento in termini reali, salendo al 21,8 per cento del PIL, un livello che non si registrava da oltre venti anni. Gli effetti di tale andamento si stanno riflettendo anche nei primi mesi del 2023;

    anche per quanto riguarda la finanza pubblica, il 2022 è stato positivo in termini di andamento del fabbisogno del settore pubblico, sceso al 3,3 per cento del PIL, e del debito lordo della Pubblica amministrazione, che si è ridotto arrivando al 144,4 per cento del PIL dal 149,9 per cento di fine 2021. Il disavanzo primario è sceso dal 5,5 al 3,6 per cento del PIL e la forte crescita delle entrate (7,9 per cento) ha più che compensato quella delle spese primarie (4,1 per cento). La spesa per interessi è salita di quasi un terzo, al 4,4 per cento del PIL (83,2 miliardi). L'indebitamento netto si è ridotto di un punto percentuale, all'8,0 per cento del PIL e al 5,4 per cento al netto della riclassificazione dei bonus edilizi per effetto delle recenti decisioni prese da Eurostat;

    il DEF 2023, il primo redatto dal Governo Meloni, contiene previsioni di crescita del PIL che si collocano nel solco già tracciato nel Documento programmatico di Bilancio (DPB) di novembre, confermando una sostanziale coincidenza tra l'andamento tendenziale a legislazione vigente e quello previsionale. Con il DEF 2023, il Governo rinuncia al raggiungimento per il nostro Paese di risultati più ambiziosi. Non emergono, infatti, chiari indirizzi di natura economica orientati allo sviluppo e al sostegno delle imprese e dei cittadini, mentre al contrario appaiono chiari e preoccupanti i probabili tagli di spesa pubblica, in particolare per il settore sanitario e per le politiche sociali, a copertura degli interventi che verranno adottati nei prossimi mesi;

    in questo scenario non sorprende, pertanto, che a fronte di un tasso di crescita tendenziale già modesto, 0,9 per cento nel 2023, 1,4 per cento nel 2024, 1,3 per cento nel 2025 e 1,1 per cento nel 2026, l'obiettivo programmatico risulti superiore di soli 0,1 punti sia per l'anno in corso che per il prossimo, mentre negli anni successivi i due valori coincidano. Occorre, tuttavia, sottolineare che le previsioni tendenziali sono state validate dall'UPB assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del PNRR;

    anche sul fronte della finanza pubblica, gli obiettivi di disavanzo coincidono con i saldi del quadro tendenziale, se si escludono gli effetti di due interventi espansivi di entità limitata e con natura una tantum programmati nell'anno in corso (0,15 punti percentuali del PIL) e nel prossimo (0,2 punti). Nei piani del Governo l'indebitamento netto sarebbe dunque pari al 4,5 per cento del PIL nel 2023 e al 3,7 per cento nel 2024; il saldo primario passerebbe da un disavanzo dello 0,8 nel 2023 a un avanzo dello 0,3 l'anno successivo. Al netto della riclassificazione dei titoli di Stato, il disavanzo ora programmato per il 2024 sarebbe di 1 punto percentuale di PIL più alto del quadro del Documento Programmatico di Bilancio, e solo poco inferiore a quello programmato per il 2023, interrompendo di fatto il processo di miglioramento dei conti pubblici;

    alle deludenti previsioni di crescita concorrono alcune scelte poste al centro dell'azione del Governo ed esplicitate nel DEF 2023, tra cui:

     il superamento graduale di alcune delle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni che hanno contribuito alla tenuta del Paese, in un momento di particolare difficoltà congiunturale, senza individuarne di nuove sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia;

     il taglio della spesa pubblica, al netto dell'inflazione, previsto per contribuire al contenimento del deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al PIL, che andrà a colpire settori strategici con ricadute sui soggetti economicamente più deboli;

     l'assenza di interventi di politica economica in grado di continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei precedenti anni;

     la mancata previsione di efficaci misure orientate alla riduzione dell'inflazione e al recupero del potere d'acquisto dei redditi fissi: sebbene l'inflazione sembri meno aggressiva dei mesi precedenti, resta ancora ad un livello alto e in alcuni settori incide pesantemente sui consumi delle famiglie e sugli investimenti delle imprese;

    ad aggravare il quadro previsionale vi è l'incerto apporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), dagli investimenti e dalle riforme ivi previste. Senza una netta accelerazione nell'utilizzazione dei fondi del PNRR sarà difficile confermare le previsioni di crescita previste nel DEF, tanto che è lo stesso Documento ad affermare che «il Governo confida che anche nel corso dei prossimi anni» la crescita «sorprenda al rialzo» come avvenuto in passato. In tale ambito, preoccupano i ritardi che si stanno cumulando nello stato di attuazione del PNRR;

   rilevato che:

    a fronte di una stima del deficit tendenziale per l'anno in corso pari al 4,35 per cento, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 4,5 per cento previsto nel DPB di novembre scorso consente al Governo di poter introdurre un taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente per il solo anno 2023 (per 3,4 miliardi). Anche per il 2024, il mantenimento dell'obiettivo di deficit al 3,7 per cento previsto nel DPB, in luogo di quello tendenziale del 3,5 per cento, consente al Governo di destinare al Fondo per la riduzione della pressione fiscale 4,5 miliardi di euro, senza tuttavia indicare per quali interventi;

    quelle descritte sopra sono le uniche misure esplicitamente previste per sostenere la domanda privata, contrastare il calo del potere di acquisto delle retribuzioni causato dall'inflazione e ridurre la pressione fiscale. Per il resto, il DEF 2023 si limita ad indicare genericamente misure di sostegno alla crescita e al benessere dei cittadini, con nuovi interventi in favore di famiglie, e di rilancio degli investimenti e di rafforzamento della competitività del paese sul fronte delle imprese;

    nessuna chiara indicazione viene fornita in relazione alla prossima manovra di bilancio per gli anni 2024 e seguenti. Alcuni aspetti comunque appaiono già evidenti: 1) per il semplice mantenimento del taglio del cuneo contributivo anche per il 2024 saranno necessari oltre 10 miliardi di euro, a cui dovranno aggiungersi, come affermato dallo stesso Ministro per la pubblica amministrazione, altri 7- 8 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego: a fronte dei 4,5 miliardi derivanti dalla revisione dell'obiettivo di deficit, solo per queste due voci il Governo dovrà reperire circa 13 miliardi di euro. A questi dovranno aggiungersi risorse per altre voci fondamentali come le pensioni, sia per la riforma del sistema pensionistico sia per il finanziamento dell'istituto di «opzione donna», la sanità, l'istruzione, la non autosufficienza e per l'attuazione della delega fiscale. Sarà necessario, poi, individuare le coperture per oltre 14 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina; 2) il finanziamento degli interventi di politica di bilancio avverrà «individuando le opportune coperture all'interno del bilancio pubblico», mentre al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024 – quali quelle relative ai rinnovi contrattuali e altre spese non presenti nello scenario a legislazione vigente, anche al fine di garantire la continuità dei servizi pubblici – nonché alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, concorreranno, secondo il Governo, un rafforzamento della revisione della spesa pubblica e una maggiore collaborazione tra fisco e contribuente. Tuttavia, i recenti condoni, che rappresentano nei fatti un incoraggiamento all'evasione, e un disegno di legge delega sul fisco orientato a «non disturbare troppo» chi evade le tasse, unitamente ad obiettivi di revisione della spesa poco ambiziosi, suggeriscono che anche queste fonti di finanziamento siano da considerarsi completamente inadeguate; le amministrazioni centrali assicureranno il concorso alla prossima manovra di finanza pubblica con risparmi di spesa in termini di indebitamento netto pari a 300 milioni nel 2024, 500 milioni nel 2025 e 700 milioni dal 2026;

    in tale contesto, desta forte preoccupazione la curva decrescente della spesa sanitaria nell'intero periodo considerato dal documento, con una riduzione in rapporto al PIL che va dal 6,9 per cento del 2022, al 6,7 per cento nel 2023, al 6,3 nel 2024 e al 6,2 per cento nel 2025 e 2026. Riduzioni determinate da una crescita media stimata del PIL nominale del 3,6 per cento a fronte di una crescita media stimata della spesa sanitaria dello 0,6 per cento, ben inferiore al tasso d'inflazione, nel triennio 2024-2026, che rischiano di compromettere il diritto costituzionale alla tutela della salute; per allineare la spesa sanitaria al valore di riferimento per la media europea (collocata tra il 7 e l'8 per cento del PIL) ci vorrebbero quasi 20 anni;

    la riduzione dell'incidenza del debito pubblico programmato dal Governo nel prossimo triennio non è esente da rischi. A tale riguardo, il DEF elabora uno scenario nel quale la dinamica decrescente del rapporto si interromperebbe, per invertirsi, già nel 2025, nel caso di un aumento dal prossimo anno dei differenziali di rendimento tra i nostri titoli di Stato. In un tale scenario avverso, si prefigurano alcuni effetti negativi determinati da una maggiore spesa per interessi e da più stringenti condizioni di finanziamento per il settore privato con un impatto negativo sulla crescita economica e attraverso questo canale, sui conti pubblici;

    in questo contesto, in assenza di una seria lotta all'evasione e di una attenta revisione della spesa pubblica che, senza operare tagli lineari, punti a eliminare gli sprechi mantenendo immutata la qualità dei servizi pubblici, diventano irrealistiche le promesse di: riduzione del carico fiscale, posticipi nell'età di pensionamento e aumento della spesa per la difesa e per la natalità, annunciate nei piani del Governo. Tanto meno tali piani possono essere coerenti con quegli aumenti di risorse da destinare prioritariamente alla sanità, alla pubblica istruzione e alla transizione ecologica,

impegna il Governo:

   a intraprendere le iniziative necessarie presso le sedi istituzionali europee al fine di concordare politiche e strumenti comuni di intervento orientati a evitare che la persistenza dell'inflazione abbia ricadute negative sulla diseguaglianza sociale – in termini di distribuzione del reddito e della ricchezza – e sulla continuità operativa delle imprese, sull'occupazione e sulle famiglie;

   a sostenere il livello delle retribuzioni e il potere d'acquisto dei salari, in primo luogo attraverso la riduzione strutturale del cuneo fiscale gravante sul costo del lavoro, rafforzando il processo già avviato nella scorsa legislatura; a garantire che gli interventi previsti per fronteggiare il caro energia siano applicati per tutto il periodo che si renderà necessario, dando priorità alla protezione delle fasce più deboli e alle imprese più esposte al caro energia; ad affiancare a tali interventi misure per sostenere i soggetti maggiormente colpiti dall'incremento dei prezzi di altri beni primari, a partire da quelli alimentari, che rischiano di colpire duramente le famiglie più povere e, in particolare, quelle i cui redditi nominali non variano al variare dell'inflazione; ad adottare interventi per sostenere le imprese dei settori maggiormente colpiti dagli effetti negativi dell'incremento dei prezzi e dei tassi d'interesse; a monitorare costantemente l'andamento della situazione del caro prezzi al fine di predisporre i necessari interventi;

   a rafforzare l'assegno unico, prima misura universalistica e progressiva a tutela e a sostegno della natalità, della genitorialità e delle famiglie, aumentando gli importi previsti, ampliando la platea dei beneficiari e rafforzando le clausole di salvaguardia; a introdurre una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito, al fine di incrementare il tasso di occupazione femminile; ad adottare misure dirette ad ampliare i congedi parentali, incrementandone il trattamento economico e la fruibilità da parte di entrambi i genitori; a rafforzare l'indennità di maternità; ad assicurare la realizzazione degli asili nido, come previsto dal PNRR, e il loro buon funzionamento attraverso un'adeguata dotazione di personale, con l'obiettivo di aumentare l'offerta di lavoro, dare impulso all'occupazione femminile, far emergere il lavoro nero e favorire il reinserimento nel mondo del lavoro dopo il congedo di maternità obbligatorio;

   a garantire la salvaguardia della progressività e dell'equità del nostro sistema fiscale, rafforzando l'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, prevedendo meccanismi premiali per i contribuenti leali, la tracciabilità dei pagamenti, l'incrocio delle banche dati, il potenziamento delle Agenzie fiscali, escludendo ogni ipotesi di ricorso a condoni fiscali;

   a introdurre un salario minimo legale, salvaguardando la centralità della contrattazione collettiva nazionale;

   a evitare lo smantellamento del reddito di cittadinanza prevedendo il rafforzamento e la riorganizzazione delle politiche pubbliche volte a contrastare la povertà e l'esclusione sociale, potenziando la componente di servizi alla persona e l'attivazione di un progetto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per l'effettivo superamento della condizione di povertà;

   ad adottare le iniziative necessarie a risolvere le numerose problematiche di carattere sociale, rafforzando le misure per affrontare la povertà alimentare e per ridurre il tasso di persone a rischio di povertà o esclusione sociale che resta ancora superiore alla media dell'Unione europea, nonché a contrastare le crescenti disparità generazionali, di genere e territoriali, in particolare con interventi volti a favorire l'inserimento lavorativo dei giovani e delle donne;

   a rafforzare le politiche attive del lavoro, anche attraverso il potenziamento del fondo nuove competenze; ad assicurare la lotta al lavoro sommerso e il rafforzamento delle misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro; a contrastare il precariato, rafforzando gli incentivi volti a favorire le assunzioni a tempo indeterminato, nonché collegando strettamente le tipologie contrattuali a tempo determinato a specifiche causali; ad abolire gli stage extra curriculari in forma gratuita;

   a favorire l'evoluzione del sistema previdenziale mettendo al centro le donne, i giovani e chi svolge lavori gravosi, prevedendo l'aggiornamento e l'ampliamento della platea dei lavori usuranti, garantendo una prospettiva pensionistica sostenibile e dignitosa;

   ad avviare con le parti sociali la definizione di modalità di sperimentazione di riduzione dell'orario di lavoro a parità di retribuzione;

   a stanziare adeguate risorse per fronteggiare il grave e diffuso disagio abitativo, attraverso il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo di garanzia mutui per la prima casa, nonché a prevedere misure di sostegno per far fronte alla maggiore spesa conseguente all'aumento dei tassi di interesse sui mutui in favore dei soggetti che versano in situazione di obiettiva difficoltà, valutando anche l'incremento della percentuale di detraibilità degli interessi passivi per l'acquisto dell'abitazione principale;

   ad assicurare la necessaria continuità ai finanziamenti, alle attività e al funzionamento dei centri e delle reti antiviolenza territoriali e dei centri e servizi per uomini autori di violenza, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e prevedere sempre maggiori azioni e per il reinserimento economico e sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, delle donne vittime di violenza;

   a dare piena e rapida attuazione al PNRR, rispettando tutti gli obiettivi, le riforme da attuare e le scadenze temporali previste, recuperando la capacità di spesa per compensare i ritardi accumulati; a informare costantemente il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR e sugli eventuali aggiornamenti dello stesso; a garantire la realizzazione delle opere messe a bando, anche prevedendo lo stanziamento di ulteriori risorse a copertura dei rincari dei prezzi dei materiali;

   a sostenere e rilanciare gli investimenti pubblici e le politiche dell'innovazione per favorire la crescita economica, la digitalizzazione, l'industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro; a sostenere le imprese estendendo il Piano Transizione 4.0 agli investimenti per la transizione ecologica, rendendolo maggiormente fruibile dalle micro, piccole e medie imprese, rafforzando gli incentivi fiscali, con particolare riferimento a quelli per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, attuando e potenziando i progetti del PNRR a sostegno della ricerca e dell'innovazione, a partire dal potenziamento della ricerca di base e applicata, sostenendo i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, sviluppando le politiche industriali per i settori di punta;

   a rilanciare il settore della logistica cosiddetto «green» prevedendo un piano di evoluzione del sistema anche attraverso strumenti di governance dedicati all'incentivazione del trasporto intermodale — sulla scia di quanto già previsto con i contributi al trasporto combinato strada-mare (marebonus) e strada-rotaia (ferrobonus) —, alla digitalizzazione e all'automazione, nell'ottica di garantire la sostenibilità per il settore e la sua compartecipazione agli obiettivi del Green New Deal europeo;

   a rafforzare le politiche per la riduzione dei divari territoriali, con particolare riferimento al Mezzogiorno, alle aree interne, ai territori montani e alle isole;

   a definire e finanziare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi pubblici da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, comma 2, lettera m) della Costituzione e dalla legge delega n. 42 del 2009; a rendere strutturali gli strumenti di politica industriale regionale (con particolare riferimento ai crediti d'imposta per investimenti in impianti, attrezzature e macchinari e per le attività di ricerca e sviluppo) e la decontribuzione per il Mezzogiorno; a monitorare il rispetto della clausola del 40 per cento per gli investimenti del PNRR; a prevedere e realizzare un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione per immettere le nuove competenze necessarie per realizzare gli investimenti e migliorare i servizi per i cittadini e le imprese; a dare piena attuazione alle Zone economiche speciali; a potenziare le politiche per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, dei territori montani e delle isole, a partire dagli investimenti per le infrastrutture, la cura del territorio, la presenza di servizi scolastici, sanitari e socio sanitari;

   a predisporre un nuovo patto per la salute al fine di allineare progressivamente il livello della spesa sanitaria alla media dell'Unione europea, abolendo gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e destinando congrue risorse al rinnovo del contratto di lavoro, garantendo a tutti i nuovi livelli essenziali di assistenza, riducendo gli attuali divari territoriali nell'offerta dei servizi e delle prestazioni, nonché le interminabili liste d'attesa che costringono i cittadini a ricorrere al privato;

   a incrementare le risorse disponibili, finanziarie e professionali, per il funzionamento e il potenziamento del sistema sanitario nazionale, compresa la domiciliarità, la medicina territoriale, l'assistenza e la terapia domiciliare, la medicina d'urgenza, il finanziamento dei cicli di specializzazione, il potenziamento, l'adeguamento e l'ammodernamento tecnologico e infrastrutturale delle strutture ospedaliere e il rafforzamento della governance territoriale di prossimità con i relativi costi aggiuntivi; ad adottare le misure necessarie per garantire la piena attuazione della legge 194;

   a potenziare gli strumenti per i percorsi di vita indipendente delle persone con disabilità e non autosufficienti, dando piena attuazione alla legge delega in tema di disabilità; a valorizzare l'invecchiamento attivo; a garantire e potenziare le tutele per i caregiver e a prevedere misure volte al cosiddetto silver cohousing, al fine di creare condizioni di vita migliori per gli anziani;

   a prevedere misure volte a sostenere l'istruzione, l'Università, la ricerca e la cultura, assicurando livelli di spesa rispetto al PIL in linea con la media UE, a beneficio dei giovani e delle future generazioni, incrementando i finanziamenti per il rinnovo del contratto di lavoro, aumentando gli investimenti nel settore 0-6 anni; ad adottare misure di prevenzione dell'abbandono precoce dell'istruzione e della formazione; a utilizzare le risorse liberate a seguito del calo demografico per ridurre il numero degli alunni per classe e per evitare la chiusura delle scuole nelle aree interne e montane; a garantire il diritto allo studio scolastico e universitario, assicurando borse di studio e servizi per tutti gli idonei; ad avviare un piano di stabilizzazione pluriennale dei precari; a individuare misure per garantire l'innalzamento dell'obbligo di istruzione; a rafforzare i dottorati e la ricerca universitaria al fine di promuovere pari opportunità di istruzione, riducendo le disparità regionali, rafforzando le tecnologie digitali e contrastando il divario di genere; a promuovere un'opera di sensibilizzazione sull'importanza sociale della cultura e del patrimonio culturale e a sostenere il ruolo trainante del patrimonio storico e artistico del nostro Paese e delle elevate professionalità presenti nei relativi settori;

   ad adottare interventi per la transizione ecologica e il contrasto alla crisi climatica, in linea con le misure decise nell'ambito del Green New Deal europeo, approvando rapidamente le modifiche al PNIEC e il Piano di adattamento climatico; a perseguire, senza indugi, il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050, attraverso il pieno superamento della dipendenza del Paese da importazioni di combustibili fossili e l'incremento degli investimenti nelle fonti rinnovabili; ad adottare misure per aumentare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica degli edifici, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con prestazioni energetiche basse in linea con gli indirizzi europei, anche attraverso la previsione di misure a carattere strutturale e finanziariamente sostenibili, e ad affrontare la questione dei crediti fiscali incagliati; ad adottare misure per promuovere la mobilità sostenibile e sostenere l'innovazione e la riconversione del settore dell'automotive; a promuovere gli acquisti aggregati di energia da rivendere a prezzo calmierato; a favorire l'autoconsumo singolo e collettivo di energia rinnovabile e lo sviluppo delle comunità energetiche; ad abbattere progressivamente gli incentivi ai combustibili fossili e i sussidi ambientalmente dannosi, prevedendo adeguate misure compensative per le famiglie e le imprese più vulnerabili; a finanziare gli interventi di riqualificazione dei corpi idrici naturali e del reticolo minore e a istituire un fondo per la sostituzione e manutenzione degli acquedotti, rimodulando il fondo complementare del PNRR; a recepire le misure previste dalle strategie per la «Biodiversità 2030», «Firm farm to fork» e «Suolo» nell'ambito del Green New Deal UE e riprese dalla recente proposta normativa «Pacchetto Natura» presentata dalla Commissione europea;

   a perseguire e incrementare una politica fiscale volta a prevedere un contributo straordinario a carico di soggetti operanti nel settore energetico in relazione ai cosiddetti «extraprofitti» realizzati per effetto del rincaro dei prezzi energetici, al fine di sostenere il pagamento delle forniture di energia elettrica e gas in favore di utenti economicamente svantaggiati;

   a prevedere, in favore degli enti territoriali, risorse dirette a contenere l'aumento dei prezzi dell'energia anche mediante l'utilizzo di flessibilità di bilancio nonché a implementare il finanziamento per lo svolgimento delle funzioni fondamentali e servizi in favore dei cittadini.
(6-00029) «Braga, Francesco Silvestri, Zanella, Ubaldo Pagano, Torto, Grimaldi, Carmina, Dell'Olio, Donno, Guerra, Lai, Mancini, Roggiani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

crescita economica

politica di sostegno