Legislatura: 19Seduta di annuncio: 102 del 15/05/2023
Primo firmatario: CIANI PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 15/05/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023 DI BIASE MICHELA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023 GIANASSI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023 ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023 SCARPA RACHELE PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023 LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 15/05/2023
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 15/05/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 03/10/2023 Resoconto CIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA RISPOSTA GOVERNO 03/10/2023 Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA) REPLICA 03/10/2023 Resoconto CIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
DISCUSSIONE IL 03/10/2023
SVOLTO IL 03/10/2023
CONCLUSO IL 03/10/2023
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
si apprende da organi di stampa della diffusione di un appello, sottoscritto da oltre 100 soggetti, tra organizzazioni operanti nel settore del carcere e privati cittadini, con il quale si chiede ai direttori degli istituti penitenziari di garantire colloqui, telefonate e videochiamate oltre le previsioni normative ordinarie, questo perché dal 28 febbraio 2023, non essendo state prorogate né messe a regime le «Norme in materia di corrispondenza telefonica delle persone detenute» previste durante l'emergenza legata al COVID-19, pare sia tornata una stretta sulle chiamate all'esterno: non più una telefonata al giorno, ma soli dieci minuti di chiamata a settimana e sei ore di colloquio al mese;
il regime previsto durante l'emergenza legata al COVID-19 sul versante delle conversazioni telefoniche non sostitutive dei colloqui in presenza, previste dall'articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000 – «Norme in materia di corrispondenza telefonica delle persone detenute» – di cui all'articolo 2-quinquies del decreto-legge n. 28 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 70 del 2020, prevedeva infatti che l'autorizzazione alle telefonate poteva essere concessa oltre i limiti stabiliti dal comma 2 del medesimo articolo e poteva essere disposta anche una volta al giorno, laddove la corrispondenza telefonica si fosse svolta con figli minori o figli maggiorenni portatori di una disabilità grave oppure con il coniuge, con l'altra parte dell'unione civile, con persona stabilmente convivente o legata all'internato da relazione stabilmente affettiva, con il padre, la madre, il fratello o la sorella del condannato qualora gli stessi fossero ricoverati presso strutture ospedaliere;
a ben vedere anche la disciplina ordinaria, all'articolo 1 della legge n. 354 del 1975 sull'ordinamento penitenziario, va nel senso di agevolare opportuni contatti con il mondo esterno e i rapporti con la famiglia in osservanza dei princìpi costituzionali;
ci si riferisce agli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, che tutelano la famiglia e i suoi componenti, e all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, a mente dei quale «ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare», e dunque riconoscono a ciascun individuo il fondamentale diritto al mantenimento delle relazioni socio-familiari;
è noto, peraltro, che molti detenuti non scontano la pena nel luogo di residenza della propria famiglia e i costi degli spostamenti tra una regione e l'altra sono per molte famiglie insostenibili. Lo stesso potrebbe essere consentito ai detenuti stranieri che non hanno occasione di poter vedere in presenza i propri famigliari che risiedono all'estero;
a conferma di quanto richiesto vi è la considerazione che, nel periodo di deroga al regime ordinario, non si sono verificati problemi legati alla sicurezza, né vi è stato alcun aggravio di spesa per l'amministrazione penitenziaria, perché le telefonate sono rimaste a carico delle persone detenute;
ci si chiede allora per quale motivo si voglia far ripiombare nella solitudine i detenuti e le loro famiglie, dal momento che psichiatri ed esperti assicurano che l'aumento delle opportunità e delle connessioni con il mondo «al di fuori» non solo rende più tollerabile la vita all'interno dell'istituto di detenzione, ma aiuterebbe nel prevenire alcuni dei troppi suicidi che avvengono ancora nelle carceri italiane –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e degli argomenti esposti in premessa e della loro importanza, considerando la già grave situazione presente all'interno delle carceri italiane – basti pensare al sovraffollamento, alla mancanza di personale, agli atti di autolesionismo e ai troppi suicidi;
quali iniziative si intendano adottare, per quanto di competenza, per conservare la buona prassi che si è sperimentata con esiti più che positivi durante l'emergenza da COVID-19 nel concedere maggiore discrezionalità nell'autorizzazione delle telefonate e delle videochiamate, le quali potrebbero essere considerate dei veri e propri colloqui in presenza e quindi essere di pari durata.
(2-00151) «Ciani, Serracchiani, Di Biase, Gianassi, Zan, Scarpa, Lacarra».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):penuria di manodopera
protezione della vita privata
settore economico