ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00146

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19
Seduta di annuncio: 110 del 29/05/2023
Abbinamenti
Atto 1/00143 abbinato in data 29/05/2023
Atto 1/00154 abbinato in data 20/06/2023
Atto 1/00156 abbinato in data 20/06/2023
Atto 1/00158 abbinato in data 20/06/2023
Firmatari
Primo firmatario: SILVESTRI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/05/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
COLUCCI ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
ONORI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
PELLEGRINI MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
FENU EMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
ORRICO ANNA LAURA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
FONTANA ILARIA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
IARIA ANTONINO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
PAVANELLI EMMA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
CARAMIELLO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 29/05/2023


Stato iter:
20/06/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/05/2023
Resoconto SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/05/2023
Resoconto QUARTINI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto TABACCI BRUNO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto GARDINI ELISABETTA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto ZANELLA LUANA ALLEANZA VERDI E SINISTRA
 
PARERE GOVERNO 20/06/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
INTERVENTO GOVERNO 20/06/2023
Resoconto FITTO RAFFAELE MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (AFFARI EUROPEI, IL SUD, LE POLITICHE DI COESIONE E IL PNRR)
 
DICHIARAZIONE VOTO 20/06/2023
Resoconto ROMANO FRANCESCO SAVERIO NOI MODERATI (NOI CON L'ITALIA, CORAGGIO ITALIA, UDC, ITALIA AL CENTRO)-MAIE
Resoconto GRIMALDI MARCO ALLEANZA VERDI E SINISTRA
Resoconto CARFAGNA MARIA ROSARIA AZIONE - ITALIA VIVA - RENEW EUROPE
Resoconto PELLA ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE - PPE
Resoconto SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BAGNAI ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SCHLEIN ELLY PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Resoconto MASCARETTI ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/05/2023

DISCUSSIONE IL 29/05/2023

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/05/2023

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/06/2023

ATTO MODIFICATO IL 20/06/2023

DISCUSSIONE IL 20/06/2023

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 20/06/2023

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 20/06/2023

PARERE GOVERNO IL 20/06/2023

VOTATO PER PARTI IL 20/06/2023

IN PARTE APPROVATO E IN PARTE RESPINTO IL 20/06/2023

CONCLUSO IL 20/06/2023

Atto Camera

Mozione 1-00146
presentato da
SILVESTRI Francesco
testo presentato
Lunedì 29 maggio 2023
modificato
Martedì 20 giugno 2023, seduta n. 122

   La Camera,

   premesso che:

    in risposta alla crisi generata dalla pandemia di COVID-19, il Consiglio europeo del luglio 2020, dopo un lungo e difficile negoziato, ha approvato il bilancio dell'Unione per il settennato 2021-2027, nell'ambito del quale è stato previsto il nuovo strumento detto Next Generation EU (Ngeu) che, pensato per favorire la ripresa e la resilienza delle economie nazionali, non reperisce risorse da contributi degli Stati, ma (e questa è stata la novità principale) reperisce denaro in prestito sui mercati finanziari per conto dell'Unione europea, per un totale di 750 miliardi di euro. Di questi 750 miliardi, all'Italia sono stati assegnati poco meno di 209 miliardi;

    al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (Rrf), nel quadro di Ngeu, l'Italia ha quindi approvato il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con Decisione di esecuzione del Consiglio del 13 luglio 2021, ovvero un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l'impatto economico e sociale della pandemia e costruire un'Italia nuova, dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di oggi e di domani. Il Piano si articola in 6 Missioni, che rappresentano le aree «tematiche» strutturali di intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute;

    come noto, l'erogazione dei finanziamenti è collegata a un meccanismo di tappe e obiettivi intermedi, le cosiddette milestones, che vede coinvolta la Commissione europea e gli Stati membri, attraverso il Comitato Economico-Finanziario in cui siedono i direttori del Tesoro dei 27 Stati membri. In particolare, nel cosiddetto cronoprogramma sono indicate le misure legislative previste dal PNRR italiano come risultante dalla decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea citato e dal relativo allegato, nonché sulla base dei successivi operational agreements. Per ogni misura, sono specificati: il termine entro il quale è indicata l'adozione della misura nella decisione del Consiglio dell'Unione europea; la tipologia di misura (fonte normativa); la missione di appartenenza o la tipologia di riforma; lo stato di attuazione e altri elementi ritenuti utili;

    il Documento di economia e finanza 2023 riporta un'analisi degli impatti macroeconomici affidando al Programma nazionale di riforma (Pnr) ulteriori elementi di dettaglio sul sentiero di sviluppo dell'economia italiana nel medio-lungo periodo. In particolare, gli esercizi presentati offrono una documentazione dell'impatto positivo che si registrerebbe sul Pil e sulle principali grandezze macroeconomiche, senza tuttavia esternare le ipotesi circa tempi e modalità di realizzazione degli interventi stimati per il PNRR e per le riforme;

    sulla revisione della programmazione delle risorse del PNRR, infatti, il Def 2023 non fornisce informazioni dettagliate in merito alla dinamica annuale della spesa, in attesa degli esiti delle interlocuzioni con le istituzioni europee sulla rimodulazione di alcuni degli interventi e dei relativi cronoprogrammi. La spesa per investimenti finanziati dal Piano è dunque attesa in crescita nell'anno in corso e nei due successivi, raggiungendo il picco nel 2025 (1,8 per cento del Pil, pari ad oltre 39 miliardi, a fronte dei 36 previsti nella NaDEF 2022), per quanto, come pure riportato in audizione da Banca d'Italia, si tratti di «prospettive circondate da incertezza straordinaria, su cui gravano forti rischi al ribasso. In un simile contesto, il ruolo di stabilizzazione delle politiche è stato e continua ad essere rilevante; affinché gli strumenti già a disposizione – in particolare gli interventi finanziati dal PNRR – possano dispiegare appieno la loro efficacia è cruciale che il loro utilizzo sia improntato alla tempestività e all'efficienza»;

    sempre più centrale anche per il mantenimento del percorso di crescita appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR;

    nel 2022 ha preso piena forma il quadro comune di valutazione, espressamente previsto dalle disposizioni regolamentari che disciplinano il Dispositivo per la ripresa e resilienza. I progressi nell'attuazione dei Piani nazionali vengono ora monitorati, in modo omogeneo e comparabile, anche attraverso 14 indicatori comuni, riferibili all'impatto delle misure sui sei Pilastri europei (Regolamento delegato UE/2021/2106);

    per quanto concerne le iniziative cosiddette «in essere», in esito ad una preliminare perimetrazione delle voci di bilancio che ne accolgono le risorse, i dati ancora non definitivi di consuntivo mostrano un livello di pagamenti di competenza di 2,4 miliardi nel 2022, superiore a quello di 1,5 miliardi del 2021. Tale andamento denota un tasso di finalizzazione degli stanziamenti in crescita nel triennio, ma comunque fermo nel 2022 al 41 per cento (dal 20,3 per cento del 2020 e 30,5 per cento del 2021). Particolarmente a rilento l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni;

    in base a quanto previsto dall'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020 n. 178 (legge di bilancio per il 2021) e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato in data 15 settembre 2021, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ha sviluppato il sistema informatico ReGiS. Al 13 febbraio 2023, le unità progettuali censite nel sistema si attestavano a circa 134 mila ed erano relative a 148 delle 285 misure che compongono il PNRR (52 per cento del totale);

    secondo la relazione della Corte dei conti del marzo 2023 il livello di attuazione finanziaria del PNRR si attesta attorno al 6 per cento. In particolare, ad esclusione della missione 3 «Infrastrutture per una mobilità sostenibile», tutte le altre missioni si attestano ben al di sotto del 10 per cento; tre missioni (4, 5 e 6) non raggiungono nemmeno la soglia del 5 per cento. Tale situazione mette in evidenza l'importante sforzo finanziario richiesto nei prossimi anni per assicurare il pieno utilizzo delle risorse stanziate nel Piano. Nel periodo triennale, un progresso più lento, rispetto al cronoprogramma, si rileva nelle misure della componente 3 «Turismo e cultura 4.0» (ferma al 4,8 per cento) della missione 1 «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura», e nelle missioni 5 «Inclusione e coesione» (37,8 per cento) e 6 «Salute» (23 per cento);

    nel Country Report sull'Italia pubblicato il 24 maggio 2023 dalla Commissione Ue insieme alle Raccomandazioni specifiche per Paese si legge che, conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera b), e all'allegato V, criterio 2.2, del regolamento (UE) 2021/241, il PNRR comprende un'ampia serie di riforme e investimenti che, da attuare entro il 2026, si rafforzano reciprocamente, ma la cui attuazione rischia crescenti ritardi. L'Italia ha presentato 3 richieste di pagamento, corrispondenti a 151 tappe e obiettivi del Piano, per un esborso complessivo di 42 miliardi di euro: l'importo si riferisce alle prime due richieste di pagamento, mentre la terza è in fase di valutazione e la quarta, in scadenza a giugno, e legata al raggiungimento di 27 obiettivi per una assegnazione pari a 16 miliardi, è a fortissimo rischio;

    come sottolinea la stessa Commissione europea, procedere rapidamente con l'attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del dispositivo per la ripresa e la resilienza in vigore fino al 2026;

    similmente nelle Raccomandazioni si legge che è importante che l'Italia rafforzi la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per realizzare gli impegni del piano, mentre un quadro di governance efficace e pienamente operativo rimane fondamentale per un'attuazione agevole e tempestiva del piano. Anche qui, però, si registra un operato «contrario» del Governo che, invero, in questi ultimi mesi ha operato una riforma della governance (decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41) al fine di distinguersi per discontinuità politica e amministrativa e, di fatto, oggi ancora in fase di avvio con gravi ricadute sul processo di attuazione degli interventi;

    continua ad essere fondamentale identificare tempestivamente potenziali ritardi e problemi di attuazione e adottare misure tempestive per affrontarli. A norma dell'articolo 14, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2021/241, il 31 marzo 2023 l'Italia ha espresso l'intenzione di richiedere un ulteriore sostegno tramite prestiti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza. La negoziazione dell'addendum e del capitolo REPowerEU è in corso, è ancora possibile una revisione del PNRR, ma il Governo italiano non ha ancora presentato alcuna proposta ufficiale;

    come pure chiesto dal Movimento 5 Stelle, attraverso atti di indirizzo parlamentari, la stessa Commissione europea ha sottolineato che la rapida inclusione del nuovo capitolo REPowerEU nel piano per la ripresa e la resilienza consentirà di finanziare ulteriori riforme e investimenti a sostegno degli obiettivi strategici dell'Italia nel campo dell'energia e della transizione verde per cui il coinvolgimento sistematico ed effettivo delle autorità locali e regionali, delle parti sociali e di altri portatori di interessi rimane importante per il successo dell'attuazione del PNRR, nonché di altre politiche economiche e occupazionali che vanno oltre il piano, per garantire un'ampia titolarità dell'intero piano agenda politica;

    e invero fino ad oggi il Parlamento non è stato coinvolto sull'inserimento di un capitolo specificatamente dedicato al piano REPowerEU, né ancora sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR e su cui manca una proposta ufficiale alle stesse istituzioni europee;

    affinché PNRR e connesso Pnc rappresentino effettivamente un'occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per investire sul futuro, per fornire ai giovani nuove opportunità di lavoro e, più in generale, disegnare, innestare e realizzare, a tutti i livelli di governo, un nuovo percorso di crescita sostenibile del Paese, sia essa di tipo economico, sociale che ambientale, è fondamentale che il Parlamento, istituzione rappresentativa per eccellenza, svolga maggiormente una funzione di indirizzo e controllo sugli atti del Governo connessi alla relativa attuazione secondo il cosiddetto cronoprogramma;

    la denominazione stessa dello strumento finanziario predisposto dalla Commissione europea – Next Generation EU – impone di orientare e modulare tutte le politiche attuative del PNRR in funzione del beneficio che dovrà derivarne, nel medio e lungo periodo, in favore delle giovani generazioni; giova ricordare che due dei tre obiettivi trasversali del PNRR sono rappresentati dalla parità generazionale – accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani – e dalla parità di genere: le riforme e gli investimenti delle missioni saranno valutate sulla base dell'impatto che avranno sul recupero del potenziale dei giovani e delle donne;

    con riferimento al settore della giustizia, la sua riforma rappresenta certamente una delle sfide di maggiore rilevo che l'Italia si è impegnata ad affrontare nell'ambito del PNRR. Quest'ultimo, al fine di migliorare la celerità e l'efficienza della macchina della giustizia, ha previsto circa 3 miliardi di euro. Nello specifico il PNRR individua la componente «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari, allo scopo precipuo di intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici, di questi, 38 sono interventi di grande manutenzione e 10 relativi a cittadelle della giustizia (Trani, Bergamo, Monza, Napoli, Benevento, Perugia, Roma, Latina, Velletri, Venezia). Tuttavia, è di tutta evidenza come anche in questo settore molte missioni e componenti abbiano subìto una preoccupante decelerazione. Infatti, tra gli obiettivi che non possono dirsi ancora pienamente raggiunti, vi è anche quello relativo al processo di efficientamento energetico degli edifici giudiziari. Come emerge dalla relazione della Corte dei conti del 2023 citata, solo di recente, il Ministero della giustizia ha pubblicato il primo bando di gara per individuare i soggetti incaricati di predisporre la riqualificazione della prima quota, pari al 20 per cento degli edifici giudiziari in forte ritardo nello stato di attuazione;

    il 3 maggio 2023 la Commissione europea ha presentato la proposta di regolamento «Act in Support of Ammunition Production» (Asap) volta ad incrementare la produzione di armamenti impiegando fondi dell'Unione europea, pari a cinquecento milioni di euro l'anno destinati alla produzione di un milione di munizioni d'artiglieria, munizioni terra-terra e missili. Il 9 maggio scorso il Parlamento europeo ha approvato la procedura d'urgenza per l'esame della proposta di regolamento Asap con 518 voti favorevoli, 59 contrari tra cui i parlamentari del Movimento 5 stelle, e 31 astenuti. Il Commissario Breton ha dichiarato, in merito alle risorse a disposizione, che stanno liberando finanziamenti dai fondi di coesione e dai fondi del Recovery and Resilience Facility da destinare agli Stati membri che «desiderano co-finanziare la loro industria della difesa». Stando a quanto affermato dal Commissario, il Recovery fund «è stato specificatamente costruito per tre principali azioni: la transizione verde, la transizione digitale e la resilienza. Intervenire puntualmente per sostenere progetti di industriali che vanno verso la resilienza, compresa la difesa, fa parte di questo terzo pilastro». Secondo le dichiarazioni rilasciate dal Commissario Breton, «l'attuale produzione nel settore della difesa dell'Unione è adattata al tempo di pace», sostenendo che l'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina «ha cambiato il paradigma» e ora per le imprese del settore la sfida è «affrontare un aumento della domanda nel settore delle munizioni e dei missili, che richiede loro di produrre di più e più velocemente». Sostanzialmente, dunque, si sta spostando l'asse dell'azione europea dalla promozione della pace, dei suoi valori e del benessere dei suoi cittadini verso un'economia centrata sulla guerra;

    con riferimento alla materia fiscale, il PNRR contempla una serie di riforme dirette ad assicurare la sostenibilità delle finanze attraverso l'incremento del gettito, sia potenziando la taxcompliance e il contrasto all'evasione fiscale sia attraverso un piano di revisione delle taxexpenditure. È necessario potenziare le misure di contrasto all'evasione fiscale e migliorare il rapporto tra fisco e contribuente; sotto tale profilo, deve essere garantita la specializzazione e la formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali, con particolare riferimento all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali, anche applicate alle attività economiche, all'utilizzo dei big data e al relativo trattamento, alla sicurezza informatica e ai nuovi modelli organizzativi e strategici delle imprese, completando altresì il piano di assunzioni. La semplificazione e la digitalizzazione del sistema tributario rappresentano obiettivi strategici per favorire la comprensibilità del sistema tributario e la partecipazione attiva del contribuente;

    nell'ambito delle risorse del PNRR, gli incentivi connessi all'efficientamento energetico e sismico degli edifici e agli investimenti 4.0 rappresentano una componente assai significativa. Il perseguimento dei descritti obiettivi richiede una programmazione strutturale degli strumenti di sostegno agli investimenti lungo tutto l'arco di realizzazione del Piano nonché la riattivazione e il potenziamento dello strumento della cessione del credito, estendendone altresì l'applicazione anche agli incentivi fiscali connessi agli investimenti in beni 4.0;

    la missione n. 4 del PNRR, denominata «Istruzione e ricerca», per 30,88 miliardi di euro, mira a rafforzare entro il 2026 le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, partendo dal riconoscimento delle criticità del nostro sistema di istruzione, formazione e ricerca; pertanto, ritardi e inefficienze nell'utilizzo di queste risorse pesano oltremodo e con maggiore incredibile gravità sulle generazioni future;

    in materia di «Tutela del territorio e della risorsa idrica» il PNRR prevede lo stanziamento di 15 miliardi di euro, riservando circa 2,49 miliardi agli interventi sul dissesto idrogeologico con l'obiettivo della messa in sicurezza di 1,5 milioni di persone che vivono nelle aree attualmente a rischio idrogeologico. Rispetto al sub-investimento consistente nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici, al fine della completa realizzazione dei predetti interventi entro il 30 marzo 2026, non si è conclusa la relativa procedura;

    nel PNRR le risorse assegnate al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ammontano complessivamente a 61,5 miliardi di euro. Il 55 per cento delle risorse deve essere destinata a interventi nel Mezzogiorno, al fine di provvedere al riequilibrio territoriale e delle disuguaglianze sociali. Il settore dei trasporti dovrebbe giovare particolarmente dagli investimenti del PNRR, in chiave di maggiore sostenibilità ambientale. Come reca la relazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del PNRR, nel campo infrastrutturale, il semestre in corso vede la scadenza per l'aggiudicazione degli appalti pubblici per l'acquisto di treni puliti per il rinnovo del parco ferroviario, di quelli per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici lungo le superstrade e di almeno 4.000 in zone urbane, dei progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse e di quelli per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno lungo autostrade, vicino ai porti, e in prossimità dei terminali logistici. Con riguardo a tale ultima milestone, si rileva una serie di ritardi che hanno portato a un forte rallentamento nell'attuazione del progetto. Tra gli obiettivi che destano particolare preoccupazione si segnala in particolare quello avente ad oggetto l'aggiudicazione della gara per l'acquisto delle tre nuove unità navali veloci per il rinnovo della flotta navale dello Stretto Messina. Appare evidente, su questo tema che, secondo quanto disposto dal decreto-legge n. 35 del 2023 sul ponte sullo Stretto di Messina, il Governo stia abbandonando l'obiettivo di migliorare l'attraversamento dinamico dello Stretto in funzione del ponte, considerando che l'attraversamento navale sarà comunque sempre necessario anche se e quando il ponte sarà aperto alla circolazione;

    nella relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del 20 gennaio 2023, alla sezione II, investimento 1.1, si specifica che l'obiettivo del potenziamento dei centri per l'impiego (Cpi) è consentire un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e la formazione, in via complementare rispetto alla riforma delle politiche attive e della formazione definita nel programma Gol «Garanzia per l'occupabilità dei lavoratori». Ad oggi, sulla base della rendicontazione effettuata dall'Unità di missione istituita presso il Ministero del lavoro (nota prot. 46/82 del 20/06/2022), i Cpi che presentano uno stato di avanzamento complessivo delle attività superiore al 50 per cento sono 327, di cui 95 sono localizzati nell'area nord-est (29 per cento), 66 in quella nord ovest (20 per cento), 72 al centro (22 per cento), 66 al sud (20 per cento) e 28 nelle isole (9 per cento). Sebbene si prevedesse l'innesto di 11.600 persone entro il 2021 (il raddoppio dell'organico Cpi), il dato reso noto dal Ministero ad agosto 2022 conta appena 3.855 operatori ossia un terzo del totale;

    dopo la difficile fase congiunturale, il reddito di cittadinanza (Rdc) ha visto una progressiva riduzione del numero di nuclei familiari beneficiari, ma la legge di bilancio per il 2023 ne ha previsto la soppressione dal prossimo anno, introducendo, nelle more di una sua riforma, una disciplina transitoria particolarmente severa nei confronti delle famiglie che non presentano caratteristiche di vulnerabilità (presenza di minori, di disabili, di ultra sessantenni). Poiché l'Rdc ha avuto un grande rilievo nel contrastare la povertà ed è importante che anche l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, per favorire il collocamento sul mercato del lavoro dei beneficiari in grado di esercitare un'attività lavorativa, in un contesto di generale ritardo nei programmi di potenziamento dei centri per l'impiego, appare opportuno correggere taluni elementi di non efficace funzionamento, ma altresì necessario e urgente confermare l'impianto di fondo di quel sistema di tutele anziché procedere sulla scia di quanto disposto con il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48. L'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR – in particolare quelli finalizzati all'inclusione lavorativa – insieme all'impegno delle istituzioni coinvolte per la rapida progressione delle altre azioni previste dalla normativa potrà infatti contribuire ad abbinare al mero trasferimento monetario una maggiore garanzia nell'offerta di servizi, in modo omogeneo sul territorio e a conseguire, auspicabilmente, concreti risultati;

    nel marzo 2023 la Corte dei conti ha adottato la relazione conclusiva delle istruttorie denominate «Case della Comunità e presa in carico della persona» e «Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture», accertando talune criticità che sembrano prefigurare un concreto e possibile ritardo, rispetto alla scadenza e rilevando che «sembrerebbe dunque di cogliere la volontà di spostare in avanti la piena integrazione del target Italia relativo all'approvazione dei progetti». La Corte dei conti ha quindi evidenziato la necessità di un maggiore impulso del Ministero sui soggetti attuatori, rammentandone i compiti di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo e rammentandone la responsabilità del monitoraggio costante e continuativo dei dati di avanzamento fisico, procedurale e finanziario delle misure di propria responsabilità, dell'avanzamento dei relativi obiettivi intermedi e finali, nonché della trasmissione e validazione dei dati finanziari e di realizzazione fisica e procedurale dei singoli progetti. La Corte dei conti ha altresì segnalato che non sarebbero state ancora prodotte le rendicontazioni da parte delle regioni che hanno già percepito le rispettive anticipazioni mentre altre regioni non hanno ancora avanzato richiesta di anticipazione;

    il fallimento nell'attuazione del PNRR significherebbe far perdere al sistema Paese la possibilità del suo definitivo rilancio, lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può consentire all'Italia di affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale, nonché al sistema sovranazionale europeo di tradursi in una Europa più solidale, capace di allontanare lo spettro di tagli e politiche di austerità, suscettibili solo di rinnovare il senso di sfiducia verso l'Italia e verso l'Europa intera;

    nel disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, recante disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, è stato inserito – attraverso emendamento governativo presentato in Commissione referente alla Camera dei deputati – unitamente alla proroga del cosiddetto «scudo erariale», adottato nel corso dell'emergenza pandemica, l'esclusione del controllo concomitante della Corte dei conti sulla regolarità gestionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale complementare (Pnc);

    tale esclusione del controllo concomitante da parte della Corte dei conti pone in rischio la sana e corretta gestione nonché l'attuazione stessa dei predetti Piani, in particolare del Pnrr, in quanto viene eliminato il controllo in corso d'opera sulla gestione contabile e finanziaria, su eventuali irregolarità nonché sui tempi della realizzazione delle opere e dei progetti, per i quali la Corte dei conti è – era – chiamata anche ad individuare i ritardi o gli impedimenti e ad informare i Ministri competenti. Il predetto controllo della Corte dei conti è – era – da intendersi collaborativo, finalizzato alla prevenzione rispetto alla verifica di frodi, conflitti di interessi o irregolarità nella gestione delle risorse nonché alla segnalazione tempestiva di eventuali ritardi, impedimenti o problematiche in ordine all'attuazione dei progetti e delle opere, verso cui provvedere in tempi utili a scongiurarne gli effetti pregiudizievoli. Destano, peraltro, forti perplessità l'opportunità e la legittimità della misura limitativa dei controlli della Corte dei conti i quali, sulla base degli accordi in sede europea concernenti le risorse dello strumento finanziario Next Generation EU, garantiscono «il funzionamento di un sistema di controllo interno efficace ed efficiente, previsto anche a tutela degli interessi finanziari dell'Unione»;

    il comma 12-quinquies, dell'articolo 1, alla lettera a), del disegno di legge governativo proroga di un anno (dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024) la disposizione del decreto-legge n. 76 del 2020 sul cosiddetto «scudo erariale», che limita in via transitoria la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni cagionati dalle sole condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di garantire l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Ngeu, come previsto da PNRR e Pnc in tempi celeri e rispettosi del cronoprogramma, in particolare assicurando prioritariamente il raggiungimento di obiettivi trasversali, come la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi, nonché la relativa attuazione nell'ambito delle transizioni digitali e green e del riparto bilanciato delle risorse con la destinazione minima del 40 per cento delle stesse al Sud;

2) ad istituire, dopo aver assicurato una accurata operazione di trasparenza, un tavolo operativo con il coinvolgimento di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, al fine di tentare di superare le conclamate difficoltà operative nell'ambito attuativo del PNRR per scongiurare la possibilità di perdere, anche parzialmente, i fondi ottenuti nel 2020, essenziali per il nostro Paese per investimenti in sanità, nell'istruzione, nelle infrastrutture, verso una autentica transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale;

3) a dare celere e piena attuazione agli impegni previsti dal PNRR, anche attraverso un tempestivo e continuo rapporto di collaborazione costruttivo con le istituzioni europee, al fine di scongiurare il mancato pagamento della terza rata, nonché garantire il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi necessari all'ottenimento, senza ritardi, della quarta rata del PNRR;

4) a garantire, per quanto di competenza, il coinvolgimento pieno e tempestivo del Parlamento nel processo di definizione della eventuale proposta di modifica del PNRR, assicurando di informare e chiarire in modo puntuale alle competenti Commissioni parlamentari quali siano i cambiamenti richiesti nonché le conseguenti previsioni in termini di effetti degli investimenti e di crescita del sistema Paese, così come nella definizione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, al fine di assicurare la coerenza dello stesso rispetto alla evoluzione dell'economia verso un modello sostenibile;

5) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno, le schede descrittive di revisione del Pnrr e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza;

6) ad assicurare massima priorità, nell'attuazione degli investimenti e degli interventi previsti nel Pnrr relativamente al contenimento del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo, al contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, all'equità e progressività del sistema fiscale, alla parità generazionale e di genere, nonché alla funzionalità piena del Servizio sanitario nazionale, in particolare costituendo dei consessi che, per settori e ambiti di competenza, con il coinvolgimento dei competenti organi parlamentari, provvedano alla valutazione e al monitoraggio delle fasi di attuazione e soprattutto con riferimento alla definizione della prossima proposta di revisione del Pnrr;

7) a monitorare l'attuazione e le modalità di applicazione dell'articolo 47 del decreto-legge n. 77 del 2021, in particolare con riguardo alle misure e ai criteri applicativi forniti alle stazioni appaltanti e agli operatori economici dalle linee guida adottate, ai sensi del predetto articolo 47, comma 8, con il decreto interministeriale 7 dicembre 2021, recante «Adozione delle linee guida volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali, nonché l'inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei contratti pubblici finanziati con le risorse del Pnrr e del Pnc»;

8) in riferimento agli interventi in materia di edilizia giudiziaria, a procedere con maggiore speditezza, nel rispetto dei tempi previsti, alla costruzione di edifici, riqualificazione e potenziamento del patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia, anche in chiave ecologica e digitale, in attuazione dei progetti del Pnrr a ciò destinati;

9) a scongiurare la distrazione delle risorse del Pnrr a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia;

10) in linea con le recenti raccomandazioni Ue, a preservare la progressività del sistema impositivo e la centralità dello Stato quale garanzia dell'unità e del principio di solidarietà ai fini del raggiungimento della perequazione e del contrasto alle disuguaglianze sociali, ferma restando la necessità di avviare un percorso di graduale riduzione del carico fiscale, anche al fine di sostenere le famiglie, i lavoratori, i giovani, i risparmiatori e le imprese, a partire dalle fasce di contribuenti più fragili e dalle piccole e medie imprese;

11) a favorire lo sviluppo sostenibile introducendo maggiori e crescenti forme di detassazione dei redditi a favore di investimenti a tutela dell'ambiente, a sostegno delle energie rinnovabili, di impianti di autoconsumo e dei processi produttivi e dei prodotti a basso impatto ambientale, nonché dell'efficientamento energetico e della riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente, programmando la durata degli incentivi in funzione del pieno raggiungimento degli obiettivi europei di cui al piano «Fit for 55»;

12) ad assumere ogni iniziativa utile allo sblocco di crediti fiscali edilizi incagliati ai danni di cittadini, imprese e istituti di credito valutando, in considerazione del carattere emergenziale della carenza di liquidità creatasi, l'introduzione di misure straordinarie finalizzate al l'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o delle possibilità di compensazione;

13) al fine di rafforzare, entro il 2026, le condizioni per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, a realizzare tutti gli interventi del Piano entro il 2026, in particolare ad intraprendere ogni azione utile volta a rispettare gli obiettivi sul sistema di reclutamento dei docenti al fine di non compromettere l'assunzione, entro dicembre 2024, ovvero altro termine concordato con la Commissione europea, di circa 70 mila docenti, e ad intraprendere con urgenza azioni finalizzate ad assicurare il conseguimento dei target «Borse di studio per l'accesso all'università», al fine di scongiurare il rischio della totale perdita dei fondi previsti dal Pnrr, in quanto i ritardi nell'erogazione delle borse e il permanere in alcune regioni del fenomeno degli «idonei non beneficiari» e del conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi, vanificherebbe l'investimento considerato;

14) ad addivenire alla definitiva adozione dei decreti attuativi disciplinanti sulle comunità energetiche rinnovabili, anche al fine di fornire alle famiglie e alle imprese uno strumento fondamentale per contrastare il «caro-energia», l'emergenza climatica e la povertà energetica, nonché ad intervenire rapidamente per semplificare le procedure per l'assegnazione delle risorse per l'installazione delle infrastrutture di ricarica elettriche e ad accelerare l'emanazione dei decreti per la definizione dei criteri per lo «Sviluppo del sistema agri voltaico» al fine di non lasciare il comparto agricolo in attesa di una norma che consentirebbe nuove opportunità di sviluppo e di futuro, contribuendo, in maniera determinante, ad una transizione energetica effettiva e duratura del Paese;

15) ad adottare ogni utile iniziativa volta a garantire l'attuazione dei progetti volti a preservare e rafforzare la biodiversità, con particolare riferimento alla forestazione urbana ed extraurbana e aree urbane e alla riduzione del consumo di suolo;

16) a stimolare le attività relative allo sviluppo dell'idrogeno nel comparto trasporti, l'elettrificazione e la resilienza delle ferrovie del Sud da adottare entro il 30 giugno 2023, l'attività del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle istruttorie – proprie o delegate –, senza disperdere la capacità amministrativa in inutili e costose opere di dubbia fattibilità e pertanto a dar seguito al già programmato acquisto delle necessarie nuove navi per l'attraversamento dello Stretto di Messina;

17) a garantire la piena e tempestiva attuazione degli obiettivi previsti dal Pnrr con riguardo alla riforma delle politiche attive del lavoro e alla lotta al lavoro sommerso, in particolare assicurando l'operatività e l'implementazione delle attività previste nel Piano di potenziamento dei centri per l'impiego;

18) a garantire che l'Italia si sia dotata di uno strumento universalistico per l'inclusione e il contrasto delle forme estreme di esclusione sociale, attraverso il ripristino del sistema del reddito di cittadinanza così come vigente prima della legge di bilancio per il 2023, nonché ad assicurare uno strutturale rafforzamento del comparto degli ammortizzatori sociali, fondamentale nei prossimi anni, al fine di dotare anche il nostro Paese di un implicito strumento di politica anticiclica di natura non discrezionale, anche alla luce delle probabili modifiche delle regole di bilancio europee che dovrebbero prevedere, come indicatore unico di sorveglianza degli equilibri della finanza pubblica, un aggregato di spesa depurato, tra le altre cose, dalla componente ciclica dei sussidi;

19) a non vanificare la grande conquista di aver ottenuto le risorse utili per rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (Ssn) assicurando di evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target e per recuperare possibili ritardi accumulati e a vigilare, per quanto di competenza, affinché i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all'interno delle stesse;

20) a ripristinare e rafforzare, senza indugio e con provvedimenti normativi aventi carattere di urgenza, il controllo concomitante della Corte dei conti sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sul Piano nazionale complementare;

21) ad intervenire, senza indugio e con provvedimenti normativi aventi carattere di urgenza, per ripristinare il regime ordinario di responsabilità per danno erariale dal 1° luglio 2023.
(1-00146) (Nuova formulazione) «Francesco Silvestri, Torto, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Fenu, Orrico, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

studio d'impatto

istituzione dell'Unione europea

ufficio del lavoro