XIX LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI
N. 1928
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
PASTORELLA, BONETTI, D'ALESSIO, GRIPPO, ONORI, ROSATO,
RUFFINO, SOTTANELLI
Delega al Governo in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati
Presentata il 24 giugno 2024
Onorevoli Colleghi! – I centri di elaborazione dati, cosiddetti «data center», consistono in un'infrastruttura fisica capace di rendere possibile l'utilizzo di applicazioni e servizi digitali sia di tipo professionale, come sistemi gestionali, applicazioni di business analytics e intelligenza artificiale, sia di tipo personale da parte di qualsiasi utente in qualità di cittadino o di paziente ovvero di consumatore. Tali edifici, adibiti all'erogazione di risorse e servizi digitali, sono pertanto essenziali, a titolo esemplificativo, per l'accesso ai servizi comunali on line e al fascicolo sanitario elettronico, per l'utilizzo dei social network, delle piattaforme di commercio elettronico e dei siti internet.
L'infrastruttura data center può essere rappresentata secondo tre livelli di analisi funzionali all'erogazione dei citati servizi. In primo luogo, si fa riferimento alla infrastruttura fisica abilitante, ossia agli edifici che offrono lo spazio fisico e i sistemi base per il funzionamento di altre due componenti, come sistemi di condizionamento, energia elettrica e sistemi di sicurezza fisica e di monitoraggio. In secondo luogo, è rinvenibile l'infrastruttura informatica, ossia l'hardware preposto all'erogazione di servizi digitali, come server e sistemi per la virtualizzazione degli stessi, infrastrutture di rete, sistemi di archiviazione e recupero dei dati, sistemi software di gestione e monitoraggio, firewall e sistemi di sicurezza. In terzo luogo, rilevano i servizi a valore aggiunto, che rappresentano l'insieme di soluzioni che risiedono e vengono eseguite all'interno dell'infrastruttura informatica per l'erogazione dei servizi digitali stessi.
In un mondo sempre più interconnesso, la presenza del digitale è ormai altamente pervasiva nei modelli di business dell'impresa, nelle attività delle pubbliche amministrazioni e nella società. Ogni servizio digitale, dal più semplice al più complesso, è erogato da un data center che ne abilita il funzionamento e la fruizione da parte dell'utente. In questo contesto e nel tempo attuale, i data center diventano un'infrastruttura critica e strategica con una propria filiera costruttiva e operativa, al pari dell'infrastruttura di telecomunicazione, delle autostrade o della rete ferroviaria.
Il ruolo dei data center risulta, quindi, fondamentale per abilitare lo sviluppo delle filiere digitali italiane, valorizzandone il relativo impatto economico e occupazionale in Italia e rendendoci potenzialmente competitivi nell'esportazione verso altri Paesi e per abilitare percorsi di trasformazione digitale delle imprese e delle pubbliche amministrazioni e la fruizione di servizi performanti per gli utenti. Si rendono essenziali per mantenere il patrimonio informativo di organizzazioni, come gli istituti finanziari, le imprese di telecomunicazioni e i fornitori di energia, le pubbliche amministrazioni e le persone, tra cui i dati ad alta riservatezza, e per garantire competitività al nostro Paese nelle strategie infrastrutturali e digitali europee, sempre più attente alla sovranità dei dati e delle tecnologie di cloud computing.
Negli ultimi decenni, l'Italia ha recuperato un importante divario infrastrutturale che la differenziava rispetto ad altri Paesi europei giungendo oggi a sperimentare una fase di accelerazione senza precedenti. Secondo una ricerca condotta dall'Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano, che dal 2020 monitora l'andamento di tale filiera italiana, ventitré organizzazioni (di cui otto società estere nuove che hanno fatto il loro ingresso nel mercato italiano) hanno annunciato l'apertura di ottantatré nuove infrastrutture nel periodo 2023-2025, la cui messa in produzione potrà portare nel territorio, in potenziale, fino a 15 miliardi di euro di investimento complessivo.
La dinamica di crescita prevista è esponenziale e l'attrattività del nostro Paese è elevata per gli investitori a causa di diversi fattori che lo caratterizzano come il suo ruolo centrale nell'area mediterranea, quale territorio di raccordo tra l'Europa settentrionale, il continente africano e l'area mediorientale, come confermato dai corposi investimenti di opere strategiche per la posa di cavi sottomarini e per la costruzione di snodi di connettività volti alla messa in comunicazione dei diversi continenti. Inoltre, la densità del tessuto economico-industriale del Paese e della popolazione rende il territorio italiano ricco di opportunità per gli attori del mercato digitale.
In aggiunta, è presente uno sviluppo dell'ecosistema europeo del cloud computing in una logica sempre più decentralizzata e il rallentamento dei mercati FLAPD (Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino): questi mercati, che storicamente costituiscono un centro di gravità per l'infrastruttura digitale del continente, dopo anni di sviluppo incessante stanno vivendo un rallentamento dovuto parzialmente alla saturazione delle aree, alle resistenze interne ma anche al progressivo decentramento dell'ecosistema europeo del cloud computing. Diversi fattori stanno portando allo sviluppo di nuovi mercati emergenti, tra cui l'Italia, la Spagna, la Svizzera e la Polonia: la crescente richiesta di capacità computazionale, la riduzione della latenza nella trasmissione delle informazioni e l'attenzione al mantenimento dei dati, in particolare quelli sensibili, all'interno dei confini nazionali per obiettivi normativi e strategici. Nel contesto italiano, ciò si declina ad esempio con la razionalizzazione delle infrastrutture della pubblica amministrazione e con la creazione di un polo strategico nazionale per la gestione dei dati e delle applicazioni critiche.
Non si tratta però solo di opportunità economiche, occupazionali e strategiche dirette derivanti dallo sviluppo di questa filiera in Italia. Queste infrastrutture generano infatti indotti significativi nei mercati. A tale riguardo è possibile citare il mercato italiano del cloud computing pubblico e privato basato su queste infrastrutture, che ha raggiunto un valore di 4,8 miliardi nel 2023, finora spesso valorizzati all'estero in ecosistemi più sviluppati dato il citato divario infrastrutturale del nostro Paese; il mercato italiano dell'intelligenza artificiale ha avuto invece un valore di 760 milioni di euro nel 2023 (con un incremento del 52 per cento rispetto al 2022 e addirittura del 262 per cento negli ultimi cinque anni), con un impatto concreto nella nascita e nella tipologia di nuove infrastrutture data center nei prossimi anni. Secondo gli studi condotti da alcuni Osservatori del Politecnico di Milano nei due anni precedenti, anche i mercati della colocation, della cybersecurity, della big data analytics, dell'internet of things e degli acquisti e-commerce business to consumer hanno avuto una notevole crescita di anno in anno.
Inoltre, passando dalla prospettiva nazionale a quella locale, si rileva che i data center hanno un rilevante impatto sullo sviluppo del territorio. I miliardi investiti dagli attori del mercato nei cantieri per l'apertura di nuove infrastrutture sono un vero e proprio motore di sviluppo per la filiera delle imprese locali, con centinaia di addetti coinvolti. I benefìci percepiti a livello locale sono costituiti dalla riqualificazione di aree di decine di migliaia di metri quadri (spesso in disuso); dalla ricezione, grazie agli introiti, di fondi per centinaia di migliaia di euro da destinare al bilancio pubblico per la realizzazione di opere pubbliche a favore dei cittadini o l'erogazione di servizi in favore della comunità; dal riutilizzo del calore di scarto del data center per possibili applicazioni di teleriscaldamento e dalla creazione di posti di lavoro ad alta specializzazione, non solo per la loro operatività, ma anche per la loro progettazione e realizzazione.
L'attrattività del nostro Paese è ai massimi storici e le opportunità dirette e indotte derivanti dallo sviluppo di queste infrastrutture sono estremamente rilevanti. Questo momento senza precedenti si scontra, tuttavia, con la mancanza di alcune condizioni di sistema legate prevalentemente all'inquadramento normativo del settore che rischiano di compromettere lo scenario prospettico descritto. La mancanza di un inquadramento dell'infrastruttura data center e di una procedura autorizzativa chiara ha generato alcune difficoltà nell'interazione tra le imprese del settore e gli enti territoriali e nazionali, determinando rallentamenti significativi nella costruzione e nella messa in opera dei progetti.
Ad oggi, non esiste una procedura regolamentare e autorizzativa specifica, tenuto conto che il data center è disciplinato come una tipologia specifica di infrastruttura, al pari di quelle industriali. Spesso si genera infatti scarsa conoscenza e comprensione del tema da parte degli enti locali e territoriali, che ricoprono però un ruolo chiave nell'iter di realizzazione di un data center.
La presente proposta di legge è volta a colmare il vuoto normativo concernente tali infrastrutture critiche per il Paese. L'individuazione di procedure trasparenti ed efficienti per l'apertura di nuovi asset in Italia risulterà cruciale nei prossimi anni per attrarre sempre maggiori investimenti. È necessario quanto prima non solo provvedere all'inquadramento normativo dei data center che, come sopra ricordato, non risultano ancora riconosciuti a livello normativo essendo identificati come un generico edificio industriale, ma anche definire le procedure di autorizzazione per la costruzione di nuove infrastrutture.
La presente proposta di legge consta di un articolo unico. In particolare, il comma 1 reca una disposizione di delega al Governo, da esercitare entro il termine di sei mesi, in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati, di cui si fornisce una definizione; il comma 2 reca i princìpi e criteri direttivi della delega; i commi 3 e 4 prevede la procedura per l'esercizio della delega.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Il Governo è delegato a emanare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni per l'organizzazione, il potenziamento e lo sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati, intesi come insieme di risorse umane, fisiche, architetturali, elettroniche e tecnologiche necessarie per il funzionamento dei sistemi informativi, ossia i dispositivi elettronici, gli strumenti di elaborazione e di connettività nonché gli archivi digitali finalizzati al funzionamento dell'intera architettura informatica.
2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi, anche tenuto conto dei princìpi di cui all'articolo 33-septies, comma 1, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221:
a) prevedere una disciplina di carattere generale dei centri di elaborazione dati, nel rispetto dei princìpi costituzionali, dell'ordinamento dell'Unione europea e del diritto internazionale, definendo, in tale ambito, procedure autorizzative semplificate per la costruzione di nuove infrastrutture e un relativo codice ATECO;
b) assicurare il potenziamento della rete elettrica nazionale per garantire la concreta attuazione dello sviluppo infrastrutturale;
c) promuovere lo sviluppo tecnologico e sostenere l'economia digitale, incentivando gli investimenti pubblici e privati nell'innovazione tecnologica per il settore dei centri di elaborazione dati, come definiti dal comma 1;
d) favorire il riconoscimento e la crescita del settore di cui alla lettera c), ottimizzando l'utilizzo delle risorse e riducendo l'impatto ambientale, nel rispetto dei princìpi di semplificazione burocratica e delle disposizioni in materia di sicurezza informatica e protezione dei dati;
e) definire i parametri e i livelli di sicurezza, resilienza, ripristino ed efficienza energetica dei centri di elaborazione dati, nel rispetto degli standard e delle disposizioni internazionali in materia;
f) facilitare la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni e delle imprese e l'offerta di servizi performanti ai cittadini attraverso lo sviluppo di competenze progettuali, di costruzione e di mantenimento delle infrastrutture ad alta tecnologia;
g) adottare iniziative per garantire la competitività dell'Italia nelle strategie infrastrutturali e digitali europee e la sovranità tecnologica per le infrastrutture dei centri di elaborazione dati;
h) promuovere la formazione e lo sviluppo di competenze specifiche nel settore dei centri di elaborazione dati, anche prevedendo l'istituzione di programmi educativi specifici in collaborazione con enti di alta formazione.
3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.
4. Gli schemi dei decreti legislativi di cui al comma 1, corredati di relazione tecnica, sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di trenta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale i decreti legislativi possono essere comunque adottati.