Allegato B
Seduta n. 554 del 29/11/2011


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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il sistema di bollinatura dei farmaci è stato avviato nel 1988 al fine di stroncare le truffe verso il Servizio sanitario nazionale; sulla base degli ottimi risultati riscontrati nella lotta alle truffe, con decreto 2 agosto 2001, il bollino farmaceutico viene arricchito di un codice numerico per la tracciabilità integrale di sicurezza di tutti i farmaci indipendentemente dal fatto che gli stessi siano destinati al Servizio sanitario nazionale. Il decreto stabilisce, tramite specifiche rigidissime riportate nell'allegato tecnico, tutte le caratteristiche che deve avere il bollino sia come layout che come tecniche di stampa e di lettura dei dati in chiaro e codificati;
nel decreto 4 agosto 2003 del Ministro dell'economia e delle finanze nell'ambito del quale si aggiornano le procedure


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di produzione dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato (IPZS), il bollino farmaceutico è equiparato alle carte valori al pari dei francobolli o dei valori bollati;
a decorrere dal 2004 il bollino, fino a quel momento stampato da industrie cartotecniche fiduciarie delle farmaceutiche operanti sotto il controllo del Ministero della salute, viene stampato anche dall'officina carte valori del Poligrafico;
il 23 novembre 2009 il Ministero della salute, dopo un accordo con l'Istituto, emana una circolare (direzione generale del sistema informativo n. 0004313-P-23/11/2009) a tutte le categorie interessate alla distribuzione dei farmaci, con la quale si rende noto che l'IPZS ha avviato la sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche per la stampa dei bollini precisando che le nuove tecnologie di stampa utilizzate lasceranno invariate le caratteristiche tecniche previste dal decreto 2 agosto 2001, mentre vi potrebbero essere talune differenze cromatiche;
nel 2011 entrano in commercio prodotti farmaceutici con i nuovi bollini; da un'analisi comparativa con le prescrizioni dettate dal decreto 2 agosto 2001 si constata che nei nuovi bollini i dati relativi al codice prodotto e al codice progressivo sono fuori specifica, come pure è diversa la grafica del numero in chiaro sul secondo strato del bollino;
in sostanza le diversità sono tali da poter indurre il consumatore a ritenere che il bollino non sia autentico; analoghe perplessità possono essere sollevate da grossisti e distributori al dettaglio ove si consideri che la citata circolare 23 novembre 2009, assicurava la piena identità dei layout;
grazie alle caratteristiche dei bollini ed alla loro irriproducibilità, che facilitano i controlli posti in essere dall'Agenzia del farmaco e dal Ministero della salute, l'Italia si trova nell'invidiabile situazione di essere all'avanguardia mondiale nella lotta alla falsificazione dei prodotti farmaceutici. Il sistema in sostanza, consentendo la tracciatura e la garanzia di autenticità di ogni confezione, è a garanzia della fede pubblica;
il risultato è che, a fronte di preoccupanti statistiche sul commercio mondiale di farmaci falsificati (sino al 70 per cento delle concezioni circolanti nei Paesi dell'Est, nel Sud est asiatico o in Africa, oltre il 30 per cento delle confezioni circolanti negli Stati uniti, tra il 10 ed il 20 per cento nei Paesi comunitari), l'Italia ne è praticamente priva, salvo gli acquisti che improvvidamente i consumatori effettuano senza garanzie su internet;
a riprova del grado di consapevolezza delle istituzione dell'Unione europea in merito all'ingresso di farmaci falsificati sul mercato comunitario, il 21 luglio è entrata in vigore la direttiva dell'8 giugno 2011, n. 2011/62/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, che modifica la direttiva 2001/83/CE, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano; la nuova direttiva ha il compito espresso di impedire l'ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale; nelle premesse si avverte che «... Nell'Unione aumentano in misura allarmante i ritrovamenti di medicinali falsificati sotto i profili dell'identità, della storia o dell'origine (...). L'esperienza acquisita dimostra che tali medicinali falsificati arrivano ai pazienti non solo attraverso canali illegali, ma anche attraverso la catena di fornitura legale (...). (I medicinali in commercio dovrebbero avere) caratteristiche di sicurezza dovrebbero consentire la verifica di ogni confezione di medicinali fornita (...) -:
se non si ritenga che la fornitura dei bollini di cui al decreto del Ministro della sanità 2 agosto 2001, con caratteristiche non corrispondenti al relativo disciplinare tecnico, costituisca una violazione delle norme sulle caratteristiche tecniche della carte valori, oltre che della fede pubblica, e se non si ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza per la sospensione della fornitura dei suddetti bollini.
(2-01276) «Marmo».


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Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
i recenti articoli di stampa su affari e tangenti relativamente a società in rapporti con aziende del Gruppo Finmeccanica, apparsi sulla maggior parte dei giornali italiani e sui giornali stranieri gettano un forte discredito sulle aziende di Stato italiane;
si legge un intreccio di affari e di costituzione di forti consistenti somme di denaro su società che vedono coinvolti il capo delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni e le sue figlie;
inoltre è un intreccio di rapporti familiari: tra il presidente Guarguaglini, la moglie Marina Grossi, amministratore delegato della controllata Selex, un genero di Guarguaglini anche lui coinvolto in situazioni dubbie;
per di più i soldi costituiti all'estero, qui c'è anche la beffa, sono stati scudati;
il signor Borgogni ha annunciato una autosospensione -:
se e quali attività il Borgogni continui a svolgere in Finmeccanica;
se i soldi costituiti all'estero oggetto di deposizione al magistrato di cui si ha notizia il 20 novembre 2011 siano gli unici o se vi siano notizie di altre fonti in vari Paesi del mondo;
se il Governo non intenda verificare le dichiarazioni di acquisizione di commesse per sapere effettivamente quali commesse poi siano state assunte;
se risulti che l'andamento di borsa sia andato di pari passo con l'annuncio delle commesse assunte;
se il Ministro abbia mai ricevuto atti formali e comunicazioni da parte della Consob e dell'Isvap;
cosa intenda il Governo fare per un gruppo che vedeva un'azione di Finmeccanica valere l'equivalente di 12 euro, con una capitalizzazione circa di 12 miliardi di euro ridotta proprio in questi giorni di notizie giornalistiche, a circa 3 miliardi di euro;
se si intenda riportare i soldi costituiti all'estero nella disponibilità di Finmeccanica e valutare quanti di questi milioni costituiti all'estero potevano essere calcolati nei dividendi e quindi per la quota parte essere distribuiti all'azionista pubblico, cioè il Ministero dell'economia e delle finanze, cioè lo Stato Italiano venendo a mancare in questa maniera un'entrata per le casse dello Stato, con danno per le stesse;
se alcune società del cosiddetto «civile» di Finmeccanica siano state vendute per avere plusvalenze attive per ristabilire equilibri di bilancio e se queste scelte non possano comportare grossi rischi nei prossimi tempi per i livelli occupazionali;
se con simili disastrosi risultati e in presenza di inchieste e di verbali della magistratura che riportano interrogazioni di esponenti dei vertici di Finmeccanica, il Governo non intenda assumere iniziative precauzionali nei confronti degli amministratori e dei dirigenti del gruppo agli effetti di compensare eventuali danni che potrebbero essere accertati.
(2-01278) «Razzi».

Interrogazioni a risposta immediata:

DI PIETRO, BORGHESI e DONADI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 19 novembre 2011, la procura della Repubblica di Roma ha disposto tre mandati di arresto nell'ambito di un'inchiesta concernente l'assegnazione a Selex sistemi integrati (ovvero la società di Finmeccanica che progetta, realizza e commercializza grandi sistemi per l'homeland protection) di appalti da parte di Enav s.p.a. (Ente nazionale di assistenza al volo);
secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, tale inchiesta ha coinvolto


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direttamente uno dei principali esponenti dell'Enav s.p.a.: l'amministratore delegato Guido Pugliesi. Nei suoi confronti, infatti, il giudice per le indagini preliminari, Anna Maria Fattori, su richiesta del pubblico ministero, Paolo Ielo, ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari in quanto accusato di illecito finanziamento ai partiti. Le misure cautelari della custodia in carcere per frode fiscale sono state, invece, disposte nei confronti di Manlio Fiore, direttore commerciale di Selex, e di Marco Iannilli, commercialista di Selex e uomo di fiducia dell'ex «consulente globale» di Finmeccanica Lorenzo Cola, già coinvolto nell'ambito dell'indagine giudiziaria sui fondi neri Finmeccanica-Selex avviata nel 2010 dalla magistratura;
nell'ambito degli accertamenti condotti dal pubblico ministero, Paolo Ielo, compaiono, inoltre, come indagati per finanziamento illecito ai partiti anche il segretario amministrativo dell'UdC Giuseppe Naro e Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica. Per quest'ultimo, il pubblico ministero aveva chiesto la custodia in carcere, ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto che non sussistano gli estremi per la misura restrittiva. Sono stati, infine, perquisiti quattro dirigenti di Enav: tutti indagati, secondo quanto risulta agli interroganti, alcuni per corruzione;
in questo momento la procura della Repubblica sta valutando l'opportunità di impugnare al tribunale del riesame il rigetto da parte del giudice per le indagini preliminari della richiesta di arresto di Lorenzo Borgogni. L'episodio contestato a Borgogni, iscritto per illecito finanziamento ai partiti, è legato alla vendita alla società Eurotec dell'imbarcazione del deputato Marco Milanese, la «Mochi Craff», ad un prezzo pari a 1,9 milioni di euro maggiorato rispetto al suo valore di mercato, ovvero 1,4 milioni. Tale surplus, secondo quanto emerge dalla stampa nazionale, avrebbe costituito la contropartita richiesta da Marco Milanese in cambio della nomina, decisa dal consiglio di amministrazione di Enav, dell'ex consigliere di amministrazione dell'ente, Fabrizio Testa, a presidente di Technosky, società controllata da Enav;
per il pubblico ministero tale surplus costituirebbe una forma illecita di finanziamento di un singolo parlamentare. Il giudice per le indagini preliminari, nel respingere la richiesta di arresto di Lorenzo Borgogni, al quale è attribuita una partecipazione sotto forma di concorso, ha affermato che non sussistono elementi sufficienti per giustificare l'emissione di una misura restrittiva. Nel frattempo, secondo quanto si evince da un comunicato di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni ha annunciato la propria decisione di autosospendersi dall'incarico di responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica;
l'episodio che ha portato agli arresti domiciliari Guido Pugliesi è lo stesso in cui appare coinvolto Giuseppe Naro: ovvero il versamento di una presunta tangente da duecentomila euro versata al tesoriere dell'UdC da Tommaso Di Lernia, responsabile della Print sistem, società legata ai subappalti della Selex;
ad accompagnare Tommaso Di Lernia presso gli uffici di Giuseppe Naro in via Due Macelli, nel mese di febbraio 2011, sarebbe stato proprio Guido Pugliesi e per la procura della Repubblica di Roma a confermarlo, secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, sarebbero anche il telefono cellulare di Di Lernia, risultato agganciato alla cella della zona in cui lavora Naro, ed il passaggio della sua auto nella zona a traffico limitato. Di Lernia, inoltre, che con le sue rivelazioni avrebbe consentito di aprire uno squarcio nel meccanismo del funzionamento degli appalti dell'Enav, avrebbe riconosciuto Naro, tramite «ricognizione fotografica», durante un interrogatorio;
altre personalità di spicco risultano essere finite nel mirino degli accertamenti condotti dalla magistratura o in filoni di inchiesta collegati tra loro, come, in particolare, il presidente di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini, già indagato


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prima dell'estate 2011, per frode fiscale e false fatturazioni, così come la moglie Marina Grossi, amministratore delegato di Selex, indagata per corruzione e false fatturazioni;
quanto descritto dalla presente interrogazione appare di eccezionale gravità se solo si considera che Finmeccanica, attualmente, secondo i dati Consob aggiornati al 3 marzo 2011, appare partecipata per il 32,45 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, dalla Tradewinds global investors llc per il 5,382 per cento, dalla BlackRock per il 2,24 per cento e, infine, dalla Libyan investment authority (Libia) per il 2,01 per cento;
il Ministero dell'economia e delle finanze rappresenta, quindi, l'azionista di riferimento di Finmeccanica e, stando a quanto sta emergendo, sarebbe opportuno, oltre che doveroso, sgombrare il campo da ogni dubbio circa possibili e inquietanti intrecci di affari ed interessi pubblici e privati che coinvolgono direttamente il primo gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia e tra i primi dieci player mondiali nell'aerospazio, difesa e sicurezza: gruppo industriale che, per quanto risulta agli interroganti, soffrirebbe un'esposizione debitoria di oltre un miliardo di euro ed il cui titolo in borsa, dall'inizio del 2011, ha perso circa il 46 per cento del proprio valore -:
se, alla luce di quanto descritto dalla presente interrogazione e dalle risultanze emerse dalle indagini condotte dalla magistratura, che stanno coinvolgendo imprese italiane di primaria e strategica importanza come Selex, Enav e Finmeccanica, il Governo non intenda assumere iniziative dirette alla revoca urgente degli incarichi attualmente conferiti a Pierfrancesco Guarguaglini in Finmeccanica e alla moglie Mariana Grossi in Selex.
(3-01950)

REGUZZONI, LUSSANA, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BOSSI, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano Libero di domenica 23 ottobre 2011 è stato pubblicato un articolo, a firma De Stefano, dal titolo «I siciliani vanno ancora in baby pensione»;
secondo l'articolo di giornale, una legge regionale varata nel 2004, di recepimento della normativa nazionale in materia di handicap (la legge n. 104 del 1992), prevede che i dipendenti della regione possano essere collocati a riposo, con 20 anni di contributi per le donne o 25 anni per gli uomini, se dimostrano di avere un parente da accudire;
sempre secondo l'articolo di stampa, dal 2004 al 2007 hanno beneficiato di tale norma circa un centinaio di siciliani all'anno, mentre nel biennio 2008-2010 ne hanno goduto 680 dipendenti regionali, vale a dire 1.080 dipendenti baby pensionati, per una spesa circa di 20 milioni di euro l'anno;
peraltro, l'articolo riporta nomi e ruoli dei dipendenti collocati a riposo e comunque sempre in carico alla regione come consulenti, capi delle strutture tecniche o assessori;
le baby-pensioni sono un'eredità degli anni '70, il cui onere per lo Stato si aggira


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intorno ai 9 miliardi e mezzo l'anno e sulle quali il legislatore intervenne già negli anni '90 per contenere la spesa pensionistica;
è, a parere degli interroganti, alquanto scandaloso che ben 14 anni dopo, nel 2004, periodo in cui sono già avviati gli interventi per l'innalzamento dell'età pensionabile, la regione Sicilia promulghi una legge a beneficio dei suoi dipendenti ed in controtendenza non solo con l'Italia stessa, ma anche con l'Europa;
situazioni come quella descritta, a giudizio degli interroganti, rischiano di incidere negativamente, nel medio e lungo periodo, sul patto di stabilità e sul complessivo processo di razionalizzazione della spesa pubblica;
il Presidente del Consiglio dei ministri, nelle dichiarazioni programmatiche rese alle Camere, ha affermato che il sistema pensionistico italiano «rimane caratterizzato da ampie disparità di trattamento tra diverse generazioni e categorie di lavoratori, nonché da aree ingiustificate di privilegio»; nelle stesse dichiarazioni programmatiche si legge che «i problemi del Mezzogiorno vanno affrontati non nella logica del chiedere di più, ma di una razionale modulazione delle risorse» e che «il riequilibrio di bilancio, le riforme strutturali e la coesione territoriale richiedono piena e leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Occorre riconoscere il valore costituzionale delle autonomie speciali nel duplice binario di responsabilità e reciprocità» -:
di quali elementi disponga in relazione a quanto esposto in premessa e se non ritenga necessario ed urgente, anche alla luce degli interventi prospettati dal Governo, adottare ogni iniziativa di competenza, anche in sede di Conferenza Stato-regioni, al fine di salvaguardare la tenuta dei vincoli derivanti dal patto di stabilità, con particolare riferimento alla normativa in materia di requisiti anagrafici e contributivi per l'accesso al pensionamento.
(3-01951)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

BARBATO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Roma, che sembra illuminare uno scenario di torbidi rapporti tra ENAV e Finmeccanica, il titolo di Finmeccanica ha subito una serie di tracolli in Borsa;
i conti di Finmeccanica già registravano una situazione di marcata criticità, con una perdita netta di 767 milioni di euro, e il piano industriale presentato dal management prima della scorsa estate non ha convinto la borsa, tant'è vero che gli investitori hanno continuato a penalizzare il titolo, il quale, nel corso del mese di novembre 2011, ha subito un vero e proprio crollo, con perdite che nello stesso mese hanno toccato punte del -20,33 per cento e che sono addirittura giunte fino a un -50 per cento;
dall'ordinanza del GIP di Roma riportata sul quotidiano Libero del 20 novembre 2001 emerge come l'ENAV sarebbe al centro di un sistema «inteso come meccanismo di attribuzione di commesse che, attraverso illeciti rapporti personali con sviamento di poteri pubblici e privati, garantiva, con fatture gonfiate, illecite contribuzioni di denaro a singoli e a Partiti»; sempre secondo il quotidiano Libero della stessa data «Spuntano 200.000 euro in nero per l'UDC - arrestato Pugliesi, capo di ENAV: avrebbe versato una tangente al tesoriere del Partito di Casini»;
ulteriori allarmanti articoli in materia sono stati pubblicati sul quotidiano Il Giornale del 21 novembre 2011: «ENAV, fondi neri con lavori mai fatti - Così la mazzetta fa scalo in Qatar»; «Palazzo in subbuglio per lo scandalo. La bufera dell'inchiesta romana sugli appalti ENAV


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sconvolge il mondo politico e dal Palazzo arrivano le preoccupate reazioni di ex ministri e parlamentari»;
secondo un articolo di Sergio Rizzo pubblicato sul Corriere della Sera del 21 novembre 2011 il piano industriale presentato per Alenia (altra società del gruppo Finmeccanica) ha «a che vedere più con la politica che con l'industria. La società, che incorpora 465 milioni di capitale sociale, cambia nome: assume infatti quello della società incorporata, 11 milioni di capitale. Per giunta, cambia pure sede legale, trasferendosi in quella della società incorporata, Venegono Superiore (Varese) appunto da Pomigliano d'Arco (Napoli) (...) in qualunque altro Paese del mondo risulterebbe a dir poco sorprendente. Ma non nella nostra meravigliosa Italia, dove tutto è possibile»;
questi gravi e diffusi fenomeni di cattiva gestione del gruppo Finmeccanica, che stanno determinando la fuga di investitori dal titolo, nonché una forte riduzione degli ordini (-21 per cento pari a 10,6 miliardi di euro), indusse l'interrogante a chiedere al neo Presidente del Consiglio Monti (come riportato su articoli de La Città e de Il Giornale del 20 novembre 2011) di azzerare tutti i vertici delle società a partecipazione pubblica riconducibili a Finmeccanica: Alenia, Finmeccanica, ENAV, affermando che tali società, «invece di garantire i lavoratori, assicuravano le cricche nel disprezzo della legge, bypassando le gare pubbliche, favorendo le imprese amiche e riempiendo le tasche di soldi a consulenti come il latitante Lavitola»;
tali opache vicende fanno emergere con particolare forza l'esigenza di ricondurre alla piena trasparenza e legalità la gestione delle società a partecipazione pubblica, in particolare al fine di tutelare gli azionisti ed i risparmiatori, che hanno già sofferto un significativo nocumento dal crollo dei corsi azionari di Finmeccanica, nonché per evitare che questi fatti possano ingenerare ulteriore discredito presso l'opinione pubblica nei confronti della classe politica -:
di quali informazioni disponga anche attraverso la CONSOB, in merito ai riflessi sugli andamenti di borsa delle vicende sopra sintetizzate, e quali iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di evitare che opacità, o vere e proprie irregolarità, nella gestione delle predette società a partecipazione pubblica possano condizionare in negativo i corsi dei rispettivi titoli, determinando gravi danni per i piccoli azionisti ed i risparmiatori, i quali sono stati fortemente colpiti dalla gravissima crisi economico-finanziaria in atto, oltre a costituire un ulteriore elemento di turbolenza in un mercato finanziario già particolarmente volatile.
(5-05762)

LO MONTE, ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, prevede che, sui finanziamenti a medio-lungo termine erogati dalle banche e dagli istituti di credito alle imprese, venga applicata un'imposta sostitutiva, di norma dello 0,25 per cento dell'ammontare complessivo del finanziamento erogato, in luogo delle imposte di registro, di bollo, ipotecarie e catastali e delle tasse di concessione governativa;
nel persistere della difficile situazione economica congiunturale capita spesso che le banche concedano finanziamenti a società holding per la riqualificazione di precedenti indebitamenti, propri o di società controllate, trattandosi sostanzialmente di mutui di scopo per l'estinzione di affidamenti accordati in precedenza dalle banche;
ultimamente la tendenza di alcuni uffici territoriali dell'Agenzia delle entrate è quella di negare l'applicazione dell'imposta sostitutiva per tali tipologie di finanziamento, applicando un'interpretazione giurisprudenziale in virtù della quale l'agevolazione tributaria spetta solo nel caso in cui il finanziamento è volto ad effettuare investimenti produttivi;


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in occasione dell'interrogazione a risposta immediata in Commissione VI svolta il 6 luglio 2011, si riferiva che sulla problematica era in programma l'emanazione di un documento di prassi, da concordare con le agenzie territoriali competenti, che chiarisse la disciplina fiscale applicabile ai predetti finanziamenti;
il 18 novembre 2011 la Commissione tributaria di 1o grado di Bolzano, nell'accogliere il ricorso per un caso analogo a quello illustrato nell'interrogazione, presentato da una società holding contro un avviso di liquidazione per imposta di registro emesso dall'Agenzia delle entrate - ufficio territoriale di Bolzano - ha emesso la sentenza n. 93/01/2011, con la quale ha disposto il rimborso dell'imposta di registro pagata in eccedenza per i mutui di scopo;
è sempre più urgente un chiarimento dell'amministrazione finanziaria in materia, per garantire un'applicazione omogenea delle disposizioni normative e per scongiurare l'insorgere di un ampio contenzioso, soprattutto dopo l'ultimo pronunciamento sopra citato -:
se, alla luce della recentissima giurisprudenza della commissione tributaria di Bolzano, intenda procedere tempestivamente al fine di chiarire che anche per i cosiddetti mutui di scopo, ovvero i finanziamenti a medio-lungo termine concessi alle società holding per la riqualificazione di precedenti indebitamenti, sia applicabile l'imposta sostitutiva dello 0,25 per cento, come previsto dall'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601.
(5-05763)

FLUVI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 56 del decreto legislativo n. 446 del 1997 ha autorizzato le province a istituire l'imposta provinciale sulle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli richieste al pubblico registro automobilistico (IPT) avente competenza nel proprio territorio;
ai sensi del comma 2 del citato articolo 56, l'imposta è applicata sulla base della tariffa determinata da un decreto ministeriale, le cui misure possono essere aumentate dalle province, anche con successiva deliberazione, fino ad un massimo del trenta per cento, ed è dovuta per ciascun veicolo al momento della richiesta di formalità;
con successivo decreto ministeriale 27 novembre 1998, n. 435 è stato emanato il regolamento che ha determinato le misure dell'imposta provinciale di trascrizione secondo la tabella allegata al suddetto decreto ministeriale, la quale prevede: per gli atti soggetti a IVA, che l'IPT sia dovuta in misura fissa per l'importo di euro 150,81, mentre, per gli altri atti, essa è modulata sulla base delle caratteristiche e alla potenza del veicolo;
i periodi dal terzo al quinto dell'articolo 1, comma 12, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 148 del 14 settembre 2011, recano modifiche all'imposta provinciale di trascrizione, anticipando alla data di entrata in vigore della legge di conversione del citato decreto-legge (19 settembre 2011), gli effetti dell'articolo 17, comma 6, del decreto legislativo n. 68 del 2011 (in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di costi e fabbisogni standard nel settore sanitario);
per effetto di questa disposizione, viene prevista l'uniformità di tassazione dell'imposta per gli atti soggetti o non soggetti ad IVA, con applicazione generalizzata delle tariffe riguardanti questi ultimi atti;
tale modifica comporterà, per gli atti soggetti ad IVA, il passaggio dal pagamento di una tariffa in somma fissa (150,81 euro)


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a quello di una tariffa modulata sulla base delle caratteristiche di potenza e portata dei veicoli soggetti ad immatricolazione, con conseguente incremento di gettito a livello provinciale;
a decorrere dal 19 settembre 2011, la tariffa fissa per gli atti soggetti a IVA rimane applicabile solo alle formalità di competenza delle Province delle regioni a statuto speciale (Friuli-Venezia-Giulia, Sicilia e Sardegna) e di quelle delle province autonome (Trento, Bolzano), mentre per tutte le altre Province l'imposta è calcolata in proporzione alla potenza del veicolo oggetto della formalità;
la nuova disposizione comporta un consistente inasprimento della tassazione delle auto nuove e usate con rincari medi superiori tra l'ottanta e il cento per cento del prezzo, penalizzando ulteriormente il mercato automobilistico già in gravissima difficoltà;
la citata modifica, in quanto applicabile solo alle formalità di competenza delle province delle regioni a statuto ordinario, ha determinato una grave discriminazione nei confronti degli operatori ivi residenti;
al fine di evitare la maggiorazione d'imposta, molte aziende del settore stanno trasferendo la sede legale (e quindi le immatricolazioni) nelle province delle regioni a statuto speciale, esentate dall'aumento, con la conseguenza che le province delle regioni a statuto ordinario stanno registrando ingenti perdite in termini di entrate fiscali ed, inevitabilmente, dovranno recuperate tale gettito prevedendo altre entrate erariali -:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro al fine di rimuovere questa grave distorsione dovuta alla concorrenza fiscale tra le province di regioni a statuto ordinario e quelle di regioni a statuto speciale e promuovere un coordinamento nei processi di federalismo.
(5-05764)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il territorio del comune di Savigliano, in provincia di Cuneo, è stato interessato da numerosi eventi alluvionali gravi causati dall'esondazione dei torrenti Mellea e Maira;
da uno studio condotto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare risulterebbe che il 9,8 per cento della superficie nazionale, pari all'81,9 per cento dei comuni italiani è ad alto rischio idrogeologico;
in particolare, per la messa in sicurezza del torrente Mellea è stato già da tempo approvato il progetto relativo alla realizzazione delle sponde artificiali, indispensabili per contrastare gli effetti negativi di un eventuale evento calamitoso, per il quale, però, la regione Piemonte sta ancora aspettando il trasferimento dei fondi FAS ad essa spettanti;
con la legge finanziaria per il 2010 sono stati destinati 900 milioni di euro ai piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico;
con il decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10 sono state ridotte di 100 milioni di euro le risorse disponibili al finanziamento degli interventi di risanamento ambientale e di messa in sicurezza delle aree ad alto rischio idrogeologico;
tale norma prevede che le risorse disponibili possano essere utilizzate anche tramite un accordo di programma sottoscritto dalla regione interessata e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel quale venga definita la quota di cofinanziamento regionale;
tale strumento, convogliando in un unico piano coordinato sia le risorse statali che quelle regionali, avrebbe dovuto evitare la duplicazione degli interventi e la frammentazione della spesa, nonché agevolare


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una più rapida attuazione degli interventi e un monitoraggio più incisivo;
ad oggi, però, risulterebbe che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non abbia ancora ottenuto il trasferimento integrale della sopracitata cifra, pregiudicando degli accordi di programma;
secondo quanto affermato dal sottosegretario all'ambiente e alla tutela del territorio e del mare, onorevole Belcastro, in una precedente interrogazione, il decreto di messa a disposizione delle risorse a favore della regione Piemonte risulterebbe ancora al vaglio dell'ufficio centrale di bilancio;
nella medesima circostanza, il Sottosegretario non ha altresì fornito alcuna indicazione sui tempi necessari all'effettivo trasferimento dei fondi alla regione;
con l'approssimarsi della stagione invernale e quindi del rischio di nuovi eventi alluvionali risulta doveroso sollecitare una rapida erogazione dei fondi necessari per i lavori di messa in sicurezza del torrente Mellea, ormai non più procrastinabili -:
a che punto sia l'iter di controllo relativo al decreto di messa a disposizione delle risorse a favore della regione Piemonte necessarie per la realizzazione degli interventi citati;
se non intenda sollecitare la condizione di tali procedure al fine di rendere effettivo il trasferimento dei fondi FAS alla regione, indispensabili per l'attuazione degli interventi diretti a rimuovere le attuali criticità presenti nel territorio saviglianese.
(5-05740)

Interrogazioni a risposta scritta:

BOSI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con il passaggio delle televisioni al digitale terrestre in ampie zone della Toscana, in modo particolare nelle aree montane, ma anche in alcune zone della città di Firenze, come il quartiere d'Oltrarno, il segnale della prima, seconda e terza rete della RAI, presenta un'immagine che si sgrana ogni 3-4 minuti;
il disturbo arrecato dal cattivo funzionamento del digitale terrestre, per i canali RAI, mette in crisi il sistema d'informazione al quale gli abbonati hanno pienamente diritto -:
se non ritengano di dover procedere ad una immediata verifica dei motivi per i quali perdura il disservizio;
come intendano tempestivamente intervenire per consentire ai cittadini delle aree interessate di poter usufruire dei tre canali RAI per cui pagano regolarmente un canone annuale e con esso il diritto ad una corretta ricezione.
(4-14005)

MARINELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la Seus, società regionale del 118 della regione Sicilia, è ritenuta dall'assessorato alla sanità siciliana una società in house, partecipata al 54 per cento dalla regione e che si trova attualmente a gestire un colossale esubero di lavoratori e ha acquistato un numero di ambulanze di gran lunga superiore a quello necessario alla gestione del servizio;
l'affidamento in house prevede che un committente pubblico, derogando al principio di trasparenza, possa provvedere da sé o anche attraverso società interamente partecipate con capitale pubblico;
la regione Sicilia ha affidato alla Seus la gestione del 118, senza espletare la gara ma affidandole direttamente il suddetto servizio di emergenza per tre anni e a un costo pari a 325 milioni di euro l'anno che grava sulle pubbliche finanze;
in data 6 ottobre 2011 l'autorità di vigilanza dei contratti ha smentito la regione Sicilia escludendo che la Seus potesse


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essere una società in house e ha imposto alla regione Sicilia di ritirare l'affidamento dell'esercizio alla Seus trasmettendo gli atti alla Corte dei conti. L'autorità ha infatti ritenuto essersi verificata una violazione dei princìpi disciplinanti i cosiddetti affidamenti in house providing e perciò stesso i princìpi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e pubblicità, nonché di economicità dettati dal decreto legislativo n. 163 del 2006, e del trattato CE -:
se il Governo intenda provvedere alla nomina di un commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro del deficit sanitario nella regione Sicilia dal momento che la mancanza di trasparenza nella gestione della sanità e dei contratti pubblici ha costretto l'autorità di vigilanza dei contratti ad intervenire con una censura così importante.
(4-14015)

ANIELLO FORMISANO, PALADINI, BARBATO, PALAGIANO, CAMBURSANO, PORCINO, BORGHESI e EVANGELISTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'attività economica svolta da agenzia Defendini s.r.l., con sede legale a Torino e presente sul territorio nazionale con sedi in Campania, Toscana, Liguria, Lazio, Piemonte, Veneto, consiste essenzialmente, nel recapito di plichi e pacchi urbani urgenti e di corrispondenza ordinaria, nonché nel servizio di corriere espresso nazionale ed internazionale e di gestione di uffici posta, in outsourcing;
accanto alle attività tradizionali, agenzia Defendini s.r.l. fornisce un servizio di trattamento di archivi ottici e cartacei nonché di logistica integrata;
dal gennaio 2004 la società agenzia Defendini s.r.l. ha ampliato la propria presenza sul territorio assumendo dimensioni nazionali con l'acquisizione di appalti per la notificazione di cartelle esattoriali;
in Campania, ad esempio, ha lavorato anche nell'ambito della corrispondenza e della notifica delle cartelle di pagamento del gruppo Equitalia Polis s.p.a. per le province di Napoli, Caserta e Benevento;
per lo svolgimento della suddetta attività, la società è arrivata ad occupare circa 60 impiegati e 300 collaboratori messi notificatori;
nel dicembre del 2008 la società Equitalia spa ha indetto una gara di appalto, per l'assegnazione delle lavorazioni di cui sopra. L'agenzia Defendini srl è risultata vincitrice; successivamente, a seguito dell'analisi della documentazione, la commissione aggiudicatrice di Equitalia spa, ha rilevato due anomalie per le quali ha ritenuto di dover escludere l'agenzia Defendini srl dalla gara. Contro tale decisione l'agenzia Defendini srl ha effettuato ricorso al TAR del Lazio, che lo ha respinto;
nel mese di giugno del 2009, a seguito della disdetta del contratto da parte di Poste italiane s.p.a. a TNT Post s.p.a., per subappalto non dichiarato, veniva richiesta alla agenzia Defendini s.r.l. di subentrare alla TNT Post s.p.a. per il servizio di recapito delle raccomandate;
nel gennaio 2010, a seguito della mancata presentazione del Durc regolare, le Poste italiane s.p.a. davano disdetta del contratto alla società;
da marzo 2011 l'azienda è in amministrazione straordinaria a causa della sentenza della sezione fallimentare del tribunale di Torino che ha dichiarato lo stato di insolvenza della società, causata dalla perdita di grandi commesse come quelle con Equitalia e Poste italiane;
da quel momento, tutti i dipendenti della Campania, ad eccezione di due, sono in Cassa integrazione straordinaria a zero ore e tutti i collaboratori sono stati licenziati;
attualmente a seguito di ulteriore perdita di commesse e la mancata ricerca di nuove, l'amministratore straordinario


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intende aprire la procedura di mobilità, azzerando completamente i livelli occupazionali in Campania e chiudendo le filiali (senza voler attendere almeno tutto il 2012, anno in cui verranno a gara importanti commesse, da parte, tra le altre, di Poste italiane e Equitalia S.p.A.);
dalla relazione del commissario giudiziale si apprende che per «poter risanare l'azienda si ritiene conveniente creare una nuova struttura, separata da quella ora insolvente, nella quale fare convergere il ramo d'azienda operativo con l'obiettivo di creare una "nuova Defendini" con nuove procedure e nuove sedi, sicuramente alleggerita di personale che, al termine della Amministrazione Straordinaria, possa essere ceduta ad un competitor nel nuovo scenario del mercato postale liberalizzato»;
in data 23 novembre 2011 il commissario avvia la procedura di mobilità, ex articoli 3, 4 e 24 della legge 23 luglio 1991 n. 223 per riduzione del personale, per 100 unità su 208 dipendenti. Tale procedura ha importanti vizi formali e sostanziali: in primo luogo è incomprensibile in quanto i tempi della durata del commissariamento sono molto più lunghi del novembre 2011. In secondo luogo non esistono certezze nemmeno per coloro che rimangono e in terzo luogo con la chiusura di intere sedi periferiche si esclude la Defendini - come già ricordato - da importanti gare d'appalto che vi saranno all'inizio del 2012 -:
quali iniziative di competenza il Governo intenda mettere in essere ai fini della salvaguardia dei livelli occupazionali delle sedi dell'agenzia Defendini che rischiano oggi la chiusura.
(4-14017)

MAZZOCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel settore dei giochi pubblici è stata avviata, con le disposizioni del decreto-legge n. 39 del 2009 e successive modificazioni ed integrazioni, un'ulteriore fase di consolidamento dell'offerta di gioco legale, con la previsione dell'introduzione di nuovi sistemi di gioco con videoterminali, denominati VLT;
il principale fornitore di tali sistemi di gioco in Italia è la società Adria Gaming (gruppo Novomatic), che distribuisce il sistema e gli apparecchi videoterminali a nove dei dieci attuali concessionari;
si è constatato che Novomatic ha acquisito il controllo societario del concessionario G Matica, mediante il versamento di 15.000.000 di euro circa e ha massicciamente finanziato vari altri concessionari, sia per la fornitura di VLT sia per l'acquisito dei diritti di installazione dei videoterminali medesimi;
l'acquisizione della quota di partecipazione di maggioranza del concessionario G Matica delinea senz'altro una situazione di controllo sostanziale di Novomatic sulla società concessionaria con potenziali e significative conseguenze a danno degli altri concessionari «clienti» di Novomatic medesima, per la fornitura della tecnologia VLT;
i suddetti finanziamenti riconosciuti da Novomatic ad alcuni concessionari, pur risultando finalizzati all'acquisizione dei diritti VLT, provocano, a giudizio dell'interrogante, una sostanziale riduzione dell'autonomia nella gestione e nello sfruttamento commerciale dei suddetti diritti all'installazione dei terminali VLT;
tali acquisizioni e finanziamenti sempre ad avviso dell'interrogante, consentirebbero a Novomatic di esercitare un controllo decisionale su ben 4 concessionari, che detengono complessivamente oltre il 50 per cento del mercato, conferendole di fatto piena facoltà nel definire come e dove installare gli apparecchi VLT associati ai diritti VLT finanziati;
le regole concessorie previste da AAMS-Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato contengono un chiaro divieto di partecipazione incrociata tra concessionari, a garanzia del libero esplicarsi delle regole di concorrenza e a


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salvaguardia dell'interesse pubblico teso ad evitare pericolose concentrazioni nel ristretto mercato dei giochi;
la strategia perseguita dal gruppo Novomatic si sta concretizzando nella realizzazione di forme di integrazione verticale lungo la filiera produttiva dell'offerta di gioco VLT ovvero nella assunzione di Novomatic e/o di società controllate (Adria Gaming) di un ruolo attivo e contestuale nelle distinte posizioni di concessionario, gestore ed esercente oltre a quella di fornitore di sistemi VLT;
effetto di tali operazioni è, ad avviso dell'interrogante, l'assunzione da parte di Novomatic di un ruolo del tutto assimilabile a quello di un concessionario ancorché privilegiato in ragione della non trasmissibilità delle responsabilità fiscali che continuano a gravare sul concessionario beneficiario del finanziamento;
la piena autonomia decisionale nella gestione commerciale dei diritti VLT finanziati a terzi concessionari, consentirebbe così a Novomatic di agire come una sorta di «mega gestore» che, grazie alla posizione di dominio rivestita nel ruolo di fornitore di sistemi VLT, può competere e sottrarre agli altri concessionari ed ai loro gestori partner gli esercizi ovvero le sale da gioco in cui sono installabili le VLT, offrendo ai rispettivi titolari, esercenti o gestori di sala, condizioni economiche particolarmente vantaggiose che non possono essere offerti dagli altri concessionari e gestori concorrenti;
si rileva come Novomatic, attraverso società controllate, sia impegnata anche nella gestione diretta di sale da gioco, rivestendo quindi anche la figura di gestore di sala parallelamente a quella di fornitore del principale sistema di gioco VLT di nove dei dieci concessionari autorizzati dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato;
tutti i concessionari hanno effettuato notevolissimi investimenti per dare avvio all'introduzione nel mercato dei videoterminali VLT in un contesto concorrenziale inizialmente immune da fenomeni distorsivi;
la rilevante quota di mercato propria di Novomatic la pone a giudizio dell'interrogante in una situazione di posizione dominante e rende prevedibile nel medio termine la transizione graduale verso condizioni di sostanziale monopolio nel mercato dei sistemi VLT;
a rafforzare tale ipotesi vi è la constatazione che le dimensioni del mercato italiano delle VLT, il cui numero è limitato ex lege a 57.000 apparecchi installabili, rafforzano la posizione di dominio del fornitore VLT in questione;
il prodotto VLT richiesto dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato per il mercato italiano non è un prodotto standard ma esso deve necessariamente possedere determinate specifiche tecnico-produttive che lo rendono un prodotto «peculiare», commercializzabile solo sul territorio italiano;
a lungo andare tale situazione potrebbe anche causare una perdita di entrate erariali, conseguente all'alterazione delle regole di concorrenza -:
se gli uffici del Ministero, in applicazione delle previsioni delle convenzioni di concessione attualmente vigenti e dei correlati poteri di controllo, ispezione e vigilanza affidati all'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, siano a conoscenza delle vicende come sopra narrate;
se in particolare siano a conoscenza dei significativi finanziamenti operati dal predetto produttore di tecnologie di gioco;
se tali finanziamenti siano stati prestati da parte del medesimo soggetto, che avrebbe già acquisito una partecipazione societaria di controllo in un concessionario, a più concessionari;
se gli stessi finanziamenti, per entità e forma dei contratti, non costituiscano forme di partecipazione sostanziale del fornitore di tecnologia alla gestione delle attività in concessione, dando luogo quindi ad una sorta di sub-concessione o di


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compartecipazione nella concessione ed in più di una concessione;
se la stessa forma di partecipazione sostanziale non avvenga per diversi concessionari, superando con ciò, indirettamente, le previsioni dell'affidamento in concessione, in particolare le disposizioni dell'articolo 21, comma 2, della convenzione di concessione, della convenzione di concessione (secondo cui: «è vietata la cessione parziale di quote di partecipazione di società o di RTI titolari di concessione ad altro concessionario od a soggetti che possiedono quote di partecipazione del capitale di altre società o di altri RTI titolari di concessione»), che vietano la partecipazione di un medesimo soggetto a differenti raggruppamenti o società affidatari per evitare situazioni di concentrazione di fatto o, comunque, di deviazione della libera concorrenza;
se la stessa forma di partecipazione sostanziale non determini in capo ad un medesimo soggetto la capacità di operare, indirettamente, su un numero di videoterminali superiore al limite di legge individuato nel quattordici per cento del numero di nulla osta dagli stessi già posseduti;
se la stessa forma di partecipazione sostanziale, realizzata da un singolo produttore di tecnologie di gioco, non determini rischi per il concreto controllo delle funzionalità di gioco da parte dell'affidatario della concessione, dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato stessa e del proprio partener tecnologico Sogei;
se sia ammissibile che il fornitore di tecnologia di gioco offra direttamente a terzi la possibilità di stipulare contratti per la collocazione delle videolotterie, ad avviso dell'interrogante, spogliando ed espropriando il concessionario delle proprie prerogative, ponendosi direttamente in concorrenza con altri concessionari, ivi compresi quelli con i quali ha stipulato ed ha in corso accordi commerciali;
quali misure abbia adottato l'Amministrazione per verificare e scongiurare gli eventuali rischi sopra esposti;
se ritenga opportuno promuovere iniziative di controllo da parte dell'Amministrazione, per verificare la realizzazione delle suddette pratiche di finanziamento poste in essere dal fornitore di tecnologia in accordo con taluni concessionari e conseguenti rischi di contrazione del mercato, al fine di valutare l'adozione delle misure previste dalla convenzione di concessione, ivi compresa la decadenza o l'avvio del procedimento di revoca per gli stessi concessionari;
se ritenga opportuno non consentire la partecipazione al prossimo bando di gara per la selezione dei concessionari per la raccolta di gioco attraverso apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di soggetti che risultino essere produttori e/o fornitori di sistemi di gioco VLT, precludendo, altresì, tale partecipazione anche a soggetti che abbiano legami di controllo, partecipazione o collegamento con quest'ultimi, sia esso di natura sostanziale, formale o contrattuale, anche alla luce di quanto previsto dall'articolo 2359 del codice civile;
se ritenga, infine, di assumere iniziative per prevedere il divieto assoluto per soggetti che risultino essere già produttori e/o fornitori di sistemi di gioco VLT, di partecipare al suddetto bando di gara, a maggior ragione nei casi in cui questi abbiano direttamente o indirettamente legami di controllo, partecipazione o collegamento con i concessionari, sia esso di natura sostanziale, formale o contrattuale, anche alla luce di quanto previsto dall'articolo 2359 del codice civile.
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