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statale 417 Catania-Gela con grave disagio per i cittadini di Niscemi che devono percorrerla frequentemente per raggiungere essenziali servizi come l'ospedale e il tribunale allocati a Caltagirone;
sono evidenti le conseguenza negative che questa situazione comporterà per i cittadini umbri e le migliaia di turisti che ogni anno visitano la regione: l'assistenza e la consulenza alla clientela, garantita fino a qualche tempo fa, non sarà più
possibile e il danno d'immagine per il settore turistico potrebbe risultare molto pesante;
l'intervento relativo ai lavori di costruzione del tratto compreso tra le località Perino e Rio Cemusca, inserito nel piano di investimenti ANAS 2007/2011 e ricompreso nel contratto di programma 2007, è attualmente in corso;
e messa in sicurezza non solo per garantire la completa agibilità della struttura viaria ma proprio ai fini della pubblica incolumità;
idoneità psicofisica», sulla base di una «comunicazione del 14/01/2000 dell'Ospedale Militare Bonomo di Bari»; ciò nonostante la validità della patente gli fosse stata rinnovata il 04 giugno 2009 a seguito di visita medica;
dopo la Motorizzazione faceva pervenire a mezzo posta una comunicazione nella quale confermava che il ricorso era stato inoltrato alla direzione generale territorialmente competente;
e irragionevoli come quello di sospensione della patente.
mentre il numero dei feriti ammonta a oltre 150.000 all'anno (410 al giorno). La quasi totalità secondo l'Automobil Club d'Italia e la polizia stradale avviene per distrazione, eccesso di velocità e guida in condizioni psicofisiche non idonee: stanchezza, ebbrezza ed uso di stupefacenti;
gestione delle stazioni realizzate in quella tratta da parte dei privati per 25 anni -:
Campania, Puglia, Toscana, Veneto. Più vicina alle varie realtà regionali, può meglio interpretare le esigenze locali di mobilità e migliorare il livello qualitativo dei servizi offerti»;
nel novembre 2011 Arenaways, prima società privata a concorrere con Trenitalia per il trasporto passeggeri sulle tratte regionali e interregionali, è stata costretta ad iniziare la propria attività subendo una pesante limitazione operativa: l'Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario (Urtf) del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha, infatti, autorizzato le fermate intermedie sulla linea Torino-Milano e contro questa decisione Arenaways ha presentato due ricorsi all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alla Commissione europea;
le limitazioni imposte dall'Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario (Urtf) hanno natura e finalità oggettivamente anticoncorrenziali, poiché, come ha precisato il Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Castelli, rispondendo il 18 novembre 2010 in Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni ad altra interrogazione sulla stessa materia, «lo svolgimento del servizio di trasporto ferroviario passeggeri richiesto dalla Arenaways sulla tratta in questione» avrebbe potuto «compromettere l'equilibrio economico del contratto di servizio pubblico in termini di redditività dell'impresa ferroviaria Trenitalia titolare dei contratti di servizio con le regioni Piemonte e Lombardia». Su questa base l'Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario (Urtf) ha così deciso che «il servizio offerto dalla impresa Arenaways» dovesse «assumere un carattere di media-lunga percorrenza e non anche di tipo regionale in modo dunque da non interferire con i servizi per i quali è previsto invece un contributo pubblico»;
il fondamento normativo della decisione dell'Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario (Urtf) è il comma 2 dell'articolo 59 della legge 23 luglio 2009, n. 99, secondo cui «lo svolgimento di servizi ferroviari passeggeri in ambito nazionale, ivi compresa la parte di servizi internazionali svolta sul territorio italiano, può essere soggetto a limitazioni nel diritto di far salire e scendere passeggeri in stazioni situate lungo il percorso del servizio, nei casi in cui il loro esercizio possa compromettere l'equilibrio economico di un contratto di servizio pubblico in termini di redditività di tutti i servizi coperti da tale contratto (...)»;
la mancata separazione proprietaria tra Trenitalia e le società del gruppo Ferrovie dello Stato (Rfi - Rete ferroviaria italiana, Grandistazioni e Centostazioni), che gestiscono sia la circolazione che le stazioni della rete ferroviaria italiana, comporta che, malgrado le generiche direttive sulla liberalizzazione del mercato dei trasporti su rotaia, chiunque sfidi Trenitalia sia costretto a giocare a condizioni impari, a partire dalla gestione dichiaratamente ostruzionistica del sistema di informazioni ai viaggiatori; a ciò si aggiunge, come ulteriore conflitto di interessi, il fatto che la proprietà del gruppo Ferrovie dello Stato sia affidata al controllo dello stesso Esecutivo, che, in maniera neutrale, dovrebbe provvedere alla regolazione del traffico ferroviario;
l'Ufficio per la regolazione del traffico ferroviario, prima che giunga a conclusione l'indagine dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, potrebbe riconsiderare la limitazione imposta ad Arenaways, che, però, ha già comportato per l'azienda pesanti ripercussioni economiche;
la previsione di cui all'articolo 59, comma 2, della legge 23 luglio 2009, n. 99, comporta, ad avviso degli interroganti, una limitazione della concorrenza nei servizi ferroviari incompatibile con la normativa comunitaria -:
quali misure intenda adottare, per quanto di competenza, ed alla luce delle eventuali valutazioni delle conseguenze economiche ed occupazionali, per favorire la concorrenza nei servizi ferroviari, riconsiderando le limitazioni imposte ad Arenaways, indicate in premessa.
(3-01651)
la mattina di domenica 8 maggio 2011, in contrada «Angeli» in territorio di Caltagirone, la campata del ponte della linea ferroviaria Catania-Caltagirone-Gela è crollata e i binari della ferrovia sono rimasti sospesi nel vuoto;
la sottostante strada provinciale (Sp 39 Caltagirone-Niscemi) è stata chiusa per motivi di sicurezza e il traffico veicolare è stato deviato sulla strada provinciale 62 Caltagirone-Santo Pietro e sulla strada
sulla strada provinciale 62, un'arteria insicura e tortuosa, si stanno riversando autovetture e mezzi pesanti che rendono la circolazione pericolosa;
solo per un caso fortuito determinato dalla coincidenza con il giorno festivo, è stata evitata una strage, in quanto la linea ferroviaria è frequentata da studenti che ogni mattina, tranne la domenica, si recano presso gli istituti scolastici di Caltagirone;
la linea ferroviaria oggetto del crollo corre su viadotti e cavalcavia in cemento non armato che potrebbero nascondere le stesse insidie delle campate che si sono sbriciolate;
mentre nel resto d'Italia si progetta e si realizza una rete di treni ad alta velocità il Sud d'Italia e in particolare la Sicilia soffre di un sistema ferroviario antidiluviano, che non gode neanche della ordinaria manutenzione -:
se le Ferrovie italiane verificheranno le condizioni di tutti i ponti ferroviari della zona;
se nel piano di investimenti delle Ferrovie sia contemplato l'ammodernamento dell'importante tratta Catania-Gela;
in quali tempi sia previsto il ripristino della tratta ferroviaria sopra citata, anche al fine di consentire la riapertura della strada provinciale 39.
(3-01644)
il 28 marzo 2011 la regione Piemonte ha deliberato una razionalizzazione della spesa, con il taglio dei fondi destinati al trasporto pubblico locale, spalmato in tre anni con riduzioni del 3 per cento nel 2011, del 10 per cento nel 2012 e del 12 per cento 2013;
stando alla razionalizzazione delle risorse destinate al trasporto pubblico locale, il comune di Cuneo dovrebbe ricevere circa 130 mila euro in meno rispetto allo scorso anno, aggravando una situazione già fortemente critica;
dalla drastica riduzione dei fondi, seppur dilazionata in tre anni, le ripercussioni sui servizi relativi al trasporto pubblico che ne deriveranno, potrebbero coincidere con la cancellazione di numerose corse, penalizzando quanti usano quotidianamente i mezzi pubblici;
le aziende del trasporto pubblico locale non sono in grado di far fronte ai tagli previsti, in quanto già fortemente penalizzate dal costante aumento del prezzo del carburante, e anzi si vedranno costrette ad un'inevitabile riduzione dei servizi erogati con la conseguente riduzione del personale;
il consorzio della Granda, che riunisce 18 aziende della provincia di Cuneo, si è più volte rivolto alla provincia per opporsi alla decisione della regione, sulla base dello stanziamento statale di ulteriori fondi (circa 425 milioni di euro) che potrebbero essere utilizzati per contenere la riduzione delle risorse;
stando a quanto riportato sugli organi di stampa, l'assessore provinciale ai trasporti avrebbe affermato che le risorse statali non potrebbero essere utilizzate per il contenimento dei tagli, in quanto sarebbero destinate ad altri grandi progetti;
nonostante le rassicurazioni degli enti locali circa la continuità del servizio di trasporto pubblico locale, le aziende si dicono comunque preoccupate per le inevitabili ripercussioni che deriveranno dalla riduzione dei fondi ad esse destinati, dato che il consorzio del Granda deve ancora ricevere il pagamento del primo trimestre 2011 e il saldo dello scorso anno;
essendo il trasporto pubblico locale finanziato per i 2/3 dalle risorse statali, risulta estremamente anomala la decisione della Regione Piemonte circa l'entità dei tagli, soprattutto alla luce dello stanziamento statale di ulteriori fondi;
se quanto deliberato dalla Regione dovesse essere attuato, le aziende del trasporto pubblico locale si vedranno costrette ad una drastica riduzione del personale, con l'eventuale concessione della cassa integrazione in deroga, finanziata dalla stessa regione che non potrà dunque beneficiare delle risorse accantonate con i tagli previsti;
alla luce della presa di posizione della Regione, le aziende piemontesi dell'Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori starebbero, inoltre, valutando l'ipotesi di presentare ricorso al Tar per impugnare la delibera regionale;
è indubbio che se l'intento è quello di limitare gli sprechi, non può essere raggiunto tagliando i fondi al settore, bensì sarebbe più opportuno intervenire con misure strutturali efficaci che ne consentano lo sviluppo e il potenziamento e non lo smantellamento -:
quale sia l'effettiva entità delle risorse statali stanziate a favore della regione Piemonte destinate al trasporto pubblico locale e quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di ovviare alle gravi ripercussioni che subiranno le aziende del trasporto pubblico a seguito della razionalizzazione delle risorse ad esse destinate, posto che sono state assegnate al settore ulteriori risorse statali.
(3-01645)
le biglietterie ferroviarie di Assisi, Perugia, Terni, Foligno funzionano con orari molto ridotti a causa della carenza di personale e alcune rischiano la chiusura;
il problema riguarda le biglietterie gestite dal divisione passeggeri nazionale (DPNI) di Trenitalia e non quelle di «proprietà» del trasporto regionale Umbria;
l'origine del problema è la decisione, da parte di divisione passeggeri nazionale, di ridefinire le biglietterie secondo parametri di produttività ed incassi: sono state individuate diverse tipologie di biglietterie tra cui la S (small) e XS (extra small), in cui rientrano le biglietterie sopracitate. La conseguenza di questa riclassificazione è stata una riduzione delle giornate di presenza agli sportelli, l'assegnazione di ferie d'ufficio e l'incentivazione della bigliettazione verso canali diversi rispetto al classico sportello della stazione (biglietti via internet, tramite macchine self-service, tramite agenzie o altri rivenditori);
secondo le organizzazioni sindacali l'azienda ha applicato tale decisione senza instaurare alcuna trattativa e sembra che tale politica sia perseguita solo in Umbria e in poche altre realtà. Le ricadute ad oggi sono:
a) biglietteria di Assisi: a rischio chiusura (attualmente esiste solo un turno dalle 7,30 alle 16,30);
b) biglietteria di Perugia: solo 2 turni (un addetto la mattina e uno il pomeriggio);
c) biglietteria di Foligno: un solo turno (precedentemente si poteva contare su metà turno in più a garanzia delle sostituzioni in caso di malattia o di grandi afflussi di clienti);
d) biglietteria di Terni: si passa da una media di due turni al giorno con due sportelli la mattina e due al pomeriggio, a una media di uno sportello e mezzo al giorno;
la situazione potrebbe essere risolta facendo acquisire alla divisione passeggeri regionale Umbria la biglietteria di Assisi, strategica per il turismo, per avere in autonomia regionale la sua gestione;
sarebbe inoltre indispensabile garantire una presenza di almeno 2 sportelli aperti sia al mattino sia al pomeriggio nelle stazioni di Terni e Perugia e garantire una presenza fissa a Foligno, con particolare attenzione nei periodi dei concorsi nel vicino Centro di selezione per l'esercito -:
se non ritenga di intervenire presso i vertici di Trenitalia per individuare una soluzione che eviti pesanti disagi ai cittadini umbri e ai turisti e un grave danno d'immagine alla tradizione di accoglienza e disponibilità che la regione Umbria ha sempre riservato ai suoi visitatori.
(5-04731)
si ha notizia dell'avvio delle attività dell'Accademia del volo Cepu che ha sede presso l'aeroporto militare di Viterbo che, come si legge sul sito internet www.accademiadelvolocepu.it. effettua corsi di pilotaggio e addestramento al volo; sempre sul sito della scuola si legge che «i corsi di Accademia del Volo Cepu permettono di ottenere le licenze ATPL (pilota di linea), CPL (pilota commerciale) e PPL (pilota privato), rilasciate dall'ENAC, necessarie per intraprendere la carriera di pilota o anche solo per coltivare la passione del volo nel tempo libero come pilota privato» e ancora che «essere ai comandi di un aereo non solo è una delle esperienze più gratificanti che si possano fare nella vita, ma anche un'interessante opportunità lavorativa» e ancora che «consapevole delle potenzialità offerte dal settore in termini di occupazione, l'azienda ha deciso di impegnarsi anche nel campo dell'aviazione con una nuova scuola. Accademia del Volo Cepu, che si avvale della lunga esperienza maturata dalla Scuola di Volo dell'Aeroclub di Viterbo per formare aspiranti piloti»;
l'Accademia del Volo Cepu fa parte della famiglia di Cesd, titolare di Cepu, Grandi Scuole, Scuola Radio Elettra, che svolgono attività di formazione scolastica, universitaria e professionale;
sempre sul sito internet dell'Accademia del Volo si legge che «la scuola fornisce una preparazione completa a tutti coloro che vogliono trasformare la passione per il volo in un mestiere, garantendo i più alti livelli di professionalità e sicurezza, grazie a uno staff di istruttori provenienti dalla Scuola Alitalia Sky Master di Alghero»;
risulta che l'Enac abbia ricevuto in data 22 febbraio 2011 la richiesta di certificazione da parte dell'Accademia del volo Cepu e che tale procedimento sia in corso;
in attesa della certificazione ufficiale da parte dell'Enac è partita una campagna promozionale su internet che invita tutte le persone interessate al corso ad iscriversi on line;
appare all'interrogante azzardato consentire ad una scuola privata che svolge attività di formazione scolastica e universitaria la preparazione di piloti di linea che devono rispondere invece a standard elevati e adeguati di sicurezza -:
se il Ministro sia a conoscenza di questo genere di iniziativa di formazione al volo intrapresa dal Cepu che ha avviato una campagna di iscrizioni on line nonostante non sia ancora abilitata dall'Enac;
se il Ministro sia a conoscenza della procedura di autorizzazione in esame presso gli uffici dell'Enac.
(5-04745)
il 29 aprile 2011, il comitato portuale dell'autorità portuale di Bari ha approvato il rendiconto generale 2010, nel cui conto economico consuntivo figurava un disavanzo pari a 622.665 euro;
il tribunale amministrativo della Puglia con due sentenze (n. 687 e n. 688), pubblicate in data 9 maggio 2011, ha stabilito che l'autorità portuale di Bari non poteva rideterminare in maniera unilaterale, i canoni dovuti dalla «Bari Porto Mediterraneo», società concessionaria dei servizi passeggeri per traghetti e crociere nel porto di Bari fino al maggio 2010, stabilendo conseguentemente la nullità delle pretese economiche da parte del medesimo ente portuale, nei confronti della società «Bari Porto Mediterraneo», con riferimento alla richiesta di conguaglio dei canoni demaniali dal 2005 al 2009, per un ammontare complessivo di circa 8 milioni di euro, definendole prive di giustificazione ed assolutamente irragionevoli;
il predetto conto economico consuntivo del 2010, in conseguenza delle richiamate pronunce giurisdizionali, risulta pertanto attualmente gravato da un disavanzo pressoché doppio, ovvero pari a circa 1.200.000 euro;
a sua volta il conto economico consuntivo del 2009, formalmente chiuso con un avanzo di circa 900.000 euro, presenta in realtà un disavanzo di circa 500.000 euro, dovuto all'illegittima iscrizione in bilancio del presunto credito nei confronti della suesposta società «Bari Porto Mediterraneo» che già all'epoca era evidentemente inesigibile e che ora il Tar Puglia ha dichiarato essere inesistente;
l'articolo 7, comma 3, lettera c) e comma 4, della legge 28 gennaio 1994, n. 84 recante «Riordino della legislazione in materia portuale» stabilisce che, nel caso di conto consuntivo in disavanzo, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dispone la revoca del mandato del presidente e lo scioglimento del comitato portuale, nonché la nomina di un commissario;
il signor Francesco Palmiro Mariani, essendo stato il responsabile, in qualità di presidente dell'autorità portuale del Levante, dei disavanzi di gestione nei consuntivi del 2009 e del 2010, non può evidentemente continuare ad esercitare il ruolo di vertice dell'autorità portuale di Bari -:
se non intenda applicare con particolare urgenza le disposizioni previste dall'articolo 7, comma 3, lettera c) e comma 4, della legge di cui in premessa;
se conseguentemente non intenda bloccare la procedura di nomina del signor Francesco Palmiro Mariani a presidente dell'autorità portuale di Bari;
se non intenda infine procedere contestualmente alla revoca del mandato di commissario, attualmente ricoperto dal medesimo signor Mariani, provvedendo altresì alla nomina di un nuovo commissario chiamato ad adottare urgentemente un piano di risanamento dei conti dell'autorità portuale di Bari dissestati dalla mala gestio da parte del suddetto Mariani.
(5-04752)
la strada statale 45 della Val Trebbia è un fondamentale asse-viario per la provincia di Piacenza ed in special modo per la sua area montana;
nell'allegato 2 della deliberazione del CIPE del 21 dicembre 2001, n. 121 - legge obiettivo 1 programma delle infrastrutture strategiche (supplemento alla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 21 marzo 2002) - tra gli interventi di preminente interesse nazionale risulta inserito anche l'ammodernamento della strada statale 45 Val Trebbia;
l'intesa generale quadro, sottoscritta il 19 dicembre 2003, tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la regione Emilia-Romagna, include tra gli interventi aventi carattere di «preminente interesse strategico», sia di carattere nazionale che regionale, quelli riferiti alla strada statale 45 di Val Trebbia e specificatamente i seguenti:
a)ammodernamento del tratto tra Perino e Rio Cemusca;
b)collegamento della strada statale 45 con la A21;
c)ammodernamento della strada statale 45 nel tratto Rio Cemusca-Rivergaro;
d)ammodernamento della strada statale 45 nel tratto Bobbio-confine regionale;
il 17 dicembre 2010 l'Anas dava comunicazione dell'avvenuta aggiudicazione alla ditta «Romei srl», con sede in provincia di Reggio Emilia, della gara d'appalto per i lavori di consolidamento del ponte Lenzino sul fiume Trebbia, sulla strada statale 45 «della Val di Trebbia» (al chilometro 78,200), in provincia di Piacenza. L'intervento, del costo di circa 280 mila euro, rappresenta uno stralcio dei lavori minimale (poco più del 7 per cento della spesa prevista) rispetto al progetto iniziale;
sono a tutti note, e stanno ormai assumendo le caratteristiche di una vera emergenza, le condizioni di degrado, e di conseguente pericolosità, che caratterizzano sul versante piacentino la strada statale 45 con particolare riferimento al tratto compreso tra Bobbio e Gorreto;
ad oggi si sono già ripetute interruzioni o limitazioni della viabilità dovute a smottamenti franosi, cosi come si sono verificati pericolosissimi incidenti quali quello occorso il 4 ottobre 2010 nel tratto fra Marsaglia e San Salvatore della strada statale in oggetto, incidente nel quale un masso del diametro di circa un metro, probabilmente a causa del maltempo che imperversava sulla zona, si staccava dalla parete rocciosa precipitando verso la strada e colpiva una jeep sulla fiancata sul lato del guidatore che, per le gravissime ferite riportate, decedeva il giorno seguente;
lo scorso 8 aprile, si è verificato nel comune di Corte Brugnatella (chilometro 88,530) il crollo parziale di un muro di sottoscarpa in pietrame e dello sperone roccioso sul quale era fondato, che ha generato il cedimento di un'ampia porzione del piano viabile con grave danno e pericolo per la circolazione per gli autoveicoli;
da lunedì 2 maggio 2011, come previsto dall'Anas, sono state avviate alcune lavorazioni per il ripristino del danno che risultano incompatibili con la presenza di traffico ed è quindi necessaria la temporanea chiusura della strada in entrambe le direzioni;
al termine di questa fase delle lavorazioni, che si dovrebbe concludere presumibilmente entro mercoledì 11 maggio, la strada sarà riaperta a senso unico alternato regolato da semaforo, mentre la completa transitabilità a doppio senso di marcia potrà essere ripristinata al termine degli interventi, previsto per metà giugno;
tale pericolosissimo accadimento, così come le sue pesanti conseguenze per i cittadini, è solo l'ultimo in ordine temporale di uno stillicidio continuo di incidenti e disagi che tormentano la popolazione locale e danneggiano gravemente gli operatori economici;
lo stato di degrado della strada statale Val di Trebbia, fondamentale infrastruttura viaria di area, rende ormai urgente e non più prorogabile l'avvio di un programma straordinario di ammodernamento
questo programma di dettaglio, da valutarsi in cooperazione fra ANAS e le istituzioni locali ed il cui costo ammonterebbe a svariati milioni di euro, deve al più presto trovare copertura finanziaria;
tale copertura, come recentemente indicato nel corso di audizioni da parte di ANAS presso la VIII commissione ambiente, territorio ed infrastrutture della Camera dei deputati, sembra non potersi ipotizzare nell'ambito delle poste dell'attuale bilancio dell'ente;
il presidente di Anas nel corso dell'audizione tenuta presso la VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati lo scorso 3 febbraio 2011, ha informato che era in corso di redazione l'accordo di programma per l'anno 2011, con la possibile previsione di ulteriori 2,0-2,5 milioni di euro per l'esecuzione di lavori di manutenzione straordinaria della Statale 45 di Val Trebbia;
tra questi, rientra la realizzazione delle opere più urgenti di messa in sicurezza delle barriere stradali sull'asse della statale per un importo di 1.630.000,00 euro, lavori che dovevano già essere inclusi nella rimodulazione del Contratto di programma, con appaltabilità 2010;
l'VIII Commissione permanente della Camera dei deputati ha inoltre approvato di recente una risoluzione, a prima firma dell'onorevole Tommaso Foti è firmata anche dagli onorevoli Polledri, Alessandri, Benamati e Bratti, che impegna il Governo «a verificare la possibilità di rimodulare il quadro delle risorse finanziarie recate dal programma predisposto ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 21 dicembre 2001, n. 443, (allegato infrastrutture), al fine di disporre dei fondi necessari al completamento degli interventi di ammodernamento e messa in sicurezza strada statale 45 Val Trebbia» (n. 8-00110) -:
se tutto quanto in premessa risponda al vero e, conseguentemente, quali azioni concrete il governo abbia intenzione di esperire perché attraverso la società ANAS vengano messe in atto al più presto le citate misure di ammodernamento e messa in sicurezza della statale 45 della Val Trebbia e quale sia lo stato di avanzamento della redazione dell'accordo di programma 2011.
(4-11881)
il signor Friscina Cristian, è un ragazzo residente in Puglia, titolare di patente di guida emessa dalla Motorizzazione civile di Brindisi il 28 aprile 1999;
il 04 giugno 2009, il signor Friscina ha proceduto al rinnovo decennale della patente di guida, presso l'USL di Brindisi (distretto di Mesagne). Le procedure di rinnovo prevedono che ci si sottoponga ad una visita medica per valutare la permanenza dell'idoneità alla guida;
il signor Friscina è risultato perfettamente idoneo e la validità della patente gli è stata rinnovata. Come per prassi, gli è stato anche rilasciato un certificato medico che consente di continuare a guidare in attesa di ricevere a mezzo posta il tagliando adesivo attestante il rinnovo che si applica sulla patente, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
il 21 dicembre 2010, tuttavia, si è dovuto recare presso gli uffici della Motorizzazione civile di Brindisi per sollecitare rinvio del predetto tagliando che a distanza di un anno e mezzo dal rinnovo non gli era ancora pervenuto;
in quella sede, però, apprendeva dell'esistenza di un provvedimento con il quale gli era imposta «la revisione della patente di guida mediante nuovo esame di
il provvedimento si limitava a disporre la revisione della patente di guida del signor Friscina «vista la comunicazione n. 17 Osp. Mil. Bonomo Bari in data 14/01/2000 dalla quale risulta che la S.V., il 13/01/2000 presentava delle patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida, considerato che le risultanze di tale comunicazione fanno sorgere dubbi sulla persistenza nella S.V. dei requisiti di idoneità psicofisica prescritti per il possesso della patente di guida»;
il riscontro di fatti determinanti è presupposto perché sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti fisici e/o psichici prescritti o dell'idoneità tecnica alla titolarità della patente di guida e il provvedimento mancava del tutto della loro indicazione, in contrasto con quanto previsto dall'articolo 3 della legge sul procedimento amministrativo e dall'articolo 128 del codice della strada;
il provvedimento mancava, quindi, delle motivazioni che hanno portato alla sua adozione e mancava anche, in allegato, della comunicazione dell'Ospedale Militare di Bari di cui si ignora il contenuto, ma dal quale si evincerebbe che il signor Friscina nel 2000 «presentava delle patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida»;
si dà il caso che nell'anno 2000 il signor Friscina sia stato esonerato dal servizio di leva obbligatorio, proprio dall'Ospedale Militare di Bari, conseguendo un foglio di congedo assoluto. La ragione di tale congedo risulterebbe legata esclusivamente al fatto che, essendo il signor Friscina persona omosessuale, in caserma sarebbe stato esposto al rischio di discriminazione e intolleranza in ragione del proprio orientamento omosessuale;
egli non presentava alcun tipo di patologia, né tale può essere considerata l'omosessualità come l'eterosessualità di una persona. In nessun caso l'orientamento sessuale di una persona può essere considerata causa di inidoneità psichica o fisica alla titolarità della patente di guida;
nella comunicazione dell'Ospedale Militare sembrerebbe addirittura che l'omosessualità venga definita «patologia», fatto di per sé assurdo;
qualora l'orientamento omosessuale del ricorrente fosse stato il motivo della sospensione della patente di guida, l'atto amministrativo sarebbe intrinsecamente e sostanzialmente nullo in quanto adottato in mancanza assoluta di presupposti e ledendo diritti costituzionali fondamentalissimi dell'individuo, a partire dalla dignità personale. La nullità di tale atto si estenderebbe a qualsiasi atto consequenziale che lo abbia preso o lo prendesse come suo presupposto;
a tal proposito si richiamano anche le sentenze del TAR Sicilia n. 2353 del 2005 e quella del tribunale di Catania del 29 gennaio 2008, che hanno dichiarato la nullità del provvedimento che disponeva la revisione della patente di guida in un caso identico a quello per il quale si ricorre. Il tribunale di Catania, come di recente confermato dalla corte di appello, ha anche condannato i Ministeri al risarcimento del danno subito dal ricorrente/attore;
il 20 gennaio 2011, il signor Friscina si è nuovamente recato presso l'ufficio della Motorizzazione civile di Brindisi per depositare un ricorso contro il provvedimento che gli era stato consegnato il 21 dicembre 2010, protocollato con il numero 237 III/15 del 20 gennaio 2011;
a distanza di ben tre mesi, il 15 aprile 2011, il signor Friscina si è recato nuovamente presso l'ufficio della Motorizzazione per avere informazioni sull'esito del proprio ricorso, ma paradossalmente non vi era nessun funzionario in grado di dirgli alcunché, neppure se l'esame del ricorso era stato avviato. Solo tre giorni
nel frattempo il signor Friscina continua ad avere la patente sospesa ed in conseguenza di ciò a subire notevoli danni -:
se i Ministri interrogati siano in possesso di informazioni sul caso descritto;
se non ritengano di intervenire per risolvere con urgenza paradossale situazione descritta;
se e come intendano risarcire il signor Friscina a nome della pubblica amministrazione;
se non intendano adottare un provvedimento generale che vieti l'adozione di simili provvedimenti nei confronti della persone con orientamento omosessuale.
(4-11901)
da articoli pubblicati recentemente su numerosi quotidiani, si apprende che la motorizzazione civile di Bari si è rifiutata di rilasciare il rinnovo della patente ad un cittadino, il signor Cristian Friscina, perché omosessuale, pertanto, «affetto da una grave patologia che pregiudica la capacità di guida»;
in realtà la patente di guida del signor Friscina era stata già sospesa da nove anni, a seguito della trasmissione alla competente Motorizzazione civile, da parte del distretto militare, del fascicolo personale del medesimo, dal quale risultava che, a causa della sua omosessualità dichiarata, era stato esonerato dal servizio militare;
la sorprendente vicenda di cui trattasi contiene un ulteriore motivo di sconforto, in quanto, comunicare al signor Friscina l'impossibilità del rinnovo della patente, lo stesso è stato invitato richiedere la speciale abilitazione per i disabili;
lo sconcertante episodio riproduce la vicenda capitata qualche tempo fa al signor Danilo Giuffrida, il quale, analogamente al signor Friscina, si era visto sospesa la patente di guida perché dichiaratosi omosessuale durante la visita di leva. Il Signor Giuffrida, impugnato presso il tribunale ordinario il provvedimento di sospensione della patente, aveva, giustamente, ottenuto un risarcimento di ventimila euro da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e di quello della difesa;
tale circostanza avrebbe dovuto, ovviamente, provocare da parte dei Ministri interrogati l'immediata informativa agli uffici periferici delle rispettive amministrazioni di competenza, circa l'opportunità di evitare in futuro il ripetersi di simili grottesche decisioni. Ciò evidentemente non è avvenuto;
risulta veramente difficile per una persona dotata di normali capacità cognitive comprendere per quale ragione una circostanza idonea a determinare l'esonero dal servizio militare debba necessariamente provocare la sospensione della patente di guida, in particolare se tale circostanza attiene agli orientamenti sessuali dell'interessato -:
se non reputino i Ministri interrogati di doversi attivare, ancorché in grave ritardo, per evitare il ripetersi di fatti tanto grotteschi, quanto ingiusti per chi li subisce, come quelli esposti in premessa;
se non reputino, in particolare, di informare finalmente gli uffici periferici delle amministrazioni di loro competenza circa le conseguenze, anche patrimoniali, in danno dello Stato che potrebbero derivare dall'adozione di provvedimenti incauti
(4-11934)
da un articolo pubblicato l'8 febbraio 2011, dal quotidiano «La Repubblica» si apprende che, secondo la Corte di cassazione, tutti gli alberi, anche quelli secolari, che si trovano entro sei metri dalle strade extraurbane sono fuorilegge e suscettibili di taglio;
questo è l'innovativo principio giuridico di sicurezza stradale stabilito dalla Corte in merito alla sentenza di condanna per omicidio colposo al capo cantoniere dell'Anas di Foligno, Bruno Bruni, secondo cui, l'uomo avrebbe dovuto provvedere a mettere in sicurezza, predisponendo un idoneo guardrail nel tratto di strada dove si trovava la pianta, la statale centrale umbra orlata da una fila di alberi secolari, bellissimi da vedere, ma pericolosissimi per gli automobilisti. Se l'avesse fatto, Michela Crucianelli non si sarebbe schiantata a bordo della sua vettura contro uno di quei platani «killer»;
l'articolo 26 del regolamento che dà attuazione al codice della strada, entrato in vigore il 1° gennaio del 1993, aveva vietato la presenza di alberi entro una distanza minima di sei metri;
il legislatore non aveva però chiarito la retroattività della sopracitata norma. Ovvero che essa non era riferita agli alberi preesistenti, ma solo, logicamente, a quelli piantati da quel momento in poi. Dopo ben 17 anni la Cassazione ha deciso che il divieto vale per tutto il patrimonio arboreo che orla le strade extraurbane, sia quello piantato prima del 1993, sia quello piantato successivamente. A questo punto la sentenza che ha condannato a un anno e sei mesi il cantoniere dell'Anas di Foligno costituirà un punto di riferimento giurisprudenziale di grande impatto;
per quanto detto il destino di migliaia di piante che costeggiano strade suggestive del nostro Paese sarà quello di essere tagliate. Di fatto scomparirebbero di colpo tutte quelle numerosissime, affascinanti e caratteristiche strade di cui è ricca l'Italia e che spesso vengono sfruttate in tante campagne di promozione turistica nazionali e all'estero. A titolo esplicativo, si possono citare: la Chiantigiana o l'Aretina, l'Appia antica ed altre consolari dell'agro romano, o la Bolgherese, la Col di Tenda o la via degli ulivi da Assisi a Spello, la Strada del Terraglio e delle Ville della Riviera del Brenta;
tra i primi effetti negativi di tale normativa si registra la richiesta di un nulla osta da parte della Provincia di Roma al parco regionale di Veio per procedere al taglio di alcuni platani centenari lungo la strada provinciale 10 A Sacrofano-Cassia (tra il chilometro 10 e il chilometro 12) perché ritenuti pericolosi per la sicurezza stradale. Tale richiesta appare quanto mai dannosa per l'ambiente e per il paesaggio, dal momento che la suddetta strada, è una delle poche alberate rimaste all'interno del parco;
da ciò si desume come, proprio per effetto della già citata sentenza della Corte di cassazione, le amministrazioni locali, anche all'interno di aree sottoposte a tutela ambientale e paesaggistica, siano sempre più intenzionate a sradicare tutte le piante, anche secolari e di pregio, presenti ai lati del sedime stradale, per evitare conseguenze di natura civilistica e penale da parte degli stessi enti locali in caso di incidente stradale;
per quanto possa essere grave l'incidenza delle morti causate dalla presenza di alberature ai bordi delle strade è importante evidenziare che in Italia oltre il 70 per cento degli incidenti stradali avvengono in area urbana ed i decessi da incidenti stradali in area urbana sono circa 3.000 ogni anno (8,2 al giorno),
a tal proposito si sottolinea che un incidente stradale è sempre la risultante dell'interazione di tre fattori: uomo, veicolo e, da ultimo, l'ambiente. Per aumentare realmente il livello di sicurezza e diminuire il numero di incidenti, morti e feriti è necessario intervenire al massimo e in modo concertato su tutti e tre i fattori colpire, ad esempio, in caso di strada alberata, con una diminuzione del limite di velocità, come accade in caso di massi rocciosi sporgenti nelle strade di montagna, adottando perciò lo stesso regime cautelativo -:
quali iniziative urgenti intendano mettere in campo i Ministri interrogati al fine di scongiurare il rischio di taglio indiscriminato, e a mero titolo cautelativo, di migliaia di specie arboree anche secolari e di pregio in tutte le regioni d'Italia;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non intenda emanare un provvedimento ad hoc per fermare il prevedibile sradicamento di alberi e se non intenda farsi promotore presso l'Anas della obbligatorietà della messa in sicurezza con guardrail, degli alberi, ma anche dei pali della luce, non percepiti ad esempio come pericolosi, ma strutturalmente più rischiosi;
se i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole, alimentari e forestali non intendano porre al vaglio degli uffici ministeriali territorialmente competenti la localizzazione dei tagli verificando eventuali vincoli di tutela paesaggistica e se gli alberi in questione non rientrino all'interno dell'elenco per la tutela degli «alberi Monumentali» censiti dal Corpo forestale dello Stato.
(4-11935)
da alcune settimane si susseguono notizie di ritardi per la costruzione della linea C della metropolitana di Roma, infrastruttura strategica per la mobilità e l'attraversamento della Capitale dal quadrante sud-est a quello nord-ovest, inserita nel piano regolatore generale approvato nel 2008, il cui tracciato fondamentale era stato approvato con deliberazione del Cipe n. 105 del 20 dicembre 2004 per un costo complessivo di 3.047,424 milioni di euro, di cui il 70 per cento a carico dello Stato, il 18 per cento a carico del comune e il 12 per cento a carico della regione Lazio;
l'aggiudicazione della gara per la realizzazione dell'opera è avvenuta il 14 febbraio 2006; si ha notizia di ritardi di due anni da parte del Cipe nell'erogazione dei fondi per la prosecuzione dei lavori di costruzione della metropolitana ed, in particolare, della tratta T3 San Giovanni-Colosseo, che determineranno il fermo dei cantieri una volta che le talpe arriveranno alla stazione San Giovanni nel luglio 2011;
il fermo dei lavori di scavo delle gallerie durerà circa 18-24 mesi previsto, secondo quanto reso noto da Roma Metropolitane in una nota del 22 aprile 2011, dal cronoprogramma dei lavori; sempre nella nota del 22 aprile 2011 Roma Metropolitana assicura che i lavoratori non saranno licenziati ma reimpiegati in altri cantieri;
le società aggiudicatrici dei lavori, vista la situazione di incertezza, avrebbero invece già avviato le procedure di messa in mobilità dei circa 186 dipendenti impiegati e dei 230 addetti dell'indotto, con la previsione di smontare le talpe per utilizzarle in altri cantieri;
sembra che, diversamente da quanto previsto, il tratto finale della linea C Colosseo-Clodio sarà realizzato interamente in project financing, ovvero grazie al concorso di capitali privati che godranno di un diritto di utilizzo dell'immagine e di
se il Ministro sia a conoscenza dei ritardi nell'erogazione dei fondi da parte del Cipe per i lavori della tratta T3 San Giovanni-Colosseo, e quali siano le ragioni del blocco dei finanziamenti che ritarderà di due anni la prosecuzione dei lavori con la conseguente messa in mobilità dei lavoratori;
se il Ministro sia a conoscenza della proposta di realizzare in project financing il tratto Colosseo-Clodio della linea C, affidando ai privati per 25 anni la gestione delle stazioni realizzate e dei relativi diritti di uso e immagine, e quale sia l'orientamento del Governo con riferimento a iniziative che vedano la realizzazione di opere strategiche esclusivamente a carico dei capitali privati;
se non ritenga opportuno istituire un tavolo di coordinamento nazionale per dare tempi certi e risorse adeguate alla realizzazione definitiva della linea C della metropolitana.
(4-11940)
com'e noto, la manovra di stabilizzazione finanziaria virata dal Governo con il decreto-legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito, con modificazioni, della legge n. 122 del 20 luglio 2010, ha introdotto, per la percorrenza del tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria e, altresì, del raccordo autostradale di diretta gestione Anas Spa, Avellino-Salerno, il relativo pedaggio. Tale iniqua tariffa grava, come naturale, sugli utenti (essenzialmente studenti e pendolari) che percorrono quotidianamente i suddetti tragitti;
tale previsione è necessariamente da leggersi in combinato disposto con le ridotte risorse finanziarie che a livello statale sono state erogate alla regione Campania, al fine di garantire un idoneo servizio di trasporto pubblico regionale e locale;
ciò premesso, con DGRC n. 964 del 30 dicembre 2010, la regione Campania disponeva, in favore delle province e dei comuni capoluogo, oltre alla programmazione, l'assegnazione delle relative risorse ai fini dell'erogazione, in favore dei cittadini, dei servizi minimi di trasporto locale. Il provvedimento regionale richiamato comportava, nello specifico, esclusivamente per l'anno 2011, un complessivo taglio ammontante a circa 13 milioni di euro per il settore dei trasporti pubblici locali. Pur in seguito a numerose diffuse proteste da parte degli utenti e stanti le premesse esposte, la regione Campania nell'ambito del bilancio di previsione per l'anno 2011, approvato nella seduta consiliare del 28 febbraio 2011, non introduceva alcun correttivo ai tagli operati per l'intero comparto trasporti;
secondo alcune stime, i suddetti tagli comporteranno, inoltre, nel comparto del trasporto pubblico locale, il probabile licenziamento di circa 250/300 unità lavorative per l'intera provincia di Salerno;
al fine di offrire un esempio concreto di quanto sin qui esposto, appare d'uopo richiamare l'esempio della SITA Spa: da quanto e possibile leggere finanche sul sito internet www.sitabus.it, la SITA è la «società leader nel settore del trasporto di passeggeri su strada, esercita servizi di trasporto locale, urbani ed extraurbani, linee a lunga percorrenza, servizi di noleggio ed altre attività complementari. Attenta a soddisfare i bisogni della clientela, SITA estende capillarmente i suoi collegamenti con autobus di ultima generazione, per garantire un viaggio sicuro e confortevole, forte di un know how umano e tecnologico capace di gestire i cambiamenti del mercato. La Società, appartenente al Gruppo Ferrovie dello Stato, ha una Sede Centrale a Firenze ed è strutturata in Direzioni regionali, Basilicata,
tali premesse, per quanto lodevoli, sono però state del tutto tradite negli ultimi tempi: la SITA, infatti, all'applicato cospicuo aumento del prezzo dei biglietti (+25 per cento) e degli abbonamenti mensili (+12 per cento) e annuali (+7 per cento), non ha fatto conseguire l'incremento dell'efficienza delle prestazioni offerte agli utenti del servizio, le quali, al contrario, hanno visto precipitare gli standard di affidabilità sino a poco tempo fa, almeno in parte, garantiti. I disservizi possono essere, di seguito, brevemente elencati: autobus diretti a Napoli (passanti per Cava e Nocera Inferiore) che - oltre ad essere estremamente affollati - non arrivano in orario, mancata pulizia degli stessi mezzi di trasporto su gomma, corse dei bus cancellate o ridotte, autisti costretti a «saltare» le fermate previste per evitare di issare a bordo persone costrette poi a restare in piedi tutto il tempo del percorso. Tutto ciò ha comportato numerose proteste tra quanti (studenti, lavoratori e pendolari) fanno un uso quotidiano del servizio -:
se il Governo intenda - per quanto di propria competenza - adottare iniziative al fine di garantire, in favore della regione Campania, l'erogazione di ulteriori risorse finanziarie aggiuntive a quelle sino ad oggi stanziate in materia di trasporti pubblici;
se e in quali tempistiche, il Governo intenda adottare iniziative di competenza - anche di carattere straordinario e urgente - volte a migliorare, integrare e supportare i servizi pubblici, ormai al collasso, della regione Campania, al fine di consentire agli utenti di usufruire in maniera ottimale di un servizio essenziale quale quello della mobilità.
(4-11943)