Allegato B
Seduta n. 473 del 17/5/2011


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DIFESA

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
agli appartenenti alle sezioni di polizia giudiziaria dell'Arma dei carabinieri non sono riconosciute le stesse funzioni che di solito vengono attribuite ai parigrado che svolgono analoghe attività in altri reparti;
il nucleo investigativo dell'Arma dei carabinieri, ad esempio, svolge su delega dell'autorità giudiziaria attività e indagini su procedimenti giudiziari e gli operatori nello svolgimento di tale attività si vedono riconosciuto il periodo di comando percependo premi di produttività pari a quelli dei comandanti di stazione, invece alle sezioni di polizia giudiziaria presso i tribunali non è riconosciuto nulla;
quindi, in tale situazione, pur svolgendo le medesime funzioni, si viene a determinare una disparità di trattamento economico tra gli operatori delle sezioni di polizia giudiziaria e gli appartenenti al nucleo investigativo -:
quali iniziative o provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare per parificare il ruolo degli appartenenti alle sezioni di polizia giudiziaria a quello degli appartenenti al nucleo investigativo nonché per parificare il ruolo di responsabile delle sezioni di polizia giudiziaria a quello di comandante di stazione, riconoscendo quindi stesse funzioni e uguale trattamento economico.
(3-01640)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione

CICU e ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il servizio veterinario militare opera in seno all'Esercito dal 1861 assicurando il corretto svolgimento di tutte le attività di pertinenza;
le attività di competenza veterinaria - inerenti alla sanità e benessere animale, alla sicurezza degli alimenti di origine animale destinati al consumo umano, alla sanità pubblica veterinaria, al farmaco veterinario - devono trovare corretta applicazione in tutte le Forze armate, stante l'esigenza di ottemperare a molteplici previsioni normative;
ad oggi - oltreché nell'Esercito - un servizio veterinario organizzato, ancorché di ridotte dimensioni, risulta operante soltanto nell'Arma dei carabinieri;
l'esigenza di adempiere ai vincoli di legge sulla materia, ha recentemente indotto i vertici della Marina militare a bandire un concorso per il reclutamento per due ufficiali veterinari del Corpo sanitario militare marittimo;
l'Aeronautica militare è sprovvista di ufficiali veterinari;
la situazione organizzativa dei servizi veterinari nelle Forze armate, quindi, è alquanto difforme e non prevede un organo, di adeguato livello ordinativo, che sovrintenda e coordini tutte le attività di pertinenza del servizio che, spesso, implicano cooperazioni con i corrispondenti organi del Ministero della salute;
lo Stato maggiore della difesa ha costituito un gruppo di lavoro per la realizzazione del «Progetto per la definizione del riordino della Sanità Militare» con l'obiettivo della riorganizzazione del vertice sanitario interforze, della razionalizzazione e della ottimizzazione del settore;


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entro la fine di febbraio 2011 il gruppo di lavoro doveva sviluppare un progetto di riordino in senso interforze, che ricomprendesse, tra l'altro, l'accentramento delle competenze in materia di policy sanitaria e veterinaria;
la mancanza a livello interforze di un'adeguata azione di indirizzo, coordinamento e controllo tecnico nello specifico settore, stante la complessità della materia veterinaria, può avere ricadute in termini di protezione sanitaria sulle forze impiegate in patria e in corso di operazioni militari all'estero;
sono in corso contatti tra il Ministero della salute e Ministero della difesa per consolidare i rapporti di collaborazione proprio sulle materie di competenza della medicina veterinaria -:
se il Governo intenda promuovere una azione volta a realizzare a livello interforze un'adeguata struttura ordinativa di indirizzo, coordinamento e controllo in materia di medicina veterinaria che, peraltro, contribuisca alla corretta applicazione della normativa di settore nell'ambito delle Forze armate.
(5-04759)

GIDONI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 9 marzo 2011 il Governo ha dato risposta ad una precedente interrogazione a risposta immediata concernente il rischio di contaminazione da uranio impoverito nelle zone interne ed attigue al Poligono interforze del Salto di Quirra;
nella circostanza, il rappresentante del Governo dichiarò destituite di fondamento le speculazioni della stampa circa la presenza nell'infrastruttura di munizioni all'uranio impoverito e la presunta anomala incidenza delle neoplasie nel personale addetto al Poligono;
malgrado le rassicurazioni fornite, la procura di Lanusei ha disposto il 12 maggio 2011 il sequestro preventivo dell'intero Poligono, ritenendo sussistere «il fumus del delitto di disastro ambientale, quando meno colposo» e vietando altresì di condurvi qualsiasi attività agropastorale -:
se nel Poligono interforze del Salto di Quirra siano state condotte attività addestrative potenzialmente inquinanti in ragione dei materiali impiegati o siano stati smaltiti rifiuti militari speciali comunque suscettibili di arrecare danno all'ambiente o alla salute di persone ed animali.
(5-04760)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Sardegna offre ancora oggi allo Stato italiano circa il 60 per cento nell'intero territorio statale destinato ad attività militari. Oltre al poligono del Salto di Quirra-Capo San Lorenzo esistono quello di Capo Teulada (provincia Carbonia-Iglesias) e quello di Capo Frasca (Oristano), l'aeroporto militare di Decimomannu e ancora una serie di basi e infrastrutture militari e civili legate per vicinanza o per funzione ai centri maggiori. Esistono basi militari statunitensi (Monte Limbara, Tempio; Isola di Tavolara, Olbia), mentre da pochi anni è stata chiusa la base della Maddalena, a lungo operativa (dal 1972), destinata ai sommergibili nucleari e ora ceduta alla Marina militare italiana (base di S. Stefano);
tutte le basi e i poligoni militari rispondono alla Difesa italiana e ai comandi Nato e statunitensi. Le autorità locali non hanno alcuna possibilità reale di intervento né di negoziazione: tutto passa attraverso i canali governativi centrali;
nelle basi si svolgono diverse attività, legate all'addestramento delle truppe, alle esercitazioni, alla sperimentazione degli armamenti e alla ricerca. In particolare il poligono del Salto di Quirra ospita regolarmente sia la sperimentazione di armamenti, sia le dimostrazioni da parte delle aziende produttrici ai potenziali clienti. Il 40 per cento dell'attività che vi si svolge,


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infatti, è privata, non pubblica. Il poligono viene affittato a chi ne fa richiesta per 50.000 euro l'ora;
un aspetto molto importante in tale ambito è quello sanitario. Una delle fonti principali rimane il «Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari o militari». Commissionato dalla giunta regionale Soru (2004-2009), il Rapporto, redatto dall'Atesa (Associazione temporanea d'impresa epidemiologia, sviluppo e ambiente), mettendo insieme competenze mediche e statistiche di diversi centri italiani, presenta una valutazione epidemiologica sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da attività industriali, minerarie o militari;
i risultati mostrano un'indubbia maggiore incidenza di certe patologie nelle aree interessate da attività militari. In particolare nel Salto di Quirra è riscontrabile una percentuale di mielomi e leucemie superiore alle attese statistiche e, nell'insieme, un quadro di maggiore esposizione relativa ad alcune particolari patologie riconducibili a fattori ambientali. Alla Maddalena incidono di più i linfomi «non Hodgkin». A Teulada altre malattie analoghe;
in generale, comunque, si è puntata l'attenzione sulla presenza di uranio impoverito negli armamenti sperimentati nei vari poligoni sardi. Senza però che emergessero quantità tali da far dedurre un coinvolgimento diretto del materiale nel maggior tasso di patologie riscontrate;
i risultati delle analisi effettuate sono stati variamente commentati dalle autorità militari e istituzionali, ma è sempre stata negata la presenza di uranio impoverito nelle aree dei poligoni e in quelle circostanti. Si è sottolineata piuttosto la presenza naturale di arsenico, come possibile causa delle patologie riscontrate, ovvero altre cause naturali, legate all'ambiente o a caratteristiche genetiche della popolazione;
nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanusei ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell'intero poligono di terra di Quirra e di Capo San Lorenzo ravvisando il reato di disastro ambientale. In pratica viene interdetta completamente ogni attività agropastorale all'interno dell'area e pertanto devono essere allontanati dal perimetro tutti i capi di bestiame che vi pascolano. Inoltre a parere del giudice esisterebbero prove che le esercitazioni e l'attività svoltasi sinora provochino gravi danni alla salute degli uomini e degli animali;
il magistrato ha disposto, comunque, che può essere effettuata nel poligono una attività militare, industriale e commerciale, preventivamente autorizzata dal Ministero della difesa -:
se il Governo intenda dare conto dei fatti citati in premessa illustrando e giustificando l'attività militare autorizzata dal Ministero della difesa in una zona completamente sotto sequestro preventivo per reato di disastro ambientale.
(5-04761)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOSI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
recentemente Forze Aeree della Nato, nel presumibile tentativo di colpire il colonnello Gheddafi, hanno bombardato l'abitato di Tripoli provocando la morte di un figlio e tre nipoti del Rais nonché altri civili libici;
la risoluzione n. 1973 del 2011 adottata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU in occasione della sua 6498a riunione, tenutasi 17 marzo 2011, non prevede, in alcun modo, bombardamenti nei centri abitati né l'eliminazione fisica di civili -:
se alla citata operazione abbiano partecipato, e con quali compiti, mezzi militari o personale italiani.
(5-04727)


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Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
su un sito web, all'indirizzo http://www.dirittierovesci.it/fornicola.htm è pubblicata una nota intitolata «Dichiarazione di voto contrario decreto F.e.s.i.» che risulterebbe essere una Dichiarazione di voto contrario del delegato Cocer Sezione Carabinieri appuntato scelto Michele Fornicola, allegata a un recente verbale del consiglio centrale della rappresentanza militare dell'Arma dei carabinieri;
il militare con la sua dichiarazione solleva un'obiezione a proposito della mancata possibilità di cogliere quest'occasione per innovare, migliorandolo, un documento che potrebbe diventare strumento di analisi e nel contempo offre una indicazione affermando «Come accade per l'indennità di reperibilità credo sia necessario attribuire analoga indennità anche al personale non reperibile che, per sopravvenute esigenze sia chiamato ad intervenire in servizio. Fermo restando il diritto al compenso per lavoro straordinario qualora la prestazione sia resa oltre l'orario di servizio ed il diritto all'eventuale recupero del giorno di riposo.» motivandone la necessita in quanto «necessaria ed utile alla "Rappresentanza Militare" per poter misurare il grado di "benessere del personale" specialmente nei reparti territoriali dei minori livelli ordinativi e con particolare riferimento alle unità elementari»;
nella nota del delegato Cocer si legge «Anche nel caso si trattasse di una somma puramente simbolica, il calcolo a livello nazionale delle indennità attribuite potrebbe servire a dimostrare quante volte i militari in servizio alla Stazione carabinieri e/o comunque i militari in servizio presso i reparti dei minori livelli ordinativi siano stati chiamati a svolgere servizio, magari spezzando il turno, a causa delle previste esigenze non altrimenti fronteggiabili che dovrebbero giustificare il previsto "carattere di eccezionalità" ma che diversamente, a causa della carenza organica, si è praticamente trasformato in una consuetudine. I militari delle Stazioni Carabinieri, sempre al centro dell'attenzione negli interventi dei vertici Istituzionali per la sua importanza, a mio parere non avrebbe trovato soddisfazione adeguata, ad esempio, in occasione del pagamento delle ore straordinarie dell'anno precedente (quelle relative all'eccedenza del monte ore mensile non potute segnalare nell'E.F. 2010). Sarebbe possibile dedurre che alcuni soggetti possano aver segnalato le ore a fine anno in totale difformità a quanto previsto, e cioè senza aver presentato istanza di recupero ore entro il 15 di ottobre e senza quindi averne ricevuto il diniego. Solamente chi aveva la possibilità, avrebbe fatto recuperare le ore al sottoposti e, diversamente, ha chiesto per se il pagamento di numerose ore anche se il reddito 2010 faceva intendere un tetto massimo per gli anni 2011-2012 e 2013. Un voto contrario auspicando, in futuro, che le decisioni concertate da questo Cocer, si possano proiettare in maniera maggiormente positiva sugli interessi dei singoli carabinieri in servizio presso le unità elementari che verrebbero penalizzati più di altri sul piano professionale e inevitabilmente patiscono anche in termini di esigenze personali e famigliari.»;
gli interroganti ritengono che la soluzione prospettata dal delegato Fornicola, la cui elezione al Cocer è avvenuta in sostituzione del delegato Taiani recentemente decaduto dal mandato a seguito di un provvedimento restrittivo della libertà personale disposto a carico di quest'ultimo nel corso di indagini svolte dalla procura militare presso il Tribunale militare di Napoli, oltre a confermare la convinzione che, in attesa di una riforma in senso sindacale, l'avere delegati nuovi e maggiormente motivati giova alla tutela che merita il personale, rappresenti una iniziativa pienamente condivisibile;
il delegato del Cocer, inoltre, ha sollevato forti perplessità, anch'esse condivise


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dagli interroganti, circa la possibilità che si siano verificate delle irregolarità amministrative e contabili in merito al pagamento delle eccedenze delle ore di lavoro straordinario effettuate dal personale dell'Arma dei carabinieri e riferite all'anno 2010 -:
se il Ministro della difesa sia a conoscenza del contenuto della nota di cui in premessa, se ne condivida i contenuti e finalità, se sia intenzionato a disporre una immediata verifica amministrativa contabile presso tutti gli enti dell'Arma dei carabinieri per verificare la correttezza e la corrispondenza tra le ore di lavoro straordinario effettuate nel corso dell'anno 2010 per le quali sia stato disposto il pagamento e quelle in eccedenza di cui effettivamente è stato negato il recupero e quali immediate azioni intenda intraprendere in merito ove la verifica faccia emergere le paventate irregolarità.
(4-11883)

RUGGHIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le celebrazioni per i 150 anni dell'Esercito italiano sono una valida occasione per presentare e valorizzare il ruolo che l'istituzione militare assume nell'ordinamento democratico della Repubblica ed il particolare impegno sostenuto dagli uomini e dalle donne delle Forze armate in difesa della pace nelle numerose missioni fuori area;
tra le tante iniziative assunte in occasione di queste celebrazioni è stata allestita una mostra statica dei mezzi dell'Esercito nella città di Roma in via dei Fori Imperiali;
nell'ambito di questa manifestazione un elicottero AW129 Mangusta è stato fatto atterrare alle cinque del mattino nell'area del Foro Romano, davanti all'Altare della Patria, per essere schierato tra i mezzi in esposizione;
l'elicottero Mangusta AW129 è un mezzo di notevole valore, sia per il suo costo che per il suo impiego tattico e la zona dove è stato fatto atterrare il velivolo è di incommensurabile valore storico ed architettonico -:
se non ritenga per il futuro di evitare simili iniziative, posto che l'atterraggio ed il decollo di un tale aeromobile nel centro della città di Roma, non per cause operative o di emergenza, ma solo per motivi espositivi, è, ad avviso dell'interrogante, da considerarsi inopportuno per molte ragioni.
(4-11905)

SARUBBI e TOUADI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
un'inchiesta del quotidiano britannico «The Guardian» rilancia e circostanzia quanto recentemente denunciato in un'interrogazione dai senatori Della Seta e Ferrante secondo i quali il 25 marzo 2011, una barca con 72 persone a bordo di diversa nazionalità - 47 etiopi, 7 nigeriani, 7 eritrei, 6 ghanesi e 5 sudanesi, tra cui donne e bambini - avrebbe avuto problemi mentre cercava di raggiungere l'isola di Lampedusa. Solo 11 di costoro sono riusciti a sopravvivere dopo 16 giorni di deriva e di agonia;
ad aggravare la tragedia ci sarebbe il comportamento omissivo che avrebbero tenuto le forze della Nato che non sarebbero intervenute nonostante avessero cognizione di quanto stava accadendo. Moses Zarai - sacerdote eritreo residente a Roma che è stato in contatto con i naufraghi attraverso un telefono satellitare sino all'esaurimento della batteria dello stesso - ha reso noto di aver allertato la guardia costiera italiana, i cui ufficiali avrebbero fatto sapere al sacerdote che la barca era stata localizzata a circa 60 miglia a largo da Tripoli e che sarebbero state allertate le autorità competenti. Non avendo però nei giorni successivi ricevuto soccorsi, il sacerdote avrebbe provato a contattare anche la base Nato di Napoli senza ricevere risposte;
un ufficiale italiano, citato anonimamente dall'inchiesta giornalistica, ha affermato che le autorità italiane hanno allertato


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Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza e che sarebbe stato poi lanciato un allarme alle navi in navigazione. Detta circostanza, avvalorerebbe l'ipotesi di un'omissione di soccorso, o comunque, implicherebbe che la situazione del natante era nota. Le autorità maltesi hanno invece negato ogni coinvolgimento nella vicenda;
a due giorni dalla partenza, quando il natante era già in avaria, i naufraghi sarebbero stati intercettati da un elicottero occidentale che avrebbe gettato loro acqua e cibo per poi non tornare più in loco. Detta circostanza è stata inizialmente smentita da tutti i Paesi operanti nell'area;
sempre secondo quanto riporta l'inchiesta del quotidiano britannico, il 29 o 30 marzo 2011, l'imbarcazione in panne si sarebbe trovata accanto a una portaerei della Nato. Secondo i sopravvissuti, due jet passarono a volo radente, ma nessuno intervenne. Stando alle ricerche condotte dal «The Guardian», la portaerei in questione sarebbe la Charles de Gaulle. Le autorità francesi hanno in principio negato la loro presenza nella zona, ma di fronte alle prove mostrate dal quotidiano, hanno successivamente negato ogni commento;
la Nato ha fatto invece inizialmente sapere di non essere in possesso di alcuna registrazione riguardo navi in pericolo o incidenti. Ciononostante, ed è notizia di queste ore, la Nato ha aperto un'inchiesta sull'accaduto;
il ruolo dell'Italia nella circostanza descritta è particolarmente rilevante non solo per ragioni geografiche, ma perché alla Marina Militare Italiana è stato assegnato il comando operativo del pattugliamento delle coste libiche secondo quanto previsto dalla risoluzione dell'Onu 1973 -:
se alle autorità italiane risulti corrispondente al vero quanto descritto in premessa;
se, in caso affermativo, non ritenga urgente fornire elementi sull'accaduto, in particolare circa l'eventuale ruolo svolto dalla Marina militare italiana posto che ad avviso dell'interrogante, un episodio di questo genere rappresenterebbe una grave violazione del diritto del mare, un'omissione di soccorso ed andrebbe anche a confliggere con quanto previsto dalla risoluzione 1973 dell'Onu che impegna la Nato nella «protezione di civili con ogni mezzo necessario».
(4-11906)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il giorno 7 maggio 2011 il telegiornale del canale televisivo LA7 ha trasmesso un filmato in cui si vede che il signor Vincenzo Michelini, a seguito delle contestazioni rivolte al Presidente del Consiglio dei ministri, viene trascinato per terra da alcuni uomini della sicurezza e poi spinto verso l'uscita;
nel filmato si vede chiaramente che all'intervento contro il Michelini hanno preso parte anche due ufficiali dell'Arma dei carabinieri -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti in premessa;
se gli uomini della sicurezza intervenuti contro il signor Michelini siano degli appartenenti all'Arma dei carabinieri o ad altri Corpi armati dello Stato e quali;
se i due ufficiali dell'Arma dei carabinieri si trovassero sul luogo dei fatti di cui in premessa per ragioni di servizio, quali siano tali ragioni e chi li abbia comandati;
se i due ufficiali siano intervenuti per ragioni di giustizia al fine di reprimere comportamenti o fatti illeciti e quale sia stato nel caso concreto l'illecito commesso dal signor Michelini tale da richiederne l'intervento.
(4-11932)


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MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il personale della Marina militare in servizio aereo avente l'obbligo continuativo di volo per poter essere impiegato in attività, sia operativa che addestrativa, viene sottoposto, con cadenza annuale ad una visita medica finalizzata all'accertamento dell'idoneità al volo;
gli istituti medici legali dell'Aeronautica militare sono gli unici enti deputati al riconoscimento di tale idoneità;
il personale «pilota» effettua tale controllo ogni anno presso tali istituti, mentre il personale «specialista» si sottopone ad una visita ogni tre anni presso i medesimi istituti e per i restanti due anni effettuano il controllo per delega presso il Centro ospedaliero militare o, ove esistenti, presso le commissioni medico legali;
i reparti volo per il rispettivo personale, sono responsabili della verifica delle scadenze di dette visite mediche e delle relative procedure di prenotazione;
il personale «specialista» destinato a Taranto e Grottaglie (TA) si sottopone ad una visita ogni tre anni presso l'Istituto medico legale dell'Aeronautica militare di Bari e per i restanti due anni effettuano il controllo per delega presso il Centro ospedaliero militare di Taranto;
il Centro citato effettua gli accertamenti sanitari con notevole ritardo - fino a sei mesi - con ricadute negative sia per l'amministrazione, che viene privata della forza effettiva, sia per lo stesso personale che, oltre a dover attendere il giudizio valutativo, incorre nelle decurtazioni stipendiali previste dalle disposizioni vigenti -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto in premessa e quali urgenti azioni intenda intraprendere in merito.
(4-11937)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
su un sito web, all'indirizzo http://www.dirittierovesci.it/FEI.htm, è pubblicata una lettera intitolata «FESI 2010. Siamo alle solite, differenze incomprensibili tra Enti Centrali e periferici» a firma di Ferdinando Chinè, delegato del Cocer Aeronautica in cui si legge «[...] Il COCER AM con apposita DELIBERA sul F.E.S.I. aveva espresso il proprio parere evidenziando la necessità di correggere le sperequazioni tra gli Enti Centrali e la Periferia avvenute nei Decreti precedenti. Con grande dispiacere notiamo che le anomalie non sono state appianate, si mantiene la differenza "sul funzionamento" tra gli enti ubicati a Roma ed i restanti della periferia. Questa differenza non si capiva all'origine, in occasione del primo Decreto Ministeriale, figuriamoci oggi che la differenza tra "Supercampagna" tra Enti operativi e Centrali è stata ridotta (si è passati dal 115 al 125 per cento). [...] Altra incongruenza di difficile comprensione è la differenza di FESI al Caporal Maggior con più di 17 anni di servizio. Dalle tabelle risulta un surplus solo per i volontari volto ad accorciare il gap sull'Assegno Funzionale di Sergenti e Marescialli. La confusione sale vertiginosamente. Non si capisce dove, come e perché un emolumento contrattuale (Assegno di Funzione) possa essere bilanciato da un altro avente natura differente, ovvero simile al premio produzione, il FESI. Teniamo conto, che i Volontari non sono gli unici ad avere delle disparità provenienti dalle contrattazioni precedenti. Restano in sospeso i Marescialli M1 (33 anni di servizio) che non maturano il trattamento da Luogotenente, nonché i SM con più 15 e 18 anni di servizio. Il COCER AM con la DELIBERA riportata è stato chiaro, no a giochini di prestigio difficili da spiegare. Diminuiamo il gap tra "Enti romani" e periferici, non inventiamoci formule per sanare sperequazioni avvenute in ambito contrattuale. Occorre restare nello stesso ambito normativo evitando la "frankesteinmania", il taglia e cuci, copia e incolla che genera mostri. Il pericolo di aggiustamenti vari,


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non contestuali alla concezione di un premio collettivo uguale per tutti, può portare a delle derive di contrapposizione, finanche a ritagliarsi il vestito su misura. Chi riesce a spiegare logicamente queste differenze, Enti Centrali un trattamento periferici un altro?»;
gli interroganti ritengono che l'analisi svolta dal delegato Cocer dell'Aeronautica militare maresciallo Ferdinando Chinè sia pienamente condivisibile in quanto pone dubbi su una ripartizione del fondo sbilanciata inspiegabilmente a favore degli enti centrali di Roma in perfetta antitesi con quanto deliberato dallo stesso Cocer Aeronautica con delibera n. 1 del 10 marzo 2011 allegata al verbale n. 202/2011/X con cui era stato chiesto «[...] l'azzeramento delle differenze tra centro e periferia»;
inoltre, il delegato del Cocer ha sollevato forti perplessità, anch'esse condivise dagli interroganti, in merito all'attribuzione di un importo più elevato al personale volontario con 17 anni di servizio in più in quanto se la ratio fosse quella di sanare delle sperequazioni contrattuali allora stessa e paritetica attenzione meriterebbero altre problematiche irrisolte quali le indennità operative dei sergenti maggiori +15 e +18 nonché il trattamento da Luogotenente precluso ai marescialli di 1a classe +33 -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto evidenziato in premessa;
se, oltre al COCER Aeronautica, altre sezioni abbiano deliberato in merito alla ripartizione del Fondo o invece non siano intervenute sebbene espressamente previsto dall'articolo 5, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 52 del 2009 e per quali motivi;
se, alla luce della delibera del COCER Aeronautica, sia intenzionato a disporre una immediata revisione della ripartizione del fondo finalizzata all'azzeramento delle differenze di importi tra enti centrali e periferici nonché alla cancellazione di un surplus destinato ai soli volontari +17 che appare agli interroganti illogico e non coerente con le finalità del fondo;
a quanto ammontino le risorse destinate al fondo e chi e perché abbia deciso una siffatta ripartizione non gradita alle rappresentanze del personale.
(4-11938)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
lo Stato maggiore dell'Esercito nell'ambito del contenimento delle spese della pubblica amministrazione con direttiva tecnico settoriale sulle missioni nazionali ed all'estero edizione 2011 a firma del Sottocapo di S.M.E. generale Domenico Rossi ha stabilito tra l'altro l'obbligo di fruizione di vitto ed alloggio a carico dell'amministrazione militare per le missioni in territorio nazionale;
i delegati del consiglio di base della banda dell'Esercito maresciallo capo Angelo Fabio Colajanni e 1o maresciallo luogotenente Donato Mastrullo in data 12 maggio 2011 hanno rassegnato le dimissioni dalla carica di delegato della rappresentanza militare, nello specifico il maresciallo Colajanni nella lettera di dimissioni avente protocollo n. 0001136 riconduce tra l'altro la propria decisione ad una netta divergenza tra quelle che sono le opinioni condivise dai sottufficiali del reparto ed il comandante dello stesso riguardo al trattamento del personale in missione. Nella medesima missiva il maresciallo Colajanni rappresenta che durante un incontro tra il personale e l'autorità affiancata siano state fatte delle affermazioni rivolte al personale che hanno indotto alcuni militari compreso il delegato ad abbandonare il luogo in quanto lesive della dignità e dell'onestà degli stessi -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto in premessa;


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quali siano stati i motivi di divergenza relativamente al trattamento di missione tra il personale della banda dell'Esercito ed il Comandante dell'ente;
quali siano state e chi abbia fatto le affermazioni a cui fa riferimento il maresciallo Colajanni che hanno indotto una parte del personale ad abbandonare la riunione;
quanti siano i militari dell'Esercito italiano inviati in missione sul territorio nazionale successivamente all'entrata in vigore della richiamata direttiva dell'indennità di missione cosiddetta «forfettaria» e quale sia stata la maggiore spesa sostenuta rispetto al trattamento di missione con aggregazione per vitto e alloggio a carico dell'amministrazione militare;
se il Ministro non ritenga che tale situazione sia sintomatica dell'estremo malessere che il personale militare contrattualizzato soffre a causa dei continui tagli effettuati dal Governo e della sfiducia nell'istituto della rappresentanza militare che secondo gli interroganti si è dimostrato utile solo agli interessi di taluni delegati del Cocer.
(4-11942)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
su un sito web, all'indirizzo http://www.sergenti.it/sgt/fesssi-e-scontenti.html, è pubblicata una lettera intitolata «FESSSI E SCONTENTI...» a firma di Domenico Bilello in cui si legge: «Abbiamo preso visione dello schema di decreto di ripartizione del FESI relativo al 2010 ed a tal proposito non possiamo e non dobbiamo sottacere sui seguenti aspetti: 1. Si ripropongono le due tabelle una per gli enti di vertice di Roma e l'altra per il resto del mondo. 2. All'interno delle due tabelle se non bastassero i notissimi mal di pancia sulla ripartizione tra enti di vertice e non si introduce un ulteriore motivo di aspra critica che riguarda l'attribuzione di un assegno maggiorato per il personale graduato con +17 anni di servizio che per questo percepirà se effettivo agli enti di vertice di Roma la somma di 994,98 euro, contro per esempio i 786,95 euro del luogotenente effettivo negli stessi enti di vertice o alle 582,39 euro del luogotenente effettivo in tutti gli altri enti delle FF.AA.; 3. Premesso e non concesso, che la logica di tale scelta di far percepire una somma sensibilmente maggiorata ai graduati con oltre 17 anni di servizio è da ricercare nelle penalizzazioni che TUTTI i giovani hanno subito con le ultime concertazioni integrative a questo punto non si comprende il motivo per il quale ad esempio anche il personale del ruolo sergenti o del ruolo marescialli anch'esso giovane con oltre 17 anni di servizio non abbia avuto lo stesso importo. 4. Poi, perché utilizzare il FESI per questa "perequazione"? Il FESI così sbandierato ai quattro venti ai tempi della sua nascita non è finalizzato solo ad incentivare l'efficienza delle FF.AA.? La domanda sorge spontanea perché per analogia non utilizzare il FESI per risarcire i Marescialli Capi che non vengono promossi? Il 1o Maresciallo che non viene promosso a scelta al grado di Luogotenente? Oppure tutto il personale arruolato dalla 958/86 del ruolo sergenti, che ha collezionato una serie infinita di promesse ovviamente non mantenute? O anche per risarcire le note sperequazioni sulle operative dei Serg. Magg. +15 o +18? Diamolo pure, di sperequazioni stipendiali le FF.AA. sono piene.... Perché utilizzare il FESI solo per una piccolissima percentuale di personale??? [...]»;
gli interroganti ritengono che l'analisi svolta in tale lettera sia pienamente condivisibile in quanto pone dubbi su una ripartizione del fondo sbilanciata inspiegabilmente a favore del personale in servizio presso gli enti di vertice delle Forze armate nonché solleva forti perplessità, anch'esse condivise dagli interroganti, in merito all'attribuzione di un assegno maggiorato per il solo personale graduato con +17 anni di servizio, con una logica che appare discriminatoria nei confronti sia degli stessi graduati con minore anzianità di servizio sia del personale appartenenti


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ad altri ruoli con medesima anzianità di servizio -:
se il Ministro della difesa sia a conoscenza delle perplessità e del malcontento che una siffatta ripartizione del FESI (Fondo efficienza servizi istituzionali) sta generando nel personale militare;
se sia intenzionato a disporre una immediata revisione della ripartizione del fondo finalizzata all'azzeramento delle differenze di importi tra enti centrali e periferici nonché alla eliminazione della maggiorazione prevista per i soli graduati +17 in quanto discriminatorio e non coerente con le finalità del fondo di cui all'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 52 del 2009.
(4-11944)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica 461 del 2001 recante «Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell'equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegiate» innovando le procedure per gli specifici riconoscimenti ha ridenominato il CPPO in comitato per la verifica delle cause di servizio;
il decreto del Presidente della Repubblica in parola all'articolo 10, comma 3, prevede che componenti, nominati con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, sono prorogabili nella carica per non più di una volta;
con il decreto cosiddetto «Milleproroghe», all'articolo 2-octies, è stata disposta la proroga fino al 31 dicembre 2013 del mandato dei membri del Comitato per la verifica delle cause di servizio, nell'attuale composizione, consentendo nei fatti la permanenza nella carica di numerosi ufficiali superiori e generali/ammiragli medici fino ai limiti di età e ben oltre il limite dei due mandati previsti;
già nell'atto n. 4-04735 presentato il 27 ottobre 2009, a tutt'oggi senza risposta, gli interroganti avevano richiesto di conoscere, «quali indagini abbia fatto per accertare la presenza in più gradi di giudizio medico legale, anche attraverso l'emanazione di certificazioni e/o incarichi di direzione sovraordinata, del personale medico militare, con presunto conflitto di interessi diretto/indiretto e abuso, in particolare la presenza contemporanea in commissioni di verifica provinciale (svolte in regime extraprofessionale) e nel comitato di verifica del Ministro dell'economia e, in collegi/commissioni mediche di 2a istanza/appello/centrali e nel precitato comitato di verifica delle cause di servizio, e se il Ministro interrogato non ritenga opportuno stabilire dei limiti e/o un regime di incompatibilità tra diverse funzioni»; e fu richiesto ulteriormente se «nella circostanza se il Ministro interrogato non ritenga opportuno ricorrere al collocamento fuori ruolo o in posizione di comando degli attuali componenti medici militari componenti il comitato di verifica, previsto dall'articolo del decreto del Presidente della Repubblica 461 del 2009 allo scopo di ridurre i tempi di trattazione delle dipendenze da causa di servizio che risultano decisamente elevati rispetto ai tempi di norma»;
si è appreso da una nota in data 10 maggio 2011 che dell'organizzazione sindacale di base - Coordinamento nazionale Ministero dell'economia e delle finanze, che da gennaio del corrente anno il comitato di verifica delle cause di servizio ha interrotto la propria attività per la mancata erogazione dei fondi necessari al pagamento dei gettoni di presenza dei componenti del comitato stesso, costituiti da magistrati, avvocati dello Stato, dirigenti dello Stato, ufficiali medici superiori delle varie forze armate e delle Polizia di


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Stato, con la conseguente paralisi dell'attività di questo importantissimo organo collegiale, che oltre a costituire una palese violazione dei termini previsti dalla legge, sta producendo la creazione di un enorme arretrato, tenendo conto che mediamente pervengono al Comitato circa 3.000-4.000 fascicoli mensili, con le ovvie ripercussioni negative sul buon andamento dell'attività e sulla salute del personale che ritiene vi sia riconducibilità ad attività lavorativa delle cause produttive di infermità o lesione, in relazione a fatti di servizio ed al rapporto causale tra i fatti e l'infermità o lesione;
agli interroganti appare logico, nella considerazione che le attività del comitato di verifica delle cause di servizio risultano essere svolte per servizio ed in orario di servizio, che i componenti magistrati, avvocati dello Stato, dirigenti dello Stato, ufficiali superiori dei ruoli medici delle varie Forze armate e delle Polizia di Stato, svolgano le funzioni ad essi affidate in via esclusiva e, conseguentemente, siano assegnati per distacco o comando presso il medesimo istituto. Tale soluzione avrebbe il duplice effetto positivo di ridurre i costi di gestione del comitato - non essendo in tal caso più dovuta la corresponsione del gettone di presenza - e di assicurarne la funzionalità e il rispetto dei termini procedimentali assegnati dalla legge -:
quali siano state le motivazioni che hanno portato alla proroga - per norma - del mandato dei componenti in carica del comitato di verifica delle cause di servizio;
quali siano le motivazioni di sospensione dei fondi che ha determinato la riferita interruzione dell'attività con l'effetto che l'arretrato, già ampio e mai smaltito, risulta essere aumentato a dismisura e se nell'occasione non si ravveda la necessità di integrare l'organizzazione di settore in modo da consentire il rispetto dei tempi previsti;
quante pratiche risultassero trattate per seduta, quale ne sia stata la durata oraria, a quanto ammontino i gettoni di presenza per singola seduta e quante sedute settimanali siano svolte dal singolo componente;
quale sia, in termini percentuali, il parere negativo espresso del comitato sul totale complessivo delle pratiche trattate annualmente;
se corrisponda al vero che, quando esaminate, l'attuale metodologia di trattazione delle pratiche medico legali preveda l'attribuzione di codici e di motivazioni di diniego standardizzate, uguali per patologie, e che spesso non venga svolto approfondito esame delle istanze di parte, con conseguente aumento del ricorso giurisdizionale ed aggravio di costi per la collettività;
se i Ministri interrogati non ritengano di dover promuovere la modifica del quadro normativo che regola l'attività e la retribuzione dei componenti del comitato di verifica in premessa prevedendone l'assegnazione, per distacco o per comando presso il medesimo istituto;
se non si ravveda la necessità di modificare la composizione del comitato di verifica delle cause di servizio, integrandola anche con personale medico del servizio sanitario nazionale e di altre amministrazioni.
(4-11945)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per il turismo, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è prevista l'installazione di un radar a Punta Scomunica all'Asinara;
il radar in programma a Punta Scomunica all'Asinara è uno dei cinque di produzione israeliana che dovrebbero essere installati su altrettanti promontori lungo la costa -:
per quali motivi si intenda installare il radar in un'area di tale pregio;


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quali soggetti siano coinvolti nella realizzazione degli impianti;
quale sia stato l'iter autorizzativo per la realizzazione del suddetto radar;
se non si ritenga di soprassedere nella costruzione di tale impianto al fine di salvaguardare l'integrità dell'ecosistema.
(4-11952)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per il turismo, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è prevista l'installazione di un radar a Punta Foghe nel territorio comunale di Tresnuraghes;
il radar in programma a Punta Foghe è uno dei cinque di produzione israeliana che, dovrebbero essere installati su altrettanti promontori lungo la costa -:
per quali motivi si intenda installare il radar a Punta Foghe nel territorio comunale di Tresnuraghes;
quale sia stato l'iter autorizzativo per la realizzazione del suddetto radar;
se non si ritenga che tale radar sia lesivo di norme a tutela di zone di protezione speciale e aree marine protette;
se e quali verifiche siano state fatte per la valutazione dell'impatto elettromagnetico del radar prima della loro installazione e quali informazione sia stata fornita in merito alle popolazioni interessate ai manufatti;
se e quali azioni si intendano intraprendere per trovare una collocazione alternativa al suddetto radar, al fine di salvaguardare la salute degli abitanti e l'integrità dell'ecosistema.
(4-11953)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del turismo, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
tra gennaio e febbraio 2011 nel corso di una conferenza di servizi è stato dato il via libera alla realizzazione di un radar a Muru Biancu lungo la costa di Fluminimaggiore, nell'Iglesiente, senza che i cittadini avessero un'adeguata informazione;
si tratta di una zona di particolare pregio atteso che nel 2001 vi è stata la creazione del parco geominerario della Sardegna che ha permesso ai relativi luoghi di entrare a far parte del Patrimonio dell'umanità dell'Unesco;
in particolare, si lamenta l'assenza di precise notizie su eventuali rischi per la salute e sull'impatto dell'intervento;
il radar in programma a Capo Pecora è uno dei cinque di produzione israeliana che dovrebbero essere installati su altrettanti promontori lungo la costa;
un'importante manifestazione si è tenuta il 10 maggio 2011 per esprimere contrarietà all'installazione del radar e lamentare un'assenza di adeguata informazione alla cittadinanza -:
per quali motivi si intenda installare il radar a Muru Biancu;
quali soggetti siano coinvolti nella realizzazione dell'impianto;
quale sia stato l'iter autorizzativo per la realizzazione del suddetto radar;
se non si ritenga che tale radar sia lesivo di norme a tutela di zone di protezione speciale e aree marine protette;
se e quali verifiche siano state fatte per la valutazione dell'impatto elettromagnetico del radar prima della loro installazione


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e quali informazione sia stata fornita in merito alle popolazioni interessate ai manufatti;
se e quali azioni si intendano intraprendere per trovare una collocazione alternativa al suddetto radar, al fine di salvaguardare la salute degli abitanti, l'integrità dell'ecosistema e scongiurare in maniera assoluta condizioni di rischio e/o danno delle aree sottoposte a tutela.
(4-11954)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del turismo, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è prevista l'installazione di un radar a Capo Falcone, a Stintino;
il radar in programma a Capo Falcone è uno dei cinque di produzione israeliana che dovrebbero essere installati su altrettanti promontori lungo la costa -:
per quali motivi si intenda installare il radar in un'area di tale pregio paesaggistico e turistico;
quali soggetti siano coinvolti nella realizzazione degli impianti;
quale sia stato l'iter autorizzativo per la realizzazione del suddetto radar;
se non si ritenga di soprassedere nella costruzione di tale impianto al fine di salvaguardare la salute degli abitanti, dei numerosi turisti che frequentano la zona e l'integrità dell'ecosistema.
(4-11956)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione italiana di imprese di bonifica da ordigni e residui bellici (ASSOBON) in data 28 marzo 2011 (come risulta dal sito della stessa Associazione all'indirizzo http://www.assobonitaliana.it/Iniziative/Lett-29-03-11.pdf) ha inviato una lettera al direttore generale - GENIODIFE, relativa alle difficoltà nelle quali versa il settore per la mancanza di una normativa capace di regolamentare in maniera esaustiva e completa un settore così delicato e dal quale dipende la sicurezza delle maestranze impegnate in cantieri dove si effettuano scavi e movimenti di terra. La mancanza di un albo specifico, così come avviene per altri settori, per le imprese da ammettere a tale attività determina notevoli difficoltà da parte dell'autorità militare competente ad effettuare una efficace azione di vigilanza;
come è noto il problema della presenza di ordigni ancora presenti è molto rilevante: nel solo triennio 2007-2009, da dati forniti dal'amministrazione della Difesa, sono stati recuperati, a seguito di bonifica preventiva, 236.364 ordigni dei quali 534 erano pericolose bombe d'aereo;
in una ulteriore nota dell'ASSOBON tra l'altro denunzia «In un quadro già di per se poco rassicurante non sorprende che recentemente si siano verificati episodi di inusitata gravità, rappresentati da interventi di bonifica falsamente certificati come eseguiti, sui quali sono in corso già accertamenti delle competenti autorità.»;
l'episodio al quale si fa riferimento, anche se non espressamente indicato, sarebbe quello riguardante i lavori di raddoppio della linea ferroviaria Parma-La Spezia «Pontremolese» (nei comuni di Solignano, - Terenzo e Fornovo) appaltati da RFI ad ASTALDI s.p.a.;
l'ASTALDI affidò alla ditta SOGELMA srl di Scandicci nel 2006 la bonifica degli ordigni bellici delle aree interessate dai lavori sopra indicati. Oggi alcuni


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residui piccoli interventi sono ancora in corso e il tutto risulta correttamente eseguito e verificato da parte dell'autorità Militare. La bonifica, invece, di una parte consistente dei siti, all'inizio del 2008, fu avocata direttamente da RFI e la sola bonifica di questa parte fu affidata direttamente da RFI all'ABC sas di Firenze (trasformatasi in A.B.C. - GENERAL ENGINEERING srl);
a seguito di verifiche di archivio, effettuate dal 5° Reparto Infrastrutture (genio militare) di Padova, è stata riscontrata la falsità delle certificazioni in possesso di RFI riguardanti le aree bonificate dall'ABC sas e che tali certificazioni non sono mai state rilasciate dall'autorità militare;
allo stato attuale risultano impegnate da opere ferroviarie aree per le quali non è stata effettuata la bonifica dagli ordigni bellici o, comunque, non è stata effettuata la regolare procedura di verifica da parte dell'autorità militare, tale da garantire lo stato di sicurezza dei siti -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali siano le immediate azioni che intendono intraprendere;
se risulti che, la 5a direzione Genio di Padova che ha rilevato le gravi irregolarità ne abbia fatto denunzia alla procura della Repubblica competente per territorio.
(4-11960)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
dalla consultazione della rassegna stampa dell'Aeronautica militare di sabato 14 maggio 2011 è possibile apprendere che sul periodico «Analisi Difesa» edizione maggio 2011 è pubblicato un articolo a firma di Gianandrea Gaiani dal titolo «Le bombe silenziose degli italiani» con il quale l'autore offre una sintetica ma efficace ricostruzione della crisi libica. Articolo che appare opportuno riportare integralmente;
nell'articolo si legge «Inutile illudersi, non c'è argine al generale e progressivo tracollo di credibilità dell'Italia nel quale l'aspetto più ridicolo riguarda la saga della partecipazione alle operazioni militari alleate sulla Libia. Operazioni che secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, finiranno entro un mese o forse anche solo tra pochi giorni. Ci auguriamo abbia ragione anche se, come ricorda Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm), "i Ministri La Russa e Frattini sostengono che i bombardamenti effettuati dai nostri aerei potrebbero cessare in tre o 4 settimane perché evidentemente qualcuno, finalmente, li ha informati che il carburante e quanto altro serve per far volare i caccia si sta esaurendo con molta rapidità". Intanto sul campo di battaglia gli uomini di Gheddafi non sembrano passarsela poi così male e certo si sentiranno incoraggiati dalle comiche di guerra italiche». Nell'articolo si ricorda inoltre Comellini ha anche sostenuto l'evidente assurdità dell'impegno contenuto nella mozione messa a punto da Lega Nord e PdL. Un documento nel quale si pretende di stabilire la fine dei bombardamenti aerei, definiti «maggiore flessibilità operativa dei nostri velivoli». «Nocumento anche alle popolazioni civili, un incremento dei flussi migratori, maggiori oneri per lo Stato italiano e conseguente incremento della pressione fiscale per i cittadini». Altrettanto assurde, ad avviso del Comellini, sono state ritenute le ultime dichiarazioni del «Ministro della difesa, Ignazio La Russa, che dall'inizio dell'anno è riuscito a litigare con tutti, escluso il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, ma solo perché non sa chi sia. Il ministro è riuscito a essere in disaccordo persino con sé stesso auto smentendosi almeno tre volte tra gennaio e aprile. Non ci credete? Il 20 marzo La Russa dichiarò al programma "In Mezz'ora" su Raitre, che non ci sarebbe stata alcuna limitazione all'intervento italiano


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in Libia. "Abbiamo trasferito sotto il comando della Coalizione otto aerei, quattro Tornado Ecr e 4 caccia con funzione antiaerea. Se ci chiedessero altri tipi di assetti da bombardamento più esteso non è intenzione dell'Italia mettere caveat al programma di intervento". Il 29 aprile, 40 giorni dopo, il "ministro della Coerenza" ha cambiato idea. "Sto facendo mettere al corrente la Nato una sorta di caveat, di modalità delle regole d'ingaggio italiane. Vogliamo che i nostri aerei non agiscano aria-terra nelle città. A meno che non debbano salvare civili sotto attacco da un pericolo grave e attuale. Sto lavorando affinché la compatibilità delle nostre missioni con quel caveat siano verificate nel comando da due nostri ufficiali dotati di una sorta di cartellino rosso". Il 18 aprile La Russa si recò a Washington per dire al Segretario alla Difesa, Robert Gates, che l'Italia non avrebbe fornito alla Nato altri aerei ne avrebbe bombardato la Libia. "Come prevedevo non c'è stata alcuna particolare insistenza rispetto all'opportunità che l'Italia fornisca ulteriori assetti, in particolare nelle azioni aria-terra perché ho spiegato le ragioni che ci inducono a considerare già più che soddisfacente l'apporto che l'Italia da in quella regione, io non sono così convinto che ci sia un bisogno tecnico-militare di nuovi aerei che bombardino". La settimana successiva, il 25 aprile, La Russa ci ha informato che gli aerei italiani lanceranno bombe e missili che colpiranno "obiettivi rigidamente selezionati in modo da non mettere a rischio la vita dei cittadini" spiegando che "l'Italia non ha voluto sentirsi da meno degli altri Paesi che hanno voluto assistere i cittadini che sono sotto i colpi dell'esercito di Gheddafi". Il giorno dopo aggiunse che "per quanto riguarda l'operatività non c'è un grande cambiamento: fino ad ora avevamo degli assetti che avevano il compito di lanciare dei missili contro i radar mentre adesso utilizzeremo gli armamenti anche per colpire coloro che attentano alla vita dei civili, i carri armati o altre postazioni militari»;
Comellini ha anche messo in evidenza la contraddittorietà delle dichiarazioni del ministro La Russa che «ha voluto spiegare che tra bombardare e non bombardare non c'è nessuna differenza! Ma la prova di coerenza più sensazionale il ministro la offre sul tema della censura applicata a tutte le informazioni riguardanti i raids dei jet italiani che sganciano bombe e missili non solo intelligenti e buoni ma persino silenziosi. Armi ben educate per non disturbare l'opinione pubblica. "Voglio ribadire che la mia dottrina, chiamiamola così, quella della massima trasparenza. Anche perché non c'è nulla da nascondere" disse il ministro il 6 gennaio 2011 e sei giorni dopo aggiunse di aver diramato la "direttiva" che ci sia "massima trasparenza" in tutti quei casi in cui i militari sono costretti ad usare "la forza giusta". Il 29 aprile 2011, in un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera, Maurizio Caprara chiese a La Russa che cosa avessero colpito i Tornado italiani. La risposta fu: "Non ritengo sia necessario fornire queste informazioni". E meno male che la sua dottrina quella della trasparenza». Dopo aver sostanzialmente inibito, ad avviso degli interroganti, la possibilità di esprimersi da parte dei militari «La Russa ha ridotto la comunicazione istituzionale a sei righe di aria fritta diffuse con cadenza settimanale ma ha avuto l'ardire di attribuire il black-out mediatico all'Alleanza Atlantica. "La Nato non distingue tra l'aereo francese, l'italiano, l'inglese. Ha a disposizione i mezzi delle varie nazioni che partecipano alle azioni, dunque non tocca a me dire che fa l'aereo italiano rispetto al francese o all'inglese. Lo dirà, se vorrà, soltanto la Nato" ha dichiarato fingendo di non conoscere la politica di comunicazione dell'Alleanza Atlantica. Nella guerra libica come in quella afgana la Nato comunica il numero delle missioni o dei caduti ma non rivela la nazionalità dei velivoli o dei soldati perché questo compito affidato alle singole nazioni. Britannici, francesi, americani e tutti gli altri comunicano dettagli e informazioni sulle missioni effettuate, persino interviste ai piloti come si evince leggendo la stampa estera e visitando i siti delle forze armate di quei Paesi. L'Italia no, ma una decisione


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del Governo, non della Nato ed è grave e al tempo stesso ridicolo che il ministro La Russa cerchi di scaricare le responsabilità sue e dell'esecutivo di cui fa parte. Quando presero il via le operazioni, il 19 marzo, molti giornalisti chiesero di potersi imbarcare sulle navi alleate e la Nato registrò la disponibilità in tal senso dei singoli Paesi. La portaelicotteri americana Kearsage venne "invasa" da reporter e troupes televisive, l'italiana Garibaldi rimasta deserta perché Roma autorizzò le visite dei giornalisti solo sulle navi in porto!»;
ad avviso degli interroganti il quadro complessivo delle dichiarazioni offerte dal Ministro della difesa alla stampa, come sagacemente evidenziato dallo stesso autore dell'articolo, appare estremamente contraddittorio -:
se il Ministro non ritenga opportuno rendere una corretta e trasparente informazione sulle operazioni svolte dalle Forze armate italiane e conseguentemente rendere noti:
a) quante siano state le missioni aeree/navali/terrestri condotte sul territorio libico, quali siano gli obiettivi e quali modalità siano state adottate per la loro distruzione;
b) quanti ordigni siano stati sganciati/lanciati dalle Forze armate italiane sul territorio libico, di quale tipo e con quale risultato;
c) quanti militari italiani e di quale Forza armata siano effettivamente impiegati nelle operazioni riferite alla crisi libica, con quali mansioni, quante siano le ore di lavoro straordinario complessivamente effettuate e quali siano i costi;
d) quali siano stati i costi complessivamente sostenuti per garantire l'operatività dei mezzi aerei navali e terrestri utilizzati nelle azioni contro la Libia e/o di supporto ad altri mezzi della coalizione;
e) quali siano i costi degli ordigni bellici e degli armamenti fino ad oggi impiegati specificandone il tipo e il costo per singola unità.
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