Allegato B
Seduta n. 443 del 2/3/2011


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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

PES, SCHIRRU e MELIS. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul sito www.costruendo.lindro.it è stato pubblicato, l'11 febbraio del 2011, un articolo di Gianni Lannes intitolato «Bombe atomiche: Usa in Italia»;
in tale articolo, l'autore sostiene che in Italia vi sarebbero armi atomiche americane per una potenza distruttiva pari a 900 volte l'effetto prodotto dalle bombe sganciate dagli USA su Hiroshima e Nagasaki;
480 sarebbero le «bombe nucleari dislocate in otto basi aeree in sei Paesi europei della Nato: 150 in Germania, 110 in Gran Bretagna, 90 in Italia, 90 in Turchia, 20 in Belgio e 20 in Olanda»;
tali bombe nucleari, della tipologia B61, ovvero degli ordigni tattici affusolati adatti ad essere trasportati, fissati alle ali, dai cacciabombardieri, avrebbero una potenza che può variare da 0,3 a 170 chilotoni (quella della bomba sganciata su Hiroshima era di circa 15);
nell'aprile del 1999, il Governo italiano ha sottoscritto un accordo sulla «pianificazione nucleare collettiva» della Nato, in cui si dispone che «l'Alleanza osserverà forze nucleari adeguate in Europa, con caratteristiche di flessibilità e capacità di sopravvivenza tali da essere percepite come un elemento credibile ed efficace nella strategia atlantica di prevenzione dei conflitti»;
l'accordo del 1999 richiama la «Direttiva 60» del 1997 promulgata dal Presidente Clinton nella quale si stabilisce che «le armi nucleari non solo continuano a essere puntate su Russia e Cina, ma possono essere usate contro Stati-canaglia e contro soggetti non-statali che minaccino gli Stati Uniti, le loro truppe all'estero e i loro alleati con armi di distruzione di massa, anche non nucleari»;
l'articolo 2 del Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari impone che «Ciascuno degli Stati militarmente non-nucleari, si impegna a non ricevere da chi che sia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, direttamente o indirettamente»;
lo spiegamento, sempre da quanto si legge nell'articolo di Gianni Lannes, delle armi nucleari Usa in Europa è regolato, da una serie di accordi segreti, che i rispettivi Governi non hanno mai sottoposto ai rispettivi Parlamenti;
l'accordo che regola le armi nucleari Usa in Italia è lo «Stone Ax»: il piano ascia di pietra;
tale accordo permetterebbe agli Stati Uniti di schierare armi nucleari sul territorio italiano e stabilirebbe il principio della doppia chiave, ovvero prevedere che una parte di queste armi possa essere usata dalle forze armate italiane una volta che gli USA ne abbiano deciso l'impiego;
a tal fine, documenterebbe il rapporto «piloti italiani vengono addestrati all'uso delle bombe nucleari nei poligoni di Capo Frasca (Oristano) e Maniago II (Pordenone)»;
la conferma, secondo Lannes, arriverebbe da un addetto ai lavori: il colonnello Nicola Lanza De Cristoforis, il quale, intervistato


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quando era comandante del 6o stormo di Ghedi, aveva rivelato «da qualche anno ci addestriamo soltanto in Sardegna e sono a conoscenza in parte di questi accordi intergovernativi segreti Italia-USA»;
il 10 marzo del 2005, il sottosegretario alla difesa Giuseppe Drago, rispondendo ad un'interpellanza urgente (2-01481) sottoscritta da 32 parlamentari aveva riconosciuto che «la presenza di armi nucleari in Europa, sul territorio di paesi alleati non detentori di ordigni nucleari, costituisce un aspetto essenziale del nuovo concetto strategico della NATO che assicura la copertura, ma anche il coinvolgimento dell'intera Alleanza, del cosiddetto ombrello nucleare della NATO stessa» -:
se quanto apparso nell'articolo di Gianni Lannes corrisponda a verità, ovvero se nel territorio italiano vi siano armi nucleari americane;
in caso di risposta positiva, quale sia il numero e la tipologia delle armi suddette.
(4-11105)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la nota 11/3-5 del 28 febbraio 2011 il Comando interregionale carabinieri «Pastrengo», rispondendo ad una delibera dell'organo di rappresentanza intermedio (n. 204 del Verbale n. 137/X), avente ad oggetto «Possibilità di iscrizione ai partiti politici da parte dei militari» ha reso noto che la direzione generale per il personale militare del Ministero della difesa in data 19 gennaio 2011 ha comunicato che la materia è oggetto di esame congiunto tra i vertici delle Forze armate e i Comandi generali dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza -:
se vi siano stati, e nel caso quali siano, i risultati dell'esame congiunto effettuato da parte dei vertici militari, in caso contrario quanto tempo ritenga sia necessario alle predette gerarchie militari per la conclusione del citato esame congiunto che agli interroganti appare un'attività superflua e defatigante nella considerazione che il diritto trattato dalla delibera citata in premessa - già pienamente sancito dalla Costituzione - non può essere oggetto di alcuna libera interpretazione o restrizione che non sia espressamente prevista da una norma di rango primario.
(4-11109)