Allegato B
Seduta n. 365 del 4/8/2010

TESTO AGGIORNATO ALL'8 FEBBRAIO 2011


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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il colonnello pilota Gianmarco Bellini in forza alla Aeronautica militare italiana prendeva parte alla guerra del golfo nel 1990-91;
come è noto la sera del 17 gennaio 1991 partecipò ad una azione bellica;
operato un attacco fu abbattuto dal nemico e fatto prigioniero per 47 giorni, in cui fu sottoposto a evidenti torture fisiche e psicologiche;
liberato il 3 marzo 1991, fu ricoverato su una nave militare USA come «prigioniero di guerra liberato» e gli venivano diagnosticate due fratture alla colonna vertebrale ed una alla mandibola;
tornato in patria il Presidente della Repubblica volle insignirlo di medaglia d'argento al valor militare;
risulta all'interrogante che vi sarebbe opposizione da parte del Ministero della Difesa nel riconoscimento delle predette ferite come dovute ad azioni di guerra -:
se quanto sopra corrisponda a verità e quali siano le motivazioni di questo intendimento da parte del Ministero;
se sia stato riconosciuto sullo stato di servizio del colonnello Gianmarco Bellini il periodo di guerra cui ha preso parte con l'operazione ONU in Iraq, denominata «LOCUSTA», dal 25 settembre 1990 al 7 marzo 1991 ovvero fino al momento del suo ritorno in patria;
se le ferite riportate in combattimento riconosciute dalla commissione medica militare, siano state messe a matricola e conteggiate come tali ex articolo 93 del regolamento per la disciplina delle uniformi.
(4-08369)

ANDREA ORLANDO. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la società Whitehead Alenia Sistemi Subacquei spa è una società del gruppo Finmeccanica di primaria importanza a livello mondiale nel settore della costruzione di sistemi di difesa subacquei; conta circa 400 dipendenti nelle sedi di Livorno, Napoli, Genova e La Spezia,
tale società compete sul mercato globale grazie a standard qualitativi elevati, che hanno consentito ai sistemi da essa prodotti di essere utilizzati da numerosissime marine in tutto il mondo ed impiega per lo più ingegneri altamente qualificati;
il consiglio di amministrazione della Wass spa risulta essere stato recentemente rinnovato, con la nomina a consigliere da parte di Finmeccanica di Giacomo Gatti, un consigliere comunale spezzino del Pdl;
le uniche notizie disponibili, e non smentite (Il Secolo xix del 23 luglio 2010 pagina 14), attribuiscono questa nomina all'intenzione del Ministro della difesa di ricompensare Gatti per le quattromila preferenze che questi ha ottenuto alle scorse elezioni per il consiglio regionale della Liguria, nel quale non e stato eletto;


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se queste fossero le reali motivazioni della nomina, ciò rappresenterebbe un metodo discutibile di gestione del governo dell'impresa e ad avviso dell'interrogante, le medesime rischierebbe oggettivamente di apparire come una vera e propria operazione politica -:
sulla base di quali presupposti e requisiti sia avvenuta la nomina di Giacomo Gatti a Consigliere di amministrazione della società Wass spa.
(4-08384)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa - Per sapere - premesso che:
l'abbandono del servizio di leva ha portato ad una forte contrazione del numero dei giovani chiamati alle armi e che infatti oggi svolgono questi compiti solo con carattere volontario;
là ove vi erano tradizionali arruolamenti in armi e specialità legate al territorio - come per le truppe alpine - sono state chiuse innumerevoli caserme e cancellate le conseguenti pagine di storia legate ai rapporti tra queste truppe e le rispettive aree di arruolamento;
è opportuna una almeno saltuaria presenza di queste truppe nelle zone alpine -:
se non si ritenga di dover intervenire sui comandi preposti, al fine - soprattutto nel periodo estivo - di fare effettuare campi di addestramento nelle più diverse aree dell'arco alpino per perpetuare almeno per qualche tempo una linea di continuità e di presenza con le popolazioni là residenti.
(4-08388)

RENATO FARINA e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il tenente colonnello dei carabinieri, Fabio Cagnazzo, comandante del nucleo operativo di Castello di Cisterna, è stato trasferito, a partire dal prossimo settembre, al nucleo operativo di Foggia;
un rapporto della squadra mobile di Napoli avrebbe additato, secondo notizie di stampa, il colonnello Cagnazzo quale fiancheggiatore degli «scissionisti» della camorra, sulla base delle dichiarazioni di un pentito, il quale non avrebbe neppure fatto il nome del colonnello Cagnazzo ma si è limitato a una descrizione sommaria;
non appena si è diffusa la notizia di tale rapporto, il procuratore Giovandomenico Lepore ha precisato che il colonnello Cagnazzo non era iscritto nel registro degli indagati;
in coincidenza con questi avvenimenti il tenente colonnello Fabio Cagnazzo è stato trasferito al nucleo operativo di Foggia;
in precedenza un comunicato congiunto del comando legione carabinieri della Campania e della questura vesuviana, mentre offriva un'immagine rassicurante dei rapporti collaborativi fra l'Arma e la polizia di Stato, non esprimeva alcuna solidarietà al colonnello Cagnazzo, con ciò suggerendo l'ovvia interpretazione che si trattasse di trasferimento punitivo come manifestazione di irreprensibilità dell'Arma, che tiene giustamente a mantenere un'immagine assolutamente nitida;
è invece accaduto l'imprevedibile: 26 su 30 sostituti procuratori hanno firmato il 23 luglio una lettera collettiva, contestante il trasferimento e prodiga di elogi nei confronti dell'ufficiale, descritto come protagonista di numerose importanti operazioni di polizia e della cattura di ben 180 latitanti. Si noti che primo firmatario del documento indirizzato al procuratore risulta essere il dottor Luigi Alberto Cannavale, uno dei titolari delle indagini sulle attività degli scissionisti; mentre tra i quattro pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia che invece non hanno firmato c'è Stefania Castaldi, anche lei impegnata nelle indagini sugli scissionisti;


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a quel punto è stata diffusa attraverso le agenzie una precisazione che suona all'interrogante più inquietante del trasferimento punitivo. La decisione di trasferire Cagnazzo è stata motivata infatti come un normale avvicendamento dopo otto anni di permanenza dell'ufficiale a Castello di Cisterna, tenuto anche conto che a giugno 2010, nel corso di un comitato provinciale straordinario per la sicurezza pubblica a Foggia, era stato chiesto al Ministro dell'interno di inviare gli investigatori migliori, al fine di stroncare sul nascere la mafia garganica. Sulla scorta di tale richiesta il comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli aveva deciso il trasferimento del tenente colonnello Fabio Cagnazzo a Foggia, un mese prima del rapporto firmato dal capo della mobile napoletana;
la diffusione di tale giustificazione, alla luce delle procedure di trasferimento, del curriculum dell'ufficiale e delle situazioni oggettive concernenti la mafia garganica, assume secondo l'interrogante un significato pretestuoso e lesivo per la dignità dell'Arma;
consta infatti all'interrogante che:
a) tutta la linea di comando sovraordinata all'ufficiale fosse contraria al suo trasferimento e solo il generale Gallitelli si sarebbe imposto per sanzionare il trasferimento;
b) al trasferimento ha dato parere favorevole il Ministro dell'interno;
c) l'annotazione sul libretto personale dell'ufficiale del trasferimento a Foggia equivale a un declassamento che danneggerà comunque la sua carriera;
d) la mafia garganica, quantunque preoccupante, non può essere neppure lontanamente considerata un valido motivo per distogliere il colonnello Cagnazzo da un contesto nel quale ha dato ampia prova di valore, a sentire 26 su 30 sostituti procuratori napoletani; occorre ricordare, inoltre, che l'Arma dispone di centinaia di investigatori in grado di contrastare la nascente mafia garganica senza smantellare le strutture investigative partenopee dedicata alle camorre ben altrimenti agguerrite e affermate;
la lettera collettiva dei sostituti procuratori rappresenta un fatto unico nella storia giudiziaria italiana. Ciò che viene a conferire un peso che sarebbe inconcepibile trascurare, in quanto il giudizio lì espresso è pronunciato e sottoscritto da chi lavora sul campo, a fianco a fianco col colonnello Cagnazzo, e dunque ha il polso della situazione ed è in grado di valutare - come appunto ha fatto - se un rapporto di polizia giudiziaria sia attendibile oppure si presti a un disegno, per ora dai contorni oscuri, certamente tuttavia a danno di un ufficiale valoroso;
appare inoltre singolare che l'Arma dei carabinieri, che poche settimane fa ha fatto giustamente quadrato intorno al condannato in primo grado e valorosissimo generale Giampaolo Ganzer, non trovi altrettanta fermezza per tutelare l'immagine dell'Arma e del valorosissimo e non ancora pregiudicato tenente colonnello Fabio Cagnazzo -:
se i fatti sopra riportati risultino al Governo;
quali provvedimenti abbiano inteso assumere per tutelare la dignità dell'Arma;
quali risposte intendano dare alla lettera collettiva dei sostituti procuratori napoletani, le cui argomentazioni o sono pretestuose e, pertanto meritano l'adozione di iniziative disciplinari, oppure sono fondate e necessitano d'una decisione conseguente, che certo non è quella offerta dal generale Leonardo Gallitelli, secondo una procedura monocratica ovvero per un accordo col ministero dell'interno del quale sfugge all'interrogato la ratio e l'obiettivo finale.
(4-08393)