Allegato B
Seduta n. 357 del 22/7/2010

TESTO AGGIORNATO AL 15 FEBBRAIO 2011


Pag. 14802


...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 4 luglio del 2010 è stato assassinato presso il quartiere Aurelio di Roma a colpi di pistola il pregiudicato Carmine Gallo, giova rilevare che la relazione della direzione investigativa antimafia al Parlamento del secondo semestre del 2009 ha rilevato l'operatività del clan Gallo di Torre Annunziata anche a Roma e nel Lazio;
il 10 settembre del 2001 veniva ucciso da un commando a Torvaianica Giuseppe Carlino, 43 anni, assieme ai fratelli Francesco e Calogero, boss di spicco della banda della Marranella;
il 18 ottobre 2002, alle ore 16,40, Paolo Frau, pluripregiudicato, già membro di spicco della «Banda della Magliana» e fino al decesso notoriamente capo dell'organizzazione criminale operante sul litorale romano e dedita alla commissione di molteplici e gravi delitti, veniva ucciso sotto la sua abitazione, sita in Ostia Lido, da due uomini con il volto coperto da caschi integrali, a colpi di arma da fuoco;
il 22 novembre dello stesso anno veniva assassinato a Ciampino Michele Stettanni, pregiudicato collegato alla consorteria criminale Senese;
il 29 febbraio del 2008 veniva assassinato a Roma Umberto Morzilli, collegato ai figli di Enrico Nicoletti, con i quali risultava essere condannato in primo grado per il delitto di tentata estorsione; Morzilli risultava altresì indagato nel procedimento contro il faccendiere Danilo Coppola;
il 5 giugno del 2009 veniva assassinato ad Acilia Emidio Salomone, già raggiunto da un provvedimento cautelare per il delitto di associazione a delinquere di tipo mafioso e secondo le indagini della squadra mobile di Roma elemento apicale di una consorteria criminale attiva ad Ostia;
il giudice per le indagini preliminari distrettuale di Roma, nell'ordinanza di custodia cautelare del 28 ottobre 2004, così descrive il Salomone: «Salomone Emidio è uno dei promotori, unitamente al Pergola Roberto, dell'associazione delinquenziale mafiosa individuata ed operante in Ostia Lido. Il predetto, già membro di spicco della cosiddetta »Banda della Magliana« e »braccio armato« del defunto Frau Paolo, dal quale ha »ereditato« il sodalizio in questione, annovera numerosi e gravi pregiudizi penali per traffico di sostanze stupefacenti, rapina, porto abusivo


Pag. 14803

d'armi da fuoco, evasione, furto, ricettazione, lesioni dolose e danneggiamento aggravato, evasione, ed altro»;
il delitto di Carmine Gallo con molta probabilità è ascrivibile alla criminalità organizzata -:
di quali elementi disponga il Ministro interrogato per quanto riguarda la penetrazione e l'operato delle mafie nel tessuto finanziario e produttivo della capitale e della regione Lazio, nonché sull'incidenza delle operazioni malavitose sulla sicurezza dei cittadini e la trasparenza e libertà delle attività economiche;
quali iniziative intenda assumere per rafforzare l'attività di contrasto alla criminalità organizzata nella capitale e nel Lazio, anche in relazione ai fatti delittuosi di cui in premessa.
(4-08127)

MARSILIO, RAMPELLI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la cronaca recente ha riportato la notizia della vasta operazione della Guardia di finanza contro la mafia cinese nel corso della quale, in diverse regioni italiane, sono stati eseguiti numerosi arresti, perquisizioni e sequestri di beni immobili, mobili di lusso, quote societarie e denaro contante;
suddetta operazione, volta a colpire un avviato giro di riciclaggio, ha acceso i riflettori sulla criminalità organizzata cinese, in costante sviluppo e crescente radicamento nel territorio italiano, come testimoniato anche dalle numerose segnalazioni provenienti da amministratori locali, istituzioni e soggetti che a diverso titolo si sono occupati della questione;
non da ultimo lo stesso Roberto Saviano, spesso ascoltato autore di denunce sui fenomeni mafiosi, nel suo ormai celebre «Gomorra», scrive che "il porto di Napoli è il buco del mappamondo da dove esce quello che si produce in Cina, estremo Oriente come ancora i cronisti amano definirlo [...] tutto quello che si produce in Cina viene sversato qui [...] il solo porto di Napoli movimenta il 20 per cento del valore dell'import tessile dalla Cina, ma oltre il 70 per cento della quantità di prodotto passa qui. È una stranezza complicata da comprendere, però le merci portano con sé magie rare, riescono ad esserci non essendoci, ad arrivare pur non giungendo mai, a essere costose al cliente pur essendo scadenti, a risultare di poco valore al fisco pur essendo preziose;
ancora, nello stesso capitolo del libro, sempre Saviano scrive che «a Napoli ormai si scarica quasi esclusivamente merce proveniente dalla Cina, 1.600.000 tonnellate. Quella registrata. Almeno un altro milione passa senza lasciare traccia. Nel solo porto di Napoli, secondo l'Agenzia delle Dogane, il 60 per cento della merce sfugge al controllo della dogana, il 20 per cento delle bollette non viene controllato e vi sono cinquantamila contraffazioni: il 99 per cento è di provenienza cinese e si calcolano duecento milioni di euro di tasse evase a semestre»;
a conferma di quanto ai punti precedenti, la DIA (direzione investigativa antimafia), nella relazione del primo semestre 2009, parlando della criminalità cinese, scrive che «i sequestri di merce attuati dalle forze dell'ordine dimostrano come le stesse arrivino in Italia principalmente attraverso gli scali doganali marittimi, ma talvolta anche in quelli aerei e terrestri e in tale fase è di fondamentale importanza la complicità degli italiani deputati alla alterazione della documentazione da presentare in dogana» e che «nessuna area nazionale è risultata immune dal fenomeno, anche se chiaramente a maggiore sollecitazione sono esposte quelle che rappresentano i luoghi di ingresso, tra i quali si segnalano i diversi porti di attracco delle navi porta containers»;
sempre la DIA rileva che «illecito direttamente correlato all'industria del falso è quello della immissione nel circuito legale di tutti i proventi derivanti dalla vendita dei prodotti e che si configura come una vera e propria attività di riciclaggio.


Pag. 14804

Si tratta generalmente di denaro liquido, parte del quale, attraverso una serie di soggetti compiacenti, quasi sempre italiani, transita in Cina, attraverso un giro di false fatturazioni che contestualmente servono anche ad evadere il fisco»;
in relazione al punto di cui sopra, dai dati del «V Rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni della Caritas di Roma» emerge che, nel 2007, le rimesse inviate dall'Italia sono state destinate per il 47,1 per cento in Asia, il 25,7 per cento in Europa (nella quasi totalità dirette verso i paesi dell'Est), il 15,1 per cento in Africa e il 12 per cento in America (quasi esclusivamente in America Latina);
dal medesimo rapporto si evince che, nel periodo tra il 2004 e il 2007, si è assistito ad un incremento del 151 per cento delle rimesse dell'area romana, e nel solo 2007 ben 1,207 miliardi di euro si sono diretti verso l'Asia;
nello specifico, si può leggere che «la Cina è il primo paese di destinazione degli invii monetari effettuati attraverso i Money Transfert, sia in Italia che a Roma. Dalla capitale, nel corso del 2007, ha avuto origine la metà dei flussi diretti in Cina dall'intera penisola, una quota che di per sé suscita stupore se associata al numero dei cinesi presenti nel capoluogo di provincia laziale, appena il 5.6 per cento di tutti i cinesi residenti in Italia»;
ancora dal rapporto della Caritas di Roma, dopo aver appreso che, dal 2005 al 2007, è quasi raddoppiato il volume complessivo delle rimesse facente capo alla comunità cinese, a testimonianza del crescente radicamento territoriale, si può leggere che «la Cina, con 689 milioni di euro, totalizza il 45.8 per cento dei flussi monetari inviati da Roma» e che la stessa «che conta 8.840 residenti nella provincia di Roma, ha il valore annuo pro capite più alto (78.006 euro)», precedendo le Filippine (16.577 euro) e gli altri Paesi con valori nettamente inferiori (dai 5.412 euro della Colombia a scendere);
la situazione romana, in particolare, è stata più volte portata all'attenzione delle istituzioni dalle numerose segnalazioni dei residenti del rione Esquilino, esasperati dalla presenza delle attività commerciali cinesi e da tutto ciò che ruota loro intorno, con fenomeni di illegalità diffusa e manifesta;
anche le istituzioni locali, sindaco Alemanno in testa, si sono mobilitate nei confronti di questo fenomeno e sono diverse le segnalazioni di consiglieri municipali alle autorità competenti, con circostanziate denunce di negozi che fungono da «vetrina» per la scelta della merce, poi ritirata in altra zona con palese elusione delle normative fiscali e del commercio;
a conferma di quanto esposto nei capoversi precedenti, nel rapporto «Analisi ed elaborazione dati sull'immigrazione cinese in Italia» del dicembre 2008, curato dalla missione italiana dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni e dal Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell'interno, si sostiene che l'elevata quota di invii monetari (Roma continua a detenere la metà delle rimesse) «deve essere attribuito alla presenza nella capitale di oltre 400 commercianti all'ingrosso cinesi che importano merci dalla madrepatria»;
ulteriore riprova sono le parole del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi che, nel corso dell'audizione alla Commissione antimafia del giugno 2007, parlando delle economie della comunità immigrata cinese, ebbe a dire che tali dati «non consentono un riscontro sull'origine delle rimesse di cui una parte importante proviene verosimilmente da attività svolte in un contesto di economia sommersa che si presta all'evasione della normativa fiscale»;
a questi reati, secondo quanto rilevato dalla DIA nella relazione citata in precedenza a proposito della mafia cinese, si devono aggiungere nuove tipologie delittuose, come il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, lo sfruttamento del lavoro nero e della prostituzione, «reati connessi agli stupefacenti, che appaiono di più recente sviluppo all'interno


Pag. 14805

di questa comunità etnica e fanno segnare una evoluzione» e, da ultima, la clonazione dei titoli di pagamento elettronici;
le indagini delle forze dell'ordine nei confronti della comunità cinese sono rese particolarmente difficili dalla difficoltà di comprensione della loro lingua, suddivisa in centinaia di dialetti, che rendono impermeabile tale comunità e ne rafforzano i vincoli solidaristici tra gli appartenenti alla stessa;
ancora dalla relazione semestrale della DIA, a proposito di contraffazione e importazione irregolare di merci, si può leggere che «si tratta di un business illecito milionario e, come definito opportunamente dalle agenzie dell'ONU, rappresenta a livello internazionale »un'attività illecita particolarmente redditizia, anche in rapporto ad altre assai proficue come il traffico di droga e di armi. Inoltre, le organizzazioni criminali che oggi controllano l'effettiva produzione e il commercio di prodotti contraffatti sono attratte dalla mancanza di deterrenti legislativi«. Tale mancanza è reale anche nel nostro Paese ma è stata già auspicata l'opportunità di considerare maggiormente la plurioffensività di tali reati, trasferendone la collocazione dai delitti di falso a quelli più gravi contro l'economia, sperando in un riassetto normativo ed ampliando la competenza giudiziaria distrettuale per le nuove eventuali fattispecie di reato» -:
se sia intenzione del Ministro interrogato proporre iniziative normative che recepiscano i suggerimenti avanzati dalla DIA;
se non ritenga opportuno adottare urgenti iniziative, tramite i mezzi a disposizione e per quanto di propria competenza, per potenziare le capacità investigative nei confronti della criminalità cinese;
quali specifiche iniziative intenda intraprendere al fine di contrastare il radicamento e la diffusione della mafia cinese in Italia;
se non ritenga necessario, per la città di Roma, adottare un piano particolareggiato di interventi che possa fronteggiare e arginare le situazioni descritte in premessa, che, sia sul versante della sicurezza che dell'ordine pubblico, stanno raggiungendo livelli di vero e proprio allarme sociale.
(4-08133)