Allegato B
Seduta n. 253 del 26/11/2009


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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il giornalista Gianni Lannes, free lance e fotografo, ha lavorato con la gran parte delle testate italiane, e si è distinto realizzando importanti inchieste su temi particolarmente delicati denunciando gli interessi della mafia intorno al traffico dei rifiuti tossici, di anni, nonché della tratta di esseri umani;
gli articoli giornalistici di Lannes sono scrupolosamente dettagliati e non risparmiano i nomi e i cognomi di personaggi collusi con la mafia e la criminalità organizzata. Il requisito dell'aperta denuncia, proprio dei lavori a firma Lannes, ha fatto sì che molte delle sue inchieste siano state poste al vaglio dei magistrati;
Lannes ha reso consapevoli i suoi lettori di vicende che, sebbene drammatiche per il territorio e la salute dei cittadini,


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non sono state sufficientemente portate all'attenzione dell'opinione pubblica;
Lannes da alcuni mesi si stava occupando delle imbarcazioni inabissate nei fondali dell'Adriatico, in particolare nell'area del Gargano. Le cosiddette navi dei veleni che trasportavano scorie tossico-nocive e che sono affondate misteriosamente (o volontariamente), alcune addirittura in seguito a speronamenti, sversando in mare spazzatura tossica e radioattiva;
Gianni Lannes per alcuni è una «penna scomoda» ed è stato pertanto oggetto di numerose minacce, una di queste risale a settembre 2007: una lettera recava scritto «Sei morto Gianni Lannes»;
agli interroganti risulta che ad un collaboratore del giornalista sia giunta una mail anonima in cui si preannunciavano episodi intimidatori che effettivamente si sono verificati tempo dopo;
il 31 maggio 2008 Lannes è stato minacciato con una pistola da uno sconosciuto, identificato tempo dopo dai carabinieri di Orta Nova (Foggia);
agli interroganti risulta che il 2 luglio 2008 il giornalista sia stato anche pedinato da sconosciuti fino sotto casa e che a seguito della denuncia ai carabinieri veniva individuata l'auto di uno dei pedinatori;
negli ultimi quattro mesi Lannes ha subito tre attentati e una minaccia di morte;
il 2 luglio 2009 Lannes avrebbe dovuto intervistare il professor Giulio Russo Krauss, docente all'Università Federico II di Napoli e all'Accademia Navale di Livorno, nell'ambito di un servizio sul peschereccio Francesco Padre, affondato il 4 novembre 1994 al largo di Molfetta per causa da accertarsi e su cui è stato posto il segreto di Stato;
lo stesso giorno l'automobile di Lannes è stata incendiata. L'evento di stampo mafioso ha pertanto impedito al giornalista di portare a termine il servizio, che infatti non è stato mandato in onda dalla RAI;
in seguito all'episodio intimidatorio, il tribunale di Foggia ha sequestrato l'auto di Lannes per gli opportuni accertamenti, ed il 5 novembre 2009 l'ufficio del giudice per le indagini preliminari ha emesso il decreto di archiviazione del caso, in quanto gli autori sono rimasti ignoti, autorizzando contestualmente la restituzione del bene sequestrato;
prima ancora che il decreto di archiviazione e di restituzione della vettura giungesse a conoscenza di Lannes, nella notte tra il 5 e il 6 novembre 2009 è stata fatta esplodere l'auto sostitutiva del giornalista;
la mattina dell'attentato Lannes si era recato al tribunale di Lucera per reperire informazioni sul mercantile giapponese Et Suyo Mani, misteriosamente affondato nel basso Adriatico il 16 dicembre 1988;
ancora una volta dunque le forze di matrice mafiosa hanno agito indisturbate, colpendo il giornalista in momenti salienti della sua attività, e precorrendo addirittura gli effetti di un provvedimento di tribunale non ancora recapitato al diretto interessato;
Gianni Lannes è sposato ed è padre di un figlio di appena dieci mesi -:
alla luce dei gravi fatti riportati in premessa, quali iniziative il Ministro intenda adottare per garantire l'incolumità del giornalista Gianni Lannes e della sua famiglia, già vittima di numerosi messaggi intimidatori da parte della criminalità organizzata, ma attualmente assolutamente privo di alcuna tutela da parte delle autorità competenti;
se siano state avviate indagini in ordine all'esplosione della vettura del giornalista Gianni Lannes e alle peculiari modalità che hanno caratterizzato tale episodio.
(2-00559)
«Zazzera, Leoluca Orlando».


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Interrogazione a risposta in Commissione:

PIFFARI e CIMADORO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'area dei cementifici di Este e Monselice è inserita nella «zona A» del «Piano di Tutela e risanamento dell'Atmosfera» approvato il 12 novembre del 2004 dal Consiglio Regionale del Veneto;
nel capitolo relativo alle aree industriali si afferma che i comuni di Este e Monselice necessitano di interventi di risanamento ambientale data la pressione causata dall'elevata densità dei cementifici, (che rappresentano di gran lunga il fattore di inquinamento più elevato), dal traffico collegato a tali attività e secondariamente da quello relativo alle grandi vie di comunicazione presenti in questo territorio;
i tre cementifici presenti in questi territori comunali, rappresentano una risorsa produttiva, ma nel contempo immettono nell'atmosfera ingenti quantitativi di gas serra e di sostanze tossiche e nocive per la salute (come dimostrano le tabelle INES degli ultimi anni in riferimento a C02, S02, NOX, pm<10);
l'articolo n. 19, comma 3, del Piano Ambientale - Parco Regionale dei Colli Euganei, recita testualmente: «Per quanto concerne le cementerie esistenti l'Ente potrà sollecitare la conclusione di accordi di programma con la Regione, con il Ministero dell'Ambiente, i Comuni e altri soggetti pubblici competenti, ai sensi dell'articolo 26 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 e dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142, per il coordinamento delle azioni di contenimento dell'impatto ambientale e paesistico e per concertare, con le aziende stesse, strategie di adeguamento, ed eventuale riconversione e/o rilocalizzazione delle attività e degli impianti»;
il programma operativo regionale (Progetti Fondi Europei 2007/2013) si avvale di circa 420 milioni di euro della Comunità europea, di cui circa 70 sono destinati a risanamento e progetti ambientali;
si assiste ad una progressiva e continua penetrazione nel mercato dello smaltimento dei rifiuti da parte dei cementifici che si sono trasformati in veri e propri inceneritori incontrollati per bruciare rifiuti, realizzando da questa pratica utili sempre maggiori;
i rifiuti entrano in un cementificio come materie finte prime o additivi (terre di fonderia, ceneri da centrali a carbone, polveri da filtri elettrostatici, rifiuti da demolizioni e costruzioni compresi terreni di siti contaminati, eccetera) o come combustibili (oli usati, pneumatici, coke di petrolio o petcoke, farine animali, combustibile da rifiuto detto CDR);
pur potendo legalmente utilizzare rifiuti i cementifici non sono tenuti, incomprensibilmente, a dover rispettare i limiti di emissione tipici degli inceneritori e tecnologicamente non sono in grado di abbattere gli inquinanti più pericolosi sicuramente presenti nei rifiuti;
politici locali e amministratori pubblici, in contrasto col piano ambientale della regione, stanno sponsorizzando l'utilizzo di rifiuti come combustibili nei cementifici;
i cementifici stanno diventando sempre più smaltitori di rifiuti con quantità di materiale smaltito superiore rispetto agli inceneritori e con inquinamento generato, e non controllabile, che supera enormemente quello degli inceneritori;
risulta all'interrogante che in un cementificio di Monselice il laboratorio ARPAV, obbligato da un movimento popolare a fare le verifiche, abbia riscontrato nei fumi la presenza di sostanze cancerogene come cloruro di vinile, benzene, acroleina tanto da vietare al cementificio stesso l'uso di rifiuti -:
se i Ministri interrogati non ritengano assumere iniziative di competenza per limitare,


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fino alla definizione di una eventuale normativa specifica, lo smaltimento dei rifiuti nei cementifici, causa di gravissimo pericolo per la salute della popolazione anche accertando, anche tramite il comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente che non si verifichino condotte non conformi alle leggi nei cementifici italiani.
(5-02169)

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il consigliere comunale della città dell'Aquila Enrico Perilli, secondo quanto riportato dall'agenzia di informazioni «Italia» ha denunciato come «la situazione della sanità aquilana, già al collasso per quanto riguarda l'ospedale San Salvatore, presenta situazioni di estrema criticità anche all'interno del complesso di Collemaggio»;
fino a qualche giorno fa gli ambulatori della medicina legale risultavano ospitati all'interno di un container, in uno spazio angusto e inadeguato che non consente neanche di ricavare una sala d'attesa, costringendo così gli utenti, che in molti casi sono anziani, disabili, bambini autistici, persone in carrozzella o comunque con problemi, anche gravi, di deambulazione, ad attendere il proprio turno, per ore, all'aperto;
nonostante il lodevole impegno del personale medico e paramedico questi disagi aggravano una situazione già di per se estremamente problematica per gli utenti;
a sette mesi dal sisma, una situazione del genere non appare tollerabile ed appare ingiustificabile il fatto che gli ambulatori di medicina legale - che hanno una funzione fondamentale per gli utenti e che sono tra i più frequentati - non abbiano trovato una sede, ancorché provvisoria, più dignitosa e rispettosa della salute stessa dei cittadini -:
se quanto riportato in premessa sia vero e quali iniziative, nel quadro della ricostruzione delle strutture pubbliche nella città de L'Aquila, si intendano assumere per far fronte alla grave situazione descritta in premessa.
(4-05198)