Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 14,15.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla proposta di legge C. 2131 del senatore Caforio, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato e recante abrogazione dell' equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, l'audizione del sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza, al quale do la parola.
GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Grazie, presidente. Vorrei richiamare, in premessa a questa audizione, l'assoluta necessità di tenere distinti, in virtù dei diversi percorsi formativi, gli sbocchi professionali dei laureati in fisioterapia e dei laureati in scienze motorie, non consentendo, in particolare, a questi ultimi di esercitare una professione sanitaria. In tal senso si sono espresse al Senato tutte le forze politiche; infatti, queste hanno votato all'unanimità il disegno di legge in oggetto.
Giunto il provvedimento alla Camera, si pone il problema se optare per una abrogazione secca della norma che stabilisce l'equipollenza delle lauree in questione, ovvero riproporre la soluzione individuata dalla VII Commissione del Senato nella scorsa legislatura, la quale prevedeva una disciplina speciale per il solo passaggio dal corso di laurea in fisioterapia a quello in scienze motorie.
In particolare, si propone che, con decreto del MIUR, da emanare di concerto con il Ministro della salute e con il previo parere del Consiglio universitario nazionale, sia definita, nel rispetto della normativa vigente, la disciplina del riconoscimento dei crediti formativi utili ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia per i laureati e studenti iscritti ai corsi di laurea in scienze motorie, che abbiano superato la selezione per l'accesso ai posti complessivamente programmati in fisioterapia nei limiti del fabbisogno previsto.
La predetta disposizione, sebbene condivisibile laddove richiama il rispetto della normativa vigente in materia di riconoscimento dei crediti nonché della programmazione degli accessi ai corsi di laurea in fisioterapia, a ben vedere risulta priva di effetti sostanziali se interpretata in maniera restrittiva, ovvero problematica se interpretata in maniera estensiva.
Al riguardo occorre evidenziare che già oggi non è preclusa agli studenti laureati in scienze motorie la possibilità di vedere riconosciuto il percorso formativo comune e le conoscenze acquisite, sebbene in un ambito scientifico diverso, ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia.
Come è noto, infatti, la normativa vigente affida alle università il compito di definire, nella loro autonomia, le regole per il riconoscimento dei crediti, in attuazione del principio posto dal comma 5 dell'articolo 5 del decreto ministeriale n. 270 del 2004, che testualmente recita: «il riconoscimento totale o parziale dei crediti acquisiti da uno studente ai fini della prosecuzione degli studi in altro corso della stessa università ovvero nello stesso o altro corso di altra università, compete alla struttura didattica che accoglie lo studente, con procedure e criteri predeterminati stabiliti nel regolamento didattico di ateneo».
Se il decreto ministeriale in questione, in osservanza del predetto principio, si dovesse limitare a rinviare agli atenei il compito di riconoscere i crediti formativi utili ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia per i laureati o studenti in scienze motorie, l'intervento sarebbe privo di effetti sostanziali.
Di contro, l'eventuale scelta di definire a livello centrale i contenuti formativi necessari per integrare la formazione dei laureati o studenti in scienze motorie, da un lato incontrerebbe la difficoltà di individuare un percorso integrativo comune in presenza di percorsi formativi individuali diversi, dall'altro lederebbe l'autonomia delle università costituzionalmente garantita. Inoltre, occorre tenere presente che, con l'adozione di un decreto ministeriale, le forti e opposte pressioni provenienti dalle categorie interessate, che a lungo hanno impedito di giungere ad una soluzione condivisa in Parlamento, si riverserebbero inevitabilmente sul Governo.
Atteso quanto sopra, si ritiene che la soluzione della semplice abrogazione della norma sia da preferire a quella, proposta nella passata legislatura, di prevedere una disciplina specifica per il conseguimento della laurea in fisioterapia da parte dei laureati o studenti in scienze motorie.
Tuttavia, resta il problema politico di individuare uno sbocco professionale per i laureati in scienze motorie, anche in virtù della indubbia riqualificazione del loro percorso formativo, che potrebbe più opportunamente essere affrontato riconducendo la questione nella sede propria, che è quella dell'esercizio delle attività motorie. A tal fine, potrebbe essere opportuno riprendere l'iter del disegno di legge S. 796 a firma Caforio ed altri, pendente presso la Commissione del Senato istruzione pubblica e beni culturali, di cui si individua il principio ispiratore teso a riconoscere il ruolo fondamentale del laureato in scienze motorie nella direzione tecnica di strutture sportive e nell'insegnamento dell'attività fisica, ma non l'attuale formulazione. Si ricorda al riguardo che il relatore Bevilacqua ha predisposto un nuovo testo che meglio delimita le funzioni proprie della figura professionale in questione, nonché il campo di applicazione della norma.
Infine, si informa che nelle more della definizione del provvedimento abrogativo in oggetto la competente Direzione generale del MIUR ha dovuto accelerare le procedure per l'attuazione della norma vigente, al fine di ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato n. 5628 del 2008 che, in accoglimento dell'appello proposto da alcuni interessati, ha dichiarato l'obbligo per l'amministrazione di provvedere entro novanta giorni, ovvero con scadenza entro il 24 febbraio.
Pertanto, è stato predisposto il previsto decreto interministeriale, sul quale si sono già espressi il Consiglio universitario nazionale e il Ministero della salute, decreto attualmente alla firma dell'onorevole Ministro.
PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Pizza.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
EMERENZIO BARBIERI. Grazie, presidente. Se ho ben capito, questa è la prima audizione che svolgiamo nell'ambito dell'indagine conoscitiva che è stata deliberata.
EMERENZIO BARBIERI. Io non ho a disposizione il testo della relazione che il sottosegretario Pizza ha letto. Dunque, volevo chiederle, signor sottosegretario, se ho inteso correttamente quanto lei poco fa ha detto. Il Governo sostiene che la formulazione del Senato non è adeguata e quindi occorre metterci mano, alla luce delle cose che lei ha ricordato.
Se ho ben capito, un percorso che potrebbe andar bene al Governo consisterebbe nel riprendere il testo su cui questa Commissione, nella precedente legislatura, individuò un percorso largamente condiviso, anzi direi unanime, considerato che eravamo nella fase in cui sarebbe stata chiesta la sede legislativa. In tal caso, è importante, a mio giudizio - essendo relatore - che ci sia un pronunciamento del Governo, poiché ritengo che lo stesso Governo, una volta terminate le audizioni, possa essere disponibile a verificare la propria convergenza su un testo che predisporremo.
Pertanto, chiedo al Governo, illustre presidente, se la mia interpretazione è corretta.
SABINA ROSSA. Vorrei innanzitutto ringraziare il sottosegretario Pizza per la sua relazione.
Credo che l'indagine conoscitiva sia uno strumento appropriato e utile al fine di acquisire tutti gli elementi opportuni per valutare appieno lo stato della situazione, a partire dall'iter iniziato nella precedente legislatura, fino alla recente emanazione, da parte del MIUR, del decreto che stabilisce un percorso di formazione integrativo per l'eventuale conseguimento di un'abilitazione all'esercizio della professione di fisioterapista.
Ritengo anche che il sottosegretario Pizza abbia posto una domanda che rappresenta il nodo del problema, ovvero quale sia il futuro che vogliamo dare ai laureati in scienze motorie e non solo a questi, dal momento che ci sono anche altre classi di laurea. Mi riferisco alla laurea magistrale o specialistica, in particolare quella per le attività preventive e adattate che, con la recente riforma, si presenta costituita da tre anni più due di specializzazione.
Inoltre, l'argomento su cui questa indagine dovrà soffermarsi consiste nel fatto che oggi esistono differenti approcci disciplinari per stabilire quella che definiamo performance motoria. Da molto tempo infatti, da almeno vent'anni o forse anche trenta, in Paesi come la Francia si sostiene che la riabilitazione fisica non sia più appannaggio di un solo professionista. Oggi, molti dei laureati specializzati in attività preventive e adattate, anche per via della tutela da parte delle leggi regionali, prestano la loro opera nelle strutture sanitarie e sociosanitarie, dal momento che la loro prestazione è richiesta in quanto indispensabile per ottenere anche migliori risultati.
Vorrei ancora aggiungere che le differenze tra queste due tipologie di professionisti, fisioterapisti da un lato e laureati o specializzati in scienze motorie dall'altro, riguardano soprattutto gli ambienti e le metodiche che vengono utilizzate.
Abbiamo un oggetto comune che è il corpo, sul quale la riabilitazione medica lavora per ristabilire la performance persa dall'individuo in seguito ad infortunio o malattia, per poi restituirlo all'ambiente sociale. Ebbene, le scienze motorie lavorano sul mantenimento della performance che, in assenza di tale lavoro, è assolutamente destinata a regredire.
Dunque, per arrivare al punto, ritengo che oggi sia necessario e importante programmare delle sinergie tra questi diversi operatori. A mio avviso, fisioterapisti e laureati in scienze motorie dovranno poter condividere anche alcuni aspetti della loro formazione, superando quelle barriere ideologiche che non aiutano chi deve avere l'opportunità di avvalersi di entrambe le figure. Quindi, suggerirei di concentrarci su quale futuro vogliamo dare a questi operatori e potremo valutarlo, nell'ambito di questa indagine, con l'audizione di tanti soggetti competenti.
PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario Pizza per la replica.
GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. La situazione è abbastanza complessa. Il Governo ritiene che l'abrogazione della norma sia da preferire ad una modifica del tipo di quella realizzata nella passata legislatura; ritengo, con questo, di aver risposto all'onorevole Barbieri. Tuttavia, noi ci rendiamo conto che bisogna fare qualcosa per garantire la parte comune del percorso compiuto dai laureati o dagli studenti in scienze motorie.
Infatti non possiamo attentare all'autonomia delle università che accolgono gli studenti e, quindi, proporremmo di riprendere l'iter del disegno di legge S. 796, a firma Caforio ed altri, di cui condividiamo l'impostazione, soprattutto per il suo principio ispiratore, che è teso a riconoscere il ruolo fondamentale del laureato in scienze motorie per quanto riguarda la direzione tecnica di strutture sportive e l'insegnamento dell'attività fisica.
EMERENZIO BARBIERI. Signor sottosegretario, dal momento che la sua è la prima audizione nell'ambito di questa indagine conoscitiva, non siamo obbligati a decidere oggi, anche perché non abbiamo ancora iniziato l'esame.
Credo che, anche il Governo, a seguito di una riflessione, possa condividere ciò: pensare di abrogare semplicemente l'equipollenza con una prima legge (questa è infatti la strada scelta dal Senato) e, dopo venti giorni, riprendere l'esame di una proposta di legge, la S. 796, a firma Caforio ed altri, che tende a risolvere una volta per tutte la questione dei laureati in scienze motorie, a mio giudizio, d'emblée, rappresenta una scelta sbagliata. Infatti, in tal modo si produrrebbero due leggi, con tutti i percorsi che, sappiamo mettersi in moto quando si intende perseguire obiettivi diversi e divaricati nel tempo.
Credo che potrebbe essere utile predisporre un testo che consenta di affrontare entrambe le questioni. Infatti, così facendo, risolveremmo un problema che riteniamo fondamentale, ovvero quello dell'abrogazione, ma, contestualmente, riusciremo a dare ai ragazzi una risposta che stanno aspettando da tempo. La questione dell'abrogazione dell'equipollenza di fatto è stata sollevata dal maggio del 2006, ossia da ben tre anni, dalla proposta di legge a firma De Simone.
Ebbene, dopo tre anni non possiamo dire a quei ragazzi - qualunque partito essi votino, ovviamente io compiango quelli che votano Italia dei Valori, ma ci saranno anche quelli - che intendiamo procedere all'abrogazione e dopo venti giorni mettere in moto un iter legislativo per risolvere il loro problema. Faccio, invece, un appello alle coscienze (il termine non vi sembri fuori luogo) di ciascuno di noi, affinché si predisponga un testo capace di affrontare entrambe le questioni, anche perché, ritengo che ci siano le condizioni politiche per farlo, e lei, signor sottosegretario, ha giustamente parlato di problema politico.
Mi pare di aver colto dalle sue parole che ci sia una preferenza per un certo tipo di percorso, ma non un diniego verso un altro. Per questo la ringrazio.
GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Credo che la proposta dell'onorevole Barbieri sia assolutamente accettabile.
Se questo è l'orientamento della Commissione, invece di predisporre due atti legislativi ne predisporremo uno soltanto, in modo da porre fine a questa vicenda che ormai è diventata antica e spinosa.
PRESIDENTE. Nel ringraziare il sottosegretario Pizza, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,35.