![]() |
![]() |
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Carlo Pisanti, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali della Banca d'Italia, accompagnato dal dottor Fabrizio Fortunato, direttore presso il Servizio cassa generale e dall'ingegnere Giorgio Maria Paesano, funzionario presso il Servizio fabbricazione carte valori.
L'audizione odierna avvia il ciclo di approfondimenti - il primo di questo nuovo filone che stiamo approntando su richiesta dei gruppi - che riguarda il fenomeno della contraffazione di banconote e monete, assegni e carte, nonché le frodi informatiche.
Ricordo agli ospiti che qualora aveste notizie sensibili, per le quali riteniate che sia utile procedere in seduta segreta, la Commissione potrà procedere in tal senso per la parte di contenuto da voi indicata.
Al fine dei nostri lavori, do ora la parola al dottor Pisanti per un'illustrazione delle tematiche oggetto dell'audizione odierna, ricordando che, come nostra consuetudine, al termine seguirà un giro di interventi tra i colleghi commissari che intenderanno porre quesiti o svolgere ulteriori riflessioni rispetto al tema.
CARLO PISANTI, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali della Banca d'Italia. Ringrazio il presidente e i componenti la Commissione per l'invito. Siamo onorati di poter presentare ad una Commissione parlamentare il risultato del nostro lavoro, che si svolge nel contesto dell'eurosistema. È anche un'occasione insolita per rappresentare argomenti che, forse, non sono particolarmente noti: è, quindi, per noi un'ottima opportunità.
Ci siamo concentrati sul tema secondo le linee che ci sono state sinteticamente descritte nella lettera di invito all'audizione, cercando di organizzare concettualmente una riflessione sui meccanismi con cui l'Unione europea - in particolare l'eurosistema - contrasta la contraffazione dell'euro.
L'euro, come sapete, è l'unica valuta a corso legale in 17 dei 27 paesi dell'Unione europea e riguarda una popolazione di oltre 330 milioni di persone. Quindi, la tutela dell'integrità della moneta unica ha un'importanza enorme dal punto di vista politico e tecnico.
Chi ha costruito la moneta unica ha perseguito, fin dall'inizio, l'obiettivo di salvaguardare la fiducia del pubblico nel nuovo segno monetario: questa è la motivazione di base. Pertanto, la lotta alla falsificazione delle banconote è stata considerata,
fin dall'inizio, un aspetto fondamentale, anche più di quanto non lo sia in altri paesi.
Cercando di analizzare e razionalizzare in cosa consista questa tutela, possiamo innanzitutto dire che essa è assicurata dall'azione congiunta di diversi attori che operano a livello di eurosistema: da un lato, la Banca centrale europea, dall'altro, le banche centrali nazionali, tra cui la Banca d'Italia, e poi le autorità di polizia.
L'azione congiunta di questi attori si svolge durante tutto il ciclo di vita della banconota, dalla progettazione fino al ritiro dalla circolazione. L'esperienza di questi dieci anni di vita dell'euro ci consente di affermare - ritengo che questo elemento sia interessante per la Commissione - che questa attività di contrasto ha avuto risultati confortanti, come vedremo dai dati che poi esporrò.
La lotta alla contraffazione, dunque, si articola sostanzialmente in tre insiemi di attività. Il primo è la fase di progettazione e produzione delle banconote, con lo scopo di dotarle di idonei elementi di sicurezza e di caratteristiche che le rendano difficilmente imitabili.
Il secondo insieme di attività riguarda la formazione del pubblico e anche degli operatori professionali, per far sì che sappiano riconoscere le banconote legittime.
Il terzo momento è quello dell'azione di contrasto diretto che svolgono sia le banche centrali nazionali, sia le forze di polizia.
Iniziando dalla fase di progettazione, è opportuno notare un aspetto, che ritengo interessante anche per l'esperienza che sta facendo questa Commissione. Se fabbrico un orologio di rilevante valore intrinseco, faccio in modo da renderlo appetibile presso un segmento di compratori che possono essere attratti o interessati da alcune caratteristiche. In altre parole, non mi preoccupo in modo particolare del fatto che l'oggetto possa essere contraffatto, anzi, a volte, i sistemi produttivi sono organizzati in modo tale da accettare il rischio che gli stessi soggetti, a cui viene decentrata la produzione, alimentino i falsi del prodotto.
Per la banconota, evidentemente, l'approccio è completamente diverso. Nella fase stessa di costruzione del prodotto, uno degli obiettivi fondamentali è quello di renderne difficile la falsificazione.
Quindi, la progettazione della banconota, sotto questo profilo, si muove alla ricerca di un equilibrio non facile da perseguire: da un lato, è necessario che la banconota sia facilmente riconosciuta come legittima dal pubblico indistinto, che ne è il principale utente (nonché dagli altri utenti della banconota); dall'altro, è importante che, al tempo stesso, essa sia sufficientemente complessa da renderne difficile la falsificazione. La ricerca di un equilibrio tra questi due punti non è semplicissima.
Chi sono i soggetti - in economia si definiscono gli stakeholders - interessati a vario titolo alla circolazione e alla produzione di banconote? Innanzitutto, vi è il pubblico indistinto, l'uomo della strada, che le deve utilizzare come strumento di pagamento; poi ci sono i gestori occasionali del contante, cioè quelli che ne fanno un uso associato all'attività che svolgono (pensiamo ai venditori al dettaglio, ai supermercati, alla ristorazione); ancora, i gestori professionali del contante, quelli che lo usano come merce propria (le banche, gli uffici postali e le società di servizi). Importanti sono anche i dispositivi automatici per l'accettazione delle banconote e il loro trattamento, le banche centrali e le forze dell'ordine. Questi soggetti sono tutti, in vario modo, interessati.
L'integrazione nel biglietto di caratteristiche che possano soddisfare le diverse esigenze richiede uno specifico studio progettuale e una costante attenzione alla qualità nell'attività di produzione. L'accento si sposta allora sulla realizzazione degli elementi di sicurezza specializzati, che possono essere orientati alle diverse categorie di utenti.
Da questo punto di vista, l'euro, la moneta unica di una delle aree più sviluppate e progredite del pianeta, di grande
e antica civiltà, di sperimentata tecnologia e di alta cultura, vede riflettersi nella sua progettazione questa eccellenza. Fin dal primo momento in cui mi sono occupato di questi temi (a lungo mi sono occupato di altro in Banca d'Italia), mi ha colpito la straordinaria cura che, nell'eurosistema, i diversi paesi ponevano, facendo ogni sforzo, nella realizzazione della loro comune moneta: essa è il precipitato della loro esperienza e della loro tecnologia, messa al servizio della costruzione fisica della banconota, oltre che dell'elaborazione della politica monetaria.
Si può dire, quindi, che l'euro recepisce il meglio della tecnologia incorporata nelle precedenti valute e, sicuramente, è uno dei più raffinati biglietti di banca in circolazione nel mondo. Veniamo agli elementi di sicurezza.
La prima barriera contro la contraffazione è l'esistenza di elementi di sicurezza all'interno della banconota, alcuni dei quali - una decina circa - sono fruibili dal pubblico e dagli operatori di mercato con una certa facilità. Si va dalla consistenza della carta di cotone, alla filigrana, al filo di sicurezza, alle miniscritte, agli elementi tratteggiati della decorazione e via dicendo. Se interessano questi particolari tecnici, possiamo approfondire questa parte successivamente. Altri elementi di sicurezza sono invece predisposti per essere verificati con strumenti reperibili sul mercato. Avrete notato che, quando andiamo ad effettuare un pagamento presso la cassa di un supermercato, qualche volta, si vede lampeggiare una luce blu: si tratta di una lampada particolare rispetto alla quale la banconota, secondo che sia falsa o autentica, reagisce in modo diverso. Si tratta di uno strumento per verificare la genuinità della banconota.
Alcuni elementi di sicurezza particolarmente sofisticati, che hanno a che fare con la chimica dei materiali e con la fisica, sono in possesso delle sole banche centrali nazionali e possono essere rilevati soltanto da esse. L'obiettivo centrale è quello della protezione del pubblico, il soggetto più esposto all'attività dei falsari. L'attenzione dei falsari verso questa categoria, cioè verso il pubblico - l'utente più esposto - è naturalmente massima e da luogo a falsificazioni che non necessariamente arrivano ad un livello estremo di sofisticazione: l'obiettivo è quello dell'inganno sensoriale, dell'apparenza della veridicità piuttosto che del falso perfetto. Quest'ultimo, infatti, sarebbe troppo costoso. Pertanto, la quasi totalità dei falsi (il sistema delle banche centrali dell'eurosistema è ben al corrente di questa psicologia del falsario e dell'utente) può essere individuata dal pubblico senza l'ausilio di apparati, utilizzando il metodo definito: look (guardare), feel (percepire, intendendo con ciò una funzione che va oltre quella tattile) e tilt (muovere la banconota per verificare la variazione della sua consistenza).
Le banconote in euro vengono prodotte secondo un sistema piuttosto complesso, detto «pooling decentrato». Tra i diversi modelli che si sarebbero potuti scegliere (per esempio, incaricando ogni paese di produrre tutte le banconote che gli servivano), quello del pooling decentrato implica che, annualmente, si stabilisce quali banche centrali devono produrre quali tagli di banconote e in quali quantità (in un certo senso, si può dire che tutti producono per tutti). Dopodiché, queste banconote prendono la via dei diversi paesi dell'eurosistema. La Banca d'Italia ha una propria stamperia, (è lì che lavora il nostro ingegner Paesano) di cui è molto orgogliosa, fin dal 1894 (colgo l'occasione per dire che saremmo molto onorati se il presidente e i componenti la Commissione volessero visitarla). Lo stabilimento attuale si deve alla sensibilità del governatore Carli e alla genialità di Nervi, uno dei nostri più grandi architetti, e prende come elemento fondante la centralità del lavoro. Pensate che la nostra stamperia ha tutto il reparto stampa, in cui sono le macchine e gli operai, nel piano più importante, quello nobile, quello più luminoso, dove per sfondo vi è l'Acquedotto Romano. Si tratta di una testimonianza dell'approccio culturale di quegli anni, nei quali uomini illuminati si occupavano anche di questi aspetti. Lo stabilimento odierno è in grado
di produrre oltre un miliardo e duecento milioni di biglietti all'anno e opera nel rispetto dei più severi standard di qualità ambientali, di salute e di sicurezza sul lavoro.
PRESIDENTE. Che tagli facciamo?
CARLO PISANTI, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali della Banca d'Italia. Dipende dagli anni: per esempio, quest'anno, abbiamo stampato esclusivamente biglietti da cinquanta euro.
GABRIELE CIMADORO. Come si riconoscono?
CARLO PISANTI, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali della Banca d'Italia. Si riconoscono dalla lettera che precede il numero di serie della banconota. Se leggete sul retro della banconota, troverete una s: vuol dire che quella banconota è stata fatta dalla Banca d'Italia, posto che la s indica l'Italia.
Molto importante, ovviamente, per quanto riguarda questa fase, è anche l'attività di ricerca e sviluppo sulle caratteristiche di sicurezza (ma non solo su quelle). Per darvi una dimensione anche finanziaria di quanto sto dicendo, al momento, annualmente, l'eurosistema spende circa cinque milioni di euro in ricerca pura sui materiali al fine di progettare gli elementi di sicurezza per il pubblico. Si tratta di un'attività in continuo svolgimento, in continua evoluzione.
La nostra attività di ricerca si estende oltre l'aspetto della contraffazione. Per esempio, siamo stati noi in Banca d'Italia a varare un progetto, denominato green, diretto ad eliminare alcune componenti nocive nella lavorazione dei biglietti. Questo progetto è stato apprezzato dai nostri partners europei e, quindi, finanziato dall'eurosistema.
Tuttavia, se l'attività di ricerca serve a tenere sempre alta l'attenzione sugli elementi di sicurezza, è chiaro che i cambiamenti sostanziali nel biglietto possono avvenire sostituendo una banconota in circolazione con una di nuova emissione: questo è un passaggio cruciale. Ciò avviene normalmente dopo un certo periodo «fisiologico» di tempo, anche se l'euro non è un biglietto particolarmente falsificato. Nel nostro caso, sono passati 11 anni dalla prima emissione e si sta lavorando alla seconda serie dell'euro. Questa è un'attività che ci occupa intensamente già da qualche anno. L'emissione del primo nuovo biglietto è prevista, per il momento, nel 2013.
In generale, passare da una serie all'altra pone tipicamente un dilemma relativamente alle possibilità di falsificazione. Se vengono modificate in maniera significativa le caratteristiche del biglietto per passare alla nuova serie, sicuramente saranno spiazzati i falsari, però lo saranno anche gli utenti. Pertanto, nella riflessione all'interno dell'eurosistema, è prevalsa l'idea che la seconda serie non possa contenere elementi troppo diversi dalla prima. Ne conterrà alcuni nuovi, soprattutto ai fini della sicurezza - questo sì che spiazza i falsari - ma, per semplificare la transizione e contrastare un iniziale disorientamento dell'utenza, si farà in modo che gli elementi principali del disegno siano mantenuti uguali.
Alla luce di ciò, sarà molto importante la campagna d'informazione sul nuovo biglietto, che sarà progettata e iniziata per tempo (probabilmente, cominceremo con il biglietto da 5 euro). L'addestramento degli operatori professionali del contante è già iniziato grazie a dei prototipi che sono stati messi a disposizione per testare le macchine selezionatrici.
Se tutto questo riguarda la tutela contro le contraffazioni nella fase di progettazione, nella fase di circolazione la questione dell'informazione e della formazione, sia del pubblico, sia degli operatori istituzionali, sia delle forze dell'ordine, è di estrema importanza, non solo nell'area dell'euro ma anche al di fuori di essa, di modo che anche negli altri Stati vi siano le informazioni utili per riconoscere le banconote legittime.
Molto importante è anche la collaborazione con le forze dell'ordine. A livello
di eurosistema, è stata creata una banca dati - il Counterfeit monitoring system - della quale si occupa il dottor Fortunato, che viene alimentata dalle informazioni provenienti dai centri di analisi dei vari paesi. Nel momento in cui una banconota falsa viene individuata, le sue caratteristiche vengono immesse nella base dati in modo che siano diffuse in tutti i paesi i cui operatori possono in tal modo accedere alle informazioni sulla banconota falsa. Quest'ultima viene classificata, ne vengono descritte le caratteristiche tecniche e le modalità di individuazione.
A questo importante strumento informativo - al C.M.S. - la Banca d'Italia, per fini investigativi, ha dato l'accesso a tutti i corpi specializzati delle nostre forze dell'ordine che si occupano di questa materia, dell'Arma dei carabinieri, alla Guardia di finanza, alla Polizia. La stessa cosa ha fatto la Banca centrale europea con Europol. La collaborazione con le autorità investigative da parte della Banca d'Italia si concretizza anche in riunioni periodiche, piuttosto frequenti, nelle quali vengono scambiate informazioni sulle attività investigative in corso, sulla scoperta di stamperie clandestine e così via. Si tratta di incontri periodici che si tengono anche in altri paesi europei (in Francia, in Spagna e altrove).
Nella fase di circolazione, un antidoto importante alla diffusione dei falsi è costituito dall'attività di selezione delle banconote, un'attività che non sempre è conosciuta al di fuori del circuito degli addetti ai lavori. Io stesso non avevo le idee molto chiare in proposito fino a quando non ho iniziato a lavorare in quest'area.
Che significa attività di selezione? Significa che le banche centrali nazionali e gli operatori professionali del contante, cioè le banche e le società di servizi, sono dotate di strutture e di macchine selezionatrici attraverso le quali le banconote usate vengono analizzate per scartare i falsi, nonché per eliminare le banconote logore, cioè quelle le cui condizioni sono tali da non consigliarne più la circolazione. Una banconota logora va eliminata non solo per tenere alta la qualità del circolante, ma anche perché agevola i tentativi di smercio dei falsi in quanto, in essa si riconoscono meno le caratteristiche di sicurezza.
La Banca d'Italia ha dedicato grande attenzione a questa materia: sono stati effettuati notevoli investimenti in attrezzature e impianti, istituite filiali specializzate nel trattamento del contante. I biglietti che vengono versati presso i nostri sportelli vengono selezionati e controllati attraverso particolari macchine, alcune delle quali sono veri e propri prototipi costruiti per la Banca d'Italia ma che saranno adottate anche da altri paesi dell'eurosistema.
La selezione non è effettuata soltanto dalle banche centrali ma anche dagli operatori esterni, cioè le banche e le società di servizi; anzi, la maggior parte di questa attività di selezione in Italia viene effettuata da questi soggetti, con l'obiettivo di reimmettere in circolazione le banconote ancora integre (il che consente di ridurre il fabbisogno di biglietti nuovi e dunque i costi di produzione).
Una decisione recente della Banca centrale europea (richiamo su ciò l'attenzione della Commissione) ha stabilito che le banche centrali nazionali svolgano l'attività di vigilanza sulle società che gestiscono il contante. Il Ministero dell'economia ha preparato uno schema di legge per recepire questa decisione e la Banca d'Italia uno schema di provvedimento per la relativa esecuzione. Si tratta di attivare un sistema permanente di controlli sulle società di servizi.
Al momento, le due bozze di provvedimenti hanno superato l'esame della Banca centrale europea, la quale ha dato un parere positivo sul loro contenuto. Adesso, però, bisogna curarne l'iter legislativo.
PRESIDENTE. Per problemi di tempo, le chiedo, cortesemente, di aiutarci sintetizzando al massimo la parte restante del suo intervento, posto che sicuramente vi sono anche alcune domande alle quali vorremmo che rispondesse.
CARLO PISANTI, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali
della Banca d'Italia. Sulla collaborazione con l'autorità giudiziaria da parte della Banca d'Italia, rinvio alla relazione scritta. Vediamo i dati relativi all'andamento delle falsificazioni.
I dati pubblicati semestralmente dalla Banca centrale europea, che trovate allegati al documento che consegno, mostrano che dopo un primo periodo di crescita «fisiologica» delle falsificazioni a livello generale, dal 2005 il totale delle banconote false, che vengono ritirate dal mercato in quanto tali, si è stabilizzato tra i 600.000 e i 700.000 esemplari l'anno. Il 98 per cento di queste banconote false viene ritirato nei paesi dell'area euro, mentre l'1,5 per cento in altri paesi dell'Unione e ancora meno al di fuori dell'area euro.
Se si considera che il volume medio di banconote in circolazione, per esempio nel primo semestre 2011, è stato pari a circa 13,8 miliardi di pezzi, risulta che 600.000 - 700.000 esemplari su 14 miliardi sono stati ritirati dalla circolazione perché falsi. Il fenomeno della falsificazione può dunque essere considerato ancora alquanto contenuto.
Per quanto concerne i tagli, il più falsificato è quello da 20 euro, seguito da quelli da 50 e da 100 euro (questi tre tagli costituiscono il 95 per cento delle banconote false). Appare evidente che l'obiettivo dei falsari è di mirare ai tagli più facilmente spendibili, a quello da 20 euro in particolare. Per quanto riguarda la tecnica di falsificazione, quella tradizionale della stampa offset è la più adoperata (81 per cento dei casi). Essa richiede attrezzature e tecnologie professionali ma dà risultati che, comunque, non sono straordinariamente sofisticati: sono buoni ma non sofisticati.
In Italia, le banconote false ritirate dalla circolazione si sono stabilizzate già da tempo intorno ai 140.000 esemplari l'anno (70.000 nel primo semestre 2011). Anche in Italia il taglio più falsificato è quello da 20 euro, che da solo rappresenta il 53 per cento del totale, seguito dai tagli da 100 e da 50 euro.
Nella relazione scritta si approfondiscono le tipologie di contraffazioni più diffuse. Possiamo comunque dire che la collaborazione con le forze di polizia ha dato degli ottimi risultati. Basti pensare che, dal 2004 ad oggi, le forze dell'ordine hanno smantellato undici stamperie clandestine, otto delle quali utilizzavano sistemi di stampa offset. In generale, i dati sulle indagini confermano che c'è una significativa caratterizzazione territoriale nella produzione delle banconote false.
In conclusione abbiamo esaminato il complesso delle misure organizzative assunte dall'eurosistema per proteggere le banconote in euro, dal momento della produzione - quindi dell'ideazione - a quello della ricerca sugli elementi di sicurezza, a quello della circolazione, alla cooperazione con le forze dell'ordine a tutti i livelli. I risultati di questa complessiva attività possono considerarsi soddisfacenti. Tuttavia, l'azione di contrasto non può rallentare - non rallenta - e occorre tenere la guardia alta. A questo proposito, ho ricordato le linee direttrici lungo le quali stiamo muovendo: preparazione della seconda serie dell'euro, che prevede nuove e più raffinate caratteristiche di sicurezza; un controllo più diretto sui gestori del contante, per attuare il quale auspico un interessamento sull'iter legislativo da parte della Commissione; le misure dell'eurosistema per mantenere elevata la qualità delle banconote.
L'intento, insomma, è quello di profondere il massimo impegno nella ricerca, nelle attività di contrasto e nella collaborazione tra i vari attori, per elevare ancora il livello di efficienza nella lotta alla contraffazione delle banconote. Vi ringrazio dell'attenzione.
PRESIDENTE. Mi scuso se ho dovuto chiederle di sintetizzare, ma vi è un problema di economia dei tempi, dal momento che i lavori in Assemblea dovrebbero iniziare alle ore 10. Passiamo agli interventi da parte dei colleghi che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.
LUDOVICO VICO. È stato molto interessante quanto ci è stato riferito, tuttavia, penso che alla Banca d'Italia dobbiamo chiedere altro, oltre a questo impegno che
conoscevamo e che è rappresentato quotidianamente dalla lotta alla contraffazione e ai falsari, anche a livello europeo.
Penso che ci interessi sapere dalla Banca d'Italia molto altro. Non so se può essere questa l'occasione, formalizzando un ordine del giorno molto più preciso, di poter spaziare. Il presidente mi consentirà una citazione di Henry Ford, il quale disse che è un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse, scoppierebbe all'indomani qualcosa che non si è mai visto.
Penso che ciò riassuma una serie di problemi con i quali vi è un nesso rispetto alla natura della Commissione d'inchiesta istituita che sta operando. Se si pensa al paradiso fiscale, a un prodotto tossico, al riciclaggio del denaro, all'insider trading, all'usura, al commercio (illegale e non), si pensa alla banca, si pensa al finanziatore e, di conseguenza, si pensa a chi è preposto al controllo, ai compiti di istituto, nella dimensione europea e nella dimensione sovrana. Poiché il fenomeno della contraffazione è un fenomeno prevalentemente commerciale, come ogni attività commerciale presuppone che vi sia un finanziatore, un ricavo, e che quel ricavo venga reimmesso in un circuito - siamo alla paleontologia dell'economia - in modo che il circuito continui così.
Penso che questi ed altri quesiti andrebbero posti alla Banca d'Italia. Mi permetto di suggerire una convocazione in tal senso con questo ordine del giorno per avere una possibilità di raffronto un po' più concreta, (sia a livello europeo, con la Banca europea, sia con la Banca centrale italiana) tra gli strumenti di vigilanza e di controllo operanti e che sono effettivamente dedicati alla vigilanza e tra questi e il sistema bancario.
Da un paese come il nostro escono milioni di euro attraverso il sistema del money transfer ma non si capisce se ciò avviene veramente per via nave o non rientrino invece nelle banche per essere trasferiti. Ciò avviene premendo un tasto di un sistema, online. Vorremmo capire questi interrogativi. Questa Commissione, a mio parere, sta facendo emergere il fatto che siamo in presenza di un commercio illegale parallelo a quello legale, che ha un sistema, ovviamente finanziario, che lo sostiene: il confine tra ciò che nello stesso sistema è legale e ciò che non lo è, costituisce una grande sfida per tutti noi.
PRESIDENTE. Le tematiche poste dal collega onorevole Vico spaziano in un livello dimensionale in parte diverso rispetto alla portata del dibattito di questa mattina. Evidentemente, siete venuti qui oggi per farci una relazione sul tema della contraffazione valutaria in senso stretto mentre la riflessione dell'onorevole Vico rimanda ad una scelta che, a questo punto, sottopongo a tutta la Commissione. Potremmo aggiornare la seduta e rimandare le questioni poste ad una seduta successiva, oppure, molto più semplicemente, prendere atto delle richieste dell'onorevole Vico e chiedervi, se potete fornirci, anche nei prossimi giorni, delle spiegazioni o delle risposte attinenti ai quesiti posti in forma scritta. È chiaro che una nuova audizione sarebbe la soluzione ideale, però, in difetto di una disponibilità nel breve, potremmo anche prendere per buono un approccio di questo tipo. Sappiamo di cosa stiamo parlando poiché abbiamo già vissuto in questa Commissione il dibattito relativo al tema del money transfer ed abbiamo visto che nei circa 25 miliardi di rimesse all'estero, che annualmente passano attraverso il sistema del money transfer in Italia, c'è buona parte di quei ricavi che provengono da attività illecite e che, in larga misura, sono anche rappresentate da attività proprie del settore della contraffazione.
Non a caso, le grandi rimesse passanti per il money transfer sono concentrate in corrispondenza dei grandi centri dove si svolgono attività nel settore tessile, ma anche in quello dell'agroalimentare e dove attività che corrono al limite tra legalità e illegalità, su quel crinale, trovano utilità nello svolgere questo tipo di gestione. D'altronde, la gestione finanziaria avviene ormai, quasi sostanzialmente, in questo modo, cioè attraverso le rimesse, di fatto,
si pagano molto spesso anche le forniture: non vi è più solo il problema dell'immigrato che manda a casa una parte dei suoi risparmi. Vi è un vero e proprio sistema che corre parallelo e, da questo punto di vista, il sistema bancario italiano è rimasto sostanzialmente escluso.
Pertanto, penso di interpretare quanto già detto dall'onorevole Vico laddove vi si chiede se, nell'esercizio delle vostre funzioni di controllo, avete previsto anche questa tipologia di attività o se avete un'idea della dimensione del fenomeno e desiderate spiegarcela. Questo è un tema che se anche ci porta lontano rispetto all'argomento affrontato oggi, comunque - non c'è dubbio - avrebbe bisogno di essere approfondito.
ANNA TERESA FORMISANO. Saluto gli ospiti e li ringrazio per questa relazione. Vorrei fare una domanda di carattere economico-sociale. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, abbiamo avuto contezza del fatto che il mercato del falso, anche della moneta, è cresciuto. Ci rendiamo conto che ciò è legato anche alla situazione politica, sociale ed economica che il nostro paese sta vivendo, però, purtroppo, apprendiamo spesso dalla stampa di sequestri grandiosi di banconote e monete false. Il commerciante, dal piccolo al grande, per quanto possa essere informato, non riesce a riconoscere tali falsi. Abbiamo notizie di grandi perdite dovute proprio a pagamenti effettuati con monete assolutamente false.
La nostra legislazione prevede determinate sanzioni, purtroppo, però, i controlli non sempre sono preventivi e puntuali. Avete voi, dal vostro osservatorio, qualche indicazione, qualche suggerimento rispetto al sistema esistente nel nostro paese, nei supermercati, nei distributori di carburante e via dicendo? Sappiamo perfettamente cosa accade: arriva qualcuno con una banconota da 500 euro falsa e, dopo un minimo acquisto, si fa dare un resto di 450 euro veri, ricavando un utile netto che è evidente. Esiste una qualche soluzione che, come legislatori, possiamo pensare di introdurre per darvi una mano?
ANDREA LULLI. Il falso è un problema che - come ci avete detto - risulta abbastanza sotto controllo, al di là di qualche situazione particolare, direi fisiologica, però, il problema principale - è stato già detto ma lo vorrei ribadire - riguarda, in primo luogo, l'eccesso di denaro contante in circolazione, un fattore che facilita l'economia in nero; in secondo luogo, vi è l'eccessiva facilità con cui si usa il sistema del money transfer, per il quale si tratta quasi esclusivamente denaro contante e che, ovviamente, rappresenta un punto molto delicato. Lei ha accennato al controllo ma se questo è importante, tuttavia, poi, alla fine, non si sa quante banconote false ci siano in circolazione.
Il problema principale, che l'Istituto di vigilanza e la Banca centrale devono porsi in Italia - così come anche a livello europeo - riguarda questi canali, vere e proprie «zone» nelle quali l'illegalità può essere molto diffusa (non voglio dire che sia sicuramente molto diffusa, però può esserlo).
Questo penso che sia il problema principale, molto più della falsificazione della moneta: è chiaro che con ciò si alimenta un circuito che produce illegalità molto diffusa. Ovviamente, questo comporta una serie di conseguenze sul sistema produttivo, sulla tenuta civile e sociale e via dicendo.
Penso che questo sia il cuore del problema, rispetto al quale - mi permetto di associarmi alla richiesta dell'onorevole Vico - sarebbe opportuno seguisse una riflessione sul sistema del credito, a partire dall'opinione della Banca d'Italia.
PRESIDENTE. I nostri tempi sono purtroppo molto stretti ma abbiamo ancora cinque minuti, quindi, se nel frattempo intende fornirci una breve replica, potrà in seguito, secondo le modalità che ci siamo detti, farci pervenire, anche nelle prossime settimane, un'integrazione scritta rispetto ai quesiti posti oggi, che - mi rendo conto - ci portano molto lontano. Dopodiché, compatibilmente con il calendario dei lavori della Commissione, potremo formulare alla Banca d'Italia la richiesta di una
nuova audizione per affrontare meglio i temi che sono stati posti nell'ambito del dibattito odierno.
CARLO PISANTI, direttore centrale dell'area circolazione monetaria e affari generali della Banca d'Italia. Mi limito ad alcune osservazioni. È chiaro che gli argomenti oggetto dell'odierna audizione sono diversi poiché si tratta dell'integrità della circolazione monetaria come tale, piuttosto che della valutazione del comportamento degli operatori finanziari.
Riguardo ai temi sollevati dall'onorevole Formisano e dall'onorevole Lulli, tuttavia, posso dare le più ampie rassicurazioni: l'attenzione della Banca d'Italia, d'intesa con il Governo, con le altre autorità istituzionali del nostro paese e con l'eurosistema al problema dell'uso illecito del contante e anche dell'attività inerente al sistema del money transfer è massima. Tale attenzione si manifesta, da un lato, nell'ambito della tematica sul contrasto al riciclaggio di denaro sporco e, dall'altro, attraverso una serie di riflessioni sulla limitazione all'uso del contante. Ancora qualche giorno fa la dottoressa Tarantola, vicedirettore generale della Banca d'Italia, ha parlato di questi argomenti in un convegno a Milano. Disponiamo ad ogni modo di una copiosa documentazione che testimonia l'impegno della Banca d'Italia sul tema, nonché le linee della sua azione.
Sul punto sollevato dall'onorevole Formisano - cosa possono fare i legislatori - secondo me la limitazione dell'uso del contante è una strada assolutamente corretta: su questo non c'è dubbio. Vedo meglio questa soluzione piuttosto che, per esempio, l'idea di eliminare alcuni tagli di banconote, una misura che porterebbe soltanto ad aggiramenti abbastanza ovvi: se si eliminano i biglietti da 500 euro, è probabile che verranno adoperati quelli da duecento e così via. Peraltro, non si possono eliminare troppi tagli: ciò creerebbe un enorme problema produttivo alla circolazione: la via migliore è quella della limitazione all'uso del contante. Sicuramente, questa è una strada molto corretta, che l'Italia, del resto, ha seguito ampiamente.
Cosa fare per proteggersi dal falso? Molta informazione: conoscere l'attività svolta per contrastare la contraffazione è utile per gli utenti. Più complesso è il problema sollevato dal vicepresidente Vico, relativo alla circostanza che il commercio illegale parallelo, fenomeno sicuramente molto importante ma per il quale ho scarsa competenza, ha bisogno di finanziamenti.
Tendo tuttavia a credere che il commercio parallelo si autofinanzi in larga misura con i proventi di altre attività illecite e, quindi, che il problema rientri di nuovo nella tematica del riciclaggio e del contrasto ad esso. Peraltro, sul tema del sommerso esistono stime a livello di studio piuttosto che dati certi. Per il resto, è chiaro che le banche devono comportarsi correttamente e che il loro comportamento in difformità alla legge deve essere sanzionato qualora accertato. Io non sarei così poco fiducioso nella capacità di proteggersi del sistema bancario, il quale è fondamentalmente integro. Diciamo che siamo di fronte a dinamiche storicamente presenti, che vengono contrastate con i sistemi di prevenzione dell'uso illecito del sistema stesso: ciò rimanda nuovamente al tema dell'antiriciclaggio.
PRESIDENTE. Sono costretto, per ragioni di tempo, a chiudere questa audizione. Ci riserveremo, secondo quanto chiesto dall'onorevole Vico, di formulare una serie di richieste specifiche in sede di Ufficio di presidenza che vi invieremo. Dopodiché, insieme, stabiliremo le modalità con le quali potranno essere fornite le vostre risposte. La ringrazio.
Dichiaro conclusa l'audizione.
![]() |
![]() |