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Seduta del 20/6/2012


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Audizione del direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa.

PRESIDENTE. Ringraziamo il direttore generale dell'ASP di Siracusa per la presenza, chiedendogli di fare una breve relazione sulle criticità o comunque sugli aspetti che ritenga meritevoli di interesse.

FRANCO MANISCALCO, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Grazie, presidente e onorevoli componenti della Commissione per questa opportunità che viene data anche all'Azienda di Siracusa di prospettare tanto le situazioni positive quanto le criticità che sono intervenute, tutte finalizzate sicuramente a un miglioramento e a una svolta nell'assistenza sanitaria odierna rispetto a quella passata.
Mi sono permesso di portare un report 2009-2012 di tutte le attività svolte dall'Azienda sanitaria, che vorrei distribuire a tutta la Commissione. Faccio un breve excursus sull'andamento della nuova sanità a Siracusa dal 2009 ad oggi. Abbiamo


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monitorato tutta l'attività precedente e abbiamo cercato di incidere sulle situazioni che necessitavano di maggiore attenzione.
Quando mi sono insediato, una delle cose più importanti da fare era l'apertura dell'hospice all'ospedale di Siracusa. Allora non c'erano ancora hospice e non si sapeva neanche che tipologia di struttura fosse, ma siamo riusciti a farne uno degli hospice migliori della Sicilia con un livello di accoglienza elevato.
Sappiamo quali tipologie di persone vanno in questa struttura e abbiamo cercato di renderlo al massimo accogliente, tanto che tutti i cittadini siracusani o di altre città che hanno avuto bisogno di questa struttura hanno lasciato delle testimonianze in un libro, la cui lettura è commovente.
Queste sono le cose buone che prima non c'erano e oggi ci sono, e, visto che ritengo che noi direttori generali siamo come delle meteore, per cui passiamo, prima o poi scadiamo e verremo valutati più che altro dalla gente per quello che lasciamo, era importante cercare di sottolineare quello che prima non c'era e oggi c'è. Siamo quindi passati dalla cultura del dover fare alla cultura del voler fare, perché l'abbiamo fatto con il cuore, lasciando delle tracce indelebili.
Lei ricorderà, presidente, che quando ci siamo visti a Catania lo scorso anno si parlava ancora dell'ospedale di Lentini e della sua incompiutezza, che era l'emblema della vergogna siciliana, del dispendio di denaro pubblico, dell'ottusità di una classe dirigente che dopo diciassette anni non era riuscita a costruire e aprire un ospedale. Ci siamo quindi dedicati a fare di tutto per poterlo riaprire, e da quando mi sono insediato, nel 2009, all'apertura dell'ospedale di Lentini sono passati soltanto due anni.
Tenga presente che abbiamo dovuto superare importanti difficoltà, come un contenzioso che si protraeva da oltre due anni per l'aggiudicazione di una sala operatoria. Anche con una pubblicità sulla stampa siamo riusciti a incidere per far sì che i cittadini non solo lentinesi avessero un ospedale dignitoso. Oggi è una realtà, è un orgoglio della regione Sicilia, di Siracusa e del comprensorio Lentini-Carlentini-Francofonte.
L'altra cosa estremamente importante è stata l'apertura dell'UTIC ad Avola, dove era stata attrezzata una terapia intensiva coronarica, che era pronta, chiavi in mano, ma mancava il personale. La vecchia amministrazione l'aveva infatti attrezzata, ma non l'aveva aperta, come non aveva aperto la rianimazione.
Questa direzione generale, nonostante la pressione di tutta la popolazione della zona sud, con i soldi del proprio bilancio e senza alcun finanziamento è riuscita con tanti sacrifici ad aprire anche l'UTIC ad Avola. Oggi abbiamo un servizio con cui si salvano tante vite attraverso questa struttura, perché l'incidenza cardiologica è estremamente importante.
Da decenni c'era una situazione assurda nella zona sud; lei sicuramente conoscerà la vecchia diatriba tra Avola e Noto. Si trattava di un ospedale unico sulla carta, ma di fatto di due plessi ospedalieri, che un precedente assessore aveva deliberato che dovessero essere unificati, con due realtà che avevano una pianta organica unica, mentre bisognava continuare ad operare in entrambi. Capite bene quindi gli sprechi che si sono avuti.
Sono dell'idea che non bisogna lesinare nulla alla sanità, ma bisogna eliminare gli sprechi, perché il diritto alla salute è sicuramente un diritto sacrosanto che non può cozzare con l'obiettivo finale. Se l'obiettivo finale è soltanto attivare l'equilibrio del bilancio, abbiamo fallito, perché non è questo il fine dell'assistenza sanitaria o del diritto alla salute.
Dopo dodici anni abbiamo finalmente realizzato un unico ospedale per acuti ad Avola. Prima nei due ospedali si ripartivano i reparti di area chirurgica, per cui c'era la chirurgia ad Avola, mentre l'ortopedia e la ginecologia erano a Noto. Si era quindi creata una sorta di bottino di guerra tra i sindaci dell'epoca, prendendo la chirurgia ad Avola e dando in compenso l'ortopedia, cosicché, se si fosse verificato un incidente stradale a metà percorso in


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seguito al quale un giovane avesse riportato fratture multiple agli arti e nel contempo lo spappolamento della milza, non si sarebbe saputo scegliere dove portarlo prima.
Quella è stata la contraddizione rispetto all'esigenza di sicurezza del paziente negli ospedali, ma finalmente abbiamo deliberato l'ospedale unico ad Avola grazie anche all'intervento di un organismo terzo, l'Age.Na.S., che ha visto i due plessi e ha di ritenuto fosse opportuno rifare l'ospedale per acuti ad Avola.
Ultimamente sono venuti a Siracusa gli onorevoli Gianni e Burtone ed è emerso soprattutto che ad Avola stiamo effettuando lavori, di cui i componenti della Commissione hanno preso visione, per realizzare l'ospedale per acuti, implementando le sale operatorie, che saranno pronte in autunno; c'è anche una rianimazione pronta per essere aperta.
Prendendo spunto dal suggerimento degli onorevoli Burtone e Gianni, abbiamo inviato una nota all'assessorato regionale alla sanità affinché potesse integrare la rianimazione nella provincia di Siracusa, che è estremamente carente (oggi abbiamo soltanto 12 posti letto). Abbiamo chiesto di prevederne altri 6 ad Avola e altri 6 a Lentini, in modo da avere una rianimazione sparsa lungo tutto il territorio.
Questo ci consentirebbe di avvicinarci agli standard previsti per le rianimazioni in Sicilia, che non sono quelli in atto a Siracusa. Abbiamo avuto anche un colloquio con il dirigente generale dell'assessorato alla sanità per avere risposte su questo, c'è stato promesso che ci saranno date e siamo in attesa.
Sempre partendo dal principio che vogliamo consegnare un prodotto finito «chiavi in mano», anche se non ci hanno mai erogato fondi per l'ospedale di Lentini, l'abbiamo fatto lo stesso: abbiamo apportato degli scostamenti e li abbiamo giustificati. Stiamo inoltre approntando le sale operatorie ad Avola, ancorché non ci siano state erogate le relative risorse. Avevamo presentato i progetti perché, se dobbiamo raggiungere l'obiettivo di portare l'ospedale per acuti ad Avola, dovevamo anche implementarlo, ma l'abbiamo fatto con i nostri fondi; abbiamo presentato i progetti chiedendo il finanziamento e stiamo aspettando che ce lo concedano.
Sono convinto che il percorso sia stato virtuoso, anche perché bisognava eliminare gli sprechi e dare servizi ai cittadini. Abbiamo ridotto la mobilità passiva e incrementato la mobilità attiva. Questo è importante perché indica che c'è stato un trend diverso: prima le persone andavano a curarsi fuori, oggi vengono a curarsi dentro, i nostri medici diventano attrattivi.
Abbiamo ridotto la mobilità passiva dell'8 per cento tra il 2010 e il 2011, per un importo pari a 4,5 milioni di euro, e abbiamo incrementato un'attrattività di persone residenti in altre province verso Siracusa. Oggi Siracusa diventa attrattiva anche perché abbiamo inserito il meccanismo virtuoso del turismo sanitario. Per tutte le prestazioni che possono erogarsi in un regime di day service la gente viene da altre parti della Sicilia, fa l'intervento e torna a casa.
Questo è quello che dobbiamo cercare di incrementare, perché i fondi sono quelli che sono e dobbiamo cercare quantomeno di attivare una concorrenza positiva anche con altre aziende, ma tutto a vantaggio di quella sanità buona e di quelle professionalità che ci permettono di attirare pazienti da altre province, perché la sanità è bella per questo e, visto che c'è la libera scelta del cittadino, ognuno offre le proprie eccellenze.
Abbiamo eliminato tutte le locazioni che c'erano a Siracusa, riportando all'interno delle strutture tutti gli uffici prima sparsi in vari edifici, e abbiamo finalmente aggiornato il parco tecnologico dell'Azienda. Avevamo un gap rilevante rispetto alle altre province, non avevamo neanche una risonanza magnetica pubblica nel 2009, quando sono arrivato: tutto era svolto all'esterno attraverso convenzioni.
Abbiamo insistito, abbiamo fatto i nostri progetti, abbiamo preteso una risonanza magnetica pubblica e ci è stata data. Finalmente l'ospedale Umberto I di Siracusa ha una risonanza magnetica pubblica,


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e ne sta arrivando un'altra aperta ad Avola, per le persone che soffrono di claustrofobia. Ma non basta, perché abbiamo incrementato anche le TAC, 3 a Siracusa e 2 per ogni provincia, abbiamo anche angiografi, una TAC PET e prossimamente sarà anche la volta dell'acceleratore lineare.
Sapete benissimo che una delle cause della mobilità passiva è non essere attrezzati per determinate prestazioni; una di queste era la radioterapia. Questa mobilità verso l'esterno è determinata da un'esigenza, perché noi non possiamo erogare la radioterapia ma nel momento in cui ci sarà a Siracusa (è quasi tutto pronto e il 2013 dovrebbe vedere definita quest'operazione), ci sarà anche un ulteriore taglio della mobilità passiva. Se infatti oggi qualcuno deve andare a fare la radioterapia, farà in un altro posto non solo questa, ma anche quanto ad essa collegato (chemioterapia, TAC di controllo), perché non possiamo proporgli di restare a Siracusa per un certo tipo di cura e di fare altrove le altre. Se però la nostra città offrirà questo tipo di prestazione, avremo un'ulteriore riduzione della mobilità passiva. Questo è quello che abbiamo fatto e ci proponiamo di mantenere.
Vorrei dire qualcosa anche su Augusta, che abbiamo non soltanto potenziato, perché sono intervenute altre due unità operative, quella di neurologia, che l'ASP di Siracusa non aveva mai avuto, e l'oncologia. L'oncologia a Siracusa ha centri di eccellenza. Abbiamo proposto all'assessore regionale alla salute di fare un punto di eccellenza oncologico ad Augusta, perché sapete bene che ci sono tante malformazioni ed è una località ad alto rischio di inquinamento atmosferico.
Peraltro tra le maglie della legge n. 5 c'è un articolo, il 6, che parla di fondi integrativi a tutte le province che sono ad alto rischio industriale. La nostra è una di queste, però Siracusa ha bisogno di un'attenzione particolare, così come ne hanno bisogno tutte le province industrializzate. Occorre un centro di eccellenza, dove si possa fare oncologia tanto medica che chirurgica, dove si possano curare tutte le patologie oncologiche in virtù di quella peculiarità del territorio ad alto rischio inquinante.
Queste sono le cose che abbiamo fatto, ma rimango a disposizione per le vostre domande.

PRESIDENTE. Abbiamo chiesto la documentazione inerente alle procedure concorsuali dell'ultimo triennio, la ringraziamo per averla fornita e la esamineremo.
Vorrei fare una domanda, cui le chiedo di rispondere dopo l'intervento dell'onorevole Gianni. Lei ha fatto riferimento all'attivazione di strutture di diagnostica pubblica, ma sa perfettamente come la provincia di Siracusa abbia una caratteristica (possiamo valutare se positiva o negativa): una fortissima presenza di strutture private.
Vorrei sapere se nei programmi della sua direzione generale sia previsto un progressivo superamento dell'eccesso di presenza di strutture sanitarie private e come si pensi di sopperire rafforzando la struttura pubblica. Con riferimento a un problema di dialisi, noi siamo intervenuti nella provincia di Siracusa avendo ricevuto delle segnalazioni nei confronti dell'unico primario di struttura pubblica che operava, e lei sa perfettamente che quella nostra inchiesta si è conclusa con l'apprezzamento nei confronti del primario per come svolgeva la sua attività in una provincia sovraffollata di strutture private, alla quale forse era collegata questa ostilità nei confronti dell'unica pubblica funzionante.
Da quando ho mandato una lettera di encomio a questo primario di struttura pubblica, non ho avuto più richieste di intervento nei confronti di questa struttura, che aveva superato ben 28 accertamenti dei NAS, che in 28 momenti diversi avevano accertato essere una struttura pubblica che funzionava. A volte, quindi, il compito della Commissione è esprimere apprezzamento all'operatore pubblico che opera in maniera corretta. Lo dico perché, nonostante l'apprezzamento nei confronti di quel primario,


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mi chiedo se continuino ancora a esistere tante strutture private.

PIPPO GIANNI. Vorrei fare una premessa, presidente, per chiarire il quadro. Anche prima il direttore generale dell'ASP di Enna parlava della strumentazione di cui era riuscito a dotare l'azienda. Questa strumentazione acquistata con le risorse europee fa parte di un programma quadro predisposto tempo fa dalla Regione Sicilia, dalla Commissione sanità di cui facevo parte, in cui era previsto che in ogni provincia ci fosse una serie di strumenti (TAC, risonanze, PET).
Una battaglia che abbiamo portato avanti per tanto tempo è quella dell'emodinamica, della rianimazione e della radioterapia, che, così come il pronto soccorso, sono gli elementi che decidono della vita o della morte di un paziente nell'arco di qualche secondo.
Mi trovo quindi in disaccordo con il direttore sanitario dell'ASP di Ragusa, che pensa di dover risparmiare senza capire che qualche volta limitando la spesa si aumenta la morte, che le persone che non vengono curate in tempo e muoiono al pronto soccorso di fatto determinano una diminuzione complessiva della capacità di produrre economia.
Questa premessa è importante, perché non vorrei che si scambiasse quello che è già stato fatto per una questione personale, che non c'è. Diamo atto al direttore generale e alla sua équipe di aver fatto un grande sforzo in questo lasso di tempo, ma chiederò di inviare alla Corte dei conti gli atti che riguardano la gestione della costruzione dell'ospedale di Lentini negli ultimi venti anni, ovvero quanto è costato e le motivazioni di questo ritardo, così magari qualcuno finirà di fare il direttore generale e non farà cadere sugli altri le ipotesi di danno erariale.
Mi è venuta un po' di rabbia, direttore, quando ho ascoltato il responsabile della sanità di Ragusa che parlava di cinque chirurgie, nessuna delle quali andava chiusa, che dichiarava che nessun dipartimento è stato chiuso, ma anzi sono stati potenziati attraendo malati dalla provincia di Siracusa verso Ragusa.
C'è qualcosa che non funziona (e d'altronde avremo le carte e non può imbrogliare): cinque chirurgie a Ragusa mentre noi ne abbiamo due, ci sono delle criticità ma sono comunque inferiori in una provincia con 120.000 persone in più rispetto alla provincia di Ragusa. Quindi mi sembra strano che nessun ospedale sia stato toccato in provincia di Ragusa e di Enna, mentre invece in provincia di Siracusa si accorpano gli ospedali che hanno una cultura e una storia diverse, facendo un'unità operativa chirurgica ad Avola e chiudendo tutto a Noto.
Questo è avvenuto dopo aver speso milioni di euro per fare il pronto soccorso e l'ortopedia a Noto, dove c'era la chirurgia diretta da un primario locale, ma nel tempo l'ospedale è stato trasformato per farlo chiudere, così come avviene fra Lentini e Augusta. Tra l'altro, presidente, chiedo di audire l'assessore alla sanità, perché voglio sapere perché non venga applicata la legge cui faceva riferimento anche il direttore generale in ordine all'ospedale di Augusta, mentre invece viene applicata per gli ospedali di Gela e di Milazzo che si trovano nella stessa condizione di potenziamento.
L'ospedale di Augusta è stato depauperato, fino a renderlo quasi un fantasma, in una città che pure è un importante porto militare, commerciale, industriale; c'è un carcere e, come ricordava il direttore generale, sono nati tanti bambini malformati, tanto che abbiamo avuto la possibilità di finanziare un progetto che riguarda la ricerca sul mare di Augusta, per verificare cosa sia successo, come e quando. Intanto però si sta andando avanti depauperando l'ospedale di Augusta per chiuderlo, con una testardaggine che non ha eguali né precedenti, andando contro legge.
Mentre infatti viene attivata l'unità della neurologia, viene trasferito a Lentini non quello che già c'era, ma il reparto di ginecologia e ostetricia, adducendo la motivazione che prima era ad Augusta, dimenticando


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di dire che ad Augusta già c'era, ed è una storia più lunga quella di ginecologia e ostetricia e punto nascita, così come era a Lentini.
Ad Augusta si è fatto morire il reparto, perché non sono stati nominati i primari e lo si è lasciato morire lentamente. Non sto attribuendo colpe a nessuno, ma sto illustrando la fotografia, che è quella di voler chiudere l'ospedale, cosa che impediremo facendo una denuncia al giorno al tribunale penale, civile, alla Corte dei conti, all'Antimafia e a chiunque, perché la legge va rispettata.
Mi congratulo con il direttore generale che ha diminuito la mobilità, l'emigrazione sanitaria. Accorciamo anche i tempi dei posti letto della rianimazione, che comunque rimangono insufficienti, perché sappiamo che ne sono previsti 24, mentre ora arriviamo a 14-15.
Bene per gli affitti, e so che farete la stessa operazione ad Augusta, trasferendo le strutture, perché lì ci sono un vecchio e un nuovo ospedale, che è costato 20 miliardi di vecchie lire. Sono stati previsti anche altri interventi, ma nel frattempo si tenta di chiuderlo. Sarebbe opportuno spostare tutti gli affitti dal vecchio ospedale, eliminando spese e trasferendoli nel nuovo, che purtroppo si sta deteriorando per mancanza di controllo.
Poiché si tratta di una città industriale importante, spesso si sono verificati incidenti pesanti con grandi ustionati, che dovevano essere trasferiti a Catania al Centro ustioni, ma hanno ricevuto le prime cure al pronto soccorso di Augusta, anche se talvolta la gravità delle lesioni ha reso impossibile salvare loro la vita.
Una volta ho avuto il piacere di chiedere al direttore generale che una mia nipote, che faceva il medico a Torino, potesse essere trasferita per mobilità a Siracusa. Ho avuto qualche problema perché, essendo mia nipote, non poteva essere trasferita, e ho dovuto scontrarmi in Commissione con l'assessore regionale per sapere se tale parentela fosse di impedimento o ostativa, perché pensavo che la mobilità spettasse per legge a medici, infermieri, tecnici, tanto che prima di procedere al concorso è prevista obbligatoriamente la mobilità intraregionale o extraregionale. Lo dico perché a volte è capitato di aver sentito dire che l'assessore avrebbe dovuto fare non so cosa, ma in Commissione è stato ufficialmente chiarito che non si trattava di una questione privata, in quanto la mobilità e i concorsi per tecnici e infermieri sono previsti dalla legge.
Vorrei chiedere al direttore come siano stati scelti i capi dipartimento e in base a quali criteri. Mi hanno infatti informato che il primario chirurgo di Lentini sarebbe stato nominato responsabile del dipartimento di oculistica della provincia. Credo che questo non sia possibile o sarà probabilmente una cosa transitoria: la chirurgia dell'ospedale di Siracusa non può essere lasciata, perché abbiamo già molta emigrazione per problemi di chirurgia e oncologia. Abbiamo recuperato molto in emodinamica e in ortopedia, abbiamo eccellenze di cui ci complimentiamo, ma ad esempio si dice che il primario Caruso di Avola, che prima era di Forza Italia, sia diventato all'improvviso primario mentre ha preso la tessera del MPA.
La stessa cosa si dice per il primario di otorinolaringoiatria, responsabile del MPA a Siracusa, così come di tanti altri primari, e, se fosse così, sarebbe molto grave perché sono convinto che, come diceva il direttore sanitario dell'ASP di Ragusa, la qualità è più importante della provenienza.
Qualche giorno fa mi hanno intervistato e, forte delle dichiarazioni dell'assessore Russo che, essendo un magistrato antimafia, può nominare i direttori generali perché conosce tutti i mafiosi e li esclude, avrei potuto dire di poter integrare le nomine dei primari perché, conoscendoli, so chi è il più bravo, ma non l'ho fatto perché abbiamo un'amicizia con il dottor Maniscalco, seppure ognuno per i fatti suoi.
Sono convinto che qui si debba adottare con estrema chiarezza una posizione di forza in ordine all'applicazione della legge nell'ospedale di Augusta, per rivisitare la dinamica della sanità in provincia


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di Siracusa, come giustamente suggerito dall'onorevole Burtone, che evidenziava come la sanità non possa essere metropolitanocentrica, rischiando che i pazienti muoiano.
Mi rallegro della convenzione stipulata a Ragusa con il professor Giannone, che conosco, un grandissimo chirurgo che si è formato in America. Credo che laddove mancano i primari sarebbe opportuno un atto di disponibilità verso la gente che soffre e che magari non ha i soldi per andarsene fuori, come diceva l'onorevole Nucara, oggi più che mai con l'attuale crisi economica.
Ad Avola e a Noto è stato perpetrato un disegno criminale, che è quello di far chiudere Noto potenziando Avola, affermando altresì che tutte le cliniche private di Siracusa avrebbero dovuto inserirsi a Noto, non so per quale motivo.
Per tornare ad Augusta, sono convinto che due posti letto per neurologia o quattro sedie per l'oncologia non possano servire a salvare l'ospedale, così come fare il PTE o qualunque cosa sia. È necessario potenziare l'ospedale di Augusta per tutti quelli che transitano attorno ad esso, dalle navi alla zona industriale e al carcere, perché la legge lo impone. Lo chiedo ufficialmente, presidente, sapendo che il passaggio successivo è quello di passare le carte alla Procura.

PRESIDENTE. Poiché abbiamo l'esigenza di chiudere la seduta alle 16.30 per le votazioni in Assemblea, proporrei di formulare tutte le domande e le osservazioni e chiedo al direttore di risponderci eventualmente per iscritto, nel caso in cui non facesse in tempo a rispondere oggi.

FRANCESCO NUCARA. Non pongo nuove domande, ma ribadisco quanto ho chiesto agli altri direttori generali, ovvero i costi rispetto alla popolazione, le cifre della mobilità attiva e passiva, aspetti che mi stanno particolarmente a cuore. Mi complimento per l'hospice (mi auguro di poter venire a Siracusa a visitarlo): la casta politica dimostra di avere un cuore che solo io ho avuto per l'hospice di Reggio Calabria.

PRESIDENTE. Mi permetto di far presente che con una palese violazione di legge (ormai l'eventuale irregolarità penale è prescritta) nel 1986 il sindaco di Palermo istituì un hospice interamente finanziato dal Comune di Palermo.
I termini sono decorsi, per cui posso affrontare qualunque magistrato, ma si trattava di interesse pubblico in atti d'ufficio.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Più volte in questa Commissione abbiamo rilevato l'insufficienza dei reparti di rianimazione. Il direttore ha richiamato - e lo ringrazio - la presenza in provincia di Siracusa di reparti ben attrezzati che non sono stati attivati. Le chiediamo notizie su questo soprattutto per quanto riguarda l'ospedale di Avola, che abbiamo visitato con l'onorevole Gianni. Ci risulta una riduzione anche nel reparto di rianimazione del Muscatello, e che nell'ospedale di Lentini non sia stato attivato il reparto di rianimazione.
Poiché sono reparti attrezzati e in Sicilia c'è questa carenza, per cui spesso per qualche caso grave i piccoli ospedali senza reparti di rianimazione cercano un posto in rianimazione e qualche volta devono spostarsi in elisoccorso da Catania a Palermo o addirittura in Calabria, le chiediamo di sapere quale sia il percorso e se questa Commissione possa essere informata della disponibilità dell'assessorato e, qualora non ci fosse, intervenire per sollecitarne l'attivazione.
La seconda questione riguarda la neurologia. In passato Siracusa era caratterizzata dalla mancanza di posti pubblici di neurologia, ma lei ha dichiarato che qualcosa è stato attivato. Vorremmo quindi sapere quanti posti siano stati attivati. In occasione della nostra visita, lei aveva parlato di un progetto che riguardava Augusta e la possibilità di attivare una convenzione tra pubblico e privato: vorremmo avere notizie anche di questo.
Nei giorni scorsi ho letto un'intervista in cui un deputato regionale afferma specificatamente (è virgolettato, quindi presumo siano le sue parole) che «criticare le


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nomine targate MPA è solo un falso problema perché in politica c'è sempre stato». Ognuno deve assumersi la propria responsabilità, ma io non ho mai interferito nella sanità e, per evitare di scivolare nel ridicolo, vorrei chiederle gli atti su alcuni primariati degli ultimi anni, specificatamente il primario di cardiologia. Vorrei infatti valutare le considerazioni fatte dalla commissione e i criteri adottati.

PIPPO GIANNI. Mi era sembrato, presidente, che lei avesse già richiesto i curricula.

PRESIDENTE. Sì, e mi risulta che il direttore generale li abbia trasmessi. Avremmo bisogno di acquisire, con riferimento all'ultimo anno, l'elenco dei primari nominati, accompagnato dai curricula degli idonei non nominati, in modo che si possa fare un raffronto e una valutazione della motivazione della scelta del nominato. Le chiediamo quindi anche i curricula, per verificare la congruità della scelta, che sarà certamente accertata.
Siccome il direttore generale ha rappresentato - sia pure incidentalmente - che non sarebbe attivata la rianimazione all'ospedale di Lentini e questa Commissione si è occupata della riapertura di questo ospedale, vorrei inoltrare una specifica sollecitazione all'assessore Russo ad attivare la rianimazione all'ospedale di Lentini, per completare un percorso che si è avviato e che così diventa virtuoso.
Lo dico perché il direttore generale mi ha mostrato una sua richiesta all'assessore Russo di attivare la rianimazione a Lentini e ad Avola. È necessario raccomandare specifica attenzione ad Avola e a Lentini, ricordando che ci siamo occupati in maniera specifica del completamento dell'ospedale di Lentini in cui però ancora manca la rianimazione.

FRANCO MANISCALCO, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Solo per un dovere di risposta immediata e anche per fugare alcuni dubbi, ringrazio l'onorevole Gianni proprio per l'opportunità, perché è stato sempre presente, essendo peraltro medico, nella sanità siracusana per dare un contributo importante alla realizzazione di una buona sanità. Lo ringrazio personalmente e sa che per qualsiasi cosa sono a sua completa disposizione.
Le cose più importanti da monitorare e, soprattutto, con il vostro aiuto, anche da sostenere sono un'oncologia forte, veicolando l'ospedale di Augusta come ospedale d'eccellenza per l'oncologia, per il quale è stato già presentato un apposito progetto all'assessorato regionale alla salute.

PIPPO GIANNI. Se lei, direttore generale, non mette a posto questa cosa e non ripristina l'ospedale di Augusta com'era, potenziandolo secondo la legge, la denuncio formalmente alla Procura della Repubblica di Siracusa. Comincio da lì e non mi fermo più, lo dico con estrema chiarezza.

FRANCO MANISCALCO, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Non posso fare altro che difendermi. D'altra parte, quello che ho fatto da quando sono arrivato nei confronti dell'ospedale di Augusta è sicuramente potenziarlo rispetto a quello che aveva fatto la pregressa amministrazione. Le posso far vedere cosa era stato fatto prima e cosa è stato fatto adesso.
Certo, possiamo migliorarlo ulteriormente. Oggi è comunque importante soprattutto imprimere una vocazione all'ospedale di Augusta, visto che l'area è quella giusta, con importanti attività di oncologia, ferme restando tutte le altre attività di base che già sono presenti.

PIPPO GIANNI. Non è vero! Lei ha trasferito una serie di reparti dell'ospedale di Augusta, che è stato lasciato morire lentamente, perché non sono stati nominati i primari e i medici, non c'è la sala operatoria, non c'è nulla, sebbene si tratti di un ospedale centrale rispetto a una posizione che vede una zona industriale, il carcere e il porto militare, industriale e commerciale. Scusi, di che stiamo parlando?


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FRANCO MANISCALCO, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Volevo soltanto ricordare i tempi. C'è una pregressa amministrazione che non ha fatto quello che dice lei, e le posso dire quello che ha fatto questa amministrazione nell'ottica di una redistribuzione della rete ospedaliera che sicuramente ha un filtro regionale.
Abbiamo nominato, ad Augusta, un primario di medicina e un primario di cardiologia, abbiamo tutte le branche di base (sono tutti primariati in fase di definizione), quindi non capisco su cosa si possa fondare questa affermazione.

PRESIDENTE. Per completezza, siccome presenteremo una relazione alla Camera sulla sanità nella Regione Sicilia, vorremmo capire se dobbiamo denunciare che si sta facendo morire un ospedale e prendere atto della volontà di chiuderlo o invece riconoscere che sono state fatte scelte irreversibili e incompatibili con la chiusura.

PIPPO GIANNI. La ringrazio, presidente, perché lei ha interpretato come sempre al meglio le mie parole. Ho un sospetto, che qualche volta è l'anticamera della verità. Siccome purtroppo l'onorevole Lombardo sta facendo un altro ospedale perché non gli bastavano gli altri sette, probabilmente sta pensando di far fallire gli ospedali di Lentini e Augusta, in quanto ha bisogno che non ci sia più nulla, perché ogni ospedale attrae pazienti.
Non voglio difendere l'ospedale di Augusta per chissà quale motivo, ma conosco il lavoro che ha svolto negli ultimi cinquanta anni questo ospedale realizzato con i soldi dei cittadini di Augusta, che viene smantellato e chiuso.

PRESIDENTE. Attendiamo di ricevere per iscritto una nota specifica, che indichi l'impegno programmatico presente e futuro e le relative provviste finanziarie e scelte organizzative, che porteranno la Commissione a prendere atto che l'ospedale di Agusta non è avviato alla chiusura o a prendere atto dell'ambiguità della posizione, che rappresenteremo al Parlamento.

FRANCO MANISCALCO, direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Siracusa. Farò pervenire naturalmente tutto quello che abbiamo fatto, stiamo facendo e c'è da fare.
Ringrazio la Commissione per l'eventuale apporto che può dare all'Azienda di Siracusa per sollecitare la rianimazione per Avola e Lentini, che materialmente non sono inserite nella rete regionale ospedaliera di Siracusa e che quindi bisogna inserire, rimodulando la rete con i 6 posti ad Avola e i 6 posti a Lentini. Questo non costa niente, anche perché lo abbiamo fatto nell'ambito del numero complessivo dei 750 posti letto. Abbiamo rimodulato all'interno dicendo come recuperare i soldi, senza andare oltre. Si tratta soltanto di un'autorizzazione formale.
Ringrazio l'onorevole Nucara per quanto riguarda l'hospice. Saremo estremamente onorati di averla a Siracusa per tante ragioni e soprattutto per poterle mostrare quello che abbiamo creato e farle leggere il libro dei pazienti, che vi hanno trovato effettivamente tanto affetto, professionalità e solidarietà.
Si è attribuita attenzione a tutto ciò che era collaterale al soggetto da curare, per preparare anche la famiglia e si è curato molto questo aspetto. Abbiamo psicologi e medici che fanno terapia del dolore e che possono dare il meglio di sé.
Per quanto riguarda le domande dell'onorevole Burtone, abbiamo già parlato della rianimazione, della neurologia che ha 10 posti letto; l'onorevole Burtone voleva anche sapere dell'ipotesi un pubblico/privato ad Augusta. Il privato è venuto meno a quella che poteva essere una rimodulazione e integrazione pubblico/privato, per cui non abbiamo potuto fare altro che potenziare l'ospedale di Augusta.
Ognuno giustamente si assume la responsabilità di quello che dice, e chi ha scritto queste cose sul discorso delle assunzioni che sarebbero sempre state fatte in questo modo si assume le sue responsabilità.


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Noi abbiamo fatto il massimo in termini di trasparenza per qualsiasi tipo di lavoro e di concorso; le Commissioni sono composte da personaggi importanti nominati secondo le norme.
Ritengo quindi che i primari nominati a Siracusa nell'ultima tornata, essendo anche noti a tutti, possano avere i galloni di ottimi primari, al di là di tutto.

PRESIDENTE. Credo, dottor Maniscalco, che con riferimento all'attività che svolgete ci sia un atteggiamento di assoluta, positiva attenzione da parte della Commissione. Il tema riguarda invece alcuni punti rispetto ai quali probabilmente voi siete i terminali di scelte che la Commissione mette in discussione.
Lo spirito con cui si è svolta questa audizione, come tutte le altre, è quello di capire perché qualcosa non funzioni, non necessariamente chi ne sia responsabile. Mi sembra di comprendere che rimanga in attesa di risposta il dubbio che per Noto e Avola ci possa essere un comportamento che un domani possa agevolarne la chiusura.
In secondo luogo, c'è una presenza molto forte della sanità privata, che vorrebbe influenzare quella pubblica. Francamente, le due neurochirurgie private a Siracusa pongono comprensibili interrogativi. Restiamo comunque in attesa anche per Siracusa dei dati richiesti dall'onorevole Nucara, con riferimento ai costi e alla mobilità passiva e attiva nella provincia di Siracusa.
Vi verrà inviato il resoconto stenografico di questa seduta, in modo che possiate avere un testo al quale fornire tutte le risposte richieste.

PIPPO GIANNI. Il tema è questo: se la scelta di chiudere l'ospedale di Augusta sia del direttore o dell'assessore. Inoltre non abbiamo avuto notizia degli stanziamenti di 140 milioni di euro per il nuovo ospedale di Siracusa.

PRESIDENTE. Ringrazio il direttore Maniscalco e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16,30.


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ALLEGATO

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