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Seduta del 9/3/2010


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Audizione del Capo struttura programmi bambini/ragazzi di Raitre, Maria Mussi Bollini.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, l'audizione del Capo struttura programmi bambini/ragazzi di Raitre, Maria Mussi Bollini, cui lascio la parola.

MARIA MUSSI BOLLINI, Capo struttura programmi bambini/ragazzi di Raitre. Buongiorno a tutti. Sono Capo struttura dei programmi per bambini di Raitre, mi occupo di questo tipo di programmi in RAI dal 1981, dapprima su Raiuno e nel 1998 ho inaugurato la fascia per bambini di Raitre.
Abbiamo lavorato per 11 anni alla costruzione dell'offerta televisiva per bambini e ragazzi di Raitre, che quando iniziò, il 19 gennaio 1999, prevedeva solo 40 minuti di trasmissione dal lunedì al venerdì, posizionati nella fascia oraria dalle 15 alle 15,40. Si trattava quindi di 40 minuti di programmazione in un orario davvero poco felice, ma eravamo appena arrivati, eravamo molto piccoli e dovevamo crescere in termini di importanza.
Nell'arco di questi anni, l'offerta televisiva di Raitre si è consolidata notevolmente, raggiungendo le attuali due ore di programmazione giornaliera dal lunedì al venerdì, 19.000 minuti di animazione interamente italiana ed europea, giacché all'interno della fascia di programmazione per bambini di Raitre non c'è un solo frame di cartone animato americano, australiano o giapponese. È stata una scelta ben precisa, che abbiamo voluto fare fin dal primo anno e che ha fatto nascere nuove case di produzione per cartoni animati.
Oggi in quasi ogni regione italiana esistono 2 o 3 case che producono cartoni animati di ottima qualità, di cui le Winx sono un esempio. A Torino, dove lavoro principalmente perché vi viene realizzata la programmazione per bambini, ci sono tre case di produzione tra le più importanti del settore: Lanterna magica, Enarmonia e Lastrego & Testa.
La scelta di produrre e di trasmettere solo prodotto italiano - Annalisa Liberi che mi ha accompagnato collabora con me da dieci anni all'acquisizione dell'animazione - ci ha dato modo di cominciare a valorizzare la qualità del prodotto per bambini di Raitre, che è riconosciuta non solo in Italia, ma anche ormai a livello europeo, dove abbiamo diverse relazioni soprattutto nell'ambito dell'eurovisione.
I programmi sono cresciuti: due ore al giorno tutto l'anno, 6-7 programmi televisivi l'anno, ovvero produzione televisiva interna. All'interno della fascia bambini e ragazzi di Raitre c'è un solo format: Il


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gran concerto, il programma di musica classica curato da Raffaella Carrà, un signor format. Per il resto, è tutto prodotto italiano, con autori italiani, registi italiani.
Tre dei miei autori sono interni alla RAI, ovvero hanno frequentato il corso di formazione interna per diventare autori radiotelevisivi. Questo significa che non hanno costo se non quello aziendale del loro stipendio. Anche i registi sono interni alla RAI, quindi si può dire che per il prodotto per bambini vengono utilizzate esclusivamente forze interne.
Nell'arco di questi anni, grazie anche al mio ritorno nel 1998, il centro produzione RAI di Torino è diventato il centro per eccellenza del prodotto per l'infanzia, anche in virtù della specificità del territorio piemontese, dove sono nati il teatro e la letteratura per ragazzi più importante e famosa. Sono molto orgogliosa che l'intera produzione sia interna, soprattutto perché il costo dei programmi per bambini è inferiore rispetto al costo dei programmi per adulti. Il budget annuale di circa 3 milioni oggi è sceso a 2,1 milioni di euro, con i quali vengono realizzati sette programmi televisivi. Come si vede, siamo davvero lontani dalle cifre degli altri programmi.
Fino a poco tempo fa tutto andava per il meglio, l'offerta funzionava ed era buona, ogni anno si incrementava con nuove sperimentazioni, perché il bello del fare programmi per ragazzi è la possibilità di sperimentare, di trovare nuovi linguaggi, soprattutto nell'ambito di un target in cui si deve lavorare con la crossmedialità, perché i nostri figli sono «nativi digitali». Oggi, un bambino intorno ai sette anni quando accende la tv non si sintonizza su Raiuno, Raidue o su Raitre, ma direttamente sull'offerta satellitare, di diciotto canali, e sull'offerta digitale, che prevede cinque canali per Mediaset premium e due canali per la RAI.
Circa un mese fa ho però avuto notizia da parte del mio ex direttore di rete che, a partire dal mese di ottobre 2010, l'offerta per bambini di Raitre sarebbe scomparsa dal palinsesto. Questo ha destato in me forte preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda le persone che lavorano a questi progetti, persone che sanno molto bene quale pubblico hanno davanti e che hanno una grossa responsabilità, siano esse autori, assistenti ai programmi o programmisti registi.
A prescindere infatti da qualsiasi ruolo venga ricoperto all'interno di Raitre bambini tutti siamo consapevoli che lavorare alla televisione per ragazzi rappresenta una grossa responsabilità, perché il contenuto del programma contribuisce alla loro crescita, mentre, purtroppo, la fruizione televisiva per i ragazzi è sempre più posizionata all'interno del target riservato agli adulti. I bambini guardano la televisione soprattutto la sera, le bambine dagli otto ai quattordici anni soprattutto il pomeriggio, e non guardano i programmi di Raitre a loro dedicati, bensì Uomini e donne di Maria De Filippi.
Questo deve far riflettere: la televisione è uno strumento formidabile, è una meravigliosa finestra sul mondo dove ancora tutti impariamo o scopriamo o conosciamo cose che altrimenti ci sarebbe impossibile vedere, ma è necessario prestare molta attenzione al fatto che è uno strumento che aiuta i bambini a diventare grandi.
Chi ha responsabilità nella comunicazione per l'infanzia deve quindi aver chiaro questo concetto, tanto più in un contesto educativo che si trova sempre più in crisi. In quest'aula, molte volte avrete dibattuto problematiche legate all'infanzia, quindi sapete bene quanto la genitorialità sia in crisi e quanto tutto l'ambito educativo, scolastico ed extra-scolastico sia in crisi, quanto ormai alcuni genitori demandino il ruolo educativo alla televisione o comunque a qualcuno che li aiuti in questo.
Dal 1o ottobre non saremo più in onda. Le probabili ragioni di questo fatto emergono da una mia analisi, giacché a tutt'oggi non ho ancora ricevuto risposte dall'azienda, per cui non so ancora che destino avranno né i programmi per bambini, né le persone che vi lavorano, me inclusa. Il motivo della soppressione di questi programmi risiede nel fatto che


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sicuramente l'offerta televisiva è cambiata e i canali satellitari sono molto più appetibili: offrono dodici ore di programmazione al giorno e dal canale 600 al 620 si trovano esclusivamente programmi per bambini, senza contare che l'offerta digitale terrestre gratuita costituisce un grosso appeal per le famiglie che non possono permettersi di pagare l'abbonamento a Sky.
Gulp e Yoyo sono notevolmente cresciuti in termini di share. Si tratta di canali che vanno molto bene anche perché utilizzano il magazzino dei cartoni animati di Raitre, possono permettersi quelle serie di animazione ed acquistano solo il diritto digitale terrestre. Precedentemente, infatti, abbiamo acquisito queste serie con il diritto analogico terrestre, quindi con una valorizzazione economica molto alta; poi ci siamo occupati del doppiaggio di questi prodotti. L'alta qualità dell'offerta di animazione di Rai Gulp e di Yoyo è data proprio dalla disponibilità della programmazione dei cartoni animati di Raitre. Del resto, facciamo parte della stessa azienda RAI, quindi ben venga il fatto che Yoyo e Rai Gulp vanno bene.
La programmazione televisiva per bambini di Raitre è sempre stata un'offerta adatta a mamme molto impegnate e testarde. Su Raitre, infatti, tutti i mercoledì viene programmato il question time parlamentare, di conseguenza i programmi per bambini vanno in onda solo a partire da una certa ora in poi. Il giovedì, invece, vanno spesso in onda le sedute del Senato, le maratone, il Giro d'Italia. Per questi motivi, solo un pubblico molto fedele riesce a seguire la programmazione per bambini di Raitre, mentre invece il flusso continuo di Yoyo e Rai Gulp sul digitale o sul satellitare naturalmente risulta molto più semplice da seguire.
Sicuramente, la programmazione per bambini di Raitre aiuta i genitori. Nel caso della Melevisione, con cui abbiamo realizzato 1.600 puntate nella dimensione della narrazione e della fiaba, si riesce infatti a parlare di tutto con i bambini. Abbiamo superato anche la sfida di riuscire a toccare un tema come quello dell'abuso sessuale, laddove la puntata del Segreto di Fata Lina è diventata un libro con Alberto Pellai: un libro che viene utilizzato nelle scuole, nei consultori e nelle AASSLL per fare prevenzione all'abuso.
È appena uscito un libro incentrato sul tema della separazione fra i genitori. Il programma È domenica papà suggerisce invece ai genitori, ad esempio, cosa fare la domenica pomeriggio, invece di andare all'Ikea: spegnere il televisore, uscire con i propri figli e provare alternative suggerite anche attraverso un servizio di SMS, abbonandosi al quale a un genitore si offrono tre occasioni alla settimana (nell'ambito della propria provincia) per trascorrere con il figlio la domenica pomeriggio. Sono tutti programmi televisivi orientati a fornire un serio servizio di televisione pubblica.
In questo nuovo panorama, l'ascolto di Raitre non ha prodotto risultati soddisfacenti, ma effettivamente molto bassi, quindi il suo costo risulta oneroso. Spero tuttavia che l'azienda non disperda la grande esperienza maturata da Raitre bambini, che non è rimasta limitata all'interno di viale Mazzini n. 14, ma si è dilatata nel tempo con programmi come il GT ragazzi-facciamo il telegiornale in classe (un progetto a cui partecipano da cinque anni ben 60 le scuole). Si tratta infatti di una televisione che non solo va in onda, ma arriva veramente a toccare i luoghi dell'infanzia (scuole, spazi extra-scolastici, famiglie), con lo scopo di accompagnare il bambino nella crescita ed aiutarlo a diventare grande.
Noi confidiamo nella qualità dell'offerta della Rai digitale di Yoyo e RaiSat, il cui direttore, Gianfranco Noferi, si sta adoperando efficacemente per creare principalmente prodotti italiani. Ad esempio, il programma Music Gate, in cui dei bambini mettono alla prova le loro capacità canore e di danza, va in onda su Rai Gulp.
Ci auguriamo ancora una volta che l'azienda non voglia disperdere la lunga


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tradizione maturata da Raitre come tivù pedagogica, ovviamente non nel senso negativo del termine: non vi è infatti nulla di didascalico all'interno dei programmi per bambini di Raitre, ma semmai il desiderio di accompagnarli per mano nella loro crescita.
Non abbiamo ancora ricevuto informazioni sul futuro della programmazione per bambini di Raitre e non abbiamo ancora idea di che cosa l'azienda abbia deciso in proposito, ma so che a partire dal 1° ottobre 2010 questi programmi non saranno più in onda.

PRESIDENTE. La ringrazio, dottoressa Mussi Bollini. Abbiamo deciso di convocare questa audizione, perché siamo fortemente preoccupati che venga a mancare, all'interno del servizio radiotelevisivo pubblico, un'attenzione adeguata alla tutela e alla promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
La Commissione ha già da tempo avviato un'indagine conoscitiva sull'argomento ed è in fase di esame una risoluzione sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, all'interno della quale sono state evidenziate moltissime preoccupazioni della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, che vorremmo fossero occasione per aprire un dibattito complessivo sul tema con le istituzioni, con il Parlamento, l'Esecutivo e infine con i dirigenti dell'azienda Rai.
Abbiamo anche chiesto di svolgere un incontro tra l'Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza e l'Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, che potrebbe rappresentare l'occasione per compiere un'analisi seria sul tema della soppressione della programmazione per i minori e per avanzare proposte in merito.
La nostra Commissione infatti vive e ha ragion d'essere se i diritti dell'infanzia vengono rafforzati e non indeboliti. Certamente, il patrimonio costituito dalla tivù per ragazzi di Raitre è di straordinario rilievo anche dal punto di vista pedagogico, laddove per statuto la funzione della radiotelevisione italiana che usa le frequenze del servizio è anche pedagogica. L'educazione dei ragazzi è una di queste finalità importanti.
Le sue parole confermano la nostra preoccupazione per la sopravvivenza di questo patrimonio costituito dalla tivù per ragazzi di Raitre. In questi anni, abbiamo chiesto fondamentalmente che il servizio pubblico radiotelevisivo mantenesse una produzione autonoma, che ponesse al centro dell'attenzione la crescita e l'educazione dei ragazzi anche attraverso linguaggi innovativi. In questo caso, le due caratteristiche citate sono strettamente connesse all'azione della tivù dei ragazzi di Raitre, per cui non comprenderemmo una decisione dell'azienda che potesse ledere questo patrimonio.
Questo è il nostro convincimento, che peraltro ci ha spinto a promuovere l'indagine conoscitiva sul rapporto tra minori e media, tra minori e televisione. Anche sulla base del previsto incontro con l'Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, le comunicheremo le azioni che intendiamo promuovere.
Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. La ringrazio per la franchezza con cui si è espressa, annunciando la chiusura della programmazione per ragazzi e cercando di individuarne le motivazioni: dal momento che l'azienda non si è ancora espressa, siamo nel campo delle ipotesi.
Lei ha evidenziato come l'indice d'ascolto sia molto basso a causa dell'esistenza dei canali satellitari. Ha anche rilevato come le fasce orarie per i ragazzi siano ormai disattese, dal momento che non esistono orari definiti per vedere la televisione (come invece avveniva in passato ad esempio con Carosello) e quindi l'offerta per i minori si posiziona nella fascia oraria degli adulti. È vero che i programmi per ragazzi sono ormai spalmati


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in tutti gli orari e che i ragazzi purtroppo seguono spesso il programma di Maria De Filippi. Mi assumo la responsabilità di quanto affermo perché i contenuti del programma che ho citato non sempre sono adeguati all'età di chi lo segue.
Conosco bene Gianfranco Noferi, perché ho fatto parte con lui del Comitato tv e minori, in cui sono rimasta per molto tempo.
Ritengo che si debba affrontare seriamente il problema, senza però entrare nelle questioni interne della RAI, che non ci competono: i problemi relativi al personale, al budget, all'organizzazione interna hanno un loro percorso che possiamo conoscere ed individuare, ma in cui non è opportuno che noi ci inseriamo. Di fronte però all'ipotesi di sopprimere una trasmissione molto importante, da tutelare, mi preme che l'offerta di programmi per ragazzi non si riduca, che questi programmi siano validi e positivi, che valga la pena di investirvi e che siano autonomi. Questa è la nostra mission, il nostro compito, mentre il resto delle questioni resta di competenza dell'azienda. Possiamo comunque chiedere delle spiegazioni in merito.
Dobbiamo sicuramente cercare di capire cosa stia succedendo, visto che l'azienda non ha ancora fornito risposte e probabilmente avrà difficoltà a fornirne. Non possiamo negare, però, quanto rilevato dai nostri interlocutori: gli indici di ascolto sono bassissimi, i costi non sono alti perché effettivamente 2 milioni di euro sono una cifra ridicola, ma sono comunque risorse significative rispetto a indici così bassi, oltre al fatto che i ragazzi si rivolgono ad altre offerte televisive. È necessario capire questo fenomeno per andare nella direzione auspicata di non penalizzare i programmi dei minori, eliminandoli e sostituendoli con la Lottomatica. Questo non deve accadere.
Sentiremo quali siano le ipotesi all'esame dell'azienda, cosa stia succedendo e perché. Mi sembra che questa sia una nostra giusta richiesta.

MARIA MUSSI BOLLINI, Capo struttura programmi bambini/ragazzi di Raitre. Per correttezza, vorrei aggiungere che con il nuovo direttore, Antonio Di Bella, abbiamo deciso di mantenere il GT Ragazzi su Raitre, nella speranza che venga risplittato sui canali digitali. Al momento, dunque il GT Ragazzi rimane su Raitre e questo mi sembra un buon risultato.

GABRIELLA CARLUCCI. Non ho capito bene dalla spiegazione della dottoressa Mussi Bollini il motivo per il quale i programmi per i minori sono stati soppressi. È evidente che quando si parla di cifre e ci si confronta con un mercato dove dominano la pubblicità e gli indici di ascolto, si deve guardare anche all'economicità dell'offerta televisiva. Il dato interessante relativo alla programmazione di Raitre per bambini e ragazzi è il fatto che si tratta di prodotti italiani, quindi rivolti al gusto italiano, anche dal punto di vista della creatività. Abbiamo notizia di società di produzione di cartoni animati interamente italiane.
Poiché siamo entrati nell'era digitale, bisogna assolutamente essere proprietari dei contenuti, altrimenti le nostre autostrade verranno percorse da prodotti stranieri: è un'ipotesi che vogliamo scongiurare, dal momento che l'offerta satellitare è già sostanzialmente straniera. Impedendo al prodotto italiano di avere sbocco sui canali digitali italiani, saremo completamente conquistati dal prodotto straniero.
Dobbiamo concentrare i nostri sforzi nel far sì che tutto il lavoro, tutto il know how, tutta la competenza maturata in questo ambito - Torino è diventata la capitale dell'offerta televisiva per ragazzi - siano mantenuti e sfruttati per i canali digitali. Credo che anche Boing mandi in onda programmi per ragazzi. Se non ci sarà più la possibilità di avere un canale dedicato alla televisione per ragazzi, perché Raitre non manderà più in onda questo tipo di programmi, di conseguenza


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non ci saranno più produzioni italiane e i canali digitali terrestri italiani verranno utilizzati per mandare in onda programmi stranieri.
Abbiamo parlato di cifre molto basse, che continuerebbero ad alimentare la produzione diretta ai canali digitali, i quali, poiché vanno in onda ventiquattro ore su ventiquattro, necessitano di un prodotto costante. Sui canali digitali potrebbero andare in onda i TG, quelle trasmissioni di approfondimento dedicate ai ragazzi italiani.
Questa potrebbe essere una soluzione da proporre alla direzione di Raitre, al fine di evitare una dispersione di professionalità ed un conseguente immediato danno economico, poiché, in mancanza di domanda, le società di produzione chiuderebbero. Sarà soprattutto opportuno evitare la dispersione dei contenuti: abbiamo bisogno di contenuti italiani per il pubblico italiano, che possano tuttavia adattarsi anche al resto del pubblico europeo, perché i gusti e i comportamenti italiani sono molto simili a quelli del resto dell'Europa. Ciononostante invece, si continuano a proporre programmazioni americane, che incontrano il gusto di un popolo con atteggiamenti in parte distanti da quelli europei.
Reputo quindi che la migliore proposta nei confronti della dirigenza della RAI debba essere quella di mantenere il comparto della programmazione per ragazzi con tutte le sue caratteristiche, con le varie trasmissioni che voi avete negli anni affinato e proposto e che prevedono anche la partecipazione di scuole italiane. Tutto questo deve essere mantenuto anche per alimentare l'offerta sui canali digitali, che vanno in onda ventiquattro ore su ventiquattro: dobbiamo proporre di mantenere i contenuti dei programmi italiani perché altrimenti i canali digitali terrestri e satellitari saranno occupati da programmi stranieri e noi saremo terra di conquista. Ciò sarebbe estremamente negativo, soprattutto per quanto riguarda la qualità dei contenuti rivolti ai ragazzi.

GIULIA COSENZA. Signor presidente, mi riallaccio alle considerazioni dell'onorevole Carlucci e sottolineo che da questo dibattito emerge la necessità di creare un modello di qualità del prodotto italiano per bambini. Oggi, infatti, in tema di programmazione per i minori si rileva una grandissima confusione, nella quale la qualità dei programmi diventa soccombente. Tutelare i diritti dell'infanzia significa innanzitutto individuare un modello da proporre in questo settore.
Mi auguro che tutti abbiano consapevolezza del fatto che spesso affidiamo i nostri bambini a una televisione dettata da esigenze diverse dalla tutela dei minori (economiche, di audience), senza considerare che i bambini sono il nostro bene più prezioso, la società del domani e che pertanto è necessario assumersi la responsabilità di offrire loro programmi dai contenuti utili per una migliore qualità della vita e per creare una società migliore.
La dottoressa Mussi Bollini ha espresso molto bene questo concetto, avendo svolto un ottimo lavoro che conosco anche come madre. La Melevisione come anche Il gran concerto classico sono infatti programmi straordinari, dei prototipi di programma di qualità. Forse, dovremmo lavorare proprio su questo tipo di programmi, in modo che anche in un'offerta varia si possa identificare quel programma con un quid in più, che la gente possa recepire come tale.
Dovremmo avviare un percorso di questo tipo, che dia la possibilità anche al consumatore di fare una distinzione qualitativa tra i vari programmi. Si può infatti scegliere di tutto nell'ambito dell'offerta televisiva, ma è necessario lavorare tutti per dare ad un particolare programma la caratteristica del vantaggio culturale in più.

MARIA MUSSI BOLLINI, Capo struttura programmi bambini/ragazzi di Raitre. Vi ringrazio per la competenza e per la


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conoscenza che avete mostrato del mio lavoro. Fa piacere essere ascoltata da persone che conoscono il nostro lavoro. Il budget di 2,1 milioni corrisponde all'effettivo costo per la produzione (il compenso degli attori, dei programmisti, dei registi), mentre poi esiste un costo industriale, che non viene considerato. Dobbiamo quindi immaginare un budget che tenga conto anche del costo industriale, che peraltro è ancora basso (si tratta di cifre davvero ridicole).
Per quanto riguarda l'intervento dell'onorevole Carlucci in merito al valore culturale dei programmi, apprezzo molto la sua valutazione: infatti, penso sempre a come bambini italiani di quattro o cinque anni, che non vanno ancora a scuola, possano immaginare attraverso i telefilm americani come sono le scuole, pensando ad esempio che siano come quella di High School Musical. Nel bambino gioca molto la dimensione fantastica, quindi tutto ciò che gli viene comunicato viene poi rielaborato dalla sua fantasia.
È importante far conoscere attraverso la televisione il nostro Paese non solo ai bambini italiani, ma anche ai tantissimi bambini stranieri presenti in Italia, grazie alla multiculturalità, che ormai appartiene alla nostra quotidianità. Molti bambini sanno poco e niente del Paese Italia. Anche per questo abbiamo realizzato il programma Gnam, che trasmette piccoli documentari in cui i bambini raccontano una ricetta del loro Paese. Abbiamo scelto i paesini più sperduti delle regioni italiane, dove i bambini raccontano la ricetta andando in giro per il paese a reperire gli ingredienti necessari per cucinarla (le uova dal nonno, la farina dal mugnaio). Abbiamo scoperto che alcuni bambini raccontavano ai bambini italiani la ricetta in dialetto. Il programma Gnam ha avuto un successo meraviglioso non solo tra i bambini, ma anche nel pubblico adulto. Del resto, è un compito del servizio pubblico comunicare i valori tipici del nostro Paese, anche attraverso i bambini.
In questo panorama, vi è anche RAI fiction, ossia la direzione della RAI che si occupa dei cartoni animati. Tuttavia, quando saranno soppressi i programmi per i bambini, ne resteranno coinvolte tutte le case di produzione italiane che fanno riferimento a RAI fiction per la produzione e che oltretutto svolgono parecchie coproduzioni: i nostri cartoni animati, per esempio, vengono venduti all'estero e alcune case di produzione francesi cominciano a richiedere una coproduzione con l'Italia. Questo fenomeno si sta verificando solo da 4-5 anni e costituisce un impegno rilevante.
Stiamo inoltre preparando un cartone animato su Marco Polo, che sarà prodotto dalla casa di produzione Lastrego & Testa di Torino, in coproduzione con la televisione pubblica cinese. È la prima volta che si produce qualcosa in collaborazione con la televisione pubblica cinese, si tratta certamente di un fatto notevole. I disegnatori italiani e cinesi realizzeranno quindi insieme questa serie di cartoni animati su Marco Polo.
L'ultimo argomento, che ritengo opportuno riprendere, è il tema della cultura dell'infanzia. Nella RAI come anche nelle altre televisioni, i bambini non devono «fare» ascolto, ma devono essere ascoltati: l'infanzia è un'opportunità per questo Paese, non un problema da gestire. È un'opportunità in cui vale la pena investire. Poiché grazie a questo lavoro viaggio molto, vi posso assicurare che in altri Paesi la mentalità è diversa.
Sicuramente, quindi, si deve esigere una risposta dall'azienda, senza entrare nello specifico dei problemi interni. Sul primo articolo di Repubblica ho infatti scritto che la programmazione per i minori dovrebbe proseguire «con me o senza di me»: intendo dire che mi preme salvaguardare il prodotto per bambini, perché ritengo che sia molto importante e perché abbiamo la responsabilità di lasciare il mondo in una condizione migliore di quella in cui lo abbiamo trovato, contribuendo a far crescere bene questa infanzia.

PRESIDENTE. La ringraziamo moltissimo e nelle prossime settimane avremo


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cura di metterci in contatto con lei, perché siamo convinti che l'educazione dell'infanzia e dell'adolescenza debba passare anche attraverso il sistema radiotelevisivo pubblico e privato. Questo per noi è un elemento di centrale importanza e una grande opportunità per i bambini. I programmi di qualità e lo stimolo ad una produzione autonoma sono due concetti importanti, filo conduttore considerato essenziale da tutte le forze politiche: si tratta perciò di una base di partenza già molto rilevante.
Nel ringraziare la nostra ospite per la disponibilità manifestata, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 11.

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