Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali - Mercoledì 30 novembre 2011


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ALLEGATO

PROPOSTE DI MODIFICA

PROPOSTA DI MODIFICA 5.2.

Dopo l'ultimo capoverso del Capitolo n. 5 «ANALISI DEL PRESUNTO CREDITO VANTATO NEI CONFRONTI DELLA REGIONE PER LA "GESTIONE STRALCIO" PER 60.389.021» aggiungere infine i seguenti capoversi:
«Per tentare di dare un senso logico a quanto descritto bisogna partire da quanto accaduto domenica 10 ottobre 2010, quando si decise di commissariare la ASL n. 1 di Massa e Carrara, decisione presa al termine di una riunione tenuta a Firenze, su convocazione del presidente Enrico Rossi, a cui hanno partecipato:
Ledo Gori, Capo Ufficio Gabinetto;
Daniela Scaramuccia, assessore Diritto alla Salute;
Beatrice Sassi, direttore generale presso l'assessorato alla Sanità;
Antonio Barretta, direttore generale Presidenza;
Lucia Bora, direttore generale Avvocatura;
Carla Donati, già responsabile settore Finanze dell'assessorato alla Sanità, nominata dal presidente Rossi direttore generale dell'Area economico-finanziaria della Regione;
Chiara Innocenti, nuova responsabile del settore Finanze dell'assessorato alla Sanità;
Niccolò Persiani, di cui l'assessore Scaramuccia dice: "personalmente mi sfuggiva a che titolo fosse presente il prof. Persiani, che poi ho ricostruito essere stato consulente della Regione Toscana sulla materia contabile, da me precedentemente visto solo in due sfuggenti occasioni poco significative per dedurne il ruolo"; in merito va precisato che l'assessore Scaramuccia era stata nominata alla fine di aprile, ben sei mesi prima, e che il prof. Persiani, a detta di tutti, era, a partire dai primi anni 2000, il deus ex machina di tutte le decisioni a carattere economico assunte in ambito sanitario, come viene confermato dal dr. Luca Giorgetti nel corso della sua audizione presso la Commissione regionale di inchiesta (l'allegato n. 5 rappresenta uno stralcio del verbale). È solo la prima di una lunga serie di affermazioni poco verosimili che l'assessore Scaramuccia fa, offendendo l'intelligenza dei componenti della Commissione.

L'incontro era stato convocato dal presidente Rossi a seguito della segnalazione delle seguenti anomalie nel bilancio della ASL 1 relativo all'esercizio 2009, in fase di approvazione da parte della Regione:
La presenza, nello stato patrimoniale, di un credito vantato nei confronti della Regione, per "anticipazione gestione stralcio" per euro 60.389.021, ritenuto non esigibile;


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Una somma per "immobilizzazioni" ritenuta eccessiva che ora l'assessore definisce di "macroscopica evidenza" pur ammettendo che non era stato "oggetto di rilievo neppure da parte dei Revisori".

La Scaramuccia afferma: "Si concluse sul fatto che il bilancio non poteva essere approvato, che c'era bisogno di accertamenti contabili, e che, pertanto l'Azienda - data la rilevanza del potenziale disavanzo sotteso di cui all'epoca non si immaginavano le reali, ulteriori dimensioni - doveva essere commissariata".
Stando a quanto dichiarato, in diverse occasioni, da più persone, nel corso di tale riunione nessuno, neanche i tecnici presenti, aveva ritenuto utile andare a verificare se il credito di cui si parlava fosse già presente nel bilancio dell'anno precedente (2008).
Si tratta di una ricostruzione che lascia perplessi: la Regione e le Aziende sanitarie sono collegate strutturalmente tra di loro ed i personaggi presenti alla riunione sicuramente dovevano essere informati su quanto accaduto; in particolare Donati e Persiani seguivano da quasi un decennio l'andamento economico della sanità toscana; lo stesso Rossi era stato assessore alla sanità per 10 anni, prima di diventare, qualche mese prima, presidente; è poco logico ritenere che non fossero perfettamente informati sugli scambi economici e finanziari tra la Regione e le aziende sanitarie. In particolare Persiani, come ampiamente documentato dalla Deloitte soprattutto nella sua lettera del 29 marzo 2011 (allegato n. 32), era molto ben informato sul fatto che il credito era dovuto, che era stato registrato già nello stato patrimoniale del 2008 e che era stato oggetto di circolarizzazione, andata a buon fine; ha finto di non sapere; e tutto ciò è fortemente sospetto.
Ognuno dei presenti aveva ben chiaro che il commissariamento avrebbe sollevato un grande clamore e gettato discredito sull'intero sistema sanitario regionale; avviare una verifica, senza decapitare la direzione aziendale, come aveva richiesto il dr. Delvino, direttore generale pro-tempore, avrebbe ottenuto lo stesso risultato senza stravolgere gli assetti e compromettere la credibilità del sistema; lo stesso giudice Lama lo sostiene nella ordinanza dell'11 ottobre 2011 (allegato n. 35). Se è stata scelta la via del commissariamento evidentemente si voleva far fronte ad una situazione d'emergenza, per la quale valeva la pena correre il rischio di minare la credibilità dell'intero sistema. In particolare si riteneva il dr. Delvino un ostacolo ad una ricostruzione contabile che doveva salvaguardare innanzitutto i comportamenti della Regione; in altri termini una persona non perfettamente in linea con le strategie, passate e future, di Rossi, Persiani e Donati.
Il fatto che il dr. Delvino non sia stato invitato a partecipare a tale riunione lascia intendere che era già stata presa la decisione di allontanarlo dalla ASL n. 1 e non si prese neanche in considerazione la possibilità di richiedere a lui eventuali spiegazioni.
Appare infatti evidente che, se il credito di 60 milioni era correttamente posto nel bilancio 2008 della ASL n. 1 e non riconciliato nel bilancio regionale, tale ultimo bilancio conteneva un falso.
Ora viene reso noto che il candidato a ricoprire il ruolo di commissario era proprio Persiani, ma che si dovette prendere atto che


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non possedeva i titoli previsti dalla legge, per cui, in tutta fretta, si decise di nominare commissario la dr.ssa De Lauretis, e di affiancarle il prof. Persiani, come è riportato nel decreto del presidente n. 172 dell'11 ottobre 2010 (allegato n. 6).
Tale decisione è fortemente criticabile perché si decideva di far fare le verifiche a colui che, nella sostanza, aveva gestito i bilanci della Sanità, sia a livello regionale che a livello di singola azienda; in particolare da anni era consulente dell'assessorato regionale, era stato il coordinatore del gruppo di lavoro che nel 2004 aveva varato la manovra R.A.N.P.C., e, prima come libero professionista, e poi, dopo aver costituito una società di comodo, appunto la Taitle S.r.l., aveva agito, direttamente o tramite suoi collaboratori, sulla contabilità in quasi tutte le aziende sanitarie toscane, ma in particolare proprio a Massa, così come confermato dalle deliberazioni della ASL n. 187 del 2008 e n. 631 del 2007 (allegati n. 7 e 8).
In merito il presidente della Commissione regionale d'inchiesta, avv. Jacopo Ferri, nella sua relazione del 20 aprile 2011 (allegato 33), scrive: "È ben evidente che a Niccolò Persiani, a Fabrizio Rossi, e quindi a Taitle che era società partecipata da entrambi, in virtù delle loro alte competenze, l'allora Assessore Rossi abbia di fatto affidato il compito di 'seguire' il sistema dei bilanci delle aziende, di 'intervenire' sulle varie problematiche emergenti, di prevenirle e rimediarle con il proprio lavoro, la propria consulenza.
Innumerevoli sono infatti gli incarichi loro assegnati a vario titolo, i ruoli attribuiti a vario titolo, le costanti presenze in molte situazioni in cui, nei diversi livelli, si 'parlava' di bilanci, si 'studiava' di bilanci. Ce lo dice - al di là di ogni altro rapporto formale che hanno intrattenuto con Regione, Estav, Aziende - proprio la vicenda dell'Ausl n. 1 nella focalizzazione dei passaggi legati ai bilanci 2008 e 2009, cioè dei bilanci contenenti la posta dei 60 milioni che aprirà la strada per far luce sul disavanzo di 224 milioni trascinato dagli anni precedenti sino al bilancio del 2009.
L'immagine che si ricava dall'analisi di questi atti è quella di un team estremamente competente in fatto di bilanci: sempre pronto a dare direttive e ad intervenire all'occorrenza, ad assumere i ruoli chiave con una delle sue figure, a svolgere un vero coordinamento, ad avere sempre il controllo delle più varie situazioni. Ciò, come detto, si desume con particolare precisione se ci si cala al momento in cui partiva la corsa della Regione verso l'obiettivo della certificazione dei bilanci delle Ausl"
.
Persiani era ben conscio del conflitto di interessi che lo rendeva il professionista meno adeguato a svolgere una verifica contabile a Carrara, tanto è vero che alle 8.50 del giorno successivo alla nomina, il 12 ottobre, scrisse all'E.S.T.A.V. Nord-Ovest, titolare del contratto relativo alla ASL n. 1, una e-mail (allegato n. 9) con cui chiedeva di sospendersi, per i mesi successivi, dalle attività di consulenza della Taitle alla ASL n. 1 e faceva riferimento a "ragioni di opportunità e correttezza nei confronti della ASL n. 1". È evidente che tale atto non risolveva il conflitto di interessi che si era determinato con la sua nomina a coadiutore del commissario, avendo egli già svolto in passato le attività che avevano portato alla elaborazione dei bilanci 2008 e 2009, avendo collaborato alla fase di check-up delle procedure presso


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la ASL n. 1 e, di fatto, avendo operato, indirettamente ed direttamente, su quelle scritture contabili; semplicemente non doveva accettare l'incarico propostogli dal presidente Rossi.
Nel caso permangano dubbi, la successiva lettera del dirigente dell'E.S.T.A.V., dr. Santini, (allegato n. 10) chiarisce tutto: nell'oggetto è precisato che la sospensione riguarda "Il servizio di supporto alla revisione delle procedure amministrative per la certificazione del bilancio ed alla redazione del bilancio sociale dell'Azienda USL 1 di Massa Carrara" e poi, nel corpo della lettera, è scritto: "Quanto sopra trova motivazione nella nota fatta pervenire dal prof. Niccolò Persiani in data 12 c.m. dalla quale si evince una situazione di incompatibilità tra l'incarico di Responsabile scientifico del servizio in oggetto e quello di assistente professionale al Commissario straordinario". Non risulta che la Taitle, o Persiani o altri abbiano contestato quanto esplicitamente scritto da Santini.

In merito è degno di approfondimento da parte della Magistratura il fatto che, come dallo stesso Persiani ammesso dinanzi al Giudice Augusto Lama, egli, una volta nominato collaboratore del Commissario, si è subito dotato di una password per entrare direttamente nel data-base della contabilità della ASL n. 1; si tratta di una iniziativa molto sospetta: nel suo ruolo non doveva operare direttamente sul data-base della contabilità; egli doveva consultare i dati presenti, non alterare i dati della contabilità; d'altro canto è troppo esperto per non capire che stava commettendo una irregolarità grave e certamente non formalmente prevista nel decreto di nomina.

È agevolmente ipotizzabile anche la motivazione che ha spinto Rossi a nominare Persiani: in discussione era un presunto credito vantato dalla ASL n. 1 nei confronti della Regione; Persiani non poteva che tutelare la Regione, così come ha fatto; per questo motivo la scelta effettuata dal presidente Rossi è fortemente criticabile; infatti, se la sua intenzione fosse stata veramente quella di giungere ad appurare la verità, come sarebbe stato suo obbligo per l'altissima carica pubblica che ricopre, avrebbe dovuto nominare un tecnico indipendente e non avrebbe potuto scegliere Persiani.
D'altro canto l'appoggio di Rossi, Scaramuccia e De Lauretis in favore di Persiani è stato strenuo e tenace, andando oltre la logica ed il buon senso; si citano in merito i seguenti fatti:
Né Persiani né la Taitle sono stati raggiunti da richieste di risarcimento, nonostante sia fin troppo evidente che hanno avuto un ruolo fondamentale nella tenuta della contabilità e dei bilanci della ASL n. 1 e nell'elaborazione delle procedure di controllo; si ritiene opportuno qui riportare quanto scritto dal presidente Jacopo Ferri nella sua relazione del 20 aprile 2011 (allegato n. 33): "È ben evidente che a Niccolò Persiani, a Fabrizio Rossi, e quindi a Taitle che era società partecipata da entrambi, in virtù delle loro alte competenze, l'allora Assessore Rossi abbia di fatto affidato il compito di 'seguire' il sistema dei bilanci delle aziende, di 'intervenire' sulle varie problematiche emergenti, di prevenirle e rimediarle con il proprio lavoro, la propria consulenza".


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Nessun atto formale di rimozione di Persiani è stato mai adottato; in merito la Scaramuccia afferma: "di fatto l'incarico è stato affidato ad altri", ma non si capisce come mai non ci sia mai stata una comunicazione formale; peraltro le prime due relazioni sottoscritte dalla dr. De Lauretis si sono evidentemente basate sul lavoro del prof. Persiani; la stessa relazione sottoscritta da Pescini e Manghisi in data 31/12/2010 (allegato n. 11) si basa, per loro stessa ammissione, sulle analisi effettuate da Persiani e fa un preciso riferimento ad una relazione di Persiani del 3 novembre 2010.
L'assessore Scaramuccia afferma: che il ruolo "di consulenza" di Persiani non era incompatibile in quanto "la terzietà è prevista solo per chi deve svolgere funzioni decisorie; non è tale la funzione del coadiutore tecnico", contraddicendosi visto che ha affermato, in sostanza, che se Persiani avesse avuto i titoli, sarebbe stato nominato Commissario.
Nella interrogazione urgente formulata in data 27 aprile 2011 (allegato n. 34), i consiglieri Ferri e Mugnai, dopo aver argomentato sulla incompatibilità di Persiani e sulle "protezioni" poste in atto da Rossi e dai suoi collaboratori, affermano, in maniera icastica: "Dal chiedergli a muso duro spiegazioni" [sulle presunte anomalie del bilancio della ASL n. 1], si è passati al paradosso di incaricarlo nel ricercarle altrove!".
L'entità degli incarichi retribuiti affidati a Persiani ed alla Taitle, è inquietante (nell'allegato n. 12 viene riportata una parte); si tratta di incarichi retribuiti con centinaia di migliaia di euro all'anno; la vastità delle competenze (e del potere) attribuito a Persiani non può essere sfuggita a Rossi e Donati.
Delvino, con lettera del 18 gennaio 2011 (allegato n. 13), ha invitato la dr.ssa De Lauretis a tutelare la ASL n. 1 nei confronti della Taitle, contestandole l'inadempienza contrattuale; la dr.ssa De Lauretis, che era stata prontissima a sporgere denunce verso altri soggetti, ha lasciato trascorrere oltre un mese e solo il 3/3/2011 ha inviato la lettera prot. N. 3858 (allegato n. 14), con cui invitava al Taitle a "fornire una spiegazione adeguatamente motivata su come sia stato possibile che dalle tante attività e controlli che avete effettuato nel corso di un prolungato periodo di tempo non siano emerse le gravi e ripetute irregolarità contabili poi riscontrate durante le verifiche commissariali nei bilanci aziendali, compreso quello oggetto delle vostre analisi"; una spiegazione "adeguatamente motivata" ha risolto il problema; ben altro atteggiamento è stato tenuto verso altri interlocutori; è opportuno sottolineare che sono contenute delle falsità: la risposta della Taitle (contenuta nell'allegato 15-16), lunga ed articolata, non è assolutamente soddisfacente; strumentalmente ridimensiona il proprio ruolo dichiarando, incredibilmente, che gli operatori della Taitle avevano svolto i loro molteplici compiti, ben retribuiti, senza entrare nel merito delle modalità con cui veniva tenuta la contabilità e venivano elaborati i bilanci. Basta un dato, a titolo di esempio, per confutare tale affermazione: a pag. 37 del Report relativo al check up amministrativo contabile relativo alla ASL n. 1 di Massa e Carrara (contenuto nell'allegato 15-16), su carta intestata della Taitle, è scritto


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"Nell'ambito delle verifiche svolte sui crediti e sul ciclo attivo, abbiamo innanzitutto riscontrato la quadratura delle posizioni creditorie e debitorie della ASL n. 1 nei confronti della Regione Toscana, senza riscontrare particolare criticità". Orbene per poter affermare ciò devono aver effettuato controlli, non solo sulla contabilità della ASL n. 1, ma anche sulla contabilità regionale; quand'anche si riferiscano al solo anno 2007, ormai risulta evidente che una parte cospicua di quanto riportato in quel bilancio come credito nei confronti della Regione per "Gestione stralcio" era stata riportata in maniera non corretta; infatti la somma riportata a pag. 28 della nota integrativa, allegata al bilancio approvato con delibera n. 199 del 29/4/2008, (se ne allega copia, allegato n. 17) è di euro 1.182.706; nel verbale dell'incontro tenuto l'11 marzo 2011, di cui si allega copia (allegato n. 2), di tale somma ben 899.448 euro sono ritenuti non riferibili alla gestione stralcio.

In merito è illuminante quanto riportato nella lettera della Deloitte del 29 marzo 2011 (allegato n. 32), di cui qui si riportano i seguenti stralci:
pag. 3 "Diversamente da quanto previsto dall'incarico dell'AUSL 12 di Viareggio, la fase preliminare di check up sull'organizzazione contabile, sul sistema di controllo interno e sulla corretta applicazione della normativa regionale in materia di principi contabili da parte dell'Azienda non ci è stata richiesta e pertanto non è stata da noi svolta.
Giova precisare al riguardo che un check up amministrativo e contabile dell'AUSL n. 1 di Massa era stata svolto in precedenza dalla società Taitle.
L'incarico presso l'AUSL n. 1 di Massa, in conformità a quanto previsto dal Capitolato speciale d'appalto della procedura ad evidenza pubblica dell'Estav nord-ovest per la revisione contabile dell'AUSL 12 di Viareggio - di riferimento anche per il mandato presso l'AUSL n. 1 di Massa - è da ricondurre nell'ambito di un progetto sperimentale di implementazione della revisione contabile dei bilanci di esercizio delle aziende sanitarie, promosso dalla Regione Toscana, ed a cui l'Azienda ha partecipato". Inoltre il medesimo Capitolato speciale prevedeva che "l'incarico andrà svolto con riferimento alle indicazioni che saranno date dal Coordinatore scientifico in merito ai principi contabili da applicare".
Il carattere sperimentale del progetto è anche evidenziato dalle particolari condizioni indicate dal Capitolato speciale d'appalto, che prevedeva esplicitamente relativamente alla fase di revisione contabile dello stato patrimoniale, che "qualora il coordinatore scientifico, alla luce di quanto emerso dal procedere dei controlli, ritenga di limitare la revisione a determinate poste del bilancio, il lavoro sarà svolto dalla società aggiudicataria secondo le modalità della revisione limitata...".
Il carattere volontario e sperimentale dell'incarico a noi affidato è anche coerente con il fatto che l'Azienda avesse conferito l'incarico per l'esame del bilancio e la verifica della regolare tenuta della contabilità, ai sensi dell'articolo 42, comma 7 della Legge della Regione Toscana n. 40/2005 ad altro soggetto (in particolare il Collegio Sindacale) diverso dalla nostra Società"
.


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E ancora:
pag. 4 "L'incarico conferitoci con lettera dell'Azienda del 15 gennaio 2009, in aderenza con quanto previsto dal Capitolato speciale cui è stato fatto riferimento per il conferimento di tale incarico, prevedeva che la nostra attività fosse sottoposta alla supervisione al coordinamento di un Coordinatore Scientifico - nella specie il prof. Niccolò Persiani - che aveva il compito, come descritto nel Capitolato speciale di indirizzare l'attività nel suo complesso, di definire le modalità, i tempi e le caratteristiche delle attività da svolgere, i principi contabili di riferimento e specifici obiettivi dell'attività di controllo, nonché di coordinare le attività esterne e interne dell'azienda. In tale contesto il Coordinatore scientifico era costantemente tenuto a conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori".

Appare incredibile che Persiani, appunto coordinatore scientifico del progetto e titolare della Taitle abbia avuto il comportamento sopra descritto durante la riunione del 10 ottobre 2010 ed abbia poi accettato l'incarico di collaboratore del commissario; era addirittura pronto a farsi nominare commissario; e la logica suggerisce che Rossi non poteva non sapere.

Il giudice Augusto Lama, nella ordinanza dell'11 ottobre 2011 (allegato n. 35), chiarisce che: "le dimissioni del dott. Delvino rappresentano un atto di illegittima forzatura della sua volontà e della sua capacità di rappresentazione da parte della Regione Toscana, nel senso che furono ottenute paventando allo stesso un suo stato di responsabilità in ordine alle irregolarità contabili di bilancio, che stavano emergendo, che non sussisteva ed il timore delle correlate conseguenze a carico del medesimo del tutto illegittime. Era del tutto lecito, naturalmente, che la regione si muovesse per accertare fatti e responsabilità in ordine al bilancio dell'Asl n. 1 del 2009, ma, in assenza di dati certi ed oggettivi, avrebbe dovuto procedere con maggiore cautela, aprendo una fase di accertamento interno alla Asl, con coinvolgimento dello stesso direttore generale e, solo ove in questa si fossero evidenziate responsabilità dirette od indirette omissive di questo procedere alla sua rimozione ovvero a richiederne le eventuali dimissioni volontarie. Le circostanze accertate invece in una con le richiamate valutazioni giuridiche, fanno propendere, nel presente caso, per un'ipotesi di 'straining'; ne deriva che le dimissioni del Dott. Delvino vanno dichiarate illegittime e quindi annullate, ai sensi degli artt. 1175, 1375, 1427, 1434 e 2087 c.c., perché ottenute dalla Regione Toscana, quale Ente datore di lavoro del ricorrente, in violazione ai doveri di correttezza e buona fede oltre che di tutela delle condizioni di lavoro, prospettando allo stesso un male ingiusto e ingenerando in lui un'erronea rappresentazione della realtà di fatto e giuridica".
A questo punto c'è da chiedersi perché il dott. Delvino è stato illegittimamente allontanato e si è, nella sostanza, affidato il compito di verificare quanto accaduto proprio al prof. Persiani, ignorando un clamoroso conflitto di interessi; in altri termini Persiani era uomo di fiducia del presidente Rossi e Delvino no.
Nei giorni successivi Delvino, che aveva precisato nella sua lettera di dimissioni che, sulla base di quanto gli veniva riferito dalla dr.ssa


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Sassi, prendeva atto che il credito di euro 60.389.021 compariva per la prima volta nel bilancio 2009, aveva modo di studiare il bilancio relativo all'esercizio 2008 e rilevava che lo stesso identico credito era riportato nello Stato Patrimoniale ed esplicitato a pag. 49 della nota integrativa. Naturalmente lo scenario cambiava significativamente in quanto il bilancio 2008 era stato:
Redatto con la consulenza di Persiani e della Taitle e seguendo gli indirizzi della società di certificazione, la Deloitte & Touche;
Approvato in ogni sua parte e senza alcuna osservazione dal collegio sindacale aziendale, cui era stato conferito l'incarico per l'esame del bilancio e la verifica della regolare tenuta della contabilità ai sensi dell'articolo 42, comma 7 della Legge della Regione Toscana n. 40/2005, come ribadito dalla stessa società Deloitte, nella citata lettera del 29 marzo 2011 (allegato n. 32);
Approvato dalla Regione in data 21 settembre 2009, su proposta dell'assessore Rossi, dopo un'istruttoria condotta proprio dalla dr.ssa Carla Donati e dai suoi collaboratori;
Certificato dalla Deloitte, proprio nella parte relativa allo Stato Patrimoniale.

In proposito aiuta a dare un senso logico a quanto accaduto contestualizzare temporalmente i fatti: il bilancio 2008 è stato approvato a settembre 2009 e certificato a novembre 2009, quando in Toscana era in pieno fervore la campagna elettorale per l'individuazione dei candidati dalla presidenza della Regione; il bilancio 2009 è stato contestato nei mesi immediatamente successivi all'elezione di Rossi a presidente ed ha portato al commissariamento della ASL in un periodo lontano da tornate elettorali e comunque con una forte azione della Regione mirante ad addossare alla dirigenza della ASL n. 1 le responsabilità del notevole disavanzo registrato.
A margine di tale vicenda si inserisce il "giallo" delle correzioni presenti sulla nota integrativa relativa all'anno 2008 (vedi allegato n. 18): come rilevato, nella sua memoria, dal dr. Delvino:
Pag. 25: nella tabella ove vengono riportato crediti vantati verso la Regione, al margine inferiore sinistro, si nota chiaramente una marcatura gialla;
Pag. 52: verso la fine della pagina improvvisamente e senza alcun motivo logico il carattere non è più nero, ma diventa rosso e prosegue nella pagina successiva fino alla fine del paragrafo.

È elemento di sospetto il fatto che ambedue tali anomalie (le uniche in tutta la ponderosa nota integrativa) potrebbero riferirsi proprio alla questione del "credito per anticipazione gestione stralcio".
Un controllo effettuato da esperti informatici avrebbe potuto permettere di comprendere:
Quando tali correzioni sono state effettuate;
Da quale postazione è stata effettuata l'operazione (permettendo di capire chi possa aver agito).


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Il problema è stato posto direttamente all'assessore Scaramuccia, qualche mese fa, con una precisa domanda rivolta per iscritto dalla Commissione parlamentare; la domanda fu formulata così: "In una risposta al consiglio regionale Lei ha dichiarato, in merito a eventuali tentate manomissioni riguardanti la nota integrativa al bilancio 2008 che 'non è stato possibile effettuare controlli'; ha provato almeno a chiedere ai responsabili del sistema informatico aziendale come mai alcune righe appaiono inspiegabilmente in rosso a pag. 52-53 e che significato ha la marcatura gialla a pag. 25, proprio nella tabella che riporta i crediti per gestione stralcio? Come può pensare che potrebbero 'rappresentare un richiamo di attenzione rispetto al contenuto', come da Lei sostenuto?".
La risposta, inviata al Presidente della Commissione parlamentare, è stata così formulata (risposta alla domanda n. 33): "Innanzi tutto vorrei sottolineare che non ho direttamente preso visione di queste marcature, peraltro individuabili solo nella versione originale a colori. Comunque nelle verifiche apprese rilevo che è sicuramente molto strano che tali colorazioni riguardino proprio due aspetti critici del bilancio 2008: la marcatura gialla è sulla tabella della gestione stralcio (dove non viene riportato il credito da 60 milioni di Euro, credito inserito nella voce «altri crediti» a pag. 49), le scritte in rosso riguardano invece una dubbia sistemazione contabile relativa ad eccessive sterilizzazioni effettuate negli anni precedenti che, come viene specificato nella nota integrativa, erano emerse 'dal primo check up per la certificazione di bilancio'. Vorrei sottolineare che niente è visibile nelle fotocopie o file pdf in bianco e nero. Il problema non riguarda il sistema informatico aziendale visto che si tratta di aspetti relativi a banali digitazioni effettuate sul file word sul quale è stato predisposto la nota integrativa del bilancio. Approfondendo la questione abbiamo scoperto che la modalità contabile che l'azienda ha scelto per azzerare gli effetti relativi alle eccessive sterilizzazioni non è quella suggerita dal check up effettuato dalla Taitle (come invece dichiarato proprio nella parte 'in rosso'). L'azienda ha infatti proceduto ad integrare la posta contributi per investimenti, rettificando il conto perdite portate a nuovo per la cifra di 4.997.491 Euro. Nessun effetto quindi è stato portato sul risultato d'esercizio. Nella check list richiamata invece si legge che 'in sostanza i 5 milioni di contributi c/capitale non rappresentati in bilancio coprono equivalenti perdite di esercizi precedenti anch'esse non rappresentate. La sistemazione della posizione richiede l'emersione di tali perdite da imputare a sopravvenienza passiva con conseguente peggioramento del risultato economico d'esercizio (per 5 milioni)'. Di tutto quanto sopra è stato peraltro dato ampia indicazione nella nota integrativa del bilancio consuntivo 2009 approvato con Det. Comm. 37 dell'8/2/2011 a pagg. 61/62".
È evidente che la Scaramuccia ha sostanzialmente eluso la domanda; rimane il fatto che un tentativo di appurare la verità sulla spinosa questione è stato colpevolmente evitato, per cui nasce legittimamente il sospetto che si sia voluto coprire qualcuno in danno di altri; è evidente infatti che nessuna responsabilità si sarebbe potuto addebitare alla Regione se il credito fosse veramente comparso nel bilancio 2009 e non prima, per cui qualcuno avrebbe potuto avere


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interesse a cancellare ogni traccia di tale credito nella nota integrativa 2008. Peraltro la Regione per un lungo tempo ha provato a negare l'esistenza di tale credito nel bilancio 2008.
Nessuna iniziativa è stata presa nei confronti della dr.ssa Donati, responsabile quanto meno di aver espresso parere favorevole all'approvazione di un bilancio risultato, secondo la Regione, non corretto; in merito la Donati, dinanzi alla Commissione regionale di inchiesta ha dichiarato:"Allora risintetizzo la risposta su quali sono i compiti del dipartimento: i compiti del dipartimento sono quelli di concludere l'istruttoria di approvazione del bilancio delle aziende sanitarie, verificando che l'istruttoria sia corretta da un punto di vista amministrativo e formale: io potrei ricevere documenti scritti ognuno come gli pare, potrei ricevere bilanci senza il conto economico o senza lo stato patrimoniale, senza il collegio dei revisori dei conti e quindi io controllo e gli uffici controllano che ci sia tutta la documentazione formalmente, secondo quanto previsto dalle norme regionali. Il conto economico deve essere composto in un certo modo, lo stato patrimoniale pure, ci deve essere la relazione dei revisori dei conti e andiamo a leggere se la relazione dei revisori dei conti contiene degli elementi di criticità e di problematicità". È evidente che si tratta di un estremo tentativo di negare le proprie responsabilità; basterebbe considerare che proprio nel corso dell'istruttoria relativa all'approvazione del bilancio 2009 sono emerse le criticità che hanno poi determinato il commissariamento. Peraltro, se anche non si possa (o non si intenda) controllare veramente il bilancio, certamente è agevole, ed obbligatorio, verificare la sussistenza dei crediti e dei debiti vantati nei confronti della Regione, altrimenti non si capisce in cosa consista l'istruttoria, il parere e la proposta di approvazione, anche con riferimento a quanto stabilito in proposito all'articolo 123 della Legge regionale n. 40 del 2005: "entro il 30 aprile di ogni anno i direttori generali delle aziende sanitarie adottano il bilancio di esercizio e lo trasmettono alla Giunta regionale che lo approva nel termine di quaranta giorni".
Merita di essere sottolineata, a tal proposito, la vicenda del documento attestante la sussistenza del credito inviato alla Deloitte nell'ambito della procedura di "circolarizzazione" dei crediti e dei debiti: tale documento viene inviato da Ermanno Giannetti in Regione perché attesti alla Deloitte l'esigibilità del credito di euro 60.389.021; su tale atto si rileva il timbro e la firma della dr.ssa Donati, a conferma del credito; la Donati ha negato l'autenticità della sua firma, ed ha sporto denuncia per falso; la Procura approfondirà tale aspetto, ma è certo che la Deloitte ha prodotto alla Commissione regionale una serie di e-mail che vanno dall'8 agosto al 19 novembre 2009 che confermano che la dr.ssa Vernazza, il dr. Giannetti ed il prof. Persiani erano perfettamente a conoscenza di tale credito per "gestione stralcio", come riportato nell'interpellanza urgente sottoscritta dal presidente della commissione regionale di inchiesta, avv. Jacopo Ferri e dal consigliere Stefano Mugnai (allegato n. 34); i rapporti tra Persiani e Donati erano praticamente continui: non è ipotizzabile che Persiani non abbia fatto cenno alla Donati su quanto segnalato dalla Deloitte durante quel lungo periodo.


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Illuminante è quanto riportato nella citata lettera della Deloitte del 29 marzo 2011 (allegato n. 32): è scritto chiaramente che Persiani era stato ripetutamente sollecitato a far pervenire l'attestazione regionale della sussistenza di tale credito; ne fa fede una precisa e-mail (allegato n. 33) con cui il direttore della Deloitte, Sergio Mercuri, in data 19 novembre 2009, scrive a Persiani:
"Carissimo Niccolò, in allegato ti trasmetto quanto in oggetto per la tua condivisione. Non abbiamo ancora ricevuto:
1. La conferma da parte della Regione del credito dell'Azienda per 60 milioni di Euro circa;
2. La lettera di attestazione.
Il contenuto dell'opinion quindi si basa sul presupposto che dal completamento di tali attività non emergano criticità che altrimenti sarebbero evidenziate nella relazione definitiva"
.

Ma nella citata lettera si parla anche di numerose sollecitazioni:
pag. 8 "Successivamente vennero inoltrati molteplici ulteriori solleciti per l'ottenimento della risposta da parte della Regione Toscana (in particolare in data 29 settembre, 1 ottobre, 18 ottobre, 4 novembre e 19 novembre 2009); con la nostra comunicazione del 19 novembre 2009 al professor Niccolò Persiani indicammo in particolare che per la conclusione del nostro lavoro mancava ancora l'ottenimento della conferma da parte della Regione Toscana circa il credito dell'Azienda di euro 60 milioni. Ancorché in tale comunicazione non fosse specificata la natura specifica del credito, tuttavia il professor Persiani aveva partecipato - come già precedentemente indicato - agli incontri congiunti tra il team di lavoro della Direzione dell'azienda (il direttore amministrativo dottor Ermanno Giannetti e la dottoressa Marisa Vernazza) in cui erano stati discussi, tra l'altro, gli stati avanzamento lavori e i solleciti per l'ottenimento della conferma da parte della Regione Toscana del credito in oggetto".

La successiva lettera della Deloitte del 12 aprile 2011 (allegato n. 43) è ancora più chiara e riporta analiticamente una serie di e-mail, indirizzate alla dr.ssa Vernazza, al dr. Giannetti ed al prof. Persiani, che partono dall'8 di agosto del 2009, che fanno preciso riferimento al credito per la gestione stralcio; alla luce di tali inconfutabili prove si deve ritenere che il prof. Persiani, oltre che la dr.ssa Vernazza ed il dr. Giannetti, era perfettamente a conoscenza, almeno a partire dall'estate 2009, del credito di 60 milioni di euro per la gestione stralcio; se ha finto di scoprirlo nell'estate del 2010, quando era in fase di approvazione il bilancio dell'anno 2009, può esserci una sola spiegazione:
Con tale posta nel bilancio 2008 ha inteso far superare indenne la fase della certificazione nell'anno (2009) in cui uno scandalo avrebbe posto in forse la candidatura di Rossi alla presidenza della Giunta regionale, proprio segnando quel credito che evidentemente regolarizzava le incongruenze nel bilancio della ASL n.1;
Non ha fatto riportare la somma come "debito" nel bilancio regionale che sarebbe andato in vistoso disavanzo, per le stesse ragioni "politiche" sopra descritte;


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Ha aspettato l'anno successivo, con Rossi ormai eletto presidente, per far emergere tale posta in bilancio;
Ha posto il dott. Delvino in una condizione di subornazione facendogli credere che potesse avere responsabilità per omesso controllo, spingendolo di fatto alle dimissioni, con un comportamento illegittimo, posto in essere con la complicità dell'assessore Scaramuccia e della dr.ssa Sassi, come confermato nella citata ordinanza del giudice Lama;
Si è fatto nominare consulente del commissario, non essendo stato possibile per mancanza di titoli farsi nominare direttamente tale, e si è subito dotato di una password di ingresso nel programma della contabilità, evidentemente per indirizzare la verifiche contabili a vantaggio della Regione.

Le responsabilità di Rossi si evincono sulla base delle seguenti considerazioni:
Gli interessi tutelati da Persiani sono quelli "politici" di Rossi; non poteva avere un interesse "diretto" a manipolare i bilanci nel senso descritto;
I rapporti con Rossi erano così stretti che si deve ritenere che ci fosse tra i due, su tali argomenti, una completa unitarietà di intenti ed una assoluta condivisione delle informazioni;
Nessuna azione, nonostante le marchiane evidenze riportate, è stata assunta da Rossi nei confronti di Persiani;
Persiani negli anni 2007-2010 ha beneficiato di una serie impressionante di incarichi professionali che gli hanno procurato dei vantaggi economici significativi.

In merito si riportano due stralci della relazione sottoscritta dal presidente della Commissione regionale di inchiesta, avvocato Jacopo Ferri (allegato n. 33):
"Nell'avanzare con la procedura negoziata, l'Estav Nord Ovest, con deliberazione n. 1073 del 04.12.2007, nominava una commissione tecnica per la valutazione dell'offerta più vantaggiosa: tra gli altri spiccavano i nomi del Prof. Fabrizio Rossi (socio della Taitle con Persiani) e del dott. Luca Giorgetti (funzionario della Regione Toscana che si occupa di bilanci delle Ausl il cui nome tornerà citato nella vicenda di Massa). Successivamente (deliberazioni n. 1075 del 06.12.2007 e n. 1110 del 14.12.2007) veniva approvata l'aggiudicazione in favore di Deloitte & Touche S.p.A.".

E ancora:
"Si è riscontrato anche che Niccolò Persiani e Fabrizio Rossi sono tra le persone che lavoravano effettivamente sui bilanci delle Ausl affiancando come consulenti esterni il personale della Giunta Regionale. Loro, ed i loro collaboratori, facevano cioè parte del gruppo di lavoro che si occupava della verifica dei bilanci, evidentemente anche del bilancio 2008 dell'Ausl n. 1 di Massa Carrara. Lo ha riferito in modo


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molto esplicito il dott. Luca Giorgetti (Responsabile PO 'Bilanci delle aziende sanitarie' della Giunta Regionale), anch'egli membro, insieme a Fabrizio Rossi, della commissione che si era occupata della verifica delle offerte nella procedura negoziata avviata dall'Estav Nord Ovest per individuare il certificatore del bilancio 2008 dell'Ausl n. 1. Insomma, i protagonisti erano e sono sempre gli stessi".

In merito al credito di 60 milioni di euro per "anticipazione gestione stralcio" si sottolinea che le cosiddette "pezze d'appoggio", evidentemente ritenute non necessarie ai fini dell'approvazione del bilancio 2008, furono richieste prima dell'approvazione del bilancio 2009; appare evidente che le fatture riportate dal dr. Giannetti e dalla dr.ssa Vernazza non erano correlate con la gestione stralcio; il problema rimane il seguente: a prescindere dalla congruità con tali fatture, è stato mai saldato il debito per "anticipazione gestione stralcio" dopo la chiusura delle ex USL n. 1 di Lunigiana e n. 2 delle Apuane alla ASL n. 1? Se nel tempo sono state elargite anticipazioni di cassa senza "saldare" il debito, la posta nello stato patrimoniale è corretta; alla precisa richiesta di esibire il documento attestante il pagamento da parte della Regione di tale somma non è stata data nella sostanza alcuna risposta; si riporta quanto scritto dall'assessore Scaramuccia: "Il competente settore è quello denominato 'Finanza, Contabilità e Controllo'. Si allega il report richiesto"; Nel report allegato (allegato n. 19), però, mancano proprio i dati relativi alla ASL n. 1 e viene riportata la seguente nota: "L'azienda asl 1 di Massa e Carrara ha comunicato difficoltà di ricostruzione documentale dei dati e pertanto non ha inviato gli stessi nella forma e nella sostanza così come definito dalla nota regionale prot. N. 274242/Q.50.40.10 del 26.10.2010".

Gli stessi tecnici proposti dal Relatore/Presidente di questa Commissione, dopo aver attentamente analizzato oltre dieci anni di bilanci della ASL n. 1, nel corso della riunione della Commissione del 28 settembre, hanno dichiarato che il debito era dovuto (vedi allegato n. 36).
Ed infatti la somma di circa 120 miliardi di lire, stimata al 31/12/1994 come l'ammontare dei debiti per gestione stralcio, è praticamente corrispondente ai 60 milioni di euro riportati nella nota integrativa del bilancio 2008; se anche le fatture che la dr.ssa Vernazza ha consegnato in Regione non corrispondono alla gestione stralcio, rimane che il credito va considerato esigibile; ne era evidentemente ben conscio il prof. Persiani e presumibilmente non potevano non saperlo Enrico Rossi e Carla Donati.
A questo punto è lecito chiedersi perché hanno sostenuto posizioni diverse nella riunione del 10 ottobre 2010; la logica ci porta a conclusioni preoccupanti che la Magistratura potrà verificare.
È utile sottolineare che la Donati, forse in un estremo tentativo di eludere le proprie macroscopiche responsabilità, ha rilasciato una dichiarazione che denuncia o ignoranza o malafede visto che la Deloitte in merito, nella citata lettera del 29 marzo 2011 (allegato n. 32), afferma: "per quanto riguarda infine l'affermazione della dottoressa Donati secondo cui 'le gestioni stralcio nulla hanno a che fare con lo stato patrimoniale dell'azienda' segnaliamo che, in assoluto, tale affermazione non può allo stato ritenersi condivisibile".


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Sulla base di tali fatti diventa praticamente ininfluente il valore del documento di cui si contesta l'autenticità: l'approvazione da parte della Regione del bilancio 2008 è un implicito riconoscimento del credito; se il credito viene ancora ritenuto inesistente ne deriva la necessità di agire nei confronti di chi ha contribuito ad approvare il bilancio 2008 a livello regionale. Anche su tale argomento sarebbe interessante riflettere su chi potrebbe aver tratto vantaggio dall'eventuale falsificazione del documento.
Non si può escludere che il documento sia autentico e che sia tornato utile alla Donati negarne l'autenticità per aderire ad un disegno che mirava a scaricare su altri le sue responsabilità personali e quelle del sistema di cui faceva parte.
In merito alle presunte responsabilità del direttore generale dottor Delvino, si comprende bene come sia stato completamente estraneo alle macchinazioni ordite da Persiani e che sia stato rimosso affinché si allontanasse da Rossi e dallo stesso Persiani ogni responsabilità. È giusto parlare di rimozione perché le dimissioni sono state richieste perentoriamente, sotto la minaccia di forzato licenziamento per giusta causa e facendogli credere che il credito di 60 milioni di euro comparisse per la prima volta nel bilancio 2009; tant'è vero che, quando ha potuto verificare che così non era ha prontamente richiesto al presidente Rossi, con la lettera del 18 ottobre 2010 (allegato n. 37) di essere reintegrato, essendo a quel punto evidente che non aveva neanche responsabilità oggettive per mancato controllo.
Tali conclusioni sono sostenute da quanto stabilito dal giudice Augusto Lama nella citata ordinanza (allegato n. 35) in cui è scritto "nessuna responsabilità di carattere commissivo, in ordine alle gravi irregolarità di bilancio riscontrate, può essere addebitata al dr. Delvino" e poi "Nessun appunto, peraltro, di carattere omissivo, nel senso di omesso controllo, può muoversi al Dott. Delvino, che, in parte muovendosi sulle orme del suo predecessore, in parte 'motu proprio', aveva fatto tutto il possibile per garantire legittimità, trasparenza ed adeguati controlli" e ancora "Le dichiarazioni del prof. Persiani, assunto come informatore in istruttoria, hanno tentato di ridimensionare il ruolo delle due anzidette società (Taitle e Deloitte & Touche), ma, al di là di spiegazioni francamente alquanto oscure e poco comprensibili sulla distinzione tra controllo formale delle procedure di formazione del bilancio e controllo sostanziale sulle poste dello stesso, resta il fatto che il compito che era stato affidato alle due società di revisione dai due direttori generali suddetti (Scarafuggi e Delvino) era proprio quello di verificare ogni eventuale anomalia od irregolarità dei bilanci della Asl n. 1".
Peraltro nella citata lettera della Deloitte del 29/3/2011 (allegato n. 32) è definitivamente chiarito che i rapporti con tale società sono stati tenuti direttamente dal direttore amministrativo e dalla dr.ssa Vernazza.
Resta da affrontare il problema macroscopico del fallimento della filiera dei controlli, in merito al quale si possono avanzare due ipotesi:
a) Nessuno si rendeva conto che qualche operatore della ASL n. 1 effettuava scritture contabili miranti a ridurre il disavanzo;
b) Qualcuno sapeva ed aveva interesse a far risultare un disavanzo nettamente inferiore a quello che ogni anno veniva registrato alla chiusura del conto economico.


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Considerando valida la prima ipotesi, un valutatore terzo avrebbe dovuto:
partire dall'individuare gli operatori che hanno immesso nel data-base della contabilità le scritture anomale (false note di credito, poste non corrette miranti a riportare in equilibrio i partitari con la contabilità generale, attribuzione di costi correnti alla gestione stralcio, impropria attribuzione di costi a presunte immobilizzazioni);
chiedere loro perché avevano effettuato tali scritture anomale e chi li aveva indotti ad agire in maniera scorretta.

In merito si riporta un ulteriore stralcio dell'ordinanza emessa dal Tribunale di Massa (allegato n. 35): "inoltre, elemento decisivo, da nessun dato, né dall'indagine amministrativa, né da tutta l'istruttoria svolta nel presente procedimento, è emerso che il Dott. Delvino possedesse la chiave di accesso diretta, informatica o di altro genere, alle poste di bilancio o che lo stesso avesse in qualche modo operato pressioni sui dirigenti o funzionari degli uffici amministrativi perché manipolassero in qualche modo scritture contabili o poste in bilancio. Lo stesso direttore amministrativo, Dott. Giannetti, nonché la Dott. Marisa Vernazza, dirigente amministrativo presso l'U.O. 'Gestioni economiche e finanziarie' della ASL medesima, anche essa sentita come informatrice in istruttoria, hanno confermato totalmente tale circostanza". D'altro canto è difficile individuare quale interesse poteva avere il dr. Delvino; vale anche la considerazione che le scritture contabili anomale, e le azioni truffaldine, iniziano molto prima che il dr. Delvino sia stato nominato direttore generale, lasciando intendere che gli interessi partano da lontano.
Se si valuta la credibilità della seconda ipotesi, inevitabilmente si allarga l'osservazione al livello regionale, ed in tal caso si possono ipotizzare eventuali beneficiari di tali operazioni. Se l'assessorato o la presidenza avessero esteso le verifiche a tutte le aziende sanitarie regionali, affidandosi ad esperti terzi, verifiche mirate a valutare se gli stessi fenomeni aberranti rilevati nella contabilità della ASL n. 1 siano presenti in altre aziende della Toscana (immobilizzazioni improprie, gestioni stralcio inesistenti, false note di credito, scritture contabili di fine anno di adeguamento dei partitari alla contabilità generale), avrebbero consentito di capire se l'ipotesi di una gestione dei bilanci, "concertata" a livello regionale sia sostenibile oppure no; se tutto ciò non è stato fatto si può desumere che non si intende giungere veramente a scoprire la verità; e tutto ciò lascia molto perplessi».
Nucara, Barani.

APPROVATA CON LA SEGUENTE RIFORMULAZIONE

Dopo l'ultimo capoverso del Capitolo n. 5 «ANALISI DEL PRESUNTO CREDITO VANTATO NEI CONFRONTI DELLA REGIONE PER LA "GESTIONE STRALCIO" PER 60.389.021» aggiungere infine i seguenti capoversi:
«Per tentare di dare un senso logico a quanto descritto bisogna partire da quanto accaduto domenica 10 ottobre 2010, quando si


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decise di commissariare la ASL n. 1 di Massa e Carrara, decisione presa al termine di una riunione tenuta a Firenze, su convocazione del presidente Enrico Rossi.
L'incontro era stato indetto dal presidente Rossi a seguito della segnalazione delle seguenti anomalie nel bilancio della ASL 1 relativo all'esercizio 2009, in fase di approvazione da parte della Regione:
La presenza, nello stato patrimoniale, di un credito vantato nei confronti della Regione, per «anticipazione gestione stralcio» per euro 60.389.021, ritenuto non esigibile;
Una somma per «immobilizzazioni» ritenuta eccessiva che ora l'assessore definisce di «macroscopica evidenza» pur ammettendo che non era stato «oggetto di rilievo neppure da parte dei Revisori».

La Regione e le Aziende sanitarie sono collegate strutturalmente tra di loro ed i soggetti presenti alla riunione sicuramente dovevano essere informati su quanto accaduto; in particolare Donati e Persiani seguivano da quasi un decennio l'andamento economico della sanità toscana; lo stesso Rossi era stato assessore alla sanità per 10 anni, prima di diventare, qualche mese prima, presidente; è poco logico ritenere che non fossero perfettamente informati sugli scambi economici e finanziari tra la Regione e le aziende sanitarie. In particolare Persiani, come ampiamente documentato dalla Deloitte soprattutto nella sua lettera del 29 marzo 2011, era informato sul fatto che il credito era dovuto, che era stato registrato già nello stato patrimoniale del 2008 e che era stato oggetto di circolarizzazione, andata a buon fine.
Il commissariamento avrebbe sollevato un grande clamore e gettato discredito sull'intero sistema sanitario regionale; avviare una verifica, senza esautorare la direzione aziendale, avrebbe ottenuto lo stesso risultato senza stravolgere gli assetti e compromettere la credibilità del sistema; lo stesso giudice Lama lo sostiene nella ordinanza dell'11 ottobre 2011.
Appare infatti evidente che, se il credito di 60 milioni era correttamente posto nel bilancio 2008 della ASL n. 1 e non riconciliato nel bilancio regionale, tale ultimo bilancio conteneva un falso.
Si decise di nominare commissario la dr.ssa De Lauretis, e di affiancarle il prof. Persiani, come è riportato nel decreto del presidente della Regione n. 172 dell'11 ottobre 2010.
Tale decisione è criticabile perché si decideva di far fare le verifiche a colui che, nella sostanza, aveva gestito i bilanci della Sanità, sia a livello regionale che a livello di singola azienda; in particolare da anni era consulente dell'assessorato regionale, era stato il coordinatore del gruppo di lavoro che nel 2004 aveva varato la manovra R.A.N.P.C., e, prima come libero professionista, e poi, dopo aver costituito la società Taitle S.r.l., aveva agito, direttamente o tramite suoi collaboratori, sulla contabilità in quasi tutte le aziende sanitarie toscane, ma in particolare proprio a Massa, così come confermato dalle deliberazioni della ASL n. 187 del 2008 e n. 631 del 2007. In merito il presidente della Commissione regionale d'inchiesta, avv. Jacopo Ferri, nella sua relazione del 20 aprile 2011, scrive: «È ben evidente che a Niccolò Persiani, a Fabrizio Rossi, e quindi a Taitle che


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era società partecipata da entrambi, in virtù delle loro alte competenze, l'allora Assessore Rossi abbia di fatto affidato il compito di "seguire" il sistema dei bilanci delle aziende, di "intervenire" sulle varie problematiche emergenti, di prevenirle e rimediarle con il proprio lavoro, la propria consulenza.
Persiani avrebbe dovuto essere ben conscio del conflitto di interessi che lo rendeva il professionista meno adeguato a svolgere una verifica contabile a Carrara, tanto è vero che alle 8.50 del giorno successivo alla nomina, il 12 ottobre, scrisse all'E.S.T.A.V. Nord-Ovest, titolare del contratto relativo alla ASL n. 1, una e-mail con cui chiedeva di sospendersi, per i mesi successivi, dalle attività di consulenza della Taitle alla ASL n. 1 e faceva riferimento a «ragioni di opportunità e correttezza nei confronti della ASL n.1». È evidente che tale atto non risolveva il conflitto di interessi che si era determinato con la sua nomina a coadiutore del commissario, avendo egli già svolto in passato le attività che avevano portato alla elaborazione dei bilanci 2008 e 2009, avendo collaborato alla fase di check-up delle procedure presso la ASL n. 1 e, di fatto, avendo operato, indirettamente ed direttamente, su quelle scritture contabili.
Ciò trova conferma in una successiva lettera del dirigente dell'E.S.T.A.V., dr. Santini, nella quale è precisato che la sospensione riguarda «Il servizio di supporto alla revisione delle procedure amministrative per la certificazione del bilancio ed alla redazione del bilancio sociale dell'Azienda USL 1 di Massa Carrara» e poi, nel corpo della lettera, è scritto: «Quanto sopra trova motivazione nella nota fatta pervenire dal prof. Niccolò Persiani in data 12 c.m. dalla quale si evince una situazione di incompatibilità tra l'incarico di Responsabile scientifico del servizio in oggetto e quello di assistente professionale al Commissario straordinario». Non risulta che la Taitle, o Persiani o altri abbiano contestato quanto esplicitamente scritto da Santini.
Né Persiani né la Taitle risultano essere stati raggiunti da formali richieste di risarcimento, nonostante il ruolo svolto nella tenuta della contabilità e dei bilanci della ASL n. 1 e nell'elaborazione delle procedure di controllo. Difatti anche la relazione sottoscritta da Pescini e Manghisi in data 31/12/2010 si basa, sulle analisi effettuate da Persiani e fa un preciso riferimento ad una relazione di Persiani del 3 novembre 2010. Tuttavia, nessun atto formale di rimozione di Persiani è stato mai adottato.
L'entità degli incarichi retribuiti affidati a Persiani ed alla Taitle, è notevole.
La dr.ssa De Lauretis, il 3/3/2011, ha inviato una lettera di contestazione con cui invitava al Taitle a «fornire una spiegazione adeguatamente motivata su come sia stato possibile che dalle tante attività e controlli che avete effettuato nel corso di un prolungato periodo di tempo non siano emerse le gravi e ripetute irregolarità contabili poi riscontrate durante le verifiche commissariali nei bilanci aziendali, compreso quello oggetto delle vostre analisi».
La risposta della Taitle, lunga ed articolata, non è assolutamente soddisfacente, in quanto ridimensiona il proprio ruolo dichiarando che gli operatori della Taitle avevano svolto i loro molteplici compiti,


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ben senza entrare nel merito delle modalità con cui veniva tenuta la contabilità e venivano elaborati i bilanci. Basta un dato, a titolo di esempio, per confutare tale affermazione: a pag. 37 del Report relativo al check up amministrativo contabile relativo alla ASL n. 1 di Massa e Carrara, è scritto «Nell'ambito delle verifiche svolte sui crediti e sul ciclo attivo, abbiamo innanzitutto riscontrato la quadratura delle posizioni creditorie e debitorie della ASL n.1 nei confronti della Regione Toscana, senza riscontrare particolare criticità». Orbene per poter affermare ciò devono aver effettuato controlli, non solo sulla contabilità della ASL n. 1, ma anche sulla contabilità regionale; quand'anche si riferiscano al solo anno 2007, ormai risulta evidente che una parte cospicua di quanto riportato in quel bilancio come credito nei confronti della Regione per «Gestione stralcio» era stata riportata in maniera non corretta; infatti la somma riportata a pag. 28 della nota integrativa, allegata al bilancio approvato con delibera n. 199 del 29/4/2008, è di euro 1.182.706; nel verbale dell'incontro tenuto l'11 marzo 2011, di cui si allega copia, di tale somma ben 899.448 euro sono ritenuti non riferibili alla gestione stralcio.

In merito è illuminante quanto riportato nella già menzionata lettera della Deloitte del 29 marzo 2011, nella quale si afferma «Diversamente da quanto previsto dall'incarico dell'AUSL 12 di Viareggio, la fase preliminare di check up sull'organizzazione contabile, sul sistema di controllo interno e sulla corretta applicazione della normativa regionale in materia di principi contabili da parte dell'Azienda non ci è stata richiesta e pertanto non è stata da noi svolta. Giova precisare al riguardo che un check up amministrativo e contabile dell'AUSL n. 1 di Massa era stata svolto in precedenza dalla società Taitle. L'incarico presso l'AUSL n. 1 di Massa, in conformità a quanto previsto dal Capitolato speciale d'appalto della procedura ad evidenza pubblica dell'Estav nord-ovest per la revisione contabile dell'AUSL 12 di Viareggio - di riferimento anche per il mandato presso l'AUSL n. 1 di Massa - è da ricondurre nell'ambito di un progetto sperimentale di implementazione della revisione contabile dei bilanci di esercizio delle aziende sanitarie, promosso dalla Regione Toscana, ed a cui l'Azienda ha partecipato». Inoltre il medesimo Capitolato speciale prevedeva che "l'incarico andrà svolto con riferimento alle indicazioni che saranno date dal Coordinatore scientifico in merito ai principi contabili da applicare". Il carattere sperimentale del progetto è anche evidenziato dalle particolari condizioni indicate dal Capitolato speciale d'appalto, che prevedeva esplicitamente relativamente alla fase di revisione contabile dello stato patrimoniale, che "qualora il coordinatore scientifico, alla luce di quanto emerso dal procedere dei controlli, ritenga di limitare la revisione a determinate poste del bilancio, il lavoro sarà svolto dalla società aggiudicataria secondo le modalità della revisione limitata...". Il carattere volontario e sperimentale dell'incarico a noi affidato è anche coerente con il fatto che l'Azienda avesse conferito l'incarico per l'esame del bilancio e la verifica della regolare tenuta della contabilità, ai sensi dell'articolo 42, comma 7 della Legge della Regione Toscana n. 40/2005 ad altro soggetto (in particolare il Collegio


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Sindacale) diverso dalla nostra Società.» «L'incarico conferitoci con lettera dell'Azienda del 15 gennaio 2009, in aderenza con quanto previsto dal Capitolato speciale cui è stato fatto riferimento per il conferimento di tale incarico, prevedeva che la nostra attività fosse sottoposta alla supervisione al coordinamento di un Coordinatore Scientifico - nella specie il prof. Niccolò Persiani - che aveva il compito, come descritto nel Capitolato speciale «di indirizzare l'attività nel suo complesso, di definire le modalità, i tempi e le caratteristiche delle attività da svolgere, i principi contabili di riferimento e specifici obiettivi dell'attività di controllo, nonché di coordinare le attività esterne e interne dell'azienda. In tale contesto il Coordinatore scientifico era costantemente tenuto a conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori».

A margine di tale vicenda si inseriscono le presunte correzioni presenti sulla nota integrativa relativa all'anno 2008: come rilevato, nella documentazione consegnata alla Commissione dal dr. Delvino in occasione della sua audizione (1).


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Nessuna iniziativa risulta essere stata presa nei confronti della dr.ssa Donati, responsabile quanto meno di aver espresso parere favorevole all'approvazione di un bilancio risultato, secondo la Regione, non corretto (2).
Proprio nel corso dell'istruttoria relativa all'approvazione del bilancio 2009 sono emerse le criticità che hanno poi determinato il commissariamento. Peraltro, se anche non si possa controllare veramente il bilancio, certamente è agevole, ed obbligatorio, verificare la sussistenza dei crediti e dei debiti vantati nei confronti della Regione, altrimenti non si capisce in cosa consista l'istruttoria, il parere e la proposta di approvazione, anche con riferimento a quanto stabilito in proposito all'articolo 123 della Legge regionale n. 40 del 2005: «entro il 30 aprile di ogni anno i direttori generali delle aziende sanitarie adottano il bilancio di esercizio e lo trasmettono alla Giunta regionale che lo approva nel termine di quaranta giorni».
Merita di essere sottolineata, a tal proposito, la vicenda del documento attestante la sussistenza del credito inviato alla Deloitte nell'ambito della procedura di «circolarizzazione» dei crediti e dei debiti: tale documento viene inviato da Ermanno Giannetti in Regione perché attesti alla Deloitte l'esigibilità del credito di euro 60.389.021; su tale atto si rileva il timbro e la firma della dr.ssa Donati, a conferma del credito; la Donati ha negato l'autenticità della sua firma, ed ha sporto denuncia per falso; la Procura approfondirà tale aspetto, ma è certo che la Deloitte ha prodotto alla Commissione regionale una serie di e-mail che vanno dall'8 agosto al 19 novembre 2009 che confermerebbero che la dr.ssa Vernazza, il dr. Giannetti ed il prof. Persiani fossero perfettamente a conoscenza di tale credito per «gestione stralcio» (3).


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In merito al credito di 60 milioni di euro per «anticipazione gestione stralcio» si sottolinea che le cosiddette «pezze d'appoggio», evidentemente ritenute non necessarie ai fini dell'approvazione del bilancio 2008, furono richieste prima dell'approvazione del bilancio 2009; appare evidente che le fatture riportate dal dr. Giannetti e dalla dr.ssa Vernazza non erano correlate con la gestione stralcio; il problema rimane il seguente: a prescindere dalla congruità con tali fatture, è stato mai saldato il debito per «anticipazione gestione stralcio» dopo la chiusura delle ex USL n. 1 di Lunigiana e n. 2 delle Apuane alla ASL n. 1? Se nel tempo sono state elargite anticipazioni di cassa senza «saldare» il debito, la posta nello stato patrimoniale è corretta; alla precisa richiesta di esibire il documento attestante il pagamento da parte della Regione di tale somma non è stata data nella sostanza alcuna risposta. Nel report, mancano proprio i dati relativi alla ASL n. 1 e viene riportata la seguente nota: «L'azienda asl 1 di Massa e Carrara ha comunicato difficoltà di ricostruzione documentale dei dati e pertanto non ha inviato gli stessi nella forma e nella sostanza così come definito dalla nota regionale prot. N. 274242/Q.50.40.10 del 26.10.2010».
La somma di circa 120 miliardi di lire, stimata al 31/12/1994 come l'ammontare dei debiti per gestione stralcio, è praticamente corrispondente ai 60 milioni di euro riportati nella nota integrativa del bilancio 2008; se anche le fatture che la dr.ssa Vernazza ha consegnato in Regione non corrispondono alla gestione stralcio, rimane che il credito va considerato esigibile.
L'approvazione da parte della Regione del bilancio 2008 sembrerebbe un implicito riconoscimento del credito; se il credito viene ancora ritenuto inesistente ne deriva la necessità di agire nei confronti di chi ha contribuito ad approvare il bilancio 2008 a livello regionale.
Resta da affrontare il problema del fallimento della filiera dei controlli, in merito al quale si possono avanzare due ipotesi:
a) Nessuno si rendeva conto che qualche operatore della ASL n. 1 effettuava scritture contabili miranti a ridurre il disavanzo.
b) Qualcuno sapeva ed aveva interesse a far risultare un disavanzo nettamente inferiore a quello che ogni anno veniva registrato alla chiusura del conto economico.

CONSEGUENTEMENTE, ALLA FINE DEL CAPITOLO 11 INSERIRE IL SEGUENTE CAPOVERSO:

Nel provvedimento si afferma che «nessuna responsabilità di carattere commissivo, in ordine alle gravi irregolarità di bilancio riscontrate, può essere addebitata al dr. Delvino» e poi «Nessun appunto, peraltro, di carattere omissivo, nel senso di omesso controllo, può muoversi al Dott. Delvino, che, in parte muovendosi sulle orme del suo predecessore, in parte "motu proprio", aveva fatto tutto il possibile per garantire legittimità, trasparenza ed adeguati controlli» e ancora «Le dichiarazioni del prof. Persiani, assunto come informatore in istruttoria, hanno tentato di ridimensionare il ruolo delle due anzidette società (Taitle e Deloitte & Touche), ma, al di là di spiegazioni


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francamente alquanto oscure e poco comprensibili sulla distinzione tra controllo formale delle procedure di formazione del bilancio e controllo sostanziale sulle poste dello stesso, resta il fatto che il compito che era stato affidato alle due società di revisione dai due direttori generali suddetti (Scarafuggi e Delvino) era proprio quello di verificare ogni eventuale anomalia od irregolarità dei bilanci della Asl n. 1».
Si riporta altresì il seguente passaggio del provvedimento del Tribunale di Massa «inoltre, elemento decisivo, da nessun dato, né dall'indagine amministrativa, né da tutta l'istruttoria svolta nel presente procedimento, è emerso che il Dott. Delvino possedesse la chiave di accesso diretta, informatica o di altro genere, alle poste di bilancio o che lo stesso avesse in qualche modo operato pressioni sui dirigenti o funzionari degli uffici amministrativi perché manipolassero in qualche modo scritture contabili o poste in bilancio. Lo stesso direttore amministrativo, Dott. Giannetti, nonché la Dott. Marisa Vernazza, dirigente amministrativo presso l'U.O. "Gestioni economiche e finanziarie" della ASL medesima, anche essa sentita come informatrice in istruttoria, hanno confermato totalmente tale circostanza».
Nucara, Barani.

PROPOSTA DI MODIFICA 7.2.

Dopo l'ultimo capoverso del Capitolo n. 7 «Osservazioni sulla Gestione amministrativo-contabile delle Azienda Sanitarie ed Ospedaliere-Universitarie da parte del dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato», aggiungere infine i seguenti capoversi:

«È possibile però effettuare una prima analisi partendo da quanto riportato su alcuni atti della Corte dei Conti regionale che qui si riporta:
Nella «RELAZIONE SUL RENDICONTO DELLA REGIONE TOSCANA per l'esercizio finanziario 2008 elaborata dalla sezione regionale della Corte dei Conti» (allegato n. 20) diversi passaggi sembrano avvalorare l'ipotesi che la Regione abbia mantenuto un apparente equilibrio di bilancio, sottostimando i costi del sistema ed evitando che le aziende andassero in crisi di liquidità mediante anticipazioni di cassa riportate, naturalmente, nel bilancio regionale come crediti esigibili; i passaggi sono i seguenti:

a pag. 9
7. I conti della sanità, espressi in sede di pre-consuntivo della gestione 2008, evidenziano il permanere, già visibile nell'anno precedente, della scelta per una sostanziale stabilità del sistema, presentando, una significativa riduzione dei costi, con un andamento in decremento anche nel triennio.

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9. Il bilancio si chiude con un saldo finanziario positivo, come per i trascorsi esercizi, ma con un valore inferiore a quello del 2007 e del 2006. Inoltre alla determinazione del risultato positivo non concorre il


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saldo della gestione di competenza che mostra un disavanzo. Il risultato positivo dell'esercizio è generato, quindi, dalla gestione residui e dall'applicazione del saldo finanziario del 2007. L'avanzo vincolato assume il valore più elevato del triennio, influenzato dal forte incremento dei debiti perenti che sono riportati, con un criterio di apprezzabile prudenza, nel loro complessivo valore. La gestione continua ad essere contrassegnata da un disavanzo effettivo che cresce in modo significativo nel 2008 per effetto del mancato ricorso al mercato finanziario per gli impegni generati dalla spesa di investimento.

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Nel 2007 l'indagine è stata rivolta alla verifica del rispetto della normativa contabile in ordine alle somme che formano gli impegni di spesa. Tutte le verifiche effettuate hanno dato esito positivo, solo alcune perplessità sono sorte in merito al mantenimento in bilancio di alcune partite residuali attive indicate nel referto della Sezione sulla gestione finanziaria dell'esercizio 2006. Con le stesse metodologie e tecniche di analisi utilizzate negli anni precedenti e previo accordo con la Regione, l'indagine sulla «rappresentatività» dei dati del rendiconto 2008 è rivolta alla verifica del rispetto della normativa contabile in ordine alle somme che formano gli impegni di spesa, con specifico riferimento a quelli concernenti i trasferimenti regionali a società partecipate.

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4.5 L'indebitamento regionale
Come è noto, la Regione Toscana ha fatto ricorso all'indebitamento per diverse finalità. In particolare, tra il 1985 e il 1999 è stato necessario procedere al riequilibrio del bilancio tramite la sottoscrizione di debito. Più di recente, invece, questa operazione non si è mai dimostrata necessaria, anche se la sottoscrizione di mutui a fini di equilibrio è sempre stata autorizzata, pur non essendo poi effettuata.
Solo nel 2006 si è nuovamente verificata la necessità di procedere ad indebitamento per la realizzazione degli equilibri, ma ciò è stato dovuto essenzialmente alla necessità di sostenere il sistema sanitario regionale, rispetto al quale i finanziamenti statali hanno subito, negli ultimi anni, significativi ritardi.

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Infatti, nel 2008 rispetto al 2007, a fronte di una crescita del concorso statale e delle altre risorse (complessivamente +4,2 per cento), i costi del sistema registrano un aumento di appena il 2,79 per cento, il più basso registrato dal 2005 confermando una dinamica della spesa in sostanziale diminuzione nel triennio.
L'analisi delle macro aggregazioni delle voci economiche evidenzia aumenti sia della spesa del personale (+4,05 per cento) che tuttavia sconta gli aumenti contrattuali del comparto dirigenza per gli anni 2006-2007, sia quella per l'acquisto di beni (+5,46 per cento), sia quella per l'acquisto di servizi (+1,08 per cento).
Dalla specificazione delle diverse voci si rileva una dinamica di contenimento della spesa per servizi di assistenza ospedaliera, per la medicina di base convenzionata e per la farmaceutica convenzionata.


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5.7 I trasferimenti correnti e in conto capitale
L'analisi delle risorse in base al destinatario finale conferma la politica della Regione rivolta a privilegiare lo spostamento delle risorse sui bilanci di altri soggetti, pubblici e privati, a sostegno sia degli impieghi correnti che di investimento inerenti l'esercizio delle loro funzioni e attività o lo svolgimento di compiti e di servizi loro affidati.
Il volume delle risorse, pari a 8.323,11 milioni in termini di impegni, affidate alla gestione esterna si colloca nel 2008 all'88,58 per cento del totale degli impieghi regionali correnti e in conto capitale, valore significativamente elevato e che torna a salire sia in termini assoluti sia in percentuale dopo la riduzione subita nel 2007.
Prevalgono sul totale dei trasferimenti quelli a favore delle pubbliche amministrazioni (96,93 per cento), in costante se pur ridotta ascesa nel triennio, trascinati dalla progressiva crescita delle risorse dedicate alle aziende regionali per la gestione del servizio sanitario regionale.

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Disgregando le eliminazioni secondo la causa, si rileva come l'applicazione dell'istituto della perenzione amministrativa (18) abbia giocato il ruolo più importante, con un valore di 200,25 milioni, rispetto all'accertamento della insussistenza o della prescrizione, con un valore di 41,25 milioni (i suddetti valori sono al netto delle contabilità speciali).
(18) L'istituto è disciplinato dall'articolo 34, comma 4, della legge di contabilità. Sono divenuti perenti i residui del 2006 per le spese correnti e quelli del 2001 per le spese in conto capitale.

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L'analisi dei residui attivi, condotta sulla base del grado di vetustà delle partite, in totale e per titolo di entrata, consente di rilevare la sussistenza di sintomi di criticità circa la loro esigibilità.
La metodologia, perseguita anche nei passati referti sulla gestione regionale, consiste nella estrapolazione delle partite accertate oltre il quinto esercizio precedente a quello concluso.
L'importo delle stesse è considerato quale massa creditoria da sottoporre a particolare attenzione.
Come risulta dalla tabella che segue, i residui attivi, al netto delle contabilità speciali, accesi nell'anno 2002 e precedenti assommano a 241,799 milioni, con una riduzione rispetto al dato rilevato nel 2007 pari a 323,75 milioni di euro.
In termini percentuali, la massa considerata critica scende al 19,45 per cento sul totale della massa residuale, contro il 26,70 per cento rilevato nella relazione per l'anno 2007.

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L'importo «critico» si concentra (91,57 per cento del totale) sulle partite con vincolo di destinazione del titolo II e IV.
Partite creditorie vetuste si rilevano anche nel Titolo V (5,921 milioni), ove si registrano ancora aperte operazioni di mutuo, con oneri a carico dello Stato, autorizzate per specifici interventi.


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Come è noto, nel 2006 i residui attivi erano stati sottoposti a specifica indagine a campione, riportata in Appendice al referto, indagine che aveva confermato segnali di criticità in merito all'esigibilità dei crediti.
La riduzione del fenomeno nell'anno in esame è senza dubbio indice di una maggiore attenzione al problema.
In ogni caso, la specifica concentrazione dei residui in certi capitoli ed in certi anni rileva per alcune operazioni, collegate soprattutto ad entrate di provenienza esterna e finalizzate a spese di investimento, la lentezza dell'azione amministrativa nell'attivazione o nella rendicontazione degli interventi, in mancanza delle quali non è dato luogo alla erogazione.
È, quindi, consigliabile una costante e approfondita attenzione in sede del prossimo riaccertamento, delle masse residuali al fine di avere una adeguata valutazione della presenza delle condizioni per una loro permanenza in bilancio, in mancanza delle quali, se mantenute, rendono inattendibili gli stessi risultati della
gestione.

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8.3 Gli equilibri della gestione di cassa
Per quanto riguarda la gestione di cassa, i risultati della competenza, al netto delle contabilità speciali, mostrano un risultato significativamente negativo, (-2.661,37 milioni di euro) ed in netto peggioramento rispetto all'anno precedente che, pure, aveva chiuso con un risultato di competenza negativo.
I flussi di incasso in particolare mostrano un notevole calo rispetto all'anno 2007, generando il risultato negativo, dal momento che, invece, i pagamenti hanno dati in linea con quelli dell'anno passato.
La gestione dei residui presenta, invece, un risultato negativo molto contenuto, pari a poco più di 2 milioni di euro. Tuttavia, sia gli incassi sia i pagamenti sui residui sono in significativo calo rispetto all'anno precedente.
Nonostante il risultato delle gestioni delle contabilità speciali sia particolarmente positivo, raggiungendo i 2.621,82 milioni di euro, il risultato finale degli equilibri di cassa resta negativo per oltre 40 milioni di euro, mentre il risultato del saldo tra competenza e residui sarebbe di gran lunga peggiore. Tutto ciò, deve ritenersi connesso al fenomeno già evidenziato della mancata riscossione dell'addizionale Irpef e dell'IRAP.
Tuttavia, considerato che la Regione non ha fatto ricorso a mutui né ad anticipazioni di cassa si deve ritenere che sia stato comunque possibile tenere sotto controllo la gestione della liquidità.

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In conclusione si può notare che l'avanzo di esercizio si riduce, rispetto a quello del 2007 del 17,43 per cento, mentre l'avanzo da mantenere vincolato cresce dell'11,52 per cento rispetto a quello dell'anno precedente. Infine, il disavanzo effettivo è in forte rialzo, aumentando del 61,88 per cento.

Commento: appare molto poco credibile che i costi in Sanità in Toscana siano aumentati solo del 2,79 per cento; si ricorda che la


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media nazionale di incremento nell'anno 2008 è stata del 6,6 per cento; per quanto possa essere risultata «virtuosa» la Toscana, non può aver avuto il modestissimo aumento dei costi rilevato nei bilanci aziendali, continuando ad assicurare assistenza sanitaria di qualità e sviluppo del sistema.
La ripetuta segnalazioni di «crediti non esigibili», di «crediti perenti», di generose anticipazioni di cassa alle aziende sanitarie (evidentemente riportate in bilancio come crediti) potrebbero essere proprio il segno di un sistematico occultamento dei disavanzi a livello di aziende sanitarie, compensato parzialmente da anticipazioni di cassa che poi vanno in «perenzione» perché in realtà non possono essere recuperate; naturalmente le anticipazioni di cassa servirebbero ad evitare alle aziende sanitarie problemi di liquidità e lunghi tempi di pagamento dei fornitori. Se tutto ciò è vero, prima che i crediti indebitamente vantati andassero in prescrizione diventava necessario individuare fittizi responsabili del disavanzo.

Analoghe considerazioni possono essere fatte dopo aver letto la Relazione della sezione della Corte dei Conti sul rendiconto della Regione Toscana per l'esercizio finanziario 2010 (Allegato n. 20-bis):
pag. 9: I conti della sanità, espressi in sede di pre-consuntivo della gestione 2009, evidenziano il permanere, già visibile nell'anno precedente, della scelta per una sostanziale stabilità del sistema, presentando una riduzione dei costi, con un andamento in decremento anche nel triennio.
L'analisi della gestione residui evidenzia andamenti alterni. Migliora la capacità di smaltimento dei residui attivi mentre peggiora quella dei residui passivi. Comunque, in generale la capacità di smaltimento dei residui è troppo bassa, e genera un preoccupante dato di vetustà delle masse residuali che, inoltre, risultano concentrate in alcuni titoli (ad esempio il titolo IV dell'entrata) e in alcuni anni. Anche se il supplemento di istruttoria effettuato ha consentito di verificare i titoli giuridici dei residui di più alto importo, sarebbe opportuna una specifica attenzione al tema da parte del Consiglio con un intervento di verifica straordinaria.

Pag. 16: Le verifiche effettuate hanno evidenziato solo alcune perplessità in merito al mantenimento in bilancio di alcune partite residuali attive, indicate nel referto della Sezione sulla gestione finanziaria dell'esercizio 2006.
Pag. 78: L'andamento del totale dei costi presenta una riduzione del 2,3 per cento, elemento che contribuisce a consolidare una impressione di tenuta complessiva del sistema, anche se il dato potrebbe essere corretto in sede di valutazioni definitive.
Pag. 81 Il contenimento della spesa del personale non è stato realizzato, la spesa reale (come si può vedere nella tab. 38) rispetto al 2008 in tutte le Asl e aziende ospedaliere è aumentata e l'assessore Rossi non poteva ignorarlo considerato che disponeva, a cadenza mensile, di un report analitico sull'andamento della spesa del personale in tutte le aziende toscane; evidentemente l'imminenza delle elezione regionali lo spingeva a privilegiare interessi politici personali su ogni altra valutazione. Alcuni aumenti (Asl n. 2 di di Lucca, ASL n. 10 di Firenze,


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Ospedale Meyer) sono contenuti, ma spiccano i significativi aumenti relativi alla ASL di Massa Carrara (+14,23), nonché quelli comunque superiori al 5 per cento delle Asl di Prato, Pisa, Siena e Azienda Ospedaliera Pisana.
Pag. 104: L'andamento del totale dei costi presenta una riduzione del 2,3 per cento, elemento che contribuisce a consolidare una impressione di tenuta complessiva del sistema, anche se il dato potrebbe essere corretto in sede di valutazioni definitive.
Pag. 105: È sempre consigliabile una costante e approfondita attenzione in sede di riaccertamento delle masse residuali al fine di avere un'adeguata valutazione della presenza delle condizioni per una loro permanenza in bilancio.
Pag. 139: Del resto il crescere piuttosto significativo del disavanzo di cassa, che passa da circa 94 milioni del 2009 a i 427,81 milioni del 2010 desta preoccupazione. Il solo saldo tra cassa e residui, al netto delle contabilità speciali, mostra un disavanzo significativo pari a 418,72 milioni.

Ne deriva un quadro ormai abbastanza chiaro:

Si può ipotizzare che Enrico Rossi, con l'aiuto dei tecnici Persiani, Donati e altri, abbia costruito un «sistema» basato sulla manomissione dei bilanci della regione e di alcune aziende sanitarie con l'obiettivo di far apparire un equilibrio dei conti a livello regionale fittizio in quanto basato sulla sottostima dei disavanzi a livello di tali aziende sanitarie a cui venivano forniti flussi finanziari aggiuntivi sotto forma di «anticipazioni di cassa» che non alteravano l'equilibrio regionale in quanto riportati, nel bilancio della Regione, come «crediti esigibili». Com'è noto nella contabilità finanziaria, che caratterizza il bilancio regionale, i crediti vanno in estinzione dopo un certo numero di anni e, pertanto, dopo aver costruito una carriera politica basata sulla credibilità assunta millantando di essere un ottimo amministratore, capace di offrire servizi di qualità con i conti in equilibrio, ed essere riuscito a diventare governatore, aveva la necessità di individuare qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità e giustificare una stagione di grande rigore economico, come è quella che sta vivendo la Toscana a partire dalla fine dell'anno 2010.

A sostegno di tale possibile ricostruzione, integrando quanto già descritto, e proprio facendo riferimento alla citata nota del Ragioniere Generale dello Stato del 6 aprile 2011 (allegato n. 22), si riportano i seguenti elementi:
1) Negli anni passati la Corte dei Conti contestò il fatto che le anticipazioni di cassa riconosciute dalla Regione alla ASL n. 1 erano nettamente superiori al tetto massimo di circa 31 milioni di euro previsto dalla legge. In merito la dr.ssa Donati fu pronta a rispondere con la lettera di cui si allega copia (allegato n. 21), in cui comunicò che «questo ufficio è al corrente di tale situazione, originatasi in anni addietro e con tutta probabilità dovuta a numerosi fattori»; e poi: «A fronte di tale situazione, la Regione Toscana è già intervenuta negli ultimi anni con alcune erogazioni straordinarie di cassa, al fine di


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riportare i tempi medi di pagamento ai fornitori in linea con gli obiettivi stabiliti a livello regionale». Alla luce di quanto oggi noto si tratta di una vera e propria «confessione», in cui il riferimento ad una «situazione, originatasi in anni addietro e con tutta probabilità dovuta a numerosi fattori» denuncia l'intenzione di non dire tutta la verità rimanendo nel generico; la verità era che la Corte dei Conti era giunta molto vicina a scoprire la logica delle anticipazioni di cassa alle aziende sanitarie riportate come crediti esigibili e la dr.ssa Donati provava a minimizzare il tutto con affermazioni rassicuranti.
2) Pur ripetutamente sollecitati, non risulta che il presidente Rossi e l'assessore Scaramuccia abbiano fatto effettuare nelle altre aziende sanitarie toscane gli stessi controlli fatti a Massa Carrara basati sulla verifica della corrispondenza tra quanto riportato in bilancio, in particolare nello stato patrimoniale, a partire dall'anno 2005, e le scritture contabili principali, con particolare riferimento a quelle registrate gli ultimi giorni dell'anno, alle note di credito, ai costi attribuiti alla gestione stralcio, ai costi per «immobilizzazioni»; come detto sopra, le verifiche devono essere affidate a tecnici esterni al sistema e non contaminati dal conflitto di interessi; le aziende più «sospette» sono quelle in cui ha operato più pesantemente Persiani, ed in particolare l'Azienda Ospedaliero-Universitaria «Careggi» di Firenze, la ASL n. 10 di Firenze, la ASL n. 6 di Livorno, la ASL n. 4 di Prato: è un fatto gravissimo che, ad oggi, tali controlli non siano stati effettuati.
3) In Toscana i bilanci relativi all'esercizio 2010, ignorando le leggi nazionali e regionali, sono stati adottati solo qualche settimana fa e, complessivamente, pare, portino ad un disavanzo di diverse decine di milioni di euro, molto più di quanto registrato negli anni passati; analogamente Rossi in persona ha incontrato recentemente i direttori generali per indurli a porre in atto drastici piani di rientro perché i bilanci di previsione relativi all'anno 2011 portano ad un disavanzo molto elevato; è probabile che i direttori generali, anche quelli più vicini a Rossi, e cioè i coordinatori di area vasta Calamai, Marroni e Mariotti, ed il presidente del SIOR, Cravedi, non siano disponibili a lasciar fare ai consulenti e ad assecondare le indicazioni che giungono dall'assessorato a spostare costi correnti sulle immobilizzazioni o ad effettuare altre operazioni miranti a ridurre il disavanzo; l'amara esperienza di Delvino ha reso i direttori generali più attenti e poco disponibili a pagare di persona. Probabilmente stiamo assistendo all'emersione delle somme occultate nel corso degli ultimi dieci anni.
4) Il presidente Rossi dichiara di disporre delle risorse economiche necessarie per pareggiare i conti della ASL n. 1 di Massa e Carrara, però continua la pressione sui creditori perché riducano le loro legittime richieste, addirittura del 10 per cento; (vedi lettera della dr.ssa De Lauretis ai creditori, allegato n. 23) considerata l'unicità del Fondo Sanitario Regionale, si perpetra un abuso nei confronti di tali fornitori, apparentemente immotivato.


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5) Sono pervenute all'onorevole Barani segnalazioni su scritture contabili anomale effettuate anche nella contabilità della ASL n. 6 di Livorno relativa all'esercizio 2008; in particolare si tratta dei costi sostenuti per i traslochi all'interno dell'ospedale di Livorno, che furono «sterilizzati» con una scrittura che aumentava il valore dell'immobile, per cui non incisero, come avrebbero dovuto, sul conto economico; inoltre fu significativamente sottostimato il fondo di perequazione per l'attività libero-professionale, riducendo ulteriormente il disavanzo.
6) Recentemente l'agenzia di rating internazionale «Moody's» ha deciso di mettere sotto osservazione proprio i bilanci della Regione Toscana avendo evidentemente ritenuto che la tenuta di tale contabilità sia meritevole di un opportuno approfondimento.
7) Appare molto sospetto il comportamento tenuto dal sindaco di Livorno, dai direttori generali di Livorno (ASL 6) e Lucca (ASL 2) e dal presidente Rossi in merito alla costituzione dei collegi sindacali delle due ASL: il collegio di Livorno opera da anni in piena illegittimità perché privo di un componente, la cui nomina spetta al presidente della Conferenza dei Sindaci, nonostante i dettami del decreto legislativo n. 502/1992 e la sentenza del Consiglio di Stato n. 438 del 2007; il collegio di Lucca continua ad operare nonostante sia decaduto 6 mesi, in contrasto con quanto previsto dalla Legge 444 del 15/7/1994 che precisa che tutti i collegi sindacali degli enti pubblici decadono tassativamente 45 giorni dopo la loro scadenza naturale. Fa riflettere il fatto che si tratta di due delle tre ASL toscane sovra-finanziate, come riconosciuto dal dr. Luca Giorgetti, funzionario regionale addetto al settore bilanci, nel corso della sua audizione presso la Commissione regionale di inchiesta.»
Fucci, Barani.

APPROVATA CON LA SEGUENTE RIFORMULAZIONE

Dopo il Capitolo n. 7 inserire il seguente: Capitolo 7-bis «Osservazioni e rilievi della Corte dei conti in sede di esame del rendiconto degli esercizi finanziari 2008 e 2010».

Nella «RELAZIONE SUL RENDICONTO DELLA REGIONE TOSCANA per l'esercizio finanziario 2008 elaborata dalla sezione regionale della Corte dei Conti» diversi passaggi sembrano avvalorare l'ipotesi che la Regione abbia mantenuto un apparente equilibrio di bilancio, sottostimando i costi del sistema ed evitando che le aziende andassero in crisi di liquidità mediante anticipazioni di cassa riportate, naturalmente, nel bilancio regionale come crediti esigibili.
Nell'ambito della predetta Relazione la Corte dei conti, difatti, afferma che i conti della sanità, espressi in sede di pre-consuntivo della gestione 2008, evidenziano il permanere, già visibile nell'anno


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precedente, della scelta per una sostanziale stabilità del sistema, presentando, una significativa riduzione dei costi, con un andamento in decremento anche nel triennio (4).
Nel 2007 l'indagine è stata rivolta alla verifica del rispetto della normativa contabile in ordine alle somme che formano gli impegni di spesa. Tutte le verifiche effettuate hanno dato esito positivo, solo alcune perplessità sono sorte in merito al mantenimento in bilancio di alcune partite residuali attive indicate nel referto della Sezione sulla gestione finanziaria dell'esercizio 2006.
Inoltre, Corte dei conti rileva un ricorso all'indebitamento per diverse finalità. In particolare, tra il 1985 e il 1999 è stato necessario procedere al riequilibrio del bilancio tramite la sottoscrizione di debito. Più di recente, invece, questa operazione non si è mai dimostrata necessaria, anche se la sottoscrizione di mutui a fini di equilibrio è sempre stata autorizzata, pur non essendo poi effettuata. Solo nel 2006 si è nuovamente verificata la necessità di procedere ad indebitamento per la realizzazione degli equilibri, ma ciò è stato dovuto essenzialmente alla necessità di sostenere il sistema sanitario regionale, rispetto al quale i finanziamenti statali hanno subito, negli ultimi anni, significativi ritardi (5).
L'analisi delle macro aggregazioni delle voci economiche evidenzia aumenti sia della spesa del personale (+4,05 per cento) che tuttavia sconta gli aumenti contrattuali del comparto dirigenza per gli anni 2006-2007, sia quella per l'acquisto di beni (+5,46 per cento), sia quella per l'acquisto di servizi (+1,08 per cento).
Dalla specificazione delle diverse voci si rileva una dinamica di contenimento della spesa per servizi di assistenza ospedaliera, per la medicina di base convenzionata e per la farmaceutica convenzionata.
Sui trasferimenti correnti e in conto capitale l'analisi delle risorse condotta dalla Corte in base al destinatario finale conferma la politica della Regione rivolta a privilegiare lo spostamento delle risorse sui bilanci di altri soggetti, pubblici e privati, a sostegno sia degli impieghi correnti che di investimento inerenti l'esercizio delle loro funzioni e attività o lo svolgimento di compiti e di servizi loro affidati (6).


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L'analisi dei residui attivi, condotta sulla base del grado di vetustà delle partite, in totale e per titolo di entrata, consente di rilevare la sussistenza di sintomi di criticità circa la loro esigibilità.
La metodologia, perseguita anche nei passati referti sulla gestione regionale, consiste nella estrapolazione delle partite accertate oltre il quinto esercizio precedente a quello concluso.
L'importo delle stesse è considerato quale massa creditoria da sottoporre a particolare attenzione (7).
Per quanto riguarda la gestione di cassa, i risultati della competenza, al netto delle contabilità speciali, mostrano un risultato significativamente negativo, (-2.661,37 milioni di euro) ed in netto peggioramento rispetto all'anno precedente che, pure, aveva chiuso con un risultato di competenza negativo.
I flussi di incasso in particolare mostrano un notevole calo rispetto all'anno 2007, generando il risultato negativo, dal momento che, invece, i pagamenti hanno dati in linea con quelli dell'anno passato.
La gestione dei residui presenta, invece, un risultato negativo molto contenuto, pari a poco più di 2 milioni di euro. Tuttavia, sia gli incassi sia i pagamenti sui residui sono in significativo calo rispetto all'anno precedente.
Nonostante il risultato delle gestioni delle contabilità speciali sia particolarmente positivo, raggiungendo i 2.621,82 milioni di euro, il risultato finale degli equilibri di cassa resta negativo per oltre 40 milioni di euro, mentre il risultato del saldo tra competenza e residui sarebbe di gran lunga peggiore. Tutto ciò, deve ritenersi connesso al fenomeno già evidenziato della mancata riscossione dell'addizionale Irpef e dell'IRAP.
Tuttavia, considerato che la Regione non ha fatto ricorso a mutui né ad anticipazioni di cassa si deve ritenere che sia stato comunque possibile tenere sotto controllo la gestione della liquidità.
In conclusione si può notare che l'avanzo di esercizio si riduce, rispetto a quello del 2007 del 17,43 per cento, mentre l'avanzo da mantenere vincolato cresce dell'11,52 per cento rispetto a quello dell'anno precedente. Infine, il disavanzo effettivo è in forte rialzo, aumentando del 61,88 per cento.


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Si rileva, al riguardo, che le ripetute segnalazioni di «crediti non esigibili», di «crediti perenti», di generose anticipazioni di cassa alle aziende sanitarie (evidentemente riportate in bilancio come crediti) potrebbero essere proprio il segno di un sistematico occultamento dei disavanzi a livello di aziende sanitarie, compensato parzialmente da anticipazioni di cassa che poi vanno in «perenzione» perché in realtà non possono essere recuperate; naturalmente le anticipazioni di cassa servirebbero ad evitare alle aziende sanitarie problemi di liquidità e lunghi tempi di pagamento dei fornitori. Se tutto ciò è vero, prima che i crediti indebitamente vantati andassero in prescrizione diventava necessario individuare fittizi responsabili del disavanzo.
Analoghe considerazioni possono essere fatte dopo aver letto la Relazione della sezione della Corte dei Conti sul rendiconto della Regione Toscana per l'esercizio finanziario 2010, ove si legge che i conti della sanità, espressi in sede di pre-consuntivo della gestione 2009, evidenziano il permanere, già visibile nell'anno precedente, della scelta per una sostanziale stabilità del sistema, presentando una riduzione dei costi, con un andamento in decremento anche nel triennio.
L'analisi della gestione residui evidenzia andamenti alterni. Migliora la capacità di smaltimento dei residui attivi mentre peggiora quella dei residui passivi. Comunque, in generale la capacità di smaltimento dei residui è troppo bassa, e genera un preoccupante dato di vetustà delle masse residuali che, inoltre, risultano concentrate in alcuni titoli (ad esempio il titolo IV dell'entrata) e in alcuni anni. Anche se il supplemento di istruttoria effettuato ha consentito di verificare i titoli giuridici dei residui di più alto importo, sarebbe opportuna una specifica attenzione al tema da parte del Consiglio con un intervento di verifica straordinaria.
Le verifiche effettuate hanno evidenziato solo alcune perplessità in merito al mantenimento in bilancio di alcune partite residuali attive, indicate nel referto della Sezione sulla gestione finanziaria dell'esercizio 2006.
L'andamento del totale dei costi presenta una riduzione del 2,3 per cento, elemento che contribuisce a consolidare una impressione di tenuta complessiva del sistema, anche se il dato potrebbe essere corretto in sede di valutazioni definitive.
Del resto il crescere piuttosto significativo del disavanzo di cassa, che passa da circa 94 milioni del 2009 a i 427,81 milioni del 2010 desta preoccupazione. Il solo saldo tra cassa e residui, al netto delle contabilità speciali, mostra un disavanzo significativo pari a 418,72 milioni.

Da tale situazione anomala presso la ASL di Massa potrebbe configurarsi un effetto «a cascata» in danno dei bilanci della regione e di alcune aziende sanitarie con il rischio di far apparire un equilibrio dei conti a livello regionale fittizio in quanto basato sulla sottostima dei disavanzi a livello di tali aziende sanitarie a cui venivano forniti flussi finanziari aggiuntivi sotto forma di «anticipazioni di cassa» che non alteravano l'equilibrio regionale in quanto riportati, nel bilancio della Regione, come «crediti esigibili».


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A sostegno di tale possibile ricostruzione, integrando quanto già descritto, e proprio facendo riferimento alla citata nota del Ragioniere Generale dello Stato del 6 aprile 2011 (allegato n. 22), si riportano i seguenti elementi:
1) Negli anni passati la Corte dei Conti contestò il fatto che le anticipazioni di cassa riconosciute dalla Regione alla ASL n. 1 erano nettamente superiori al tetto massimo di circa 31 milioni di euro previsto dalla legge. In merito la dr.ssa Donati rispose che l'Ufficio era al corrente di tale situazione, originatasi in anni addietro e con tutta probabilità dovuta a numerosi fattori. A fronte di tale situazione, la Regione Toscana era già intervenuta negli ultimi anni con alcune erogazioni straordinarie di cassa, al fine di riportare i tempi medi di pagamento ai fornitori in linea con gli obiettivi stabiliti a livello regionale».
2) Per quanto riguarda infatti i bilanci di altre ASL regionali, non risulterebbero - in considerazione della procedura di controllo affidata, come detto, a società esterna di certificazione - effettuati controlli regionali analoghi a quelli fatti a Massa Carrara a seguito delle anomalie riscontrate. La Commissione si riserva comunque di esaminare compiutamente i relativi elementi documentali, trasmessi al riguardo dalla Giunta regionale il 21 novembre 2011, allo scopo di accertare l'eventuale sussistenza di analoghe situazioni deficitarie, e/o di evidenze contabili anomale simili a quelle emerse nel caso della ASL 1 di Massa.
Fucci, Barani.

PROPOSTA DI MODIFICA 8.2.

A pagina 6, paragrafo 8, dopo la lettera a) inserire la seguente lettera «a-bis) L'azienda ASL 1 di Massa Carrara, veniva, come le altre aziende, sottoposta a verifica trimestrale. Dai verbali di verifica in atti, sottoscritti dall'allora assessore Enrico Rossi, e dal direttore generale, Delvino, non emergono elementi di allarme rispetto alle anomalie successivamente riscontrate. Dallo stralcio relativo alle assegnazioni di fondi effettuate nei confronti della predetta azienda nel periodo 2000/2009 non emergono, inoltre, variazioni significative idonee a ipotizzare le anomalie amministrative successivamente verificate»
Lo Moro, Burtone, Livia Turco, Laganà Fortugno, Zunino.

APPROVATA CON LA SEGUENTE RIFORMULAZIONE

A pagina 6, paragrafo 8, dopo la lettera a) inserire la seguente lettera «a - bis) L'azienda ASL 1 di Massa Carrara, veniva, come le altre aziende, sottoposta a verifica trimestrale. Nei verbali di verifica in atti, sottoscritti dall'allora assessore Enrico Rossi, e dal direttore generale, Delvino, non sono emersi elementi di allarme rispetto alle anomalie successivamente riscontrate. Dallo stralcio relativo alle assegnazioni di fondi effettuate nei confronti della predetta azienda nel periodo


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2000/2009 non emergono, inoltre, variazioni significative idonee a ipotizzare le anomalie amministrative successivamente verificate»
Lo Moro, Burtone, Livia Turco, Laganà Fortugno, Zunino.

PROPOSTA DI MODIFICA 10.3.

Dopo l'ultimo capoverso del Capitolo n. 10 «Le iniziative di realizzazione dei nuovi ospedali attraverso il Projecti financing» aggiungere infine i seguenti capoversi:

«Pur riconoscendo la legittimità «formale» della scelta del project financing, l'analisi di quanto accaduto consente di effettuare alcune osservazioni di fondamentale importanza.
Con le delibere di Consiglio Regionale n. 202 del 23 dicembre 2002, e n. 31 del 12/2/2003, l'allora assessore Rossi ed il presidente Martini ottennero che il rinnovo della rete ospedaliera toscana si realizzasse attraverso lo strumento del project financing.
Il project financing, a fronte dell'immediato vantaggio della partecipazione finanziaria del privato, comporta:
l'enorme svantaggio di impegnare per un gran numero di anni la pubblica amministrazione nei confronti di un fornitore di servizi (che diventa poco condizionabile in relazione alla qualità del servizio reso), con costi unitari superiori a quelli di mercato (proprio per consentire al privato di recuperare, con gli interessi, l'impegno finanziario assunto)
la parziale elusione delle norme della concorrenza e della normativa sugli appalti pubblici
un complessivo maggior esborso finanziario per la Pubblica Amministrazione, come recentemente sostenuto anche in un servizio pubblicato sul periodico «L'Espresso» (allegato n. 24), in cui viene fortemente censurato il ricorso a tale modalità di finanziamento di un opera pubblica, addebitando al project financing il fallimento della Sanità veneta.

Ed in realtà non c'era la «necessità» di ricorrere al project financing perché il costo del denaro non era per niente elevato e pertanto si poteva benissimo accendere mutui immobiliari, visto che le quattro ASL coinvolte avevano un margine di indebitamento per investimenti ancora molto ampio.
Come detto, con il project financing è stato possibile non applicare compiutamente le rigorose norme del codice degli appalti, limitando la concorrenza e la trasparenza; e tale verità viene confermata dalla sentenza del TAR n. 2860 del 2/8/2004 (allegato n. 25) e dalla successiva sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, n. 6287 del 10/11/2005 (allegato n. 26). Soprattutto la seconda afferma senza ombra di dubbio che nel project financing il margine di discrezionalità della pubblica amministrazione è molto più ampio rispetto a quanto accade in un appalto convenzionale, e sulla base di tale assunto venne


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confermata la scelta che aveva portato ad individuare quale promotore il gruppo Astaldi-Pizzarotti-Techint (consociato nell'A.T.I. denominata SAT, e poi COSAT).
Si ricordano brevemente i fatti: Il consorzio «Toscana Salute» contestò la scelta fatta dal SIOR a favore della SAT, anche perché appariva ambigua la relazione della commissione tecnico-consultiva in quanto il parere dell'esperto finanziario, prodotto successivamente all'espressione del parere degli altri esperti, ribaltò a favore della SAT il giudizio complessivo. Orbene l'esperto finanziario era il prof. Varaldo, presidente dell'Università S. Anna, università che negli anni immediatamente successivi ottenne dall'assessorato regionale alla Sanità commesse per diversi milioni di euro, naturalmente senza alcuna gara, per portare avanti il progetto di valutazione delle performance delle aziende sanitarie toscane, progetto faraonico che peraltro ha consentito all'assessore Rossi di «dare le pagelle» alle varie ASL con valutazioni spesso modificate all'ultimo momento forse per esigenze di tipo politico.
In questo periodo vennero effettuate le intercettazioni telefoniche che lasciarono intendere chiaramente che personaggi molto vicini all'assessore Rossi si apprestavano ad esercitare pressioni sui giudici del Consiglio di Stato per ribaltare la sentenza di primo grado (vedi articolo apparso sul Corriere Fiorentino, on line, allegato n. 44).
Tali intercettazioni, non smentite, fanno ben comprendere che esisteva da parte dell'assessore Rossi e dei suoi più diretti collaboratori un forte interesse a confermare l'esito della gara a favore dell'ATI Astaldi; anche in considerazione delle osservazioni fatte sulle modalità con cui si è giunti ad individuare il promotore, molti sospetti emergono su tale importante appalto, sospetti che la Magistratura evidentemente continua a ritenere giustificati visto che recentemente la Guardia di Finanza di Prato ha prelevato diversi documenti relativi al SIOR, come riportato dai giornali (vedi allegato n. 45).
In seguito, per aggiudicarsi definitivamente l'appalto, la SAT è stata costretta, «formalmente», ad accettare il notevole ribasso proposto dal Consorzio «Toscana Salute», ma iniziò subito dopo una costante opera di condizionamento sul SIOR affinché fossero ripristinati costi più elevati e pertanto ancora più convenienti per il concessionario. A conferma si citano i seguenti episodi:
La convenzione iniziale, firmata fra le parti nel 2007, prevedeva la definizione del contratto immediatamente prima dell'inizio della costruzione, al momento dell'adozione del progetto esecutivo. Eventuali aumenti dei costi iniziali si sarebbero potuti accettare solo se congruenti con disposizioni di legge intervenute nel periodo intercorrente o con situazioni eccezionali occorse dopo la firma della convenzione. Il contratto tra SIOR e SAT è stato definito tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010; prima della stipula del contratto, i concessionari avanzarono richieste di aumento dei costi, che furono giudicate eccessive ed in parte immotivate soprattutto dal dr. Antonio Delvino; furono riconosciute inizialmente solo quelle derivanti da nuove norme. Le altre richieste, specie quelle avanzate in conseguenza delle mutate condizioni bancarie per il «financial crash» del 2007, erano di enorme entità, tali da portare Delvino a contestarle ed a far sì che il procedimento di adozione del progetto esecutivo entrasse in


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una fase di stallo. Per sbloccare l'iter e dare fondatezza e congruità alle richieste, i componenti del SIOR (Direttori generali delle ASL competenti per territorio) furono «invitati» dal dr. Cravedi, evidentemente su mandato dell'assessore Rossi, a richiedere il parere del prof. Niccolò Persiani e del prof. Fabrizio Berti, suo collega e collaboratore. Si fa presente che Fabrizio Berti è:
Colui che per conto della Taitle condusse il check up sulla contabilità della ASL n. 1;
L'esperto in economica, componente della Commissione che aggiudicò la gara indetta dal SIOR.

Sulla base esclusiva di tale relazione (allegato n. 27) furono riconosciuti circa 8 milioni di euro in più per soli oneri finanziari. In tale relazione vengono analizzate le richieste riguardo:
Maggiori costi associati all'operazione di Project Financing;
Mancato utile del Concessionario per il prolungamento dei tempi di avvio della gestione;
Maggiori costi di finanziamento per il Concessionario;
Maggiori costi generali conseguenti al disallineamento della fase costruttiva sui quattro siti.

Per tutti e quattro i punti trattati, il Concedente (Regione Toscana e SIOR) risulta soccombente, rispettivamente, per i primi 3 punti per importi pari a 4,1 mln euro; 0,93 mln euro; 7,97 mln euro (quasi 13 mln di euro) e per il punto 4 si riconosce la fondatezza della richiesta, rimandando ad una determinazione economica da eseguirsi da parte di tecnici dell'ASL.
Oltre le somme accordate, pare che l'appalto sia stato gonfiato di ulteriori 40 mln di euro per lavori in variante e oneri di progettazione; le specifiche richieste rivolte dall'onorevole Barani miranti ad ottenere un quadro economico completo sui costi preventivati nel 2007 e quelli previsti nel 2010 all'atto della firma della concessione, non sono state, al momento, soddisfatte.
Nel merito della relazione, i maggiori oneri riconosciuti sono esclusivamente supportati dal ritardo di circa 22 mesi che si stima per l'inizio dell'attività di gestione, di cui 21 mesi per ritardato inizio della costruzione e 1 mese oltre il termine della stessa e prima dell'inizio della gestione. Secondo un accordo fra le parti, 13 mesi vengono addebitati per il 70 per cento a carico Concedente e per il 30 per cento a carico Concessionario; per 8 mesi il 30 per cento a carico del Concedente e il 70 per cento al Concessionario, 1 mese residuo a totale carico del Concedente, poiché causato (nota 1 pag. 3 della allegata relazione) dai lavori preliminari richiesti per il presidio delle Apuane dovuti ad attività di bonifica non previste. Sono elementi che devono essere approfonditi dalla Magistratura, che dovrà verificare se i ritardi erano evitabili e se qualcuno ha dolosamente utilizzato il meccanismo del project financing per favorire il concessionario, con


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particolare riferimento ai direttori generali che compongono l'assemblea del SIOR, verificando se ulteriori ritardi si sono realizzati, in seguito, a vantaggio della COSAT.
Ignorando i vincoli posti dalla convenzione, la COSAT intendeva modificare i rapporti societari tra le tre imprese, prima che l'opera fosse costruita; ancora una volta l'unico ad opporsi fu il dr. Delvino e la sua opposizione fu tale da vanificare il tentativo del concessionario, ma evidentemente si crearono le condizioni per la successiva rimozione di Delvino dall'incarico di direttore generale della ASL n. 1 e quindi dal consiglio di amministrazione del SIOR.
Bonifica dei terreni: quando furono fatte le ricerche per eventuali sostanze contaminanti sui terreni su cui si doveva costruire il nuovo ospedale per acuti a Massa, di competenza SIN (sito di interesse nazionale), si determinò l'esigenza di procedere alla bonifica di alcune aree, in conseguenza del fatto che la ditta «Ambiente», che agisce per conto della SAT, aveva rilevato la presenza di idrocarburi di origine vegetale, paradossalmente, visto che l'agenzia regionale per l'ambiente (l'ARPAT) non aveva evidenziato nessun tipo di contaminazione. Il dr. Delvino chiese alla COSAT Spa di quotare le operazioni di bonifica ricevendo, tramite l'ing. Del Freo (responsabile unico del procedimento e capo dell'area tecnica), una richiesta di quasi 5.000.000 euro; il dr. Delvino non autorizzò i lavori sia perché la somma gli sembrava eccessiva sia perché la richiesta non era analiticamente motivata. Dopo un paio di settimane la COSAT, per le stesse operazioni, fece pervenire una richiesta di 3.100.000 euro circa. Ora pare che la bonifica sia stata effettuata con la spesa di circa 1 milione di euro (si fa riferimento alla delibera della ASL n. 85 del 7/4/2011, (allegati n. 28 e n. 28 bis). Può darsi che neanche tale somma fosse dovuta.
Il ricorso al sub-appalto: le norme in merito alla limitazione del ricorso al sub-appalto nella realizzazione di un'opera pubblica sono molto rigorose, anche perché mirano a contrastare le infiltrazioni mafiose e a ridurre i rischi di incidenti lavorativi. Su tale argomento c'è stato un drammatico incontro a Prato, ai primi di ottobre 2010, nel corso del quale il presidente del SIOR, dr. Bruno Cravedi ed il consulente, ing. Mario Morganti, uomo di fiducia del presidente Rossi, hanno sostenuto, dinanzi a molti testimoni, che «se si voleva costruire gli ospedali non si poteva tener conto delle procedure e dei limiti relativi al ricorso al sub-appalto, perché la prassi era quella di non rispettare tali limiti»; in tale occasione il dr. Delvino ribadì con forza che non intendeva consentire, almeno per la ASL n.1, finché era direttore generale, alcuna deroga alla legge sui sub-appalti, sostenuto in questo dagli ingegneri della ASL n. 1 Del Freo, Amadei e Guarascio. Orbene risulta che, lungi dal rispettare le procedure ed i limiti percentuali previsti dalla legge, nella costruzione dei quattro ospedali, si sono verificati i seguenti eventi:
Sono stati fatti lavori in sub-appalto prima che la stazione appaltante autorizzasse il ricorso al sub-appalto stesso;
Pare che alcuni sub-appaltatori (ricorre il nome della ditta Vangi) non abbiano tempestivamente prodotto il D.U.R.C., come la legge prescrive;


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Pur sollecitati da alcuni operatori, non sono stati posti quesiti all'Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici sulla competenza all'autorizzazione dei sub-appalti, evidentemente per evitare risposte non gradite;
Pare che siano stati mascherati come «servizi» sub-appalti che in realtà si riferivano a lavori veri e propri;
Pare che siano state superate le percentuali previste dalle leggi vigenti;
Il parere legale sul ricorso al sub-appalto è stato fornito dall'avv. Paolo Federigi, della ASL di Prato, a cui poi si è aggiunto l'avv. Lepri di Lucca; non si sono associati gli avvocati di Massa e di Pistoia; è abbastanza strano che su una questione di tale importanza non si sia acquisito il parere dello studio Malinconico, retribuito dal SIOR anche per fornire pareri.
Comportamento dei quattro direttori generali che compongono l'assemblea del SIOR (dottori Bruno Cravedi, Maria Teresa De Lauretis, Alessandro Scarafuggi e Oreste Tavanti). La Commissione richiederà alla Magistratura di vagliare con estrema attenzione i comportamenti di tali direttori generali. La Magistratura dovrà inoltre verificare se, proprio a seguito dei suoi comportamenti rigorosi nell'ambito del SIOR, il dr. Delvino ha subìto le illegittime pressioni a rendere le dimissioni ed è stato oggetto di un decreto presidenziale di revoca dopo che la citata ordinanza del Tribunale del lavoro di Massa aveva sancito l'assenza di sue responsabilità; in tal caso non si può che concludere che i quattro personaggi citati rimangono direttori generali perché meno rigorosi nei confronti del concessionario.
Consulenza legale affidata allo studio Malinconico di Roma: chiacchierato per alcune intercettazioni e che risulta essere molto presente in vicende che riguardano grandi appalti in Italia; è lo studio che da anni tutela gli interessi del SIOR; è lo studio che ha formulato i pareri che hanno consentito ai direttori del SIOR di superare le situazioni di difficoltà, compreso quella relativa al ricorso ai sub-appalti; è lo studio a cui, con una procedura irregolare, è stato affidato l'incarico di tutelare la ASL n.1 nei confronti della Deloitte (vedi delibera della ASL n. 1 n. 220 del 28 giugno 2011, allegato n. 46); in merito è opportuno che la Magistratura verifichi:
se gli incarichi sono stati affidati nel rispetto delle leggi;
se gli onorari sono stati congrui;
se i pareri resi sono legittimi;
se l'azione di tali avvocati abbia favorito il concessionario;
quali sono i rapporti tra il prof. Malinconico ed i suoi collaboratori e gli amministratori della Sanità toscana, con particolare riferimento ai quattro direttori generali che compongono l'assemblea del SIOR ed il presidente della Giunta regionale.»
Polledri, Barani.


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APPROVATA CON LA SEGUENTE RIFORMULAZIONE

Dopo l'ultimo capoverso del Capitolo n. 10 «Le iniziative di realizzazione dei nuovi ospedali attraverso il Projecti financing» aggiungere infine i seguenti capoversi:

«Pur riconoscendo la legittimità «formale» della scelta del project financing, l'analisi di quanto accaduto consente di effettuare alcune rilevanti osservazioni.
Con le delibere di Consiglio Regionale n. 202 del 23 dicembre 2002, e n. 31 del 12/2/2003, La Regione dispose che il rinnovo della rete ospedaliera toscana si realizzasse attraverso lo strumento del project financing.
Il project financing, a fronte dell'immediato vantaggio della partecipazione finanziaria del privato, comporta:
l'enorme svantaggio di impegnare per un gran numero di anni la pubblica amministrazione nei confronti di un fornitore di servizi (che diventa poco condizionabile in relazione alla qualità del servizio reso), con costi unitari superiori a quelli di mercato (proprio per consentire al privato di recuperare, con gli interessi, l'impegno finanziario assunto)
la parziale elusione delle norme della concorrenza e della normativa sugli appalti pubblici;
un complessivo maggior esborso finanziario per la Pubblica Amministrazione.

Come detto, con il project financing è stato possibile derogare alle rigorose norme del codice degli appalti, limitando la concorrenza; tale verità viene confermata dalla sentenza del TAR n. 2860 del 2/8/2004 e dalla successiva sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, n. 6287 del 10/11/2005. Soprattutto la seconda afferma che nel project financing il margine di discrezionalità della pubblica amministrazione è molto più ampio rispetto a quanto accade in un appalto convenzionale.
Si ricordano brevemente i fatti: Il consorzio «Toscana Salute» contestò la scelta fatta dal SIOR a favore della SAT, anche perché appariva ambigua la relazione della commissione tecnico-consultiva in quanto il parere dell'esperto finanziario, prodotto successivamente all'espressione del parere degli altri esperti, ribaltò a favore della SAT il giudizio complessivo. L'esperto finanziario era il prof. Varaldo, presidente dell'Università S. Anna di Pisa.
In questo periodo, da notizie di stampa, sarebbero state effettuate (vedi articolo apparso sul Corriere Fiorentino, on line) intercettazioni telefoniche che lascerebbero intendere pressioni sui giudici del Consiglio di Stato.
Tali intercettazioni farebbero, alla stregua di notizie di stampa non verificate, comprendere che esisteva interesse a confermare l'esito della gara a favore dell'ATI Astaldi; anche in considerazione delle osservazioni fatte sulle modalità con cui si è giunti ad individuare il promotore, molti sospetti emergono su tale importante appalto,


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sospetti che la Magistratura risulterebbe intendere accertare, visto che recentemente la Guardia di Finanza di Prato ha prelevato diversi documenti relativi al SIOR, come riportato dai giornali.
In seguito, per aggiudicarsi definitivamente l'appalto, la SAT ha dovuto accettare il notevole ribasso proposto dal Consorzio «Toscana Salute». Il SIOR sarebbe stato sollecitato a ripristinare costi più elevati e pertanto ancora più convenienti per il concessionario. A conferma si citano i seguenti episodi:
a) La convenzione iniziale, firmata fra le parti nel 2007, prevedeva la definizione del contratto immediatamente prima dell'inizio della costruzione, al momento dell'adozione del progetto esecutivo. Eventuali aumenti dei costi iniziali si sarebbero potuti accettare solo se congruenti con disposizioni di legge intervenute nel periodo intercorrente o con situazioni eccezionali occorse dopo la firma della convenzione. Il contratto tra SIOR e SAT è stato definito tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010; prima della stipula del contratto, i concessionari avanzarono richieste di aumento dei costi, che furono giudicate eccessive ed in parte immotivate soprattutto dal dr. Antonio Delvino; furono riconosciute inizialmente solo quelle derivanti da nuove norme. Le altre richieste, specie quelle avanzate in conseguenza delle mutate condizioni bancarie per il «financial crash» del 2007, erano di enorme entità, tali da portare Delvino a contestarle ed a far sì che il procedimento di adozione del progetto esecutivo entrasse in una fase di stallo.
Sulla base esclusiva di tale relazione furono riconosciuti circa 8 milioni di euro in più per soli oneri finanziari. In tale relazione vengono analizzate le richieste riguardo:
Maggiori costi associati all'operazione di Project Financing;
Mancato utile del Concessionario per il prolungamento dei tempi di avvio della gestione;
Maggiori costi di finanziamento per il Concessionario;
Maggiori costi generali conseguenti al disallineamento della fase costruttiva sui quattro siti.
Per tutti e quattro i punti trattati, il Concedente (Regione Toscana e SIOR) risulta soccombente, rispettivamente, per i primi 3 punti per importi pari a 4,1 mln euro; 0,93 mln euro; 7,97 mln euro (quasi 13 mln di euro) e per il punto 4 si riconosce la fondatezza della richiesta, rimandando ad una determinazione economica da eseguirsi da parte di tecnici dell'ASL.
Oltre le somme accordate, pare che l'appalto sia stato aumentato di alcuni milioni di euro per lavori in variante e oneri di progettazione.
Nel merito della relazione, i maggiori oneri riconosciuti sono esclusivamente supportati dal ritardo di circa 22 mesi che si stima per l'inizio dell'attività di gestione, di cui 21 mesi per ritardato inizio della costruzione e 1 mese oltre il termine della stessa e prima dell'inizio della gestione. Secondo un accordo fra le parti, 13 mesi vengono


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addebitati per il 70 per cento a carico Concedente e per il 30 per cento a carico Concessionario; per 8 mesi il 30 per cento a carico del Concedente e il 70 per cento al Concessionario, 1 mese residuo a totale carico del Concedente, poiché causato (nota 1 pag. 3 della allegata relazione) dai lavori preliminari richiesti per il presidio delle Apuane dovuti ad attività di bonifica non previste. Sono elementi che devono essere approfonditi dalla Magistratura, che dovrà verificare se i ritardi erano evitabili e se qualcuno ha dolosamente utilizzato il meccanismo del project financing per favorire il concessionario, con particolare riferimento ai direttori generali che compongono l'assemblea del SIOR, verificando se ulteriori ritardi si sono realizzati, in seguito, a vantaggio della COSAT.
b) Bonifica dei terreni: quando furono fatte le ricerche per eventuali sostanze contaminanti sui terreni su cui si doveva costruire il nuovo ospedale per acuti a Massa, di competenza SIN (sito di interesse nazionale), si determinò l'esigenza di procedere alla bonifica di alcune aree, in conseguenza del fatto che la ditta «Ambiente», che agisce per conto della SAT, aveva rilevato la presenza di idrocarburi di origine vegetale, paradossalmente, visto che l'agenzia regionale per l'ambiente (l'ARPAT) non aveva evidenziato nessun tipo di contaminazione. Il dr. Delvino chiese alla COSAT Spa di quotare le operazioni di bonifica ricevendo, tramite l'ing. Del Freo (responsabile unico del procedimento e capo dell'area tecnica), una richiesta di quasi 5.000.000 euro; il dr. Delvino non autorizzò i lavori sia perché la somma gli sembrava eccessiva sia perché la richiesta non era analiticamente motivata. Dopo un paio di settimane la COSAT, per le stesse operazioni, fece pervenire una richiesta di 3.100.000 euro circa. Ora pare che la bonifica sia stata effettuata con la spesa di circa 1 milione di euro (si fa riferimento alla delibera della ASL n. 85 del 7/4/2011, (allegati n. 28 e n. 28 bis). Può darsi che neanche tale somma fosse dovuta.
c) Il ricorso al sub-appalto: le norme in merito alla limitazione del ricorso al sub-appalto nella realizzazione di un'opera pubblica sono molto rigorose, anche perché mirano a contrastare le infiltrazioni di stampo mafioso e a ridurre i rischi di incidenti lavorativi. Su tale argomento rileva un passaggio dell'audizione del 16 febbraio 2011, in cui il dr. Delvino dichiarò di essersi «battuto con forza contro l'utilizzo spregiudicato del subappalto per motivi che partivano soprattutto da esigenze di prevenzione di infortuni sul lavoro, perché, se in un cantiere ci sono 20 ditte, è difficile valutare i rischi interferenziali», ribadendo che non intendeva consentire, almeno per la ASL n. 1, finché fosse stato direttore generale, alcuna deroga alla normativa. Da tale audizione risulta quindi che, nella costruzione dei quattro ospedali, non sarebbero state rispettate dal SIOR tutte le regole che disciplinano le procedure di affidamento, con particolare riferimento ai limiti percentuali previsti dalla legge.
Polledri, Barani.


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PROPOSTA DI MODIFICA 12.1.

IL CAPITOLO «12. COMMENTO E CONCLUSIONI» è così sostituito:
«I. COMMENTO
Il presidente Enrico Rossi, per 10 anni assessore alla Sanità, non poteva non sapere quanto accadeva; sembra probabile che il regista sia stato Niccolò Persiani che agiva direttamente o tramite tecnici regionali (in primis Carla Donati) e funzionari aziendali come Vernazza, ma certamente, sia pure con ruoli meno importanti, il cerchio si allarga ad altri personaggi; sarebbe interessante che le Procure della Repubblica approfondiscano il ruolo svolto, nelle loro realtà, proprio da coloro che sono stati chiamati ad affiancare Persiani e De Lauretis nelle operazioni di verifica presso la ASL n.1, con particolare riferimento a Lorenzo Pescini, a Gabriele Manghisi e a Tommaso Grazioso.
Rossi ha ottenuto per anni il risultato di accreditarsi come un ottimo amministratore, capace di far funzionare il Servizio Sanitario Regionale molto bene, ma soprattutto mantenendo i bilanci in equilibrio.
Subito dopo la sua elezione era indispensabile far emergere il disavanzo in quanto andavano progressivamente in prescrizione i crediti vantati nei confronti delle aziende sanitarie toscane registrati nella contabilità finanziaria della Regione. Evidentemente è stato costruito, ad opera di Persiani, Donati e altri una trappola in cui far cadere il direttore Delvino per addebitargli le responsabilità politiche, e penali, di quanto accaduto, avviando una stagione di grandi sacrifici economici e forse ponendo le condizioni per un aumento della tassazione regionale con lo scopo di sostenere la Sanità.
Appare coerente con tale strategia la denuncia fatta dall'assessore Scaramuccia, a metà maggio 2011, dinanzi alla Commissione regionale Sanità, quando ha dichiarato che «sono venute fuori a Massa fatture per ulteriori 18 milioni di euro nascoste in un cassetto» (vedi allegato n. 31). Naturalmente non ha valutato le conseguenze logiche di quanto affermato, evidentemente perché continua a ritenere di operare in un sistema autoreferenziale in cui nessuno può mettere in discussione quanto da lei viene dichiarato. Eppure De Lauretis, Persiani, Pescini, Manghisi, Grazioso, tutti tecnici apprezzati ed osannati dal gruppo di potere che circonda Enrico Rossi, si erano insediati presso la ASL n. 1 di Massa e Carrara ormai dal 12 ottobre 2010, per condurre le verifiche contabili; Pescini in particolare è stato prima profumatamente retribuito e poi si è meritata la nomina a direttore amministrativo. Se, dopo 227 giorni, non si sono accorti di 18 milioni di euro di fatture «nascoste in un cassetto» hanno dimostrato di essere degli incapaci e avrebbero dovuto essere immediatamente mandati a fare qualcosa di diverso.
Conviene ricordare i comportamenti tenuti da Enrico Rossi, all'epoca assessore regionale alla Sanità, quando fu convocato dalla Commissione in data 29/9/2009: la rilettura della registrazione delle sue dichiarazioni (allegato n. 29) fa comprendere come abbia voluto nascondere quanto ora reso ben evidente; la sua risposta ai quesiti che


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la Commissione gli rivolse nelle settimane successive conferma la ferma intenzione di non «rendere conto» dei suoi comportamenti forse per evitare che qualcuno intuisse che le risorse finanziarie venivano gestite in maniera non corretta. D'altro canto se, dopo quasi dieci anni di gestione diretta della Sanità, non si era accorto delle gravissime anomalie emerse, vuol dire che non è in grado di ricoprire un ruolo così importante.

II. CONCLUSIONI
Esaminati gli atti, effettuati gli opportuni approfondimenti e valutati gli interessi in campo, la Commissione ritiene di dover esprimere preliminarmente un giudizio complessivo sulla gestione delle risorse finanziarie nella Sanità toscana.
Rileva la mancanza di trasparenza ed il mancato rispetto delle norme che governano l'assegnazione delle quote di Fondo Sanitario Regionale alle singole aziende sanitarie. A tal proposito la Commissione condanna il comportamento elusivo e reticente tenuto da Enrico Rossi che, quando era assessore regionale alla Sanità nel corso della sua audizione nel 29/9/2009, rispose in maniera sprezzante e provocatoria alle domande rivolte dal Presidente e da alcuni Membri della Commissione. Altrettanto elusiva è stata l'assessore Daniela Scaramuccia, insieme allo stesso Enrico Rossi, divenuto nel frattempo presidente della Giunta regionale, che:
ha negato l'esistenza di assegni circolari della ASL irregolarmente incassati per scopi privati durante l'audizione del 27 gennaio 2011, quando la vicenda era già ben nota, fingendo, furbescamente, con la nota dell'11 marzo 2011 (allegato n. 3) di esserne venuta a conoscenza in tale data;
ha risposto in maniera elusiva alle domande rivolte durante l'audizione stessa;
non ha praticamente risposto a diverse domande inviatele per iscritto e a molti altri quesiti ha risposto nascondendo aspetti di fondamentale importanza;
non ha mai risposto all'interpellanza urgente rivolta dai consiglieri regionali Jacopo Ferri e Stefano Mugnai del 27 aprile 2011.

La mancanza di trasparenza è un sostanziale atto di auto-accusa, di cui anche la Magistratura inquirente dovrà tenere conto.
Anche per tale motivo la Commissione ritiene più che fondato il sospetto che il gruppo di potere guidato da Enrico Rossi e da Daniela Scaramuccia e dai collaboratori Niccolò Persiani, Carla Donati e altri abbia per anni, presumibilmente a partire dagli anni 2001-2002, manipolato i bilanci aziendali e regionali per mantenere fittizi equilibri che hanno favorito gli interessi personali di Enrico Rossi, il quale, grazie alla immeritata fama di essere un amministratore capace di garantire servizi assistenziali di grande qualità a costi contenuti, ha tratto il considerevole vantaggio di essere prima confermato nella


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carica di assessore regionale alla Sanità, nella seconda giunta Martini, e poi nominato candidato alla presidenza nel suo schieramento, assolutamente maggioritario in Toscana.
Per le motivazioni analiticamente descritte, tale falsa rappresentazione della situazione economica regionale non poteva più essere nascosta; per tale motivo diventava indispensabile addossare le responsabilità ad altri soggetti e tale necessità spiega il motivo per cui, subito dopo le elezioni, quello che «non era stato visto» nel bilancio 2008 della ASL n. 1 è stato rilevato con enfasi nel bilancio 2009 e addirittura denunciato alla Procura della Repubblica.
La vicenda del SIOR, con la scelta del project financing e la «protezione» effettuata a favore dell'ATI «Astaldi-Pizzarotti-Techint», getta un'ombra preoccupante sulla gestione Rossi, riguardando un appalto miliardario, gestito con scarso interesse nei confronti della pubblica amministrazione e grande «rispetto» nei confronti delle imprese; in tale ambito la Magistratura sta svolgendo proprie indagini; il presente documento sarà inviato alle Procure competenti che potranno trarne utili elementi ed approfondire tutti gli aspetti evidenziati dalla Commissione per verificare se si sono realizzati reati (corruzione, concussione, voto di scambio) e soprattutto se infiltrazioni della criminalità organizzata hanno inficiato la correttezza dell'appalto. Si censura la scelta iniziale di ricorrere al project financing per le motivazioni sopra espresse, sottolineando il fatto che i ritardi accumulati sono enormi ed hanno fatto perdere ogni possibile vantaggio connesso con tale scelta; a ciò si aggiunge il fatto che il tentativo di far effettuare una bonifica del costo di 5 milioni di euro sul sito su cui si sta costruendo il nuovo ospedale di Massa è stato un tentativo, per fortuna fallito, di sfruttare a vantaggio della SAT una caratteristica del sito che era, ed è, il meno indicato per la costruzione dell'ospedale; le scelte sbagliate stanno comportando danni enormi per i cittadini della Toscana. Alcune caratteristiche dell'appalto e la vicenda dei sub-appalti giustificano l'allarme nei confronti di una possibile infiltrazione mafiosa e spingono la Commissione a chiedere con forza alla Magistratura di effettuare le indagini più accurate per verificare se i sospetti sono fondati. Da valutare attentamente è il comportamento dei quattro direttori generali Cravedi, De Lauretis, Tavanti e Scarafuggi di cui bisogna verificare, sulla base di quanto accaduto, se sono più funzionali alle esigenze del concessionario che non a quelle delle pubbliche amministrazioni che rappresentano.
Gli 8 milioni di euro riconosciuti sulla base di una relazione sottoscritta dai «soliti» Persiani e Berti non sembrano trovare piena giustificazione, per cui è lecito richiedere che tutti i maggiori costi chiesti ed ottenuti dal concessionario siano sottoposti ad un attento esame da parte della Magistratura.
L'azione dell'ex direttore generale Antonio Delvino è apparsa lineare e addirittura coraggiosa sia nell'ambito del SIOR, sia quando, operando nell'interesse della ASL e dei lavoratori, ha proceduto alla re-internalizzazione di servizi «core-business» che, negli anni precedenti, erano stati ceduti a cooperative vicine allo schieramento a cui anche Enrico Rossi appartiene; la ASL n. 1 era letteralmente condizionata dalle cooperative di servizio che realizzavano fatturati impressionanti, presumibilmente in cambio di consenso elettorale;


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anche qui si può ipotizzare che la re-internalizzazione di tali posti di lavoro non sia stata gradita a chi aveva favorito la crescita abnorme delle cooperative negli anni passati.
La citata ordinanza del Tribunale di Massa, sezione Lavoro, con cui sono state dichiarate illegittime le pressioni esercitate dalla regione per intimare le dimissioni ed è stato disposto l'immediato reintegro nell'incarico di direttore generale alla ASL n. 1, confermano la correttezza dei suoi comportamenti.
Al contrario è censurabile il fatto che il presidente Rossi con il decreto presidenziale n. 166 (allegato n. 41), nello stesso giorno in cui è stata emanata la citata ordinanza, abbia disposto la rimozione del dr. Delvino, con una decisione senza precedenti che rappresenta un chiaro atto di mancanza di rispetto nei confronti della Magistratura. Tale comportamento conferma l'esistenza di un atteggiamento di ostilità nei confronti del dr. Delvino e forse il tentativo di evitare che possa riprendere il suo ruolo e verificare la correttezza dei comportamenti tenuti dal commissario e dai suoi collaboratori e che, riprendendo il suo ruolo all'interno del SIOR, ponga fine ad eventuali irregolarità poste in essere dagli attuali direttori generali delle ASL n. 1-2-3 e 4.
Basta poi rilevare chi ha tratto vantaggio tra i personaggi coinvolti per capire meglio come si sono svolti i fatti:
il prof. Persiani ha visto crescere a dismisura l'entità dei propri incarichi retribuiti, giungendo a costituire una società di comodo, la Taitle, per gestire tali enormi somme riconosciute dalla Regione e dalle aziende sanitarie toscane.
La dr.ssa Carla Donati è stata premiata diventando direttore generale del settore economico-finanziario della Regione; la Procura verificherà la correttezza dei suoi comportamenti, ma molti elementi lasciano sospettare che il famoso documento attestante il credito di 60 milioni di euro possa essere autentico in quanto, sulla base delle prove fornite dalla Deloitte & Touche, i suoi più diretti collaboratori erano ben informati dando luogo a forme di responsabilità oggettiva.
La dr.ssa Maria Teresa De Lauretis ha ricevuto un rinnovo del suo incarico della durata di 5 anni, mentre, ormai da diversi anni, i contratti stipulati con i direttori generali in Toscana non superano i 3 anni.
Il dr. Lorenzo Pescini è stato nominato direttore amministrativo della ASL n. 1.
Il dr. Gabriele Manghisi, usufruendo di un bando «ad hoc», mediante la procedura prevista dall'articolo 15 septies del D. L.vo 229/99, è diventato dirigente dell'U.O. Gestioni economiche e finanziarie della ASL n. 1; peraltro ora pare che si dimetta, e va verificato se lo fa per il timore di dover firmare atti che ritiene non perfettamente legittimi.
Altri personaggi minori promossi nell'ambito di questa vicenda sono facilmente individuabili nei documenti allegati.


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La Commissione censura il fatto che sono trascorsi ormai più di dodici mesi senza che le verifiche fatte alla ASL n. 1 siano state estese a tutte le altre aziende sanitarie, affidandosi ad esperti esterni al sistema e pertanto non condizionati dal conflitto di interesse che ha caratterizzato l'azione di Persiani e considera tale omissione la possibile prova di comportamenti non corretti.
La Commissione contesta al presidente Rossi il fatto che da mesi continua a ripetere che ha il merito, nella vicenda del «buco» di Massa, di aver denunciato alla Procura le irregolarità e di aver agito senza «guardare in faccia a nessuno»; opportunamente, per lui, evita di ricordare che:
Ha nominato, con il decreto del Presidente della Giunta n. 172 dell'11 ottobre 2010, esperto da affiancare al Commissario, il suo amico Niccolò Persiani nonostante un clamoroso conflitto di interessi, essendo da quasi un decennio di fatto il «deus ex machina» delle assegnazioni delle quote di Fondo Sanitario Regionale alle singole aziende, delle modalità con cui dovevano essere tenuti i bilanci e con cui doveva essere avviata la fase della certificazione, e, contemporaneamente, consulente in quasi tutte le aziende della Toscana, in particolare a Massa, dove, tramite la sua società di comodo, la Taitle, aveva tenuto sotto controllo la contabilità da anni.
Lo stesso Persiani, quale primo atto dopo la sua nomina a Massa, si è dotato di una password ed ha agito direttamente sulla contabilità prima che la Finanza ponesse i sigilli.
Persiani ha condotto in prima persone le operazioni di verifica contabile almeno fino al 3 novembre 2010, avendo dichiarato la De Lauretis di non essere un tecnico e di aver recepito le indicazioni di Persiani.
Nonostante ciò Rossi e Scaramuccia dichiarano che Persiani è stato di fatto rimosso, ma ad oggi nessun atto in tal senso è stato mai adottato.
Rossi ha richiesto risarcimenti a tutti, scordando proprio Persiani e la Taitle che più di tutti hanno agito sulla contabilità della ASL n. 1 negli anni 2007-2008 e 2009.
Rossi ha semplicemente denunciato il credito per «anticipazione gestione stralcio» evidentemente sperando di ottenere il risultato che si era prefissato senza far trapelare la gravità delle anomalie presenti nei bilanci delle aziende e della Regione; è merito del presidente della Commissione di inchiesta regionale, avvocato Jacopo Ferri, del Consigliere Stefano Mugnai e dell'onorevole Barani aver esercitato una tenace azione di denuncia per mesi fino a far comprendere a chi conduceva le operazioni di verifica che nulla poteva essere «nascosto sotto il tappeto».
È notizia di questi giorni che la Giunta regionale toscana ha disposto un'erogazione straordinaria di oltre 95 milioni di euro per consentire alle ASL ed alle Aziende ospedaliere di «pagare i fornitori»


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(allegato n. 40); è la descrizione di un grave stato di sofferenza economico-finanziaria della sanità toscana che potrebbe confermare l'analisi fatta in questo documento.

In verità, sulla base della documentazione e delle testimonianze acquisite emerge forte il sospetto che un gruppo di persone, capitanate da Enrico Rossi, abbia agito per anni, in perfetto accordo, per fornire una rappresentazione dei conti regionali assolutamente difforme da quella reale, e per indirizzare l'appalto del SIOR verso situazioni di vantaggio per il concessionario; queste persone sono individuabili in: Carla Donati, Niccolò Persiani, Fabrizio Rossi, Fabrizio Berti, Bruno Cravedi, Mario Morganti, Maria Teresa De Lauretis, Oreste Tavanti, Alessandro Scarafuggi e altri; resta da verificare se anche Ermanno Giannetti sia stato funzionale ai disegni di questa associazione di persone o abbia agito in proprio.

La Commissione rivendica il fatto che, grazie alla propria azione, forse la legalità tornerà a caratterizzare l'azione amministrativa in Toscana e gli interessi personali cederanno il passo agli interessi della comunità, ma ritiene che gli uomini e le donne che si sono resi responsabili di comportamenti gravemente scorretti debbano essere allontanati affinché si ritorni a comportamenti virtuosi; pertanto chiede:
1. Che vengano rimossi i 4 attuali direttori generali delle ASL n. 1 (Massa e Carrara), n. 2 (di Lucca), n. 3 (di Pistoia) e n. 4 (di Prato), componenti dell'assemblea del SIOR, per evitare che l'appalto continui ad essere gestito come è accaduto finora; si tratta di un appalto che ha un valore economico complessivo di oltre un miliardo di euro ed è giusto che i cittadini toscani pretendano che venga gestito con il dovuto rigore e non più da persone su cui è in corso, evidentemente, un'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Prato, persone che, verosimilmente, finora hanno pedissequamente assecondato quanto a loro richiesto, direttamente o indirettamente da Enrico Rossi.
2. che la Regione Toscana, in base alla legge finanziaria 2005 (legge n. 311/2004) ed alla successiva Intesa Stato-regioni del 23 marzo 2005, sia sottoposta agli adempimenti per le Regioni con un bilancio sanitario in deficit. In particolare che sia applicato, l'articolo 1, comma 174 della legge n. 311/2004, modificato da successivi interventi normativi, che stabilisce che, in caso di disavanzo di gestione del servizio sanitario regionale persistente nel quarto trimestre dell'anno, il Presidente del Consiglio dei ministri diffida la Regione ad adottare i provvedimenti necessari entro il 30 aprile dell'anno successivo; qualora la Regione persista nella propria inerzia, il Presidente della Giunta regionale, in qualità di commissario ad acta, determina il disavanzo di gestione. Si ricorda, per quanto riguarda la definizione dello standard dimensionale del disavanzo sanitario strutturale, rispetto al finanziamento ordinario e alle maggiori entrate proprie sanitarie, la legge finanziaria 2010 ha stabilito il nuovo livello del 5 per cento, ancorché coperto dalla regione, ovvero il livello


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inferiore al 5 per cento, qualora gli automatismi fiscali o altre risorse di bilancio della regione non garantiscano con la quota libera la copertura integrale del disavanzo.

In proposito la Commissione rileva quanto segue:
l'entità delle anomalie descritte nella relazione elaborata dai dottori Manghisi e Pescini ed il fatto che tali scritture contabili anomale iniziano addirittura nel 1998 sono elementi che portano a ritenere che in Toscana era in atto il malcostume di agire sui bilanci perché si configurasse un disavanzo molto inferiore a quello reale; l'azione ramificata di Persiani e dei suoi collaboratori praticamente in tutte le aziende sanitarie toscane, i rilievi fatti dalla sezione regionale della Corte dei Conti, le segnalazioni del Ragioniere Generale dello Stato 6/04/2011, il rifiuto di far effettuare in altre aziende le stesse verifiche contabili fatte a Carrara sono tutti veri e propri atti di accusa nei confronti di Enrico Rossi in quanto ambedue le ipotesi sostenibili («tertium non datur») richiedono le sue immediate dimissioni dalla carica di Presidente della Giunta Regionale:
I ipotesi: era lui il regista di tali operazioni, essendo dimostrato che ne è stato il maggiore beneficiario
II ipotesi, pur esercitando un controllo continuo ed attento sulle aziende sanitarie toscane non si è accorto di quanto accadeva.

Abbia il pudore di prenderne atto e di procedere nell'unica via possibile. In alternativa sarà la Magistratura a dare seguito all'azione della Commissione.
La presente risoluzione viene inviata, insieme a tutta la documentazione raccolta, alle Procure della Repubblica della Toscana, al Presidente della Commissione parlamentare sul fenomeno delle mafie, al Capo della Procura nazionale anti-mafia ed al Procuratore della Corte dei Conti per gli atti consequenziali; la Commissione delega l'on. Lucio Barani a porsi a disposizione delle Procure per ogni possibile ulteriore esplicitazione; si invitano i Magistrati inquirenti ad aggiornare, nel rispetto dei vincoli di riservatezza, la Commissione sull'esito delle proprie indagini
La presente relazione, con allegate le relazioni più significative sulle anomalie riscontrate, viene inviata a tutti i componenti dei collegi sindacali della Aziende sanitarie della Toscana affinché avviino, sugli esercizi che vanno almeno dal 2005 ad oggi, azioni di indagini sulle scritture contabili per verificare che non siano state effettuate operazioni analoghe a quelle rilevate presso la ASL n. 1.»
Barani, De Nichilo Rizzoli, Castellani, Di Virgilio, Polledri, Porfidia.
(Accantonata)


NOTE

(1) Cfr. pag. 25 della nota integrativa: nella tabella ove vengono riportati crediti vantati verso la Regione, al margine inferiore sinistro, si nota chiaramente una marcatura gialla; cfr altresì pag. 52: verso la fine della pagina improvvisamente e senza alcun motivo logico il carattere non è più nero, ma diventa rosso e prosegue nella pagina successiva fino alla fine del paragrafo. Il problema è stato posto direttamente all'assessore Scaramuccia, qualche mese fa, con una precisa domanda rivolta per iscritto dalla Commissione parlamentare; la domanda fu formulata così: «In una risposta al consiglio regionale Lei ha dichiarato, in merito a eventuali tentate manomissioni riguardanti la nota integrativa al bilancio 2008 che "non è stato possibile effettuare controlli"; ha provato almeno a chiedere ai responsabili del sistema informatico aziendale come mai alcune righe appaiono inspiegabilmente in rosso a pag. 52-53 e che significato ha la marcatura gialla a pag. 25, proprio nella tabella che riporta i crediti per gestione stralcio? Come può pensare che potrebbero "rappresentare un richiamo di attenzione rispetto al contenuto", come da Lei sostenuto?» La risposta, inviata al Presidente della Commissione parlamentare, è stata così formulata (risposta alla domanda n. 33): «Innanzi tutto vorrei sottolineare che non ho direttamente preso visione di queste marcature, peraltro individuabili solo nella versione originale a colori. Comunque nelle verifiche apprese rilevo che è sicuramente molto strano che tali colorazioni riguardino proprio due aspetti critici del bilancio 2008: la marcatura gialla è sulla tabella della gestione stralcio (dove non viene riportato il credito da 60 milioni di Euro, credito inserito nella voce "altri crediti" a pag. 49), le scritte in rosso riguardano invece una dubbia sistemazione contabile relativa ad eccessive sterilizzazioni effettuate negli anni precedenti che, come viene specificato nella nota integrativa, erano emerse "dal primo check up per la certificazione di bilancio". Vorrei sottolineare che niente è visibile nelle fotocopie o file pdf in bianco e nero. Il problema non riguarda il sistema informatico aziendale visto che si tratta di aspetti relativi a banali digitazioni effettuate sul file word sul quale è stato predisposto la nota integrativa del bilancio. Approfondendo la questione abbiamo scoperto che la modalità contabile che l'azienda ha scelto per azzerare gli effetti relativi alle eccessive sterilizzazioni non è quella suggerita dal check up effettuato dalla Taitle (come invece dichiarato proprio nella parte "in rosso"). L'azienda ha infatti proceduto ad integrare la posta contributi per investimenti, rettificando il conto perdite portate a nuovo per la cifra di 4.997.491 Euro. Nessun effetto quindi è stato portato sul risultato d'esercizio. Nella check list richiamata invece si legge che "in sostanza i 5 milioni di contributi c/capitale non rappresentati in bilancio coprono equivalenti perdite di esercizi precedenti anch'esse non rappresentate. La sistemazione della posizione richiede l'emersione di tali perdite da imputare a sopravvenienza passiva con conseguente peggioramento del risultato economico d'esercizio (per 5 milioni)". Di tutto quanto sopra è stato peraltro dato ampia indicazione nella nota integrativa del bilancio consuntivo 2009 approvato con Det. Comm. 37 dell'8/2/2011 a pagg. 61/62.» è evidente infatti che nessuna responsabilità si sarebbe potuto addebitare alla Regione se il credito fosse veramente comparso nel bilancio 2009 e non prima, per cui qualcuno avrebbe potuto avere interesse a cancellare ogni traccia di tale credito nella nota integrativa 2008. Peraltro la Regione per un lungo tempo ha provato a negare l'esistenza di tale credito nel bilancio 2008.

(2) In merito la Donati, dinanzi alla Commissione regionale di inchiesta ha dichiarato «Allora risintetizzo la risposta su quali sono i compiti del dipartimento: i compiti del dipartimento sono quelli di concludere l'istruttoria di approvazione del bilancio delle aziende sanitarie, verificando che l'istruttoria sia corretta da un punto di vista amministrativo e formale: io potrei ricevere documenti scritti ognuno come gli pare, potrei ricevere bilanci senza il conto economico o senza lo stato patrimoniale, senza i l collegio dei revisori dei conti e quindi io controllo e gli uffici controllano che ci sia tutta la documentazione formalmente, secondo quanto previsto dalle norme regionali. Il conto economico deve essere composto in un certo modo, lo stato patrimoniale pure, ci deve essere la relazione dei revisori dei conti e andiamo a leggere se la relazione dei revisori dei conti contiene degli elementi di criticità e di problematicità.»

(3) Nella citata lettera della Deloitte del 29 marzo 2011 è scritto chiaramente che Persiani era stato ripetutamente sollecitato a far pervenire l'attestazione regionale della sussistenza di tale credito; ne fa fede una precisa e-mail con cui il direttore della Deloitte, Sergio Mercuri, in data 19 novembre 2009, scrive a Persiani.
Nella citata lettera si parla anche di numerose sollecitazioni: «Successivamente vennero inoltrati molteplici ulteriori solleciti per l'ottenimento della risposta da parte della Regione Toscana (in particolare in data 29 settembre, 1 ottobre, 18 ottobre, 4 novembre e 19 novembre 2009); con la nostra comunicazione del 19 novembre 2009 al professor Niccolò Persiani indicammo in particolare che per la conclusione del nostro lavoro mancava ancora l'ottenimento della conferma da parte della Regione Toscana circa il credito dell'Azienda di euro 60 milioni. Ancorché in tale comunicazione non fosse specificata la natura specifica del credito, tuttavia il professor Persiani aveva partecipato - come già precedentemente indicato - agli incontri congiunti tra il team di lavoro della Direzione dell'azienda (il direttore amministrativo dottor Ermanno Giannetti e la dottoressa Marisa Vernazza) in cui erano stati discussi, tra l'altro, gli stati avanzamento lavori e i solleciti per l'ottenimento della conferma da parte della Regione Toscana del credito in oggetto.»

(4) Il bilancio si chiude con un saldo finanziario positivo, come per i trascorsi esercizi, ma con un valore inferiore a quello del 2007 e del 2006. Inoltre alla determinazione del risultato positivo non concorre il saldo della gestione di competenza che mostra un disavanzo. Il risultato positivo dell'esercizio è generato, quindi, dalla gestione residui e dall'applicazione del saldo finanziario del 2007. L'avanzo vincolato assume il valore più elevato del triennio, influenzato dal forte incremento dei debiti perenti che sono riportati, con un criterio di apprezzabile prudenza, nel loro complessivo valore. La gestione continua ad essere contrassegnata da un disavanzo effettivo che cresce in modo significativo nel 2008 per effetto del mancato ricorso al mercato finanziario per gli impegni generati dalla spesa di investimento.

(5) Infatti, nel 2008 rispetto al 2007, a fronte di una crescita del concorso statale e delle altre risorse (complessivamente +4,2 per cento), i costi del sistema registrano un aumento di appena il 2,79 per cento, il più basso registrato dal 2005 confermando una dinamica della spesa in sostanziale diminuzione nel triennio.

(6) Il volume delle risorse, pari a 8.323,11 milioni in termini di impegni, affidate alla gestione esterna si colloca nel 2008 all'88,58 per cento del totale degli impieghi regionali correnti e in conto capitale, valore significativamente elevato e che torna a salire sia in termini assoluti sia in percentuale dopo la riduzione subita nel 2007.
Prevalgono sul totale dei trasferimenti quelli a favore delle pubbliche amministrazioni (96,93 per cento), in costante se pur ridotta ascesa nel triennio, trascinati dalla progressiva crescita delle risorse dedicate alle aziende regionali per la gestione del servizio sanitario regionale.

(7) L'importo «critico» si concentra (91,57 per cento del totale) sulle partite con vincolo di destinazione del titolo II e IV.
Partite creditorie vetuste si rilevano anche nel Titolo V (5,921 milioni), ove si registrano ancora aperte operazioni di mutuo, con oneri a carico dello Stato, autorizzate per specifici interventi.
Come è noto, nel 2006 i residui attivi erano stati sottoposti a specifica indagine a campione, riportata in Appendice al referto, indagine che aveva confermato segnali di criticità in merito all'esigibilità dei crediti.
La riduzione del fenomeno nell'anno in esame è senza dubbio indice di una maggiore attenzione al problema.
In ogni caso, la specifica concentrazione dei residui in certi capitoli ed in certi anni rileva per alcune operazioni, collegate soprattutto ad entrate di provenienza esterna e finalizzate a spese di investimento, la lentezza dell'azione amministrativa nell'attivazione o nella rendicontazione degli interventi, in mancanza delle quali non è dato luogo alla erogazione.
È, quindi, consigliabile una costante e approfondita attenzione in sede del prossimo riaccertamento, delle masse residuali al fine di avere una adeguata valutazione della presenza delle condizioni per una loro permanenza in bilancio, in mancanza delle quali, se mantenute, rendono inattendibili gli stessi risultati della gestione.