5-03584 Testa: Irreperibilità del farmaco Questran sul mercato nazionale.
In merito all'interrogazione parlamentare in esame, si forniscono le informazioni acquisite dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
L'Agenzia è a conoscenza della momentanea carenza del farmaco «Questran» commercializzato in Italia dalla Società «Bristol Myers Squibb».
Le ragioni di tale carenza addotte dall'Azienda sono riconducibili al sito di produzione FARMEA - Angers (Francia), che ha problemi tecnici nel nuovo sito produttivo. La stessa AIFA ha precisato che la carenza non è dovuta a situazioni di contrasto sul prezzo del prodotto, considerato che all'Agenzia non è pervenuta alcuna richiesta di rinegoziazione del prezzo.
Peraltro, la prossima fornitura è prevista per la metà di ottobre e l'Azienda ha comunicato che la situazione si normalizzerà per la fine del corrente anno.
Le 1.000 confezioni disponibili alla data del 20 settembre 2010 sono state riservate ai pazienti per i quali non esiste alternativa terapeutica efficace, in particolare ai pazienti pediatrici con malattia rara «sindrome di Crigler Najjar».
L'AIFA sta seguendo attentamente l'evolversi della situazione ed ha riscontrato che il medicinale non è più disponibile neanche all'estero: infatti, dall'ultima comunicazione da parte del grossista Interfarmaci, risulta disponibile all'estero - in sostituzione del «Questran» - il prodotto «QUANTALAN», 50 sacchetti 4 gr., della Azienda BMS (Germania).
Ai fini dell'importazione di detto medicinale, analogo al «Questran» per principio attivo, l'AIFA rilascia l'autorizzazione all'importazione alle strutture sanitarie che ne facciano richiesta, in applicazione del decreto ministeriale 11 maggio 2001.
L'AIFA garantisce di «aver sollecitato la ditta ad attivarsi per risolvere quanto prima la situazione di carenza ed evitare in futuro il ripetersi della problematica con una più attenta programmazione delle produzioni».
5-03585 Barani: Possibili conseguenze derivanti dal commissariamento della ASL 1 di Massa Carrara.
Come indicato nell'interrogazione in esame, la Giunta della Regione Toscana, su proposta del Presidente Enrico Rossi, ha deciso di non approvare il bilancio 2009 della ASL 1 di Massa Carrara e di procedere al commissariamento dell'Azienda: il Direttore Generale, il Direttore Amministrativo ed il Direttore Sanitario hanno presentato le proprie dimissioni.
A fondamento delle decisioni della Regione Toscana, come segnalato dalla Prefettura-Ufficio territoriale del Governo di Massa Carrara, ci sarebbero presunte incongruenze emerse in sede di certificazione del bilancio 2009, già approvato dalla ASL 1 di Massa Carrara.
Le società specializzate che prestano tale attività di consulenza per la Regione Toscana avrebbero riscontrato delle anomalie attinenti al conto patrimoniale, ossia all'indicazione di crediti asseritamente vantati dall'Azienda sanitaria, ma per i quali mancherebbero sufficienti elementi di riscontro.
La notizia ha colto di sorpresa l'intero territorio provinciale; il Direttore Generale dimissionario ha dichiarato che tali anomalie si riferirebbero a gestioni precedenti.
Con riferimento alla quantificazione delle incongruenze di cui sopra, in mancanza di dati ufficiali, la stessa Prefettura ha comunicato che, secondo indiscrezioni di stampa, si tratterebbe di una cifra fra i 40 ed i 60 milioni di euro.
Nel merito degli aspetti di propria competenza, questo Ministero rileva che, per l'ipotesi prospettata dall'onorevole interrogante su una valutazione, da parte del Governo, di un commissariamento della sanità della Regione Toscana, mancano i presupposti per l'applicazione della procedura di commissariamento: tenuto conto che le regole di tale istituto sono rigidamente fissate dall'articolo 13 del nuovo Patto per la Salute 2010-2012 («garanzia dell'equilibrio economico-finanziario») e, nel caso specifico, la Regione Toscana non rientra nei parametri previsti per l'applicazione dello stesso.
A questo proposito, infatti, si deve evidenziare che il Tavolo di verifica degli adempimenti, istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze ai sensi dell'articolo 12 dell'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, ai fini dell'attivazione della procedura di diffida alle regioni ad adottare le misure di copertura dei disavanzi di gestione del settore sanitario registrati nell'anno 2009, ha certificato un avanzo di gestione della Regione Toscana.
Inoltre, si segnala che la Regione Toscana ha già provveduto al commissariamento dell'Azienda sanitaria di Massa Carrara, così come previsto dall'articolo 6 dell'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005.
In ogni caso, si assicura che il Ministero della salute inviterà la Regione Toscana a produrre una relazione sulla questione concernente l'ASL 1 di Massa Carrara, sollevata nell'interrogazione.
5-03586 Livia Turco: Situazione del personale medico impiegato nel Servizio sanitario pubblico.
La tematica sollevata dagli On.li interroganti è all'attenzione di questo Ministero, che già da tempo ha provveduto ad avviare una analisi della distribuzione, per fascia di età, dei medici attualmente operanti nel territorio italiano, al fine di rilevare eventuali criticità.
Dalla valutazione dei dati raccolti, relativi alla attuale distribuzione per età dei medici e dei veterinari impiegati nel Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) (fonte INPDAP, dati sugli iscritti alla Cassa Pensione Sanitari, anno 2006), si evince una forte concentrazione di personale nella fascia di età superiore o uguale a 60 anni. Sulla scorta di questi elementi, si stima, quindi, che circa 17.000 medici lasceranno il Servizio Sanitario Nazionale entro l'anno 2015.
Considerando il numero medio annuo di laureati in Medicina e Chirurgia e la quota di questi medici che è immessa annualmente nel S.S.N., ci si aspetta, a partire dal 2012, un saldo negativo tra pensionamenti e nuove assunzioni.
Si stima, inoltre, che la forbice tra uscite ed entrate nel S.S.N. tenderà ad allargarsi negli anni a seguire, data la struttura per età ed il numero di immatricolazioni al corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Verosimilmente, tale scenario risulterà ancora più marcato nelle Regioni con piani di rientro a causa del blocco delle assunzioni.
Ciò considerato, questo Ministero già da alcuni anni provvede a richiedere un ampliamento dell'offerta formativa, ossia del numero delle immatricolazioni al corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
A tal riguardo, il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, compatibilmente con la capacità formativa degli atenei, ha risposto positivamente, incrementando progressivamente il numero delle immatricolazioni, che sono passate da 7.366 (dato relativo all'anno accademico 2007/2008) a 8.755 (dato relativo all'anno accademico 2010/2011), con possibilità di ulteriori incrementi per il medesimo anno accademico.
Tuttavia, tenendo conto che il percorso formativo di un medico si completa in circa 10 anni, occorrerà attendere il 2019 affinché il maggior numero di laureati/specializzati sia disponibile sul mercato del lavoro.
In ogni caso, non si può parlare di emergenza medici nel breve periodo, in quanto negli ultimi anni i vincoli finanziari ed il blocco di assunzioni hanno alimentato una sacca di inoccupazione dalla quale il SSN potrebbe attingere per assicurare un adeguato turn-over delle risorse umane.
È necessario che il ricambio generazionale avvenga nell'immediato futuro, al fine di garantire un opportuno ed indispensabile passaggio di competenze.
Infatti, la futura carenza dei medici è un fenomeno che interesserà non solo il SSN, ma l'intero sistema italiano, anche se, data la specificità della struttura per età di questi professionisti nel SSN, il saldo tra entrate e uscite nel mercato del lavoro si registrerà negativo con due anni di anticipo nel settore pubblico.
In sintesi, ci si attende una carenza dal 2012 al 2018 di 18.000 unità di personale medico nel SSN e di circa
22.000 medici dal 2014 al 2018 in totale (si passerà da 3,7 medici attivi per 1000 abitanti a 3,5 medici «attivi» per 1000 abitanti, contro una media europea di 3,1 medici attivi per 1.000 abitanti, fonte OECD 2006).
Da ultimo, si ricorda che la sola laurea in Medicina e Chirurgia non permette oggi un significativo sviluppo professionale, essendo necessario, come è noto, conseguire anche un diploma di specializzazione per accedere al S.S.N.