V Commissione - Resoconto di mercoledì 25 novembre 2009


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 9.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.
C. 2836-A/R Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere favorevole - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento e dell'emendamento 3.100 ad esso riferito.

Claudio D'AMICO (LNP), relatore, fa presente che il provvedimento, recante la ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno, è già stato esaminato dalla Commissione bilancio nella seduta del 4 novembre 2009. In quella occasione, la Commissione bilancio ha espresso un parere favorevole formulando una condizione, motivata ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, volta a modificare la clausola di copertura finanziaria. In data 5 novembre 2009, le Commissioni riunite giustizia e affari esteri, hanno concluso l'esame del provvedimento recependo la condizione formulata dalla Commissione bilancio e senza apportare ulteriori modifiche al testo. Ricorda, altresì, che nel corso dell'esame del provvedimento in Assemblea è stato quindi deliberato il suo rinvio in Commissione, a seguito del quale sono stati approvati due emendamenti dei relatori volti a modificare la fattispecie di cui alla nuova formulazione dell'articolo 544-ter del codice penale e le relative condizioni di punibilità. Quanto ai profili di merito, osserva che all'esito di un lungo e appassionato dibattito, le Commissioni hanno individuato una soluzione di equilibrio, che giudica soddisfacente. Quanto ai profili finanziari, ritiene che il testo all'esame dell'Assemblea non presenti aspetti problematici. Al riguardo, giudica, comunque, opportuna una conferma da parte del Governo. Segnala, infine, che l'Assemblea ha, infine, trasmesso l'emendamento 3.100 delle Commissioni, che appare privo di conseguenze di carattere finanziario. Propone, quindi, di esprimere parere favorevole sul testo del provvedimento elaborato dalle Commissioni di merito e nulla osta sull'emendamento 3.100 delle Commissioni.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI concorda con la proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere.
La seduta termina alle 9.10.


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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo Giorgetti. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-01850 Toccafondi: Dotazioni di bilancio per l'istruzione non statale.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, comunica che lo svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata 5-01850 Toccafondi non avrà luogo, su richiesta del Governo, con il consenso del presentatore.

5-02014 Bitonci e Comaroli: Iscrizione in bilancio di risorse stanziate per contributi alle imprese operanti nel settore dell'editoria.

Silvana Andreina COMAROLI (LNP), per l'illustrazione dell'interrogazione, rinvia al testo pubblicato.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Silvana Andreina COMAROLI (LNP), replicando, si dichiara non soddisfatta, in quanto le imprese editrici avevano fatto legittimamente affidamento sulle risorse di cui all'articolo 56, comma 2, della legge n. 99 del 2009. Sottolinea che le stesse imprese non potranno comunque recuperare nel 2010 le risorse che non hanno ricevuto nel corso del 2009. Auspica quindi che si possa trovare una soluzione anche nell'ambito della legge finanziaria per il 2010.

5-02152 Baretta e Nannicini: Riassegnazione di residui perenti al Fondo per lo sviluppo.

Rolando NANNICINI (PD), in qualità di cofirmatario, illustra l'interrogazione in titolo.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Rolando NANNICINI (PD), intervenendo in sede di replica, prende atto della risposta del rappresentante del Governo, che testimonia come le agevolazioni previste dalla legge n. 236 del 1993 si stiano riprendendo, almeno parzialmente, dallo stato comatoso nel quale versavano ormai da qualche tempo. Sottolinea, in particolare, l'importanza di riconoscere i finanziamenti previsti e non erogati a seguito della perenzione dei relativi residui passivi, evidenziando come si tratti di somme destinate a finanziare interventi già realizzati, attraverso risorse anticipate dai beneficiari, che hanno già determinato effetti positivi in termini di occupazione e sviluppo economico e sociale a livello territoriale.

5-02153 Galletti: Modifiche alla disciplina del patto di stabilità per consentire la realizzazione di infrastrutture necessarie alla mobilità.

Gian Luca GALLETTI (UdC), per l'illustrazione dell'interrogazione, rinvia al testo pubblicato.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Gian Luca GALLETTI (UdC), replicando, si dichiara non soddisfatto, rilevando che rimane irrisolto il problema


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delle opere cofinanziate dal CIPE, che non possono essere realizzate, in quanto l'erogazione della necessaria quota di finanziamento a carico del comune porrebbe l'ente al di fuori dei confini imposti dal patto di stabilità. Ritiene a tal proposito opportuno non considerare le risorse impiegate a tal fine nell'ambito di quelle considerate per il rispetto dei vincoli del patto di stabilità.

5-02154 Commercio: Iniziative per compensare lo squilibrio economico della Regione Sicilia e risarcire i cittadini siciliani per i danni causati dalle attività di estrazione e raffinazione del petrolio e dei suoi derivati.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA), per l'illustrazione dell'interrogazione, rinvia al testo pubblicato.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA), replicando, ricorda che in Sicilia le cinque raffinerie presenti contribuiscono per il 42 per cento del totale del greggio lavorato in Italia e sottolinea come, pur essendo allarmanti i dati relativi alla salute ed all'impatto ambientale, non sia mai stata adottata una politica risarcitoria. Pur nella consapevolezza di non poter percorrere una strada di defiscalizzazione regionale, rientrando la materia nell'ambito della disciplina comunitaria, ritiene opportuno un apposito intervento normativo al riguardo, anche sulla scorta dell'esperienza di altre regioni come il Friuli-Venezia Giulia, come evidenziato nel testo dello strumento di sindacato ispettivo presentato.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.30.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.30.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2007, che istituisce un'infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).
Atto n. 144.
(Rilievi alla VIII Commissione).

(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud), relatore, illustra lo schema di decreto legislativo, che, in attuazione della delega contenuta nella legge comunitaria 2008, recepisce la direttiva 2007/2/CE, che istituisce un'infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).
Quanto ai profili di competenza della Commissione bilancio, ricorda preliminarmente che il decreto in esame prevede la ristrutturazione del catalogo nazionale dei set di dati territoriali e dei servizi ad essi relativi. Osserva che tale ristrutturazione, pur non prevedendo la raccolta di nuovi dati territoriali, presuppone un investimento iniziale non quantificato dalla relazione tecnica che deriva da una serie di necessità, quali la standardizzazione dei set di dati a livello comunitario, l'interoperabilità degli stessi, l'integrazione dei dati territoriali nell'ambito del sistema informativo e di monitoraggio ambientale, lo sviluppo del Geoportale nazionale, l'implementazione


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dei servizi necessari al pagamento delle tariffe relative alla consultazione, al download e alla conversione dei servizi di rete. Sottolinea che le norme e la relazione tecnica postulano l'invarianza finanziaria del provvedimento, specificando che la copertura relativa allo sviluppo e all'adeguamento del Geoportale nazionale avverrà nel 2010 a valere sugli stanziamenti destinati a tali finalità dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e, successivamente al 2010, nell'ambito delle ordinarie risorse finanziarie, umane e strumentali destinate all'assolvimento delle funzioni di coordinamento dei sistemi cartografici per la tutela e l'uso del territorio e delle acque. In proposito osserva che è opportuno che il Governo fornisca elementi integrativi in merito alla quantificazione delle risorse necessarie per far fronte agli investimenti occorrenti e che parimenti chiarisca, in primo luogo, se le dotazioni individuate nell'ambito del bilancio 2010 a copertura dei suddetti oneri siano congrue rispetto agli oneri medesimi. In secondo luogo, ritiene opportuno che il Governo specifichi se la destinazione delle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente alla ristrutturazione dei set di dati territoriali e dei servizi ad essi relativi non sia suscettibile di pregiudicare la realizzazione di eventuali programmi già avviati. Inoltre, richiede se e con quali mezzi le autorità pubbliche periferiche siano chiamate alla ristrutturazione suddetta con un investimento iniziale, in modo da adeguare la produzione dei set di dati di competenza alle mutate esigenze complessive del sistema. In proposito, sottolinea come il testo preveda che le tariffe sui servizi di ricerca, consultazione, download e conversione siano tali da comprendere i costi, nonché un utile per gli investimenti sostenuti dalle Amministrazioni nel triennio precedente, senza evidenziare le risorse necessarie inizialmente. Ritiene altresì opportuno acquisire una conferma, da parte del Governo, circa la possibilità che l'ampliamento di adempimenti a carico del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare compresi quelli svolti dall'ISPRA, sia effettivamente sostenibile dagli organi interessati nell'ambito delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente, come previsto dalla clausola di salvaguardia. Per quanto riguarda i rimborsi connessi alla partecipazione alla Consulta nazionale per l'informazione territoriale e ambientale, non ritiene vi sia nulla da osservare nel presupposto che già sussistano le risorse necessarie ai rimborsi spese, in relazione al finanziamento del Tavolo Stato - Regioni per il sistema nazionale di osservazione e informazione ambientale. Ritiene comunque opportuno acquisire sul punto una conferma da parte del Governo.
In merito ai profili di copertura finanziaria, osserva che l'articolo 8, comma 3, dispone che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare adegua, sulla scorta delle infrastrutture già esistenti presso il Ministero, lo sviluppo del Geoportale nazionale, in coerenza con le regole tecniche definite dai decreti di cui all'articolo 59, comma 5, del decreto n. 82 del 2005, anche avvalendosi dell'ISPRA, sulla base delle risorse disponibili a legislazione vigente. Rileva che la relazione tecnica allegata allo schema di decreto precisa che l'adeguamento e lo sviluppo del Geoportale nazionale avverrà senza nuovi o maggiori oneri fino al 31 dicembre 2010, in quanto si attingerà agli stanziamenti all'uopo previsti nel capitolo 8534 dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, recante spese per il Portale cartografico nazionale; successivamente a tale data, si provvederà nell'ambito delle ordinarie risorse finanziarie, umane e strumentali destinate all'assolvimento delle funzioni concernenti il coordinamento dei sistemi cartografici per la tutela e l'uso del territorio e delle acque che il decreto del Presidente della Repubblica n. 140 del 2009, recante la riorganizzazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, attribuisce alla Direzione generale per la tutela del territorio e delle risorse idriche (articolo 4, comma 1, lettera t), del citato decreto del


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Presidente della Repubblica n. 140 del 2009).Al riguardo, osserva che, nel citato capitolo 8534, risultano gestite le risorse autorizzate dall'articolo 2, comma 327, della legge n. 244 del 2007. Ricorda che le risorse iscritte in tale capitolo sono state oggetto di rimodulazione ai sensi dell'articolo 60, comma 3, ultimo periodo, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008. Sottolinea che l'articolo 2, comma 327, della legge n. 244 del 2007, al fine di consentire la verifica ed il monitoraggio delle aree ad elevato rischio idrogeologico e la raccolta dei dati ambientali, ha autorizzato il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare alla stipula di accordi di programma con altre amministrazioni centrali e periferiche per l'estensione del Piano straordinario di telerilevamento, già previsto dall'articolo 27 della legge 31 luglio 2002, n. 179, al fine di renderlo punto di riferimento e di accesso per le cartografie e le informazioni ambientali di altre amministrazioni centrali e periferiche. Osserva che per l'attuazione di tali disposizioni, è stata autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Rileva che, come si evince da una interrogazione effettuata alla banca dati della Ragioneria generale dello Stato, lo stanziamento di competenza per l'anno 2009 del predetto capitolo 8534, pari a 9.991.167 euro, risulta interamente utilizzato. Sottolinea quindi che, per l'anno 2010, il citato capitolo reca uno stanziamento di competenza pari a 7.572.560 euro, come risulta dalla tabella n. 9 allegata al disegno di legge di bilancio 2010 approvato dal Senato e attualmente all'esame della Camera dei deputati.
Ricorda, quindi, che l'articolo 10, comma 1, dispone che le autorità pubbliche consentono ad altre autorità pubbliche lo scambio e il riutilizzo di dati territoriali e di servizi ad esso relativi senza oneri economici. Ritiene opportuno al riguardo che il Governo chiarisca se l'assenza di «oneri economici» significhi che lo scambio e il riutilizzo di dati territoriali e di servizi tra autorità pubbliche avvenga a titolo gratuito. Qualora invece il Governo attribuisca a tale disposizione una valenza di clausola di invarianza finanziaria, rileva che la stessa andrebbe riformulata conformemente alla prassi consolidata, al fine di fare riferimento all'assenza di nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Osserva, infine, che l'articolo 15 prevede, al comma 1, che le autorità pubbliche provvedono all'attuazione delle disposizioni di cui al presente provvedimento nell'ambito delle proprie attività istituzionali ed utilizzando a tali fini le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Rileva che il comma 2 dispone che, in ogni caso, dall'attuazione del presente decreto non devono derivare «nuovi o maggiori oneri né minori entrate a carico della finanza pubblica». Al riguardo, sotto il profilo formale, richiede al Governo di valutare l'opportunità di sopprimere, al comma 2, il termine «né minori entrate» e di fare riferimento, secondo la prassi consolidata, esclusivamente all'assenza di nuovi o maggiori oneri.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI chiede di rinviare il seguito dell'esame dello schema al fine di completare la necessaria istruttoria sul provvedimento, acquisendo altresì il parere della Conferenza unificata.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA), relatore, concorda con la richiesta del rappresentante del Governo

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 settembre 2008, relativa al trasporto interno di merci pericolose.
Atto n. 141.

(Rilievi alla IX Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e conclusione - Rilievi).


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La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA-Sud), relatore, illustra lo schema di decreto legislativo, che, in attuazione della delega contenuta nella legge comunitaria 2008, recepisce la direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 settembre 2008, relativa al trasporto interno di merci pericolose.
Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione bilancio, con riferimento alle disposizioni in materia di trasporto interno di merci pericolose, contenute negli articoli 6, 7 e 8 dello schema, osserva che appare opportuno acquisire elementi volti a suffragare l'effettiva possibilità, per le amministrazioni competenti, di svolgere le attività in questione nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente. Quanto alla possibilità, richiamata dalla relazione tecnica, di un eventuale utilizzo a tal fine dei proventi delle sanzioni, evidenzia che l'entità di tale gettito assume comunque caratteri di incertezza e di variabilità nei diversi esercizi.
In merito ai profili di copertura finanziaria, ricorda che la relazione tecnica evidenzia che alle attività di vigilanza sulla navigazione interna e le attività di cui ai commi da 9 a 12 della nuova formulazione dell'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 75 del 1980, si provvederà anche ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge n. 88 del 2009, il quale prevede che «le somme derivanti dalle sanzioni di nuova istituzione sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, entro i limiti previsti dalla legislazione vigente, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, alle amministrazioni competenti all'irrogazione delle stesse». In proposito, dovrebbe valutarsi l'opportunità di esplicitare nel testo del provvedimento tale previsione, che al momento costituisce esclusivamente un principio e criterio direttivo di carattere generale della delega di cui alla legge comunitaria del 2008.
Con riferimento alle disposizioni in materia di qualificazione di figure professionali previste dagli accordi europei, contenute negli articoli 11, 12 e 13, osserva che l'articolo 11 dispone che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, stabilisca gli importi delle tariffe per il funzionamento delle Commissioni di esame per il conseguimento del certificato di formazione professionale dei consulenti alla sicurezza per il trasporto di merci pericolose, sulla base della copertura dei costi effettivi del servizio prestato. Tali tariffe sono poste a carico dei candidati e sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai pertinenti capitoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il funzionamento delle attività medesime. Ricorda che l'articolo 12 prevede, inoltre, una serie di sanzioni per i consulenti che non ottemperino agli obblighi imposti dalla normativa generale. Dette sanzioni sono irrogate dal prefetto ed i relativi proventi sono versati all'entrata del bilancio dello Stato. L'articolo 13 prevede, infine, che venga effettuata un'attività di riconoscimento degli esperti per l'esecuzione delle prove sulle cisterne da parte di una Commissione, nominata con decreto dell'Amministrazione, di concerto con il Ministro dell'interno. Gli importi delle tariffe per l'espletamento delle attività di verifica nonché il funzionamento delle Commissioni sono a carico dei soggetti richiedenti.
In proposito, rileva che la relazione tecnica afferma che dalle disposizioni in esame non derivano nuovi o maggiori oneri, né minori entrate a carico della finanza pubblica, dal momento che, per un verso, si tratta di una disciplina già vigente nell'ordinamento e, in particolare, nel decreto legislativo n. 40 del 2000 di recepimento della direttiva 96/35/CE e nel decreto ministeriale 6 giugno 2000, di recepimento della direttiva 200/18/CE, e, per altro verso, si tratta di attività che - espletate a risorse umane e strumentali invariate - sono completamente poste a carico dell'utenza istante.
Al riguardo, ritiene che andrebbe acquisita una conferma in ordine all'idoneità del meccanismo tariffario a garantire effettivamente


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l'integrale copertura dei costi connessi alle attività sopraindicate e al funzionamento delle Commissioni previste.
In merito ai profili di copertura finanziaria, nel ricordare i contenuti dell'articolo 11, comma 14, osserva che, sotto il profilo formale, sarebbe opportuno apportare alcune modifiche alla formulazione della norma, prevedendo che le tariffe da porre a carico dei candidati siano comprensive delle spese per i compensi di cui al comma 13; che i proventi derivanti dalle tariffe siano versati all'entrata del bilancio dello Stato; che le risorse che vengono riassegnate ai pertinenti capitoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti siano finalizzate al finanziamento delle attività previste dal presente articolo. Analogamente, con riferimento all'articolo 13, comma 4, osserva che, sotto il profilo formale, sarebbe opportuno modificare tale disposizione prevedendo che siano versati all'entrata del bilancio dello Stato i proventi derivanti dalle tariffe e che le risorse che vengono riassegnate ai pertinenti capitoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti siano finalizzate al finanziamento delle attività previste dal presente articolo.
Nel ricordare, poi, che l'articolo 15, comma 1, prevede che dal presente provvedimento non devono derivare «nuovi oneri o maggiori oneri, né minori entrate, a carico della finanza pubblica», segnala, sotto il profilo formale, l'opportunità di riformulare la norma, al fine di renderla conforme alla prassi consolidata, facendo riferimento ai «nuovi o maggiori oneri» e sopprimendo il riferimento alle «minori entrate», che potrebbe ritenersi assorbito nella locuzione «oneri», già contenuta nell'articolo in esame.
Il sottosegretario Alberto GIORGETTI con riferimento agli articoli 6, 7 e 8, ed in particolare ai profili di vigilanza sull'osservanza delle prescrizioni posti dai predetti articoli, evidenzia preliminarmente come l'attività di vigilanza sia ultronea rispetto alle competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il quale, pertanto, si è limitato a dare conto della ratio con la quale gli articoli sono stati elaborati, rimettendo al Ministero dell'interno, concertante il provvedimento, ogni altra e più puntuale valutazione.
Rileva che l'attività di vigilanza sul trasporto di merci pericolose su strada è, fin dal recepimento della prima direttiva di settore, disciplinata nell'ambito del decreto legislativo n. 285 del 1992, recante il nuovo Codice della strada, trattandosi pertanto di un'attività già svolta dal Ministero dell'interno, che, tra l'altro, coordina anche tutti i soggetti che, ai sensi dell'articolo 12 del predetto Codice, espletano attività di polizia stradale. Osserva quindi come nulla sia innovato sotto questo profilo.
Rileva poi che lo schema di decreto legislativo introduce modifiche all'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 75 del 1980 in materia di trasporto ferroviario e, come fattispecie nuova, prescrizioni in tema di trasporto di merci pericolose su vie d'acqua interna: è con riferimento a tali nuove disposizioni che vengono richiesti elementi atti a suffragare l'effettiva possibilità, per le amministrazioni competenti, di svolgere le attività in questione nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Sul punto, si limita a sottolineare come l'attività di vigilanza sul trasporto di merci pericolose che verrebbe ad essere effettuato per le vie d'acqua interna, che peraltro avrebbe dimensioni quantitative davvero modeste, e l'implementazione delle forme di controllo del trasporto di tali merci su ferrovie sembrano doversi ricomprendere nel no- vero delle più generali competenze già proprie dei vari soggetti impegnati nelle attività di polizia, statale e locale, anche sotto il profilo della sicurezza ed ambientale.
Evidenzia inoltre come le medesime attività verrebbero ad essere finanziate anche attraverso la riassegnazione dei proventi delle sanzioni di nuova istituzione alle amministrazioni competenti all'irrogazione delle sanzioni stesse: principio derivato dall'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge n. 88 del 2009, che ben potrebbe essere esplicitato negli articoli 6, 7 e 8. Con riferimento agli articoli 11, 12 e


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13, ritiene di confermare l'adeguatezza del meccanismo tariffario previsto alla integrale copertura dei costi connessi alle attività di qualificazione di figure professionali previste dagli accordi ADR, RID e ADN.
Con riferimento, invece, alla possibilità richiamata nella relazione tecnica di utilizzare per le finalità del decreto i proventi delle sanzioni, sottolinea che la formulazione adottata vuole significare che, comunque, l'Amministrazione fa fronte alle nuove incombenze con le risorse già previste, a maggior ragione considerando che può contare anche sui summenzionati proventi. In merito agli articoli 11, 12 e 13, relativamente alla conferma richiesta circa la garanzia che il meccanismo tariffario previsto sia idoneo a garantire effettivamente l'integrale copertura dei costi connessi alle relative attività e al funzionamento delle Commissioni interessate, fa presente che il sistema delle tariffe, in quanto basato sulla copertura del costo effettivo del servizio, implica necessariamente che esso sia in grado di assicurare risorse sufficienti ed idonee allo scopo. In ogni caso, essendo la predisposizione delle tariffe legata all'adozione di un successivo decreto interministeriale, non ritiene possibile, in questa fase, poter fornire elementi di dettaglio in ordine alla composizione delle medesime, fermo restando il già espresso principio generale.

Roberto Mario Sergio COMMERCIO (Misto-MpA), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato, per quanto di competenza, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento, lo schema di decreto legislativo in oggetto;
preso atto dei chiarimenti del Governo, per cui le amministrazioni competenti possono svolgere le attività di cui agli articolo 6, 7 e 8 nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente;

VALUTA FAVOREVOLMENTE

lo schema di decreto legislativo e formula i seguenti rilievi sulle sue conseguenze di carattere finanziario:
all'articolo 11, comma 14, primo periodo, dopo le parole: «importi delle tariffe» aggiungere le seguenti: «poste a carico dei candidati» e dopo le parole: «comma 12» aggiungere le seguenti: «e per i compensi di cui al comma 13»;
all'articolo 11, comma 14, sostituire l'ultimo periodo con il seguente: «I proventi derivanti dalle tariffe di cui al primo periodo sono versati all'entrata del bilancio dello Stato, per essere successivamente riassegnati ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il finanziamento delle attività previste dal presente articolo»;
all'articolo 13, comma 4, sostituire il secondo periodo con il seguente: «I proventi derivanti dalle tariffe di cui al primo periodo sono versati all'entrata del bilancio dello Stato, per essere successivamente riassegnati ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per il finanziamento delle attività previste dal presente articolo»;
all'articolo 15, comma 1, sostituire le parole: »nuovi oneri o maggiori oneri, né minori entrate,», con le seguenti: »nuovi o maggiori oneri»;
all'articolo 15, aggiungere, in fine, il seguente comma: «1-bis. I proventi delle ammende e delle sanzioni versate all'entrata del bilancio dello Stato ai sensi dell'articolo 7, comma 3, e dell'articolo 8, comma 16, sono riassegnati, entro i limiti previsti dalla legislazione vigente, con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze, alle amministrazioni competenti all'irrogazione delle stesse».

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.


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Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2007/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, che modifica la direttiva 91/440/CEE del Consiglio relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie e la direttiva 2001/14/CE relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria e all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria.
Atto n. 147.

(Rilievi alla IX Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Remigio CERONI (PdL), relatore, illustra lo schema di decreto legislativo, il quale, in attuazione della delega contenuta nella legge comunitaria per il 2008, è volto a recepire la direttiva 2007/58/CE, del 23 ottobre 2007, che modifica precedenti direttive europee concernenti lo sviluppo delle ferrovie comunitarie e le modalità di accesso all'infrastruttura ferroviaria.
Per quanto attiene ai profili di interesse della Commissione bilancio, osserva che le modifiche recate dal testo in esame alla disciplina sull'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria, di cui al decreto legislativo n. 188 del 2003, potrebbero avere riflessi sui rapporti economici intercorrenti fra i diversi operatori del settore, ivi compresi il gestore dell'infrastruttura, RFI SpA, e le varie imprese esercenti i servizi e i trasporti. Ritiene che tali modifiche non abbiamo un impatto diretto sui meccanismi che regolano le modalità di finanziamento dei soggetti interessati, inclusi, per la società RFI, i corrispettivi per i servizi prestati allo Stato e le altre forme di contribuzione pubblica. In proposito, rileva comunque l'opportunità di acquisire una conferma da parte del Governo. Tenuto conto, inoltre, della complessità dei rapporti contrattuali interessati dalla disciplina in esame, osserva che andrebbe acquisita una valutazione del Governo circa l'assenza di eventuali riflessi finanziari di carattere indiretto con riferimento alle modifiche al decreto legislativo n. 188 del 2003 introdotte, rispettivamente, all'articolo 6, relativo alle autorizzazioni rilasciate dal Ministero, all'articolo 16, concernente l'accesso alla rete per il trasporto di passeggeri, ed agli articoli 23 e 35 relativi agli accordi quadro per l'utilizzo di singole tratte. Rileva che tali norme incidono, infatti, su alcune condizioni di utilizzo della rete nazionale che sono attualmente subordinate alla corresponsione, al gestore o al Ministero, di canoni e di diritti. In merito ai profili di copertura finanziaria, segnala l'opportunità di riformulare la clausola di invarianza di cui all'articolo 2 in maniera più conforme alla prassi vigente.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, chiede di rinviare il seguito dell'esame dello schema al fine di completare la necessaria istruttoria sul provvedimento, acquisendo altresì il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Remigio CERONI (PdL), relatore, concorda con la richiesta del rappresentante del Governo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.55.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del Presidente Giancarlo Giorgetti. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 14.55.

Schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2006/17/CE e 2006/86/CE che attuano la direttiva 2004/23/CE per quanto riguarda determinate prescrizioni tecniche per la donazione, l'approvvigionamento e il controllo di tessuti e cellule umani nonché per quanto riguarda le prescrizioni in tema di rintracciabilità, la notifica di reazioni ed eventi avversi gravi e determinate prescrizioni tecniche


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per la codifica, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani.
Atto n. 129.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, illustra lo schema di decreto legislativo, che recepisce le due direttive tecniche della Commissione europea 2006/17/CE e 2006/86/CE, attuative della direttiva 2004/23/CE, già recepita con il decreto legislativo n. 191 del 2007, recanti norme di qualità e sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Al riguardo, segnala preliminarmente che lo schema riproduce con alcune modifiche il testo dello schema di decreto legislativo di recepimento delle medesime direttive trasmesso alla Camera il 18 giugno 2008, successivamente non emanato, ricordando come su tale schema la Commissione bilancio avesse formulato, nella seduta del 24 luglio 2008, nulla osta.
Quanto ai profili di competenza della Commissione bilancio, osserva che la relazione tecnica stima complessivamente in 1,08 milioni di euro annui gli oneri derivanti sia dall'articolo 5 che dall'articolo 6. A fronte di tale stima, la relazione tecnica non indica i costi per le procedure relative alla donazione e all'approvvigionamento previste dall'articolo 6, limitandosi ad evidenziare quelli riferiti all'articolo 5.A tale proposito, ricorda che la relazione tecnica allegata al precedente schema di decreto legislativo stimava un onere annuo pari a 1,08 milioni di euro annui con riferimento ai soli adempimenti previsti dall'articolo 5. Pertanto, ove risulti confermato il riferimento ad entrambi gli articoli, dovrebbero, a suo avviso, essere forniti gli elementi necessari alla distinta quantificazione degli oneri recati, rispettivamente, dalle disposizioni degli articoli 5 e 6. Ricorda inoltre che, con riferimento al meccanismo di parziale compensazione tra gli oneri recati dagli articoli 5 e 6 e i risparmi derivanti dalla razionalizzazione delle attività già svolte dalle amministrazioni competenti, al fine di verificare l'effettiva capienza della copertura indicata, andrebbe fornita una distinta quantificazione anche di tali risparmi. In merito ai profili di copertura finanziaria, osserva che l'articolo 18 prevede che agli oneri di cui agli articoli 5 e 6 del provvedimento - al netto dei risparmi previsti derivanti dalla razionalizzazione e dal consolidamento delle attività già svolte dalle amministrazioni interessate - pari ad euro 1.080.000 a decorrere dall'anno 2010, si provveda a valere sulle disponibilità del Fondo rotativo per le politiche comunitarie di cui all'articolo 5 della legge n. 183 del 1987. Ai sensi del comma 1, tali somme sono, a tale fine, versate all'entrata del bilancio dello Stato, per la successiva riassegnazione, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Il comma 3 prevede, infine, che le attività previste dalle restanti norme del presente decreto sono svolte dalle amministrazioni competenti con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Al riguardo, rileva l'opportunità di acquisire un chiarimento da parte del Governo in merito alla disponibilità di risorse nell'ambito del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie che consentano di far fronte agli interventi previsti dal presente provvedimento, senza pregiudicare l'attuazione di quelli già disposti a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse.
Quanto all'inciso «al netto dei risparmi derivanti dalla realizzazione e dal consolidamento delle attività da svolgere dalle amministrazioni interessate», ritiene che sia necessario valutare, anche alla luce di quanto osservato con riferimento ai profili di quantificazione, l'opportunità del mantenimento di tale inciso, in assenza di indicazione di effetti di risparmio da parte della relazione tecnica. Sotto il profilo formale, rileva, inoltre, l'opportunità di


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esplicitare che l'onere di 1.080.000 euro a decorrere dall'anno 2010 ha carattere annuale. Sulle questioni sopra indicate e sulla conferma che le attività previste dalle restanti norme del provvedimento possano essere svolte dalle amministrazioni competenti con le risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, reputa necessario acquisire l'avviso del Governo. In ogni caso, rileva che la formulazione della disposizione presuppone che il decreto legislativo trovi applicazione nell'anno 2010.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, concorda con le osservazioni del relatore.

Massimo POLLEDRI (LNP), relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione bilancio, tesoro e programmazione,
esaminato lo schema di decreto legislativo in oggetto;
considerato che il provvedimento non ha ad oggetto il trattamento delle cellule staminali embrionali;
nel presupposto che il provvedimento in esame trovi applicazione a decorrere dal 2010;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
All'articolo 18, comma 1, apportare le seguenti modificazioni:
sostituire le parole: «agli oneri» con le seguenti: «Ai nuovi o maggiori oneri»;
sostituire le parole: «- al netto dei risparmi derivanti dalla razionalizzazione e dal consolidamento delle attività già svolte dalle amministrazioni interessate e pari ad euro 1.080.000 a decorrere dall'anno 2010 -» con le seguenti: »pari a 1.080.000 euro annui a decorrere dall'anno 2010».».

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 15.05.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo Giorgetti. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.05.

Disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili.
Nuovo testo C. 2624 e abb.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, illustra il contenuto del provvedimento, che reca disposizioni per la tutela e la commercializzazione di prodotti italiani nei settori tessile, calzaturiero e della pelletteria.
Per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione bilancio, osserva che le disposizioni di cui all'articolo 2 sembrerebbero introdurre un nuovo sistema di controlli, definito «capillare», in ordine all'accertamento della qualità e dell'affidabilità dei prodotti. Ritiene, pertanto, che andrebbe chiarito a quali soggetti - oltre al sistema delle Camere di commercio - competano tali controlli, nonché le modalità e i mezzi per l'espletamento degli stessi; tali informazioni appaiono necessarie al fine di verificare eventuali oneri a carico della finanza pubblica. Con riferimento al riconoscimento delle peculiari esigenze di tutela della


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qualità dei prodotti, al fine di escludere l'insorgenza di eventuali oneri finanziari valuta opportuno acquisire una precisazione circa la portata attuativa delle «disposizioni specifiche» che si prevede di introdurre per rispondere alle predette esigenze di tutela. Con riferimento alle disposizioni sanzionatorie contenute nell'articolo 3, giudica opportuno che il Governo confermi che gli adempimenti in materia di confisca e di sequestro delle merci poste in commercio in violazione delle disposizioni recate dal provvedimento, con particolare riferimento a quelli concernenti gli obblighi di custodia, possano essere effettuati dalle amministrazioni interessate nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, quindi, senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI chiede di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento al fine di acquisire ulteriori elementi istruttori.

Roberto SIMONETTI (LNP), relatore, concorda con la proposta del rappresentante del Governo.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

RISOLUZIONI

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo Giorgetti. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.10.

7-00214 Duilio: Rimborso IVA per servizi non commerciali.
(Discussione e rinvio).

Lino DUILIO (PD) illustra la propria risoluzione, evidenziando come con l'atto di indirizzo si intenda far fronte alle problematiche emerse in sede di applicazione della disciplina sui rimborsi dell'IVA per servizi non commerciali affidati dagli enti locali a soggetti esterni all'amministrazione territoriale. In particolare, segnala che ai fini dell'erogazione dei contributi agli enti locali a valere sul fondo di cui all'articolo 6, comma 3, della legge finanziaria per il 2000, il regolamento di attuazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 33 del 2001 prevede che gli enti locali debbano trasmettere al Ministero dell'interno una apposita certificazione della spesa relativa all'IVA entro il termine perentorio del 31 marzo di ciascun anno. Al riguardo, evidenzia che diversi enti locali e, in particolare, i piccoli comuni hanno incontrato serie difficoltà nel rispetto di tale termine perentorio, specialmente a causa della ristretta dotazione di personale, che non riesce a far fronte alle numerose incombenze spettanti all'ente locale. Nel rilevare la necessità di un intervento che si faccia carico della difficile situazione degli enti locali, che a causa di un mero ritardo non hanno potuto accedere al riparto dei contributi previsti, sottolinea come l'intervento non determinerebbe un aggravio per la finanza pubblica, in quanto si potrebbe ipotizzare un integrazione del contributo nell'anno successivo a quello della decadenza, che comunque operi all'interno del fondo da ripartire per tale esercizio, con una riduzione di modesta entità dei contributi che spetterebbero agli altri enti locali.

Il sottosegretario Alberto GIORGETTI, nel sottolineare l'interesse rispetto alla questione posta dai proponenti, fa presente tuttavia che il Governo avrebbe difficoltà ad accogliere il dispositivo nella sua attuale formulazione, in quanto comporterebbe dei problemi in sede applicativa. Ritiene, comunque, che sia possibile lavorare al fine di addivenire ad una formulazione che impegni il Governo, attraverso meccanismi individuati nel corso del dibattito in Commissione.


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Lino DUILIO (PD) stigmatizza le affermazioni del rappresentante del Governo, in quanto non vengono fornite risposte, come avvenuto anche con riferimento ad una delle interrogazioni a risposta immediata presentate e quando esse vengono fornite non sono pertinenti a quanto richiesto. Sottolinea come il testo presentato sia frutto di uno studio approfondito della tematica e muova da esperienze concrete, ricordando il caso di un comune che è stato escluso dal rimborso per avere presentato la relativa richiesta oltre il termine per motivazioni essenzialmente tecniche. Osserva che il meccanismo proposto è semplicemente volto ad una più equa redistribuzione delle risorse, assegnando qualcosa in più a chi ha ricevuto meno l'anno precedente, e viceversa.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame della risoluzione presentata ad altra seduta

La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 25 novembre 2009. - Presidenza del presidente Giancarlo Giorgetti. - Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alberto Giorgetti.

La seduta comincia alle 15.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010).
C. 2936 Governo, approvato dal Senato.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012.
C. 2937 e relativa nota di variazione C. 2937-bis Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 19 novembre 2009.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, rilevando l'assenza dei relatori per concomitanti impegni istituzionali e dando atto al rappresentante del Governo della sua partecipazione ai lavori, chiede se vi siano colleghi che intendano comunque intervenire in discussione generale.

Renato CAMBURSANO (IdV) stigmatizza l'assenza dei relatori, che pure hanno ricevuto tempestiva comunicazione sui tempi dell'esame del disegno di legge finanziaria. Constata inoltre l'assenza del Ministero dell'economia e delle finanze, malgrado ne sia stata ventilata la presenza ed anche quella del viceministro Vegas.

Maria Teresa ARMOSINO (PDL) si dichiara senza parole per l'assenza dei relatori.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende la seduta per consentire l'arrivo dei relatori.

La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.55.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL), relatore per il disegno di legge di bilancio, si scusa per il ritardo dovuto alla necessità di dover partecipare ad una seduta della Commissione antimafia nella quale era prevista un'importante audizione del ministro Maroni, che ha affrontato, peraltro, anche tematiche, come quella della gestione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, trattate anche in talune disposizione del disegno di legge finanziaria.

Renato CAMBURSANO (IdV) osserva preliminarmente che nella giornata di ieri l'Assemblea ha discusso della situazione di famiglie e lavoratori in condizioni particolarmente delicate e che non ritiene si vada nella direzione di dare le adeguate risposte. Rileva che il disegno di legge


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finanziaria in esame è talmente «snello» che quasi non c'è e che la sua esistenza dipende in larga misura dalle risorse che rientreranno attraverso l'applicazione del cosiddetto scudo fiscale, che derivano da attività illecite mafiose e criminose, per le quali si chiede molto meno di quanto non si faccia rispetto alle somme depositate sui conti correnti. Ricorda che dai vari ministeri, secondo quando riportato dal Sole 24 Ore di ieri, sono pervenute richieste di intervento per oltre 17 miliardi di euro. Tale cifra è già lievitata nella giornata odierna a 25 miliardi. Osserva come la «leggerezza» del testo sia stata riscontrata da ampi settori della maggioranza, all'uopo richiamando il testo largamente alternativo presentato al Senato dal presidente Baldassarri, nonché le osservazioni critiche formulate dal relatore Corsaro alla Camera, relativamente alla possibilità di effettuare riduzioni dei consumi intermedi attraverso tagli lineari alle Tabella C, pur nella consapevolezza delle difficoltà di funzionamento per le strutture definanziate. Auspica che il Ministro chiarisca l'ammontare delle risorse attese attraverso l'applicazione del cosiddetto scudo fiscale, che sarebbero intorno ai 4 miliardi di euro. A tal proposito, rileva che, essendo pervenute richieste dai diversi ministeri per oltre 25 miliardi di euro ed essendone disponibili meno di 4, il Ministro dell'economia e delle finanze, o meglio il Presidente del Consiglio, dovrebbe chiarire quali scelte intende effettuare. Osserva che il debito pubblico è aumentato, raggiungendo quota 1.787 miliardi di euro a settembre del 2009, di oltre 140 miliardi di euro rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, quindi di oltre l'8 per cento. Ricorda altresì che è stato sostenuto che tale incremento sarebbe da ascriversi quasi interamente alla crisi economica. Rilevando tuttavia che il prodotto interno lordo decrescerà nel 2009 del 4,8 per cento, sottolinea come il richiamato aumento del debito pubblico non possa dipendere esclusivamente dalla crisi economica, ma vi siano almeno 35 dei 140 miliardi di euro difficilmente imputabili alla crisi economica. Ricorda che, in una recente intervista al quotidiano Repubblica, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, pur a fronte di un taglio delle risorse assegnate al proprio Ministero di circa il 48 per cento, non ha ritenuto di lamentarsi, confidando nella capacità del Ministro Tremonti di affrontare in maniera efficace, attraverso le risorse accantonate, gli effetti della crisi economica, a partire dalla disoccupazione. Rileva che lo stesso Ministro Zaia ha dichiarato che il Ministro Tremonti garantirà la necessaria copertura per i decreti attuativi della legge sul federalismo fiscale. A tal proposito, chiede quindi di sapere se esista, ed a quanto ammonti, il «tesoretto» richiamato dal Ministro Zaia nelle predette interviste e quanto costerà l'attuazione del federalismo fiscale, che doveva essere a costo zero. Osserva invece che la crisi, i disoccupati, chi sta perdendo il lavoro e le imprese in difficoltà non stanno realmente a cuore al Governo ed alla maggioranza che lo sostiene.
Sottolinea come, mentre il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo si attesta al 5,3 per cento, l'avanzo primario è stato azzerato, ricordando a tal proposito che proprio quest'ultimo parametro aveva giocato un ruolo fondamentale ai fini dell'ingresso dell'Italia nell'area euro. Ricorda che, mentre i Governi di centrosinistra hanno lavorato per ridurre il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo ed aumentare l'avanzo primario, il Governo in carica, con le sue politiche ha causato l'avvio di una procedura di infrazione in sede comunitaria. Fa presente che molti centri studi hanno dimostrato che per ritornare ai livelli del 2007, occorrerebbero circa quindici anni. Chiede dunque a cosa siano serviti i quattro provvedimenti anticrisi adottati dal Governo, a partire dal decreto-legge n. 112 del 2008, che ha operato tagli fortissimi, se si versa in una situazione come quella appena descritta. Ricorda che l'ISAE ha stimato che, per uscire dalla crisi, gli Stati membri dell'Unione europea hanno stanziato in media nel 2009 l'1,1 per cento del PIL e che i Paesi OCSE hanno destinato al


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medesimo fine in media il 3,9 per cento, a fronte dello zero per cento dell'Italia.
Osserva con preoccupazione che i lavoratori dipendenti, i precari, i parasubordinati hanno perso potere d'acquisto con conseguente decremento in termini reali dei salari, e che, pur condividendo la necessità di prevedere ammortizzatori sociali, non è possibile vivere con 800 euro al mese o con il 20 per cento dell'ultimo stipendio nel caso del co.co.pro. Ricorda che, quest'anno, secondo i dati OCSE, la disoccupazione si attesterà intorno all'8 per cento, per raggiungere probabilmente il 10 per cento nel 2010, malgrado l'atteso aumento del prodotto interno lordo dello 0,6 per cento. Rileva quindi come tale situazione renda i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, mentre la finanziaria dovrebbe farsi carico delle esigenze dei lavoratori dipendenti ed autonomi, sia di breve che di lungo corso.
Ritiene, inoltre, che il Governo debba chiarire se intende rifinanziare una serie di interventi e di incentivi che, a legislazione vigente, cesseranno di avere effetto con il termine dell'esercizio finanziario in corso. Ricorda, in particolare, gli incentivi previsti per la rottamazione degli autoveicoli, il bonus per le famiglie a basso reddito, gli sgravi fiscali per l'acquisto di elettrodomestici, i fondi per la non autosufficienza e, più in generale, per il finanziamento della sanità e la destinazione del 5 per mille del gettito delle imposte sui redditi. Ritiene, altresì, necessario un chiarimento in ordine all'effettiva volontà di finanziare spese di particolare rilevanza, prevedendo in particolare adeguati stanziamenti per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego e per la dotazione dei fondi finalizzati al finanziamento dell'università, alla detassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e della tredicesima mensilità, nonché per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero. A tale ultimo riguardo osserva che, mentre gli Stati Uniti richiedono all'Italia un rafforzamento della propria presenza nell'ambito della missione in Afghanistan, attualmente le nostre Forze armate si trovano ad affrontare situazioni particolarmente difficili a causa degli insufficienti stanziamenti di bilancio attualmente previsti, che spesso non consentono neppure di riparare i veicoli in dotazione.
Osserva, inoltre, come anche a seguito dell'esame svoltosi presso l'altro ramo del Parlamento permangano numerose questioni tuttora aperte, che dovrebbero, pertanto, essere affrontate nel corso dell'esame presso la Camera. A tale proposito, ricorda in primo luogo il tema relativo alla tassazione dei redditi da locazione immobiliare e le proposte di introduzione della cosiddetta cedolare secca sugli affitti, sottolineando come si tratti di una questione di particolare rilevanza, della quale dovrebbero essere valutate con attenzione le modalità applicative, anche in considerazione dei possibili effetti finanziari dell'intervento sul regime fiscale attualmente previsto. Ricorda, inoltre, che il ministro Brunetta ha evidenziato la necessità di destinare 800 milioni di euro ad investimenti per la banda larga e che analoghe esigenze di finanziamento si pongono per far fronte alla grave situazione di dissesto idrogeologico in cui versano molte aree del nostro Paese. Quanto al tema delle risorse per la sicurezza e la giustizia, ritiene del tutto insufficiente lo stanziamento di 100 milioni di euro destinato, a seguito delle modifiche introdotte dal Senato, al miglioramento stipendiale del personale delle Forze armate e dei corpi di Polizia, evidenziando come il comparto richieda interventi assai più incisivi per far fronte alla grave situazione finanziaria attuale. Per quanto riguarda, poi, gli incentivi per le piccole e medie imprese, ritiene che la maggioranza e il Governo dovrebbero chiarire quali siano le linee di intervento che si intende seguire nei prossimi mesi. In particolare, rileva che negli ultimi mesi vi sono state proposte diverse e spesso contraddittorie avanzate da autorevoli parlamentari della maggioranza e dai componenti del Governo, ricordando come la linea proposta dal presidente della Commissione finanze del Senato, volta a prevedere un sostanziale azzeramento degli incentivi attualmente previsti al fine di finanziare una forte riduzione dell'IRAP,


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non trova conferme nelle dichiarazioni di altri componenti della maggioranza. ricorda, altresì, che lo stesso Presidente del Consiglio ha manifestato al riguardo diverse opinioni, annunciando in un primo momento, in occasione dell'Assemblea nazionale di Confartigianato il taglio dell'IRAP, per poi sostenere che il Governo «sta inseguendo» il taglio dell'IRAP. In questo quadro di estrema incertezza, si è prospettata quindi dapprima una riduzione dell'IRAP per le piccole e medie imprese, successivamente la deducibilità dell'IRAP per le imprese con bilanci in perdita, per poi ipotizzare una riduzione dell'IRES, anch'essa per il momento tramontata. L'unica misura effettivamente adottata dal Governo è stata quindi la riduzione del 20 per cento dell'acconto IRPEF per il 2009, prevista nel decreto-legge di recente emanato. Osserva, tuttavia, come si tratti di una misura che, seppure utile nella attuale congiuntura economica e finanziaria, appare assolutamente inadeguata a far fronte alla situazione di crisi in cui versa la nostra economia, anche in considerazione del fatto che, comunque, non si tratta di una effettiva riduzione fiscale ma semplicemente di un rinvio dei termini per il pagamento previsti dalla legislazione fiscale.
Ritiene, poi, che il testo approvato dal Senato solleciti una riflessione su tre grandi temi, che la Camera dovrà affrontare con la massima attenzione al fine di individuare soluzioni alternative a quelle contenute nel testo del provvedimento oggi in esame. In primo luogo, ritiene che si debba riflettere attentamente sulle modifiche introdotte dal comma 47 dell'articolo 2 alla disciplina vigente in materia di destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni mafiose. Osserva, infatti, che le disposizioni introdotte a seguito dell'approvazione presso l'altro ramo del Parlamento dell'emendamento 2.3000 del relatore rischiano di determinare un irreparabile danno effettivo e di immagine al nostro Paese ed invita, pertanto, tutti i componenti della Commissione ad accogliere le sollecitazioni che in questo giorno arrivano da tutte le parti d'Italia per modificare il testo approvato dall'altro ramo del Parlamento. Ritiene, altresì, che ci si debba interrogare sulla effettiva utilità della società Difesa Servizi SpA, della quale si prevede la costituzione ai fini dello svolgimento dell'attività negoziale diretta all'acquisizione di beni e servizi per l'amministrazione della difesa. A riguardo, sottolinea come la società sembri costituire una mera duplicazione della CONSIP, sia pure limitata al settore della difesa, e si chiede, quindi, che senso abbia costituire una nuova società, raddoppiando, tra l'altro, i Consigli di amministrazione e gli organi direttivi allo stato esistenti. Ritiene, inoltre, che dovrebbe verificarsi se le attività della società di cui si prevede la costituzione possano estendersi anche alla gestione di siti militari e alla eventuale realizzazione, all'interno di tali siti, di termovalorizzatori per i rifiuti.
Ritiene, infine, opportuno svolgere alcune considerazioni di carattere generale sull'andamento delle spese e delle entrate risultanti dal disegno di legge di bilancio per l'anno 2010. A questo riguardo, rileva, in primo luogo, che le previsioni del bilancio a legislazione vigente per il 2010 registrano una riduzione delle spese finali di 9,27 miliardi di euro. In questo ambito sottolinea come si evidenzi un decremento delle spese correnti di 922 milioni di euro, risultante da una riduzione della spesa corrente primaria pari a 2,09 miliardi di euro, parzialmente compensata da un incremento di 1,17 miliardi di euro della spesa per interessi. Le riduzioni della spesa corrente primaria sono, principalmente, da attribuirsi alla forte contrazione dei trasferimenti correnti alle famiglie, che diminuiscono di 3,07 miliardi di euro, in conseguenza della riduzione di 2,4 miliardi di euro per il venir meno nel 2010 del bonus straordinario per i contribuenti a basso reddito e della riduzione di 487 milioni di euro delle risorse destinate al fondo per il finanziamento della cosiddetta social card. Evidenzia, inoltre, che i consumi intermedi fanno segnare una contrazione di 1,18 miliardi di euro rispetto al 2009, da attribuire in particolare al mancato finanziamento del Fondo per le missioni


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militari all'estero, e che anche le altre uscite correnti si riducono di 1,99 miliardi di euro, anche per effetto della mancata dotazione del Fondo costituito con le risorse provenienti dai cosiddetti conti dormienti. Sempre sul versante della spesa, una flessione è registrata anche dai redditi da lavoro dipendente, che diminuiscono di 590 milioni rispetto all'esercizio precedente. A tali riduzioni corrisponde un significativo incremento dei trasferimenti alle regioni, che si incrementano di 3,7 miliardi di euro, mentre i trasferimenti agli enti locali si riducono sensibilmente per effetto della riduzione di 901 milioni di euro del Fondo ordinario per il finanziamento degli enti locali e di 342 milioni di euro per la compartecipazione degli enti locali al gettito IRPEF. Sul versante delle spese in conto capitale, sottolinea come il bilancio evidenzi la decisa contrazione degli stanziamenti, che si riducono di 8,3 miliardi di euro rispetto all'anno precedente. In questo quadro segnala, in particolare, la riduzione di 2,5 miliardi di euro dei contributi agli investimenti ad imprese, dei quali 2,1 miliardi sono riferiti a minori trasferimenti alle Ferrovie dello Stato, nonché la contrazione di 4,2 miliardi di euro dei contributi agli investimenti ad amministrazioni pubbliche, con la riduzione che interessa in particolare i trasferimenti all'ANAS e la dotazione del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie. A tale ultimo riguardo, sottolinea come il definanziamento del Fondo di rotazione potrebbe porre a serio rischio il cofinanziamento di interventi per i quali siano previsti stanziamenti a livello comunitario. Con riferimento, invece, al versante delle entrate osserva che le previsioni per l'esercizio finanziario 2010 fanno segnare una diminuzione, rispetto alla legge di bilancio per il 2009, di circa 27 miliardi di euro, rilevando tuttavia come vi sia un incremento di 3,5 miliardi di euro delle entrate tributarie rispetto alle previsioni contenute nella legge di assestamento. Quanto alle diverse categorie delle entrate rileva come rispetto all'assestamento per il 2009, si prevede un incremento dell'IRE di circa 4,3 miliardi di euro e un aumento dell'IRES di 728 milioni di euro, mentre continuano a stimarsi minori introiti per l'IVA, per la quale si prevede una riduzione di circa 825 milioni di euro. A riguardo, sottolinea come ancora una volta continueranno a pagare solamente i lavoratori dipendenti e i pensionati, mentre le imprese si gioveranno dei minori controlli esistenti. Quanto all'andamento affettivo delle entrate tributarie, osserva che i dati contenuti nel bollettino pubblicato dal dipartimento delle Finanze riferito al 30 settembre 2009 evidenzino una contrazione complessiva del gettito pari a circa 9,5 miliardi di euro, con un andamento delle entrate profondamente differenziato a seconda delle diverse categorie. Mentre infatti il gettito dell'imposta sui redditi delle persone fisiche si riduce solo del 2,4 per cento, il gettito dell'IRES segna una diminuzione del 18,7 per cento e le entrate IVA si contraggono del 9,3 per cento. Conclusivamente, invita i componenti della Commissione e il Governo a considerare con la massima attenzione le disposizioni da inserire nel disegno di legge finanziaria all'esame della Camera, assicurando la priorità ad interventi immediatamente efficaci per il sostegno ai lavoratori e alle imprese in difficoltà.

Massimo BITONCI (LNP), nel richiamare preliminarmente il carattere della finanziaria oggi all'esame della Camera, che intende costituire uno strumento essenzialmente finalizzato alla definizione delle grandezze finanziarie rilevanti per i bilanci delle pubbliche amministrazioni, sottolinea tuttavia come la peculiare congiuntura economica e finanziaria richieda di valutare la possibilità di integrare il testo del provvedimento con interventi in settori strategici per il nostro Paese. In questa ottica, sottopone alla valutazione dei relatori e del rappresentante del Governo alcune tematiche di particolare rilievo sistematico che saranno oggetto di specifiche proposte emendative che verranno presentate dal suo gruppo. In primo luogo, sottolinea la necessità di integrare il finanziamento previsto dal comma 46 dell'articolo 2


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per l'integrazione del Fondo per la protezione civile da destinare agli interventi nei territori colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici del 6 giugno scorso. Richiamando quindi quanto più volte evidenziato in sede di esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione della quota dell'8 per mille di competenza statale, evidenzia la necessità che il finanziamento previsto garantisca l'integrale ristoro dei danni arrecati dalla calamità naturale abbattutasi sui territori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Rileva, altresì, la necessità di reintegrare finanziamenti adeguati per le scuole paritarie, che spesso svolgono un ruolo sostitutivo del servizio scolastico pubblico. A riguardo, ricorda che il bilancio per il 2008 destinava alle scuole paritarie 133 milioni di euro, mentre nel 2009 non erano inizialmente stati previsti finanziamenti in materia e, solo a seguito dell'approvazione di emendamenti di iniziativa parlamentare, è stato previsto uno stanziamento di 120 milioni di euro. Osserva come anche per il prossimo esercizio finanziario si delinei una situazione analoga a quella dello scorso anno, in quanto nel disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non sono previsti finanziamenti e durante l'esame al Senato, grazie all'approvazione di un emendamento presentato dal suo gruppo, è stato possibile prevedere solo un modesto finanziamento di 4 milioni di euro. Ritiene, tuttavia, che si tratti di un finanziamento del tutto inadeguato alle caratteristiche di una realtà composta da circa 8 mila scuole che accolgono circa 500 mila bambini in tutta Italia, e preannuncia, pertanto, la presentazione di un emendamento volto al totale ripristino delle somme stanziate negli anni passati. Segnala, altresì, la necessità di affrontare il tema dei servizi pubblici locali, per i quali il decreto-legge recentemente approvato dalla Camera in materia di adempimento di obblighi comunitari prevede un ampio intervento di riforma. A riguardo, evidenzia la necessità di prorogare il termine entro il quale possono proseguire gli affidamenti in house dei servizi pubblici, al fine di preservare le efficienti gestioni esistenti in molte realtà locali specialmente nel nord Italia. Evidenzia, poi l'intenzione del proprio gruppo di presentare emendamenti volti a prevedere una tassazione dei redditi da locazione immobiliare con un'aliquota fissa del 23 per cento per i cittadini e del 27 per cento per le imprese, sottolineando i benefici effetti prodotti da tale tipo di tassazione, che consentirebbe l'emersione di numerosi contratti di affitto attualmente non soggetti a tassazione e potrebbe determinare un rilevante stimolo al mercato delle locazioni in un Paese, come il nostro, nel quale si stima l'esistenza di circa 10 milioni di abitazioni non affittate e disponibili per tale utilizzo. Con riferimento all'imposizione sui redditi delle attività produttive, sottolinea come il proprio gruppo intenda privilegiare misure volte ad agevolare le piccole imprese e le micro imprese, osservando come il gettito IRAP nel 2009 derivante dalle imprese fino a cinque dipendenti sia pari a circa 680 milioni di euro, mentre il gettito derivante dall'imposizione riferita alle imprese con un numero di dipendenti inferiore a dieci sia pari a poco più di 500 milioni di euro e come l'imposizione sulle piccole imprese faccia registrare un gettito di circa 2,9 miliardi di euro. A fronte di tali dati, ritiene che si debba lavorare ad una graduale riduzione dell'imposizione su tali soggetti. Ritiene, altresì, che il disegno di legge finanziaria debba affrontare il tema delle compensazioni di IVA, intervenendo sulla disciplina introdotta dal decreto-legge n. 78 del 2009, evidenziando come si debba valutare l'opportunità di modificare la soglia di 15 mila euro prevista in quella sede, che sta determinando rilevanti problemi applicativi della normativa in materia. Osserva, altresì, la necessità di incrementare gli stanziamenti destinati alla sicurezza, rafforzando le misure già introdotte nel comma 38 dell'articolo 2 nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento. Ritiene, infatti, che si tratti di un settore strategico per il nostro Paese, anche alla luce della difficile situazione finanziaria del comparto ereditato dal precedente


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Governo. Evidenzia, poi, l'esigenza di prevedere misure di sostegno alle famiglie numerose, prevedendo, in particolare, la possibilità dell'astensione dal lavoro per tre anni delle donne che accudiscono i proprio figli ed un incremento di 150 euro degli assegni familiari dal terzo figlio in poi. Sottolinea, inoltre, la necessità di interventi a sostegno del settore agricolo, prevedendo in particolare il ripristino dei finanziamenti del Fondo di solidarietà, incentivi assicurativi per gli anni 2008-2008, nonché un intervento correttivo per quanto riguarda la rotazione di tale Fondo per il 2010. Ritiene, altresì, che, anche nel quadro di un provvedimento che non consente interventi di carattere microsettoriale, debba comunque valutarsi la possibilità di prevedere misure di sostengo a comparti produttivi in grave crisi, con particolare riferimento alle imprese operanti nel settore tessile, del legno, del mobile e della ceramica. Da ultimo, con riferimento alla finanza locale, rilevata l'opportunità di prevedere la possibilità per gli enti locali di rinegoziare i mutui da essi contratti, ritiene che debba essere oggetto di seria valutazione la proposta avanzata dal ministro Bossi di triennalizzare il Patto di stabilità interno, consentendo agli enti territoriali di compensare nell'arco del triennio l'eventuale mancato rispetto degli obiettivi fissati per ciascun esercizio. Ritiene, inoltre, essenziale che il Patto di stabilità interno non determini un'irragionevole paralisi delle politiche di investimento a livello territoriale, sottolineando come si rendano necessari interventi infrastrutturali assai incisivi, in particolare nel settore dell'edilizia scolastica. Sottolinea, infatti, come, anche in relazione al rischio sismico che caratterizza il nostro Paese, sia necessario garantire adeguate risorse agli enti territoriali non solo per la ristrutturazione e l'adeguamento degli istituti scolastici esistenti, ma anche per la costruzione di nuovi edifici.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 16.45.