VII Commissione - Mercoledì 29 luglio 2009


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ALLEGATO 1

Schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2009-2011. Atto n. 102.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La VII Commissione (cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali da ammettere al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2009-2011;
preso atto della ulteriore documentazione trasmessa alla Commissione in data 20 luglio 2009 concernente i dati relativi ai bilanci preventivi e consuntivi delle istituzioni, così come previsto dall'articolo 1, comma 2, della legge n. 534 del 1996, dalla quale si evincono le oscillazioni più significative tra i contributi ricevuti dalle istituzioni nell'anno precedente e quelli di cui si propone l'assegnazione con lo schema di decreto esaminato;
rilevato, peraltro, che dalla documentazione acquisita non è specificato il criterio complessivo di riparto dei fondi che appare invece necessario, soprattutto in presenza di una decurtazione generale delle risorse a disposizione di alcuni Istituti e di un aumento a favore di altri;
considerata, altresì, l'esigenza di evitare per il futuro che si possano effettuare tagli in modo discriminatorio tra i diversi istituti, arrivando addirittura ad escludere intere aree geografiche e culturali;
ritenuto, infine, necessario specificare che la Giunta centrale per gli studi storici ripartisca il contributo ad essa erogato fra le Deputazioni di storia patria e che, conseguentemente, venga eliminato nella tabella il riferimento alle Deputazioni di storia patria, utilizzando la denominazione prevista dal decreto ministeriale 12 maggio 2006;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) appare necessario che il Governo, negli schemi che sottoporrà in futuro all'esame della Commissione, espliciti il criterio complessivo di riparto delle risorse, svolgendo al contempo valutazioni separate per ciascuna istituzione, suffragate da una motivazione maggiormente approfondita rispetto a quella esistente;
2) appare altresì necessario prevedere nel futuro l'inclusione di istituti meritevoli di riconoscimento e attenzione da parte del Ministero, ancora non opportunamente valorizzati dallo stesso, anche in considerazione del fatto che alcune aree geografiche della nazione non hanno mai avuto istituti culturali inseriti tra quelli patrocinati dal Ministero;
3) in considerazione infine dei rilevanti finanziamenti percepiti dall'Istituto italiano per la Storia del Movimento di Liberazione e delle delicate attività da esso svolte, connesse allo studio e alla ricerca della storia contemporanea nonché


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alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti, appare necessario garantire un maggior pluralismo nello svolgimento delle medesime attività, con il coinvolgimento di tanti altri qualificati istituti, tra i quali - a titolo esemplificativo - l'Istituto Gramsci, la Fondazione Basso, la Fondazione Ugo Spirito e l'Istituto Luigi Sturzo, anche allo scopo di garantire una prospettiva più ampia nell'analisi e nella ricostruzione del Novecento italiano.


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ALLEGATO 2

Schema di riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2009, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 105.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La VII Commissione (cultura, scienza e istruzione),
esaminato lo schema di riparto dello stanziamento iscritto nel capitolo 1261 dello stato di previsione della spesa del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'anno 2009, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (Atto n. 105);
premesso che sarebbe opportuno indicare, come base normativa del riparto, non solo la legge n. 549 del 1995, ma anche la legge n. 448 del 2001, pur rilevando che la stessa tabella C della legge finanziaria fa riferimento esclusivamente alla citata legge n. 549 del 1995;
premesso che alle Associazioni nazionali per discipline - nel 2008 ventidue strutture tra Associazioni nazionali di docenti, Società per lo studio di varie discipline, tra le quali figura, inoltre, l'Istituto italiano per la storia del movimento di liberazione e alle quali è stato destinato pari importo - sono destinati 114.055 euro, a fronte dei 110.066 nel 2008 e 109.001 del 2007;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione:
in considerazione dei rilevanti finanziamenti percepiti dall'Istituto italiano per la Storia del Movimento di Liberazione e delle delicate attività da esso svolte connesse allo studio ed alla ricerca della storia contemporanea nonché alla formazione e all'aggiornamento degli insegnanti, appare necessario garantire un maggior pluralismo nello svolgimento delle medesime attività, con il coinvolgimento di tanti altri qualificati istituti, tra i quali - a titolo esemplificativo - l'Istituto Gramsci, la Fondazione Basso, la Fondazione Ugo Spirito e l'Istituto Sturzo, anche allo scopo di garantire una prospettiva più ampia nell'analisi e nella ricostruzione del Novecento italiano.


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ALLEGATO 3

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA AL DISEGNO DI LEGGE DI ASSESTAMENTO C. 2633 PRESENTATA DAI DEPUTATI GHIZZONI, COSCIA, DE BIASI, BACHELET; DE PASQUALE, DE TORRE, SIRAGUSA, LEVI, LOLLI, MAZZARELLA, NICOLAIS, PES, PICIERNO, ROSSA, RUSSO, SARUBBI.

La VII Commissione cultura, scienza e istruzione;
esaminato per le parti di propria competenza il disegno di legge di assestamento di bilancio (AC 2633)
premesso che:
per il settore dell'istruzione,
la politica dei tagli indiscriminati attuata dall'esecutivo nell'ultimo anno ha provocato una situazione di autentica destrutturazione dell'assesto funzionale delle scuole, di ogni ordine e grado e un grave impoverimento della scuola pubblica, alla quale sono venute a mancare le risorse indispensabili per lo sviluppo dell'azione didattica, educativa, di istruzione e ricerca, smantellandone punti essenziali di qualità;
gli interventi posti in essere determinano l'aumento del numero degli alunni per classe; la riduzione del tempo scuola nella scuola primaria e secondaria di primo grado; l'indebitamento delle istituzioni scolastiche che non sono nelle condizioni di pagare neanche le supplenze effettuate; la riduzione degli orari di insegnamento di alcune discipline;
tali interventi colpiscono duramente la scuola pubblica e sono destinati a produrre effetti devastanti con un immediata riduzione dell'offerta formativa e didattica, acuendo così le diseguaglianze sociali e territoriali esistenti, colpendo i soggetti e le realtà più deboli, limitando la possibilità di successo scolastico per i bambini e i ragazzi con disabilità e disattendendo le istanze delle famiglie, anche relativamente al tempo scuola;
per il prossimo anno scolastico è già prevista una riduzione di 42.102 posti di docente e dirigente scolastico - di cui 13.060 docenti della scuola primaria 17.450 della Secondaria di I grado, 11.347 delle Secondaria di II grado e 245 dirigenti scolastici - e 15.167 posti di personale ATA, di cui 2.740 assistenti amministrativi,1.670 assistenti tecnici, 10.434 collaboratori scolastici e 324 DSGA;
nessun provvedimento è stato finora adottato dal Governo per dare seguito all'immissione in ruolo, prevista dal Governo Prodi nella legge finanziaria 2007, del personale docente precario, presente nelle graduatorie ad esaurimento, e del personale ATA e che nessuna concreta iniziativa è stata finora assunta in favore del personale già in servizio negli anni precedenti e che a causa dei tagli non potrà riassumere servizio;
ai tagli già operati dal decreto legge n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e dalla finanziaria 2009, nel provvedimento in esame si aggiungono irresponsabilmente altri 600 milioni di decurtazione alle risorse per gli incarichi a tempo determinato da corrispondere nei primi quattro mesi del prossimo anno scolastico;
permangono pertanto le gravissime difficoltà nei finanziamenti destinati direttamente al funzionamento amministrativo e didattico delle scuole;
nel dettaglio dall'assestamento di bilancio si registra una riduzione complessivamente di 563.110.051 dei capitoli regionali per la spesa riguardante gli incarichi


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a tempo determinato e in particolare una riduzione di 125.879.460 per la scuola per l'infanzia; di 73.209.768 per la scuola secondaria di primo grado e di 1.011.709.527 per la scuola secondaria di secondo grado;
rilevato altresì che, a fronte di una campagna stampa operata dal ministro Gelmini centrata sulla messa in mora dell'efficienza e dell'efficacia del sistema scolastico italiano, a cui si attribuiscono sprechi delle risorse pubbliche e a cui si chiede di aumentare la qualità, puntando sul merito, il Governo continua a non prevedere risorse per implementare un serio sistema di valutazione;
per il settore dell'università e della ricerca,
come rileva la Corte dei Conti, l'alternanza ciclica di fasi di scorporo e di riaccorpamento dei comparti istruzione e università incide negativamente nell'attività di programmazione e controllo strategico e pone l'Amministrazione in una condizione instabile e di provvisorietà;
a tale oggettiva difficoltà si somma la mancata emanazione per il 2008 della Direttiva del Ministero e la mancata istituzione di un Servizio di controllo interno, che incidono negativamente sull'attività di valutazione ex post dei risultati delle politiche universitarie;
il sistema universitario italiano è impegnato a recuperare il ritardo per conseguire gli obiettivi dell'Agenda di Lisbona, la cui scadenza è prevista per l'imminente 2010, circa il miglioramento della competitività e la garanzia del mantenimento di un duraturo livello di eccellenza;
la Corte dei Conti definisce un incremento significativo in un quadro di complessivo rigore le risorse destinate al comparto dalla finanziaria per il 2008 (ultima finanziari del Governo Prodi, che ha aumentato di 550 il Fondo di finanziamento ordinario) e aggiunge «è comunque evidente che occorrono dotazioni finanziarie adeguate per corrispondere, in una logica non più emergenziale, ma di lungo periodo, alle esigenze di efficiente funzionamento delle università, di stabilità e valorizzazione dei lavoratori, in particolare i giovani, di innalzamento della qualità ed efficacia degli studi e della ricerca». A fronte delle scelte attuate dall'attuale Governo, avviate con il decreto-legge n. 112 del 2008, si riduce invece progressivamente il FFO, nell'arco dei prossimi cinque anni, a causa della forte limitazione del turn over (solo mitigata dal successivo decreto-legge n. 180 del 2008) e dal rallentamento degli scatti automatici di anzianità. A regime le previsioni del citato decreto-legge n. 112 riducono di ben il 19,7 per cento il finanziamento per le università. A tale riduzione, occorre aggiungere quella determinata dal decreto 93/08 (cosiddetto taglia-ICI) che a partire dal prossimo anno, decurterà di ulteriori 467 milioni il FFO. Anche a fronte del fabbisogno per il comparto universitario valutato nel DPEF, per il solo prossimo anno, in 815 milioni di euro in più, non si riscontrano in seno all'Assestamento in parola operazioni in linea con tale prospettiva e in generale con l'esigenza di incremento dei trasferimenti dallo Stato agli Atenei, dai quali trasferimenti dipende la funzionalità degli atenei stessi e l'attuazione della missione pubblica di trasmissione dei saperi e progresso della ricerca;
altresì, la Corte dei Conti rileva la scarsa capacità di impiego delle risorse destinate ad interventi per l'attuazione del diritto allo studio e lo stato di incertezza per gli alloggi universitari; a riguardo pare opportuno ricordare l'azione legislativa del precedente Governo Prodi che, invece, ha sbloccato i finanziamenti della Legge 338 del 2000 per le nuove residenze Universitarie, fermi dal 2001 per il succedersi di problemi burocratici e ha previsto, con l'approvazione della Legge finanziaria 2007, una detrazione dall'imposta lorda IRPEF nella misura del 19 per cento della spesa per i canoni di locazione fuori sede;
infine, l'elevato tasso di anzianità dei docenti universitari (l'età media dei docenti ordinari è tra i 58 e i 60 anni,


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quella degli associati è tra i 45 e i 47, mentre per i ricercatori è tra i 36 e 40) pone in evidenza la difficoltà per il sistema universitario di includere i giovani meritevoli e di talento che legittimamente aspirano ad accedervi. Pertanto non può che essere stigmatizzato il ritardo con il quale attendono di essere espletati i concorsi previsti per il 2008 e non può che essere valutato negativamente il fatto che nessuna immissione in ruolo di giovani ricercatori potrà avvenire nell'anno in corso. A fronte del piano straordinario di reclutamento dei ricercatori, previsto dal Governo Prodi, l'attuale Esecutivo ha cancellato le risorse per i concorsi da bandire nel 2009 e, con la modifica delle norme concorsuali, ha di fatto procrastinato le immissioni in ruolo al 2010, anno che per gli Atenei - date le citate disposizioni legislative del Governo Berlusconi - si preannuncia di estrema difficoltà finanziaria, tanto da mettere in predicato la possibilità di procedere a nuove assunzioni;
la mancata applicazione dei commi 37-39 dell'articolo 3 della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), che ridefiniscono i termini e la relativa applicazione della cosiddetta «perenzione amministrativa, sta creando notevoli difficoltà agli Atenei e agli Enti di ricerca. Infatti, le risorse destinate per importanti progetti di ricerca a valere sul Fondo per gli Investimenti per la Ricerca di Base (FIRB) e sul Fondo Agevolazioni alla Ricerca (FAR), ad oggi risultano in economia poiché non si è dato corso alla verifica della sussistenza dei presupposti per il loro mantenimento in bilancio (citato comma 37): pertanto, nonostante l'esistenza di un'obbligazione giuridicamente perfezionata queste risorse non sono state iscritte negli appositi fondi destinati a finanziare nuovi programmi di spesa (comma 39). La conseguenza di tali scelte è stata la sospensione delle erogazioni da parte del MIUR agli Atenei, costretti ad anticipare sui propri bilanci ingenti somme di denaro e ad affrontare ulteriori difficoltà in un momento già critico per la gestione delle risorse delle risorse. Per riportare solo alcuni esempi tra molti: L'EBRI, il centro ci cerca sul cervello fondato nel 2004 dal premio nobel sen. Rita Levi di Montalcini, ad oggi ha ricevuto solo 3 dei 20 milioni di euro finanziati; al CNR non sono stati ancora erogati più di 10 milioni di euro e all'università di Milano risultano in perenzione circa 6 milioni di euro;
a fronte dell'esigenza più volte espressa di rafforzare il sistema degli istituti di alta cultura, per l'importanza che l'alta formazione artistica e musicale, anche per la promozione di aspetti peculiari della tradizione culturale del Paese - testimoniata anche dall'incidenza degli studenti stranieri che ogni anno frequentano le nostre accademie - si registra purtroppo una riduzione 7.199.455 milioni di euro a causa della previsione del decreto-legge n. 93 del 27 maggio 2008, noto ormai come Tagli - ICI;
per il settore dei beni e le attività culturali,
si registra un decremento, avviato dall'approvazione del decreto-legge n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, che comporterà una contrazione delle attività delle soprintendenze, degli archivi, delle biblioteche,delle istituzioni e fondazioni culturali e del settore dello spettacolo, per il quale necessita ulteriormente ribadire il taglio di circa 200 milioni di euro previsto dalla legge finanziaria 2009;
le risorse destinate alla cultura, con l'0,28 per cento del Pil, sono già le più basse d'Europa e dopo i suddetti tagli, ad avviso anche della corte dei conti, il Governo si allontana ulteriormente dalle previsioni, enunciate del DPEF del 2008- 20011, di portare all'1 per cento le risorse destinate alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali;
stante la gravissima situazione finanziaria in cui versano molti istituti culturali, a causa dei tagli imposti dal Governo alle risorse ad essi destinate con la legge n. 534 del 1996, si registra negativamente


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la scelta di non integrare con il provvedimento in parola il Fondo destinato a tale finalità;
la positiva riduzione del 33 per cento, rispetto al 2007, dei residui finali sul consuntivo del ministero del 2008, che testimonia una migliore capacità di spesa, è riconducibile agli effetti dell'articolo 36, co. 3 della legge finanziaria del precedente governo Prodi;
altresì non si può non tener conto delle osservazioni espresse dalla Corte dei Conti nella relazione sul Rendiconto generale dello stato, nella quale evidenzia che il succedersi di riforme dell'assetto organizzativo del Ministero «incidono negativamente sulla pianificazione delle attività e degli interventi determinando un rallentamento nella realizzazione dei programmi»; altresì la Corte esprime un parere di criticità rispetto al Commissariamento delle aree archeologiche di Roma e di Ostia Antica, poiché «l'uso dello strumento delle ordinanze di protezione civile deve essere limitato a contesti emergenziali che non consentono il ricorso a procedimenti ordinari, pena il rischio di danni gravi a persone e monumenti. L'estensione degli interventi oltre tali limiti, infatti, condurrebbe l'esercizio dei poteri eccezionali del Commissario delegato in un ambito sostanzialmente elusivo delle norme generali che disciplinano il procedimento amministrativo;
resta aperta la questione della riforma dell'editoria che richiede adeguati finanziamenti,

DELIBERA DI RIFERIRE IN SENSO CONTRARIO


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ALLEGATO 4

Concessione di un contributo in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC). C. 2500 Ruben.

EMENDAMENTO DEL RELATORE

ART. 2.

Al comma 1, sostituire le parole da: dello stanziamento sino alla fine del comma, con le seguenti: della dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
2.1.Il relatore.
(Approvato)