X Commissione - Resoconto di giovedì 14 maggio 2009


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 14 maggio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 14.05.

Legge comunitaria 2008.
C. 2320 Governo, approvato dal Senato.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione - Parere sull'articolo aggiuntivo).

La Commissione inizia l'esame degli emendamenti e articoli aggiuntivi al provvedimento trasmessi dalla XIV Commissione.

Andrea GIBELLI, presidente, avverte che la XIV Commissione ha trasmesso per l'espressione del parere, l'articolo aggiuntivo 21.01 del relatore Pini.
Invita quindi il relatore, onorevole Torazzi, ad intervenire.


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Alberto TORAZZI (LNP), relatore, esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo in esame recante disposizioni in materia di vendita e somministrazione di bevande alcoliche in aree pubbliche (vedi allegato 1).

La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

La seduta termina alle 14.10.

SEDE CONSULTIVA

Giovedì 14 maggio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI.

La seduta comincia alle 14.10.

Sull'ordine dei lavori.

Andrea GIBELLI, presidente, propone di passare all'esame in sede consultiva del testo unificato C. 44 Zeller e abbinate, considerato che il sottosegretario Saglia, per concomitanti impegni istituzionali ha chiesto di posticipare lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La Commissione concorda.

Disposizioni in materia di sicurezza stradale.
C. 44 Zeller e abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame testo unificato e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del testo unificato in esame.

Fabio GAVA (PdL), relatore, ricorda che la Commissione Trasporti ha avviato l'esame, in sede referente, delle proposte di legge C. 44 e abbinate nella seduta del 30 settembre 2008. Il 31 marzo 2009 la stessa Commissione ha adottato come testo base il testo unificato proposto dal comitato ristretto, al quale sono state apportate alcune modifiche in fase emendativa. Il suddetto testo unificato, come risultante dagli emendamenti approvati, consta di 41 articoli raccolti in 3 Capi, che recano modifiche al Codice della strada (decreto legislativo n. 285 del 1992) al fine di ridurre i rischi connessi alla circolazione stradale nonché di definire ulteriori misure dirette alla prevenzione del fenomeno dell'incidentalità.
Il Capo I (artt. 1-28) apporta modifiche al Codice della strada. In particolare, si dettano disposizioni in materia di pneumatici invernali e di produzione e commercializzazione di pneumatici non omologati (articolo 1), si autorizza l'uso sulle strade di cartelli di valorizzazione del territorio indicanti siti turistici e culturali di pubblico interesse (articolo 2), si novella la disciplina sanzionatoria per i veicoli circolanti in condizioni di non efficienza, per i ciclomotori alterati e per i casi di omessa revisione (articolo 3) e si rivede la normativa concernente gli estratti dei documenti di circolazione (articolo 4). Si introduce, inoltre, il sistema della «targa personale» destinata, non più a seguire le vicende giuridiche del veicolo, ma ad essere trattenuta dal proprietario nei casi di alienazione o altra modifica del titolo (articolo 5). Si interviene, poi, in materia di intestazione dei veicoli al fine di garantire la certezza giuridica nella circolazione (articolo 6), rimodulando altresì le norme relative alla circolazione delle macchine agricole (articolo 7). L'articolo 8 contiene una nuova disciplina in materia di «guida accompagnata» per i minori che abbiano compiuto i 17 anni e siano titolari di patente A, ai quali si consente di esercitarsi alla guida di autoveicoli previa autorizzazione amministrativa e con l'assistenza di un adulto. L'articolo 9 ridisegna le disposizioni concernenti le limitazioni alla guida per i neopatentati. L'articolo 10 rivede le norme riguardanti la prova pratica d'idoneità, le esercitazioni alla guida, il rilascio del cosiddetto «foglio rosa» nonché le attività delle autoscuole (con riferimento, tra l'altro, alle attività formative), mentre l'articolo 11 interviene in


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relazione alle procedure di rinnovo della patente. Risulta modificata, tra l'altro, la disciplina della patente a punti con un sostanziale inasprimento delle misure sanzionatorie (articolo 12). Il provvedimento detta quindi disposizioni in merito alle procedure di revisione della patente, con particolare riguardo ai casi di guida in stato di ebbrezza e a quelli in cui ricorrano determinate patologie (articolo 13), nonché in ordine alla validità delle patenti di guida rilasciate all'estero (articolo 14) e ai limiti di velocità (articolo 15). Sono apportate modifiche al Codice della strada anche in materia di arresto, fermata e sosta (artt. 16 e 17), di obblighi di segnalazione da parte dei conducenti dei velocipedi (articolo 18), di omologazione del casco protettivo per gli utenti dei veicoli a due ruote (articolo 19) e di uso delle cinture di sicurezza per veicoli ad uso speciale (articolo 20). L'articolo 21 interviene sulle norme relative alla guida di autoveicoli adibiti al trasporto di persone o cose, alle sanzioni per talune infrazioni commesse durante la circolazione, ai documenti di viaggio e ai dispositivi per i trasporti professionali. Alcune novità riguardano anche la guida sotto l'influenza di alcool e di sostanze stupefacenti e psicotrope (articolo 22), la destinazione dei proventi delle sanzioni pecuniarie (articolo 23) e dei veicoli sequestrati o confiscati (articolo 24), la sospensione della patente (artt. 25 e 26), con particolare riguardo ai neopatentati, l'irrogazione di sanzioni amministrative accessorie, quali ritiro, confisca e fermo del veicolo (articolo 27), e le iniziative di educazione stradale (articolo 28).
Il Capo II (artt. 29-36) reca altre disposizioni in materia di sicurezza nella circolazione stradale. In particolare, si fa obbligo agli enti proprietari e concessionari di strade e autostrade nelle quali si registrino elevati tassi di incidentalità di effettuare interventi di manutenzione straordinaria volti a ridurre i rischi relativi alla circolazione (articolo 29). Si limita, inoltre, il ricorso alle sanzioni detentive, prevedendo la misura alternativa dell'affidamento in prova ai servizi sociali che operano nel campo dell'assistenza alle vittime della strada (articolo 30). Si prevede, altresì, una sanatoria per i ciclomotori e motoveicoli utilizzati per commettere violazioni amministrative prima dell'entrata in vigore della legge n. 286 del 2006, consentendo la restituzione dei mezzi ai proprietari previo pagamento delle spese di recupero (articolo 31). Si modificano, quindi, le norme in materia di certificato di circolazione e targa dei ciclomotori (articolo 32) e si introduce, in via sperimentale, un dispositivo (cosiddetto «scatola nera») idoneo a rilevare la velocità, le condizioni del veicolo, la condotta di guida e la dinamica degli incidenti (articolo 33). L'articolo 34 mira a facilitare la conoscenza dell'effetto negativo prodotto da alcuni medicinali in relazione alla guida dei veicoli, mentre l'articolo 35 estende il sistema di penalizzazione per infrazioni al Codice della strada di cui al decreto-legge n. 151 del 2003 a tutte le patenti rilasciate all'estero. L'articolo 36, infine, detta disposizioni in merito alla raccolta dei dati sugli incidenti stradali.
Il Capo III (artt. 37-41) contiene disposizioni di semplificazione e coordinamento. Si tratta, tra l'altro, di previsioni tese ad assicurare il rilascio di un permesso di guida provvisorio in occasione del rinnovo della patente (articolo 37), a tutelare la privacy degli invalidi titolari di permessi speciali di sosta e di circolazione (articolo 38), a definire l'età e i requisiti per la guida di talune categorie di veicoli (articolo 39), a determinare le caratteristiche degli impianti semaforici (articolo 40) e a disciplinare le modalità di accertamento delle violazioni al Codice della strada da parte degli enti locali (articolo 41).
Rilevato che le disposizioni che interessano, sia pure marginalmente, le competenze della X Commissione sono recate dall'articolo 1, sulla produzione e commercializzazione di pneumatici non omologati e dall'articolo 10 sulle dotazioni delle autoscuole consorziate, propone di esprimere un parere favorevole.


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Giuseppe GALATI (PdL) ritiene opportuno intervenire sul piano normativo per chiarire le questioni inerenti le aree di servizio che dovrebbero essere affidate esclusivamente alla gestione del concessionario che, a suo avviso, è il soggetto più idoneo a garantire la sicurezza degli accessi alle medesime aree, evitando altresì una possibile sovrapposizione di competenze con gli enti territoriali.

Andrea GIBELLI, presidente, osserva che i rilievi del deputato Galati dovrebbero essere più opportunamente svolti presso la Commissione trasporti, dal momento che il testo unificato in esame non reca disposizioni inerenti le aree di servizio.

Fabio GAVA (PdL), relatore, nel condividere le osservazioni del deputato Galati in merito all'esclusività della gestione delle aree di servizio in capo al concessionario, sottolinea che la proposta di parere deve essere formulata sulle disposizioni recate dal testo unificato in esame.

Andrea LULLI (PD) dichiara l'astensione del proprio gruppo, lamentando che il provvedimento in esame non ha previsto alcuna modifica all'articolo 78 del Codice della strada, con particolare riguardo alla personalizzazione delle caratteristiche costruttive dei veicoli, che avrebbe potuto rappresentare anche un significativo aiuto alle imprese operanti nel settore.

Andrea GIBELLI, presidente, sottolinea che in Italia il settore della componentistica per autoveicoli è particolarmente avanzato con una notevole attività delle aziende sui mercati internazionali, lamentando tuttavia che la normativa italiana non risulta aggiornata, anche rispetto a quanto accade in altri Paesi europei.

Carlo MONAI (IdV) lamenta che il testo in esame non prevede la modifica delle norme relative alla confisca dei veicoli dei soggetti che guidano in stato di ebbrezza che, a suo avviso, penalizzano ingiustamente le persone meno abbienti. Si riserva pertanto di presentare proposte emendative nelle ulteriori fasi di esame del provvedimento.

La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.35.

RISOLUZIONI

Giovedì 14 maggio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ai trasporti, Giuseppe Maria Reina.

La seduta comincia alle 14.35.

7-00134 Vico: Sulla crisi del settore chimico italiano.
(Discussione e rinvio).

La Commissione inizia la discussione della risoluzione in oggetto.

Ludovico VICO (PD), illustrando la sua risoluzione, ricorda che nei giorni scorsi i maggiori quotidiani nazionali titolavano che il PIL italiano nel 2009 calerà del 4,4 per cento, per poi riprendersi, nel 2010, quando il PIL dovrebbe attestarsi intorno allo 0,1 per cento. Il fatto che l'Italia non stia bene si evince anche dalle previsioni riguardanti il deficit al 4,5 per cento nel 2009 e al 4,9 per cento nel 2010, oltre al debito pubblico che si innalzerebbe oltre il 116 per cento nel 2010. Anche l'inflazione è prevista in crescita all'0,8 per cento nel 2009 e all'1,8 per cento nel 2010. Dal Ministero dell'economia si apprende inoltre che il fabbisogno statale nei primi 4 mesi del 2009 è di circa 48.400 milioni, 17 mila milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2008. Ciò che tuttavia crea maggiore allarme è il dato sulla disoccupazione che nel 2009 si attesta all'8,8 per cento e nel 2010 sale ancora al 9,4 per cento.
La recessione colpisce tutti i settori produttivi, secondo i dati Istat, la produzione


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industriale, a gennaio, è scesa del 21,9 per cento tendenziale (indice grezzo a 82,5) e dello 0,2 per cento congiunturale (indice destagionalizzato a 91). La variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto ai tre mesi immediatamente precedenti è pari a -8,3 per cento. L'indice corretto per i giorni lavorativi (20 giorni lavorativi contro i 22 di gennaio 2008) è sceso del 16,7 per cento tendenziale a gennaio, il peggiore calo registrato dal mese di gennaio 1991. Si tratta del settimo calo consecutivo della produzione. Il crollo dei consumi elettrici di febbraio (-8,9 per cento) rende ancor più dura la situazione. Solo nel settore chimico e manifatturiero la cassa integrazione ha travolto pressoché tutte le aree produttive: a febbraio è aumentata del 763,46 per cento (dati Inps) rispetto allo stesso periodo del 2008.
Si tratta di una crisi senza precedenti in un settore che rappresenta per l'Italia 57 miliardi di euro, 81 miliardi se si considera anche la farmaceutica, un settore che da lavoro a 200 mila addetti. La produzione industriale nell'ultimo trimestre (rispetto a settembre 2008) ha fatto registrare il tracollo della gomma (-28,8 per cento), delle produzioni di base della chimica (-20,7 per cento), del vetro (-18,2 per cento), della ceramica (-11,0 per cento). Il fatturato cala del 18,1 per cento nella fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche; del -28,3 per cento nella raffinazione di petrolio; del -26,5 per cento nell'estrazione di minerali. Le esportazioni dei prodotti chimici sono a -40,9 per cento. Il Presidente di Federchimica sostiene che i segnali di speranza ci sono, che la domanda mondiale cresce, che a marzo ci sono stati segnali positivi confermati dai produttori di materie plastiche, che le imprese una volta smaltite le scorte sentono una crescita della domanda e ricominciano ad acquistare. È vero che la chimica anticipa sempre di almeno un semestre la ripresa produttiva di tutti gli altri settori, ma in Italia il rischio di chiusure e delocalizzazioni è molto forte a causa del costo dell'energia e nei vari provvedimenti anticrisi nulla si è fatto per il settore in termini di incentivi all'internazionalizzazione e di semplificazione burocratica, oltre che per l'ammodernamento delle infrastrutture. Alla crisi si aggiungono problemi pregressi, in primo luogo, la scarsa competitività del sistema produttivo italiano, e una crisi di lunga durata del comparto della chimica tanto che questo settore ha avvertito prima di altri il calo internazionale dei consumi. I settori della chimica e della petrolchimica scontano l'effetto della crisi mondiale prima di altri settori, perché rappresentano l'anello della catena delle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti per il comparto manifatturiero (tessile, gomma-plastica, auto, vetro, concia, ceramica) che, a sua volta, risente in prima persona della crisi.
Nel 2009 sono pessime le previsioni di crescita della produzione che potrebbe chiudere a -4,5 per cento. Secondo queste stime, la chimica di base passerebbe da + 3,6 per cento a zero; le plastiche e le resine, da +2,1 per cento a -1 per cento; le fibre chimiche a -11 per cento; i fertilizzanti a -3,5 per cento; le vernici a -0,5 per cento. Una situazione meno drammatica si profila alla chimica che si rivolge a beni non durevoli: materie prime e intermedie per l'industria cosmetica, detersivi, additivi per l'industria alimentare. Hanno retto alcune produzioni più richieste dal mercato: il politene (plastica per tubi di irrigazione); gli elastomeri (gomme) il cui petrolchimico di Ravenna è il numero uno in Europa; gli stirenici (paraurti per auto, plastiche per air bag, plastiche antiurto) di cui il solo stabilimento di «Polimeri Europa» (Gruppo Eni) di Mantova produce oltre un milione di tonnellate all'anno.
I sindacati dei lavoratori chimici stimano che gli effetti sul lavoro saranno pesanti: oltre 20 mila gli addetti del settore a rischio (il 14 per cento della forza lavoro totale) tra cassa integrazione ordinaria, straordinaria, mobilità; circa 1.000 le mancate conferme di lavoratrici e lavoratori a tempo determinato, oltre a migliaia di addetti «sospesi» tra proroga e cassa integrazione in deroga delle aziende in appalto, prevalentemente concentrati nella


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manutenzione, nella logistica, nei servizi. Ha pesato e pesa sul settore la lenta ma progressiva fuoriuscita dalla chimica del Gruppo Eni e della sua società «Polimeri Europa». A ciò si aggiunge la crisi produttiva delle fibre sintetiche artificiali resa nota da Montefibre e che può mettere in discussione la realizzazione dell'innovativa fibra al carbonio. Una situazione particolare riguarda il ciclo del cloro che nonostante il piano di rientro definito il 17 marzo scorso presso il Ministero dello Sviluppo economico subisce una grave battuta d'arresto. Il 30 aprile, il Consiglio di amministrazione di «Vinyls Italia», la società dell'imprenditore Sartor subentrata alla «Ineos Vinyls», ha deciso di rinunciare al progetto per il rilancio dell'intero ciclo produttivo del clorosoda, da Porto Marghera a Ravenna, alla Sardegna. Nonostante si fosse a ridosso del tavolo della chimica, il Governo non ha prodotto alcuno sforzo per evitare la grave decisione del consiglio di amministrazione della Vinilys Italia che ha avviato la procedura del fallimento, con il rischio che si inneschi un volano negativo che determinerebbe un costo sociale insostenibile in molte aree del Paese. Ma il bollettino di guerra della chimica italiana è lungo: il sito di Porto Torres presenta criticità strutturali non sostenibili nel lungo termine; a Priolo sono indispensabili interventi finalizzati al miglioramento dei cicli - soprattutto in termini energetici - ai fini del loro mantenimento; a Ragusa e Gela gli impianti di polietilene per tecnologia sono caratterizzati da particolare vetustà e da una scala troppo ridotta, inoltre le linee produttive sono penalizzate da una logistica molto sfavorevole. A Brindisi il ciclo è basato su un cracker moderno e efficiente (ancorché di scala media) e su due linee di polietilene altrettanto moderne e efficienti. Il ciclo è completato da un impianto di estrazione butadiene penalizzato dalla logistica (la materia prima è in gran parte portata via mare, mentre il butadiene prodotto è trasferito, sempre via mare, a Ravenna). Il propilene è trasferito via tubo agli impianti Basell ivi ubicati. Il sito non presenta particolare criticità se non quelle - che potrebbero essere drammatiche - connesse al futuro di Basell. La crisi occupazionale rappresenta tuttavia un'emergenza in tutto il settore dal polo di Priolo-Siracusa dove sono 2 mila le unità in pericolo, alla Caffaro di Torviscosa (Udine) e di Brescia dove sono circa 400 i dipendenti coinvolti) e per la quale è stato nominato il commissario liquidatore.
Nell'area sulcitana Carbonia-Iglesias, «Euroallumina», il più importante impianto dell'area, ha messo in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi - dal 1o aprile 2009 - i suoi 350 dipendenti, coinvolgendo, oltre 700 addetti dell'indotto. Queste cifre richiamano a l'esigenza di fondo di un piano per la chimica italiana che si fondi su interventi ecocompatibili e finalizzato alla difesa dell'occupazione. Chi pensa a una rottamazione del settore sbaglia, è necessario un piano industriale di rilancio del settore affinché il paese torni seriamente a pesare nella chimica mondiale, diversamente perderemo un importante patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche. Vi è una stretta connessione tra dimensione industriale del nostro Paese e disponibilità di fonti energetiche a costi contenuti. Il nostro vincolo energetico, prossimo all'86 per cento, non è eliminabile ma deve essere governato, per ridurlo o contenerlo, in modo che non gravi eccessivamente sull'economia del paese. La nostra dipendenza dall'estero nel 2008 è costata 56 miliardi di euro (10 in più che nel 2007) spesi per petrolio e gas. Il costo finale dell'energia è stato nell'ultimo anno del 30 per cento più alto tra i paesi Unione europea. Il contenimento dei costi energetici deve essere perseguito a breve e il piano del Governo sul nucleare non risolve certamente questa questione vitale per la competitività del manifatturiero.
La diversificazione delle fonti, l'uso intenso delle rinnovabili e l'aumento dell'efficienza energetica sono il trittico per una politica energetica di medio termine che contribuisca alla lotta contro i mutamenti climatici e rilancia la competitività del paese. In tale complessa situazione i sindacati dal luglio del 2009 hanno più


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volte chiesto al ministro dello Sviluppo Economico la convocazione del tavolo generale di confronto per il rilancio della chimica italiana. Il tavolo, convocato il 22 aprile con i rappresentanti delle imprese, delle associazioni di settore e dei sindacati nazionali di categoria, ha assunto alcune decisioni per il rilancio della chimica: attivare tavoli territoriali per accelerare l'attuazione degli accordi di programma già in essere (in particolare Priolo, Sardegna e Porto Marghera) e per varare nuovi accordi alcuni dei quali già in via di definizione; aprire un tavolo di confronto con Eni sul piano per la chimica e sui siti di maggiore interesse; sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni il decreto per l'individuazione dei 26 siti prioritari nel piano nazionale di bonifica e reindustrializzazione e portare al CIPE i primi 3-4 progetti immediatamente cantierabili; aumentare le risorse del bando «Nuove Tecnologie per il made in Italy» con fondi europei PON e FAS per finanziare l'innovazione tecnologica del settore chimico; accelerare l'adeguamento ambientale delle imprese chimiche al Regolamento Europeo Reach, con l'apertura di uno sportello ad hoc prevista per l'8 giugno prossimo dotato di 120 milioni di euro; istituire un gruppo di lavoro per monitorare il recepimento delle disposizioni comunitarie finalizzate alla semplificazione delle procedure amministrative; varare interventi per ridurre il costo dell'energia per le imprese chimiche. Nonostante questi impegni, il 30 aprile scorso, il Consiglio di amministrazione di «Vinyls Italia», la società dell'imprenditore Sartor subentrata alla «Ineos Vinyls», ha deciso di rinunciare al progetto per il rilancio dell'intero ciclo produttivo del clorosoda, da Porto Marghera a Ravenna, alla Sardegna.
Il Governo non ha fatto alcuno sforzo per evitare la grave decisione del consiglio di amministrazione della Vinyls Italia che ha avviato la procedura del fallimento, con il rischio che si inneschi un volano negativo che determinerebbe un costo sociale insostenibile in molte aree del Paese.
L'Italia deve dunque tornare a un serio impegno nel settore della chimica, in assenza del quale sarà inevitabile la deindustrializzazione con gravissime conseguenze sull'occupazione, sull'economia industriale, sulla bilancia commerciale dei pagamenti. Non è più sufficiente sostenere a parole che la chimica è strategica, è necessario passare ai fatti, la chimica è sempre stata leader e motore del made in Italy perché alle spalle degli stilisti o del design industriale ci sono quasi sempre state le ricerche e l'innovazione in campo chimico. Sono infine gravi sia il ritardo nella rivisitazione dei processi produttivi in chiave di sostenibilità ambientale, che la lentezza del sistema amministrativo e istituzionale che costringono i territori a sopportare pesanti impatti ambientali. Occorre fare presto e bene perché il settore ha urgente bisogno di essere rilanciato con una «cura da cavallo» in investimenti per infrastrutture, sapere, brevetti, bonifiche, innovazione e ricerca, per restituire dignità alla chimica e quel ruolo da protagonista che le compete nello sviluppo economico e sociale del nostro paese.
Per questi motivi chiede che il Governo si impegni a convocare con estrema urgenza un tavolo generale di confronto per il rilancio della chimica italiana, che parta dal monitoraggio della situazione per tutti gli accordi di programma esistenti nei siti; a disporre che una quota parte significativa degli enormi dividendi che il Ministero dell'economia e delle finanze ricava dall'Eni sia destinata al settore per nuovi investimenti nelle produzioni e nelle eccellenze di mercato (politene, elastomeri, stirenici); a predisporre un impegno massiccio di investimenti in ricerca scientifica, formazione, innovazione anche estendendo il programma per l'innovazione del progetto «Industria 2015»; a predisporre misure fiscali di vantaggio - soprattutto nel Mezzogiorno e per un periodo limitato di tempo - a favore delle piccole e medie imprese (il 92 per cento del tessuto produttivo della chimica secondaria); a battersi in sede europea per interventi legislativi a sostegno di imprese e di poli


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chimici che rispettino le norme ambientali, evitando delocalizzazioni e trasferimenti in Paesi meno rigorosi nella regolamentazione ambientale e favorendo forme di agevolazione fiscale mirate alle imprese che hanno deciso di insediarsi nel nostro Paese; a incentivare fusioni e accorpamenti per favorire la crescita dimensionale delle piccole imprese per accrescerne la massa critica e la competitività anche utilizzando le risorse provenienti dai cosiddetti «Tremonti bond» e dalla Cassa depositi e prestiti; a ridurre il differenziale del costo dell'energia con gli altri Paesi concorrenti anche per mezzo della convocazione, come peraltro più volte annunciato dal Governo, della Conferenza nazionale sull'energia; a semplificare le procedure burocratiche autorizzative per facilitare investimenti e attrazione di capitali esteri, attraverso una riforma della pubblica amministrazione affinché sia più vicina a cittadini e imprese; a sviluppare le nuove tecnologie ambientali per bonificare e recuperare i siti ad una chimica «più verde» e attenta alla qualità della vita nei territori.

Andrea GIBELLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

INTERROGAZIONI

Giovedì 14 maggio 2009. - Presidenza del presidente Andrea GIBELLI. - Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia.

La seduta comincia alle 15.25.

5-00800 Scarpetti: Estensione della zona franca urbana (ZFU) al distretto del mobile di Quarrata-Serravalle Pistoiese.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Lido SCARPETTI (PD), nel prendere atto della disponibilità del Governo ad aggiornare i criteri per l'individuazione e la delimitazione delle zone franche urbane, osserva che l'utilizzo attuale di questi strumenti volti al sostegno dei settori industriali in crisi avvantaggia alcuni territori rispetto ad altri.

5-00844 Tommaso Foti: Sulla messa in liquidazione della Iris Ceramica di Sassuolo.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Tommaso FOTI (PdL) si dichiara soddisfatto della risposta.

5-01090 Monai: Sui piani di sviluppo aziendale per la Videocon di Anagni.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Carlo MONAI (IdV), osservato che la vicenda richiamata nel suo atto ispettivo ha contribuito alla diffusione di un notevole allarme sociale in Ciociaria, territorio particolarmente esposto alla crisi economica dilagante nel Paese, auspica che il Governo intervenga efficacemente per la tutela dei livelli occupazionali nell'azienda Videocon di Anagni.

5-01152 Marco Carra: Sulle conseguenze della dichiarazione di bancarotta del gruppo Plastal Holding AB sulle aziende del gruppo Plastal Italia.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Giovanni FAVA (LNP) dichiara di aver sottoscritto l'interrogazione in titolo.

Marco CARRA (PD), nell'esprimere soddisfazione per il fatto che la propria


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interrogazione sia stata sottoscritta da un esponente della maggioranza, sottolinea che essa è stata presentata in un momento precedente all'incontro svoltosi presso il Ministero dello sviluppo economico richiamato nella risposta del sottosegretario. Resta in attesa di conoscere quale nuova società potrà eventualmente affittare o comprare la Plastal, ricordando che anche tutte le organizzazioni sindacali hanno chiesto di poter incontrare tempestivamente questo eventuale nuovo soggetto che dovrebbe assicurare la continuità occupazionale.

5-01175 Togni: Sulle cessioni di rami d'azienda da parte del gruppo Comdata Care S.p.A.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).

Renato Walter TOGNI (LNP) si dichiara pienamente soddisfatto della risposta.

5-01378 Cenni: Sulla crisi del settore della camperistica.

Il sottosegretario Stefano SAGLIA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7).

Susanna CENNI (PD) si dichiara del tutto insoddisfatta della risposta, sottolineando che sono noti i programmi regionali di rilancio della competitività e riqualificazione dei settori produttivi, ma che il sottosegretario non ha fatto alcun riferimento alle iniziative che il Governo intende intraprendere per promuovere il turismo all'aria aperta e l'utilizzo dei camper, ricordando che nella zona della Valdelsa è presente un distretto industriale della cameristica in cui viene realizzato circa l'80 per cento della produzione nazionale del comparto. Rilevato altresì che nella risposta non si fa alcun riferimento alla questione della delocalizzazione, auspica che nel prossimo futuro il Governo possa indicare interventi concreti finalizzati al rilancio del settore della cameristica.

Andrea GIBELLI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.