X Commissione - Giovedì 14 maggio 2009


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ALLEGATO 1

Legge comunitaria 2008 (C. 2320 Governo, approvato dal Senato).

PARERE SULL'ARTICOLO AGGIUNTIVO AL DISEGNO DI LEGGE

La X Commissione,
esaminati gli emendamenti e articoli aggiuntivi al disegno di legge comunitaria per il 2008 (C. 2320 Governo, approvato dal Senato) trasmessi dalla XIV Commissione,
delibera di esprimere

PARERE FAVOREVOLE

sull'articolo aggiuntivo 21.01 del relatore.


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ALLEGATO 2

5-00800 Scarpetti: Estensione della zona franca urbana (ZFU) al distretto del mobile di Quarrata-Serravalle Pistoiese.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come è noto, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), all'articolo 1 commi 340 e seguenti, nel testo modificato dalla legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), al fine di contrastare i fenomeni di esclusione sociale e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni residenti in aree urbane degradate, ha disposto l'istituzione delle Zone Franche Urbane (ZFU).
A tale scopo, ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, un apposito Fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, destinato al finanziamento di incentivi ed agevolazioni fiscali e previdenziali a favore delle nuove attività economiche iniziate, a partire dal 1o gennaio 2008, dalle piccole e micro imprese nelle ZFU.
In attuazione della citata normativa, il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), con la delibera n. 5/2008, ha fissato i criteri per l'allocazione, l'identificazione, la perimetrazione e la selezione delle ZFU al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla norma. Inoltre, con la medesima delibera, ha attribuito al Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione - il compito di definire le procedure di presentazione delle proposte da parte delle Amministrazioni coinvolte, di effettuare l'individuazione delle singole ZFU, sulla base dell'indice di disagio socio-economico, e di trasmettere al CIPE la proposta di individuazione delle stesse.
Con la circolare n. 1418 del 26 giugno 2008, il MISE ha individuato nella Regione il soggetto titolare della funzione di raccolta, verifica e valutazione di prima istanza delle proposte progettuali elaborate dalle Amministrazioni comunali del territorio di competenza.
Nella prima fase di applicazione della norma, il Gruppo Tecnico di esperti, costituito presso il citato Dipartimento, in conformità dei criteri stabiliti dalla citata delibera n. 5/2008, ha individuato 22 «zone franche urbane» all'interno di città grandi, medie e piccole in 11 Regioni.
Tale proposta di individuazione delle zone franche urbane è stata sottoposta alla valutazione del CIPE.
Il predetto Comitato, nella seduta dell'8 maggio 2009, ha adottato una delibera, in corso di formalizzazione, con la quale sono state individuate le 22 Zone Franche Urbane e sono state allocate le risorse (pari a 50 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2008 e 2009) per il finanziamento di agevolazioni fiscali e previdenziali a favore di nuovi insediamenti produttivi.
Attualmente, sono in corso le attività amministrative propedeutiche alla formale notifica della misura alla Commissione europea, per la necessaria autorizzazione comunitaria.
In relazione alla richiesta contenuta nell'atto in esame, diretta ad estendere la ZFU anche al distretto del mobile di Quarrata-Serravalle Pistoiese, pur condividendo la necessità di un decisivo intervento per far fronte alla descritta situazione produttiva e occupazionale del distretto in questione, particolarmente aggravata dall'attuale congiuntura economica, si segnala che i territori dei Comuni di Quarrata e Serravalle


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Pistoiese, ai sensi della normativa vigente e, in particolare, in base ai criteri definiti per l'individuazione delle ZFU dalla citata delibera del CIPE 30 gennaio 2008, n. 5, non risultano ammissibili alla misura in questione.
Si fa, comunque, presente che l'AS 1195, approvato oggi dal Senato, all'articolo 3, comma 4, prevede che il CIPE, con le modalità fissate dall'articolo 1, comma 342 della legge n. 296/2006, provveda ad aggiornare i criteri e gli indicatori per l'individuazione e la delimitazione delle ZFU al fine di incrementare, progressivamente, la loro distribuzione territoriale.


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ALLEGATO 3

5-00844 Tommaso Foti: Sulla messa in liquidazione della Iris Ceramica di Sassuolo.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione alla richiesta dell'onorevole interrogante, si ritiene necessario fornire, in premessa, una sintesi sullo stato del settore medesimo.
La situazione economica e l'andamento dell'occupazione nel settore ceramico accusano un complesso di elementi critici che stanno provocando da tempo la chiusura di aziende in tutto il territorio nazionale.
Ciò comporta la conseguente grave perdita di posti di lavoro e notevoli difficoltà nel tessuto socio economico delle zone di antica ed affermata tradizione ceramica. L'intero settore sta subendo ormai da anni, l'aggressività di operatori esteri, soprattutto dei mercati asiatici, che riescono sempre più a conquistare consistenti quote di mercato interno e internazionale, ricorrendo a bassi costi di produzione ed alla falsificazione degli stili tradizionali italiani.
Per questi ed altri motivi, si è recentemente insediato presso il Ministero dello Sviluppo Economico il nuovo Consiglio Nazionale della Ceramica, con il compito di tutelare la produzione e il patrimonio storico culturale della ceramica artistica e della ceramica industriale, particolarmente colpite dalla crisi dei mercati internazionali (il 72 per cento della produzione viene esportato).
In tale ambito è stato anche istituito un «Osservatorio permanente» per monitorare l'andamento del mercato.
Per quanto concerne, più specificamente, le vicende della società Iris di Sassuolo, al Ministero dello Sviluppo Economico non è stata sollecitata la convocazione di un «tavolo di crisi» per la società in questione.
Il MiSE, tuttavia, ha comunque seguito con attenzione le vicende relative alla Iris di Sassuolo.
La Iris Ceramica S.p.A. è l'azienda capogruppo di una multinazionale, leader mondiale nella produzione di ceramica e gres per l'architettura di interni ed esterni, con 3 stabilimenti situati a Sassuolo, Fiorano e Viano, con circa 780 occupati.
Il Consiglio di Amministrazione della azienda nel gennaio 2009 aveva deliberato la liquidazione della società. Tale decisione era stata motivata dalla proprietà, per lo stato di crisi del settore, e per la difficile congiuntura dell'economia mondiale e dell'edilizia in particolare.
Tale grave decisione ha provocato, l'impegno comune delle Istituzioni Nazionali e Locali e delle Organizzazioni Sindacali concordi ad evitare la chiusura di un'importante risorsa industriale del territorio e dell'intera economia italiana.
Sono state, pertanto, avviate a livello locale numerose consultazioni e incontri tra le parti coinvolte dalla vicenda: Regione Emilia Romagna, i Sindaci dei Comuni di Sassuolo, Fiorano Modenese, Fiormigine e Viano, Provincia di Modena e Reggio Emilia, rappresentanti dell'impresa e delle OO.SS., RSU.
In data 27 febbraio 2009 presso la sede della Regione Emilia Romagna si è avuto un ulteriore incontro tra le parti. In tale sede è stato firmato un Accordo sindacale che prevede, tra l'altro, quanto segue:
la proprietà avrebbe proposto la revoca dello stato di liquidazione ai sensi dell'articolo 2487-ter c.c.;


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la società ha presentato «le linee guida di un nuovo piano industriale». Tale piano di riorganizzazione e articolato per un triennio (2009-2011);
si sarebbe fatto ricorso alla CIGS per ristrutturazione, utilizzando la procedura di mobilità unicamente per quei lavoratori che nel periodo di vigenza della stessa avrebbero maturato i requisiti per il diritto alla pensione o ad altre forme di mobilità volontaria;
si concordava, sulla necessità di formazione professionale per gli occupati, al fine di acquisire agli stessi le nuove professionalità richieste;
che sempre in data 27 febbraio 2009 è stato sottoscritto con l'intervento della Regione Emilia Romagna il verbale di consultazione sindacale per la messa in CIGS dei lavoratori interessati ai piani di ristrutturazione.

Risulta, da notizie acquisite presso la Regione Emilia Romagna, che a seguito dell'accordo sopra citato del 27 febbraio, l'assemblea degli azionisti della Iris S.p.A. riunitasi in data 10 marzo 2009, ha provveduto a deliberare la revoca dello stato di liquidazione e a ripristinare, di conseguenza, l'operatività della società.
Nel frattempo la società ha posto in mobilità 49 unità lavorative che rientravano nei casi previsti dagli accordi sindacali.
Il Ministero del Lavoro ha comunicato, infine, che la società in questione, a provveduto a ritirare l'istanza di messa in liquidazione. Ha usufruito di un trattamento straordinario di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per ristrutturazione aziendale, per due unità produttive site in Fiorano Modenese (Modena) e per l'unità produttiva di Sassuolo (Modena), per il periodo 28 febbraio 2008 al 28 febbraio 2009.
Il Ministero dello sviluppo economico, continuerà a monitorare l'evolversi della vicenda, e dà la propria disponibilità, se richiesta e se necessaria, all'apertura di un «tavolo di confronto», al fine di contribuire al superamento dell'attuale momento di crisi di questa importante realtà produttiva.


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ALLEGATO 4

5-01090 Monai: Sui piani di sviluppo aziendale per la Videocon di Anagni.

TESTO DELLA RISPOSTA

Lo scorso 5 maggio, si è tenuto, presso il Ministero dello sviluppo economico, un incontro a cui hanno partecipato i rappresentanti della «VDC Technologies S.p.A.», della Regione Lazio e le Organizzazioni Sindacali.
Nell'ambito di tale sede, è emerso che, dal 27 aprile 2009, 300 lavoratori hanno ripreso la produzione di TV sugli impianti ristrutturati, e che la società è attualmente impegnata nella ricerca di soluzioni imprenditoriali, in grado di garantire prospettive occupazionali per l'insieme dei propri dipendenti.
Al riguardo, si evidenzia che la società ha precisato che tali soluzioni prevedono l'attività di assemblaggio TV, a cui saranno affiancate produzioni di significativo contenuto tecnologico, nonché attività di ricerca e sviluppo (nell'ambito delle energie rinnovabili e in particolare nel fotovoltaico), la cui implementazione richiederà l'attivazione di un piano di formazione e riqualificazione del personale.
Nell'ambito del nuovo progetto, la «VDC Technologies S.p.A.» potrebbe partecipare nella qualità di soggetto imprenditoriale, con esclusiva partecipazione al capitale.
In sede di riunione è stato ribadito l'impegno della società, una volta individuata la soluzione imprenditoriale più adeguata, a presentare le linee generali del progetto nel prossimo, incontro previsto per il 19 giugno 2009. Tale soluzione sarà, poi, oggetto di confronto tra le parti imprenditoriali e le Organizzazioni Sindacali.
Su richiesta delle Organizzazioni Sindacali, è stato attivato presso la Regione Lazio un tavolo per l'esame congiunto in materia di ammortizzatori sociali.
In tale sede è stato raggiunto un accordo che prevede l'attivazione della Cassa Integrazione in deroga, per un numero massimo di 910 lavoratori, a partire dal 7 maggio 2009 e fino al 31 dicembre 2009.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto della Regione Lazio, continuerà a seguire attentamente questa delicata fase, al fine di favorire una positiva soluzione della vicenda, nel tentativo di salvaguardare l'importante patrimonio di competenze presente nel complesso di Anagni.


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ALLEGATO 5

5-01152 Marco Carra: Sulle conseguenze della dichiarazione di bancarotta del gruppo Plastal Holding AB sulle aziende del gruppo Plastal Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione alla richiesta dell'onorevole interrogante, contenuta nell'atto di sindacato ispettivo si comunica quanto segue.
Il Consiglio di Amministrazione della multinazionale svedese Plastal produttore di componenti auto in plastica, ha presentato, nel marzo scorso, istanza di insolvenza presso il Tribunale distrettuale di Mondal, in Svezia, adducendo una grave carenza di liquidità.
Le motivazioni che hanno portato il Gruppo alla procedura di insolvenza sono dovute, probabilmente anche, alla crisi del mercato delle industria automobilistica e alla crisi dei mercati finanziari.
Il fallimento della capogruppo è stato talmente repentino che nulla è stato possibile effettuare per evitare le immediate conseguenze sulla divisione italiana della Plastal Italia, con sedi a Oderzo, Suzzara e Battipaglia.
Il Ministero dello sviluppo economico è a conoscenza delle citate vicende. Al fine di verificare le prospettive della Plastal Italia e contribuire ad una positiva soluzione, ha indetto delle riunioni, all'ultima delle quali, peraltro, era presente, anche, l'onorevole interrogante.
In quella sede, la rappresentante della azienda, ha confermato che per il prosieguo dell'attività della Plastal Italia, la prima ipotesi vagliata è stata quella, di ricorrere al concordato preventivo. Soluzione ritenuta valida al fine di tutelare al meglio i fornitori e garantire la continuità produttiva.
Successivamente, a seguito delle verifiche dei revisori dei conti sugli aspetti finanziari dell'azienda, in una ulteriore riunione, tenutasi in data 1o aprile sono state manifestate, le seguenti azioni:
è stata confermata la decisione di ricorrere al concordato preventivo;
è stata annunciata la volontà del socio svedese dell'azienda a trasformare una parte consistente del proprio debito verso Plastal, in equity;
è stata segnalata la possibilità di creazione di una nuova società che avrebbe potuto affittare o acquistare la Plastal Italia al fine di garantire la continuità produttiva.

Allo stato attuale è stata accolta l'istanza di concordato preventivo ed è stato nominato il Commissario giudiziale.
Il MiSE continuerà a monitorare l'evolversi della vicenda e continuerà a fornire la propria disponibilità ad un confronto, ove richiesto dalle parti.


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ALLEGATO 6

5-01175 Togni: Sulle cessioni di rami d'azienda da parte del gruppo Comdata Care Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

In relazione alle richieste dell'onorevole interrogante, contenuta nell'atto di sindacato ispettivo si comunica quanto segue.
Il Gruppo Comdata nasce a Torino nel 1987. Opera in qualità di fornitore globale per rinnovare i processi aziendali con il supporto delle tecnologie più avanzate. Lo stesso ha 23 sedi in Italia.
Ciò premesso, Comdata ha presentato nei giorni scorsi alle rappresentanze sindacali il piano industriale per affrontare l'impatto della crisi economica che sta attraversando l'intero sistema, incluso il comparto a cui appartiene il Gruppo stesso.
La Società ha informato il Ministero che né Comdata né Comdata Care prevedono trasferimento di attività all'estero che possano suscitare preoccupazione in termini occupazionali in Italia o che siano, comunque, riconducibili a quanto oggetto della cessione del ramo d'azienda Vodafone.
Ha precisato, inoltre, in proposito che il Gruppo ha da tempo investito nell'insediamento di centri produttivi in Europa, allo scopo di aprire nuove opportunità di mercato nell'Unione europea, in particolare in Romania e Bulgaria, dove sono presenti proprie filiali.
Né Comdata S.p.A. e né Comdata Care S.p.A., risulta, abbiano collegamenti o partecipazione societaria con la società Bitech Company S.r.l., ed essa non è stata utilizzata per subappaltare attività assegnate da Vodafone Italia a Comdata S.p.A. o a Comdata Care S.p.A.
Per quanto attiene alle attività Vodafone, relative alla cessione di ramo d'azienda, gestite dalla società Comdata Care, queste non sono mai state oggetto di subappalto né è stata operata alcuna riduzione dell'organico permanente di Comdata Care, per il trasferimento in Romania delle attività oggetto della cessione del ramo di azienda.
A questo proposito, si evidenzia come l'organico iniziale di Comdata Care, pari a 914 dipendenti, non sia stato oggetto di contrazione aziendale e ogni eventuale riduzione dello stesso organico risulta essere stata dovuta ad un fisiologico turn over.
Per inverso, in questo lasso di tempo Comdata Care ha dovuto fare ricorso all'impiego di lavoratori interinali, per fare fronte all'aumento dei volumi di lavoro che il mercato di volta in volta richiedeva in relazione alle attività connesse al ramo d'azienda acquisito.
A seguito della richiesta da parte di Vodafone di prendere in gestione ulteriori e diverse attività da quelle originariamente oggetto della cessione di ramo di azienda, e dunque non riconducibili all'accordo sindacale del 25 ottobre 2007, Comdata ha provveduto ad allocare tali nuove attività all'interno del Gruppo.
Grazie alle commesse Vodafone, ottenute successivamente alla cessione del ramo di azienda, si può evidenziare come il volume di attività del Gruppo Comdata per Vodafone abbia registrato un aumento del 40 per cento. È stato, di conseguenza, possibile sviluppare i livelli occupazionali del Gruppo. Comdata, infatti, ha dato nuove opportunità lavorative presso la sede di Lecce per un numero di circa 400 risorse.
A seguito della presentazione del piano industriale alle OOSS Nazionali in data 4 maggio a Torino, Comdata ha viceversa reso noto che, per far fronte a una situazione compromessa da consistenti tagli alle commesse


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di clienti (escluso Vodafone Italia), saranno necessari alcuni specifici interventi sull'occupazione, attraverso il mancato rinnovo dei contratti per lavoratori a tempo determinato ed interinali, da dividersi tra le sedi di La Spezia, Scarmagno e Olbia.
Si evidenzia che le risorse coinvolte non sono in organico a Comdata Care e non sono in alcun modo collegate alle commesse Vodafone Italia.
Si specifica, infine, che la Società in questione si è impegnata, accogliendo la richiesta delle OOSS Nazionali, a confermare i contratti a tempo determinato dei dipendenti con maggiore anzianità e a sospendere le procedure di richiesta della Cassa Integrazione Guadagni durante il mese di confronto concordato con le OOSS Nazionali, al fine di trovare possibili soluzioni alternative.


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ALLEGATO 7

5-01378 Cenni: Sulla crisi del settore della camperistica.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle azioni previste per progetti a favore dei Distretti promossi dalle regioni, di cui al decreto ministeriale del 28 dicembre 2007, ha concesso alla Regione Toscana, in cofinanziamento, risorse finanziarie pari a 2.979.600 euro.
Il Programma di Sviluppo Regionale 2007-2010 prevede interventi di rilancio della competitività e di riqualificazione dei settori produttivi, con particolare riferimento alle politiche di filiera e di aggregazione, nonché a politiche di supporto per il loro posizionamento sui mercati internazionali attraverso lo strumento dei Progetti integrati di innovazione, individuando come beneficiario il Distretto integrato regionale.
Nell'ambito delle risorse finanziarie già citate, il Ministero cofinanzierà il progetto «Evoluzione competitiva e sostenibile del Distretto integrato regionale», il cui obiettivo è quello di sostenere processi di implementazione delle attività di ricerca industriale e miglioramento ambientale.
La Regione ha comunicato che i distretti risultati ammissibili al finanziamento sono stati 15 ma tra questi non è ricompreso quello sulla camperistica. La stessa Regione ha aggiunto, tuttavia, che alle suddette misure parteciperà il «distretto del Mobile» di Poggibonsi, provincia di Siena, e pertanto, in una logica di filiera integrata, essendo interessato l'arredamento di interni, anche il settore del camper potrà avere possibili ricadute positive.
Per quanto riguarda, inoltre, il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, nell'ambito del Programma promozionale annuale, l'Istituto del Commercio con l'estero, tramite l'Accordo di settore con l'Associazione Nazionale fra Industrie Automobilistiche (ANFIA), che comprende anche il settore dei camper, finanzia interventi promozionali a sostegno dell'internazionalizzazione del settore.
Allo stato attuale, e sulla base delle esigenze prioritarie segnalate da tale Associazione, il sostegno pubblico si è focalizzato sui comparti della componentistica e dei carrozzieri auto.
Al fine di intervenire a supporto del distretto camperistico e contrastarne l'attuale negativa congiuntura economica internazionale, che si riflette, in termini di consumo, anche nel campo dei viaggi e del turismo, sarà pertanto valutata con particolare attenzione, in sede della nuova intesa operativa con l'ANFIA, la possibilità di inserire specifiche iniziative a favore del comparto camperistico.
Il Ministero dello sviluppo economico, è a conoscenza del Protocollo d'intesa per il progetto «Filiera della camperistica» sottoscritto, nel luglio 2007, dalla Regione Toscana, la provincia di Siena e di Firenze ed altri enti territoriali interessanti. È in questo ambito che si colloca la prevista riqualificazione della zona produttiva locale e l'implementazione della filiera produttiva, focalizzando gli interventi strategici nelle infrastrutture, nella logistica, nella ricerca e nella formazione. Inoltre sono state già avviate le procedure per la realizzazione dello snodo ferroviario, dedicato ed attrezzato, nella zona della Valdelsa.
Tuttavia, il Ministero è a conoscenza della crisi che sta investendo il comparto della camperistica in Italia e, pur non essendo stato ancora coinvolto in tal


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senso, si rende disponibile a porre in essere ogni utile e possibile iniziativa per il rilancio del settore.
Per quanto concerne le iniziative per promuovere il turismo all'aria aperta, il competente Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, nell'ambito della salvaguardia di oltre 3.000 aziende turistiche italiane, operanti nel settore dei complessi turistico-ricettivi all'aperto, unitamente al Ministero delle infrastrutture e Trasporti, ha proposto un testo normativo che esclude i mezzi mobili di pernottamento dalla categoria degli interventi definiti «di nuova costruzione», con il conseguente esonero del permesso di costruire, previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001. Tale norma è attualmente all'esame del Senato (AS n. 1195 - articolo 3 comma 7).
Sempre il Dipartimento per il turismo, in una strategia per rilanciare il turismo nazionale, sta elaborando una serie di interventi legislativi e di progetti, volti a rafforzare le categorie di settore.
Tali interventi, da un lato, mirano ad una semplificazione della normativa del settore, sia regionale, che nazionale, per rilanciare l'immagine dell'Italia all'estero; dall'altro pongono come obiettivo la creazione di una serie di «percorsi» turistici all'aria aperta.
In particolare, proprio per far fronte alla crisi del settore camperistico, a seguito di una richiesta d'incontro avanzata dall'Associazione Produttori Camper (ANFIA), si è svolta una riunione alla presenza del ministro al turismo, onorevole Brambilla, per esaminare le prospettive future del comparto industriale e turistico dell'autocaravan in Italia.
Nell'ambito di tale incontro è stato preso in esame il potenziamento di un progetto, finalizzato all'accrescimento della rete delle aree di sosta dei camper, su tutto il territorio nazionale. Inoltre, il progetto «I Comuni del turismo all'aria aperta», che è attivo dal 2001 in collaborazione con l'ANCI, promuove aree per il turismo open-air, finanziando i migliori progetti di realizzazione presentati dalle Amministrazioni locali.
Occorre anche ricordare che, nell'ambito di una strategia concordata con l'ANFIA, il Dipartimento del Turismo sta predisponendo sia la creazione di una normativa in materia di turismo della mobilità e della operatività, per i diritti dei turisti, sia un coordinamento istituzionale nelle politiche di ospitalità per il plen air, da realizzarsi anche attraverso un eventuale stanziamento di fondi a livello locale. Lo stesso Dipartimento sta verificando se sia possibile stanziare un contributo governativo di 500.000 Euro, a sostegno del predetto progetto «I Comuni all'aria aperta», che si aggiungerà ad un montepremi di 50.000 euro, messo a disposizione dei Produttori di Camper.
In merito alle agevolazioni sul carburante, il cui prezzo negli ultimi mesi è comunque notevolmente diminuito, si osserva che la legge 6 agosto 2008, n. 133, all'articolo 9 ha previsto, in materia di sterilizzazione dell'IVA sugli aumenti petroliferi, introdotta dalla legge finanziaria 2008, sia effettuata con Decreto del Ministro dell'Economia, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, ogni volta che si verifichino aumenti superiori al valore indicato esclusivamente nel DPEF.
A tal proposito occorre aggiungere che, per rendere meno gravoso per i cittadini il prezzo della benzina e più proporzionato al prezzo del greggio, è operativo, già dallo scorso mese di giugno, il Tavolo permanente di confronto con i petrolieri. L'attività del Tavolo servirà anche a facilitare l'apertura di nuovi distributori, che porterà ad un aumento della concorrenza, con conseguente abbassamento del prezzo finale del carburante.
Si precisa, infine, che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha comunicato che ai sensi dell'articolo 3 della direttiva 91/439/CE, per la guida degli autocaravan è necessaria la titolarità della patente di guida della categoria B se la massa complessiva del veicolo non supera 3,5 tonnellate, della categoria C se la massa complessiva è superiore. La stessa disposizione è confermata anche dalla direttiva 2006/126/CE, che dovrà


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essere recepita entro il 2011 e, poiché in materia di abilitazioni di guida bisogna conformarsi alle direttive comunitarie vigenti, non è possibile procedere, unilateralmente all'innalzamento dei limiti di massa stabiliti per la patente di guida della categoria B.
Il Ministero dello sviluppo economico, pur non essendo stato ancora coinvolto direttamente sulla crisi del comparto camperistico, seguirà, come sempre, con particolare attenzione l'evolversi della vicenda, rendendosi disponibile con ogni possibile iniziativa utile al rilancio del settore.