Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale - Martedì 4 novembre 2008


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ALLEGATO 1

RELAZIONE SULL'ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA PER GLI PSICOLOGI (ENPAP)

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi (Enpap) è stato istituito a seguito del decreto legislativo 103/96. L'Ente assicura gli psicologi iscritti all'Ordine che svolgano attività libero professionale in forma esclusiva o aggiuntiva a quella di lavoro subordinato.
L'Enpap eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, inabilità, invalidità, reversibilità e maternità).

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Enpap richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo pari al 10 per cento del reddito professionale con facoltà opzionale di applicare un'aliquota superiore, pari al 14 per cento, con opzione ripetibile annualmente. È comunque dovuto un contributo minimo che è pari, per l'anno 2007 a euro 7801. Per gli ultracinquantasettenni titolari di pensione erogata da altro Ente previdenziale e per coloro i quali si trovino nella condizione di inattività professionale per almeno 6 mesi il contributo è ridotto del 50 per cento; mentre è ridotto a 1/3 per i neoiscritti non oltre il 3o anno e a 1/5 nei confronti di coloro i quali abbiano conseguito, nel corso dell'anno di riferimento, redditi inferiori al doppio del contributo soggettivo minimo. Coloro che al compimento dell'età pensionabile cessino l'attività professionale e non abbiano raggiunto i requisiti contributivi minimi hanno diritto alla restituzione dei contributi versati.
Gli iscritti sono tenuti, inoltre, a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 2 per cento del volume di affari IVA. E comunque dovuto un contributo integrativo minimo pari a euro 60.
Infine, il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal Consiglio di Amministrazione. Per l'anno 2007 esso ammonta a euro 120.
La pensione di vecchiaia spetta agli iscritti che abbiano compiuto 65 anni di età, in presenza di almeno 5 anni di contributi versati. L'importo della pensione e determinato sulla base del sistema di calcolo contributivo. Le pensioni sono rivalutate annualmente sulla base della variazione dell'indice dei prezzi ISTAT. Il pensionato che continui a versare dopo il raggiungimento della pensione ha diritto alla liquidazione di un supplemento di pensione

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nel 2006 l'Enpap presenta un numero di iscritti pari a 25.876 di cui 20.194 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui molto elevati pari all'8 per cento. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a 44 anni in media e a circa 43 per le femmine, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi. La componente femminile costituisce il 78 per cento degli iscritti complessivi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica positiva, spinta soprattutto dalla dinamica degli iscritti. Infine, l'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, è pari a un valore del 10 per cento con possibilità di


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optare per una percentuale più alta, pari al 14 per cento. L'aliquota effettiva, data dal rapporto tra il monte contributivo e il monte redditi, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo, si colloca su un valore leggermente superiore all'aliquota legale.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni di vecchiaia, insieme al numero del totale dei trattamenti. Va però segnalato che per gli Enti di più recente costituzione (ex decreto 103/96) il numero delle pensioni in essere è ancora estremamente limitato e pertanto non significativo; di conseguenza nell'analisi che segue ci si limiterà ad indicarne il numero complessivo e gli importi dell'insieme dello stock di pensioni, senza analizzarne le sottocategorie, né i flussi che movimentano le pensioni in essere. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'Enpap è pari, per il 2006, a 577 e mostrano una dinamica di crescita estremamente sostenuta (tasso medio annuo pari al 45 per cento) La quota del complesso dei trattamenti pensionistici che va alle femmine è pari al 64 per cento.
La stessa età media al pensionamento e il numero medio di anni di contribuzione sono scarsamente significativi, dal momento che si tratta di pensionati che hanno raggiunto appena il requisito contributivo minimo richiesto per l'accesso al pensionamento (5 anni di contribuzione).
Nelle tabelle 3 e 4 sono riportati gli importi medi relativi al complesso delle pensioni vigenti e alle nuove liquidate, insieme alla spesa complessiva per pensioni. Anche in questo caso, trattandosi di pensioni erogate in favore di neo contribuenti, i valori e i relativi indicatori di equilibrio, non sono significativi. Ci limiteremo pertanto a riportare solo alcuni principali valori aggregati. Gli importi medi del complesso delle pensioni sono pari nel 2006, per l'insieme della categoria, a poco meno di 1.000 euro annui. Sulla base dell'esiguo numero delle pensioni fino ad oggi liquidate non è possibile valutarne, come già detto, né l'adeguatezza degli importi rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, né il livello dell'aliquota di equilibrio.
La spesa complessiva per pensioni ammonta nel 2006 a 510 mila euro. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale, che rappresenta un indicatore dell'equilibrio finanziario dell'Ente, mostra come ci si trovi nella fase iniziale di accumulo dei contributi, cui non corrisponde ancora un adeguato flusso di prestazioni, caratteristica di un ente nei suoi primi anni di vita. Infine, l'indicatore che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il così detto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, sia pure nei limiti di significatività ricordati, si mostra sostanzialmente stabile indicando che ogni nuova pensione liquidata dalla Cassa è di importo leggermente superiore al limitato numero degli importi dei trattamenti già esistenti.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Ricordiamo che gli enti privati ai sensi del decreto 103/96 si basano sul sistema di calcolo contributivo in base a conti individuali e sono pertanto tenuti ad accantonare le somme necessarie per la copertura della capitalizzazione dei montanti contributivi. Per tali enti l'adeguatezza delle risorse fa riferimento alle rate di pensione correnti in pagamento, secondo quanto anche previsto dal comma 763 della legge finanziaria per il 2007.
Negli anni considerati l'Enpap presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, per 11 milioni di euro nel 2006 e un patrimonio netto conseguentemente in aumento e pari a 28 milioni di euro. La


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riserva complessiva (data dalla somma di riserva legale e facoltativa) risulta oltre 33 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Enpap (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a quasi 270 milioni di euro nel 2006, mostrando un trend di forte crescita nel triennio esaminato, con incrementi medi annui prossimi al 25 per cento (tabella 6). La componente mobiliare risulta predominante risultando pari nel 2006 a poco meno di 263 milioni di Euro, mentre gli investimenti nel settore immobiliare risultano del tutto assenti in quanto il ridotto patrimonio immobiliare (poco più di 5 milioni di Euro nel 2006) è rappresentato dalla sede dell'Ente. Il rendimento netto del patrimonio complessivo risulta piuttosto elevato oscillando nel periodo di analisi tra il 4 e il 9 per cento, riflettendo principalmente le performance congiunturali della componente mobiliare (quasi 6 per cento nella media di periodo).
Complessivamente la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante dell'investimento in fondi comuni e in gestioni patrimoniali (con una quota media del 70 per cento), una certa presenza di investimenti in titoli, comunque declinante, e un peso quasi nullo dell'investimento azionario diretto; il peso delle attività liquide risulta in crescita, e pari al 16 per cento del portafoglio nel 2006.
Il rendimento derivante dagli investimenti mobiliari nel complesso, al netto di imposte e tasse, tenendo conto anche delle plusvalenze maturate, mostra come detto un valore medio di periodo piuttosto elevato. A tale performance positiva sembrano concorrere principalmente i rendimenti degli investimenti in OICR - organismi di investimento collettivo del risparmio - (rendimento medio del 6,4 per cento contro una media di mercato del 3,7 per cento), la gestione della liquidità (2 per cento a fronte dell'1,5 per cento di mercato), e gli investimenti azionari (21 per cento contro una media del 13 per cento di mercato); sostanzialmente in linea con il mercato le performance del comparto obbligazionario (3,4 per cento nella media di periodo).
L'Enpap definisce i criteri generali in materia di investimento con delibere del Consiglio di indirizzo generale; in particolare, nel 2006, si è stabilito che la struttura degli investimenti dell'Ente risponde ad una strategia di tipo Core-Satellite, che divide il portafoglio complessivo in due componenti in cui la prima, che non dovrà avere un peso inferiore all'85 per cento, è volta a garantire i target di redditività prefissati (pari al costo della rivalutazione dei montanti contributivi degli iscritti), mentre la seconda, che non potrà mai eccedere il 15 per cento del portafoglio, mira, da un lato, a stabilizzare i rendimenti della prima componente e, dall'altro, all'incremento del patrimonio nel medio-lungo periodo. Tra gli investimenti è prevista anche la componente immobiliare (per una quota non superiore al 5 per cento del portafoglio) sia attraverso fondi immobiliari, sia per il tramite di acquisto diretto. Infine, la gestione del portafoglio può avvenire sia con delega a soggetti terzi sia direttamente, anche se con alcune limitazioni.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione dell'Enpap (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 3 milioni di euro di cui il 28 per cento per il personale in servizio, con una quota in diminuzione nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 1 milione di euro, pari al 33 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione dell'Ente nel 2006, sono pari a 111 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (31 euro se ci riferiamo al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 4,8 per


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cento (l'1,3 per cento le sole spese per il personale), con una lieve tendenza alla riduzione delle spese di gestione complessive nel periodo di analisi.
A fronte di tali costi risultano 19 unità di personale in servizio. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 43 milioni di euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari al 74 per cento.
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi pari, nel 2006, a oltre 45 milioni di euro, a fronte di un totale di entrate contributive di 48 milioni di euro per lo stesso anno. La quota di crediti recuperati - tramite attività di riscossione diretta dell'Ente - è pari al 47,6 per cento nel 2006, in crescita nel periodo osservato.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, sia pure poco significativi, visto il limitato numero di liquidazioni/anno che viene effettuato, si attestano sui 45 giorni per le pensioni dirette di vecchiaia, sui 60 per le reversibilità e sui 90 per le invalidità.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti, l'Ente ha soddisfatto gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel 2006 poi seguito dall'invio delle informazioni sulla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo).

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'ente nazionale di previdenza ed assistenza per gli psicologi (Enpap) secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2002. I risultati sono chiaramente influenzati dalla giovane età della Cassa e dal sistema di calcolo contributivo delle pensioni. Il primo aspetto è ben visibile dalla dinamica del numero e della spesa per pensioni e, in particolar modo, dai valori pressoché nulli di inizio periodo che danno luogo a tassi di crescita decisamente elevati nei primi anni di simulazione; il ruolo del criterio di calcolo contributivo delle pensioni è ben visibile, invece, nella persistenza su valori elevati del saldo corrente della gestione, che in tutto il periodo dovrebbe presentare valori superiori al flusso di contributi, con una differenza che va crescendo nel corso del tempo.
Per rimarcare tale solidità della gestione, si può notare come anche il saldo previdenziale, differenza tra entrate per contributi e spesa per pensioni, dovrebbe rimanere positivo lungo tutto l'orizzonte previsivo (grafico 3), anche se come composizione di un trend di crescita, in termini nominali, fino al 2030, e di una successiva rapida discesa nei dodici anni finali della previsione. Tuttavia per la Cassa in questione, come per altre Casse, tale risultato è anche dovuto alla presenza di un robusto flusso di contributi integrativi che eccede significativamente il flusso annuo delle spese di gestione dell'ente: nell'ultimo anno di previsione, il 2042, il flusso dei contributi integrativi si commisurava a quasi 40 milioni di euro, il 20 per cento del totale dei contributi, a fronte di spese di gestione valutate in 13 milioni di euro. Come si può notare dal grafico 3, se dal flusso dei contributi si escludono i contributi integrativi, allora la differenza rispetto alla spesa per pensioni, differenza definita come saldo previdenziale ristretto, diverrebbe negativa nella parte finale del periodo di previsione. Ciò ovviamente non cambia il giudizio positivo della solidità dell'Ente, ma chiarisce meglio la relazione tra contributi, soggettivi, e prestazioni.
Chiaramente tali andamenti determinano una crescita costante del patrimonio e del suo grado di copertura rispetto alla spesa pensionistica: in valori il patrimonio dovrebbe crescere dai 183 milioni di euro di inizio periodo a oltre 6,1 miliardi di euro di fine periodo, rappresentando a tale data oltre 34 volte la spesa per pensioni. Per rafforzare ulteriormente l'immagine di solidità finanziaria dell'Ente, il bilancio tecnico contiene anche il calcolo di un patrimonio netto definito dalla differenza (positiva o negativa) tra i rendimenti


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netti effettivamente realizzati dall'impiego delle risorse e oneri connessi alla capitalizzazione dei «conti individuali» e che rappresenta l'ammontare delle risorse disponibili per svolgere, secondo le indicazioni del CDA, operazioni di mutualità solidaristica (integrazioni delle pensioni di invalidità ed indirette) oppure per rivalutare i montanti contributivi alla fine di ogni quinquennio. Nel grafico 4 abbiamo riportato l'ammontare di tale patrimonio netto in rapporto sia alla spesa per pensioni sia al totale del patrimonio lordo. Come si può notare da un lato l'ammontare del patrimonio netto potrebbe permettere di attuare interventi solidaristici o di rivalutazione dei montanti piuttosto consistenti, dall'altro la dinamica positiva della gestione dovrebbe determinare un continuo surplus di risorse che si traducono in un peso del patrimonio netto sul totale delle risorse patrimoniali in continua crescita.
Indicazioni interessanti sugli equilibri della gestione vengono anche dagli andamenti riportati nel grafico 5. Come noto la crescita del rapporto tra pensioni e massa dei redditi degli iscritti può essere scomposta in due componenti economicamente significative: il rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e l'importo medio del reddito da professione (una specie di tasso di sostituzione macro dello stock di pensione che ci dà una misura delle condizioni economiche relative dei pensionati) e il rapporto tra numero di pensioni e numero degli iscritti (rapporto che ci da una descrizione degli effetti della demografia, sia per quanto attiene agli aspetti generali che quelli specifici della cassa, sugli equilibri gestionali). Nel bilancio tecnico non sono presentate le previsioni relativamente al reddito medio degli iscritti ragion per cui nel grafico possiamo riportare solo l'andamento del rapporto pensioni/iscritti. Come si può notare il rapporto tra numero di pensioni e totale attivi ha la consueta dinamica crescente, conformemente alla giovane età della Cassa, che porta alla fine del periodo a formulare una previsione di una consistenza di quasi 70 pensioni per 100 assicurati, livello non molto discosto dalla media riscontrata per le altre casse privatizzate. Sul livello della pensione media per quanto detto in precedenza, non siamo in grado di fornire un raffronto con il reddito medio degli iscritti, ma è possibile comunque affermare che il livello medio previsto dal bilancio tecnico risulta insufficiente a garantire da sola una vita post lavorativa adeguatamente tutelata. Secondo il bilancio tecnico a fine 2042, infatti, a lire correnti la pensione media dovrebbe risultare pari 9.100 euro annui per il totale dei trattamenti e a 9.700 euro annui per le pensioni dirette: in valori 2007 ciò corrisponderebbe ad una pensione annua di 5.400 euro nel primo caso e di 5.800 nel secondo.

Nota integrativa sul bilancio di previsione 2007.

Sulla base delle cifre contenute nel bilancio preventivo 2007 dell'Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi (ENPAP) è possibile desumere che anche per l'anno 2007 è continuato il buon trend di crescita del numero di iscritti che a fine anno risulterebbero pari a 27.211 unità con un incremento del 5,2 per cento rispetto al dato del 2006. A tale vivacità dal lato del numero degli iscritti, fa riscontro una buona crescita del valore dei contributi previdenziali versati, sia soggettivi che integrativi, che sarebbero cresciuti del 4,2 per cento raggiungendo per il 2007 il valore di 50 milioni di euro.
A causa della giovane età della Cassa non si registrano ancora flussi di pensionamento significativi soprattutto dal punto di vista dell'importo. Secondo le previsioni dell'Ente nel 2007 verranno liquidate 165 prestazioni pensionistiche (contro le 170 di un anno prima) portando il numero delle pensioni in essere a fine 2007 alla cifra di 738 posizioni previdenziali, cui corrisponderebbe una spesa annua pari a 866 mila euro. L'ammontare medio di 1.173 euro annui è indicativo appunto della giovane età della Cassa che non liquida ancora prestazioni a fronte di carriere complete.


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Il peggioramento della congiuntura internazionale insieme all'evolversi della crisi finanziaria a partire dall'estate del 2007 ha influito negativamente sulla redditività del patrimonio mobiliare. Secondo le attuali previsioni la gestione del patrimonio mobiliare produrrà un rendimento lordo complessivo del 2,34 per cento, differenziandosi tra un rendimento dell'1,69 per cento della componente «Core» ed uno del 7,78 per cento della componente «Satellite». Al netto dei costi e degli oneri fiscali e considerati anche i proventi dei depositi bancari, ciò produrrà una remunerazione netta pari al 2,16 per cento, inferiore sia alle previsioni iniziali che ai rendimenti degli anni precedenti.
Il complesso di tali andamenti si dovrebbe rispecchiare in un avanzo del conto separato di poco superiore a 1 milione di euro, cui si cumulerebbe un patrimonio netto dell'Ente pari ad oltre 29 milioni di euro.

Osservazioni conclusive.

L'Enpap si trova nella fase iniziale di evoluzione della propria gestione previdenziale caratterizzata da tassi di variazione degli iscritti estremamente positivi, a fronte di un livello di prestazioni scarsamente significativo. Una fase di accumulazione, in cui il patrimonio si accresce costantemente e così i relativi impieghi. Tutte le grandezze osservate risentono di queste condizioni: tra queste il livello dei costi di gestione, che a fronte di un livello minimo funzionale, non sono ancora ammortizzati dalle economie di scala derivanti dall'ampliarsi del numero delle erogazioni. Anche la gestione del patrimonio è quella tipica di un Ente giovane, orientata quasi esclusivamente verso l'investimento mobiliare, che rappresenta la garanzia al pagamento delle prestazioni future.
L'analisi di lungo periodo mostra una situazione di mantenimento sostanziale degli attuali equilibri, su valori propri di una gestione più matura. Dal lato dell'adeguatezza delle prestazioni tutti gli indicatori, in primo luogo il metodo di calcolo contributivo, nonché l'attuale livello dell'aliquota legale (10 per cento e su base volontaria aumentabile fino al 14 per cento) richiedono un attento monitoraggio dell'andamento del livello delle pensioni, anche rispetto ai redditi professionali medi degli iscritti.


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ALLEGATO 2

RELAZIONE SULL'ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI (EPPI)

Premessa.

L'Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati (Eppi) è stato istituito a seguito del decreto legislativo n. 103 del 1996. L'Ente assicura gli iscritti agli albi professionali dei Periti Industriali che svolgano attività libero professionale in forma esclusiva o aggiuntiva a quella di lavoro subordinato, anche sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa, ancorché svolgano contemporaneamente attività di lavoro dipendente o altre attività di lavoro autonomo di diversa natura. L'iscritto all'albo professionale dei periti industriali, iscritto anche in altri albi professionali pure dotati di ente di previdenza obbligatoria, può optare per uno qualsiasi degli enti stessi.
L'Eppi eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, inabilità, invalidità, reversibilità e maternità). L'Ente prevede inoltre a favore dei propri iscritti la concessione di mutui o prestiti a tasso agevolato per il finanziamento delle attività di avviamento dello studio professionale e anche sussidi una tantum per particolari casi di necessità.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Eppi richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo stabilito in misura minima pari al 10 per cento del reddito professionale, con facoltà opzionale di applicare un'aliquota superiore, rispettivamente del 12 per cento, 14 per cento,16 per cento, 18 per cento, con opzione ripetibile annualmente. È comunque dovuto un contributo minimo che è pari, per l'anno 2007 a - 803,62. L'iscritto che ha esercitato la professione per un periodo inferiore a 12 mesi può avvalersi del frazionamento dei contributi minimi soggettivo e integrativo dividendoli sulla base dei mesi di effettiva attività. L'iscritto che alla data di inizio attività non ha ancora compiuto 28 anni può chiedere la riduzione del 50 per cento del contributo soggettivo dovuto per i primi 2 anni di esercizio. Gli iscritti sono tenuti, inoltre, a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 2 per cento del volume di affari IVA. È comunque dovuto un contributo integrativo minimo pari per il 2007 a euro 112,51. Infine, il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal consiglio di amministrazione. Per l'anno 2007 esso ammonta a euro 5,16.
La pensione di vecchiaia spetta agli iscritti che abbiano compiuto 65 anni di età, in presenza di almeno 5 anni di contributi versati, a patto che l'importo maturato sia pari almeno a 1,2 volte l'importo dell'assegno sociale. L'importo della pensione è determinato sulla base del sistema di calcolo contributivo. Le pensioni sono rivalutate annualmente sulla base della variazione dell'indice dei prezzi ISTAT. Il pensionato che continui a versare dopo il raggiungimento della pensione ha diritto alla liquidazione di un supplemento di pensione, liquidato con scadenza biennale. Gli iscritti che al compimento del sessantacinquesimo anno di età non abbiano maturato il diritto alla pensione e che abbiano cessato l'attività lavorativa hanno diritto alla restituzione dei contributi soggettivi versati.


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La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nel 2006 l'Eppi presenta un numero di iscritti pari a 12.384 di cui appena 209 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui molto elevati (pari al 7 per cento per il biennio 2004-2005). L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a 45,6 anni in media, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi. La componente femminile costituisce meno del 2 per cento degli iscritti complessivi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica di crescita del 3,5 per cento medio annuo, spinta soprattutto dalla dinamica degli iscritti. Infine, l'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, è pari a un valore del 10 per cento con possibilità di optare per una percentuale più alta, variabile tra il 12 per cento e il 18 per cento. L'aliquota effettiva, data dal rapporto tra il monte contributivo e il monte redditi, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo, si colloca su un valore leggermente superiore all'aliquota legale minima (12 per cento nel 2006).
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni di vecchiaia, insieme al numero del totale dei trattamenti. Va però segnalato che per gli enti di più recente costituzione (ex decreto 103/96) il numero delle pensioni in essere è ancora estremamente limitato e pertanto non significativo; di conseguenza nell'analisi che segue ci si limiterà ad indicarne il numero complessivo e gli importi dell'insieme dello stock di pensioni, senza analizzarne le sottocategorie, né i flussi che movimentano le pensioni in essere. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'Eppi è pari, per il 2006, a 759 e mostrano una dinamica di crescita estremamente sostenuta (tasso medio annuo pari al 37 per cento) La quota del complesso dei trattamenti pensionistici che va alle femmine è pari al 15 per cento.
La stessa età media al pensionamento e il numero medio di anni di contribuzione sono scarsamente significativi, dal momento che si tratta di pensionati che hanno raggiunto appena il requisito contributivo minimo richiesto per l'accesso al pensionamento (5 anni di contribuzione).
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi al complesso delle pensioni vigenti, insieme alla spesa complessiva per pensioni. Anche in questo caso, trattandosi di pensioni erogate in favore di neo contribuenti, i valori e i relativi indicatori di equilibrio, non sono significativi. Ci si limiterà pertanto a riportare solo alcuni principali valori aggregati. Gli importi medi del complesso delle pensioni sono pari nel 2006, per l'insieme della categoria, a poco meno di 1.500 euro annui. Sulla base dell'esiguo numero delle pensioni fino ad oggi liquidate non è possibile valutarne, come già detto, né l'adeguatezza degli importi rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, né il livello dell'aliquota di equilibrio.
La spesa complessiva per pensioni ammonta nel 2006 a poco più di 1 milione di euro. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale, che rappresenta un indicatore dell'equilibrio finanziario dell'Ente, pari a 39,3, mostra come ci si trovi nella fase iniziale di accumulo dei contributi, cui non corrisponde ancora un adeguato flusso di prestazioni, caratteristica di un ente nei suoi primi anni di vita.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Si ricorda che gli enti


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privati ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996 si basano sul sistema di calcolo contributivo in base a conti individuali e sono pertanto tenuti ad accantonare le somme necessarie per la copertura della capitalizzazione dei montanti contributivi. Per tali enti l'adeguatezza delle risorse fa riferimento alle rate di pensione correnti in pagamento, secondo quanto anche previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007.
Negli anni considerati l'Eppi presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, per 2 milioni di euro nel 2006 e un patrimonio netto conseguentemente in aumento pari a 410 milioni di euro per l'ultimo anno di analisi. La riserva complessiva (data dalla somma di riserva legale e facoltativa) risulta oltre 300 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Eppi (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 428 milioni di euro nel 2006, mostrando un trend in crescita nel triennio esaminato, con incrementi medi annui prossimi al 14 per cento (tabella 6). La componente mobiliare risulta predominante e in crescita nel periodo osservato, risultando pari nel 2006 a poco meno di 334 milioni di euro, mentre gli investimenti nel settore immobiliare risultano stabili. Il rendimento netto del patrimonio complessivo risulta soddisfacente oscillando nel periodo di analisi tra il 3 e il 7 per cento (il dato del 2007 va considerato ancora provvisorio), riflettendo principalmente le performance congiunturali della componente mobiliare (quasi 6 per cento nella media del periodo).
Complessivamente la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante dell'investimento in titoli (con una quota media del 70 per cento), una presenza minoritaria dell'investimento azionario e in Organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR), comunque declinante, e un peso delle attività liquide in crescita pari al 15 per cento del portafoglio nel 2006.
Il rendimento derivante dagli investimenti mobiliari nel complesso, al netto di imposte e tasse, tenendo conto anche delle plusvalenze maturate, mostra un valore medio di periodo piuttosto elevato. A tale performance positiva sembrano concorrere principalmente i rendimenti degli investimenti azionari o in OICR (21 per cento contro una media del 13 per cento di mercato); mentre risulta inferiore alla media la performance del comparto obbligazionario (2,3 per cento per l'Ente a fronte del 3,4 per cento nella media di periodo) e in linea la gestione della liquidità (2,5 per cento nel 2006 a fronte dell'1,5 per cento di mercato medio per il periodo osservato). L'Ente a partire dal 2005 ha ricondotto a gestione diretta parte del patrimonio mobiliare, che era stato fino a tale data interamente affidato a gestori esterni, nell'ottica di una politica di gestione orientata al raggiungimento di predeterminati obiettivi di redditività di medio e lungo termine.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione dell'Eppi (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 4 milioni di euro di cui il 23 per cento per il personale in servizio, con una quota in diminuzione nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'Ente ammontano a 1,40 milioni euro, pari a oltre il 20 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione dell'Ente nel 2006, sono pari a 336 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (90 euro se ci si riferisce al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 9,8 per cento (il 2,6 per cento le sole spese per il personale) stabilmente nel periodo di analisi.


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A fronte di tali costi risultano 27 unità di personale in servizio. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 50 mila euro annui. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari al 37 per cento.
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi, pari nel 2006 a 40 milioni di euro, a fronte di un totale di entrate contributive di 49 milioni di euro per lo stesso anno. La quota di crediti accertati è pari al 16,8 per cento nel 2006, in crescita nel periodo osservato, mentre non sono state fornite informazioni in merito alla quota di contributi recuperata.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, sia pure poco significativi visto il limitato numero di liquidazioni/anno che viene effettuato, si attestano sui 41 giorni per le pensioni dirette di vecchiaia, sui 47 per le reversibilità e sui 43 per le invalidità, con una tendenza all'aumento per questi ultimi due tipi di pensione.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti, l'Ente ha soddisfatto gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici e contributivi agli iscritti avvenuto già nel 2004 seguito successivamente da invii periodici delle informazioni sulla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo).

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

L'analisi del bilancio tecnico attuariale dell'ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati (Eppi), che fornisce le tendenze di lungo periodo delle principali grandezze della gestione è stata redatta, come di consueto, nell'ipotesi di costanza della collettività degli iscritti, pari nel 2003 a 12.358 unità. Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico, valutato con i dati a tutto il 2003. I risultati sono chiaramente influenzati dalla giovane età dell'Ente e dal sistema di calcolo contributivo delle pensioni. Il primo aspetto è ben visibile dalla dinamica del numero e della spesa per pensioni e, in particolar modo, dai valori pressoché nulli di inizio periodo che danno luogo a tassi di crescita decisamente elevati nei primi anni di simulazione; il ruolo del criterio di calcolo contributivo delle pensioni è ben visibile, invece, nella persistenza su valori elevati del saldo corrente della gestione, che in tutto il periodo dovrebbe presentare valori superiori al flusso di contributi, con una differenza che va crescendo nel corso del tempo, ma che declina nell'ultimo anno di previsione.
Il saldo previdenziale, differenza tra entrate per contributi e spesa per pensioni, rimane positivo per i primi 25 anni dell'orizzonte previsivo (grafico 3), mentre accumula crescenti valori negativi a partire dal 2035 fino a fine periodo (-80 milioni nel 2043). Tuttavia si può osservare che per l'Ente in questione, come per altri enti esaminati, la riserva generale sia costantemente alimentata da un robusto flusso di contributi integrativi che eccede significativamente il flusso annuo delle spese di gestione dell'ente: nel 2043, il flusso dei contributi integrativi si commisura a quasi 22 milioni di euro, il 20 per cento del totale dei contributi, a fronte di spese di gestione valutate in 11 milioni di euro. Nello stesso grafico 3 è riportato il valore del saldo corrente al netto e al lordo della riserva generale: tali saldi mettono in evidenza con chiarezza l'effetto migliorativo dei contributivi integrativi sul saldo corrente. Il saldo corrente netto, pur rimanendo su valori estremamente positivi, si collocherebbe su di un livello decisamente inferiore rispetto a quello attuale, comprensivo anche dei contributi integrativi, lasciando libere risorse che potrebbero più proficuamente essere indirizzate ad aumentare i livelli di pensione degli iscritti.
Chiaramente tali andamenti determinano una crescita costante del patrimonio e del suo grado di copertura rispetto alla spesa pensionistica: in valori il patrimonio dovrebbe crescere dai 323 milioni di euro di inizio periodo a oltre 4,2 miliardi di


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euro di fine periodo, rappresentando a tale data 25 volte la spesa per pensioni.
L'analisi riportata nel grafico 4, che da conto dei rispettivi tassi di crescita dell'insieme delle entrate contributive e della spesa per pensioni, mette in luce un differenziale di crescita sempre positivo per la spesa, sia pure con tassi in costante diminuzione rispetto a quelli fortemente accelerati dei primi anni di previsione (oltre il 30 per cento); l'andamento della massa contributiva si mostra invece sostanzialmente stabile nel tempo e molto contenuto (mai sopra il 5 per cento).
Le ultime indicazioni interessanti sugli equilibri della gestione vengono anche dagli andamenti riportati nel grafico 5 che mostra il rapporto tra numero di pensioni e numero degli iscritti (rapporto che fornisce una descrizione degli effetti della demografia, sia per quanto attiene agli aspetti generali che a quelli specifici della cassa, sugli equilibri gestionali). Come si può notare il rapporto tra numero di pensioni e totale attivi ha la consueta dinamica crescente, conformemente alla giovane età dell'Ente, che porta alla fine del periodo a formulare una previsione di una consistenza di oltre 70 pensioni per 100 assicurati, livello che non si discosta molto dalla media riscontrata per le altre casse privatizzate.
Purtroppo nel bilancio tecnico non sono presenti le previsioni relative al reddito medio degli iscritti per cui non è possibile formulare considerazioni sul rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e importo medio del reddito da professione (una specie di tasso di sostituzione macro dello stock di pensione che dà una misura delle condizioni economiche relative dei pensionati), ma è possibile comunque condurre qualche considerazione in base agli importi medi dello stock di pensioni forniti dal bilancio tecnico. Secondo tali dati a fine periodo (2043), infatti, (a lire correnti) la pensione media dovrebbe risultare pari a circa 18.000 euro annui per il totale dei trattamenti e a oltre 24.000 euro annui per le pensioni dirette di vecchiaia: in valori 2007, ciò corrisponderebbe ad una pensione annua di circa 9.215 euro nel primo caso e di 12.200 nel secondo. Tali valori risultano appena sufficienti a garantire una vita post lavorativa adeguatamente tutelata.

Osservazioni conclusive.

L'Eppi si trova nella fase iniziale di evoluzione della propria gestione previdenziale caratterizzata da tassi di variazione degli iscritti estremamente positivi, a fronte di un livello di prestazioni scarsamente significativo. Una fase di accumulazione, in cui il patrimonio si accresce costantemente e così i relativi impieghi. Tutte le grandezze osservate risentono di tali condizioni: tra queste il livello dei costi di gestione, che a fronte di un livello minimo funzionale, non sono ancora ammortizzati dalle economie di scala derivanti dall'ampliarsi del numero delle erogazioni. La gestione del patrimonio pur configurandosi come quella tipica di un ente giovane, presenta delle piccole differenziazioni rispetto agli altri enti di medesima anzianità, risultando ad esempio caratterizzata dalla presenza di una componente immobiliare non solo residuale.
L'analisi di lungo periodo mostra una situazione di sostanziale equilibrio, con un progressivo peggioramento nella seconda parte del periodo previsivo. In tal senso la recente decisione da parte dell'Ente di ampliare su base volontaria la percentuale di contributo soggettivo a carico degli iscritti fino al 18 per cento va sicuramente accolta con favore. Inoltre, tale decisione, anche dal lato dell'adeguatezza delle prestazioni, non potrà che migliorare le condizioni di vita dei futuri pensionati dell'Ente.


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ALLEGATO 3

RELAZIONE SULL'ENTE NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA (ENPAPI)

Premessa.

L'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (Enpapi) è stato istituito a seguito del decreto legislativo n. 103 del 1996. L'Ente assicura gli infermieri professionali, gli assistenti sanitari e le vigilatrici d'infanzia che svolgano attività libero professionale, in forma esclusiva o aggiuntiva a quella di lavoro subordinato.
L'Enpapi eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, inabilità, invalidità, reversibilità e maternità), oltre ad alcune prestazioni assistenziali (interventi economici per specifiche situazioni di bisogno, indennità di malattia, eccetera).
L'Ente inoltre ha aderito al Fondo Sanità, fondo di previdenza complementare riservato agli esercenti le professioni sanitarie, cui gli iscritti possono contribuire al fine di costituirsi una pensione complementare.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Enpapi richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo pari al 10 per cento del reddito professionale con facoltà opzionale di applicare un'aliquota superiore, compresa tra il 12 per cento e il 20 per cento, con opzione ripetibile annualmente. È comunque dovuto un contributo minimo che è pari, per l'anno 2006 a euro 516,46.
I neoiscritti hanno diritto alla riduzione al 50 per cento del contributo minimo, mentre i pensionati attivi non sono più tenuti a versare il minimo e, su richiesta, possono ottenere l'aliquota ridotta al 5 per cento.
Gli iscritti sono tenuti, inoltre, a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 2 per cento del volume di affari IVA. Infine, il contributo di maternità è pari a un ammontare fisso annuo, a carico di tutti gli iscritti, nella misura stabilita ogni anno dal Consiglio di Amministrazione. Per l'anno 2006 esso ammonta a euro 103,30.
La pensione di vecchiaia spetta agli iscritti che abbiano compiuto 65 anni di età, in presenza di almeno 5 anni di contributi versati ovvero al compimento di 57 anni in presenza di 40 anni di anzianità contributiva. L'importo della pensione è determinato sulla base del sistema di calcolo contributivo.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nel 2007 l'Enpapi presenta un numero di iscritti pari a 13.000 unità di cui 9.226 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2007, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione medi annui superiori all'8 per cento. L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati risulta di molto inferiore all'unità, indicando un andamento positivo dei flussi in entrata di nuove posizioni contributive, tipico di una gestione previdenziale ancora giovane. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a 42 anni in media e a circa 43 per le femmine, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica positiva, che appare


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principalmente influenzata sia dalla crescita del numero degli iscritti, che dalla dinamica dei redditi (tasso medio annuo pari al 5 per cento). Infine, l'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, pari a un valore del 10 per cento con possibilità di optare per una percentuale più alta, compresa tra il 12 per cento e il 20 per cento, si mostra leggermente inferiore rispetto a quella effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni di vecchiaia, insieme al numero del complesso dei trattamenti. Va però segnalato che per gli Enti di più recente costituzione (ex decreto 103/96) il numero delle pensioni in essere è ancora estremamente limitato e pertanto non significativo; pertanto, nell'analisi che segue, ci si limiterà ad indicarne il numero complessivo e gli importi dell'insieme dello stock di pensioni, senza analizzarne le sottocategorie, né i flussi che movimentano le pensioni in essere. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dall'Enpapi è pari, per il 2007, a 239 e mostrano una dinamica di crescita estremamente sostenuta (tasso annuo di crescita sempre superiore al 40 per cento) La quota del complesso dei trattamenti pensionistici che va alle femmine è pari al 60 per cento.
La stessa età media al pensionamento e il numero medio di anni di contribuzione sono scarsamente significativi, dal momento che si tratta di pensionati che hanno raggiunto appena il requisito contributivo minimo richiesto per l'accesso al pensionamento (5 anni di contribuzione).
Nelle tabella 3 e 4 sono riportati gli importi medi relativi al complesso delle pensioni vigenti e alle nuove liquidate, insieme alla spesa complessiva per pensioni. Anche in questo caso, trattandosi di trattamenti pensionistici erogati in favore di neo contribuenti, i valori e i relativi indicatori di equilibrio, non sono significativi. L'analisi che segue si limita pertanto a riportare solo alcuni principali valori aggregati. Gli importi medi del complesso delle pensioni sono pari nel 2007, per l'insieme della categoria, a poco più di 1.000 euro annui. Sulla base dell'esiguo numero delle pensioni fino ad oggi liquidate non è possibile valutarne, come già detto, né l'adeguatezza degli importi rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, né il livello dell'aliquota di equilibrio.
La spesa complessiva per pensioni ammonta nel 2006 a 280 mila euro. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale, che rappresenta un indicatore dell'equilibrio finanziario dell'Ente, mostra come ci si trovi nella fase iniziale di accumulo dei contributi, cui non corrisponde ancora un adeguato flusso di prestazioni, caratteristica di un ente nei suoi primi anni di vita. Infine, l'indicatore che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il così detto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, sia pure nei limiti di significatività ricordati, si mostra in aumento, indicando che ogni nuova pensione liquidata dalla Cassa è di importo pari a 1,8 volte gli importi dei trattamenti già esistenti.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Ricordiamo che gli enti privati ai sensi del decreto legislativo n. 103 del 1996 si basano sul sistema di calcolo contributivo in base a conti individuali e sono pertanto tenuti ad accantonare le somme eventualmente necessarie per la copertura della capitalizzazione dei montanti contributivi. Per tali enti l'adeguatezza delle risorse fa riferimento alle rate di pensione correnti in pagamento, secondo quanto anche previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007.


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Negli anni considerati l'Enpapi presenta un risultato economico di esercizio in avanzo, per 2,3 milioni di euro nel 2007 e un patrimonio netto conseguentemente in aumento, pari a 11,2 milioni. La riserva legale risulta oltre 75 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Enpapi (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a quasi 140 milioni di euro nel 2007, mostrando un trend di forte crescita nel quadriennio esaminato, con incrementi medi annui prossimi al 20 per cento (tabella 6). La componente mobiliare risulta predominante, risultando pari nel 2007 a poco meno di 130 milioni di euro, mentre gli investimenti nel settore immobiliare risultano del tutto assenti, in quanto il ridotto patrimonio immobiliare (poco più di 10 milioni di euro nel 2007) è rappresentato da immobili strumentali. Il rendimento netto del patrimonio complessivo nei diversi anni del periodo considerato risulta piuttosto stabile, oscillando tra il 3 e il 5 per cento, riflettendo principalmente le performance congiunturali della componente mobiliare (quasi 4 per cento nella media di periodo).
Complessivamente la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante dell'investimento in fondi comuni e in gestioni patrimoniali (con una quota media del 40 per cento per ciascuno dei due strumenti); una certa presenza di investimenti in titoli e un peso nullo dell'investimento azionario diretto; il peso delle attività liquide risulta decisamente contenuto e declinante rapportandosi a meno del 4 per cento del portafoglio nel 2007. Se si ragiona in termini di attività, anziché di strumenti finanziari, la composizione del portafoglio mobiliare risulta decisamente concentrata su strumenti obbligazionari privati (per oltre il 70 per cento del totale) e pubblici (quasi il 20 per cento del portafoglio); l'investimento in titoli azionari assorbe solo il 7 per cento del portafoglio.
L'Enpapi gestisce il proprio patrimonio mobiliare sia in proprio, attraverso un piano di investimenti di volta in volta stabilito dal Consiglio di amministrazione, che si avvale anche della collaborazione di una società di consulenza nelle strategie di investimento, sia delegando la gestione a società specializzate; in particolare, la quota di investimenti delegati risulta in crescita nel corso del tempo e a fine 2006 risultava pari a quasi il 50 per cento del portafoglio complessivo. La struttura degli investimenti dell'Ente risponde ad una strategia di tipo core-satellite, che divide il portafoglio complessivo in due componenti in cui la prima, che in genere riguarda il 90 per cento del totale delle attività, è volta a garantire i target di redditività prefissati (pari al costo della rivalutazione dei montanti contributivi degli iscritti), mentre la seconda, che in genere non supera il 10 per cento del portafoglio, mira, da un lato, a stabilizzare i rendimenti della prima componente e, dall'altro, all'incremento del patrimonio nel medio-lungo periodo.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione dell'Enpapi (tabella 7) ammontano nel 2007 a 3 milioni 600 mila euro, di cui il 32 per cento per il personale in servizio, con una quota in diminuzione nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 650 mila euro, pari a poco meno del 18 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione dell'Ente nel 2007, sono pari a 276 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (100 euro se ci si riferisce al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 10 per cento (il 3,5 per cento le sole spese per il personale), con una costante tendenza all'aumento nel periodo di analisi.


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A fronte di questi costi risultano 19 unità di personale in servizio, di cui 1 dirigente. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 69 milioni di euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è superiore alla metà (58 per cento).
La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi, pari nel 2007 a 67 milioni di euro, a fronte di un ammontare di entrate contributive regolarmente riscosse per lo stesso anno pari a 36 milioni di euro. L'ammontare dei crediti contributivi si mostra in costante aumento nei quattro anni analizzati.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, sia pure poco significativi visto il limitato numero di liquidazioni/anno che viene effettuato, si attestano sugli 80 giorni per i trattamenti di vecchiaia e risultano ancora inferiori per le pensioni di invalidità (70 giorni).
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti , l'Ente ha soddisfatto gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel 2005 e poi aggiornato nei due anni successivi, seguito dall'invio delle informazioni relative alla propria posizione contributiva (estratto conto contributivo) nel 2006 e nel 2007.

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2004. I risultati sono chiaramente influenzati dalla giovane età della Cassa e dal sistema di calcolo contributivo delle pensioni. Il primo aspetto è ben visibile dalla dinamica del numero e della spesa per pensioni e, in particolar modo, dai valori pressoché nulli di inizio periodo che danno luogo a tassi di crescita decisamente elevati nei primi anni di simulazione; il ruolo del criterio di calcolo contributivo delle pensioni è ben visibile, invece, nella persistenza su valori elevati del saldo corrente della gestione che, in tutto il periodo, ad eccezione dell'ultimo quinquennio, presenta valori superiori al flusso di contributi. Si consideri, inoltre, che fino a tutto il 2035 il flusso dei contributi dovrebbe risultare sempre superiore al doppio della spesa per pensioni, limitando al 28 per cento tale vantaggio a fine periodo di previsione.
Chiaramente tali andamenti determinano una crescita costante del patrimonio e del suo grado di copertura rispetto alla spesa pensionistica: in valori, il patrimonio dovrebbe crescere dai 100 milioni di euro di inizio periodo ai quasi 4 miliardi di euro di fine periodo, rappresentando a tale data oltre 30 volte la spesa per pensioni. Anche se tali risultati non possono essere considerati rappresentativi delle condizioni di equilibrio di lungo periodo della Cassa, tuttavia si può ragionevolmente anticipare che, a regime, la Cassa non dovrebbe presentare situazioni di difficoltà, confortati in ciò sia dalla presenza del sistema di calcolo contributivo e sia dalla presenza di un flusso di contributi integrativi che, secondo le risultanze del bilancio tecnico, dovrebbero risultare sempre eccedenti rispetto alle necessità istituzionali per cui vengono versati.
Conferme a tale fiducia vengono anche osservando la dinamica dell'aliquota contributiva di equilibrio e la sua posizione relativa rispetto all'aliquota contributiva effettiva (grafico 3): se, infatti, l'aliquota contributiva di equilibrio presenta una dinamica costantemente in crescita, essa risulta, lungo tutto l'orizzonte di previsione, inferiore all'effettiva incidenza dei contributi sui redditi professionali degli iscritti. Di più si osservi come ancora nel 2044 il livello dell'aliquota contributiva di equilibrio si colloca al di sotto del 10 per cento, livello legale dell'aliquota contributiva soggettiva. Di nuovo a determinare tale risultato concorrono, da un lato, lo stato di Cassa ancora in transizione e, dall'altro, le modalità di calcolo della rendita pensionistica.


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Indicazioni interessanti sulla dinamica dell'aliquota contributiva di equilibrio si ottengono se si considerano gli andamenti riportati nel grafico 4. Come è noto la crescita del rapporto tra pensioni e massa dei redditi degli iscritti può essere scomposta in due componenti economicamente significative: il rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e importo medio del reddito da professione (una specie di tasso di sostituzione macro dello stock di pensioni che fornisce una misura delle condizioni economiche relative dei pensionati) e il rapporto tra numero di pensioni e numero degli iscritti (rapporto che da una descrizione degli effetti della demografia, sia per quanto attiene agli aspetti generali che a quelli specifici della cassa, sugli equilibri gestionali). Come si può notare, e come era prevedibile data la giovane età della Cassa, la dinamica ascendente dell'incidenza della spesa pensionistica è dovuta prevalentemente alla dinamica demografica, anche se il tasso di sostituzione macro mostra anch'esso una dinamica crescente anche se di dimensioni decisamente più contenute rispetto alla demografia. In particolare tra il 2005 e il 2044 l'incidenza del numero delle pensioni sugli attivi dovrebbe crescere da 1 a 78 pensioni ogni 100 iscritti, con una lieve flessione nei ritmi di crescita nell'ultimo quinquennio di previsione ; il rapporto tra importo medio delle pensioni in essere e reddito medio degli iscritti dovrebbe, invece, crescere dal 5 per cento di inizio periodo al 12 per cento del 2044, livello piuttosto contenuto, ma che deve essere confrontato con l'altrettanto contenuta aliquota di contribuzione soggettiva e con la scarsa capacità contributiva, sia in termini di numero di anni che di livello reddituale, tipica degli iscritti alla gestione in esame.

Osservazioni conclusive.

L'Enpapi si trova nella fase iniziale di evoluzione della propria gestione previdenziale caratterizzata da tassi di variazione degli iscritti estremamente positivi, a fronte di un livello di prestazioni scarsamente significativo. Una fase di accumulazione, in cui il patrimonio si accresce costantemente e così i relativi impieghi. Tutte le grandezze osservate risentono di tali condizioni: tra queste il livello dei costi di gestione, che a fronte di un livello minimo funzionale, non sono ancora ammortizzati dalle economie di scala derivanti dall'ampliarsi del numero delle erogazioni. Anche la gestione del patrimonio è quella tipica di un Ente giovane, orientata quasi esclusivamente verso l'investimento mobiliare, che rappresenta la garanzie al pagamento delle prestazioni future.
L'analisi di lungo periodo mostra una situazione di mantenimento sostanziale degli attuali equilibri, su valori propri di una gestione più matura. Dal lato dell'adeguatezza delle prestazioni tutti gli indicatori, in primo luogo il metodo di calcolo contributivo, nonché l'attuale livello dell'aliquota legale (10 per cento e su base volontaria aumentabile fino al 20 per cento) richiedono un attento monitoraggio dell'andamento del livello delle pensioni anche rispetto ai redditi professionali medi degli iscritti.


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